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Fano: Chiesa di S. Francesco - tomba di Paola Bianca


Paola Bianca era figlia di Paola Orsini e di Pandolfo II Malatesta; andata in sposa a Pandolfo III, morì giovane nel 1398 come si evince dalla lettura dell'epitaffio tombale in lingua latina.

E' il monumento più articolato di tutto il complesso funebre poichè comprende il sarcofago in pietra di Verona finemente lavorato, appoggiato su di un alto piedistallo multiplo; due colonnine tortili con capitello composito ai lati; ed un complesso scultoreo soprastante comprendente un crocifisso centrale impostato su una roccia con teschio, estremamente espressivo e decisamente anticlassico nell'enfatizzazione dei tratti fisionomici e nella resa deforme dell'anatomia atta ad esprimere la sofferenza di Cristo.

Il complesso si completa con figure di santi dove si riconoscono a partire da sinistra della croce, la Vergine con le mani incrociate sull'addome, San Ludovico con la mitra sul capo e l'Angelo Annunziante. A destra della croce, si riconoscono San Giovanni Battista con le mani giunte sul petto e le lunghe ciocche di capelli serpentinate, San Francesco con il semplice saio, ed infine la Vergine Annunziata all'estremità destra che dialoga con l'Angelo Annunziante anzidetto, all'estrema sinistra del gruppo scultoreo. Tutte le figure poggiano su mensole lavorate a decorazione fogliacea. La teoria di figure risulta coronata da una cornice polilobata ad archetti ogivali, sorta di trasposizione scultorea dei polittici pittorici trecenteschi.

Sul fronte del sarcofago, entro cinque circonferenze che inscrivono altrettanti incavi quadrilobati, campeggiano figure di santi realizzate in marmo bianco di Carrara riconoscibili a partire da sinistra, in Santa Caterina d'Alessandria, Sant'Antonio Abate, San Giovanni Battista, un Santo Francescano ed una Santa con croce e libro (forse Santa Chiara). Sui fianchi del sarcofago, entro le medesime cavità, a destra è rappresentata una Santa Martire; a sinistra l'alveo manca della figura perché andata perduta nel secondo dopoguerra.

Sul piovente rivolto verso lo spettatore del coperchio foggiato a guisa di tetto, sopra un lettino ricoperto di stoffa che forma movimentate pieghe, giace la figura della defunta. Il volto, mancante di una parte del naso, ritrae la donna serenamente addormentata, in un'espressione idealizzata, lungi dal trasmettere il senso della morte.

L'opera, datata 1413 -14, è attribuita a Filippo di Domenico, scultore attivo a Bologna e a Venezia, allievo dei fratelli Jacobello e Pierpaolo Dalle Masegne, e rappresenta nell'insieme, data la delicatezza dei panneggi, l'eleganza dei mezzi busti e le proporzioni degli elementi architettonici, un primo accenno all'incipiente stile rinascimentale.


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 22.07.2004
    Ultima modifica: 22.07.2004

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