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Ferrovia Fano - Urbino: rassegna stampa anni 2012 - 201...

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Ferrovia Fano - Urbino: rassegna stampa anni 2018 - 201...

Ferrovia Fano - Urbino: rassegna stampa anni 2015 - 2016 - 2017


ANNO 2015
Il Presidente della Repubblica

Visti i ricorsi straordinari riuniti per motivi di connessione soggettiva ed oggettiva,

- del 14 febbraio 2012 proposto da Associazione ferrovia Valle Metauro contro la Regione Marche e nei confronti della Provincia di Pesaro e Urbino e del Comune di Fano per  l'annullamento, previa sospensiva, della Deliberazione della Regione Marche, Giunta Regionale, emessa nella seduta del 17 ottobre 2011, Adunanza n. 87, legislatura IX, delibera n. 1372, avente ad oggetto "Parere richiesto dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti sulla dismissione della linea ferroviaria Fano-Urbino", e

- del 12 aprile 2012 proposto da Associazione Ferrovia Valle Metauro ed altri, contro il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e nei confronti della Regione Marche e della Provincia di Pesaro e Urbino, per l'annullamento, previa sospensione, del Decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti prot. n. 430 del 15 dicembre 2011, con cui era stata autorizzata la dismissione della linea ferroviaria Fano-Urbino, e di tutti gli atti presupposti, preparatori, connessi e conseguenziali;

Visto il Testo Unico delle leggi sul Consiglio di Stato approvato con  R.D. 26 giugno 1924  n. 1054 e successive modificazioni;

Visto il R.D. 2 1 aprile 1942  n. 444 con il quale è stato approvato il Regolamento per la esecuzione delle leggi sul Consiglio di Stato;

Visto il D.P.R. 24 novembre 1971 n. 1199 recante norme per la semplificazione dei procedimenti in materia di ricorsi amministrativi;

Visto l' art. 3, comma 4, della legge 21 luglio 2000  n. 205 sulle disposizioni in materia di giustizia amministrativa;

Visti i pareri sull' istanza cautelare n. 4728/2012 reso dal Consiglio di Stato - Sezione I nell'udienza del 13 giugno 2012 e i pareri n. 4728/2012 e n. 643/2013 resi dal Consiglio di Stato - Sezione I nell’adunanza del 10 aprile 2013 i cui testi sono allegati al presente decreto e le cui considerazioni si intendono qu i integralmente riprodotte;

Su proposta del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti;

DECRETA

I ricorsi straordinari di cui alle premesse, previamente riuniti, sono dichiarati inammissibili.

Roma, addì 3 Nov. 2014

Giorgio Napolitano

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Trasporti
Cancellieri: “Si tuteli la ferrovia”

Fermignano. Tiene banco la questione ferrovia Val Metauro , con una lettera all’assessore regionale ai trasporti  Luigi Viventi, presentata dal sindaco Giorgio Cancellieri nell’ultimo consiglio comunale di dicembre,  si è chiesta la revoca del decreto di dismissione della ferrovia Fano – Urbino.  “Nessuna dismissione per la ferrovia – spiega il sindaco Cancellieri -  questa procedura potrebbe aprire scenari di svendita o smantellamento. Stiamo parlando di un decreto ministeriale del 2011 che colloca la tratta Fano Urbino tra quelle dismesse, quando oggi quei binari sono al centro di importanti ipotesi di riqualificazione e potenziamento”. Tra le motivazioni che presenta la lettera, inviata anche da altri sindaci, non solo dei comuni interessati dalla Fano – Urbino ma anche del territorio, le nuove ipotesi di ripristino ed utilizzo polifunzionale  della linea e l’economicità e la sostenibilità del riutilizzo di quanto già disponibile.

a.a.

Da: Il Resto del Carlino del 13/1/2015

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I Verdi: "Non si dismetta la linea ferroviaria Fano-Urbino"

Per il ripristino della tratta ferroviaria Fano-Urbino, il Gruppo dei Verdi in Consiglio regionale ha presentato una mozione volta ad attivare tutte le procedure necessarie per impegnare la Giunta  regionale a chiedere alle Ferrovie dello Stato la revoca del decreto di dismissione della tratta.  La mozione propone inoltre il trasferimento gratuito della titolarità della tratta dalle Ferrovie dello Stato  in capo alla Regione Marche, una procedura che consentirebbe di predisporre e promuovere un concreto  progetto di finanza tra pubblico e privato per riattivare la ferrovia. «Chiederò l'immediata discussione dell'argomento al Presidente del Consiglio regionale, Vittoriano Solazzi - dichiara Adriano Cardogna, presidente del Gruppo Verdi – per approvarla ed inviarla in tempi stretti al presidente del Consiglio dei ministri, alla Società Ferrovie dello Stato,  alla Rete Ferroviaria Italiana e alla Fondazione Ferrovie dello Stato». 
«La riattivazione della ferrovia Fano-Urbino - incalza Gianluca Carrabs, esponente dei Verdi delle Marche - deve diventare un obiettivo strategico del Governo regionale, perchè favorisce quel riequilibrio territoriale tra costa ed entroterra, riattivando e potenziando un indotto non solo di mobilità alternativa ma di veicolo di collegamento turistico, come dimostrano le esperienze in Francia dove treni turistici trasportano ogni anno 3,5 milioni di passeggeri, ed in Italia come in provincia di Siena, dove ci sono esperienze di treni e tratte dedicate a percorsi tematici come la viticoltura, ma anche in Lombardia, dove esiste un treno a vapore che costeggia il lago d'Iseo. Le opportunità non ci  mancano - continua Carrabs - dobbiamo solo attuarle e con un progetto integrato possiamo inserirci  nella programmazione europea 2014-2020 usufruendo così di risorse utili allo scopo». «L'amministrazione comunale di Urbino - continua Laura Scalbi, Capogruppo Verdi in Consiglio comunale di Urbino - considera questa battaglia strategica, tanto che, su mia proposta, ha istituito una commissione ad hoc che presiedo per trovare tutte le possibili soluzione utili alla riattivazione della tratta. Chiedo formalmente a tutti i Comuni interessati che aderiscono a questa proposta, di esprimersi ufficialmente».    

Da: http://www.corriereadriatico.it/MARCHE/ferrovie_fano_urbino_tratta_verdi/notizie/1124467.shtml  del 16/1/2015 2015

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Mozione dei Verdi in Regione per ripristinare la ferrovia Fano-Urbino

Venerdì 16 gennaio i Verdi hanno presentato alla stampa una mozione con la quale impegnano la Giunta di Spacca a chiedere alle Ferrovie dello Stato la revoca di dismissione della tratta.

A cento anni dall'inaugurazione della ferrovia Fano-Urbino e a pochi mesi dalle elezioni regionali, il consigliere Adriano Cardogna, presidente del gruppo Verdi in Regione, ha esposto un documento con il quale intende chiedere la riapertura del linea in questione. Presenti all'incontro anche Gianluca Carrabs, Presidente onorario dei Verdi,Laura Scalbi, della commissione consiliare di Urbino per il ripristino della ferrovia e consigliere dei Verdi nella città ducale, Carlo Bellagamba, Presidente dell'associazione Ferrovia Valle Metauro.  In cosa consiste la mozione che, secondo le intenzioni di Cardogna, dovrà passare al vaglio del Presidente Solazzi prima di essere discussa e votata nelle prossime sedute del Consiglio Regionale? Nel documento si legge: 'Impegnare la Giunta regionale a chiedere alle Ferrovie dello Stato la revoca di dismissione della tratta contenuta nel decreto ministeriale numero 430 del 2011'. L'intento è quello di chiedere il trasferimento gratuito della titolarità della tratta in capo alla Regione Marche, procedura che permetterebbe di ripristinare il tratto ferroviario tramite progetti di finanza tra pubblico e privato.

'Chiederò l'immediata discussione dell'argomentio al Presidente del Consiglio Regionale, Vittoriano Solazzi, per approvarla e inviarla in tempi stretti al Presidente del Consiglio e alle Ferrovie dello Stato - spiega Cardogna -. Parlare di trasporti significa parlare di cittadini che hanno la necessità di svolgere funzioni quotidiane quali gli spostamenti e che, come in questo caso, riguardano assetti che vanno oltre l'aspetto locale'.

Carrabs, invece, parla di favorire l'unione e il riequilibrio territoriale fra entroterra e costa: 'Sia negli anni di Spacca che in quelli del governatore D'Ambrosio, si è sempre parlato di bilanciare e collegare montagna e mare ma nei fatti questo non è accaduto. La nostra mozione punta a questo obiettivo. Possiamo inserirci nella programmazione europea 2014-2020 usufruendo di risorse utili allo scopo'.

Nella città ducale, invece, ben sei consiglieri comunali e una commissione costituita ad hoc stanno portando avanti l'intero progetto. Precise le parole della Scalbi: 'Urbino ha perso l'occasione di diventare Capitale Europea della Cultura perché non ha una ferrovia. L'indotto culturale e turistico che può scaturire dalla riattivazione della Fano-Urbino non è da sottovalutare. Invito tutti i Comuni limitrofi a partecipare al nostro progetto'.

La parola, per ultimo, a Carlo Bellagamba, già presidente dell'associazione Ferrovia Valle Metauro: 'Pensate all'esempio del Trentino e delle loro ferrovie turistiche, con ben 21 milioni di euro ricavati dai tre milioni di turisti che ne hanno usufruito. Noi vogliamo collaborare con tutte le persone intelligenti e favorevoli alla riapertura della Fano-Urbino, siamo aperti al dialogo con tutti i partiti che vogliono la nostra stessa cosa'. Parlando di costi e di spese, Bellagamba precisa che non servono i permessi per una nuova linea: quella esistente è funzionante e costruire le opere necessarie all'ammodernamento costerebbe circa 40 milioni di euro, 'cifra che può essere ricavate dai contratti con i privati'.

Quella dei Verdi è solo l'ultima di una lunga serie di mozioni, interrogazioni e altri atti politici chiesti a gran voce da esponenti locali e regionali che negli anni si sono impegnati per la riattivazione della Fano-Urbino. Sicuramente un bene per ripartire dal turismo culturale.

di Angela Fandra

Da: http://www.viverefano.com/index.php?page=articolo&articolo_id=514410     del 17/1/2015

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Mozione n. 760 presentata in data 12 gennaio 2015 a iniziativa dei Consiglieri Cardogna, D’Anna, Solazzi, Binci “Richiesta di revoca del d.m. 430 del 15/12/2011 e acquisizione a titolo gratuito della tratta ferroviaria Fano-Urbino da parte della Regione Marche”

 L’ASSEMBLEA LEGISLATIVA DELLE MARCHE

Premesso che:

- la linea ferroviaria Fano-Urbino, che percorre la provincia di Pesaro e Urbino per circa 50 chilometri, è sospesa dal 1987 e dismessa dal 2012

- esiste un atto di intesa del 9 Marzo 2009 firmato tra gli altri dal Presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca nel quale si prevedeva, come ruolo strategico, il rilancio del sistema ferroviario Marche e tra questi il ripristino della linea ferroviaria Fano – Urbino come servizio di metropolitana leggera – forma innovativa di trasporto

- la provincia di Pesaro-Urbino, in data 30 marzo 2009 con delibera del Consiglio Provinciale n. 15/2009 chiedeva alla Regione il ripristino della linea ferroviaria o l’ipotesi di averla in comodato d’uso per farla gestire ai privati

- il 28 giugno 2010 la Provincia di Pesaro Urbino ha trasmesso alla Regione Marche e a RFI la deliberazione n. 217 con cui si chiedeva di procedere alla dismissione definitiva con la concessione alla Provincia stessa dell’area di sedime

- nel settembre 2011 la Provincia di Pesaro Urbino ha invitato ulteriormente la Regione ad esprimere al Ministero il parere per la dismissione, comunicando anche l’approvazione del proprio piano strategico nel quale è previsto l’investimento per una pista ciclabile che dovrebbe avere valore anche dal punto di vista turistico

 Considerato:

- l’invio, da parte del Comune di Urbino al Presidente della Giunta Regionale e all’Assessore regionale ai Trasporti, della nota ufficiale con la quale chiede la revoca del Decreto di dismissione della ferrovia Fano-Urbino D.M. 430 del 15/12/2011

- la posizione espressa da alcuni esponenti politici regionali e locali, dal sindaco di Urbino nel suo recente incontro con il governatore Spacca, da altri soggetti ed associazioni è a favore del ripristino della Ferrovia Fano – Urbino

- la provincia di Pesaro è l’unica nelle Marche ad aver volutamente dismesso tale collegamento, ponendosi così nella classifiche nazionali al fanalino di coda nel rapporto km di binari / popolazione e km di binari / superficie

- che tale progetto rientra a pieno titolo tra le azioni che potrebbero portare la Regione Marche a raggiungere i traguardi previsti dal protocollo di Kyoto, producendo grandi benefici per l’ambiente in quanto riconvertirebbe il trasporto su gomma, inquinante e rumoroso, in trasporto alternativo su rotaia

- che è interesse comune salvaguardare il sedime della vecchia ferrovia Fano - Urbino per arrestarne il continuo degrado, valorizzarne la memoria storica e preservarne le strutture fondamentali

- che esiste un nuovo tipo di indotto turistico-culturale che valorizza l’ambiente e il patrimonio, come ci confermano le esperienze in Francia dove treni turistici trasportano ogni anno 3,5 milioni di passeggeri, o in provincia di Siena, dove ci sono esperienze di treni e tratte dedicate alla viticoltura, ma anche in Lombardia, dove esiste un treno a vapore che costeggia il lago d’Iseo;

Visto che:

- la linea risulta completamente armata e integra per quanto riguarda l’armamento e le opere d’arte (ponti, gallerie, viadotti), sono intatte le stazioni, i binari di transito e di sosta, le banchine e i fabbricati accessori di stazione e il collegamento con la linea adriatica risulta ancora integro e funzionale

- la linea ferroviaria citata collega la Valle del Metauro ad una realtà urbana di eccezionale valore storico-artistico come Urbino, il cui centro antico è stato inserito dal 1998 tra i siti UNESCO, che rappresenta una meta turistica unica al mondo ed è anche sede di un’antica e prestigiosa Università e di altre istituzioni didattiche superiori, l’infrastruttura diviene di fondamentale importanza per fornire una soluzione sostenibile alla domanda di trasporto turistico e pendolare, favorendone ed assorbendone anche un eventuale notevole incremento

- numerosi comitati locali nati nel corso degli anni testimoniano l’interesse dei cittadini di riattivare la tratta in questione

 Rilevato che:

- questo asse viario può essere considerato come primaria infrastruttura tra costa ed entroterra capace sia di favorire il turismo e ridurre allo stesso tempo inquinamento e traffico

- non è incompatibile ripristinare la ferrovia Fano – Urbino e prevedere a lato, ove possibile, la pista ciclabile favorendo le rotaie e le due ruote allo stesso tempo

- il trasporto su rotaia è necessario a mettere in “rete” la costa con l’interno, favorendo anche l’alleggerimento dalle auto di un centro storico “difficile” e la riduzione del problema dei parcheggi

- risulta opportuno, parallelamente al sistema ferroviario ad Alta Capacità/Alta Velocità, porre la massima attenzione al potenziamento ed allo sviluppo della rete ferroviaria convenzionale, senza la quale quella celere in fase di completamento verrebbe fortemente penalizzata

- imbattersi nell’opportunità di riaprire una linea ferroviaria posta fuori servizio ma non smantellata, risparmiando sui costi di realizzazione ex novo, che attraversa e serve città d’arte, insediamenti industriali, artigianali e siti d’elevato pregio ambientale, è quindi un’occasione di fronte alla quale risuona incomprensibile una opposizione

- le Ferrovie dello Stato italiane hanno deciso di investire sulla propria storia e cultura istituendo a marzo 2014 la Fondazione a cui viene affidata la responsabilità della conservazione e valorizzazione di tutto il materiale storico del Gruppo con lo scopo di preservare, valorizzare e consegnare integro, a vantaggio anche delle generazioni future, un Patrimonio di storia e di tecnica, simbolo del progresso e strumento di rafforzamento dell’unità degli Italiani

- è opportuno realizzare quanto prima un confronto con le altre amministrazioni interessate alla tratta, lo Stato e i responsabili nazionali delle aziende ferroviarie e della fondazione FS, per arrivare ad un cronoprogramma condiviso

Ritenuto che:

- sono mutate le condizioni socio-economiche del territorio della provincia di Pesaro e Urbino

- sono mutate le strategie dei trasporti in ambito regionale/nazionale con particolare riferimento al comparto ferroviario

- è mutata la consapevolezza della popolazione locale sull’importanza e sul ruolo della ferrovia Metaurense - esiste la disponibilità di nuove proposte progettuali di ripristino ed utilizzo polifunzionale della linea

- l’economicità e la sostenibilità del riutilizzo di quanto già disponibile nel territorio è imprescindibile in un’ottica di sviluppo delle attività economiche e di preservazione dell’ambiente

- sia importante l’esigenza di riorganizzare il TPL per risolvere gli improcrastinabili problemi di collegamento tra i territori interni e la rete ferroviaria nazionale

- è vantaggiosa la salvaguardia del tracciato a costo zero per la Regione Marche in contrapposizione all’acquisto

 IMPEGNA

 il Presidente della Giunta regionale:

- ad attivare le procedure necessarie alla revoca del d.m. 430 del 15/12/2011;

- a chiedere alle Ferrovie dello Stato il trasferimento a titolo gratuito della tratta ferroviaria Fano – Urbino alla Regione Marche;

- a perseguire in tutte le sedi opportune ogni possibile azione per il ripristino e la riattivazione della tratta ferroviaria Fano - Urbino.

- a trasmettere copia del seguente atto alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, alla società Ferrovie dello Stato italiano, alla rete ferroviaria italiana e alla Fondazione Ferrovie dello Stato italiane. 

http://www.consiglio.marche.gov.it/banche_dati_e_documentazione/atti_di_indirizzo_e_controllo/mozioni/pdf/moz760_9.pdf

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Fano Urbino, rinviata la discussione

Una mozione in consiglio regionale chiede la riattivazione della tratta ferroviaria

La battaglia

Eugenio Gulini

Fano.  Doveva essere discussa ieri in consiglio regionale la mozione presentata prima dai Verdi e poi da Giancarlo D'Anna, Vittoriano Solazzi e Giovanni Cardoni, per il ripristino della tratta ferroviaria Fano Urbino e l'attivazione di tutte le procedure necessarie perchè la giunta regionale chieda alle Ferrovie dello Stato la revoca del decreto di dismissione della tratta. Inoltre la mozione propone il trasferimento gratuito della titolarità della tratta, dalle Ferrovie alla Regione. "Questa procedura spiega Carrabs - consentirebbe la possibilità di predisporre e promuovere un concreto progetto di finanza tra pubblico e privato per riattivare la ferrovia". Al presidente del consiglio regionale , Vittoriano Solazzi, dopo l'eventuale approvazione, è stato chiesto di inviare la mozione al Presidente del Consiglio dei Ministri, alla Società Ferrovie dello Stato, alla Rete Ferroviaria Italiana e alla Fondazione Ferrovie dello Stato . "La riattivazione della ferrovia Fano Urbino – incalza Gianluca Carrabs, esponente dei Verdi  delle Marche, deve diventare un obiettivo strategico del governo regionale perché favorisce quel riequilibrio territoriale tra costa ed entroterra, riattivando e potenziando un indotto non solo di mobilità alternativa ma di veicolo di collegamento turistico, come dimostrano le esperienze in Francia dove i treni turistici trasportano ogni anno 3,5 milioni di passeggeri, ed in Italia come in provincia di Siena, dove ci sono esperienze di treni e tratte dedicate a percorsi tematici come la viticoltura, ma anche in Lombardia, dove esiste un treno a vapore che costeggia il lago d'Iseo. Le opportunità non ci mancano – continua Carrabs - dobbiamo solo attuarle e con un progetto integrato possiamo inserirci nella programmazione europea 2014-2020 usufruendo così di risorse utili allo scopo". "L'amministrazione comunale di Urbino - continua Laura Scalbi, capogruppo Verdi in consiglio comunale di Urbino - considera questa battaglia strategica, tanto che, su mia proposta, ha istituito una commissione ad hoc che presiedo per trovare tutte le possibili soluzione utili alla riattivazione della tratta. Chiedo formalmente a tutti i Comuni interessati che aderiscono a questa proposta, di esprimersi ufficialmente". "Ora attendiamo la discussione e il responso della giunta regionale - sottolinea Carlo Bellagamba, presidente dell'Associazione Fvm -  in modo tale da raggiungere un primo nostro obiettivo: valorizzare l'esistente e promuovere una mobilità alternativa perché crediamo che riattivare la ferrovia significhi portare a termine una delle migliori operazioni possibili anche in termini a01bientali oltre che turistici, culturali ed economici".

Da: Corriere Adriatico del  21/1/2015

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Progetto di ripristino Fano-Urbino, l’associazione FVM al lavoro con ingegneri ferroviari di Milano

Al fine di fornire un valido supporto tecnico agli Enti Territoriali interessati al ripristino della Linea Fano Urbino l’Associazione F V M ha in corso di esecuzione un proprio progetto di manutenzione straordinaria, adeguamento e proposta di riapertura. Non disponendo di tutte le competenze per dotarsi in tempi brevi del progetto di ripristino, ha coinvolto una primaria società di ingegneria in campo ferroviario “Pegaso Ingegneria/Sistema Ingegneria” di Milano, come capofila tecnico di questa specifica iniziativa. Il progetto di ripristino della linea Fano Urbino, del quale è in corso il “preliminare”, si prefigge di analizzare le possibili soluzioni tecniche per permettere al treno di percorrere nuovamente il tracciato, calcolando al contempo i costi che la ricostruzione e la gestione possono avere nonché evidenziare le più importanti interferenze lungo il tracciato, specie quelle con la viabilità ordinaria. Il tentativo di ripristinare e riutilizzare questa linea si inserisce altresì nel mutato sentimento sociale e politico nei confronti dei trasporti alternativi a quello su gomma. Sono stati già effettuati i primi incontri tra F V M e Pegaso Ingegneria per l’acquisizione dei dati e della cartografia esistente nonché delle foto aeree e delle tesi specifiche eseguite da studenti del corso di laurea in ingegneria di Ancona. Venerdì 23 ottobre è stato effettuato un approfondito sopralluogo tecnico congiunto F V M – Pegaso Ingegneria/ filiale di Firenze sull’intera linea ferroviaria Fano Urbino per giungere in tempi brevi alla emissione del “ progetto preliminare di manutenzione straordinaria ed adeguamento della ferrovia Fano Urbino”.  Si è constatata, ammesso che ve ne fosse bisogno, la notevole quantità di utenti che potrebbero utilizzare il treno vista l’elevata antropizzazione del territorio da Fossombrone a Fano e che potrebbe anche configurare un servizio di tipo metropolitano. Oltre i poli di indubbio e notevole interesse turistico, Urbino, Fossombrone, Fermignano, F V M ha proposto ai tecnici della Pegaso di aggiungere le fermate turistiche a richiesta nei pressi della città romana di Forum Sempronii e alle Marmitte dei Giganti di San Lazzaro di Fossombrone a pochi passi dalla ferrovia. Le prossime attività saranno dedicate alla soluzione delle criticità e alla velocizzazione della linea con la drastica diminuzione dei passaggi a livello e con l’eliminazione di alcune curve.

Il ripristino della infrastruttura ferroviaria tra Fano ed Urbino porterà sicuri benefici in termini di migliorie alla mobilità pubblica proponendo anche la riorganizzazione dei trasporti a pettine con i centri abitati distanti dalle fermate del treno e vantaggi per il minor impatto sulla salute pubblica dovuto ad un minore inquinamento. Ovviamente a parte il servizio reso ai poli di attrazione turistica menzionati si aggiunge la valorizzazione di tutto il territorio e dei centri serviti in quanto la ferrovia da sempre costituisce un potente motore di sviluppo, non trascurabile in tempi di crisi come gli attuali. L’effetto collaterale sarebbe anche il riequilibrio dei servizi disponibili tra costa ed entroterra. Il progetto preliminare avrà anche lo scopo di confrontarsi con il Territorio dal quale ci si aspetta la massima collaborazione. Martedì 27 gennaio l’assemblea legislativa delle Marche voterà la mozione dei Verdi per revocare il recente decreto di dismissione della tratta emesso senza un minimo approfondimento e discussione sulla questione con i Comuni dell’interno. I consiglieri regionali hanno la responsabilità di recuperare un’ infrastruttura dal valore patrimoniale e sociale enorme a costo zero, dopodiché si potranno avviare le iniziative per la ricerca di finanziamenti per il ripristino e bissare i successi ottenuti da altre ferrovie ripristinate e dall’elettrificazione della ferrovia Ascoli- P. Ascoli.

Associazione FVM Ferrovia Valle del Metauro

http://www.pu24.it/2015/01/25/progetto-di-ripristino-fano-urbino-lassociazione-fvm-al-lavoro-con-ingegneri-ferroviari-di-milano/148026/  del 25/1/2015

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Ripristino del treno? Napolitano dice basta Il Quirinale ha respinto il ricorso anti dismissione

di ROBERTO DAMIANI

NON E’ ARIA. La riapertura al treno della «Fano-Urbino» non la vuole neanche il Quirinale. Il 3 novembre scorso (ma si è avuta copia del provvedimento solo qualche giorno fa), il presidente Giorgio Napolitano ha firmato un decreto che dichiara inammissibili i ricorsi presentati dall’associazione Ferrovia valle Metauro contro le delibere di dismissione della tratta ferroviaria. I provvedimenti erano stati votati dalla regione Marche e dal Ministero delle infrastrutture (decreto n. 430 del 15 dicembre 2011) con cui si autorizzava la dismissione della linea ferroviaria Fano-Urbino. In altre parole, contro quel decreto del ministero che dismetteva la tratta, ora non c’è altra forma di «impugnazione» per ribaltarne il contenuto dopo l’inammissibità dei ricorsi sancita dal Presidente Napolitano. La notizia del rigetto non compare nel sito dell’associazione Fvm ma il provvedimento del Quirinale è stato notificato a tutti gli enti interessati, ossia Ministero delle Infrastrutture, regione Marche, Provincia di Pesaro e Urbino, Comune di Fano e ovviamente all’associazione Fvm che aveva proposto il ricorso. PER SAPERE cosa significa riaprire la linea ferroviaria, abbiamo chiesto l’aiuto dell’ingegner Marco Stabile, direttore d’esercizio della ferrovia Merano-Malles, di 59 chilometri, gestita da una società controllata dalla Provincia autonoma di Bolzano: «Vi porto l’esempio che conosco. Sono stati investiti tra il 2000 e il 2005 per la riapertura della linea Merano-Malles 130 milioni di euro, ripristinando tutto il sedime e ovviamente l’armamento, le stazioni e i convogli oltre il sistema gestionale. I costi annuali di esercizio attualmente sono questi: l’infrastruttura richiede 3 milioni di euro a cui vanno aggiunti altri 10 milioni di euro per il personale, i convogli, il sistema gestionale. Trasportiamo mediamente 3 milioni di passeggeri, di cui i 2/3 sono pendolari. Gli altri sono turisti. Non posso essere preciso sugli incassi, perché non arrivano alla mia struttura, ma diciamo questo: la Provincia di Bolzano copre ogni anno per l’80 per cento i costi di esercizio, cioè spende circa 10 milioni. Il resto ci arriva dalla vendita dei biglietti. Se non ci fosse l’intervento dell’ente pubblico, i numeri di esercizio pur con 3 milioni di passeggeri sarebbero ovviamente negativi, come sono sempre negativi per tutto il settore del trasporto pubblico. Aggiungo questo. Per migliorarci, la Provincia sta per investire altri 50 milioni di euro. Sono soldi che serviranno ad elettrificare la linea e ad acquistare dei convogli a motrice elettrica. Il locomotore diesel è ormai decisamente superato, sia per i costi che per offerta del servizio. Questa trasformazione ci porterà ad aumentare il numero di posti, ad avere risparmi ed efficienza. Oltre a questi numeri, va considerato comunque l’indotto alimentato dall’arrivo dei turisti. Ma è ovvio che per riaprire un servizio ferroviario o trasformare la vecchia linea in pista ciclabile o mantenere i binari per farci correre sopra un bicitreno o velorail, la politica deve metterci la faccia e parlare chiaro. E qui a Bolzano, la politica ha scelto il trasporto pubblico, treno e non solo, sapendo di poter contare su un bilancio annuo della Provincia di 5 miliardi di euro. Non so se può essere così anche per la linea Fano-Urbino».

Da: Il Resto del Carlino del 26/1/2015

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Fano-Urbino, l'associazione Ferrovia Val Metauro risponde alla stampa sulle decisioni del Quirinale

La prima cosa che viene in mente leggendo la stampa locale a proposito dell'intervento diretto dell'ex Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, sul mancato accoglimento dei ricorsi contro la dismissione della ferrovia Fano-Urbino è : 'Ammirabile scelta di tempo!'  Davvero curioso che una simile notizia, vecchia e risaputa da più di un anno, nonostante la "colpevole omissione", dal sito dell'associazione Ferrovia Val Metauro (ma non certo dai suoi convegni e dai suoi comunicati) esca proprio in concomitanza  con la votazione di una mozione dei Verdi in Assemblea Regionale che potrebbe creare non pochi "dolori" agli anti-treno che stanno sempre più rivelandosi come sostenitori di interessi che poco hanno a spartire con il tanto citato bene  comune in favore di operazioni poco chiare.

Dubitiamo che Napolitano in persona si sia interessato dell'argomento ferrovia, così come dubitiamo che l'Ing. Stabile non abbia speso parole di apprezzamento per l'opera FVM come ha sempre fatto, parole puntualmente omesse nel servizio. Il riportare , inoltre, la cifra di 10 Mil. di euro come costo di gestione è fuorviante perchè tale cifra non viene  accompagnata dal dato sul numero di viaggiatori trasportati che sono 3.700.000 (tremilionisettecentomila) nel 2013, che i treni hanno percorso circa 1.700.000 Km , che si elettrificherà la linea per raddoppiare la capacità di trasporto giunta ormai al massimo sostenibile dall'infrastruttura, che la ferrovia ha generato , solo con il turismo proveniente "solo" dalla Svizzera, ben 22 Milioni di entrate .

Ogni nostra attività inserita in un contesto di civiltà comporta dei costi. Per questo paghiamo le tasse.  Il problema ,semmai, risiede nel fatto su come  le tasse vengono utilizzate. Quello che è grave sta nel fatto che non vengono citati i cosiddetti costi sociali : cioè il risparmio sulle spese ospedaliere e della salute in genere, sulla salvaguardia del territorio e dell'ambiente, sulle spese assicurative del trasporto privato, sull'incentivo e la sicurezza offerti dal trasporto ferroviario al turismo di massa e di qualità,sulla possibilità di assicurare un trasporto economico e sostenibile ai pendolari, alle persone anziane,, ai soggetti più deboli ,ai portatori di handicap, sulla promozione dei nostri prodotti tipici riguardo l'enogastronomia, la cultura, le tradizioni ,l'artigianato come così efficacemente avviene in altre più virtuose e lungimiranti zone d'Italia ed Europa . In regione si vota una mozione che può, con poche decine di euro ( equivalente a qualche ora di lavoro), ribaltare i piani "strategici" delle defunta "provincia felice" ed al contempo salvare le ferrovia e tutte  le potenzialità che essa può e deve offrire.  FVM sta realizzando con l'aiuto di "veri" specialisti un progetto, che sarà donato alla collettività, per poter valutare le reali possibilità per il territorio offerte dal treno.  Cosa vuol dire "non bisogna perdere tempo"? e perchè poi? Bisogna rispettare qualche data di scadenza  indicata sulla confezione?  Meglio è non fare altri errori e favorire i veri interessi che si dovrebbero sempre perseguire: quelli di noi comuni cittadini. 

Da Associazione Ferrovia Val Metauro    

http://www.viverefano.com/index.php?page=articolo&articolo_id=516182  del 27/1/2015

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Ferrovia Fano-Urbino: una scommessa da affrontare e perseguire con tenacia

Periodicamente, riappare l’annoso dibattito se ridare nuovo respiro e ruolo alla dismessa tratta ferroviaria Fano e Urbino.  L’idea evoca indubbiamente suggestive riflessioni per la rivalorizzazione di un tratto paesaggistico dell’entroterra Urbinate e fanese di sicuro richiamo per lo sviluppo delle attività turistiche, come evoca  altrettante considerazioni di convenienza sul versante dei trasporti, posto che la ferrovia alleggerirebbe il peso di quello su gomma a beneficio certo della qualità della vita e dei costi. Il problema su cui riflettere attentamente, per la CISL di Pesaro, Urbino e Fano,  è esattamente l’incidenza dei costi e la sostenibilità di un progetto complesso che coinvolge diversi livelli istituzionali e che interessa un territorio che nel corso di tanti anni ha subito non pochi stravolgimenti ed evoluzioni demografiche. 
Prima di tutto, in tempi di forti riduzioni dei costi occorre comprendere bene chi dovrà farsi carico dei costi di progettazione e realizzazione, lo stato centrale o le istituzioni regionali e locali? Il rapporto costi benefici sosterrà l’eventuale approccio in positivo all’idea progettuale? Le condizioni di elevata antropizzazione dell’area, consentono ancora la convivenza di una strada ferrata in rapporto alle modificazioni apportate? Siamo convinti che questi interrogativi devono necessariamente essere affrontati preliminarmente ad ogni e qualsiasi confronto di merito progettuale se davvero si vuol passare dall’idea suggestiva all’impegno fattivo di rendere realtà un trasporto più eco compatibile per il territorio. 
Certamente, se questi interrogativi dovessero essere sciolti in positivo da un confronto serio, serrato e non episodico, è del tutto evidente che per la CISL è indubbiamente una scommessa da affrontare e perseguire con tenacia per il bene della popolazione e dell’economia del territorio che certamente ha sofferto non poco per la dismissione della tratta. La CISL valuterà con serietà e rigore ogni confronto concreto su questo tema, perché ogni nuova opportunità di sviluppo e rilancio del territorio è un dovere a cui una forza sociale come il Sindacato e la Cisl in particolare, non può sottrarsi.
Da CISL Fano

Da  http://www.viverefano.com/index.php?page=articolo&articolo_id=516739     del 30/1/2015

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Ferrovia Fano-Urbino, la Regione si impegni per la revoca della dismissione

Dalla Commissione speciale di studio della Ferrovia Fano-Urbino si alza una voce unanime che chiede la revoca della dismissione della tratta. L’appello si rivolge in particolare al Consiglio regionale delle Marche, che martedì dovrà votare la mozione presentata dai Verdi in cui si chiede alla Giunta regionale di impegnarsi attivamente con le Ferrovie dello Stato per revocare la dismissione della tratta. 
La Commissione si è riunita insieme ai rappresentanti dell’Associazione Ferrovie Valle Metauro e di Legambiente, ai tecnici che hanno realizzato, in questi anni, degli studi sulla tratta per valutare le opportunità del ripristino e ai progettisti del bici-treno da Canavaccio a Urbino.  'La discussione su cosa fare della tratta – hanno concordato il sindaco di Urbino Maurizio Gambini e l’ingegner Giovanni Carboni di Fvm – se ripristinare il treno o impegnarla per un altro utilizzo è prematura. Il primo obiettivo da raggiungere è la revoca della dismissione, per questo rivolgiamo un appello unanime alla Regione affinché approvi la mozione presentata dai Verdi'.   La tratta Fano-Urbino, che collegherebbe il traffico ferroviario dalla costa all’entroterra, è stata presentata da tutti come un’opportunità per il territorio, un volano per l’economia e il turismo e, allo stesso tempo, un servizio indispensabile per i cittadini locali e per gli studenti dell’Università degli Studi di Urbino, da anni in una situazione di isolamento. 'Non dimentichiamo – ha precisato la presidente della Commissione Laura Scalbi – che Urbino ha perso l’occasione di diventare Capitale Europea della Cultura 2019 anche perché non ha una ferrovia'. 

Un altro punto su cui si deve focalizzare l’attenzione è evitare la frammentazione della tratta e anche in questo senso la Regione ha un ruolo di primo piano, perché potrebbe spingere le Ferrovie dello Stato a passarle la titolarità oppure, in alternativa, acquisirla per intero.   'Non è vero – ha puntualizzato Gambini – che la questione non è politica, la politica c’entra eccome e ora deve stare unita, insieme ai Comuni del territorio coinvolto, per ottenere la revoca della dismissione. Chiediamo alla Regione di  assumersi la responsabilità di ascoltare le nostre istanze e di impegnarsi attivamente perché ci rappresenti come interlocutore nel dialogo con Roma. Una volta ottenuta la revoca possiamo ragionare su come utilizzare la ferrovia, facendo attenzione affinché i vari progetti non precludano la possibilità di riattivare il traffico ferroviario'.   La conclusione del sindaco: 'Non possiamo ragionare solo in termini di costi e ricavi, perché quanto realmente la ferrovia può restituire indietro al nostro territorio non è calcolato in modo preciso, basta pensare alle migliaia di abitanti che abbiamo perso da quando è stata dismessa. Lo Stato non può continuare a lasciare isolato il nostro territorio privandolo definitivamente di un’infrastruttura strategica per il nostro futuro'.  

Dal Comune di Urbino

Da   http://www.viverefano.com/index.php?page=articolo&articolo_id=517033  del 31/1/2015

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Storia – Una ricerca svela i retroscena del capoluogo di Provincia
“FERROVIA VALMETAURO: I PESARESI NON L’HANNO MAI VOLUTA”

di Michele Mazza

La Valle Metaurense, scelta fin dall'antica Roma per la costruzione della strada consolare Flaminia, non ha avuto lo sviluppo dei  collegamenti ferroviari che le avrebbe consentito un considerevole aumento della sua importanza per volontà ben chiare, desumibili dallalettura di alcuni documenti storici.  Non è un mistero l' attuale volontà del  sindaco di Pesaro ad impedire il ripristino della Ferrovia Fano-Urbino,  era Vicepresidente del Consiglio il pesarese Arnaldo Forlani quando sospeso il servizio viaggiatori nel 7, ma quello che forse tanti non sanno  e che la ferrovia Metaurense un tronco della ferrovia dal Tirreno all' Adriatico che non fu costruita per  una costante opposizione e un continuo  rallentamento del capoluogo pesarese tantoché il Sindaco di Fano Silvio Battistelli, primo eletto con libere elezioni del dopoguerra, auspicava in un momento di riordino amministrativo per le Regioni e le Provincie di ripensare all'idea della istituzione di quella realtà geografica, spirituale, dialettale, di temperamenti e d'interessi concomitanti che  è la Provincia Metaurense, costituita dal vecchio Ducato d'Urbino inglobante il già territorio libero  di Fano escludendo il territorio fogliense di Pesaro il quale si sarebbe dovuto unire per conformità di carattere con la Romagna costituendo Provincia romagnola di Pesaro/Rimini. Di seguito una breve sintesi. Quando nella seconda metà dell'ottocento la rivoluzione nel campo trasporti portata dall'avvento del treno impose la costruzione delle ferrovie, il Municipio di S. Sepolcro commissionava all'ing. Amedeo Peyron, nel 1852, di esplorare il territorio  da Arezzo a Fano per conoscere e giudicare se vi fosse praticabile una ferrovia. Gli studi dimostrarono che si sarebbero messi in comunicazione  immediata i due più grandi porti dell'Italia centrale, Livorno ed Acona percorrendo territori ragguardevolissimi per popolazioni, per prodotti agricoli ed industriali e per eccellente posizione. L'esecuzione del lavoro non avrebbe presentato serie difficoltà, ma invece ogni desiderata convenienza, economia e speranza di considerevole introito. "La ferrovia si diparte dalla stazione di Arezzo e fa capo a quella di Fano mediante uno sviluppo di 122,800 km di lunghezza, discostandosi 20 chilometri da quella di una linea retta checongiungesse le due città, si contano 6 fermate e 13 stazioni. Le città ed i paesi principali sono: Arezzo, Anghiari, Borgo S. Sepolcro, Borgo Pace, Mercatello, Sant'Angelo in Vado, Urbania, Fermignano, Urbino, Fossombrone e Fano.

La Deputazione Provinciale di Pesaro e Urbino il 20 marzo 1865 scrive al Potere Legislativo dello Stato " ... di prendere in considerazione il progetto, la cui realizzazione non compendia soltanto la somma di grandi speciali interessi per le popolazioni Metaurensi e Tiberine, ma armonizza ancora colle necessità di interesse generale, mentre la importanza strategica della progettata, ferrovia Metaurense la pone nella categoria di quelle che interessano altamente la sicurezza e la vita della Nazione."

Il seguito della vicenda lo racconta il sindaco di Fano Silvio Battistelli, che in un cenno divulgativo sulla Ferrovia Metaurense ( Tronco della ferrovia dal Tirreno all'Adriatico Livomo-Arezzo-Fano) espone le per  sue considerazioni esposte a Fermignano il 6 ottobre 1948 al convegno dei sindaci dei comuni interessati di Toscana, Umbria e Marche convocato d' urgenza per  "l' inopinata piega presa dall' atteggiamento della Camera di Commercio di Pesaro e Urbino" mentre lo Stato provvede alla ricostruzione della ferrovia Metaurense. Il Ministero dei Lavori Pubblici promette per la ferrovia Metaurense,  per l'esercizio del 1880, una voce del suo bilancio, ma a far ritardare il benestare è la Giunta Municipale di Pesaro che da incarico ad un suo membro di patrocinare, in seno al Consiglio Provinciale, un contributo anche per una ferrovia Fogliense  da Pesaro a Macerata Feltria.

L'approvazione tecnica definitiva della Metaurense da parte del Consiglio Superiore dei LL. PP. si ebbe nel gennaio del 1881, frattanto si costruiva la Ferrovia dell'Appennino Centrale (Fossato di Vico, Gubbio, Città di Castello, Borgo S. Sepolcro, Arezzo) corrispondente alle necessità della congiungente Fermignano/ Borgo S. Sepolcro / Arezzo. Più di vent' anni furono fatti perdere per difficoltà finanziarie e pratiche laboriose per la costruzione e l'esercizio della Metaurense prima di poter iniziare i lavori, fervidamente chiesti dagli uomini migliori di Urbino, di Fossombrone e di Fano. Il I maggio 1915 la Ferrovia Metaurense fu inaugurata e gestita da una Società Privata che come prevedevasi per le assurdità burocratiche di una gestione privata tra due linee statali (l'Adriatica e la Fabriano-Urbino) fu poi consegnata allo Stato. Poi sulla ferrovia Metaurense e su quella dell'Appennino Centrale, si abbatté la bufera della guerra, che distrusse gli elementi più funzionali al traffico, pur non riuscendo a distruggere gli elementi costruttivi di base. Le ricostruzioni nel dopoguerra iniziarono e i tecnici competenti e responsabili statali preparano così la linea organica Fano/Ferrnignano/Arezzo di alto rendimento commerciale, economico, agricolo, culturale, turistico, d'interesse locale e nazionale. Senonché, a disturbare la realizzazione del programma ferroviario intervenne la Camera di Commercio della Provincia di Pesaro e Urbino che ritirò fuori la faccenda della Fogliense, ritenuta già in passato un'idea locale non rispondente a convenienza né provinciale né nazionale di fronte alla Metaurense.

Nella risoluzione conclusiva del convegno udita la relazione del sindaco di Fano i sindaci dei Comuni di Fano, Montefelcino, Montemaggiore, Fossombrone, Sassoferrato, S. Giustino, Saltara, S. Angelo in Vado, Fermignano, S. Giorgio di Pesaro, Piobbico, Urbania, Mercatello, Arezzo, Borgo Pace, Piagge, Isola del Piano, Serrungarina, Sansepolcro, Peglio, Subbiano, Urbino, Cartoceto, Citerna, Montecalvo in Foglia, Umbertide, Apecchio, Mombaroccio, Caprese Michelangelo, Macerata Feltria, Acqualagna, Pergola, Montecopiolo, Saludecio, Mondaino, Città di Castello, Sestino, Cantiano, Anghiari, Monterchi, Carpegna, Pieve di S. Stefano, Orciano, S. Costanzo, Mondavio, Barchi e S. Ippolito dopo ampia discussione ad unanimità: «Deplorano: l' atteggiamento assunto dalla Camera Industria e di Commercio di Pesaro, la quale, propugnando la costruzione di una nuova ferrovia Pesaro /Schieti/ S.Sepolcro/ Arezzo ha dimostrato di voler patrocinare soltanto gli interessi di una modestissima parte della Provincia, trascurando gli antichi desideri reiteratamente espressi dalle numerose popolazioni della Valle dei Metauro». Nel convegno di Fermignano emerse anche il vecchio dubbio che nel capoluogo della Provincia di Pesaro e Urbino, dove si trovano altri centri che, per importanza storica, demografica, culturale, economica e di nobili tradizioni patriottiche non si sentono ad esso inferiori, ci siano diritti accentratori piuttosto che doveri di equità distributiva, decentratrice, oltreché di rispetto e di collaborazione di fronte ai nascenti diritti dalle necessità reali, dalle aspirazioni legittime, dal lavoro e dalle nobili pratiche iniziative altrui.

Da: Il Giornale del Metauro n. 126 del febbraio 2015

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Il corsivo corrosivo

Silvano Stella

FURTI: GLI ARSENIO LUPIN DI SAN LAZZARO – HOLLYWOOD E LA FERROVIA METAURENSE ABBANDONATA

Tempo di ladri. Ovunque e dovunque. Naturalmente anche a Fano. Soprattutto nei quartieri periferici. In particolare nel popoloso San Lazzaro. Che un tempo ormai lontano chiamavano Hollywood. S'intende, in senso coloristico, ironico e beffardo. Perché, secondo taluni, era tutto l'opposto del celebre distretto californiano di Los Angeles e, secondo altri, era abitato da un’alta percentuale di belle ragazze da fare invidia a Hollywood. Ebbene: a Roma c'era l' Hollywood sul Tevere e a Fano c 'era l'Hollywood sul Metauro. Al dunque, dopo le divagazioni. Nelle abitazioni di San Lazzaro Hollywood in questi ultimi tempi si sono verificati decine e decine di furti. Un'abitazione è stata "visitata" più volte nel corso della stessa settimana. Non sono stati risparmiati neppure un condominio che, guarda caso, si chiama Hollywood e, ironia della sorte, un bar che si chiama Metauro (Nulla a che fare, precisiamo, con la nostra testata). La gente è stanca. Non ne può più. Protesta. Chiede giustamente maggiori controlli da parte della polizia. Che, dal canto suo, al di là dei risultati, non  sta proprio con le mani in mano. A quanto pare, i novelli Arsenio Lupin (si fa per dire) agiscono per conto proprio e non per i bisognosi. Come, per il vero, faceva il personaggio di fantasia letteraria creato più d'un secolo fa dallo scrittore francese Maurice Leblanc. Ma i tempi sono profondamente mutati: ognuno pensa a se stesso. E poiché gli stessi Arsenio Lupin nostrani conoscono perfettamente la zona, sanno come e dove dileguarsi nel cuore della notte.

Si vocifera che questi Arsenio Lupin, molto poco gentiluomini, utilizzino la linea ferrata della vecchia Metaurense, dismessa nel lontano 1987. Profondamente buia, sterpaglie e rovi altissimi, selvaggia, aspra, abbastanza lontana dalle abitazioni, sarebbe il luogo ideale per nascondersi e fuggire con il bottino. Così la ferrovia Metaurense, nel suo deprecabile stato di totale abbandono, sarebbe l'involontaria complice dei furti che avvengono nelle abitazioni di San Lazzaro - Hollywood. Naturalmente è una provocazione. Eppure, se la linea ferroviaria fosse funzionante, se i binari fossero tenuti come si deve, se l'habitat selvaggio fosse ripulito, probabilmente i ladri di San Lazzaro - Hollywood, come si presume, non la utilizzerebbero. E allora, visto che da anni si batte ripetutamente lo stesso tasto (recentemente anche i Verdi l'hanno rumorosamente battuto nel Consiglio Regionale), perché si continua a tenere nel cassetto il progetto del suo invocato ripristino? Non è giunta l'ora di dire basta alle parole al vento?

Da: Il Giornale del Metauro n. 126 del febbraio 2015

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LE SCHEGGE DI ASDRUBALE

di Gabriele Baldelli

Finalmente un partito si è schierato apertamente dalla parte di coloro che ritengono che sia cosa buona e giusta la riattivazione della Ferrovia Fano-Urbino. Chapeau ai verdi delle Marche, se ci fosse anche la manina di Sgarbi doppio chapeau.

Da: Il Giornale del Metauro n. 126 del febbraio 2015

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Fano-Urbino, dal Pd una contro-mozione

LA TRATTA Fano-Urbino: la mozione sulla tratta ferroviaria torna in consiglio regionale ma la sua approvazione, nella forma attuale, non è scontata. Tra gli scettici il consigliere Mirco Ricci che proporrà un nuovo documento. La mozione, presentata dal consigliere dei Verdi Adriano Cardogna, doveva essere votata la scorsa settimana ma, causa malattia del primo firmatario del documento, il consiglio ha deciso di posticipare ad oggi. La mozione vuole impegnare la giunta a richiedere la revoca del decreto di dismissione della tratta e il trasferimento gratuito della titolarità della tratta dalle Ferrovie dello Stato alla Regione una procedura che, secondo i consigliere Cardogna, consentirebbe di porre le basi per promuovere un concreto progetto di finanza tra pubblico e privato per riattivare la ferrovia.

CONSIGLIO REGIONALE

Firmatari della mozione anche Giancarlo D'Anna, del gruppo misto, il presidente del consiglio delle Marche Vittoriano Solazzi e Massimo Binci, di Sinistra Ecologia e Libertà. Se verrà approvato il documento verrà inviato al presidente del Consiglio dei Ministri, alla società Ferrovie dello Stato, alla Rete ferroviaria italiana e alla Fondazione ferrovie dello Stato. Non tutti concordano però con l'attuale struttura della mozione. Il consigliere Mirco Ricci (Pd)infatti, oggi proporrà una 'contro mozione': "E' un documento che ricalca sostanzialmente quello presentato dai Verdi, ma che mette sullo sfondo l'ipotesi, irreale, di rivedere un treno su quella tratta. Nella mia mozione si punta di più su altri progetti come quello della pista ciclabile a valle e del bici treno a monte. La provincia a suo tempo aveva già richiesto il comodato d'uso gratuito, concesso dalle Ferrovie dello Stato. La Regione lo farà nuovamente ma il comodato d'uso non ti permette di fare interventi strutturali. Ora Ferrovie dello Stato non regalerà mai quella tratta e quindi io non dirò mai ai cittadini delle Marche che potranno rivedere un treno sulla linea ferroviaria". Gianluca Carrabs solleva poi un'ulteriore questione: "Il problema non deve riguardare solo i comuni, ma la Regione ed ora anche Ferrovie dello Stato che non si è mai posta il problema di finanziare il servizio sostitutivo su gomma postumo alla revoca della concessione a rete ferroviaria italiana, essendone obbligata dal decreto di dismissione".

Andrea Perini

Da: Il Messaggero del 3/2/2014

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IL CASO DOPO IL RINVIO DEL CONSIGLIO REGIONALE DI IERI    Ferrovia Fano-Urbino: mozione del Pd                        
I Verdi: «Allora non volete il treno»

SCATTA il rinvio bis sulla mozione per il ripristino della ferrovia Fano-Urbino. Il 27 gennaio scorso era stata l’assenza per malattia del consigliere dei Verdi Adriano Cardogna (primo firmatario) a determinare lo slittamento. Ieri invece, tra banchi vuoti per motivi di salute (il presidente Vittoriano Solazzi e Rosalba Ortenzi) o per impegni istituzionali (il vicepresidente Giacomo Bugaro, tra i grandi elettori a Roma) la seduta è saltata ed è stata riaggiornata al 10 febbraio. SE QUESTA è la situazione, se è vero che il testo per la revoca della dismissione della tratta ufficialmente non ha fatto un passo avanti, è altrettanto vero che il tema nel frattempo ha proliferato. SOPRATTUTTO perché proprio nella serata di lunedì ha fatto ufficiosamente la sua comparsa una mozione diversa, a prima firma di Mirco Ricci, capogruppo Pd in Regione. Dove è identica – come afferma lo stesso consigliere – l’intenzione di «mantenere pubblica la sede delle rotaie» per evitare lo spezzatino della vendita all’asta. Dove si può trattare su come questo vada realizzato («non so se sia possibile che la Regione ne diventi proprietaria in maniera gratuita o se debba pagare alle Ferrovie dello Stato anche solo una cifra simbolica»). MA DOVE c’è totale discrepanza sul fine di questa operazione: «Ci sono circa 47 intersezioni con vie stradali importanti, il binario è da rifare e lo sviluppo urbanistico complica le cose. Ritengo – spiega Ricci – che l’idea di riportare il treno non sia realistica. Penso invece che si possa parlare di una soluzione intermediale». Quella che contempla la pista ciclabie il binario percorso da un bici-treno. Per fare ciò – prosegue il consigliere – ossia per arrivare all’“intermediale”, serve una strada intermedia: «Credo che sia possibile arrivare ad una risoluzione unitaria tra le due mozioni».

LA RISPOSTA anticipata arriva da Gianluca Carrabs presidente onorario dei Verdi: «Ci sono due ipotesi – dice –. E’ nostra convinzione che sulla fattibilità tecnica non ci siano dubbi. Dobbiamo partire da qui. Tra l’altro è emersa una novità a convalidare la nostra posizione e la necessità di discutere della fattibilità economica. Dopo la dismissione, Ferrovie dello Stato avrebbe dovuto pagare un contributo per incrementare il trasporto su gomma. Nessun versamento però è stato effettuato. Ciò significa che la Regione può vantare un credito e questo potrebbe favorire la cessione della tratta a titolo gratuito». SULLA possibilità di un “compromesso” tra le due mozioni la porta non è chiusa, ma a condizioni ben precise: «Il nostro obiettivo è riportare il treno. La ciclabile o altre soluzioni sono solo l’extrema ratio una volta che venisse dimostrata l’impossibilità a procedere. Per noi la questione è dirimente: chi non vuole il treno a prescindere, non vuole la nostra alleanza politica. I Verdi hanno sempre preferito la rotaia al trasporto su gomma. Questo il nostro progetto, chi lo condivide avrà il nostro appoggio».

Emanuele Maffei

Da: Il Resto del Carlino del 4/2/2015

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Curiosa protesta contro il carro di Furlani       La ferrovia Valmetauro trascurata al Carnevale

Fano -  Tra le proteste curiose quella di non essere presi in considerazione dal Carnervale. L'associazione Ferrovia Valle del Metauro rileva che il carro di Carnevale "Le battaglie del Metauro" di Paolo Furlani ha tralasciato il tema della ferrovia metaurense, che poteva associarsi ai luoghi che furono teatro della vittoria dei consoli romani contro i cartaginesi. Il carro, sul quale fa bella mostra un condottiero con le sembianze del sindaco Seri, elenca diverse questioni critiche, come porto, ospedale, caserma, Marotta unita, scogliere. "Ci pare molto curioso - affermano i rappresentanti di Fvm - che un carro allegorico rappresentante un combattimento che ha cambiato il corso della storia, non ne ha fatto menzione. Fra le tante la ferrovia era sicuramente quella che si riferiva meglio al tema e avrebbe coinvolto il territorio con il sindaco di Fano alla testa dei tanti comuni della Vallata". L'importanza dell'intero territorio di Fano e del suo entroterra non può infatti prescindere dalle sue infrastrutture, prima la consolare Flaminia, utilizzata dai viaggiatori a piedi e a cavallo da e per Roma, e poi la ferrovia Metaurense. "Si parla tanto di turismo e i treni sono il principale vettore di trasporto di massa - incalzano i rappresentanti dell'associazione che promuove il ripristino - le ferrovia locali stanno diventando esse stesse attrattiva".

Da: Corriere Adriatico del 5/2/2015

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Ferrovia voto decisivo, una lettera dei cittadini da inviare ai consiglieri regionali

attualità / provincia / regione

di Alessandro Marconi - 08 febbraio 2015

FANO – Martedì 10 febbraio importante votazione in Consiglio regionale della mozione presentata dai Verdi per revocare il decreto di dismissione della tratta ferroviara Fano-Urbino. L’Associazione FVM ha dato vita ad una iniziativa in cui chiede a tutti coloro che credono nel ripristino della tratta ferroviaria di inviare via posta elettronica una lettera a tutti i consiglieri regionali marchigiani per chiedere loro di votare a favore della mozione. Qui sotto il testo integrale della lettera e l’elenco degli indirizzi e-mail a cui inviare il messsaggio.

Gentilissimo Consigliere,

ci rivolgiamo a Lei in occasione della discussione in aula della mozione sulla revoca del decreto di dismissione ed in ultima istanza sulla riapertura della Ferrovia Fano Urbino, presentata dai Verdi nella persona di Adriano Cardogna come primo firmatario e sottoscritta da altri in particolar modo dal Presidente del Consiglio Regionale Solazzi.

http://www.consiglio.marche.gov.it/banche_dati_e_documentazione/atti_di_indirizzo_e_controllo/mozioni/pdf/moz760_9.pdf

Come avrà potuto notare dalla stampa locale di questi giorni, vi sono due posizioni contrapposte: una che, secondo il più recente e politicamente corretto sentimento popolare verso le opere infrastrutturali, privilegia la ristrutturazione, ammodernamento e ripristino della linea con fini turistici e di trasporto; l’altra, in definitiva a favore del trasporto su gomma, che vorrebbe invece cancellare definitivamente la ferrovia dividendola in due, la Fano-Fossombrone trasformata in pista ciclabile in grado di accogliere altri sottoservizi (banda larga, gas, un nuovo acquedotto) e la Fermignano-Urbino trasformata in servizio (ludico) di bici-treno. 

Giova ricordare che il sedime è integro, le opere d’arte in ottimo stato, le stazioni centrali nei paesi serviti e la popolazione numerosa (bacino superiore alle 120000 unità, Pesaro esclusa). Non si ipotizza quindi il recupero di qualcosa di distrutto e difficilmente ricostruibile, ma di una linea i cui lavori di rinnovo sono molto simili a quelli di una manutenzione pesante su una linea in esercizio. Degno della massima considerazione assume il recentissimo accordo tra il Ministero dell’Economia e la Banca Europea per gli Investimenti avente come oggetto uno stanziamento di 950Mil per l’am- modernamento delle reti ferroviarie regionali o complementari.
A tale fonte si può ricorrere anche per la ferrovia Metaurense in caso dell’auspicata recessione dalla dismissione.
La popolazione dell’Alto Metauro si è sensibilizzata a favore del ripristino tout court della ferrovia al fine di interrompere l’ormai insostenibile isolamento di Urbino e della valle. Non si dimentichi che uno dei fattori che ha causato la eliminazione di Urbino quale capitale europea della Cultura 2019 è stata proprio la mancanza di un collegamento ferroviario stabile con il sistema nazionale di trasporto su rotaia (Matera, che ha vinto, lo ha con Bari).
Bisogna anche tenere in considerazione che abbiamo in corso di esecuzione un progetto aggiornato di ripristino (a nostra cura tramite una società di ingegneria ferroviaria di primaria importanza), con conseguente utilizzo del tracciato esistente, a difesa e preservazione dell’ambiente vallivo. La cosa risulta molto interessante visto che fino ad ora, a parte lo studio economico della SVIM, nessuno studio infrastrutturale ha analizzato il tema chiave delle condizioni tecniche della linea e quindi ogni decisione presa fino ad ora è stata attuata al buio e spesso sulla base di dati fantasiosi suggeriti oralmente da chi è sfavorevole al ripristino.
Stride con il buon senso la volontà di distruggere una infrastruttura ferroviaria a favore di una ben più banale pista ciclabile o peggio pensare di servire Urbino nel periodo estivo con un carrello a pedali degno dei cartoni animati; il tutto nel quadro di una pressoché impossibile futura realizzazione di un collegamento tipo metro tranvia di superficie, perpetuando l’isolamento del Montefeltro.
Siamo certi che Lei in qualità di Amministratore della cosa pubblica è conscio delle difficoltà e degli enormi costi cui andrebbero incontro le generazioni future se necessiteranno della costruzione di una nuova linea in diversa sede e si troverà con noi d’accordo su tali motivazioni, votando a favore della mozione in oggetto.
In tal modo non si distruggerà ciò che abbiamo e che non potrebbe mai più essere riproposto con gli intenti originari di collegamento dai tempi dell’Unità d’Italia se non a costi esorbitanti e con impatto inaccettabile sul territorio.

Da: Il Giornale del Metauro n. 126 del febbraio 2015

http://www.ilmetauro.it/citta/provincia/ferrovia-voto-decisivo-una-lettera-dei-cittadini-da-inviare-ai-consiglieri-regionali.html

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Mozione sul ripristino Fano-Urbino         Oggi si gioca l’equilibrio Verdi-Pd
In mattinata il voto in consiglio regionale dopo due rinvii

OGGI si dovrebbe votare in consiglio regionale la mozione presentata dai Verdi per il ripristino della ferrovia. Il condizionale è d’obbligo perché, benché per cause di forza maggiore, siamo già a due rinvii. Altro punto di domanda riguarda contro-mozione del Pd, finora renitente a riportare il treno sulla Fano-Urbino, che non è stata presentata. Il testo però potrebbe entrare in Consiglio come ordine del giorno dopo la Conferenza dei capigruppo. Intanto a meno di 24 ore dal tanto atteso momento, Gianluca Carrabs, presidente onorario dei Verdi, mette altra carne sul fuoco sulla fattibilità economica dell’intervento: «Alla luce dell’intesa tra il Ministero dell’Economia e la Banca Europea per gli Investimenti – dice – l’approvazione della mozione dei Verdi diventa ancora più strategica in quanto all’interno di questo strumento amministrativo possono essere reperite le risorse per riattivare la tratta». E precisa: «L’intesa, firmata a fine gennaio, prevede un finanziamento di 950 milioni di euro destinati al sostegno di interventi di ammodernamento della rete convenzionale italiana, categoria nella quale rientra la quasi totalità delle linee regionali o complementari/secondarie italiane. Lo stanziamento appare consistente ed il coordinamento delle risorse avverrà tra il Ministero del Tesoro e RFI. Trattandosi di linee regionali, gli enti locali assumono una grande importanza. Così configurato lo stanziamento rappresenta un’opportunità per la Regione Marche e un grande punto di forza del ripristino ferroviario».

UNA SITUAZIONE che, secondo Carrabs, porta acqua al mulino dei sostenitori del treno: «Ora chi è contrario al ripristino motivandolo attraverso la mancanza di disponibilità economiche deve ricredersi e lavorare insieme a noi per creare una finanza di progetto pubblico-privata che sia in grado di intercettare queste risorse. Inoltre ad avvalorare la tesi dei Verdi vi è anche il trasferimento a titolo gratuito da parte delle Ferrovie dello Stato alla provincia di Pesaro e Urbino della tratta ferroviaria Canavaccio-Urbino. Vi sono – conclude – tutte le condizioni per puntare concretamente alla riapertura della ferrovia: non solo come mero strumento di trasporto alternativo, ma anche e soprattutto come veicolo di attrazione turistica; proprio ieri ho parlato col presidente di Slow Food Italia, Gaetano Pascale, sull’opportunità di costruire un treno del gusto ricevendo la sua disponibilità. Il treno Fano-Urbino potrebbe rientrare all’interno di questa grande sperimentazione». UN ALTRO soggetto che sposa la stessa causa è l’Organizzazione Sindacati Autonomi e di Base, per il tramite del suo segretario regionale, Fabio Riberti, che ha licenziato un memorandum a tutti i consiglieri regionali: «La discussione in aula della mozione presentata dai Verdi nella persona di Adriano Cardogna come primo firmatario e sottoscritta da altri, in particolar modo dal presidente del Consiglio regionale, riteniamo sia il momento politicamente più significativo nel quale un consigliere possa esprimere la propria condivisione al progetto di tutela di questa linea Ferroviaria». Nel ripetere la novità dell’accordo fra Ministero e Banca Europea, Riberti non manca di ribadire ancora l’opportunità del ripristino: «Non si ipotizza – scrive – il recupero di qualcosa di distrutto e difficilmente ricostruibile, ma di una linea i cui lavori di rinnovo sono molto simili a quelli di una manutenzione pesante su una linea in esercizio». «Stride peraltro con il buon senso la volontà di smantellare una infrastruttura ferroviaria a favore di una pista ciclabile o peggio pensare di servire Urbino nel periodo estivo con un “carrello a pedali”» riprende il segretario Or.S.A. Che conclude: «A nome dei ferrovieri marchigiani le chiediamo pertanto di impedire, con il suo voto, la definitiva cancellazione di un pezzo di storia di questa regione e di una opportunità di lavoro per le future generazioni quale rappresenta appunto la linea Ferroviaria Fano Urbino». Emanuele Maffei

Da: Il Resto del Carlino del 10/2/2015

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Approvata la mozione.  
Soddisfatti ferrovieri, associazioni e politici Fano-Urbino, dal consiglio regionale l’ok alla revoca delle dismissioni

LUCA SENESI.  

Fano. Sì al ripristino della linea ferroviaria Fano-Urbino. Ieri mattina il consiglio regionale ha approvato, con 20 voti favorevoli e 7 contrari, la mozione con cui impegna la Regione stessa a chiedere alle Ferrovie la revoca del decreto di dismissione della linea Fano-Urbino e proporre il trasferimento gratuito della titolarità della tratta dalle Ferrovie alla Regione Marche. La soddisfazione è tangibile da più parti. Anzitutto tra i promotori della mozione stessa come il primo firmatario Adriano Cardogna, il presidente del consiglio regionale Vittoriano Solazzi o il consigliere D'Anna. Costui in particolare sostiene che "Si tratta di un passo molto importante che premia l'impegno e il lavoro dell'associazione Ferrovia Valle Metauro che in questi anni ha tenuto sempre vivo il tema del ripristino della Ferrovia Fano-Urbino. Un risultato che motiva ancora di più la battaglia per la vera riapertura di questa importante infrastruttura: tutto questo a maggior ragione oggigiorno che c'è una maggiore sensibilità ecologica che vede nel trasporto pubblico un elemento indispensabile non solo come servizio sociale ma anche come elemento di contrasto all' inquinamento, e non solo delle polveri sottili. Ora si tratta di valutare tutte le possibili opzioni per il vero e proprio ripristino della struttura attraverso lo Stato Nazionale e la Comunità Europea". Soddisfazione espressa anche dal consigliere di Fratelli d'Italia Roberto Zaffini. "La richiesta di revoca della dismissione è un premio al lavoro e alla passione di tanti ma il merito è soprattutto dell'associazione Ferrovie Val Metauro che si è prodigata in questi anni in maniera professionale ed ha fatto da stimolo a noi consiglieri regionali". Grande soddisfazione al di fuori dei rappresentanti del consiglio è stata espressa ovviamente dall'Associazione Ferrovia Valle Metauro "Desidero ringraziare i proponenti e tutti i Consiglieri che hanno votato l'approvazione della mozione - afferma il presidente Carlo Bellagamba - Questo positivo provvedimento è sicuramente base fondante per il progresso ed un futuro migliore a favore dei nostri concittadini del territorio metaurense, montefeltresco e di tutta la Regione marchigiana".

Da: Corriere Adriatico del 11/2/2015

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Pd in minoranza, passa il rilancio del treno Il consiglio regionale approva la mozione per chiedere la revoca della dismissione

di EMANUELE MAFFEI ALLA FINE l’ha spuntata il treno, sui pedali. Almeno per questa prima fase. Ieri è passata la mozione per il ripristino della ferrovia presentata dai Verdi in Consiglio regionale: 20 i favorevoli (un voto trasversale che va da Forza Italia a Sel, a Rifondazione); 7 i contrari (6 Pd e un consigliere Udc). «Questa – gusta il successo Gianluca Carrabs, presidente onorario dei Verdi – è una grande soddisfazione. Sono emozionato, non c’era nulla di scontato». Gongolano i Verdi e gongola anche chi, sull’impostazione data dall’associazione Ferrovia Valle delMetauro, ha tirato diritto. «Desidero ringraziare i proponenti e tutti i consiglieri che hanno votato l’approvazione della mozione a favore della Fano-Urbino – esulta il presidente Carlo Bellagamba –. Questo positivo provvedimento è sicuramente base fondante per il progresso ed un futuro migliore a favore dei nostri concittadini del territorio metaurense, montefeltresco e di tutta la regione marchigiana». «LA MOZIONE – il commento e la precisazione di Cardogna, primo firmatario – ha l’obiettivo di attivare tutte le procedure necessarie a chiedere alle Ferrovie dello Stato la revoca del decreto di dismissione della tratta. Inoltre nella stessa abbiamo proposto il trasferimento gratuito della titolarità della tratta, dalle Ferrovie dello Stato alla Regione Marche». «Ha vinto – gli fa di nuovo eco Carrabs che sui social ringrazia la Commissione urbinate composta ad hoc – chi come i Verdi ci ha creduto fin dal primo momento, anche in solitudine. Hanno perso tutti coloro che tentavano di convincerci che era impossibile. Adesso invieremo la mozione al Presidente del Consiglio deiMinistri, alla Società Ferrovie dello Stato, alla Rete Ferroviaria Italiana e alla Fondazione Ferrovie dello Stato perché crediamo che questa sia una battaglia strategica per favorire sia il riequilibrio territoriale tra costa ed entroterra, sia una mobilità alternativa ed ecologica». TUTTO è giubilo, anche dalle parti di Forza Italia, dove si parla di risultato storico: «Vince il territorio e viene messo in minoranza Matteo Ricci con la sua idea di pista ciclabile – spiega Elisabetta Foschi, tra i primi firmatari della mozione con Solazzi, Binci, Bucciarelli e D’Anna –. Si tratta di un risultato importantissimo ottenuto grazie al lavoro del comitato FVM e all’amministrazione di Urbino guidata da Gambini, che ha fortemente voluto non arrendersi e non perdere... il treno». «SI TRATTA di un passo molto importante – riafferma il consigliere D’Anna – che premia l’impegno e il lavoro dell’associazione FVM che in questi anni ha tenuto sempre vivo il tema». Roberto Zaffini (Fratelli d’Italia) commenta: «La richiesta di revoca della dismissione è un premio al lavoro e alla passione di tanti ma il merito è soprattutto dell’associazione FVM. Ora si riapre una speranza concreta, e per cominciare già da domani presenterò insieme a D’Anna un’altra mozione che prevede la modifica del “Piano Infrastrutture Trasporto e Logistica” della Regione Marche». Infine è Fabio Riberti, segretario regionale dell’Organizzazione sindacati autonomi e di base, ad intervenire: «Di questo importantissimo atto, che abbiamo sostenuto con forza, vogliamo ringraziare i 20 consiglieri regionali per la sensibilità e la lungimiranza».

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Foschi: «Il Pd ci lascia in bici»

IERI Elisabetta Foschi non ha risparmiato bordate al Pd. Dopo la contrarietà al ripristino della ferrovia espressa dal gruppo guidato da Mirco Ricci, è tornata sul rapporto entroterra-costa e sulle colpe attribuite al centrosinistra. Lo ha fatto cavalcando la polemica con l’assessore di Pesaro, Vimini: «Se ci deve essere sinergia, come si è detto, beh anche in queste cose la si può trovare. Chi cerca collaborazione (Pd), intanto però ci vuol lasciare in bicicletta. La verità, ancora una volta, è che del territorio si prende quel che fa comodo, il resto...».

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LO SCONTRO COSTA CONTRO ENTROTERRA

Favorevoli e contrari: la lista pubblicata nei social network LETTURE politiche a parte, l’interpretazione che viene data al voto di ieri sulla “mozione ferrovia” ha acquisito una forte valenza territoriale. In questa parte della provincia e della regione si ragiona così: chi ha votato a favore della mozione difende l’entroterra e il suo sviluppo, chi ha votato contro meno (o per niente). Piaccia o no, giusto o sbagliato che sia, la reazione è questa. Ecco perché sui social comincia a comparire da subito la lista dei nomi dei consiglieri, dei loro gruppi di appartenenza e di come si sono espressi. Sotto i commenti fioccano. Tra i favorevoli leggiamo: Brini (Forza Italia), Binci (Sel), Bucciarelli (Rifondazione Comunista), Bugaro (Forza Italia), Camela (Udc), Cardogna (Verdi), Carloni (Nuovo Centrodestra), Ciriaci (Forza Italia), D’Anna (Gruppo Misto), Eusebi (Marche 2020), Foschi (Forza Italia), Latini (Gruppo Api), Marangoni (Forza Italia), Marinelli (Per le Marche), Natali (Fratelli d’Italia), Romagnoli (Fratelli d’Italia), Solazzi (Marche 2020), Trenta (Forza Italia), Zaffini (Fratelli d’Italia), Zinni (Fratelli d’Italia). Mentre a nutrire la schiera dei contrari compaiono invece: Badiali (Pd), Canzian (Pd), Giannini (Pd), Marconi (Udc), Ortenzi (Pd), Perazzoli (Pd), Ricci (Pd). Zero gli astenuti.

Da: Il Resto del Carlino del 11/2/2015

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Mozione sulla Ferrovia in consiglio: chi ha votato a favore e chi contro

ANCONA – “Storico risultato oggi in Regione – così commenta il consigliere regionale Elisabetta Foschi - Passa a maggioranza una mozione contro la dismissione della tratta ferroviaria Fano e Urbino e favorevole pertanto al ripristino del treno. Una mozione sottoscritta oltre che da me anche da Cardogna (primo firmatario ), Solazzi, Binci, Bucciarelli, D’Anna. Con venti voti a favore e sette contro, vince il territorio e viene messo in minoranza Matteo Ricci e la sua idea di pista ciclabile. Hanno votato a favore della ferrovia tutto il centrodestra da Forza Italia a Fratelli d’Italia, il gruppo misto, Marche 2020, Sel rifondazione e verdi. Contro il PD su indicazione del suo capogruppo Mirco Ricci.
Si tratta di un risultato importantissimo. Ora la Giunta Regionale dovrà attivarsi da subito per attivare le procedure necessarie alla revoca del d.n.430 del 15/12/2014, per chiedere alle Ferrovie dello Stato il trasferimento a titolo gratuito della tratta ferroviaria Fano- Urbino alla Regione Marche e infine per perseguire in tutte le sedi opportune ogni possibile azione per il ripristino e la riattivazione della tratta ferroviaria Fano- Urbino.
Un risultato importante – conclude la Foschi – ottenuto grazie al lavoro svolto dal comitato ferrovia valmetauro e all’amministrazione comunale di Urbino guidata da Maurizio Gambini che ha fortemente voluto non arrendersi e non perdere…il treno”.

Da: Il Giornale del Metauro del 10/2/2015

http://www.ilmetauro.it/citta/regione/mozione-sulla-ferrovia-in-consiglio-chi-ha-votato-a-favore-e-chi-contro.html

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Ferrovia Fano-Urbino: sì del Consiglio alla proposta dei Verdi. “Progetto entro un anno”

di Lucia Gabani   

URBINO – Hanno vinto i Verdi e la ferrovia Fano-Urbino non è ancora morta. Questa mattina il Consiglio regionale ha approvato con 20 voti a favore e sette contrari la proposta di revoca del decreto di dismissione della tratta. Non solo, l’approvazione impegna la Regione a chiedere alle Ferrovie dello Stato il trasferimento a titolo gratuito il tratto ferroviario alla Regione stessa. I Verdi contano di ottenere i fondi europei destinati al miglioramento delle ferrovie. Dopo il successo di oggi, infatti, il prossimo obiettivo è quello di poter discutere su un progetto concreto entro un anno. La proposta ha diviso la maggioranza. Infatti sei dei voti contrari erano quelli di consiglieri del Partito democratico. Il sostegno per l’approvazione è arrivato quindi dalla minoranza di centrodestra. “Era l’ultima mozione da votare – è il commento di Mirco Ricci (Pd) – se ne sono approfittati perché già molti consiglieri erano usciti dall’aula. Ma tra due mesi la giunta cambierà, e non dovrà per forza considerare il voto di oggi”. “Abbiamo solo un consigliere in Regione, Adriano Cardogna, che è riuscito ad ottenere 20 voti favorevoli e sette contrari per l’approvazione della nostra proposta di ripristino della ferrovia”, esulta così Gianluca Carrabs dei Verdi della Regione Marche. Sostenitori di sinistra e di destra “per immaginare uno sviluppo diverso che colleghi Fano e Urbino” ha aggiunto.

Missione turismo Il progetto dei Verdi è quello di ricostruire un treno che percorra lo stesso tragitto del vecchio, eventuali cambiamenti saranno valutati al fine di valorizzare il paesaggio del Montefeltro. “Viaggiare verso Urbino sarà un piacere per la vista e per il gusto – ha spiegato Carrabs – abbiamo già parlato con Slow Food e hanno valutato con interesse il nostro progetto: vorremmo che ci fossero delle tappe durante le quali il treno si fermerà e permetterà ai visitatori di conoscere la cucina e le specialità dell’urbinate”. La ferrovia era stata dismessa con un decreto ministeriale nel 2012, il voto di oggi rappresenta il desiderio del Consiglio Regionale di riattivare, in qualche modo, i 50 chilometri dismessi. Un eventuale ripristino del servizio penalizzerebbe le società di trasporti su gomma: il monopolio di Adriabus. Ma i Verdi stanno preparando “un progetto per coordinare dei trasporti pubblici a livello regionale che coinvolga anche la società di trasporti pesarese”.

Da: Il Ducato del 10/2/2015

http://ifg.uniurb.it/2015/02/10/ducato-online/ferrovia-fano-urbino-si-del-consiglio-alla-proposta-dei-verdi-progetto-entro-un-anno/65223/

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FERROVIA, I CINQUE STELLE: «ATTENTI AI FINANZIAMENTI»

URBINO.  Soddisfatti per l'approvazione della mozione ma attenzione, «gli strumenti di finanza di progetto per la riattivazione della tratta vanno evitati». Il Movimento 5 Stelle di Urbino attraverso il proprio candidato alle Regionali di maggio, Piergiorgio Fabbri, plaudono la scelta del Consiglio regionale che martedì ha approvato (20 i favorevoli, 7 i contrari) la mozione, presentata da Adriano Cardogna consigliere dei Verdi, sulla Fano - Urbino, con cui si impegna la giunta regionale a richiedere la cancellazione dell'atto di dismissione della tratta. «Per una volta la politica regionale, sperando che non sia solo una mossa pre-elettorale - puntualizza il candidato regionale Cinque stelle di Urbino, Fabbri - ha avuto la forza di accogliere una precisa richiesta proveniente da un territorio troppo spesso penalizzato da scelte che hanno privilegiato, in nome di disdicevoli logiche elettorali, lo sviluppo delle località costiere». Il Movimento, attraverso una nota, sottolinea che il «pieno merito va dato all'associazione Ferrovie valle del Metauro, che da oltre 15 anni svolge un'azione, paziente e capillare, di informazione e formazione sul territorio. Noi del Movimento 5 stelle di Urbino, da subito, abbiamo raccolto con interesse e convinzione questa battaglia. L'esperienza, la conoscenza e la competenza maturate dai gruppi nati a sostegno della ferrovia devono essere un patrimonio prezioso per tutte quelle forze politiche». Dai pentastellati arriva anche l’auspicio «che questo primo passo importante verso il ripristino della Fano - Urbino non venga strumentalizzato. L'invito, rivolto a noi stessi per primi e a tutti i cittadini, è di non abbassare la guardia perché sono sempre in agguato storture che possono mettere in pericolo la realizzazione dell'interesse comune. Ad esempio, il ricorso agli strumenti di finanza di progetto per la riattivazione della tratta, che i Verdi hanno già individuato e anticipato, va assolutamente evitato perché, è dimostrato, nel lungo periodo diventa molto più oneroso per la collettività del puro finanziamento pubblico». An. Pe.

Da: Il Messaggero del 12/2/2015

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Ferrovia Fano-Urbino, Tosi: 'Lo scherzo di Carnevale'

Il periodo di Carnevale è quello giusto e i buontemponi ne approfittano per gli scherzi; nei giorni scorsi uno perfettamente riuscito lo hanno fatto i nostri amministratori regionali.

Per anni ci hanno raccontato che bisogna fare sacrifici in tutti i settori, anche nel trasporto pubblico locale. E infatti, giù con i tagli delle corse e arrangiarsi, in particolare i pendolari. Ma evidentemente era uno scherzo, perché ora ci dicono che sono in grado di trovare qualcosa come 150 milioni di euro per riportare in vita una ferrovia la cui dismissione è stata ottenuta da loro stessi appena tre anni fa;  ci  dicono che troveranno anche gli spiccioli (qualche milione di euro all’anno) per gestire un servizio ferroviario che da almeno 30 anni non interessa più né a RFI né alla Provincia, né a quasi tutti i Comuni attraversati dai binari. E se qualcuno obietta che il treno non serve perché sarebbe un doppione degli autobus, nessun problema e crepi l’avarizia: due è meglio che uno.

Ci hanno anche detto, sulla base di uno studio commissionato  dalla stessa Regione a una società di sua fiducia, che  “le condizioni del sedime si presentano con un elevato degrado” di traversine, binari, gallerie e terreno di fondazione e non conviene riportarci il treno; del resto, per capirlo  basta fare qualche passo sui binari o andare a vedere le stazioni, in particolare quelle di Calcinelli, Tavernelle e Calmazzo;  ma evidentemente anche questo era uno scherzo perché i nostri amministratori regionali ora attestano che “la linea risulta completamente armata e integra, sono intatte le stazioni, i binari di transito e di sosta”, ecc. ecc. 

Un’assessore regionale ha girato tutte le Marche per raccontare quanto stanno lavorando per diffondere la banda larga e avvantaggiare le comunità locali; lungo la valle del Metauro, grazie alla contestuale realizzazione di una pista ciclopedonale, Internet veloce e affidabile potrebbe arrivare prima e praticamente a costo zero o quasi. Ma a qualcuno non piace vincere facile. 

E’ uno scherzo anche la norma che non consente più come una volta di far passare i treni a contatto con le case? Evidentemente sì, anzi potrebbe essere presentata come un vantaggio;  come Fantozzi, molti potrebbero prendere letteralmente “al volo” il treno che passa sotto le loro finestre. Per non parlare della “rivalutazione” degli immobili collegati da convogli velocissimi, “fino a 130 km all’ora”, sulla porta di casa!

Complimenti anche alla maggioranza consiliare che, in pieno spirito carnevalesco, ha concesso alla minoranza di decidere al suo posto. 

Ora aspettiamo che una delegazione del Consiglio regionale vada da Rete Ferroviaria Italiana, prima nella sede di Ancona  e poi in quella di Roma,  per dire che i costi esorbitanti,  la mancanza di fondi,  le norme di sicurezza, i pareri dei Consigli comunali, gli studi,  le discussioni, le trattative, le  delibere, ecc.  erano uno scherzo di Carnevale; ci sarà molto da ridere!

Enrico Tosi

Da: www.viverefano.com del 13/2/2015

http://www.viverefano.com/index.php?page=articolo&articolo_id=519562

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Pd Fano: 'Ferrovia Fano-Urbino, in Regione voto tardivo e inutile'

Il Consiglio regionale Marche ha recentemente approvato una mozione per il ripristino della Ferrovia Fano-Urbino. Il gruppo del Partito Democratico in Consiglio Comunale di Fano considera, al di là del voto legittimo e rispettabile del Consiglio regionale, questo voto tardivo nei tempi ed inutile nei contenuti.  Prima di tutto non può sfuggire che questo voto arriva soltanto a ridosso della scadenza elettorale per il Consiglio Regionale e per serietà non possiamo non considerare questa scelta come una scelta tattica fatta dai sottoscrittori e dai partiti che l’hanno sostenuta ma non strategica per il bene delle comunità del Metauro.    Infatti non si può dimenticare come RFI (Rete Ferroviaria Italiana) ha più volte ribadito la volontà di alienare le strutture della suddetta ferrovia ufficialmente dismessa a fine 2011 perché la stessa da tempo non rientra nei suoi programmi di servizio. Come non possiamo dimenticare che il ripristino della linea ferroviaria è stato giudicato non conveniente da uno studio che la stessa Regione Marche ha commissionato alla SVIM (Sviluppo Marche SpA).  Inoltre, purtroppo, dopo trent'anni di abbandono le strutture della ex ferrovia, tranne pochi tratti, sono in pessime condizioni; si pensi soltanto alla manutenzione dei ponti ed al ripristino delle traversine e dei binari.  Le stazioni non sono intatte ma in alcuni casi fatiscenti.  Infine ricordiamo che il Consiglio Comunale di Fano all'unanimità ed anche altri Comuni della Vallata del Metauro (a cominciare da Saltara e Serrungarina) hanno approvato una mozione per trasformare la linea dismessa in percorso ciclo-pedonale anche per sottrarla all'incuria e all'abbandono. 

Siamo persuasi dalla lettura dei numeri, dalla conoscenza dei bilanci delle pubbliche amministrazioni e dello stato della infrastrutture che l’unica possibilità credibile sia la realizzazione una pista ciclo-pedonale che tra l’altro avrebbe il benefico effetto di  favorire la contestuale realizzazione di vari sotto-servizi come ad esempio la realizzazione di un nuovo acquedotto ed il cablaggio per fibre ottiche per la banda ultralarga.  Riteniamo invece, pur rispettando le coerenti “battaglie” delle associazioni proponenti e di alcuni Consiglieri regionali, che la mozione approvata recentemente dalla Regione Marche “sposti indietro” il dibattito sul riutilizzo di quel sedime di almeno 10 anni.  Non facendo un buon servizio alle comunità della Valle de Metauro e del Montefeltro che avrebbe potuto aver benefici immediati dalla conversione a pista ciclabile del sedime anche a fini turistici.  Infatti è già possibile che la provincia di pesaro ed urbino riceva in comodato d’uso gratuito la struttura il cui utilizzo dovrà essere concordata con i Comuni che sono attraversati dai binari.

da Gruppo Consiliare PD Comune di Fano

Da: www.viverefano.com del 13/2/2015

http://www.viverefano.com/index.php?page=articolo&articolo_id=519562

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La vecchia ferrovia continua a far discutere

FANO – Ormai siamo abituati  da anni a leggere i comunicati di alcuni personaggi che ogni qual volta si parla di ferrovia Fano Urbino intervengono cercando di confutare con argomenti risibili, privi di argomentazioni tecniche e riferimenti normativi le buone notizie. L’ultima l’approvazione del Consiglio Regionale della mozione per  la revoca della dismissione. Questa volta è stata colta un’ occasione particolare: il Carnevale. Tale evento è anche una circostanza ricca di sorprese di diverso genere: nel sito della fondazione FS insieme al “ Treno elettrico storico per il Carnevale di Venezia”, “ I treni del mandorlo in fiore nella Valle dei Templi di Agrigento”, “ Treno sulla Transiberiana d’Italia da Isernia a Carpinone” si legge il “Treno a vapore  per il Carnevale di Fano” per domenica 15 febbraio 2015. Il treno storico partirà da Rimini alle 10:58 e arriverà a Fano alle 12:21 con fermate a Riccione e Cattolica e ripartirà alle 18:05. Che enorme pubblicità gratuita al Carnevale di Fano! 

I numerosi passeggeri del convoglio arriveranno a Fano con questo speciale mezzo appositamente per visitare il suo carnevale trascorrendo pranzo e pomeriggio nella nostra città. Il sito della Fondazione FS insieme a quello di alcune agenzie specializzate è seguito da una platea enorme di appassionati in tutta Europa. Stranamente ancora nessuno ne ha dato notizia, addirittura nel sito del Carnevale è pubblicizzato il raduno dei camperisti, ma della locomotiva a vapore 640 una delle poche funzionanti rimaste in Italia che darà lustro e visibilità all’ultima domenica di carnevale nessuna traccia.  Questo è un bello scherzo di carnevale alla città di Fano! Sembra che in città ci sia una specie di idiosincrasia contro i treni, una specie di timore a riconoscere che il treno, da sempre, rappresenta un forte motore di sviluppo. E’ incredibile che una città come Fano non capisca che cosa rappresenta da tutti i punti di vista la ferrovia Fano Urbino. Un’ opportunità unica di collegare “ intelligentemente” la costa all’entroterra e ad Urbino, che non è una città qualunque. Stupisce che fra una ferrovia ed una pista ciclabile, chi dovrebbe essere interessato maggiormente al ripristino della ferrovia è proprio il comune di Fano per ragioni evidentissime. Le potenzialità di un’offerta turistica, che rischia di essere indifferenziata in una competizione globale, potrebbe invece essere caratterizzata nella capacità di offrire un turismo balneare che sia profondamente legato ad altre attività che nel periodo di vacanza si possono sviluppare con la facilità degli spostamenti per la conoscenza del nostro entroterra , con i suoi valori ambientali, storici, artistici, architettonici, enogastronomici. E’ straordinaria l’ opportunità di legare il turismo balneare a quello di un turismo culturale, ambientale e storico. Mettersi contro questa possibilità mette in dubbio l’autonomia degli amministratori del comune di Fano che forse non hanno libertà per decidere ma subiscono occulte pressioni.

Associazione FVM Ferrovia Valle Metauro

Da: www.occhioallanotizia del 14/2/2015

http://www.occhioallanotizia.it/la-vecchia-ferrovia-continua-a-far-discutere/

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VOTATA LA MOZIONE IN CONSIGLIO REGIONALE
In Regione passa il rilancio della Ferrovia Metaurense

Passa con ampia maggioranza la mozione dei Verdi per revocare il decreto di dismissione della tratta e trasferire la proprietà alla Regione

ANCONA. Lo scorso febbraio, il Consiglio regionale, davanti a una rappresentanza dell' Associazione Ferrovia Valle del Metauro, ha approvato la mozione (20 favorevoli e 7 contrari) presentata da Adriano Cardogna, Presidente del ~ppo Verdi in Consiglio regionale. per il ripristino della tratta ferroviaria Fano-Urbino. «La mozione -ha dichiarato Cardogna -ha l'obiettivo di attivare tutte le procedure necessarie a chiedere alle Ferrovie dello Stato la revoca del decreto di dismissione della tratta. Inoltre nella stessa abbiamo proposto il trasferimento gratuito della titolarità della tratta, dalle Ferrovie dello Stato alla Regione Marche , una procedura che se realizzata potrebbe dare l'opportunità di predisporre e promuovere un progetto integrato inseribile nella programmazione europea 2014-2020 usufruendo cosi di risorse utili a riattivare la ferrovia. Abbiamo la responsabilità come Consiglieri regionali -ha riferito Cardogna -di recuperare un'infrastruttura dal valore sociale e patrimoniale enorme». «Siamo veramente soddisfatti -ha sottolineato Gianluca Carrabs dei Verdi delle Marche -per l' approvazione in tempi stretti della nostra mozione che verrà inviata al Presidente del Consiglio dei Ministri, alla Società Ferrovie dello Stato, alla Rete Ferroviaria Italiana e alla Fondazione Ferrovie dello Stato perché crediamo che questa sia una battaglia strategica ·per favorire sia il riequilibrio territoriale tra costa ed entroterra sia una mobilità alternativa ed ecologica e per i marchigiani e per i turisti». «Ora -ha concluso il verde Cardogna -monitoreremo passo dopo passo l'iter delle richieste che abbiamo rivolto al Presidente della Giunta regionale Gian Mario Spacca, in modo da accertarci che siano pervenute al tavolo delle Ferrovie dello Stato e cercare, così, di raggiungere l'obiettivo preposto». «Mi impegno - ha chiuso Carrabs -a sollecitare le Istituzioni competenti a risponderei e a portare loro il progetto preliminare di manutenzione straordinaria ed adeguamento della tratta Fano-Urbino che l’Associazione FVM sta predisponendo, soprattutto alla luce dell' intesa tra il Ministero dell' Economia e la Banca Europea per gli Investimenti, che prevede un finanziamento di 950 milioni di euro destinati al sostegno di interventi di ammodernamento della rete convenzionale italiana, categoria nella quale rientra la quasi totalità delle linee regionali o complementari/secondarie italiane. Non ci sarà il treno per i turisti -conclude – ma ci saranno i turisti per il treno».

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FERROVIA FANO-URBINO
Chi ha votato a favore e chi contro

«Storico risultato in Regione -  così commenta il consigliere regionale Elisabetta Foschi -. Passa a maggioranza una mozione contro la dismissione della tratta ferroviaria Fano e Urbino e favorevole pertanto al ripristino del treno». Una mozione presentata dal consigliere Cardogna dei Verdi e sottoscritta da Foschi, Solazzi, Binci, Bucciarelli e D'Anna. Venti voti a favore e sette contro. Hanno votato a favore della ferrovia tutto il centrodestra da Forza Italia a Fratelli d'Italia, il gruppo misto, Marche 2020, Sel, Rifondazione e Verdi. Contro tutto il Partito Democratico. «Un risultato importante - conclude la Foschi - ottenuto grazie al lavoro svolto dall'Associazione Ferrovia Valmetauro e dall’Amministrazione comunale di Urbino guidata da Maurizio Gambini che ha fortemente voluto non arrendersi e non perdere... il treno». 

Da: Il Giornale del Metauro n. 127 del febbraio 2015

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Le schegge di Asdrubale

A cura di Giampaolo Baldelli

Battistelli, primo sindaco di Fano del dopoguerra, si è battuto per difendere la ferrovia Fano – Urbino. L’attuale sindaco di Fano cosa ne pensa? Per andare a Urbino vuol usare la bici o il treno?

Da: Il Giornale del Metauro n. 127 del febbraio 2015

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L’altra Fano – Grosseto 

Nello studio di fattibilità di una rete ciclabile nazionale denominato BICITALIA che la FIAB (Federazione Italiana Amici della Bicicletta) ha elaborato su incarico del Ministero dell’Ambiente, è inserito anche un percorso che riguarda direttamente la valle del Metauro: è l’itinerario tra Adriatico e Tirreno definito BicItalia 18; partendo da Castiglione della Pescaia (Grosseto), passando per Siena, Arezzo, Sansepolcro, Umbertide, Gubbio, Cantiano, Cagli e Fossombrone, si prevede di arrivare a Fano con un tragitto di circa 400 km che nella parte adriatica ricalcherebbe il percorso di alta valenza culturale dell’antica via Flaminia; in Toscana sono a buon punto grazie all’esistenza di un Piano Regionale Integrato Infrastrutture e Mobilità e aspettano che anche Umbria e Marche prestino la massima attenzione a questo progetto.  In Italia purtroppo le strutture specifiche per il cicloturismo sono poco sviluppate perché molti ritengono ancora la bicicletta adatta solo per il gioco e lo sport e si scontano le scelte politiche che hanno sempre privilegiato automobili ed autostrade; inoltre, è ancora difficile considerare la bicicletta come una valida soluzione di trasporto individuale anche se i numeri ne documentano la capacità  di attirare investimenti e occupazione. E’ quindi il momento di realizzare piste ciclabili degne di questo nome, cioè con segnaletica chiara, senza interruzioni, sicure, piacevoli e il più possibile pianeggianti, come per esempio lungo gli argini dei fiumi e le ferrovie abbandonate.  Che il cicloturismo non sia più solo un fenomeno di nicchia lo conferma il fatto che lo studio realizzato da The European House-Ambrosetti pochi mesi fa si sia preso la briga di misurarne l’indotto per l’Italia. Il risultato è sorprendente: secondo la ricerca, il nostro cicloturismo ha un valore potenziale di circa 3,2 miliardi di euro!  Il fenomeno nel nostro Paese è ancora giovane, ma in forte crescita. In Trentino, oggi gli introiti turistici generati dal turismo in bici sui 400 km di piste ciclabili della provincia valgono ben 100 milioni di euro all’anno.  Anche le regioni che confinano con le Marche puntano molto sul cicloturismo; l’Emilia Romagna, anche sotto la spinta degli imprenditori turistici della costa, sta approfittando delle opportunità offerte dalla Macroregione adriatico-ionica; l’Abruzzo sta realizzando una pista ciclabile di ben 131 km lungo l’Adriatico; l’Umbria ha appena inaugurato l’itinerario Spoleto Norcia sul quale, al primo appuntamento utile, si sono presentati ben 700 appassionati di mountain bike. Qualcosa si muove anche dalle nostre parti: la Bicipolitana di Pesaro è diventata un riferimento a livello nazionale; i Comuni di Urbino e Pesaro, insieme a Senigallia e Gubbio, intendono promuovere il cicloturismo nelle Terre del Ducato di Urbino con un progetto interregionale; esistono itinerari già naturalmente predisposti come quello della ex ferrovia metaurense, sulla quale quasi tutti i Comuni attraversati dai binari prevedono una pista ciclo pedonale, una scelta condivisa anche dalla Provincia di Pesaro e Urbino, dalla Regione Marche e da una dozzina di associazioni ambientalistiche e culturali.  Proprio alla Regione Marche si chiede ora di investire di più in questo settore che presenta numerosi vantaggi: fa bene alla salute e all’ambiente; valorizza zone trascurate dal turismo di massa; attira visitatori in bassa stagione; soprattutto fa bene all’economia, come dimostra il giro d’affari che, secondo il Parlamento europeo, nel 2012 in Europa è stato di ben di 44 miliardi di euro.  Per spingere in questa direzione sono prevedibili a breve varie iniziative; una riguarda proprio questa Fano Grosseto alternativa che potrebbe vedere la luce in tempi ragionevoli  anche perchè la parte che ricade nel nostro territorio risulterebbe utilissima ai residenti, oltre che ai turisti italiani e stranieri.  Sottovalutare le potenzialità del cicloturismo significherebbe perdere colpevolmente non solo una grossa opportunità di mercato ma anche occasioni di lavoro per progettisti, imprese edili, di impiantistica, ospitalità, ristorazione, tour operator, ecc.; e, in una fase di difficoltà economiche come quella che stiamo vivendo, non ce lo possiamo permettere.

Da: For.bici FIAB Fano

Da: Il Giornale del Metauro n. 128 del marzo 2015

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La riflessione
Una luce in fondo al tunnel per la ferrovia ma buio totale sulla sanità

di Carlo Ruggeri. Basta andare su internet e digitare "Turismo cinese", come indicatomi da un giovane forsempronese, e si scopre che l'Italia è balzata improvvisamente al sesto posto fra le destinazioni internazionali più richieste nel 2013. Una novità cruciale poiché fino all'anno precedente il nostro Paese non era presente nemmeno nella top ten.  Aumenta il numero di cinesi che viaggia, si stima che nel 2020 saranno circa 100 milioni. Allora ci si chiede istintivamente quali infrastrutture offra la nostra vallata per facilitare l'accesso di tali masse di persone al turismo, principalmente culturale, che trova la sua icona nella patria dello strepitoso Raffaello, proprio la vicina Urbino, famosa in tutto il mondo. Fino a qualche giorno fa sembrava che qualche amministratore del PD , tanto per non fare nomi Matteo Ricci, in barba alle decisioni di un intero Consiglio Provinciale, con l'appoggio dei fedeli amministratori della nostra città di Fossombrone, sindaco e vicesindaco in primis (questi ultimi dopo il fallito blitz inizio anni 2000  dell'allucinante "Maxi Teatro" da 9 milioni di Euro nel campetto di Porta Fano) stessero tentando di assestare alla nostra vallata un altro colpo; consistente nella costruzione di una pista ciclabile sui binari dell'ex-ferrovia. Una assurdità! Ve la immaginate la realizzazione della pista ciclabile, appunto, propugnata insistentemente dagli amministratori nostrani? Immaginiamo migliaia di cinesi in bicicletta affannati e sudati, con la bandana "rossa" in testa, risalire la valle da Fano verso la città dei Montefeltro, su due ruote, giungere al punto di rifornimento modello "Giro d' Italia", a Fossombrone, ed essere serviti al volo dal Sindaco con fascia tricolore e dal Vice Sindaco con borracce e dolcetti, ebbri di entusiasmo e fieri di tale biblico esodo? L'approvazione in Consiglio Regionale della richiesta di recesso della dismissione della tratta ferroviaria Fano-Urbino, dismissione richiesta da Matteo Ricci del PD, ha permesso di sfatare tutto ciò. Venti illuminati e saggi Consiglieri Regionali di provenienza politica diversa hanno votato a favore e, naturalmente, i soli sei consiglieri del Partito Democratico hanno votato contro. Onore e lode alla Associazione Ferrovia Val Metauro, che con poche risorse, ma con tanta dedizione, capacità di persuasione ed ipotesi progettuali razionali realizzabili, ha permesso un passo decisivo e lungimirante per il progresso strategico, sociale ed economico della nostra vallata. È indubbio l'incremento di "valore intrinseco" del territorio, servito dalla augurabile nuovissima ferrovia, così già ben inquadrato in tempi passati da Amministratori e Podestà di ben altro stampo. Un motivo in più per partecipare alle prossime iniziative, convegni e riunioni che saranno organizzate a breve dall'Associazione Ferrovia Val Metauro a sostegno totale della decisione Regionale. Prosegue, intanto, lo psicodramma sull'ex Ospedale di Fossombrone. Basta farci un salto la mattina per parlare con qualche operatore (il pomeriggio c'è il deserto più desolante lungo i corridoi) e sentirne tutta la tensione e disperazione. Tra trascuratezza e sporcizia ben evidenziata all'ingresso, convivono medici sbandati senza direttive e senza appoggio, seppur umanamente eroi, con infermieri di provata professionalità sbattuti da un posto all'altro, subiscono percorsi obbligati a stanze operative, con assurde entrate e fuoriuscite tra le mura, per ammirare nuovi mega salotti d'attesa e salette didattiche, nuovi capolavori strutturali "modello Mezzolani".   Nel frattempo, nel perdurare del silenzio dei Sindaci sullo smantellamento in corso, proseguono la fuoruscita di medici e la chiusura costante di servizi per i bisogni dei cittadini (l'ultima grave notizia che circola è l'eliminazione prossima anche dell'ambulatorio di salassoterapia.  In tutta questa confusione, con l’arrivo imprevisto ed enigmatico di  qualche prestazione erogata per pochi minuti da sanitari privati, subito gli amministratori di Fossornbrone ritirano fuori la favoletta del potenziamento di un ospedale che non c'è più, ed è stato “politicamente” eliminato anche grazie alla loro costante indifferenza (ed al loro mancato ricorso al Consiglio di Stato  per pretenderne il ripristino). Non è forse una "farsa" il fatto di chiamare ancora, da parte loro, "ospedale" una struttura ormai svuotata ed inutilizzata, simile alla pista ciclabile?  Un atteggiamento imbonitore che però penetra facilmente e gravemente nelle teste degli allocchi. A Pesaro, un altro cittadino allocco che ha, invece, aperto gli occhi sul dramma sanitario, ma solo a seguito del calvario della mamma ottantaduenne sbattuta per oltre 10 ore tra un ospedale e l'altro, accortosi del  bluff politico-dirigenziale diffuso,  ha definito sulla stampa l'attuale situazione come "misera finzione di sanità pubblica".  Una pista ciclabile sbriciolata dalla ragione ed una sanità esaltata ma evanescente come un fantasma, quindi, inquadrano e connotano, anche in questi giorni, tra tanto altro di negativo, la qualità di chi amministra la nostra sfortunata comunità.

Da: Il Giornale del Metauro n. 128 del marzo 2015 

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«Superstrada ferrata da Pergola a Fabriano»
RECUPERI

Far rivivere i tratti ferroviari Pergola-Fabriano e Fano-Urbino. Questo l’auspicio emerso nel corso della terza maratona del turismo ferroviario, incontro itinerante tra amministratori e associazioni promosso da “Co.Mo.Do.”, la Confederazione per la mobilità dolce, per documentare lo stato e le potenzialità di alcune piccole ferrovie su un itinerario da Rimini a Lecce che ha fatto tappa alla Mole Vanvitelliana Circolo Sef Stamura di Ancona. Il tour è stato organizzato come evento anticipatorio dell'otto marzo, ottava giornata nazionale delle ferrovie dimenticate. Tra gli amministratori presenti all’incontro anche Leonardo Meloni, assessore ai trasporti di Fabriano, il quale ha espresso la posizione del Comune a favore della riapertura del tratto Fabriano-Pergola e del mantenimento della locale officina Fs. Presente inoltre Francesco Baldelli, sindaco di Pergola, che ha criticato l’inerzia dell'attuale assessore ai trasporti regionali e ribadito la necessità di un intervento più deciso da parte della Regione per la «superstrada ferrata dell'interno», rappresentata della ferrovia Pergola-Fabriano-Macerata-Civitanova.

FANO-URBINO.  «È stato un incontro interessante perché è stata la prima volta in cui ci si è riuniti tra amministratori e associazioni - ha commentato Maurizio Sebastiani, presidente di Italia Nostra Marche, che prosegue -. Dove c'è una ferrovia utilizzabile potenziamo quella. La linea elettrificata Ascoli-Porto d'Ascoli per esempio è stata recuperata. È importante che le amministrazioni locali siano state d'accordo con la volontà di riaprire la Fabriano-Pergola». Un anno fa, infatti, la massicciata del tratto ferroviario fu danneggiata dalle abbondanti piogge. Da parte delle amministrazioni dei due Comuni ci sarebbe quindi la volontà di far pressione sulla Regione Marche affinché  chieda alle Ferrovie dello Stato il ripristino della linea. Il Comune di Pergola sarebbe anche disposto a farsi carico di parte delle spese mettendo a disposizione materiale e mano d'opera. Sul recupero della tratta ferroviaria Fano-Urbino, invece, il consiglio regionale si è già espresso favorevolmente, anche se una richiesta ufficiale alle Ferrovie deve essere ancora avanzata.    Francesco Rozzi

Da: Il Messaggero del 4/3/2015

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8 marzo, Giornata Nazionale delle Ferrovie Dimenticate. Interviene For.bici

URBINO – “Urbino non è stata selezionata come capitale europea della cultura 2019 perché non possedeva una stazione ferroviaria funzionante? Singolare coincidenza: Matera, proclamata capitale europea della cultura per il 2019, ha una stazione ferroviaria dove non è mai partito e non è mai arrivato nessun treno. Nel 1986, quando le ultime littorine percorrevano i binari della Fano-Urbino, iniziavano i lavori per la Ferrandina-Matera: 29 km tra viadotti e galleria (11 km di lunghezza) spendendo la cifra complessiva di 270 milioni di euro. Più o meno quanto occorrerebbe per riadattare la nostra ferrovia!
E’ però vero che da Bari esiste un collegamento ferroviario (Ferrovie Appulo-Lucane) con Matera che copre il percorso di 70 km in 1 ora e 40 minuti: 42km/h come era la velocità media della Fano-Urbino. Ora Urbino è collegata con la stazione di Pesaro con autobus che impiegano 45 minuti: il problema è di aumentare le corse in particolare festive e serali.
La lentezza acuisce la suggestione dei paesaggi attraversati. La mia esperienza di vecchio ferro-ciclista che ha percorso buona parte dell’Italia abbinando i due mezzi – ricordo in particolare la Sulmona- Rivisondoli (m 1268 slm la più alta in Italia dopo il Brennero) – è che sono alle volte sceso dal treno assieme alla mia bici, prima ancora dell’arrivo, per gustare con le mie gambe la bellezza di tali percorsi. Penso che sia difficile mettere in contrasto due mezzi che naturalmente si attraggono come due innamorati; ci può riuscire solo la capacità tutta italica di portare tutto all’esasperazione polemica e quindi a un enorme dispendio di energie pur di non arrivare a una decisione definitiva.
Il 10 febbraio scorso il consiglio regionale in scadenza ha votato a favore di una mozione per chiedere la revoca della dismissione della linea Fano-Urbino. Questo dopo sentenze – ultima quella del 3/11/2014 del Presidente della Repubblica – che respingevano i ricorsi presentati. 27 anni di votazioni opposte da parte di consigli provinciali, regionali e comunali. 27 anni di dibattiti che hanno diviso in senso trasversale sinistra e destra: un miscuglio appiccicoso e paralizzante tra demagogia e nostalgia: è evidente che davanti alla domanda “Ferrovia o pista ciclabile?” il buon senso dice “Ferrovia!” Sulla quale si può caricare eventualmente la bicicletta.
Ma la domanda dopo 27 anni è: “Rendiamo fruibile a tutti questo corridoio di 50 km oppure nell’ipotesi migliore lo lasciamo ai rovi e nella peggiore lo facciamo a pezzi?”. Mi viene in mente il racconto biblico in cui la madre bugiarda preferisce far dividere in due il bambino dal re Salomone piuttosto che cederlo all’altra.
Un gran polverone per nascondere i veri problemi del trasporto pubblico regionale: sono state abolite dal 2012 quasi tutte le corse festive degli autobus, il collegamento ferroviario con Roma viaggia in gran parte su di un solo binario (da Milano a Roma con una distanza più che doppia si impiega un’ora in meno che da Fano o da Pesaro), gli stanziamenti per il trasporto ferroviario locale sono diminuiti negli ultimi anni del 78% e la regione marche è al terzultimo posto dopo Calabria e Sicilia come stanziamento procapite, l’aeroporto di Falconara ha una stazione ferroviaria proprio di fronte dove fermano pochissimi treni e di contro gli unici significativi investimenti da noi sono stati fatti sulla terza corsia autostradale!.
Per promuovere una mobilità diversa al passo con i tempi e rivolta a un futuro sostenibile occorre una visione complessiva, non settoriale. La soluzione non sarà nella richiesta mantrica di piste ciclabili o nella difesa ad oltranza di ferrovie tanto suggestive quanto poco utilizzate, ma in un quadro intermodale che comprende il corridoio adriatico, il trasporto pubblico su ferro e su gomma, il trasporto privato a piedi, in bici e, sempre meno, in auto.
Facciamo in modo che i rovi non coprano irrimediabilmente ricordi e speranze”.

Umberto Bernasconi
For.bici associazione per la mobilità sostenibile aderente alla FIAB (Federazione Italiana Amici della Bicicletta)

Da: www.occhioallanotizia.it del 6/3/2015

http://www.occhioallanotizia.it/8-marzo-giornata-nazionale-delle-ferrovie-dimenticate-interviene-for-bici/

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Giornata Nazionale delle Ferrovie Dimenticate: un incontro per ricordare la Ferrovia Fano-Urbino

Domenica 8 marzo si alza il sipario sull'8a Giornata Nazionale delle Ferrovie Dimenticate. Uno degli eventi più significativi in programma si svolge nelle Marche con l'iniziativa in favore della Ferrovia Fano Urbino, organizzata da associazione FVM, Legambiente Urbino, FAI Pesaro Urbino  intitolata “Le Signore e la Ferrovia” con lapresenza di Vittorio Sgarbi che parlerà del "valore del paesaggio urbinate" celebrato dai Maestri Pittori del Rinascimento. L'occasione persegue l'obiettivo di sensibilizzare le istituzioni sulla necessità di salvaguardare la ferrovia Metaurense  e di proporre il treno quale "fil rouge" per scoprire non solo le inestimabili ricchezze naturali ed artistiche di cui il nostro territorio è particolarmente ricco, ma anche i misconosciuti  tesori di archeologia industriale che costituiscono una risorsa ancora ignorata dal grande pubblico.  L'8a Giornata delle Ferrovie Dimenticate si pregia del patrocinio della Commissione Europea, della Commissione Nazionale Italiana del Patrimonio Unesco, del Ministero dell'Ambiente, del Ministero dei Beni culturali e Turismo, del Consiglio Regionale Abruzzo, della Regione Emilia Romagna,  della Regione Basilicata, della Regione Lombardia, della  Regione Lazio, della Regione Puglia,  della Regione Marche, della Regione Toscana, della Fondazione Ferrovie dello Stato. In occasione della 8^ Giornata Nazionale si darà grande risalto al recente evolversi della vicenda  della ferrovia  Metaurense. Nella  stazione della capitale montefeltresca , oltre alle consuete mostre fotografiche, si ringrazieranno con simbolici omaggi floreali  le tante Signore  che , nel corso di questi anni,  hanno contribuito con la loro opera paziente  alle tante iniziative  volte a che il treno torni a svolgere il suo utile  compito in questo rinomato territorio marchigiano.  Dalla stazione inizierà poi un'escursione a piedi  fino al "Casello della Signora  Antonia"  (3 km), manufatto recentemente restaurato al suo stato originale , ubicato  quasi  a cavallo di due imponenti e magnifici viadotti  costruiti in mattoni.Il percorso è affascinante, ricco di spunti paesaggistici, con  viste stupende. Unica nota stonata è la  presenza di una moderna infrastruttura viaria capace di procurare il più salace dei commenti da parte del Prof. Vittorio Sgarbi che , di contro,  delizierà i presenti con una " letio magistralis" sul valore del paesaggio. del paesaggio.
                                                                                   
NOTE
Percorso  6  km  a/r adatto a tutti.   Obbligo di munirsi di abbigliamento comodo ed adeguato alla stagione, scarpe idonee  da trekking e  torce.   Da Associazione Ferrovia Val Metauro

Da: www.viverefano.com del 7/3/2015

http://www.viverefano.com/index.php?page=articolo&articolo_id=523533

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Ninel Donini (Idv)  interviene: “Ferrovie minori strategiche per la pianificazione del territorio”

"La Regione deve adottare ogni iniziativa affinchè la circolazione dei treni sulla linea Pergola-Fabriano torni a riprendere quanto prima in maniera regolare”. Lo ribadisce Ninel Donini, esponente dell’Idv e già candidata del centrosinistra nelle recenti primarie per il rinnovo del Consiglio regionale delle Marche, alla vigilia dell’ottava edizione della Giornata delle ferrovie dimenticate, che avrà luogo domenica prossima 8 marzo. “Nella nostra regione esiste un grande patrimonio infrastrutturale costituito delle ferrovie secondarie, che se opportunamente valorizzato deve tornare a svolgere un ruolo strategico nello sviluppo e nella crescita delle nostre comunità – sottolinea Ninel Donini -. E’ il caso della linea Pergola-Fabriano che negli ultimi mesi ha visto la sospensione della circolazione dei treni a causa di un piccolo smottamento della massicciata che si è verificato nei pressi di Monterosso e che con un intervento di modeste proporzioni, anche finanziario, potrebbe essere cancellato, restituendo così la piena efficienza ai binari”.
Il capitolo delle ferrovie secondarie marchigiane da troppo tempo appare marginale nella politica dei trasporti delle Marche. Questo mentre altrove invece infrastrutture analoghe vengono rivalutate per le loro caratteristiche che favoriscono la mobilità dei cittadini e delle merci, in un’ottica di sostenibilità ambientale verso cui la sensibilità e l’attenzione delle comunità è crescente.
“La Regione Marche non può rimanere indifferente su questo tema se vuole davvero realizzare una pianificazione del territorio che sappia tener conto delle aspettative dei cittadini e contrastare il degrado, l’abbandono, l’incuria che stanno assediando un patrimonio infrastrutturale così significativo qual è quello delle ferrovie secondarie. Questo vale per la Pergola-Fabriano cui restituire operatività, così come per la Urbino-Fermignano-Fano cui di recente proprio la Regione ha opposto la contrarietà al definitivo smantellamento. Le ferrovie secondarie delle Marche devono diventare uno strumento strategico per lo sviluppo economico e sociale delle Marche, secondo una prospettiva capace di fare della mobilità sostenibile, rispettosa dell’ambiente, del paesaggio, della cultura, il valore aggiunto dei nostri territori”.
da Ninel Donini
Candidata IDV Primarie Centrosinistra

Da: www.viverefano.com del 7/3/2015

http://www.viverefano.com/index.php?page=articolo&articolo_id=523580

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Giornata Nazionale delle Ferrovie Dimenticate: oltre 200 persone alla stazione di Urbino

Un folto gruppo di oltre 200 partecipanti ha festeggiato l'8^ Giornata Nazionale delle Ferrovie Dimenticate alla stazione di Urbino in concomitanza con la Festa della Donna. Grazie all' instancabile attività congiunta di FVM, del FAI e di Legambiente i binari della ferrovia Fano-Urbino sono diventati il luogo della meraviglia e della speranza: meraviglia perché essi attraversano paesaggi straordinari, speranza perché le rotaie rappresentano il collegamento tra tanti preziosi territori della valle metaurense ricca di tesori e di tradizioni . Le persone che hanno partecipato alla manifestazione si sono rese conto  di quanto sia insensato ed irragionevole non volere far tornare il treno nelle valli e sui colli urbinati . Grazie alla bellezza delle grandi opere infrastrutturali, grazie a ponti e gallerie armoniosamente inserite nel  paesaggio, vi è sufficiente motivo per una visita da parte di un turismo attento e consapevole a questi posti straordinari . La ferrovia Fano Urbino possiede al momento attuale un potenziale di trasporto e di sviluppo delle attività del territorio ben superiore rispetto all'epoca in cui fu costruita: oggi agevolerebbe il trasporto pubblico carente di mezzi e strutture viarie efficienti , favorirebbe il turismo e quanto ad esso connesso in aree  periferiche  troppo trascurate , sarebbe un decisivo supporto alla mobilità dolce e agli spostamenti locali assolvendo la sua funzione in modo ecologico e sostenibile. Il patrimonio costituito dalle Ferrovie secondarie, dalle tratte abbandonate, neglette e volutamente "seccate" deve essere, al contrario,  riscoperto e restituito al massimo delle sue potenzialità. La conservazione ed il retaggio di questo vasto patrimonio, che tante risorse è costato alla Nazione ed ai cittadini italiani, la sua valorizzazione ed utilizzo per gli scopi per cui era stato ideato e realizzato costituiscono un dovere  preciso ed un obbiettivo imprescindibile  nei confronti delle generazioni a venire. 
Solo questa visione del passato e la consapevolezza di tramandare i tesori della nostra terra saranno tra i principali supporti  alle sfide che ci attendono.                       Da Associazione Ferrovia Val Metauro

Da: www.viverefano.com del 11/3/2015

http://www.viverefano.com/index.php?page=articolo&articolo_id=524237

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Oltre duecento alla passeggiata per non dimenticare la vecchia tratta

URBINO La giornata nazionale delle ferrovie dimenticate si è svolta l’otto di marzo in tutta Italia e  circa duecento persone si sono date appuntamento alla stazione di Urbino per percorrere insieme parte dei 47 chilometri di binari che uniscono la città ducale a Fano. Attraverso queste a e altre manifestazioni,  l’associazione della Ferrovia Valle Metauro continua nella sua meritoria campagna di ripristino della linea  Fano-Urbino, evidenziando, rispetto alle funzionalità che aveva nel passato, uno sviluppo di enorme impatto a livello turistico: «La ferrovia – spiegano i responsabili dell’associazione – ha un potenziale di trasporto ben superiore rispetto all’epoca in cui fu costruita». In effetti basterebbe pensare ai siti che si attraversano lungo il percorso come quello della battaglia fra il comandante cartaginese Asdrubale e le legioni romane, oppure la gola del Furlo, insomma paesaggi e luoghi ricchi di tradizione e di cultura.. Lo stesso scrittore urbinate Paolo Volponi era consapevole di questa ricchezza e non mancò nella sua attività parlamentare di presentare ordini del giorno e interrogazioni per farla riaprire e, anzi, fare in modo che potesse essere impreziosita da un ulteriore collegamento con Rimini. Il progetto originario di questa linea ferroviaria, risalente al 1867, avrebbe dovuto unire il mare Adriatico al Tirreno passando per Urbino, ma non ebbe  seguito, mentre si autorizzò la costruzione del segmento che collegava Fano ad Urbino. Nella seconda guerra mondiale i Tedeschi in ritirata la distrussero nel 1944 e venne ripristinata nel 1948, ma solo nel 1956 il treno riuscì a raggiungere Urbino. Venne sospesa nel 1987 e l’ultimo  treno parti da Pesaro alle 18.55 e arrivò ad Urbino alle 20.00 del 31 gennaio. Ma la speranza è sempre  l’ultima a morire e, infatti, la linea oggi rientra tra le proposte di legge sull’istituzione di ferrovie turistiche mediante il reimpiego di linee in disuso o in corso di dismissione situate in aree di particolare pregio  naturalistico o archeologico. I volontari dell’associazione Ferrovia Valle Metauro e del Fai di Legambiente  si adoperano per evitarne il degrado: «La conservazione ed il retaggio di questo vasto  patrimonio – dicono - costituiscono un dovere preciso ed un obbiettivo imprescindibile nei confronti delle generazioni a venire. Le persone che hanno partecipato alla manifestazione concludono - si sono  rese conto di quanto sia insensato ed irragionevole non volere far tornare il treno nelle valli e sui colli urbinati».   MaurizioMarinucci

Da: Il Messaggero del 11/3/2015

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Le schegge di Asdrubale

A cura di Giampaolo Baldelli

Vittorio Sgarbi si è dimenticato delle ferrovie dimenticate. Domenica 8 marzo avrebbe dovuto essere a Urbino per una lezione magistrale sulla bellezza del paesaggio urbinate in concomitanza con l’8° giornata organizzata dall’associazione Ferrovia Val Metauro. Forse avrà preferito festeggiare l’8 marzo con la sua bellezza.

Da: Il giornale del Metauro n. 129 del marzo  2015

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Fano-Grosseto, la parlamentare M5S Terzoni: 'Da Incalza solo risposte elusive'

Ettore Incalza arrestato. Questo nome è noto anche ai tecnici che seguono il settore grandi opere nelle Marche.  La sua firma era presente nelle risposte alle mie richieste di accesso agli atti rivolte al Ministero delle infrastrutture con le quali chiedevo di conoscere i progetti per la realizzazione della E78 Fano-Grosseto e la situazione dei cantieri della Quadrilatero. Le risposte ricevute dal Capo della Strutture Tecnica di Missione sono sempre state elusive, tanto da non permettermi di conoscere più di quello che già avevo potuto raccogliere all’esterno. Senza voler fare collegamenti azzardati mi tornano in mente anche le parole pronunciate dal Procuratore Macrì in occasione dell’apertura dell’anno giudiziario quando mise in guardia dalle possibili infiltrazioni mafiose nella regione Marche anche a causa della presenza di grandi opere come la Quadrilatero. Credo che sia venuto perciò il tempo di interrogarsi se sia opportuno proseguire su questa strada o se invece non sia preferibile abbandonare l’idea che lo sviluppo di un territorio possa basarsi su opere faraoniche, che oltretutto rischiano di non vedere mai la luce, e iniziare a intraprendere un percorso fatto di piccoli investimenti diffusi su tutto il territorio per migliorare quello che già abbiamo.

Ci sono decine e decine di strade che necessitano di interventi urgenti di manutenzione, ferrovie che potrebbero essere ripristinate per dare nuove opportunità di sviluppo al settore turistico a molte aree interne della regione. Potrei fare mille esempi a partire dalla strada della Contessa e la linea ferroviaria Fano-Urbino in Provincia di Pesaro alla tratta Fabriano-Pergola fino alla strada provinciale delle Grazie nel territorio ascolano. Sono mille piccoli cantieri che darebbero respiro alle ditte locali mentre sappiamo bene come le grandi opere come la Quadrilatero abbiano ucciso il tessuto imprenditoriale del territorio. Come al solito è una questione di scelta.   da On. Patrizia Terzoni  Movimento 5 Stelle

Da: www.viverefano.com del 20/3/2015

http://www.viverefano.com/index.php?page=articolo&articolo_id=526194

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Ferrovia Fano-Urbino: presentato dai Verdi in Regione il progetto preliminare di ripristino

Il gruppo Verdi dell'Assemblea Legislativa Regionale, composto dal consigliere Adriano Cardogna e dal presidente onorario Gianluca Carrabs, ha mostrato in conferenza stampa il piano redatto dall'associazione Ferrovia Valle Metauro in collaborazione con due importanti studi di ingegneria di Milano e Firenze.  I Verdi "tornano all'attacco": dopo l'approvazione in consiglio regionale di una loro mozione con cui si chiede alla giunta di revocare il decreto di dismissione del 2011 e di trasferire la titolarità della linea dalla RFI alla Regione Marche stessa, mercoledì 8 aprile, proprio nell'ex palazzo delle ferrovie di Ancona, il gruppo guidato dal consigliere uscente Adriano Cardogna ha presentato un progetto fortemente voluto dall'associazione Ferrovia Valle Metauro che pone le basi per il rilancio della tratta. Sabato 11 aprile, alle 9.30, al Collegio Raffaello di Urbino,ci sarà la stessa presentazione con gli interventi di Vittorio Sgarbi e di Vittoriano Solazzi. 

L'esponente dei Verdi, Gianluca Carrabs, sfodera subito i numeri precisi: 'Con questo progetto preliminare voluto dagli amici della Ferrovia Valle Metauro ed eseguito dagli studi 'Pegaso Ingegneria' di Milano e 'Sistema Ingegneria' di Firenze,  possiamo dire che la riattivazione della Fano-Urbino è più vicina. La tratta sarà percorsa in 45-60 minuti, a seconda della saturazione della linea, e il costo complessivo per la sua riattivazione è di 80milioni di euro con un apporto di 5.000 passeggeri ogni giorno: quindi autofinanziato dal costo dei biglietti'.  'Ci sarà un incremento di treni fino a 20 coppie giornaliere e i costi di gestione potrebbero autosostenersi con il flusso di utenti citato' sottolinea il presidente di FVM, Carlo Bellagamba -. Lo scopo finale è quello di creare un mezzo di trasporto sicuro efficiente e a basso costo che sia una risorsa non solo turistica e culturale ma che si adatti anche ai lavoratori pendolari, agli studenti e a chi sceglie il treno occasionalmente'. 

'Vogliamo dare una seconda vita alle stazione e alle ferrovie abbandonate rispondendo alle esigenze delle comunità locali - conclude Cardogna -. Questo progetto può inserirsi nella programmazione europea 2014-2020 usufruendo di risorse utili allo scopo perché punta sulla diminuzione del consumo di carburanti fossili e delle emissioni di anidride carbonica nell'aria'.

Questo, in sostanza, il progetto stilato dagli studi di ingegneria: a) l'armamento attuale sarà completamente sostituito con rotaie da 60kg/m  e traverse rfi 230 (i pilastri su cui poggiano i binari), e il ballast, cioè il pietrisco su cui poggia l'intera struttura, potrà essere recuperato per circa la metà onde evitare costi di smaltimento e la necessità di nuovo materiale; b) i passaggi a livello possono essere ridotti da 55 a 21; c) un moderno sistema di segnalazione consentirà l'incremento dei treni fino a 20 coppie al giorno; d) l'impatto ambientale sarà nullo; e)  il costo complessivo, al netto dell'iva, è di 80milioni di euro, variabile a seconda dell'eliminazione di altri passaggi a livello.    Di Angela Fandra

Da: http://www.viverefano.com/index.php?page=articolo&articolo_id=529213  del 8/4/2015

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Ferrovia Fano – Urbino: si può fare!

Gianluca Carrabs: “80 milioni di euro per il ripristino di un opera che  vale 10 volte tanto. Utenza prevista di oltre 5.000 persone,  la gestione si auto sostiene”.  

Sabato 11 Aprile dalle ore 9.30 a Urbino,  un convegno per presentare il progetto preliminare e le altre esperienze in Italia. Per il ripristino della tratta ferroviaria Fano-Urbino, il Gruppo dei Verdi in Consiglio regionale, dopo l'approvazione della loro mozione volta a impegnare la Giunta ad attivare tutte le procedure necessarie a chiedere la revoca del decreto di  dismissione della tratta e il trasferimento gratuito della titolarità, dalle Ferrovie dello Stato in capo alla Regione Marche, oggi presentano il progetto preliminare frutto della collaborazione tra l'Associazione Ferrovia Valle del Metauro, Pegaso Ingegneria (Milano) e Sistema Ingegneria (Firenze), che costituisce il fondamento delle future scelte del destino del tracciato che non possono prescindere da una diversa visione della mobilità pubblica.

“Consideriamo già inviata la lettera da parte del Presidente della Giunta regionale Gian Mario Spacca – dichiara Adriano Cardogna, presidente del Gruppo Verdi – che dà seguito all'approvazione della nostra mozione e continueremo a monitorare lo stato dei fatti.  Per noi la riattivazione della tratta è un punto strategico del prossimo mandato di governo che non può essere sottovalutato  perché favorisce quel riequilibrio territoriale tra costa ed entroterra, riattivando e potenziando un indotto non solo di mobilità alternativa ma di veicolo di collegamento turistico”.
“Oggi – incalza Gianluca Carrabs, esponente dei Verdi delle Marche – grazie alla presentazione del progetto preliminare da  parte dell'Associazione FVM, possiamo affermare che la riattivazione della ferrovia Fano-Urbino è più vicina, perché individua il costo dell'intervento in 80 milioni di euro con un apporto di utenza potenziale di 5000 persone. La tratta sarà percorsa in  45/60 minuti, a seconda della saturazione della linea, ci sarà un incremento di treni fino a 20 coppie giornaliere e i costi di  gestione potrebbero autosostenersi con l'utenza citata senza considerare i benefici, non computabili economicamente, come quelli ambientali, di posti di lavoro diretti ed indiretti, della qualità della vita e della salute della cittadinanza”.
“Abbiamo voluto predisporre a spese nostre questo progetto – sottolinea Carlo Bellagamba, Presidente dell'Associazione  FVM – perché crediamo che riattivare la ferrovia significhi portare a termine una delle migliori operazioni possibili anche in  termini ambientali oltre che turistici, culturali ed economici, infatti nel progetto abbiamo anche previsto fermate turistiche nei punti di rilievo storico/artistico (Fossombrone Scavi Romani–San Martino e Fossombrone San Lazzaro-Marmitte dei Giganti) e lo consegneremo ufficialmente, a titolo completamente gratuito alla collettività e alle amministrazioni che vorranno assumerne  la committenza, questo sabato 11 Aprile durante un convegno organizzato dalle ore 9.30 al Collegio Raffaello di Urbino”. 
“Vogliamo dare una seconda vita alle stazioni e alle ferrovie abbandonate rispondendo alle necessità delle comunità locali che  le vivono – conclude Cardogna, anche Presidente della Commissione Politiche Comunitarie della Regione – e questo progetto può inserirsi nella programmazione europea 2014-2020 usufruendo così di risorse utili allo scopo perché punta sulla diminuzione del consumo dei carburanti fossili e delle emissioni di CO2”.

Da: http://www.adriaeco.eu/marche/20150408/5637_ferrovia_fano___urbino__si_pu__fare_.html   del 8/4/2015

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Consegnato il Progetto Preliminare per la ferrovia Fano-Urbino

L’Associazione FVM, Ferrovia Valle Metauro ha consegnato formalmente al Sindaco di Urbino Maurizio Gambini il Progetto Preliminare per il ripristino della Ferrovia Fano Urbino. Anche Vittorio Sgarbi è intervenuto con un video messaggio.

 Il Sindaco ha ringraziato l’Associazione e tutta l’organizzazione che in  pochi mesi ha predisposto il documento che costituisce la base per i prossimi passi necessari sia alla revoca della dismissione che alla ricerca di partners e dei finanziamenti così come realizzato in altre parti d’Italia. Il Sindaco nel ricevere il documento ha simbolicamente tagliato il nastro tricolore e si è reso disponibile a fare da capo fila alle iniziative sia di  Urbino che degli altri Comuni del circondario che vorranno dare corso effettivo alle prossime attività.
In una Sala Raffaello gremita di pubblico ed esperti del settore, oltre alla illustrazione dei vantaggi del treno che ne sono derivati in altri territori in cui analoghe iniziative sono già in atto da anni, è stato presentato il team che ha realizzato il documento:  Società  Ingegneria  Pegaso e Sistema Ingegneria rispettivamente di Milano e Firenze e il team di base FVM (Ing. S V Russo, ing. G. Carboni, Arch. G. Palma, geom. M. Vimini, ed altri, guidati dal presidente F V M   dott. Carlo Bellagamba. Il Team si è avvalso inoltre della professionalità ed esperienza del Prof. G. Bariletti – UTP Lazio esperto in Economia dei Trasporti e collaboratore della Regione Lazio in questo campo.
Gli elementi salienti del nuovo progetto di ripristino sono la valorizzazione integrata del Territorio mediante l’utilizzo di 7 stazioni e ulteriori 7 fermate con una flessibilità spinta sia verso il trasporto puro e semplice che verso l’utilizzo a fini turistici. Verrà sostituito l’intero armamento ferroviario, ristrutturate le 7 stazioni e verranno create le necessarie infrastrutture minori per le fermate turistiche ( Es. agli scavi romani di Fossombrone e alle Marmitte dei Giganti). Secondo i canoni moderni di progettazione si è teso a ridurre per quanto possibile i passaggi a livello che sono passati da 55 a 21 superando soprattutto i problemi in uscita da Fano. Con una velocità di punta di 125 km all’ora fino a Fossombrone, l’intera tratta può essere percorsa in meno di un’ora.
I costi complessivi ammontano a 86.747.000  € , al netto Iva, è previsto un viadotto per superare le arterie principali di Fano il cui costo è calcolato in 18 milioni di €.
Il prof. Bariletti nel suo intervento ha messo in evidenza che tale cifra di investimento corrisponde a quanto le FS (e quindi Stato e Regione) non ha speso per il servizio su gomma sostitutivo per i circa 30 di esclusione dal territorio dal godimento indispensabile del bene ferrovia  (circa 64 milioni di € attualizzati) e per i mancati contributi di mantenimento della infrastruttura sospesa dal 1987, incamerati per  altri scopi (circa 16,5 milioni di €).
Dall’analisi dei costi di produzione e delle relative fonti di approvvigionamento economico per il nuovo esercizio ferroviario sulla Fano Urbino risulta che i parametri di efficienza d’esercizio fissati dal D.Lgs 422/97 (35%)    sono pienamente soddisfatti  attestandosi dal 53% al 71%: un dato da metropolitana FS.
Per non parlare poi di quanto si risparmierebbe in minori manutenzioni stradali, risparmi sulla spesa sanitaria e oneri infortunistici.
Bisogna altresì evidenziare che con questo ripristino si rende disponibile più modernamente tutto il patrimonio culturale costituito dalla Città di Urbino,  di Fano e dei paesi di tutta la Vallata del Metauro.
Sembra quasi un buon auspicio il contemporaneo evento di Siena, sulla Ferrovia della Val D’Orcia, dove il Ministro Franceschini ha comunicato l’ingresso del Ministero dei Beni Culturali e Ambientali nella Fondazione FS, che ha il compito di 'preservare, valorizzare e consegnare integro il patrimonio ferroviario italiano alle future generazioni',  come ripreso dall’arch. Bottini presidente di CO. MO. DO. a conclusione del convegno. Da Associazione Ferrovia Val Metauro

Da: http://www.viverefano.com/index.php?page=articolo&articolo_id=529927  del 13/4/2015

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CONVEGNO SUL FUTURO DEL TRENO FANO–URBINO:  TUTTI I PERCHÉ DEL SUO RITORNO

Urbino, 12 aprile 2015 - Era tra gli invitati al convegno di ieri a Urbino sul  ripristino del treno Fano-Urbino, ma nello stesso momento si trovava in Val d’Aosta. Vittorio Sgarbi, assessore alla rivoluzione della giunta comunale feltresca, ha voluto comunque esprimere  la sua opinione sull’argomento ripristino del treno sì o no, inviando un  video al convegno: «Mi auguro – ha detto Sgarbi – che la futura nuova giunta regionale possa trasformare la mozione che chiede la revoca della  dismissione della linea ferroviaria in atto di determinazione per  far tornare il treno. Ogni ferrovia chiusa è un reato. E’ una sconfitta per lo Stato. Quindi, il prossimo presidente della regione  dovrà assumere come sua responsabilità primaria quella di riaprire la linea per ragioni funzionali ed estetiche. C’è stato un errore di valutazione che va riparato. I soldi? Basta fare due rotatorie in meno e si riattiva la ferrovia. Io sono compiaciuto che  cittadini abbiano la perfetta consapevolezza dello Stato tanto da sostituirsi ad esso col chiedere il ritorno del treno».

Da: http://www.ilrestodelcarlino.it/pesaro/ferrovia-fano-urbino-sgarbi-treno-1.845352 del 13/4/2015

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Treno, Sgarbi lo vuole «perché non averlo è reato»

Il TRENO è bello ma deve avere una qualità: essere anche redditizio. Altrimenti  è un lusso che non possiamo permetterci. Lo dice il presidente di Ami trasporti Giorgio Londei: «AI convegno di Urbino di sabato scorso- dice – ho spiegato chiaramente che  Ami non si tirerà indietro anche per un’ipotetica gestione della linea ferroviaria ma seppur di un centesimo  il bilancio di fine anno dovtà essere positivo. Altrimenti verremo commissariati e dunque cacciati dopo tre anni di bilancio in rosso. Dunque, lavoriamo per  verificare ciò che è possibile fare per riattivare la linea Fano-Urbino e per un rilancio su basi credibili. Non possiamo pensare di mettere in piedi un servizio ferroviario deficitario».

Il SINDACO DI URBINO Maurizio Gambini, che ha ricevuto in dono il progetto Carboni per il ripristino della Fano -Urbino, ha dichiarato di essere felice di poter contare  su un lavoro come quello realizzato dall'associazione ferrovia valle Metauro «ma prima di ogni altra cosa va revocato il decreto di dismissione della tratta come chiesto dai Verdi con una mozione votata dal consiglio regionale.  Solo cosi possiamo pensare di  realizzare i nostri progetti e di potenziare le nostre in infrastrutture. Sto pensando anche al progetto bicitreno per utilizzare la infrastruttura ferroviaria. Anche quello va verso la direzione di conservare il patrimonio ferroviario».

VITTORIO  Sgarbi ha inviato un video al convegno riaffermando il valore di un collegamento ferroviario  per una città d'arte: «Basterà fare due rotatorie in meno e si troveranno i soldi per il treno. Non averlo è un reato». 

Il candidato regionale dei Verdi Gianluca Carrabs dice: «Per noi la riattivazione della tratta è un punto strategico del prossimo mandato di governo che non può essere sottovalutato  perché favorisce quel riequilibrio  territoriale tra costa ed entroterra, riattivando  e potenziando un indotto  non solo di mobilità  alternativa ma di veicolo di collegamento turistico. Con la presentazione  del progetto preliminare da parte dell'Associazione Fvm,  possiamo  affermare che la riattivazione della ferrovia Fano Urbino è più vicina, perché individua il costo  dell’intervento in 80 milioni di euro con un rapporto di utenza potenziale di 5.000 persone al giorno che la rende autosufficiente dal punto di vista gestionale. Vogliamo dare una seconda vita alle stazioni e alle ferrovie abbandonate per questo ora è importante che il comune di Urbino raduni  gli altri comuni della vallata e diventi capofila di quel consorzio  che porterà a compimento il progetto».

Da: Il Resto del Carlino del 13/4/2015

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Binari e nuove case scontro sull’ex ferrovia

IL MOVIMENTO CINQUE STELLE PROTESTA CONTRO LA LOTTIZZAZIONE 

FANESI: «NIENTE DI COMPROMESSO»

SAN LAZZARO

Un'area edificabile nel quartiere di San Lazzaro sta vanificando il progetto di rilanciare l'ex ferrovia Fano-Urbino, sostengono i grillini. «Non capisco, è come se non avessero ascoltato ciò che si è appena detto: gli edifici sorgeranno a un'adeguata distanza dalla vecchia tratta e nulla sarà compromesso», ha assicurato Cristian Fanesi, presidente della commissione Urbanistica, riunitasi l'altro ieri. Il terreno in questione si trova nelle vicinanze dell'ex centro per persone con handicap gravi e l'Amministrazione fanese progetta di modificare le previsioni urbanistiche con una variante, riservando l'intera superficie (non più il 40 per cento) per appartamenti delle case popolari Erap. C'è però una complicazione secondo la lista Fano a 5 stelle ed è la presenza dei vecchi binari. «La Provincia - hanno spiegato i grillini - ha fatto notare come il nuovo comparto ricadrebbe nella fascia di rispetto della ferrovia, ora l'Amministrazione comunale non vorrebbe accogliere l'osservazione, considerando che la ferrovia è stata dismessa. Oltre ad alcune questioni tecniche, sorge una domanda politica importante: è normale compromettere la possibilità di ripristino, considerando inesistente il vincolo di un'adeguata distanza? Proprio mentre si dibatte sulla riapertura della linea, l'Amministrazione propone una soluzione, verrebbe da dire un sotterfugio, che compromette questa possibilità e che assumerebbe un peso enorme».

LA REPLICA La replica di Fanesi non si è fatta attendere: «I grillini dicono sciocchezze, il vincolo non esiste più. Per risparmiare il tempo e la fatica delle risposte, sono le stesse Ferrovie dello Stato che chiedono all'Amministrazione comunale di non consultarle più riguardo a progetti sulle aree confinanti con la vecchia tratta. Non ne vogliono più sapere, è evidente. Al ripristino della Fano-Urbino non crede più nessuno, l'unico interesse di resuscitarla si registra nei periodi elettorali: rispunta ogni volta per montarci su un po' di dibattito. Nonostante il vincolo non esista più, nella delibera sarà specificato che gli appartamenti dovranno sorgere ad almeno 30 metri dalla linea ferroviaria. Nulla di compromesso, dunque».

Da: Il Messaggero del 16/4/2015

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Noi Pesaresi, di Franco Bertini

E quel bel trenino per Urbino?

Caro Carlino, NEL TG 1 di qualche giorni fa è stato fatto un servizio su la inaugurazione del trenino turistico della Val D’Orcia. Una tratta di 50 chilometri da Crespi Senese al Monte Amiata realizzata dalla Fondazione delle Ferrovie dello Stato FF.SS con l’Associazione Beni Culturali. All’inaugurazione celebrata dalla stazione di Nusco del Monte Amiata era presente l’onorevole Franceschini che sottolineava la importanza culturale della iniziativa, oltre che turistica. Il treno avrebbe portato turisti ad ammirare il paesaggio con soste nelle varie stazioncine trasformate in posti di ristoro e di vendita di prodotti locali. Nella nostra regione ed ad Urbino è stato recentissimamente presentato un progetto per la riattivazione della tratta Fano - Urbino da parte della Associazione Ferrovia Valle del Metauro per cui è dato sperare che, rigettata ogni altra malsana idea, la tratta di ferrovia venga salvata e venga realizzato quanto meno un treno turistico con locomotiva a vapore e carrozze storiche come è stato fatto in Toscana ed altri luoghi come sul lago d’Iseo, ad Agrigento per non parlare di tanti altri paesi del nord Europa. Il progetto riguarda certamente anche Pesaro e la riviera Adriatica per cui una spinta ed un doveroso aiuto deve venire anche da Pesaro e dai pesaresi.

P. E. Comandini

Gentile signor Comandini, che in Toscana e in altri luoghi siano attive o vengano riattivate ferrovie storiche a noi non ci fa né caldo né freddo: noi siamo “altrove”, provi a pensare alla strada Fano - Grosseto e saprà dove.

Da: Il Resto del Carlino del 16/4/2015

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L’eterna incompiuta Fano-Grosseto e il ‘binario morto’ della ferrovia. Urbino isolata tra due utopie – INFOGRAFICA

di Andrea Perini e Jacopo Salvadori

URBINO – Due grandi opere, due grandi utopie. I progetti per collegare Fano a Urbino (ferrovia) e a Grosseto (superstrada E78) sono fermi ormai da decenni. In questo modo l’intera vallata del Metauro è isolata dalle maggiori vie di comunicazione. Oggi si ritorna a parlare di entrambe: la superstrada, di certo, per i prossimi tre anni non vedrà la luce perché giudicata non prioritaria dal governo; per la ferrovia c’è un progetto preliminare per la sua riattivazione, ma non è detto che i lavori partano davvero. 

Fano – Urbino. Binari sotterrati, rotaie inghiottite dalla vegetazione o dai centri abitati. È questa la situazione attuale della Fano-Urbino, tratta ferroviaria che ha collegato entroterra e costa fino al 1987. Dal 2011 la linea è stata ufficialmente dismessa ma l’associazione Ferrovia valle Metauro (Fvm) non ha mai smesso di combattere per la sua riapertura ottenendo i primi risultati. A febbraio è stata approvata dal consiglio regionale la mozione presentata dai Verdi per la revoca della dismissione della tratta, mentre sabato 11 aprile è stato consegnato al sindaco di Urbino, Maurizio Gambini, il progetto preliminare per la riattivazione della ferrovia.

Il lavoro, redatto dalle società Pegaso ingegneria di Milano, Sistema ingegneria di Firenze e dall’associazione Fvm, prevede come spesa complessiva per la ricostruzione della ferrovia – perché di questo si tratta – una cifra di poco inferiore agli 87 milioni di euro al netto dell’iva (se al 22% circa 19 milioni). Nei capitoli di spesa si va dai 19 milioni e mezzo per binari, traversine e pietrisco (ballast) ai 18 per realizzare la sopraelevata a Fano fino al ripristino dei portali delle gallerie (opere civili per quattro milioni) e poco più di due milioni per le barriere antirumore.

La ferrovia è inutilizzata dal 1987 e versa in stato di degrado per tutto il percorso. Per questo il progetto prevede la sostituzione di binari e traversine, la riduzione da 55 a 21 dei passaggi a livello, la costruzione di sovrappassi e sottovie. Al posto delle stazioni considerate inadeguate si pensa di realizzare nuovi stabili, “moderni e semplici” mentre per i passaggi a livello al posto degli scambi manuali sono previsti sistemi automatici.

Ma ancora rimangono in sospeso diverse questioni. I controlli sulle infrastrutture (ponti e viadotti) sono stati condotti unicamente a livello visivo (come specificato dalla sintesi di presentazione del progetto). I costi previsti quindi potrebbero alzarsi se uno dei 14 viadotti o una delle otto gallerie (realizzate ormai un secolo fa) dovessero risultare non più a norma.

L’uscita da Fano resta ancora un’incognita. Il progetto prevede che il treno passi sopra la strada su un viadotto sopraelevato sotto al quale, però, dovrebbero poter passare i trasporti eccezionali di navi dirette al porto o i carri goliardici durante il periodo di carnevale.

Dubbi anche come affrontare il tratto di Canavaccio (poco prima dell’ingresso in superstrada). Il problema in questo caso è la futura conformazione della zona se dovesse essere continuata la Fano – Grosseto.

Anche la posizione della stazione di Urbino, fuori città, e la concorrenza del trasporto pubblico su gomma rappresentano scogli ancora da superare. Il progetto prevede la presentazione di proposte in futuro.

Infine è la situazione all’interno di Fermignano a preoccupare con la tratta che taglia in due la rotatoria stradale poco prima di entrare in stazione.

Da: Il Ducato Istituto per la Formazione  al Giornalismo di Urbino – Aprile 2015

http://ifg.uniurb.it/leterna-incompiuta-fano-grosseto-e-il-binario-morto-fano-urbino-la-valle-isolata-tra-due-utopie-infografica/

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“La ferrovia sarà utile al rilancio”

Il movimento 5 Stelle sostiene il progetto per riattivare la Fano Urbino

MONTEFELTRO  E SVILUPPO

EUGENIO GULINI

Urbino.  "Abbiamo accolto con grande soddisfazione la notizia dell'approvazione - sottolinea il movimento 5 Stelle di Urbino - da parte del Consiglio regionale delle Marche della mozione per la revoca della dismissione del tratto ferroviario Fano Urbino e la consegna del progetto preliminare al sindaco Gambini".  "Per una volta la politica ha avuto la forza di accogliere una precisa richiesta proveniente da un territorio troppo spesso e, sistematicamente, penalizzato da scelte che hanno privilegiato, in nome di disdicevoli logiche elettorali, lo sviluppo delle località costiere - puntualizza il candidato per le imminenti elezioni Piergiorgio Fabbri -. E speriamo che a sua volta questa non sia una mossa preelettorale”.

"Noi del Movimento5Stelle di Urbino - dichiara Emilia Forti - abbiamo accolto subito con interesse e convinzione questa battaglia nata da cittadini informati e consapevoli e portata avanti negli anni attraverso l'associazionismo. L'esperienza, la conoscenza e la competenza maturate dai gruppi nati a sostegno della ferrovia devono essere un patrimonio prezioso per tutte quelle forze politiche che vogliono veramente costruire il bene comune piuttosto che favorire interessi particolari". "Adesso ripristinare in tempi rapidi e con tecnologie attuali la Fano Urbino - insiste Fabbri – significherebbe ricucire un territorio parcellizzato e offrire ai nostri cittadini un servizio di metropolitana leggera per gli spostamenti brevi, un'occasione per incamminarsi verso un modello di trasporto e mobilità sostenibile oltre che costituire un'infrastruttura fondamentale per il rilancio turistico di tutto l'entroterra".

 Da: Corriere Adriatico del 27/4/2015

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CONCORSO SCOLASTICO PER IL 100° DELLA FERROVIA: ECCO I VINCITORI

Eccezionali e sorprendenti lavori per la partecipazione al concorso per le scuole “ Gli studenti e il treno” indetto per celebrare il centesimo anniversario della ferrovia Fano- Fermignano. Domenica 3 maggio alle h 16:00 presso la Stazione di Fermignano avverrà la celebrazione dell’avvenimento con la mostra di tutti i lavori pervenuti e la premiazione, nella circostanza verrà effettuato l’annullo filatelico creato per l’occasione. I vincitori del  concorso designati dagli artisti Salvatore Monaco, Paolo Del Signore, Luca Giombetti (in arte John Betti), dal  giovane regista Nicola Sorcinelli, da Massimo Conti autore del libro “Traversine”  sono i seguenti: 

Per le scuole primarie

Vincitore disegni e sculture “Un ricordo lungo 100 anni” delle classi 2A e 2B della scuola primaria C. Ciavarini di San Liberio. Ist.  Compr. G. Leopardi, Saltara., per originalità nell’impostazione visiva e compositiva che non si limita al solo disegno, ma diventa spazio. Il treno stesso è il percorso del viaggio alla scoperta dei nostri luoghi, bene evidenziati nella caratterizzazione grafico pittorica. Interessante l’idea della diversa fruibilità dell’opera: da osservare e da giocare.

Menzione di merito “ Il treno dei desideri all’ incontrario non va” classe 4^ scuola primaria D. Raggi di Ponte Metauro. Circolo Didattico  “ San Lazzaro”, Fano, per aver realizzato con materiali di riciclo un delizioso treno giocattolo che permette di viaggiare con la fantasia.

Per le scuole secondarie di primo grado

Vincitore disegni e sculture “ Freccia stoffa verso Urbino” classe 3F Ist. Comprensivo  Matteo Nuti , Fano., per avere ben espresso l’idea di un treno vivo, creativo e piacevole. Ottima la ricerca dei materiali usati sia nella costruzione che nella decorazione della struttura.  Simpaticissimi i passeggeri che lo rendono giocoso e accattivante. Menzione di merito: “TG treno”  classe 3H Ist. Comprensivo  Matteo Nuti , Fano, per aver unito in modo creativo e non retorico ricerca storica e composizione visiva.

Vincitore poesie e racconti “ Littorina” di Chiara Talozzi classe 1C Ist. Comprensivo D. Bramante, Fermignano perchè l'autrice ha saputo restituire attraverso il resoconto di piccoli avvenimenti quotidiani il clima di un'epoca in cui il viaggio in treno sulla Metaurense  era una vera e propria esperienza di vita per molti adolescenti e un momento importante del loro percorso di crescita. 

Menzione di merito: “ Il treno” di Amina Sarout classe 1C Ist. Comprensivo D. Bramante, Fermignano, per la sottile ironia che pervade il testo.

Vincitore foto e videoclip “ Una storia spezzata, quando una volta c’era il treno” classe III C Ist. Comprensivo “Marco Polo”, Lucrezia di Cartoceto, per aver interpretato perfettamente le sensazioni che oggi trasmette il treno agli abitanti della Valle del Metauro  in un connubio di arretratezza dei tempi passati ed affezione per un modo di spostarsi oggi non più perseguibile. Il treno quei ragazzi non l’hanno mai visto passare per il loro paese e quindi possono solo basarsi sui racconti ed “ il sentito dire”,  nonostante ciò risalta un comune sentimento di simpatia e curiosità per questo pezzo di storia del loro territorio che anche i più scettici dubitano se sia corretto rimuoverlo per sempre. Il desiderio di riavere il treno nel proprio paese, espresso nel finale, rappresenta l’ottimismo, la speranza e i sogni che caratterizzano le nuove generazioni.

Menzione di merito  ex aequo  “Aspettando la littorina” classe 1^ C ist. Comprensivo Bramante, Fermignano e  “ Un treno per la fantasia” classe 3C ist. Comprensivo M. Nuti, Fano. In entrambi i corti c’è un impegno recitativo, la stesura di una piccola sceneggiatura, più stacchi della macchina da presa e quindi un montaggio. I ragazzi di “ Aspettando la littorina” si sono impegnati molto anche nei costumi ed è molto piacevole  la comicità delle signore anziane. In “ Un treno per la fantasia” si è apprezzato tantissimo che, attraverso personaggi del cinema già conosciuti, si è riusciti a trovare un legame e raccontare una storia arrivando esattamente all’intento del corto.  Da Associazione Ferrovia Val Metauro

Da: www.viverefano.com del 28/4/2015

http://www.viverefano.com/index.php?page=articolo&articolo_id=532916

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“Il treno che non c’è” nei racconti di chi lo ha vissuto

4 MAGGIO 2015

URBINO – I binari lungo la tratta Urbino-Fano ormai si notano a malapena. Lì dove un tempo c’erano passaggi a livello e stazioni, littorine e prima ancora locomotive a vapore, ora ci sono rotatorie, strade e bar. Quel treno che tagliava a metà la valle del Metauro i più giovani non lo hanno mai visto passare, mentre le istituzioni, nonostante il chiacchiericcio, fingono che non sia mai esistito. Eppure sono tante le persone che il 31 gennaio del 1987 pensano di aver perso qualcosa di importante. Quella sera gli urbinati hanno sentito per l’ultima volta il fischio che ha scandito tanti momenti della loro giovinezza. Ecco i ricordi degli uomini e delle donne che su quel treno hanno viaggiato per anni.

LA TIMELINE
“La bomba inesplosa”. Massimo Biagiotti, 75 anni, saldatore in pensione. “Lavoravo a Pesaro e per sei anni ho preso la littorina tutti i giorni. Mi ricordo come fosse ieri il periodo della guerra, proprio negli anni in cui è stata inaugurata la tratta Fano-Urbino. Nel ’44 c’era ancora il fronte e nella stazione di Fermignano c’era un enorme deposito di treni. Prima della ritirata i tedeschi l’hanno fatta saltare in aria, ma non con le mine. Hanno legato delle funi di acciaio alle colonne portanti della struttura, poi con dei trattori hanno fatto crollare tutto. Finito il fronte sono venuti degli artificieri da Torino per controllare la situazione, visto che si temeva che dentro ci fossero delle bombe. E infatti ce n’era una inesplosa, incastrata tra le macerie. Hanno rimosso l’ordigno, rischiando grosso perché nell’operazione hanno sfiorato il detonatore. Poi hanno tagliato i treni pezzo per pezzo per portarli via. Ma prima, noi ragazzi del luogo, dato che i soldi non c’erano, abbiamo smontato tutti gli oleatori dei bronzi per rivenderli. Finito il conflitto, tutto tornò alla normalità. Prendevamo il treno a vapore per andare a Cagli o a Urbania. Era stupendo, meraviglioso: attraversavi tutta la campagna perdendoti tra i suoi colori, con un tale panorama la stanchezza sembrava svanire. C’era sempre un sacco di gente, fin dalle prime corse. Le tre o quattro littorine, partite da Urbino, andavano via via riempiendosi e da Fermignano in giù spesso si stava in piedi.

L’ex stazione di Fermignano com’è oggi

Io partivo per Pesaro alle 5.30 del mattino e riprendevo il treno delle 18.30. Se lo perdevi eri costretto ad aspettare l’ultima corsa serale, verso le 22.30. Così tutti i giorni. Fino a quando, una mattina, aspetto invano la littorina. ‘Sarà in ritardo’ mi dice il capostazione. Poco dopo da Fano gli comunicano che la tratta era stata soppressa. Incredibile, nessun capostazione ne sapeva nulla, fu uno shock anche per loro. La colpa? Credo che tutto sia precipitato in seguito alle pressioni di Bucci, proprietario delle linee di autobus. Ha fatto di tutto per togliere il treno e avere così il monopolio dei trasporti lungo questa tratta. Infatti, il giorno dopo la chiusura, a Urbino e Fano sono spuntati numerosi pullman”.

“Al mare con la littorina”. Doriana Berretta, casalinga.

“Con i miei tre figli d’estate facevamo la tratta Fermignano-Fano per andare al mare. Il viaggio durava circa quaranta minuti. Dal ‘67 al ’75 li ho accompagnati io, poi i ragazzi hanno cominciato ad andare da soli. Facevo l’abbonamento mensile che costava circa duemila lire. Ricordo che, partendo all’alba, trovavamo sempre posto a sedere. Al ritorno invece, lungo il percorso che dalla spiaggia portava alla stazione, dicevo ai figli di affrettarsi a raggiungere il vagone, altrimenti si rischiava seriamente di stare in piedi. Custodisco gelosamente questi ricordi: il treno ha rappresentato molto per noi, scandiva le nostre estati. E i miei figli me lo ricordano quasi ogni volta che ci incontriamo”.

“Conosco ogni suo segreto”. Piergiorgio Sartori, 73 anni, ex capostazione di Urbino.

“Ho lavorato lì dal 1961 all’85, posso dire di conoscere ogni segreto della littorina. Anche per questo, due anni dopo, mi hanno chiamato per far partire l’ultimo treno. Era il 31 gennaio 1987. L’allora ministro dei trasporti, il socialista Claudio Signorile, firmò il decreto di chiusura della tratta per poi dimettersi il giorno dopo. Da quel momento nella zona è entrato in scena l’autotrasportatore Bucci che, essendo amico del vicepresidente del Consiglio Arnaldo Forlani, aveva avuto il via libera per sostituire con i suoi pullman le varie corse del treno, diventato, ormai, di secondaria importanza. La ferrovia è infatti stata bistrattata a tutti i livelli, politico in primis, e sono state prese decisioni difficili da capire. Come la ristrutturazione di tutte le stazioni – da Fermignano a Fano – compiuta nell’86, a pochi mesi dalla dismissione, per un costo complessivo di circa venti milioni di lire. Meglio la superstrada, si diceva, ma il progetto non fu mai portato a termine.

Piergiorgio Sartori insieme ad alcuni colleghi nel ’61

Il prezzo del biglietto? Dipendeva dalla tratta. Partiva da 100 lire se da Urbino si scendeva a Fermignano, 120 se la destinazione era Canavaccio, e così via fino ad arrivare a Fano. All’inizio il treno era sempre pieno, poi con il passare degli anni cominciò a svuotarsi. Il motivo? La velocità lungo il percorso era stata abbassata, rendendo più conveniente lo spostamento in pullman o in macchina, e le coincidenze saltavano troppo spesso perché si tendeva a dare la precedenza alla tratta adriatica, al ‘direttissimo’, all’epoca si chiamava così. Un aneddoto? Quando c’era la neve usavamo la locomotiva a vapore come spazzaneve. A volte, quando nevicava tanto, si stava lì tutta la notte, sia nelle carrozze che nelle stazioni. E non era piacevole: la nuova stazione di Urbino è stata costruita nel ‘75, prima era una catapecchia situata ancora più a valle, verso Fermignano.

“L’ho guidato anche io”. Paolo Piergiovanni, 60 anni, ingegnere.

“Dalla primavera dell’81 fino all’inverno dell’’83 l’ho presa tutte le settimane perché facevo pratica professionale in uno studio di ingegneria a Bologna. In questo studio si lavorava anche di sabato e il pomeriggio da Pesaro non c’erano altri mezzi più comodi e veloci per tornare a Urbino, quindi ero costretto a prendere la littorina. E qui iniziava la tragedia (ride, ndr), perché il viaggio durava un’ ora e 45 min. Tanti, forse troppi. Proprio per questo, non sapendo come ingannare il tempo, una volta mi sono messo a guardare il manovratore all’opera. Arrivati a Fossombrone mi chiede: ‘Vuoi guidare?’. Anche se un po’ spaventato rispondo di sì, e subito dopo mi siedo alla guida di questo strano aggeggio. Provando subito un grande disagio: il volante non c’è, al suo posto un manettino che serviva per aumentare o ridurre la velocità. Arrivati a un casello ferroviario tra Fossombrone e Fermignano, sulla strada ferrata vedo delle galline. Non sapevo cosa fare. ”Procedi come nulla fosse, abbiamo un orario da rispettare” mi dice il macchinista. Superato il punto si affaccia dal finestrino, guarda indietro e poi, girandosi verso di me, esclama quasi soddisfatto: “Ne abbiamo fatte fuori tre!”. Pochi minuti dopo siamo entrati nella stazione di Fermignano, dove solitamente il treno faceva una lunga sosta perché il macchinista doveva scendere a manovrare lo scambio, all’epoca non automatico. Poi si ripartiva. Arrivati a Urbino, non sapendo bene come funzionava la littorina, mi sono fermato troppo presto. Ma almeno ho portato i passeggeri a destinazione, sani e salvi. È stata un’esperienza unica.

“Galline nei vagoni”. Maria Ferretti, 80 anni, pensionata.

“La littorina era importante: o si prendeva quella o si andava a piedi. Per la fiera del due maggio permetteva ai contadini di venire a Fossombrone a vendere gli animali appena nati, li vendevano ai pussident, i padroni terrieri perché poi quei cuccioli venivano ammazzati per la mietitura. A maggio e a giugno si tagliava il grano e si chiamavano i braccianti a lavorare. La paga per i braccianti consisteva nel dargli da mangiare a colazione e a pranzo, poi la sera ricevevano qualche cento lire. Poi, il percorso della littorina è cambiato: prima della guerra collegava tutti i paesi dell’entroterra, poi molti tratti vennero bloccati e mai più aperti”.

“C’era solo il treno”. Irma Cadieracci, 77 anni, casalinga.

“La littorina era comodissima. Da casa mia andavo alla stazione di Canavaccio a piedi. Era un servizio utile soprattutto per noi donne perché negli anni Cinquanta e Sessanta non avevamo la macchina, i mariti lavoravano e l’unico modo per spostarsi era prendere la littorina. Per andare a Fossombrone partivo alle 9 e tornavo a casa alle 13, non è che avessi tante commissioni da fare, però ci voleva molto tempo.

Irma Cadieracci, a destra, insieme alla figlia e alla nipote

C’era una stazione ogni quattro o cinque chilometri, spesso il treno si fermava per aspettare le coincidenze con gli altri treni. Quando avevo mio figlio piccolo partivo insieme alle mie vicine di casa e andavamo al consultorio, dal dottore, a Fossombrone: io tenevo il bambino in braccio, invece la Lena, una mia vicina, che abita ancora vicino a me, aveva il passeggino per tenere il figlio. La littorina era comoda perché potevamo andare al mercato: il lunedì a Fossombrone e il venerdì a Fermignano, invece andare a Urbino era scomodo perché la stazione era in basso e per arrivare in centro bisognava prendere il pullman”.

“Comoda ma lenta”. Loredana Ugolini, 54 anni, professoressa universitaria.

“Ricordo la prima volta che andai in treno a Urbino. Dopo essere stati fermi per più di mezz’ora alla stazione di Fermignano il treno ripartì nel verso contrario. Io dovevo andare all’università e per un momento ebbi paura di aver sbagliato qualcosa. Invece, quando tornai a casa mio padre mi prese in giro perché ‘si sa che cambia il verso a Fermignano’. Era scontato per lui che faceva il macchinista, ma non per me che ero studentessa.

L’abbonamento del treno di Loredana Ugolini

Andare all’università con la littorina aveva dei pro e dei contro: era comodo perché il servizio di corriere, alla fine degli anni ’70, non era molto efficiente. Con la littorina però ci voleva molto tempo per arrivare. Io partivo alle 7 da Pesaro e arrivavo a Urbino verso le 9 o le 9,30 e una volta arrivati alla stazione dovevamo prendere l’autobus per arrivare in centro. La littorina era comoda per chi viveva nell’entroterra: da Pesaro partivano poche persone, però a Fossombrone, Fermignano, Canavaccio e negli altri paesini salivano moltissimi studenti e lavoratori. A me è sempre piaciuto quel treno:si potevano vedere i paesaggi e quello della Valle del Matauro è veramente bellissimo”.

“Il treno dei cornuti”. Luciano Ugolini, 82 anni, macchinista in pensione.

“Io, della tratta Fano-Urbino, ho guidato solo i treni a vapore nei primi anni ‘50. Trasportavamo soprattutto carichi merci e bestiami.

Il treno a vapore esposto all’ultimo carnevale di Fano

Mi ricordo che per il carnevale di Fano c’era un sacco di gente da trasportare durante tutta la giornata, arrivavano da tutte le parti, anche dalla Romagna venivano giù. Poi d’estate portavamo le persone al mare: facevamo il giro dell’entroterra, tra noi ferrovieri e macchinisti lo chiamavamo il treno dei cornuti perché salivano solo donne che andavano al mare mentre i mariti restavano a casa o andavano a lavorare”.

http://ifg.uniurb.it/2015/05/04/ducato-online/cronaca-ducato-online/il-treno-che-non-ce-rivive-nei-racconti-di-chi-lo-ha-vissuto/72928/

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FORZA ITALIA   ELISABETTA FOSCHI CANDIDATA FANESE

«Fano deve riavere ciò che le è stato tolto»

… «FOLLE – per Foschi – lo smantellamento della Fano-Urbino per farne una pista ciclabile, quando a livello europeo è possibile usufruire dei finanziamenti per il ripristino delle tratte ferroviarie. Non si comprende l’importanza dal punto di vista turistico di collegare Fano con Urbino» …

 Da: Il Resto del Carlino del 5/5/2015

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Presidente Spacca a Delrio:

«Si revochi il decreto dismissione Fano-Urbino»

La Regione ora spinge per riaprire la ferrovia

di LARA OTTAVIANI

IL PRESIDENTE Gian Mario Spacca e la giunta chiedono al ministro Delrio la revoca del decreto di dismissione della ferrovia Fano-Urbino: la richiesta, tramite lettera ufficiale del presidente, è partita ieri, dopo che la giunta regionale, ovvero gli assessori rimasti, ha votato la revoca dell’atto. A DARNE notizia, prima ancora del comunicato della Regione, è stata il consigliere uscente Elisabetta Foschi che con il sindaco di Urbino Maurizio Gambini aveva incontrato proprio Spacca ad Ancona lunedì. «Spacca ha dato subito seguito alla nostra sollecitazione e alla mozione che era stata votata dal consiglio regionale – spiega Foschi –: la lettera inviata costituisce un grande passo avanti e un atto fondamentale per l’entroterra, forse il più grande regalo alla ferrovia per i 100 anni dalla sua creazione, festeggiati appena domenica scorsa. E’ la prima volta, infatti che c’è un impegno politico in questo senso». 

NELLA LETTERA che il presidente della Regione Marche ha inviato al ministro delle Infrastrutture e Trasporti si legge: «Caro Ministro, facendo seguito alla decisione assunta in data odierna dalla giunta regionale, conformemente alla volontà espressa dall’assemblea legislativa delle Marche con la mozione n. 760 del 10 febbraio 2015, sono a chiedere la revoca del decreto ministeriale n. 430 del 15 dicembre 2011, inerente la dismissione della Ferrovia Fano-Urbino. Sarà cura del competente assessorato regionale provvedere ai rapporti con Ferrovie dello Stato, in relazione al trasferimento a titolo gratuito della tratta ferroviaria Fano-Urbino alla Regione Marche».

IL SINDACO Gambini si è espresso in più occasioni per sostenere la priorità della riattivazione della tratta e ora, sulla vicenda, propone una riflessione di carattere politico: «Il segnale che la Regione sta dando è chiaro: senza gli assessori del Pd finalmente si può lavorare per questa Provincia e per togliere il nostro territorio dal suo isolamento. Le infrastrutture che ci servono diventano un obiettivo possibile adesso – conferma Gambini –. Solo grazie all’uscita degli assessori del Pd è stato possibile attuare un atto che il consiglio regionale aveva votato da tempo e nonostante ci fossero le sollecitazioni di Carrabs e dei Verdi. Adesso si esplicita che il Pd, Ricci e Ceriscioli, quella parte che attualmente si candida al governo delle Marche, hanno impedito che si potesse proseguire il cammino per il ripristino della ferrovia Fano-Urbino e hanno invece sostenuto la pista ciclabile».              «ORA È PALESE chi vuole la ferrovia e chi, come il Pd, l’ha sempre osteggiata», chiude Foschi. MA ANCHE Gianluca Carrabs dei Verdi plaude la scelta: «Esprimo la mia grande soddisfazione. Sono promotore insieme ad Adriano Cardogna della mozione che ha dato l’avvio alla richiesta di revoca della dismissione della ferrovia e che oggi trova piena attuazione con la richiesta ufficiale che il presidente Spacca ha inviato al ministro Delrio. La riattivazione deve diventare una priorità anche per il prossimo governo regionale e ne sarò il garante affinchè ciò avvenga. Ho lavorato per questo obiettivo fino ad oggi e lo farò fino al raggiungimento dello scopo, in ogni sede opportuna».

Da: Il Resto del Carlino del 6/5/2015

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Centenario della ferrovia Metaurense

Doppio impegno per l’associazione FVM: celebrazione decennale 2005- 2015 della riattivazione della ferrovia Merano Malles (riaperta 5 maggio 2005) e Centenario 1915- 2015 della ferrovia Metaurense Fano - Fermignano ( inaugurata il 1° maggio 1915).
Non potevamo mancare al convegno organizzato lunedì 4 maggio per la ferrovia della Val Venosta, l’ing. Moroder ( progettista) e l’ing. Marco Stabile ( attuale responsabile della sicurezza e della gestione) per ben 5 volte sono stati relatori di punta ai nostri convegni. Grazie all’intelligenza ed alla lungimiranza degli amministratori della provincia di Bolzano, la loro ferrovia, ritenuta un ramo secco, è ora la spina dorsale del trasporto pubblico della Val Venosta e uno straordinario volano turistico.  
Domenica 3 maggio alla stazione di Fermignano si è celebrato il centenario della ferrovia Metaurense Fano Fermignano. Per festeggiarlo era stato organizzato  un concorso per le scuole primarie e secondarie di primo grado per lasciare che  la fantasia e la creatività dei cittadini di domani  descrivessero come vedono un'opera che fu il frutto della determinazione e dell'ingegno dei cittadini di 100 anni fa.
Eccezionali e sorprendenti i lavori  pervenuti e una commissione composta dagli artisti Salvatore Monaco, Paolo Del Signore, Luca Giombetti ( John Betti), dal giovane regista Nicola Sorcinelli, da Massimo Conti (autore del libro “Traversine”),  ha designato i vincitori.  
Il sindaco di Fermignano Giorgio Cancellieri, l’amministratore  unico Assam Gianluca Carrabs, il consigliere regionale Elisabetta Foschi, il responsabile della protezione civile di Fermignano Alessandro Cappucci, il presidente della commissione per la ferrovia del comune di Urbino Laura Scalbi ed il presidente dell’associazione FVM Carlo Bellagamba hanno premiato i vincitori.  
E’ stata innegabile l’emozione che la ferrovia ha suscitato in tutti i partecipanti alla manifestazione nonostante i quasi 30 anni senza treno. Vedere i ragazzi ed i bambini accompagnati dai loro genitori di Fano, di Lucrezia, di Montemaggiore, di Fermignano che tutti insieme celebravano la ferrovia è stata l’ennesima dimostrazione che la ferrovia unisce.  
Il lavoro che ha rappresentato di più questa affermazione è “Un ricordo lungo 100 anni” delle classi 2A e 2B della scuola primaria C. Ciavarini di San Liberio. Ist.  Compr. G. Leopardi, Saltara, vincitore per le scuole elementari. Un treno di scatole di cartone disegnato dai bambini che rappresentava un’ intera Vallata da Fano ad Urbino.  
Anche la cartolina celebrativa del centenario realizzata per l’annullo filatelico aveva le stesse intenzioni: fra  i monumenti più rappresentativi di Fano (l’Arco d’Augusto) e Urbino (i Torricini), ci sono i ponti: il ponte della Concordia di Fossombrone, il ponte e la torre medioevale di Fermignano e i ponti ferroviari di Urbino, perché i ponti vengono realizzati per collegare due zone separate. Le ferrovie sono molto più di un ponte, ricuciono ed uniscono  da sempre  intere territori e mettono in comunicazione le loro popolazioni.  
L’associazione FVM è orgogliosa di aver risvegliato in tutti questi anni di attività la consapevolezza di ciò che rappresenta il treno  ritornando allo spirito di 100 anni fa, quando politici illuminati ne compresero l’ importanza.  
Ci auguriamo che per le prossime elezioni regionali la ferrovia Fano-Urbino torni ad essere un obiettivo strategico della Regione Marche e sia la battaglia di coloro che si candidano per rappresentare il nostro territorio.  
Se così non fosse rassegniamoci all'idea che dietro tante belle parole (sviluppo e mobilità sostenibile, trasporti pubblici, riequilibrio costa entroterra, riqualificazione dei paesi, turismo) non c'è assolutamente nulla se non la volontà di perseverare  nel perseguire interessi che hanno umiliato un territorio importante come il Montefeltro e la Valle del Metauro. Da Associazione Ferrovia Val Metauro

Da: www.viverefano.com del 6/5/2015

http://www.viverefano.com/index.php?page=articolo&articolo_id=533976

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Le tante “battaglie” del Metauro

“Occorre una classe politica lungimirante, capace di anticipare i bisogni dei cittadini, in grado di pianificare lo sviluppo strategico di un territorio "

Che sia il 2015 l'anno buono per la nostra Valle per riconquistare quel primato che merita? Forse ci sono segnali all'orizzonte. Uno di questi è rappresentato dalla tenacia con cui un piccolo comune come Montefelcino ha deciso di affrontare la sfida di rievocare la Battaglia del Metauro, coinvolgendo gruppi nazionali di figuranti di grande prestigio e soprattutto sollevando un grande interesse verso questa manifestazione. Questa battaglia, combattuta nel 207 a. C. fra romani e cartaginesi, esattamente 2222 anni fa, è stata una di quelle che ha cambiato il corso della storia! L'obiettivo è creare un evento culturale di risonanza nazionale (ed ha le carte anche per diventare internazionale, se si lavora bene!). All'estero queste operazioni hanno un fortissimo impatto sul turismo cosa che non ci dispiacerebbe proprio. Grazie a questo tentativo, è una delle rare volte in cui si è parlato di unire i comuni della Valle in un progetto unitario. Montefelcino, nel suo piccolo, ha già avuto la capacità di coinvolgere altri sei comuni, tre Proloco, la Regione ed una serie di associazioni. Questo è un fronte! C'è poi da "lottare" per conquistare quella giusta visibilità che questo territorio merita: l'associazione dei giovani della BCC del Metauro ha accolto la provocazione lanciata dal Giornale di richiedere di integrare la dicitura del cartello all'uscita dell'autostrada di Fano, aggiungendo la dicitura "Valle del Metauro". Forma ma anche sostanza!

E ancora, c'è la possibilità, ma anche qui occorre un cambio drastico di mentalità, che questa valle sviluppi una mobilità moderna: il 100esimo compleanno della ferrovia Fano-Urbino potrebbe coincidere con un progetto di ripristino della linea rivoluzionando, in meglio, il sistema dei trasporti nella nostra provincia. Ma per fare tutto questo c'è una precondizione: avere una classe politica lungimirante, che sappia volare alto, capace di anticipare i bisogni dei cittadini, in grado di pianificare lo sviluppo strategico di un territorio. Questa è la vera sfida del voto del 31 maggio in cui non sono più ammesse deleghe in bianco e vanno lasciati a casa i "cercatori di voti" che hanno predato i territori come avvoltoi!

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Le schegge di Asdrubale

di Giampaolo Baldelli

ll Ceriscioli a Villanova di Montemaggiore a domanda risponde in politichese. La ferrovia Fano-Urbino si potrà riattivare dopo una attenta analisi dei costi benefici.

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UN TEMA SEMPRE DI GRANDE ATTUALITÀ

La Fano-Urbino come Godot

Il ripristino della tratta ferroviaria sembra imminente ma gli infiniti ostacoli ne ritardano l'attuazione - di SILVANO STELLA

Precisiamolo subito, a scanso di equivoci: Samuel Beckett non c' entra. Eppure la Ferrovia Fano-Urbino sembra una metafora della celeberrima opera del drammaturgo irlandese. In effetti, Aspettando Godot ti mette al cospetto d'una situazione esistenziale in cui attendi un evento apparentemente imminente. Ma che, in realtà, viene continuamente rinviato. Appunto come la ferrovia Fano-Urbino, interrotta nel lontano 1987.

Filosofia attiva

L'attesa, si sa, è un'attività filosoficamente passiva. Ma l'attesa del ripristino della tratta Fano-Urbino contiene qualcosa di altrettanto filosoficamente attivo. Perché esiste un dettagliato progetto dell'Associazione Ferrovia Valle del Metauro, consegnato recentemente al sindaco di Urbino, Maurizio Gambini. E dunque c'è chi, nonostante le immense difficoltà, continua a  crederci. Insomma, prima o poi, a dispetto del teatro dell' assurdo, Godot dovrebbe finalmente arrivare nella vallata del Metauro.

Ferrovie nella storia

Diciamolo: questi sono tempi incerti. Quasi sospesi nel limbo. Da un lato rimpiangi il passato, soprattutto ciò che funzionava. Dall'altro guardi in avanti, al futuro, sempre e comunque. Da un lato hai settemila chilometri di ferrovie dismesse che nel Novecento hanno avuto una storia importante. Dall'altro hai l'alta velocità, treni superveloci, tempi di viaggio dimezzati. E questo è il segno, ineluttabile, della modernità. Piaccia o non piaccia.

Passato, presente, futuro

Ma esistono realtà, strutture, ambienti, necessità completamente diverse, se non opposte. L'alta velocità si identifica con città e zone metropolitane. La piccola velocità, viceversa, si identifica con le piccole città, i paesi, la natura, l'ambiente. Entrambe possono benissimo coesistere. Perché entrambe hanno una funzione etica, sociale, economica.

Viaggiare lentamente

Confessiamolo: noi sosteniamo che si può viaggiare anche con dolce lentezza. Riattivare la Fano-Urbino , come altre tratte esistenti in Italia e in Europa, tra l'altro costituisce un riscatto per quelle realtà territoriali da tempo soffocate dalla crisi economica. E significa difendere la bellezza di quei luoghi che vengono deturpati dall'intenso, se non: eccessivo, traffico automobilistico. E significa togliere da un certo isolamento i centri abitati. Oltretutto, sui convogli ferroviari le persone possono conoscersi, dialogare, osservare i paesaggi, la natura dal finestrino.

Tratte riattivate

Aspettando Godot, ovvero la realizzazione della Fano-Urbino, c'è intanto una tendenza positiva. Molte piccole tratte ferroviarie sono state ultimamente riattivate. Per esempio la Merano-Malles in AltoAdige, la Spoleto Norcia-in Umbria e la Foggia-Lucera in Puglia. E, forse, anche altre che non sappiamo. E Siena, storica città universitaria, viene raggiunta col treno. L'esempio è emblematico per Urbino, altra città storica universitaria

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1915 -2015 Il concorso, la cartolina e l'annullo filatelico

CENTO ANNI FA LA COSTRUZIONE DELLA FERROVIA METAURENSE

FERMIGNANO -  Domenica 3 maggio alla stazione ferroviaria di Fermignano si è celebrato il centenario della ferrovia . Metaurense Fano-Fermignano  (1915 – 2015).

Per festeggiarlo l’Associazione FVM (Ferrovia Valle del Metauro) aveva indetto un concorso per le scuole secondarie e primarie  di primo grado per lasciare che la fantasia e la creatività dei cittadini di domani descrivessero come vedono un’opera che è stato il frutto della determinazione e dell’ingegno dei cittadini di cento anni fa. Il lavoro che ha vinto la competizione è stato "Un ricordo lungo 100 anni" delle classi 2A e 2B della scuola primaria  “C. Ciavarini" di San Liberio –Istituto Comprensivo "Leopardi" di Saltara. Un treno di scatole di cartone disegnato dai bambini che rappresenta l’intera Vallata da Fano ad Urbino. Per questo importante anniversario  è stata realizzata anche una cartolina con tanto di annullo filatelico: accanto all'arco di Augusto di Fano e alla facciata dei torricini del palazzo Ducale di Urbino sono stati raffigurati i ponti di Fossombrone e Fermignano che collegano idealmente due zone "separate", la costa e l'entroterra, ciò che rappresenta il collegamento ferroviario per la Valle del Metauro.

Da: Il Giornale del Metauro n. 133 del maggio 2015

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L’uomo di punta del centrosinistra è intervenuto ieri a Urbino nell’incontro organizzato dalla Federazione dei Verdi

Ceriscioli: “Noi abbiamo un programma chiaro”

Urbino. “Attraverso gli investimenti si rimette in moto il paese. Interventi su dissesto drogeologico, sul territorio e sulle peculiarità marchigiane. Bisogna mantenere questa peculiarità e identità e valorizzare i beni inestimabili culturali artistici e paesaggistici. Questo è il ruolo fondamentale che i verdi e gli ambientalisti avranno nel centrosinistra della regione Marche con il contributo di Gianluca Carrabs e Giobbe Covatta”. Apre così Angelo Bonelli, co-portavoce della Federazione del Verdi nel corso dell’iniziativa ‘Una priorità per il governo regionale’ a sostegno di Gianluca Carrabs e Luca Ceriscioli a Urbino. “Noi abbiamo un programma chiaro - ha iniziato il candidato governatore Luca Ceriscioli - con dei punti programmatici che vanno realizzati all’interno di una logica di sistema. Dobbiamo uscire dal mondo delle favole e del racconto e provare a cambiare le cose. Dico al sindaco di Urbino, che appoggiando Forza Italia ha finalmente gettato la maschera, che se crede di trovare in Spacca un difensore delle aree interne si sbaglia di grosso. Voglio ricordargli infatti che proprio uno degli ultimi provvedimenti di Spacca in giunta, relativo al Fesr, è stato quello di togliere milioni di euro alle aree interne, modificando un provvedimento del consiglio regionale che invece prevedeva un intervento di sistema sulla difesa del suolo su tutto il territorio. Un governo che modifica gli atti deliberati dal consiglio significa che quella struttura risponde ad altre logiche piuttosto che a quelle democratiche. E significa che questo presidente non è vittima del Pd ma è un governatore con una macchina regionale guidata da suoi fedelissimi”. Luca Ceriscioli ha elencato le priorità: “La difesa suolo è la più grande opera pubblica. Anche sulla mobilità sostenibile dobbiamo fare un salto di qualità. Sulla ferrovia Fano-Urbino non sono contrario a priori ma bisogna perseguire l’obiettivo giocandoci la partita su un terreno che sia sostenibile economicamente e realistico da realizzare. Come sulle piste ciclabili. Ho visto la mia città passare da 10 a 80kmdi piste ciclabili e ora ha il problema del parcheggio delle due ruote. Basta crederci ed essere concreti. Come per il trasporto merci. Il porto di Ancona e interporto non dialogano, ma insieme sono una grande potenzialità per spostare dalla gomma a ferro il traffico pesante”.

Da: Corriere Adriatico  del 18/5/2015

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Bene Comune: un voto di vero cambiamento

Il sodalizio censura l’operato di Spacca e del centrosinistra e stigmatizza il “salto della quaglia” dell’opposizione

“ …  Si è preferito invece investire risorse su grandi opere, costosissime e poco utili, come la quadrilatero, lasciando peraltro indietro la ferrovia Fano Urbino che potrebbe diventare lo snodo di una diversa politica culturale, turistica e ambientale di tutto il territorio”…

Da: Corriere Adriatico del 26/5/2015

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L'ESEMPIO DI ENTRAIGUES (FRANCIA) GEMELLATO CON FOSSOMBRONE
Savelli  “Hanno riattivato la vecchia ferrovia, bravi i nostri amici francesi”

FOSSOMBRONE Il tema del ripristino della ferrovia metaurense è stato nuovamente per parecchi giorni alla ribalta delle cronache giornalistiche grazie alla delibera presa dal consiglio regionale, ancorché con una maggioranza ibrida, con la quale ha deciso di impedire la dismissione della tratta Fano-Fossombrone-Fermignano Urbino da parte delle Ferrovie dello Stato e la sua messa in vendita. Ricordo che nel 2008 il consiglio provinciale aveva approvato alla unanimità la proposta della giunta Ucchielli, di cui allora facevo parte, di chiedere alle Ferrovie dello Stato, tramite la Regione, il ripristino della nostra tratta inserendola fra le opere ferroviarie principali. La giunta Ricci, senza  riportare specificamente l'argomento in consiglio provinciale, in seguito aveva deciso invece di procedere alla richiesta di dismissione della ferrovia, poi rettificata, limitandola cioè a parte della tratta (la Fano-Fossombrone) per farne una eventuale pista ciclabile. L'Associazione Ferrovia Metaurense si è strenuamente battuta contro tale ipotesi ed ha predisposto un apposito progetto di massima da finanziarsi con fondi europei, anche se con tale progetto resta irrisolto il nodo della sua prosecuzione da Fossombrone a Pergola per tornare ad avere lo sbocco a Fabriano e continuare verso Roma. Questa premessa per ricordare che una vicenda simile è accaduta nel dipartimento del Vaucluse e proprio ad Entraigues. Qui infatti passava la linea ferroviaria, merci e passeggeri, da Avignone a Carpentras che da parecchi decenni era stata disattivata. Forte è stato l'impegno del Comune di Entraigues per farla riaprire e collegar la anche alla nuova stazione ad alta velocità di Avignone. È bene precisare che dei sei comuni interessati alla tratta, solo due ci credevano davvero, due erano indifferenti e due decisamente contrari. Ma la ragion e il buon senso hanno infine prevalso. È accaduto così che nella mattinata del 25 aprile la delegazione forsempronese in visita per lo scambio del gemellaggio ha potuto assistere al passaggio dei primi treni veloci da e per Avignone , con fermata ad Entraigues, e constatare come la locale stazione sia stata potenziata con l'aggiunta di un apposito deposito in grado di contenere 16 biciclette per chi, sceso qui o in una delle stazioni dei vari comuni, abbia intenzione di proseguire in bici per scoprire i luoghi e il paesaggio. E' stato un momento molto emozionante constatare come la battaglia di un piccolo Comune sia riuscita a convincere le ferrovie francesi ad investire qualche milione di euro per ripristinare una ferrovia che era da tanti considerata ormai inutile. Oggi gli amici di Entraigues possono salire alla stazione del loro paese e giungere a Parigi o a Londra con il TAV. Davvero bravi i nostri amici francesi !

Da: Il Giornale del Metauro n. 134 – Maggio 2015

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Muoversi nella Val Metauro: l'incontro di M5S di Fano

Il Movimento 5 Stelle di Fano, organizza nella giornata di oggi, martedì 26 maggio 2015, un incontro dal titolo “Quale mobilità sostenibile per le nostre valli?”

Negli ultimi anni il tema della mobilità nella vallata del Metauro è stato trattato contrapponendo –forse al fine di celare il vero obiettivo - due idee di mobilità sostenibile. Noi crediamo fortemente che la risposta sia quella di una mobilità integrata, pubblica, sostenibile e solidale. Una politica della mobilità rispettosa dell’ambiente e rivolta alla realizzazione di qualità urbana si intreccia necessariamente con scelte urbanistiche di salvaguardia del territorio e deve essere basata sull’utilizzo di infrastrutture leggere e di spazi vivibili per pedoni e ciclisti. C'è un'idea che non ha mai attecchito in Italia, quella che se investi nella mobilità investi nel futuro dei territori, creando sviluppo e producendo ricchezza. In questa chiave vediamo possibile il ripristino della tratta ferroviaria dismessa “Fano – Urbino”, nell’ottica del riutilizzo in chiave moderna di infrastrutture esistenti e di pubblica utilità , alla luce anche di nuovi progetti avanzati da associazioni e cittadini. Tramite la realizzazione di piccole opere pubbliche quali il ripristino di tracciati dismessi che possono diventare metropolitane di superficie a costi molto contenuti (i 50 km della Fano Urbino costerebbero all’incirca quanto sono costati 5,4 km di terza corsia autostradale) è possibile realizzare un sistema capillare che favorisca la mobilità dolce ed ecologica, in stretto connubio con una rete di piste ciclabili locali dei vari comuni tra loro connesse che creino un sistema ciclabile generale, capillare e, dove possibile, alternativo al percorso carrabile. L’utilizzo inoltre di strade di campagna scarsamente frequentate opportunamente collegate permetterebbe una perfetta modalità di interscambio tra treno, bici e autobus, offrendo un servizio a valore aggiunto che una sola modalità di trasporto non potrebbe offrire. L’incontro si terrà nella sede di Via Nolfi 166 a Fano, alle ore 21, alla presenza dei candidati consiglieri per la Regione Marche della Provincia di Pesaro e Urbino. Tutti i cittadini e gli interessati sono invitati a partecipare. 

Da Movimento 5 Stelle

Da: www.viverefano.com del 27/5/2015

http://www.viverefano.com/index.php?page=articolo&articolo_id=537861

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Ferrovia Val Metauro: 'Nuovi treni sulla linea adriatica ma della Fano-Urbino neanche l'ombra'

Il nuovo treno “SWING” ATR 220 diesel dell’ Azienda polacca PESA sta effettuando in questi giorni delle corse prova sulla ferrovia Adriatica da Ancona a Pesaro. Ben 8 di questi treni entreranno in servizio entro il 2015 sulla linea non elettrificata Civitanova –Macerata-Fabriano  mandando gradualmente in pensione le gloriose Aln 668 (versione moderna delle Littorine) e portando una ventata di modernità anche sulla ferrovia al servizio di Macerata. 
Il parco dei nuovi treni regionali finanziati dalla Regione Marche sarà così completo: 4 treni JAZZ per le linee elettrificate e 8 treni SWING per le linee non elettrificate, da aggiungere ai 4 Minuetto in servizio ormai da alcuni anni. 
Ma ancora una volta il nostro entroterra non ha lo strumento giusto per allacciarsi a queste occasioni per avere servizi moderni ed attraenti per turisti e pendolari: una linea ferroviaria funzionante. Ad Ascoli si viaggia a ritmo di Jazz, a Fabriano accompagnati dai passi di un Minuetto ed ora anche a Macerata potranno spostarsi con lo Swing; il treno ad Urbino è invece un Requiem, a ricordo di una ferrovia ingiustamente sospesa e che ora lotta per affermare il proprio valore grazie ai sempre più numerosi cittadini che ne stanno prendendo consapevolezza. 
Se non bastassero i motivi addotti finora al ripristino della ferrovia Fano-Urbino  , eccone ancora un altro: tutte le aree  interne delle province marchigiane avranno il servizio potenziato e reso più appetibile con l’entrata in servizio di nuovi, moderni e confortevoli treni …tranne la Valle del Metauro e il Montefeltro. 
Veder passare il treno SWING per la stazione di Fano è quasi uno “sfottò”. 
Se non si torna indietro da decisioni prese illogicamente , senza alcuna motivazione tecnica e senza alcun confronto con il territorio, la Valle del Metauro , Urbino ed il Montefeltro  non avranno mai quello sviluppo sociale e turistico che grazie ad un servizio ferroviario moderno può essere motivo di speranza    per un territorio rinomato per le ricchezze culturali, artistiche e per le bellezze naturali  e la qualità delle tradizioni. 
Le nuove linee ed i nuovi treni non sono più appannaggio di Paesi esteri o Regioni a statuto speciale; il futuro è ora anche al servizio dei nostri concittadini marchigiani e la scusa della diseconomia ed impossibilità tecnica è sempre meno credibile. 
Le imminenti elezioni Regionali, che per competenza decideranno la sorte di questa linea, sono l’occasione irripetibile per ripristinare la ferrovia Fano-Urbino. 
In diversi schieramenti politici ci sono candidati a consigliere regionale che la sostengono, a riprova della mutata consapevolezza nei confronti di questo tema. Un pensiero va inevitabilmente anche alla linea di Pergola dove questi treni potrebbero, anche in virtù del loro numero, giungere senza problemi e che invece resta anch'essa silenziosa per scelte poco lungimiranti che rischiano di allontanare per sempre dall'entroterra Urbinate le "musiche dei trasporti futuri". 

Da Associazione Ferrovia Val Metauro

Da: www.viverefano.com del 28/5/2015

http://www.viverefano.com/index.php?page=articolo&articolo_id=538231

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Cercasi risorse per trasformare la vecchia ferrovia in pista ciclabile
I Comuni della Valle del Metauro bussano in Europa per reperire i fondi

La novità è destinata a fare grande rumore.

Proprio nel momento in cui sembrava che il silenzio fosse destinato a prevalere. I Comuni bussano in Europa, tramite il Gal Flaminio Cesano, cercando fondi e finanziamenti per trasformare la vecchia tratta ferroviaria Fano-Urbino in pista ciclabile. "Stiamo lavorando in questa direzione – spiega la prof, Marta Falcioni presidente dell'Unione Comuni Valle del Metauro e sindaco di Serrungarina - e la nostra adesione al Piano Integrato di Sviluppo ha un significato ben preciso, ovvero programmare In chiave intercomunale come scelta indispensabile per poter accedere ai finanziamenti. Un primo incontro lo abbiamo già  avuto con i diversi Comuni del  territorio. Cerchiamo di studiare la strategia migliore, quella che ci può portare a realizzare i nostri obiettivi".  Il Gal, Gruppo di azione locale, rappresenta il punto di riferimento per "andare oltre gli obiettivi del Piano di Sviluppo precedente, scaduto nel 2013. In quell'occasione si era andati  alla ricerca dei borghi rurali e delle loro esigenze per stimolare i residenti a rimanere nei loro luoghi d'origine. Abbiamo individuato Il borgo di Pozzuolo dove, con un finanziamento pari all'80 per cento, è stato possibile recuperare l'edificio della vecchia scuola elementare oggi sede delle Acli. Attualmente gli obiettivi che l'Europa suggerisce, come ho riferito anche in consiglio comunale, sono quelli in rete. E' il caso tipico del riutilizzo funzionale del tratto della vecchia ferrovia che interessa da vicino più Comuni. Gli stessi con i quali abbiamo cominciato a fare il punto della situazione". L'obiettivo "è quello di arrivare a redigere un progetto qualificante che a sua volta possa essere accettato e finanziato con i fondi europei di cui Gal è l'appendice funzionale sui nostri territori". Anche i Comuni dell'Unione Valmetauro, nella propria autonomia, hanno da tempo evidenziato l'intenzione di progettare alla stessa maniera come preannuncia il sindaco di Serrungarina che non a caso riveste anche la carica di presidente dell'Unione stessa. Novità si preannunciano dietro l'angolo. Le idee stanno coinvolgendo nel punto focale. Altre stanno per maturare.  Sarà una pista ciclabile "europea". Le aspettative non mancano. La strada scelta apre ampie possibilità. Ormai si parla di svolta rispetto al passato. In sede europea. la proposta della pista ciclabile. trova molti sbocchi. Così confermano i bene informati. I risultati non dovrebbero tardare ad arrivare. Praticamente sono dietro... l'angolo.    Roberto Giungi

Da: Flaminia news – Giugno 2015

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ASSOCIAZIONE FVM: “IL TURISMO FERROVIARIO ATTRAE”

Sabato 27 Giugno, sulla linea ferroviaria del San Gottardo, si è svolto un grande evento internazionale a celebrazione della storica linea montana capolavoro dell’ingegno umano e degli storici ma potenti treni che l’hanno percorsa. E’ stata una grande festa della ferrovia, come frequentemente avviene nel paese Elvetico, cui l’associazione FVM ha voluto prendere parte con una gita ufficiale per approfondire le tematiche sul turismo ferroviario.  Partenza sabato 27 giugno alle h 8. 40 dall’italiana Luino con treno storico dell’Associazione Verbano Express con trazione elettrica per raggiungere Erstfeld ( Svizzera) dove si è immortalato l’arrivo di due treni a vapore : il primo proveniente da Francoforte (doppia trazione) e l’altro da Zurigo ( titolare una locomotiva francese di costruzione canadese) con a bordo centinaia di turisti provenienti da tutta Europa.
Sosta fotografica per le operazioni di rifornimento d’acqua delle locomotive a vapore senza risparmiarsi nei movimenti di manovra con centinaia di fotografi all’opera.
Il viaggio di ritorno ha fatto tappa a Wassen per assistere dall’alto al transito dei treni a vapore sulle spettacolari elicoidali della linea ed infine da Faido il nostro treno si unisce a quello a vapore tedesco  per una spettacolare marcia parallela del treno italiano (unito a quello tedesco) con il convoglio francese per molti km fino alla definitiva separazione dei convogli e ritorno a Luino.

Alcune considerazioni: il turismo ferroviario attrae,  è altamente spettacolare e costituisce un evento culturale. Tutti i treni storici erano colmi di turisti; il tragitto nelle valli del Reuss e del Biasca era presenziato da centinaia di persone pronte ad immortalare e salutare il passaggio dei treni: sembrava il giro d’Italia!
I treni storici in Svizzera, Francia e Germania costituiscono un veicolo propagandistico ineguagliabile per i territori meta delle escursioni in occasione di sagre e manifestazioni, con rilevante risonanza e promozione a livello internazionale. I partecipanti (sui treni e non), come FVM, hanno pernottato negli hotel delle città di partenza e mangiato ad Erstefeld nei ristoranti, in stazione o nei banchetti di wurstel imbastiti nei pressi del treno (sui marciapiedi della stazione!!) creando certamente un indotto della manifestazione di tutto rispetto.  La possibilità di avere  uno strumento turistico di tale portata è una fortuna che pochi si possono permettere: noi potremmo avere questa fortuna perché abbiamo la ferrovia Fano Urbino che oltre al trasporto pubblico ha nel turismo il suo punto di forza, in un comprensorio ben più ricco di motivi d’interesse del pur magnifico Canton Ticino. Malgrado  le svariate  iniziative proposte da FVM con lo scopo di sensibilizzare la popolazione e gli amministratori  dei territori, ancora  si assiste ad una  apparentemente ingiustificata riluttanza  a riaprire la ferrovia , vero e sicuro volano per un sano sviluppo ambientale, sociale e turistico.

Sul treno la delegazione FVM ha condiviso il viaggio con Alessandra Miglio, l’Assessore al territorio di Luino, spontaneamente presente sul treno per provare come i vicini svizzeri valorizzano le loro linee ferroviarie. Invitiamo i nostri amministratori ad imitare questa lungimirante amministratrice pubblica. Solo sperimentando quello che altri hanno saputo fare si potrà giungere alla miglior soluzione anche per la nostra linea Metaurense. Per i confronti progettuali FVM è sempre a disposizione…ancora meglio per replicare esperienze come quella di Erstefeld con qualche curioso ed attento politico anche delle nostre terre. Associazione FVM Ferrovia Valle del Metauro

Da: www.occhioallanotizia.it del 1/7/2015

http://www.occhioallanotizia.it/associazione-fvm-il-turismo-ferroviario-attrae/

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Ferrovia, Macerata inaugura i nuovi treni mentre per la Fano-Urbino tutto tace

MACERATA – Mercoledì 16 luglio alle 11,15 dalla stazione di Macerata è partito verso Ancona, in viaggio inaugurale, il primo degli otto treni di ultima generazione SWING (ATR 220 fabbricazione polacca PESA) che entreranno in servizio lungo la ferrovia Fabriano – Civitanova. Alla cerimonia di inaugurazione e consegna mezzi ha presenziato l’amministratore delegato di Trenitalia Vincenzo Soprano, l’assessore regionale maceratese Angelo Sciapichetti, il presidente della provincia Antonio Pettinari, il sindaco di Macerata Romano Carancini e altre autorità.
Numerosi anche i cittadini e curiosi che si sono presentati in stazione per osservare il moderno Swing convoglio diesel destinato a viaggiare su tratte non elettrificate con un’offerta di 161 posti a sedere, 2 postazioni per mobilità ridotta tutti corredati da presa elettrica per computer, telefonini e altri dispositivi che può raggiungere la velocità di 130 chilometri orari. Sono inoltre installate sei telecamere interne e quattro esterne per garantire una videosorveglianza a 360°, e dei monitor e apparecchi audio per una migliore comunicazione ai passeggeri. Composto da tre carrozze è un convoglio con architettura open space per offrire un’esperienza di viaggio più gradevole e permettere una visibilità complessiva del treno.
Per il sindaco di Macerata Carancini per la qualità della vita delle persone si aggiunge un valore fondamentale: la mobilità. Finalmente mezzi dignitosi al passo con i tempi, ma non deve essere un punto di arrivo ma di partenza. Va oggettivamente riconosciuto che il treno è un mezzo di trasporto facile, semplice, immediato, economico alla portata di tutti. In termini di trasporto Macerata torna ad essere un luogo dignitoso con una propria identità.
Il presidente della provincia Pettinari ha ricordato il periodo in cui la ferrovia Civitanova-Fabriano ritenuta un ramo secco rischiava di essere tagliata ma l’amministrazione provinciale e le comunità locali convinsero le FS dell’importanza della linea per il loro territorio e parteciparono agli investimenti per l’abbattimento dei costi attraverso l’automazione dei passaggi a livello e delle stazioni. Ha altresì manifestato l’orgoglio di chi ha creduto nella ferrovia anche per la valorizzazioni degli eventi principali maceratesi allo Sferisterio con il treno della lirica. Altro aspetto fondamentale e il miglior servizio per gli studenti che frequentano l’università di Macerata e Camerino.
Per l’assessore regionale Sciapichetti un segnale forte su una linea giustamente criticata, finalmente per studenti e lavoratori e visitatori di Macerata condizioni migliori ma bisogna lavorare per rendere il servizio ancora più fruibile.
L’amministratore delegato di Trenitalia Soprano ha spiegato dell’importanza di rinnovare i treni per un migliore servizio. L’acquisto dei nuovi treni Swing è stato possibile grazie al contratto di servizio della Regione Marche con Trenitalia. Ha anche espresso i complimenti alla dirigenza regionale per la puntualità dei pagamenti.
Ovviamente alla cerimonia era presente una delegazione dell’associazione FVM che continua a non capire l’ arrendevolezza di tanti a non provare nemmeno a lottare per riaprire la ferrovia Fano Urbino constatando ancora una volta che la sensibilità e le spinte verso il miglioramento del trasporto ferroviario non appartengono solo alle regioni avanzate del Nord Europa o alla provincia autonoma di Bolzano ma ci sono anche nella nostra Regione Marche.
Lo SWING di Macerata è il sesto di un ordine di 40 treni in tutta Italia (otto dei quali destinati alle Marche) e la linea di Macerata è la seconda in Italia a beneficiarne (dopo la Aulla – Lucca). Le Marche infatti, insieme alla Toscana, sono tra le regioni più virtuose e come già fu per la Ascoli – Porto D’Ascoli che vantò il primo JAZZ d’Italia, ora la linea di Macerata può vantare uno dei Primi SWING. Durante l’estate si effettueranno anche lavori di ammodernamento del binario simili a quelli che potrebbero rimettere in attività la Fano Urbino.
Una regione virtuosa e lungimirante quindi ma a due velocità, quella del progresso e miglioramento che investe le province del sud con nuovi treni e linee potenziate. L’altra, quella della rassegnazione e dell’arrendevolezza nella parte nord che continua ad accentrare sulla costa ed in particolare a Pesaro servizi ed infrastrutture mentre l’entroterra deve lottare da solo per i servizi e collegamenti più elementari.
Ci auguriamo che l’onda di questa modernizzazione nel trasporto pubblico su ferro travolga a breve anche i paesi della Valle del Metauro ed Urbino, prima che per la ferrovia Fano-Urbino sia davvero troppo tardi.

Da: Il Giornale del Metauro - 18 luglio 2015

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I tempi sono maturi per una “via verde” nella valle del Metauro

Dopo 28 anni di inutili tentativi di ripristinare la ferrovia metaurense, è sempre più chiaro che la soluzione è una pista ciclopedonale che finalmente porrebbe rimedio al degrado delle strutture abbandonate e rilancerebbe lo sviluppo qualificato del territorio. E’ questa una scelta razionale, praticabile ed anche ampiamente condivisa: la vogliono 6 degli 8 Comuni direttamente interessati, gran parte delle associazioni ambientalistiche del territorio ed è suggerita da un’approfondita analisi costi – benefici prodotta alcuni anni fa da Regione Marche, Provincia e CCIAA di Pesaro e Urbino, Comuni di Fano, Pesaro, Fossombrone, Pergola e Urbino. Per questo è prevedibile che a breve i pubblici amministratori prenderanno  l’iniziativa in questa direzione, confortati da una serie di dati molto convincenti.

1. Il contesto locale, nazionale e internazionale è favorevole alla mobilità ciclabile

Pesaro è ai massimi livelli nazionali con la sua  Bicipolitana e insieme a Senigallia, Gubbio e Urbino sta portando avanti il progetto cicloturistico “Pedalando nelle terre del Duca”.

I Comuni del Gruppo di Azione Locale (GAL) Flaminio Cesano stanno cercando fondi europei per una ciclabile sull’ex ferrovia Fano-Urbino.

A livello nazionale il progetto “BicItalia” della FIAB, apprezzato dal Ministero dell'Ambiente, traccia 18 ciclovie tra le quali la Fano – Grosseto attraverso Cagli, Arezzo e Siena.

BicItalia rientra in Eurovelo, un progetto internazionale di 12 lunghi itinerari ciclabili europei per oltre 70.000 km.

In Italia sono già una sessantina le ex ferrovie trasformate in ciclabili e altrettante stanno per diventarlo; recentissima la Spoleto Norcia, su cui la Regione Umbria ha investito 3,5 milioni di euro; inoltre, si comincia a chiedere la ciclabile sulla ferrovia Pergola Fabriano da qualche anno inattiva.

La partenza del Giro d’Italia 2015 da Sanremo su un’ex ferrovia ha dimostrato le enormi potenzialità delle ciclabili di lunga percorrenza.

2. Sono molto incoraggianti le prospettive economiche

Il Parlamento europeo ha calcolato per il cicloturismo un giro d’affari di 44 miliardi di euro all’anno; la rete Bicitalia potrebbe fatturare 3,2 miliardi di euro l’anno sull'esempio del Trentino che, con 400 km di piste, produce un indotto di 100 milioni di euro/anno.

Studi specifici hanno documentato che il cicloturismo è praticato da persone con notevole propensione alla spesa, attente alla qualità dell’ambiente, attive anche in bassa stagione e in ambiti non toccati dal turismo di massa.

Un territorio culturalmente evoluto come quello del Metauro può attrarre notevoli flussi turistici col suo ricco patrimonio archeologico, monumentale, enogastronomico, ecc., collegato dal suggestivo  “brand” dell’antica via Flaminia che nella sua parte terminale può coincidere con l’ex ferrovia, con positive ricadute anche per la rivalutazione degli immobili interessati.

3. Le strutture di base per la via verde già esistono

L’ex ferrovia può diventare, oltre che una strada alternativa tra i vari centri abitati, un unico “parco lineare” almeno tra Fano e Fermignano; lo sono già le aree ferroviarie di Cuccurano e Fermignano e lo possono diventare facilmente Calcinelli, Tavernelle e Urbino; grazie alla ciclabile possono essere recuperate le stazioni abbandonate e fatiscenti di Calcinelli, Tavernelle e Calmazzo;    scomparirebbero lungo i binari le barriere che condizionano la circolazione e l’urbanistica, come ad es. a Tavernelle per il nuovo quartiere residenziale a valle della ferrovia; inoltre, la vegetazione (spesso eliminata con prodotti chimici dannosi per l’ambiente) può essere riqualificata per arredare gli spazi urbani ed extraurbani.

4. Insieme alla pista ciclabile si possono realizzare altre importanti opere pubbliche

Le attuali insufficienti connessioni ad Internet penalizzano in particolare le attività economiche che non possono competere ad armi pari con una concorrenza globale. Ad es., appena il 3% delle aziende agricole pesaresi è informatizzato, con disagi maggiori nelle zone interne con scarsa copertura web. Servono quindi “autostrade informatiche” efficienti, veloci e sicure per far viaggiare enormi quantità di dati.

Di recente una Camera di commercio marchigiana ha ritenuto conveniente un grosso investimento per la banda ultralarga che nella valle del Metauro si può fare presto e a basso costo sui circa 50 km abbandonati dell’ex ferrovia.

Inoltre, almeno da Ponte degli Alberi, una nuova conduttura idrica può sostituire quella esistente con probabili perdite in linea con la media dell’acquedotto (22-23%) ma soprattutto ha ancora tubature in cemento amianto che già altrove vengono sostituite per evidenti motivi sanitari.

La sinergia tra i vari soggetti interessati potrebbe garantire la contestuale realizzazione di più interventi, con enormi risparmi di burocrazia, tempo e denaro.

È quindi lecito sperare che presto l’ex ferrovia venga salvata dal degrado e restituita alla collettività anche grazie ad un accordo già in avanzata fase di definizione con RFI.  Trasformata in una moderna ed ecologica “via verde”, la nuova Fano Urbino favorirà lo sviluppo economico ed una migliore qualità della vita in tutta la valle del Metauro.

For.bici FIAB Fano

Da: Lisippo, Agosto 2015

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Ferrovia Fano Urbino – Secondo il consigliere Fabbri si potrebbe utilizzare la Macroregione

I 5 Stelle salgono sul treno: “Troveremo i fondi”

Il consigliere regionale dei 5 Stelle Piergiorgio Fabbri sceglie la strada della Macroregione Adriatico Ionica per trovare i fondi per la ferrovia. “Ho avuto il piacere di conoscere il direttore della Fondazione Ferrovie Italiane, l’ingegner Luigi Cantamessa, all’incontro organizzato dall’associazione Ferrovia val Metauro, con la presenza di amministratori e rappresentanti di altre associazioni, racconta Fabbri. “A bordo del motocarrello in dotazione a FVM si è percorso il tratto, verificando l’elevata qualità paesaggistica ed ambientale della tratta, oltre al buono stato strutturale di gallerie e ponti; Cantamessa si è mostrato particolarmente interessato all’ipotesi di riattivare il tratto Fossombrone – Fermignano – Urbino, ritenendolo  funzionale allo sviluppo turistico per l’interro territorio dell’entroterra. Durante l’incontro è emersa la volontà, trasversale a tutti i presenti, di instaurare un dialogo aperto a tutte le forze politiche, teso a rendere operativo il progetto di ripristino della intera linea ferroviaria, valutando anche la possibilità di inserirlo all’interno del quadro di finanziamenti europei accessibili mediante lo strumento della Macroregione Adriatico-Ionica, come da me suggerito – dice fabbri. Oltre ad un coinvolgimento regionale sulla tematica, saranno prese iniziative verso i Comuni interessati dal tracciato, atte a salvaguardare l’intera linea ferroviaria, con relative pertinenze e fasce di rispetto, da utilizzi impropri che potrebbero comprometterne il futuro ripristino”.  l. o.

Da: Il Resto del Carlino del 13/8/2015

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Un treno turistico per la Fano-Urbino?

di Redazione

FERMIGNANO – I giorni scorsi il direttore della Fondazione FS, ingegner Luigi Cantamessa, è venuto a far visita alla ferrovia Fano-Urbino. Appuntamento alla stazione di Fermignano dove, ad accoglierlo, oltre ai rappresentanti dell’Associazione FVM e delle Associazioni ambientaliste (FAI, Legambiente ed Italia Nostra), erano presenti il sindaco di Fermignano Giorgio Cancellieri, il sindaco di Urbino Maurizio Gambini e il consigliere regionale Piergiorgio Fabbri. La Fondazione FS è stata costituita nel marzo del 2013 con lo scopo di preservare e conservare a vantaggio delle generazioni future il patrimonio di storia e tecnica del trasporto ferroviario in Italia. Ha già individuato e messo in attività 4 linee ferroviarie, prive di trasporto pubblico regolare, nelle quali RFI, socio fondatore garantisce in regime di economia la manutenzione. Le 4 linee in grado di far conoscere itinerari inconsueti della nostra bella “ provincia italiana” sono: la Ferrovia della Val D’Orcia (51 chilometri) Asciano-Monte Antico, la Ferrovia del Lago (9 chilometri) Palazzolo sull’Oglio-Paratico/Sarnico, la Ferrovia del Parco (76 chilometri) Sulmona-Castel di Sangro, la Ferrovia dei Templi (10 chilometri) Agrigento Bassa-Porto Empedocle. Altre linee si prevede entrino presto nel circuito di itinerari turistici e culturali della Fondazione. 

L’ingegner Cantamessa, rilevando come il Ministro dei Beni Culturali ed Ambientali Dario Franceschini ha una forte sensibilità per queste iniziative, ha spiegato che un possibile iter per la preservazione e valorizzazione della Fano-Urbino possa essere un “Protocollo d’intesa” tra i Comuni e tutti gli Enti interessati, in primis la Regione. Il sindaco di Urbino Maurizio Gambini si è già detto disponibile a fare da iniziale capofila.Percorrendo il tratto da Fermignano ad Urbino, l’ingegner Cantamessa è rimasto affascinato dal paesaggio collinare ricco di vegetazione e dallo stato di conservazione delle opere d’arte. Al casello della Strada Rossa, mantenuto magnificamente dalla signora Antonia, per 40 anni casellante delle FS, a cui ha stretto con affetto la mano, è stato offerto un piccolo buffet di prodotti tipici locali. Di fronte all’esuberanza di fiori e colori a stretto contatto con la ferrovia, il commento è stato: “Questo non è un ramo secco, è un ramo fiorito!”.

Tutti i presenti, sottolineando  che la ferrovia Fano-Urbino non è una linea desertificata dai flussi di traffico viaggiatori ma potrebbe essere una vera spina dorsale del trasporto pubblico, hanno ribadito la necessità di evitare possibili compromissioni future. I treni turistici sulla ferrovia Fano-Urbino potrebbero essere dunque il primo passo verso una riattivazione totale della linea, ponendo fine ad una ferita inflitta al territorio. Il consigliere regionale Piergiorgio Fabbri ha individuato nella Macro Regione Adriatico-Ionica il canale privilegiato per ottenere potenziali finanziamenti dall’Europa. Concludiamo cedendo simbolicamente  il testimone  ai rappresentanti dei Comuni del territorio della Valle del Metauro per l’ennesima volta. A questo punto aumenta il grado di  responsabilità di ogni singolo amministratore locale che si trova, volente o nolente, di fronte ad un bivio: promuovere il proprio paese dal ruolo di “paese sconosciuto” a “borgo di eccellenza”  grazie alle sinergie offerte e legate ad un sistema di trasporto di prim’ordine (treno, bus, bicicletta e.. cavallo di S.Francesco) oppure vederlo inesorabilmente avviato alla decadenza ed alla povertà economica e culturale grazie a scelte miopi ed arretrate.  Associazione FVM Ferrovia Valle Metauro

http://www.pu24.it/2015/08/19/un-treno-turistico-per-la-fano-urbino/169534/

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Fondazione FS

«Ferrovia Fano-Urbino serve protocollo d’intesa»

Il direttore della Fondazione FS, ingegner Luigi Cantamessa , ha visitato la ferrovia Fano - Urbino. Ad accoglierlo, oltre ai rappresentanti dell’Associazione Fvm e delle Associazioni ambientaliste (Fai, Legambiente ed Italia Nostra) erano presenti il sindaco di Fermignano Giorgio Cancellieri, il sindaco di Urbino Maurizio Gambini ed il consigliere regionale Piergiorgio Fabbri. La Fondazione FS è stata costituita nel marzo del 2013 con lo scopo di preservare e conservare a vantaggio delle generazioni future il Patrimonio di storia e tecnica del trasporto ferroviario in Italia. Ha già individuato e messo in attività 4 linee ferroviarie, prive di trasporto pubblico regolare. L’ing. Cantamessa, rilevando come il ministro dei Beni Ambientali, Dario Franceschini ha una forte sensibilità per queste iniziative, ha spiegato che un possibile iter per la preservazione e valorizzazione della Fano-Urbino possa essere un “Protocollo d’intesa” tra i Comuni e tutti gli Enti interessati, in primis la Regione. Il sindaco d’Urbino Maurizio Gambini si è già detto disponibile a fare da capofila. I treni turistici sulla ferrovia Fano Urbino potrebbero essere dunque il primo passo verso una riattivazione totale della linea.

Da: Il Messaggero del 19/8/2015

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Il ministro Franceschini in visita a Fano: "Col Lisippo ci proviamo"

Tappa nella città della Fortuna dopo la firma del protocollo di intesa per la creazione di un Museo Diffuso Pesaro, Fano e Urbino

di Tiziana Petrelli

Fano (Pesaro e Urbino), 10 settembre 2015 - Si è conclusa a Fano la visita del ministro alla Cultura, al neonato Museo Diffuso della provincia di Pesaro e Urbino.  E' stato un tour de force quello di Dario Franceschini, ieri nella seconda e terza città delle Marche e nella culla del Rinascimento patrimonio dell'Unesco, per battezzare il biglietto unico per i musei di Pesaro, Fano e Urbino. Il titolare del dicastero delle attività culturali ha visitato le tre città in poche ore, in ognuna delle quali i sindaci hanno spinto il piede sull'acceleratore dei finanziamenti statali.

A URBINO

La lunga visita di Franceschini è iniziata ad Urbino, nella ex sala consiliare del Comune, con la firma del protocollo di intesa tra il ministro ai Beni e Attività Culturali, la Regione Marche (con il presidente Luca Ceriscioli), i Comuni di Urbino, Pesaro e Fano (rispettivamente rappresentati dai sindaci Maurizio Gambini, Matteo Ricci e Massimo Seri) per sancire la realizzazione e il sostegno di un progetto strategico di valorizzazione integrata del patrimonio culturale e di rilancio del turismo delle tre città. Gli altri obiettivi delprotocollo sono la definizione e realizzazione di: un calendario coordinato delle mostre e degli eventi culturali; piani strategici di sviluppo culturale condivisi anche al fine della creazione di un distretto turistico; progetti di mobilità integrata sul territorio legati alla fruizione dell'offerta culturale; politiche comuni di promozione e comunicazione dell'offerta culturale; progetti per la valorizzazione in ambito nazionale e internazionale dell'offerta culturale del territorio. Intanto si è dato il via al sistema dalla bigliettazione unica che partirà a novembre (il costo sarà compreso in un range dagli 8 a un massimo di 12 euro ma valido anche per mostre e contenitori): Pesaro mette in mostra i musei civici, casa Rossini, domus e, quando sarà pronto, l'altro percorso archeologico degli scavi di Colombarone; Fano propone invece la pinacoteca civica e museo archeologico con Santa Maria Nuova e in futuro la chiesa di San Pietro in Valle mentre Urbino la Galleria nazionale e la casa della poesia. Il ministro Franceschini ha subito premesso di sentire un forte legame affettivo con le Marche e in particolare con la terra pesarese per aver trascorso le estati dell’infanzia a Gabicce Monte e di conoscere perfettamente la ricchezza del patrimonio artistico e culturale della nostra regione. “Questo protocollo – ha detto – è in linea con i principi di fondo che ispirano il lavoro del Ministero ai Beni e Attività culturali con delega al Turismo. Separare Turismo e Cultura è ormai difficile, anzi è fondamentale far funzionare i Beni Culturali per attrarre flussi turistici. Ma che sia un turismo sostenibile in grado di conciliarsi con le fragilità dei nostri siti archeologici o dei nostri borghi storici attraverso politiche integrate. Occorre un’offerta integrata nella logica del coordinamento tra servizi, orari, attività, bigliettazione”. “La firma oggi di questoaccordo rappresenta un buonissimo esempio di sinergia tra Enti locali, Regione e Stato con una significativa valenza turistico-culturale che vogliamo estendere a tutto il territorio regionale – ha evidenziato l’assessore al Turismo e Cultura della Regione Marche, Moreno Pieroni -. Un modello sperimentale da seguire per diffondere una buona prassi e sviluppare progetti che vadano nella direzione della destagionalizzazione dell’offerta, della sempre più stretta connessione tra turismo e cultura”. Al termine della cerimonia di sottoscrizione dell’accordo, il Ministro si è recato a Palazzo Ducale – Galleria nazionale delle Marche, ad ammirare i capolavori di Piero della Francesca e di Raffaello accompagnato dal neo Direttore, Peter Aufreiter.  

 A PESARO

Nella sua breve permanenza a Pesaro, il ministro ha indossato i calzascarpe azzurri per infilarsi dentro la Domus di via dell'Abbondanza, si è meravigliato davanti ai mosaici del Duomo («bellissimi», il commento all'uscita davanti all'arcivescovo Piero Coccia) e a Palazzo Mazzolari Mosca, insieme al sindacoRicci e al vicesindaco Daniele Vimini ha consegnato, con pubblico elogio, attestati di benemerenza al maresciallo Carmelo Grasso del Nucleo tutela patrimonio culturale di Ancona e al cittadino Stefano Alessandrini per «elevati meriti» nel recupero dell'Ercolino, il bronzo-simbolo del sesto secolo avanti Cristo, trafugato nel 1964 dal Museo Archoelogico Oliveriano. “Troppo spesso si parla in questo Paese delle cose che non funzionano e troppo poco di quelle che invece funzionano, come i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio” ha fatto notare Franceschini elogiando pure Alessandrini che, consultando il sito della casa d'arte statunitense nel 2008, individuò l'Ercolino permettendo così alla Procura di Pesaro di avviare le procedure per la restituzione all'Italia. Poi, prima della virata finale al Conservatorio, il ministro ha goduto di un intermezzo rossinianoall'ingresso della casa museo di Gioacchino Rossini, dove è stato accolto da un'aria dalla Semiramide intonata dal soprano Giacinta Nicotra in accappatoio e turbante bianchi, sul balcone dell'edificio, con l'accompagnamento delle note di un pianoforte e delle voci di tre coriste dal palazzo di fronte. Franceschini, sorridendo divertito, ha immortalato la cantante con il suo smartphone, prima di entrare assieme al sovrintendente del Rossini Opera Festival, Gianfranco Mariotti. Sala ambisonica, tempietto rossiniano e sala dei marmi, nell'ordine, per il ministro che tirando un primo consuntivo, dopo Urbino e Pesaro: “Sono stato letteralmente 'bombardato' dalla bellezza. Ho pensato a Stendhal e alla sua sindrome. Fondatissima la candidatura al riconoscimento Unesco di città della musica. La sosterremo – ha detto pronunciando le parole 'Rossini', 'Rof', 'Conservatorio' –, insieme alle idee intorno al progetto, perché questa è la vocazione di Pesaro. Investiamo sulla creatività, sulle nuove generazioni, sulla contemporaneità. Non è una scelta alternativa: solo al Conservatorio Rossini ci sono 950 ragazzi”. E a margine: “Un progetto per i mosaici del Duomo? Ci lavoriamo”. Cercava la sponda Matteo Ricci: “Investiremo sulla musica. Vogliamo il riconoscimento dell'Unesco”. E poi l'annuncio: “L'obiettivo è trasformare in evento nazionale il 150esimo anniversario dalla morte di Rossini, nel 2018. Stiamo cercando di coinvolgere anche Giorgio Napolitano: per noi sarebbe un grandissimo testimonial. Conoscendo il suo legame con il Rof, siamo fiduciosi”.

A FANO

Nella città della Fortuna Franceschini è arrivato stremato e in ritardo. E' stata veloce ma proficua la sua presenza in città. I pochi minuti all'interno del Teatro della Fortuna sono bastati al presidente della Fondazione Catia Amati per illustrare l'integrazione già avvenuta nella programmazione della stagione di Prosa di Pesaro e Fano, così come la partecipazione di Fano alla Rete Lirica Regionale che permette alla città di produrre addirittura Opere liriche proprie. Prima di concludere il breve tragitto dalla pizza XX Settembre a via Nolfi per la visita al gioiellino barocco di San Pietro in Valle (“Cosa ci si farà qui dentro una volta finito il restauro?” ha domandato Franceschini al vice sindaco Stefano Marchegiani: “eventi culturali”) il ministro ha tirato nuovamente fuori il suo smartphone per immortalare la chiesa di San Francesco, indubbiamente il monumento che l'ha colpito di più (le tombe malatestiane quasi non le ha neppure guardate) per il suo impatto suggestivo. “Con il ministro abbiamo affrontato il tema della Romanità – ha detto il sindaco Seri al termine della visita turistica tra le bellezze fanesi – compreso il Teatro Romano che a breve entrerà nelle possibilità del Comune. Poi abbiamo parlato dei finanziamenti ai Carnevali storici: il nostro è il più antico d'Europa e ci candideremo per ottenere anche questo riconoscimento. Infine abbiamo puntato l'attenzione sul Lisippo di cui il ministro conosceva già bene la storia”. “Col Lisippo ci proviamo” ha detto Franceschini, mal celando la consapevolezza che quella è una strada che porta a sbattere contro un muro di gomma. Fano non ha neppure un museo adatto ad ospitarlo... e infatti gli amministratori della città si sono guardati bene dal portarlo in visita ai Musei Civici sebbene la sua auto abbia parcheggiato proprio lì a pochi passi dalla Corte Malatestiana. Prima di partire, tirato per la giacchetta dal sindaco Ricci sul tema della tratta ferroviaria dismessa tra Fano e Urbino, Franceschini ha sottolineato che “Il primo passo da fare è fare sistema, unire le forze per moltiplicare l'offerta. Poi discuteremo se fare la ciclabile o  (è nota la sua passione in questo senso, ndr) una ferrovia storica. Le ciclabili fatele sulla costa, che c'è già la Bari-Taranto”.  

 Da: www.ilrestodelcarlino.it del 10/9/2015

http://www.ilrestodelcarlino.it/fano/il-ministro-franceschini-in-visita-a-fano-col-lisippo-ci-proviamo-1.1285860

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Associazione FVM
Proposte per la Ferrovia

Lunedi 10 agosto il Direttore della Fondazione FS, Ing. Luigi Cantamessa , è venuto a far visita alla ferrovia Fano -Urbino.  

Appuntamento alla stazione di Fermignano dove, ad accoglierlo, oltre ai rappresentanti dell'Associazione FVM e delle Associazioni ambientaliste (FAI, Legambiente ed Italia Nostra) erano presenti il Sindaco di Fermignano Giorgio Cancellieri, il Sindaco di Urbino Maurizio Gambini ed il Consigliere regionale Piergiorgio Fabbri. La Fondazione FS è stata costituita nel marzo del 2013 con lo scopo di preservare e conservare a vantaggio delle generazioni future il Patrimonio di storia e tecnica del trasporto ferroviario in   Italia. Ha già individuato e messo in attività 4 linee ferroviarie, prive di trasporto pubblico regolare, nelle quali RFI, socio fondatore garantisce in regime di economia la manutenzione. Le 4 linee in grado di far conoscere itinerari inconsueti della nostra bella" provincia italiana" sono: la Ferrovia  della Val D'Orcia (51 km) Asciano-Monte Antico, la Ferrovia del Lago (9 km) Palazzolo sull'Oglio Paratico/ Sarnico, la Ferrovia del Parco (76 km) Sulmona -Castel di Sangro, la Ferrovia dei Templi  (10 Km) Agrigento Bassa-Porto Empedocle. Altre linee si prevede entrino presto nel circuito di itinerari turistici e culturali della Fondazione. L'ing . Cantamessa, rilevando come il Ministro dei Beni Culturali ed Ambientali, on.le Dario Franceschini ha una forte sensibilità per queste iniziative, ha spiegato che un possibile iter per la preservazione e valorizzazione della Fano-Urbino possa essere un "Protocollo d'intesa" tra i Comuni e tutti gli Enti interessati in primis la Regione. Il sindaco d'Urbino Maurizio Gambini si è già detto disponibile a fare da iniziale capofila. Percorrendo il tratto da Fermignano ad Urbino l’ing. Cantamessa  è rimasto affascinato dal paesaggio collinare ricco di vegetazione e dallo stato di conservazione delle opere d'arte. AI casello della Strada Rossa, mantenuto magnificamente dalla sig.ra Antonia, per 40 anni casellante delle FS, a cui ha stretto con affetto la mano, è stato offerto un piccolo buffet di prodotti tipici locali. Di  fronte all'esuberanza di fiori e colori a stretto contatto con la ferrovia, il commento è stato: "..questo non è un ramo secco, è un ramo fiorito". Tutti i presenti, sottolineando che la ferrovia Fano Urbino non è una linea desertificata dai flussi di traffico viaggiatori ma potrebbe essere una vera spina dorsale del trasporto pubblico, hanno ribadito la necessità di evitare possibili compromissioni future. Il treni turistici sulla ferrovia Fano Urbino potrebbero essere dunque il primo passo verso una riattivazione totale della linea, ponendo fine ad una ferita inflitta al territorio. Il consigliere regionale Piergiorgio Fabbri ha individuato nella Macro Regione Adriatico-Ionica il canale privilegiato per ottenere potenziali finanziamenti dall'Europa. Concludiamo cedendo simbolicamente il testimone ai rappresentanti dei comuni del territorio della Valle del Metauro per l'ennesima volta.  A questo punto aumenta il grado di responsabilità di ogni singolo amministratore locale che si trova, volente o nolente, di fronte ad un bivio: promuovere il proprio paese dal ruolo di "paese sconosciuto" a "borgo di eccellenza" grazie alle sinergie offerte e legate ad un sistema di trasporto di prim'ordine (treno, bus, bicicletta e … cavallo di S.Francesco) oppure vederlo inesorabilmente avviato alla decadenza ed alla povertà economica e culturale grazie a scelte miopi ed arretrate.   Associazione FVM Ferrovia Valle Metauro

Da: Lisippo, settembre 2015 

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Mozione n. 17 presentata in data 18 settembre 2015 a iniziativa dei Consiglieri Biancani, Traversini, Talè, Minardi “Linea Ferroviaria Fano-Urbino”

L’ASSEMBLEA LEGISLATIVA DELLE MARCHE

Premesso che: - la linea ferroviaria Fano e Urbino, di lunghezza km. 48+610, ad unico binario non elettrificato, realizzata tra il 1912 ed il 1916, completamente distrutta nella seconda guerra mondiale, ricostruita nel 1955, partiva dalla stazione di Fano ed arrivava ad Urbino dopo aver attraversato le seguenti località e stazioni: Rosicano, Cuccurano, Cartoceto, Lucrezia, Saltara Calcinelli, Serrungarina-Tavernelle, Montefelcino-Isola del Piano, Fossombrone, San Lazzaro di Fossombrone, Calmazzo, Canavaccio, Fermignano;

Rilevato che: - per la tratta in argomento era già stata accertata la sospensione dell'esercizio viaggiatori e merci con DM.110/T del 25 luglio 1986;

Rilevato altresì che: - l'amministratore delegato della società ferroviaria Italiana S.P.A., con nota prot. RFI/AD/A0011/P/2002/2543 del 20 dicembre 2002, ha comunicato la volontà del proprio Consiglio di Amministrazione di voler rinunciare alla concessione dell'esercizio della linea ferroviaria fra le stazioni di Fano e Urbino;

Considerato che : - l'Amministratore delegato di RFI Spa, ha fatto a suo tempo presente che il tracciato è caratterizzato da armamento inadeguato, da numerosi passaggi a livello non automatizzati e che le opere d'arte (ponti, viadotti, sottopassi, travate, gallerie e sottopassaggi) sono efficienti dal punto di vista strutturale, anche se non rispondono agli attuali standard di sicurezza per la circolazione ferroviaria;

Visto che: - a seguito della richiesta di RFI Spa, l'allora Direzione Generale per il Trasporto Ferroviario, ha attivato la procedura di dismissione prevista dal D.M. 138T del 31 ottobre del 2000 (Atto di Concessione), che regola la gestione dell'infrastruttura ferroviaria di interesse statale;

Considerato altresì che : - l'art. 2 della concessione prevede che “l'eventuale dismissione delle linee è autorizzata dal Ministro dei Trasporti e della Navigazione, sentiti il Ministero della Difesa e il Ministro del Tesoro, del Bilancio e della programmazione economica”;

Rilevato che: - con nota n. 349 del 25 marzo 2003, sono stati richiesti i pareri di competenza dei Ministeri designati ed è stata informata la Regione Marche dell'attivazione della procedura di dismissione della linea ferroviaria, perché esprimesse il proprio avviso in considerazione dei compiti inerenti i servizi di trasporto pubblico regionale e locale di cui al d.lgs 19/11/1997 n.422;

Rilevato altresì che: - con la stessa nota n.349/2003 il competente Ministero delle Infrastrutture e Trasporti ha informato la Regione Marche dell'esistenza di una viabilità alternativa al sistema ferroviario, nonché l'esistenza di un servizio bus con fermata in tutti i comuni interessati dalla tratta ferroviaria e del mancato interesse, della richiesta di tracce da parte delle società controllate da F.S. S.p.a. che effettuano trasporto passeggero e merci;

Visto che:

- con nota prot. n. 60657 del 19 maggio 2003 il Ministero dell'Economia e delle Finanze ha comunicato di non avere osservazioni sulla dismissione, con condizione che F.S. Spa assicuri di poter disporre di un servizio sostitutivo su gomma, qualora quello esercitato da privati venga soppresso o si manifesti insufficiente rispetto alla domanda;

- con nota A0011/P/2003/364 del 17 marzo 2003, R.F.I assicurava Ministero delle Infrastrutture e Trasporti che il servizio bus di linea era svolto dalla Ditta Bucci di Pesaro e finanziato dalla Regione Marche. Infine, con nota prot n. 44011/12.3/716 del 9 dicembre 2003, il Ministero della Difesa, Ispettorato dell'Esercito comunicava il proprio nulla osta;

- con nota n. 92/05/Seg. del 10/01/2005, indirizzata ad RFI, l'Assessorato Tutela e Risanamento Ambientale, Viabilità, Trasporti della Regione Marche, esprimeva interesse all'infrastruttura e chiedeva di soprassedere alla dismissione definitiva della linea e di acquisire in comodato gratuito dell'intero compendio. Alla richiesta della Regione Marche, con diverse ipotesi per l'utilizzo, si univano la Provincia di Pesaro e Urbino (nota del 18 gennaio 2005) con la previsione di riutilizzo in pista ciclabile del tracciato, alcuni Enti Locali, L'Associazione Nazionale degli Utenti servizi pubblici “ Assoutenti” che con nota del 04/04/2011 richiedeva il ripristino del servizio ferroviario;

- in ordine alle suddette richieste RFI Spa ha sempre escluso ogni tipo di investimento per il ripristino dell'esercizio, ribadendo ai diversi soggetti richiedenti la disponibilità a qualsiasi intervento volto alla cessione della linea, previo il perfezionamento della procedura di dismissione;

- conseguentemente, con deliberazione n. 217 del 11/06/2010 la Provincia di Pesaro Urbino ha chiesto al Ministero delle Infrastrutture di procedere alla dismissione della linea;

Rilevato altresì che:

 - con delibera della Giunta n. 1372 del 17/10/2011, la Regione Marche ha espresso il proprio parere favorevole alla dismissione accertando, tra l'altro, la presenza del servizio sostitutivo mediante autolinea finanziato dalla Regione stessa; Visto altresì che:

- il Decreto del Ministro n. 430 del 15/12/2011 ha, pertanto, disposto la dismissione della linea dalla rete ferroviaria statale in concessione ad RFI, rendendo di conseguenza possibile ogni utilizzo dell'infrastruttura da parte di Regione ed enti locali;

Visto: - che con mozione n.760 approvata in aula il 10 febbraio 2015 ad iniziativa dei consiglieri Cardogna, D'Anna, Solazzi, Binci, Foschi, Bucciarelli, fu espressamente fatta: "Richiesta di revoca del decreto ministeriale n. 430 del 15 dicembre 2011 e acquisizione a titolo gratuito della tratta ferroviaria Fano-Urbino da parte della Regione Marche";

Rilevato che: - con nota prot 0315133 del 05/05/2015, l'allora presidente della Regione Marche Spacca, dopo aver chiesto la dismissione con Decreto Ministeriale n. 430 del 15/12/2011, ha inoltrato richiesta di revoca del citato Decreto riferendo altresì che “sarà cura del competente assessorato regionale provvedere ai rapporti con ferrovie dello stato, in relazione al trasferimento a titolo gratuito della tratta ferroviaria Fano-Urbino alla Regione Marche”;

Rilevato infine che: - con nota ricevuta dalla Giunta Regionale Marche il 3 luglio 2015, in esito alla richiesta del Presidente della Regione Marche, la Direzione Generale del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti comunica che, in forza del decreto di dismissione della linea dal compendio di interesse statale, l'eventuale revoca dell'atto di dismissione, qualora possibile, comporterebbe il reinserimento della linea ferroviaria nell'ambito della concessione dell'infrastruttura nazionale e l'inserimento nei Contratti di programma tra Stato ed il Gestore dell'infrastruttura con gravosi oneri per entrambi i contraenti. Di conseguenza allo stato attuale la domanda di revoca non presenta i requisiti per l'accoglimento; Tutto ciò premesso

IMPEGNA

 il Presidente e la Giunta Regionale : - ad attivarsi con urgenza per avanzare, nelle forme stabilite dalla legge, secondo i principi di economicità, rapidità, efficacia e miglior contemperamento dei vari interessi in gioco, in forza del decreto di dismissione della linea dal compendio di interesse statale, la richiesta di acquisizione dell'intero compendio dell'ex ferrovia Fano Urbino, aree di sedime ed ex stazioni, (possibilità già espressamente ribadita nella nota del 3 luglio 2015, pervenuta alla Giunta regionale dalla Direzione Generale del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti) in modo da conservare il bene in mano pubblica e impedirne lo spezzettamento a vantaggio di privati, anche e sopratutto in considerazione del fatto che la Regione rappresenta a tutt'oggi l'unico ente pubblico territoriale in grado di acquisire la struttura.

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Mozione n. 18 presentata in data 28 settembre 2015 a iniziativa del Consigliere Fabbri “Ripristino della linea ferroviaria Fano-Urbino”

L'Assemblea legislativa regionale delle Marche

Premesso che:

- la ferrovia della Valle del Metauro (Fano-Fermignano) fu costruita dalle Ferrovie Padane, la tratta fino a Fossombrone fu completata nel 1914 e nel 1915 fu estesa fino a Fermignano con allaccio all’allora esistente ferrovia statale Fabriano-Urbino, inaugurata nel 1898;

- la linea ferroviaria Fano - Urbino, che percorre la provincia di Pesaro e Urbino per 48.7 km, fu sospesa al servizio viaggiatori con DM 110/T del 24/07/1986 dal 1987;

- esiste un atto di intesa del 9 marzo 2009 firmato tra gli altri dal Presidente del Consiglio e dal Presidente della Regione Marche nel quale si prevedeva, come ruolo strategico, il rilancio del sistema ferroviario nelle Marche e tra questi il ripristino della linea ferroviaria Fano-Urbino come servizio di metropolitana leggera, forma innovativa di trasporto;

 - la Provincia di Pesaro - Urbino, in data 30 marzo 2009 con delibera del Consiglio provinciale n. 15/2009 chiedeva alla Regione il ripristino della linea ferroviaria suddetta;

- il presidente della Provincia con nota P.G. 20401/10 del 08/05/2010 chiedeva di riprendere l’iter di dismissione sospeso dal 2005 per realizzare una pista ciclabile, ma contemporaneamente introdurre la previsione di una linea ferroviaria da Fano ad Urbino ex-novo;

- il 28 giugno 2010 la Provincia di Pesaro Urbino ha trasmesso alla Regione Marche e a RFI la delibera di Giunta provinciale n. 217 con cui si chiedeva di procedere alla dismissione definitiva con la concessione alla Provincia stessa dell’area di sedime per adibirla a pista ciclabile;

- la delibera di consiglio provinciale del 28 luglio 2011, Progetti per una Comunità + Felice, affermava che: “Per quanto riguarda il sud si prevede di individuare Urbino come polo ferroviario dell’entroterra, con collegamento alla Pergola – Fabriano - Roma attraverso un nuovo tratto Urbino - Fossombrone - Pergola. Tale tratto verso Roma si potrà poi completare in visione strategica con l’asse Fano - Urbino da realizzarsi ex novo lungo il tracciato della Fano – Grosseto (con l’utilizzo del vecchio tratto come pista ciclabile), per collegarsi poi, sempre lungo la Fano - Grosseto, ad Arezzo e quindi con l’alta velocità a Firenze. Tali scelte dovranno essere debitamente valutate dall’ Azienda Ferrovie dello Stato;

- il presidente della Provincia, con nota 71319 del 23/09/2011, ha invitato ulteriormente la Regione ad esprimere al Ministero il parere per la dismissione, comunicando anche l’approvazione del proprio piano strategico nel quale prevedeva l’investimento per una pista ciclabile;

- la Regione Marche, con delibera di Giunta Regionale n. 1372 del 17/10/2011 ha espresso parere favorevole alla dismissione;

- l’Amministrazione Provinciale di Pesaro e Urbino con nota n. 79799 del 25/10/2011 ha chiesto al Ministero delle infrastrutture il comodato gratuito della tratta;

- il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, con D.M n.430 del 15/12/2011, ha autorizzato la dismissione della tratta ferroviaria;

- il Consiglio Regionale delle Marche il 10 Febbraio 2015 ha approvato la mozione 760 impegnando il Presidente della Regione Marche ad attivare le procedure per revocare il decreto di dismissione ministeriale D.M n.430 del 15/12/2011;

- il presidente della Giunta regionale in data 05/05/2015, con lettera n. 315133 ha richiesto al Ministero delle Infrastrutture la revoca del decreto di dismissione n. 430 del 15/11/2011 in ottemperanza alla summenzionata mozione 760 del 10 Febbraio 2015;

- il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, in data 03/07/2015, con lettera n. 0002197, ha rigettato la domanda di revoca alla suddetta lettera n. 315133 del 05/05/2015, ritenendo che allo stato attuale tale domanda non presenti i requisiti per l’accoglimento;

Considerato che:

 - Ferrovie dello Stato Italiane ha deciso di investire sulla propria storia e cultura istituendo a marzo 2013 Fondazione FS, a cui viene affidata la responsabilità della conservazione e valorizzazione di materiale storico del Gruppo con lo scopo di preservare, valorizzare e consegnare integro, a vantaggio anche delle generazioni future, un patrimonio di storia e di tecnica, simbolo del progresso e strumento di rafforzamento dell’unità degli italiani;

- Fondazione FS ha già individuato e messo in attività 4 linee ferroviarie, prive di trasporto pubblico regolare, a scopo turistico. Le linee sono: la Ferrovia della Val D’Orcia (51 km) Asciano Monte Antico, la Ferrovia del Lago (9 km) Palazzolo sull’Oglio-Paratico/Sarnico, la Ferrovia del Parco (76 km) Sulmona –Castel di Sangro, la Ferrovia dei Templi (10 Km) Agrigento Bassa-Porto Empedocle. Anche altre linee si prevede entrino presto nel circuito di itinerari turistici e culturali della Fondazione;

 - il direttore della Fondazione FS ing. Luigi Cantamessa il 10 agosto 2015 (alla presenza del Sindaco di Urbino, del Sindaco di Fermignano, del consigliere regionale Piergiorgio Fabbri, del sig Danilo Alessandroni di Legambiente Urbino, della sig.ra Anna Ara Siccoli del FAI Pesaro Urbino, del sig. Carlo Bellagamba dell’associazione FVM ed altre persone) ha effettuato un sopralluogo sulla ferrovia Fano-Urbino, rimanendo affascinato dal paesaggio collinare ricco di vegetazione e dallo stato di conservazione delle opere d’arte, verso cui ha espresso pubblicamente un forte apprezzamento;

- il Ministero dei Beni delle attività culturali e del Turismo, l’11 aprile 2015, è entrato a far parte in qualità di Aderente Istituzionale della Fondazione FS per promuovere e valorizzare, utilizzando la mobilità dolce – tra cui rientrano a pieno titolo i treni turistici e storici - i luoghi della cultura nelle aree interne, meno note e davvero tutte da ritrovare, del Paese;

 - l´Italia e il suo Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, recependo attentamente le indicazioni del Documento Europa 2020, rilancia il turismo nel Paese in chiave di una forte vocazione sostenibile, intendendo per Turismo Sostenibile tutte quelle attività che si realizzano sul territorio, con l´obiettivo di tutelare, salvaguardare e riqualificare in maniera innovativa il patrimonio culturale, artistico, architettonico e umano per noi e per le generazioni future. Il Turismo sostenibile è dunque una strategia di sviluppo economico e sociale. Poiché i treni turistici svolgono un ruolo significativo all’interno della concezione di Turismo sostenibile delineata in Europa 2020, il Progetto di tutela e riqualificazione di alcune linee storiche, avviato dalle Ferrovie dello Stato con la costituzione della Fondazione FS, risponde pienamente ai progetti che questo Ministero ha deciso di valorizzare;

- il Ministro del MIBACT, on. Dario Franceschini, nella sua recente visita a Pesaro, Urbino e Fano del 9 settembre 2015 ha espresso, in maniera inequivocabile, la volontà di salvaguardare la linea ferroviaria Fano-Urbino,

- il ripristino di una ferrovia per treni turistici non comporta costi elevati in quanto non hanno bisogno di andare veloci come i treni commerciali. Di conseguenza, la stima dei costi di riattivazione e manutenzione ordinaria e straordinaria della linea Fano-Urbino a fini turistici risulta essere inferiore a quella di costruzione ex-novo e manutenzione di una pista ciclabile, ed è nettamente inferiore anche alla stima di 87 milioni di euro calcolata da uno studio della FVM per i costi di riattivazione manutenzione della linea ferroviaria a fini commerciali. Inoltre, il traffico turistico su rotaia, già per il fatto che richiede il pagamento di un biglietto, porta ai suoi gestori un indotto inesistente nel caso di una pista ciclabile;

- tale nuovo tipo di indotto turistico – culturale, proprio perché valorizza l’ambiente e il patrimonio su più piani, si sta affermando sempre più in diversi paesi europei, come confermato, ad esempio, da esperienze in Francia dove treni turistici trasportano ogni anno 3,5 milioni di passeggeri;

- il ripristino della ferrovia Fano - Urbino è chiaramente compatibile con l’istituzione di una pista ciclabile che affianchi la ferrovia in numerosi segmenti della tratta, favorendo le rotaie e le due ruote allo stesso tempo;

- la salvaguardia del tracciato ferroviario per treni turistici conserverebbe il bene in mano pubblica ed impedirebbe lo spezzettamento in mano ai privati;

- la salvaguardia del tracciato per i treni turistici porrebbe le basi future per un’eventuale riattivazione del traffico ferroviario commerciale, riportando in questa parte delle Marche un servizio pubblico essenziale, fortemente auspicato dall’UE nella sua programmazione 2014-2020, all’interno della quale sono stati stanziati per lo sviluppo del trasporto ecosostenibile di merci e persone consistenti fondi diretti e indiretti;

- la linea ferroviaria citata collega la Valle del Metauro ad una realtà urbana di eccezionale valore storico-artistico come Urbino, il cui centro antico è stato inserito dal 1998 tra i siti UNESCO, e rappresenta una meta turistica unica al mondo; è anche sede di un’antica e prestigiosa Università e di altre istituzioni didattiche superiori. L’infrastruttura diviene quindi di fondamentale importanza per fornire una soluzione sostenibile alla domanda di trasporto turistico e pendolare, favorendone ed assorbendone anche un eventuale notevole incremento;

- le città di Fano, Fossombrone, Fermignano, connesse direttamente alla ferrovia Metaurense hanno un patrimonio culturale, artistico, archeologico rilevante ma per difficoltà logistiche non hanno possibilità di sviluppare sinergie tra loro e con Urbino; fra l’altro da Fossombrone ad Urbino il territorio non è antropizzato e lascia intravedere paesaggi di superba bellezza;

- la posizione espressa recentemente da alcune istituzioni nazionali, regionali e locali, dal Sindaco di Urbino, di Fermignano, dall’ Unione Roveresca da altri soggetti ed Associazioni culturali e ambientaliste (FAI, Legambiente, Italia Nostra) è a favore del ripristino della Ferrovia Fano Urbino;

- l’eventuale abbandono definitivo della ferrovia Fano-Urbino comporterebbe l’impossibilità per la Provincia di Pesaro - Urbino di uscire dal suo isolamento ferroviario e solo mediante il suo recupero, la carenza di connessioni ferroviarie che caratterizza le alte-Marche può essere colmata;

- L’inserimento armonioso della linea nel paesaggio e la sua secolare presenza nel tessuto urbano sono garanzia di limitate interferenze con la popolazione residente e impatto ambientale praticamente nullo;

- il ripristino della ferrovia Fano - Urbino rientra a pieno titolo tra le azioni che potrebbero portare la Regione Marche a raggiungere i traguardi previsti dal protocollo di Kyoto, producendo grandi benefici per l’ambiente in quanto riconvertirebbe il trasporto su gomma in trasporto alternativo su rotaia;.

- sono mutate le condizioni socio-economiche del territorio della provincia di Pesaro e Urbino;

- sono mutate le strategie dei trasporti in ambito regionale/nazionale con particolare riferimento al comparto ferroviario;

- è mutata la consapevolezza della popolazione locale sull’importanza e sul ruolo della ferrovia Metaurense; - esiste la disponibilità di proposte progettuali di ripristino ed utilizzo polifunzionale della linea;

- l’economicità e la sostenibilità del riutilizzo di quanto già disponibile nel territorio è imprescindibile in un’ottica di sviluppo delle attività economiche e di salvaguardia dell’ambiente;

- alcuni dati che la suddetta lettera del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 03/07/2015 cita a motivazione del rifiuto di accogliere la domanda di revoca della dismissione, risultano obsoleti in quanto risalenti al 1986, e quindi non più riflettenti le reali condizioni del territorio interessato dalla tratta. In primis, risulta obsoleto il riferimento alla presunta “esistenza di una buona viabilità alternativa al sistema ferroviario”, poiché nell’ultimo trentennio lo stato del sistema stradale lì inteso si è progressivamente deteriorato, soprattutto nelle aree interne, a causa di un’insufficiente opera di manutenzione non solo straordinaria ma anche ordinaria, inoltre i flussi di traffico di auto private sono aumentati in modo esagerato proprio per l’assenza di un trasporto pubblico adeguato con ripercussione sulla qualità dell’aria e quindi sulla salute delle persone;

- il servizio bus privato, non essendo servizio FS, non fornisce agli utenti la possibilità di fruire di titoli di viaggio (biglietti, abbonamenti, ec… ), allora FS oggi Trenitalia, con i relativi vantaggi dati dalla disciplina della degressività tariffaria (come prevista dal Regolamento Condizioni e tariffe per i viaggiatori FS che è norma dello Stato) con conseguente aggravio di spese per le famiglie;

- la linea risulta completamente armata e integra per quanto riguarda l’armamento e le opere d’arte (ponti, gallerie, viadotti); sono intatte le stazioni, i binari di transito e di sosta, le banchine e i fabbricati accessori di stazione e il collegamento con la linea adriatica risulta ancora integro e funzionale; la corretta affermazione contenuta nella lettera succitata del 03/07/2015 che “le opere d’arte sono efficienti dal punto di vista strutturale”, contraddice perciò un’altra affermazione ivi contenuta relativa a paventati “gravosi oneri per il ripristino”;

- in tale lettera del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (03/07/15) non si accenna alla possibilità che la tratta ferroviaria Fano-Urbino venga concessa a un gestore altro rispetto a R.F.I., come è stato nel caso della tratta Merano-Malles, in tal modo recentemente ripristinata. L’acquisizione della tratta da un gestore altro rispetto a R.F.I., anche nel caso della Fano-Urbino come già per la ferrovia sudtirolese, renderebbe irrilevante il disinteresse o parere contrario di R.F.I. alla riattivazione ferroviaria tra Fano e Urbino;

 - la dismissione della ferrovia Fano-Urbino è palesemente in contraddizione con i contenuti e le finalità del POR FESR MARCHE 2014-2020, il quale ripetutamente menziona i danni economici, sociali e ambientali derivanti al territorio delle Marche dalla forte preponderanza in esso, negli ultimi decenni, del traffico di persone e cose su gomma, e il progressivo isolamento e impoverimento delle cosiddette aree interne, causato da un collegamento con la fascia costiera che non rispetta le attuali esigenze delle stesse (v. POR FESR MARCHE 2014-2020, passim);

- la dismissione della ferrovia Fano-Urbino, comunque la si consideri – come dismissione di un essenziale servizio pubblico e turistico, come rinuncia a un trasporto ecosostenibile o come cancellazione di una parte importante di storia culturale marchigiana – rappresenta per le Marche la perdita dell’opportunità di rilanciare il territorio interessato dalla tratta tramite un progetto organico di sviluppo sostenibile e innovativo, da realizzare possibilmente tramite la partecipazione ai bandi “Smart, green and integrated transport”, per attingere ai fondi europei diretti di Horizon 2020;

Tenuto conto che:

- la ferrovia Fano - Urbino può essere considerata come primaria infrastruttura tra costa ed entroterra capace sia di favorire il turismo che di ridurre allo stesso tempo inquinamento e traffico;

- lungo la Valle del Metauro vi sono insediamenti industriali che potrebbero, nella prospettiva di una riapertura della tratta anche a treni dedicati al traffico commerciale, rendere competitiva l’economia metaurense ed incrementare la coesione sociale, economica e territoriale;

- il trasporto su rotaia tra la costa e l’interno, anche nel caso dei treni turistici, favorisce l’alleggerimento dalle auto dei centri storici e la riduzione del problema dei parcheggi;

- è un’occasione irrinunciabile imbattersi nell’opportunità di riaprire una linea ferroviaria posta fuori servizio ma non smantellata, risparmiando sui costi di realizzazione ex novo, che attraversa e serve città d’arte, insediamenti industriali, artigianali e siti d’elevato pregio ambientale;

- la Provincia è un ente in via di smantellamento e la Regione, essendo pesantemente mutate le condizioni socio-economiche internazionali e nazionali tra il 2011 ed il 2015, si è in ultima istanza espressa contro la dismissione della tratta ferroviaria;

- in questo quadro, l’auspicabile riattivazione della linea Fano-Urbino rientra a pieno titolo tra gli strumenti di mobilità per raggiungere gli obiettivi del recente “protocollo di intesa” firmato il 9/9/2015 tra il Ministro dei Beni e Attività Culturali e del Turismo e i Sindaci delle città di Urbino, Pesaro e Fano par la “sperimentazione di un progetto strategico di valorizzazione integrata del patrimonio culturale ed il rilancio del turismo nei territori dei tre Comuni”;

- risulta evidente da tutte le suddette premesse e considerazioni che la riattivazione della tratta a fini innanzitutto turistici e, in un secondo tempo, anche commerciali nel senso di un pieno servizio pubblico, è vantaggiosa per tutto il territorio da esso interessato e realisticamente e concretamente fattibile, a fini turistici, in tempi brevi e a costi contenuti;

IMPEGNA la Giunta regionale:

 1) a proseguire le procedure necessarie alla revoca del decreto ministeriale n. 430 del 15 dicembre 2011 come previsto dalla mozione di Consiglio Regionale del 10 Febbraio 2015, nell’ottica di un ripristino della ferrovia;

2) ad agire, anche presso la Soprintendenza, per apporre un vincolo lungo il tracciato ferroviario, finalizzato ad evitare alterazioni/manomissioni paesaggistiche e funzionali;

3) ad avviare, sulla base del progetto preliminare dell’Associazione FVM/ Pegaso Ingegneria/Sistema Ingegneria, l’individuazione dei fondi per finanziare l’opera (Fondi Horizon 2020, Macro Regione Adriatico Ionica o altro) ipotizzando anche un ripristino “modulare” in prima battuta per traffico di treni turistici, e sul lungo termine per una piena funzionalità dell'intera tratta;

4) a convocare un tavolo tra Regione Marche, Provincia Pesaro e Urbino, Comuni interessati, Associazioni ed Enti interessati, Fondazione FS, Rete Ferroviaria Italiana e il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo per stabilire un crono-programma delle attività di ripristino e la ricerca dei fondi necessari;

5) a trasmettere copia del presente atto alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, al ministero dei Beni Culturali ed Ambientali, al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, alla società Ferrovie dello Stato Italiano, alla Rete Ferroviaria Italiana e alla Fondazione Ferrovie dello Stato Italiane.

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FVM sulla Fano-Urbino: “Il treno ‘fantasma’ fa ancora paura”

FANO – Il dibattito su “Ferrovia o pista ciclabile” ha preso di nuovo un’accelerazione con le dichiarazioni dell’Assessore Regionale Biancani e con l’incontro inserito nell’ambito delle Festa dell’Unità a Fano svoltasi il 19 e 20 settembre. L’Associazione Ferrovia Valle del Metauro interviene a proposito con una sua nota.

“Sono della scorsa settimana le esternazioni pro-treno fatte dal Ministro dei Beni Culturali ed Ambientali Franceschini in risposta alla proposta del Sindaco di Pesaro Matteo Ricci di convertire la linea ferroviaria per Urbino in una pista ciclabile.
Le parole del Ministro, fortemente propositive verso un ripristino della linea, quantomeno a livello turistico, hanno spiazzato tutti, persino i soci FVM che speravano in un appoggio alla loro lunga battaglia ma non si aspettavano tanta decisione. Il Ministro ha parlato infatti di tutela, vincoli ed interessamenti del suo dicastero alla questione onde scongiurare danni maggiori di quelli già fatti.
Evidentemente anche il Sindaco di Pesaro ed il suo entourage hanno sobbalzato all’idea di vedere scompaginati i loro piani. Piani sempre meno chiari. La ciclabile, ormai a sempre più persone, appare come sinonimo di opportunità di speculazioni edilizie nei pressi del tracciato e nei piazzali delle stazioni, di sanatorie di eventuali piccoli abusi perpetrati nelle sua vicinanze ma soprattutto conveniente coperchio di una rete di sottoservizi, in particolare un acquedotto al servizio di Pesaro.
Forse è per questo che il Sindaco di Pesaro, in occasione della visita dell’ on. Franceschini, era venuto a Fano a parlare di una valle che di certo non lo riguarda? O forse lo riguarda? Appunto i sottoservizi. E se nemmeno il palese intervento di un Ministro basta a rallentare simili convinzioni è evidente, che la posta in gioco è davvero grande.
Ma ecco che l’asso nella manica è già pronto da Luglio. Il rifiuto della revoca della dismissione, già ottenuto e segretato in perfetto stile PD pesarese. Sfoderato, per mostrare gli artigli, proprio dopo l’annuncio del Ministro e prima della Festa dell’Unità di Fano in cui si parlerà anche della “via verde del Metauro” o forse “via blu” se la si guarda un metro sotto terra…
E non basta, perché il documento non è firmato dal Ministro, ma da un suo funzionario. In effetti il ministro Delrio ed il suo vice Nencini non si erano sottratti recentemente a Fano ad una discussione per il treno, quindi si sono serviti dei tradizionali artifici ed amicizie a Roma per far passare, rapida ed in silenzio, la decisione che vuole essere la risposta al duro colpo incassato dopo le parole di Franceschini.
La realtà è che il treno fa paura! Fa paura ad una classe politica “Pesarocentrica” che teme lo sviluppo del territorio fuori dai suoi confini comunali e che trionfa inaridendo ciò che circonda il fortino ex capoluogo provinciale. Non passa l’abitudine di intervenire sui territori altrui, imponendo le sue scelte, per impoverirli e portargli via risorse. E non importa cosa ci sia sul piatto, avanti tutta! Tanto alla gente va bene ogni cosa.
Non a tutti per fortuna. Ieri ad Urbino, insieme al suo sindaco, si è riunita la Commissione per la ferrovia Fano- Urbino con proposte interessanti per rispondere colpo su colpo a questa entusiasmante battaglia che vede il treno non solo come oggetto ma come il simbolo di un territorio che lotta per migliorare la vita dei propri cittadini.
La Commissione si riunirà ancora nelle prossime settimane per proseguire nel lavoro fatto e per evocare ancora questo fantasma del treno che perseguita ed impegna il Sindaco di Pesaro, potente ed influente…ma ormai consapevole che la realizzazione della sua ciclabile non è e non sarà una comoda passeggiata”.

 Da: Il  Giornale del Metauro - 21 settembre 2015

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L'associazione Utenti Trasporto Pubblico in difesa della Fano-Urbino

In data odierna 21 settembre 2015 leggo con molta attenzione l'articolo:Ferrovia Valle Metauro - Il Treno Fantasma fa paura". Certo che fa paura alla Lobby politica col Sindaco di Pesaro Matteo Ricci in testa che politicamente parlando, prima ha rovinato la Provincia ed ora vuole rovinare anche la città di Pesaro. Mi viene da chiedermi quali sono questi alti politici che sostengono un Sindaco che vorrebbe avere ancora ragione su di di un terriotorio che non è più di sua competenza e che quando era Presidente della Provincia ha lottato strenuamente affinché avvenisse la dismissione. Inoltre un Sindaco che non dialoga neanche con le Associazioni competenti per paura di non saperlo fare.  Ma certamente con l'intervento del Ministro Franceschini e con l'appoggio di Associazioni, UTP in prima fila, Sindaci dei Comuni toccati dalla vecchia ferrovia e sponsor di un certo rilievo si può arrivare all'acqisizione del sedime da parte di RFI e poi fare un ammodernamento tipo tram-treno con collegamenti rapidi fra Urbino-Fano e Pesaro ed anche Fano-Ancona. Si potrebbe costituire  per la gestione integrata ferro-gomma, un Consorzio fra tutti i vettori che esercitano il servizio su gomma nella provincia di Pesaro, al quale potrebbero aggiungersi anche altre Società di Trasporto Pubblico. Ma a questo punto arriviamo ad un "ma" ed a una verità che putroppo è triste e dolorosa. I vettori dei servizi su gomma che operano nella Provincia di Pesaro sarebbero contro la riapertura della Ferrovia perchè potrebbe danneggiare i loro interessi. Ma evidentemente loro non hanno le idee chiare perchè un servizio integrato porterebbe sicuramente un beneficio economico e contemporaneamente potrebbe anche realizzare quella tanto sospirata idea della pista ciclabile cara all'attuale Sindaco di Pesaro. Sì, ai lati del binario potrebbe anche essere costruita una lunga pista ciclabile che collegherebbe le stazioni e gli utenti potrebbero raggiungere i piazzali delle stesse per ivi lasciare le bici e riprenderle al ritorno del viaggio.  Ultima cosa: i nemici della ferrovia sono anche tutti i coloro che potrebbero avere interessi privati per i terreni che la circondano e per i vecchi fabbricati di stazione che potrebbero rinascere a scopo di lucro. Ma, ecco che ancorea una volta la politica mette i bastoni fra le ruote e difende strenuamente tutti i coloro che vogliono distruggere il Trasporto Pubblico a discapito di un Ambiente pulito ed a favore di una grande massa di auto circolanti che ogni anno provocano milioni di malattie cardiocircolatorie e respiratorie con migliaia e migliaia di morti per queste patologie che hanno anche un elevato costo economico per la Sanità Regionale e Nazionale. La scrivente si augura che il Ministro Franceschini agisca nell'immediato innanzitutto per la revoca della dismissione della ferrovia. Nel contempo anche UTP cercherà di agire in tale senso presso RFI. Ricordiamoci che Urbino è una città Universitaria e sulla ferrovia rimodernata confluirebbe anche un notevole flusso di studenti universitari, oltre che potrebbe essere usata anche a scopo turistico.  da Associazione Utenti Trasporto Pubblico

Da: www.viverefano.com del 22/9/2015

http://www.viverefano.com/index.php?page=articolo&articolo_id=555297

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SALTARA
LE MAMME DI FACEBOOK HANNO INCONTRATO IL SINDACO UGUCCIONI

“Serve un parco per i bambini ed una viabilità più sicura”

 … Ci sarebbe inoltre la volontà da parte del comune di acquisire l'area della ferrovia per realizzare un parco, una pista ciclabile ed un percorso pedonale; altri comuni limitrofi sarebbero disposti a fare la stessa cosa. Ma, in questo caso, c'è da sciogliere il nodo politico sul ripristino o meno della ferrovia Fano Urbino. «Si è trattato di un incontro costruttivo –conclude Silvia Franceschetti - il Sindaco ha apprezzato la nostra voglia di collaborare. “Spesso - ci ha detto - vengono a chiedermi cose personali mentre voi venite a fare richieste per tutta la comunità e questo vi fa onore!”. Da parte nostra, siamo fiduciose ed attendiamo delle risposte entro l'anno, vorremmo davvero vedere realizzato questo parco per tutti i nostri bambini!»

Da: Il Giornale del Metauro n. 141 di settembre 2015

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I TRENI NON SONO SOLO DESIDERI…

Fabriano/Pergola – C’è chi crede nelle rotaie. Nostalgici? Assolutamente no. Gente piuttosto pragmatica che vuole che il treno conservi il suo ruolo sociale, e diventi quel “plus” turistico che fa la differenza. Anche perché viaggia in un particolare paesaggio. Il che accomuna le linee che collegano Fano, la Città della Fortuna ad Urbino, la Città dei Duchi; e quella che collega la Città del Gentile a quella dei Bronzi Dorati. Ragione per cui a difesa delle due tratte, c’è un’unica associazione. Si chiama Afvm, acronimo dell’Associazione Ferrovia del Val Metauro, e Gianni Pesciarelli ne è uno dei soci simpatizzanti più attivo. “E’ dal 1980 che combatto per difendere la Fabriano- Pergola. Oggi posso dire che la politica, un vero tavolo di confronto, non lo ha mai voluto fare. E non siamo stati nemmeno aiutati dai sindacati dei ferrovieri che ci hanno chiamato solo quando l’officina era a rischio chiusura”.
E’ amareggiato Gianni. Così amareggiato che ha deciso che è l’ultima intervista che rilascia sul caso Fabriano-Pergola . “In fondo, a nessun importa di valutare, dati alla mano, cosa è possibile realizzare e quello che non si può fare e soprattutto mantenere.”

E tutti i torti, non ha. Soprattutto se quel caso “Fabriano – Pergola”, lo si legge con una speciale lente d’ingrandimento. Quella che evidenzia quanto si è fatto poco – e non nei momenti giusti – per dare a quel territorio che corre per l’entroterra, una sua viabilità vera sia su strada, sia su rotaia, svelando alla fine che quel famoso distretto industriale non è mai esistito nella sua dimensione viaria ed era solo nel Dna dei suoi vecchi imprenditori. “Il Fabriano-Pergola – spiega Gianni – ha ancora un ruolo come treno passeggeri”. Insomma è un mezzo economico in totale sintonia con l’ambiente che potrebbe essere il perno su cui improntare logiche di movimentazione delle persone e delle merci. “Organizzare le linee dei pullman, mettere stazioni con parcheggi capienti e studiare gli orari sui bisogni reali dell’utente, riduce il traffico, abbassa le polvere sottili e limita i rischi d’incidenti”.

Programmi, business plan ci sono. Coinvolgono perfino l’Esercito Italiano ed il Genio Militare. Perché quelli dell’Avfm sono quasi tutti professionisti, professori, dirigenti che hanno una locomotiva nel cuore ma soprattutto in testa tanti numeri. Calcoli e dati tecnici che, contestando lo studio della società anconetana sulla non economicità della linea Fano-Urbino, sono riusciti ad annullarne la dismissione. Cifre che sono le loro armi per contrastare le Green Way vale a dire la trasformazione delle rotaie in piste ciclabili.

La loro azione è tale che nel 2011 sono riusciti a fare viaggiare, da utenti, i vertici amministrativi della viabilità di tutte le provincie delle Marche sulla linea ferroviaria Merano-Malles in provincia di Bolzano. Un tratto che, secondo l’Associazione, potrebbe essere imitato dalle linee ferroviarie che corrono sulla dorsale appenninica marchigiana.  “A Bolzano, sul tratto visitato dai marchigiani, spiega Gianni, ogni giorno viaggiano 3000 persone. Il treno, silenziosissimo, è come una metropolitana a cielo aperto, ha prezzi agevolati per chi sosta negli agri-turismi, trasporta biciclette, si ferma in stazioni alimentate con energie geotermiche e garantisce il collegamento con 250 corse di autobus in sosta proprio sotto la pensilina dove si ferma la carrozza.”  Un sogno su rotaie… però difficile da calare nella nostra realtà.

“Poi, la Fabriano-Pergola, con la concentrazione della produzione su Melano deciso dalla Whirlpool-Indesit avrebbe ancora più valenza sociale. Inoltre sfruttata con i  treni a vapore arricchirebbe e renderebbe unica l’offerta del comprensorio.  Abbiamo un vantaggio – aggiunge- che la Fondazione delle Ferrovie dello Stato ha concesso a Fabriano un deposito di locomotive con tutti gli arnesi e personale specializzato. E’ tutto da organizzare. Ma l’esperienza di un viaggio in treno a vapore organizzato dal Dopo Lavoro di Fabriano con un gruppo  di Americani ed un altro d’Inglesi ha dato risultati ottimali. C’è da creare un polo didattico ed intelligente. Polo su cui Giancarlo Bonafoni, il presidente del Dopo Lavoro ferroviario e del museo della locomotiva sta lavorando preparando un progetto sul tratto con tappa a Sassoferrato, Cabernardi e Pergola. Comunque – conclude – nessuno ha mai voluto potenziare questa linea. Nemmeno Gian Mario Spacca e Luigi Viventi che avevano padri che si sono costruiti la loro pensione su questo tratto”. E nell’interrogarsi sul perché non si è mai ritenuto importante un collegamento diretto tra Civitanova Marche e Pergola con tutte le agevolazioni per chi frequenta le università di Camerino e Urbino, Gianni  alza le spalle e fa notare che nella nostra regione ci sono ben 48 agenzie di pulman.

Véronique Angeletti 

http://www.civetta.tv/2015/10/14/se-i-treni-sono-desideri-allora-facciamo-il-punto-e-per-bene/ 

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Fano. Il PD chiede alla Regione l’acquisto della tratta Fano-Urbino. Per farci pista ciclabile? 

23/10/2015.   Presentata in Regione e prevista all’ordine del giorno per martedì prossimo una mozione a firma dei Consiglieri PD Biancani, Traversini, Talè, Minardi sul tema controverso della Linea Ferroviaria Fano-Urbino. Nel testo si chiede – di attivarsi con urgenza per avanzare, nelle forme stabilite dalla legge, secondo i principi di economicità, rapidità, efficacia e miglior contemperamento dei vari interessi in gioco, in forza del decreto di dismissione della linea dal compendio di interesse statale, la richiesta di acquisizione dell’intero compendio dell’ex ferrovia Fano Urbino, aree di sedime ed ex stazioni, (possibilità già espressamente ribadita nella nota del 3 luglio 2015, pervenuta alla Giunta regionale dalla Direzione Generale del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti) in modo da conservare il bene in mano pubblica e impedirne lo spezzettamento a vantaggio di privati, anche e sopratutto in considerazione del fatto che la Regione rappresenta a tutt’oggi l’unico ente pubblico territoriale in grado di acquisire la struttura.  Se da una parte è un bene che la Regione come ente pubblico ne diventi unica proprietaria, dall’altra è il fine che ci preoccupa. Infatti intorno alla possibilità del recupero della ferrovia si è ormai creato un enorme consenso trasversale. Sempre di più, grazie a tanti esperti intervenuti in dibattiti e convegni organizzati da Ferrovie Val Metauro, si è dimostrato con carte alla mano le grandi opportunità che si potrebbero sviluppare in seguito al ripristino di una importantissima infrastruttura. Ma se il fine dell’acquisto è la trasformazione della tratta in pista ciclabile e sotto ad essa magari gasdotti ed altri servizi che fanno gola a qualche grande società, tutto ciò diverrebbe quasi comico. Urbino e il territorio non hanno certo bisogno del turismo stagionale di qualche cicloamatore ma di un target molto più ampio che solo una ferrovia moderna potrebbe creare.    di Roberto Zaffini

http://giornalesm.com/fano-il-pd-chiede-alla-regione-lacquisto-della-tratta-fano-urbino-farci-pista-ciclabile-di-roberto-zaffini/

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IN REGIONE LE MOZIONI SULLA FERROVIA FANO-URBINO, I TIMORI DELL’ASSOCIAZIONE FVM

 Valle del Metauro (PU) – Torna in Consiglio Regionale la ferrovia Fano Urbino: martedì prossimo verranno votate due mozioni contrapposte: la n°17 del PD a firma dei consiglieri Biancani, Minardi, Traversini, Talè proponente l’ acquisito da parte della Regione per salvaguardare la ferrovia mediante la realizzazione di una pista ciclabile e la n° 18 del consigliere Fabbri ( Movimento 5 Stelle) che ne chiede la riattivazione ferroviaria con iniziale uso turistico.   “La votazione ha un esito scontato – scrivono dall’associazione ferrovia Valle del Metauro – a meno che il PD non ritiri la sua mozione: i 5 stelle immediatamente farebbero altrettanto, ma sicuramente non ci sarà alcun ritiro, ancora brucia la sonora sconfitta di appena 9 mesi fa nella quale il PD fu messo in minoranza con la mozione 760 dei Verdi che ne chiedeva la riattivazione. Il PD sembra seriamente preoccupato delle sorti della ferrovia Fano Urbino e paventa la vendita ai privati con effetto ‘spezzatino’ del sedime. Per questo chiede che la Regione acquisisca la tratta. In realtà però il grande rischio di smembramento non sembra credibile perché FS non ha mai fatto dichiarazioni pubbliche sulla volontà di vendere a privati ed anzi se non fosse stato per la richiesta di dismissione da parte di Ricci la linea sarebbe ancora li tutelata al 100% e gratis”.
“Un dubbio si affaccia nella mente di un comune cittadino informato sul caso: per quale motivo il massimo esponente del PD pesarese, attuale sindaco di Pesaro, fin dal 2010 si è adoperato con ostinazione per decretarne la morte tramite la dismissione? Non si rendeva conto, il nostro, delle conseguenze negative inflitte al territorio da una simile, sciagurata decisione? La provincia di Pesaro ed Urbino nel 2013 ( sempre gestione Ricci) ha chiesto ed ottenuto in comodato d’uso gratuito il tratto Canavaccio-Urbino; pertanto se si chiedesse l’estensione del comodato fino a Fano non servirebbe acquisire la tratta con inutile esborso di soldi pubblici ed il problema dell’eventuale vendita sarebbe risolto, però il PD questa strada non la vuole percorrere in quanto intenzionato ad acquisirla a tutti i costi. Nella mozione 17 non specifica neanche acquisizione ‘a titolo gratuito’ perché teme di avere dei vincoli”.

“Sorge, quindi, spontanea la domanda: come si spiega un tale accanimento? Perché i pesaresi sono così determinati ad entrare in possesso di un bene che non rientra nel loro territorio? La risposta è una sola (lo capirebbe anche un bambino): solo attraverso la proprietà acquisita ed esclusiva se ne può disporre a libero piacimento: vendita ad una multiservizi? Vendita ai privati delle aree di stazione?”.  “Così, dopo la dichiarazione a favore della ferrovia del Ministro dei Beni Culturali Ambientali e del Turismo On. Franceschini durante la recente visita al territorio, dopo il sopralluogo del Direttore della Fondazione FS Cantamessa sulla ferrovia in oggetto, dopo le dichiarazioni del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e del Presidente FS Michele Mario Elia al Meeting di Rimini in cui hanno affermato che oltre all’Alta Velocità bisogna investire nei treni regionali e nel turismo ‘lento’, si assiste all’incongruo atteggiamento del PD locale che, invece di chiedere subito un incontro con i Ministri competenti ( stesso schieramento politico) per far riaprire la ferrovia Fano Urbino almeno a livello turistico , cosa preferisce fare?”.  “Getta la maschera e presenta una mozione per acquisire la tratta per farne una ciclabile e soprattutto (come ben noto) un acquedotto. Quindi la Regione Marche, oltre ad eventuali oneri d’acquisizione, dovrà provvedere anche alla sua manutenzione e messa in sicurezza: la Regione Marche ha fondi da spendere per investimenti improduttivi?  Una proposta molto più razionale e ed economicamente valida è questa: utilizzare gli stessi fondi per risistemare il tracciato ad uso di treni storico-turistici”.

“Fa molto riflettere il fatto che i politici eletti nella Valle del Metauro, siano essi consiglieri regionali, sindaci o consiglieri comunali, invece di lottare per una vera ed efficace riqualificazione e sviluppo del loro territorio, assistano ed assecondano passivamente il volere di coloro che di questo territorio non fanno parte”.  “L’impegno del sindaco di Urbino Gambini sulla questione è ben noto e riconosciuto dalla popolazione; sconcerta, di contro, il silenzioso comportamento del sindaco di Fano che, con una azione decisa ed illuminata, dovrebbe contrapporsi per arrestare la continua emorragia e perdita patrimoniale di valori ed opportunità per risollevare la disastrosa situazione del turismo e dell’economia culturale della sua città. La connessione ferroviaria di Fano con Urbino costituisce uno strumento primario per il rilancio turistico ed economico delle due città e dell’intero comprensorio della vallata. Si assiste, invece, alla completa separazione degli interessi della politica da quelli dei cittadini”.

Da: http://www.fanoinforma.it/in-regione-le-mozioni-sulla-ferrovia-fano-urbino-i-timori-dellassociazione-fvm/   del 26/10/2015

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Ex ferrovia Fano-Urbino, Biancani: "Un'occasione forte per sviluppo del territorio della Regione"

“La linea ferroviaria Fano – Urbino deve restare un bene pubblico. La Regione dovrà valutare ogni possibile proposta, decidere e dare un futuro a questa linea che rappresenta un elemento prezioso del territorio regionale e della sua comunità.” Questo l’impegno assunto oggi dal Consiglio regionale con la Mozione presentata dal Consigliere regionale Pd, Andrea Biancani e sottoscritta dai consiglieri pesaresi, Minardi, Talè e Traversini.  “Dopo circa trent’anni di immobilismo – afferma Biancani – finalmente si delinea una strategia precisa d’intervento. La Regione, che è l’ente territoriale più vicino ai cittadini potrà valutare tutti i progetti di recupero e utilizzo del tratto, decidere e dare un futuro a questa linea di comunicazione evitando così il rischio che sia spezzettata, venduta a privati e perdere, quindi, la sua identità e integrità sociale e storica.” La Mozione approvata, impegna, infatti, il Presidente e la Giunta Regionale ad attivarsi con urgenza per avanzare, nelle forme stabilite dalla legge, secondo i principi di economicità, rapidità, efficacia e miglior contemperamento dei vari interessi in gioco, in forza del decreto di dismissione della linea dal compendio di interesse statale, la richiesta di acquisizione dell'intero compendio dell'ex ferrovia Fano Urbino, aree di sedime ed ex stazioni, possibilità già espressamente ribadita nella nota del 3 luglio 2015, pervenuta alla Giunta regionale dalla Direzione Generale del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti in modo da conservare il bene in mano pubblica e impedirne lo spezzettamento a vantaggio di privati, anche e sopratutto in considerazione del fatto che la Regione rappresenta a tutt'oggi l'unico ente pubblico territoriale in grado di acquisire la struttura.  Una delle proposte da valutare è la creazione di una tratta per i residenti, una pista ciclabile, da unire a quella già esistente Fano – Pesaro e creare un percorso turistico di grande interesse per il territorio. Come pure va valutato se esiste un interesse da parte dei privati per il ripristino.  “Inutile richiedere strumentalmente, come fanno i 5 Stelle, per la terza volta al Ministero, se vi è l’interesse dello Stato al recupero del tratto ferroviario, che per ben due volte, l’ultima è stata data lo scorso luglio 2015, ha risposto negativamente. – Ha detto Biancani – Responsabile invece è la proposta Pd di lasciare aperta la strada a tutte le soluzioni e affidare alla Regione la possibilità di valutare quella che risulterà la migliore per lo sviluppo del territorio e delle popolazioni che lo vivono. Un progetto che sarà portato all’attenzione della Commissione consiliare e dei Comuni interessati.”

da Andrea BiancaniConsigliere regionale Pd

Da: http://www.viverefano.com/index.php?page=articolo&articolo_id=560715  del 27/10/2015

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Fano-Urbino, per ora l’acquisizione
Come prevedibile passa la mozione del Pd. Pieroni: “Due atti che indicano la strada”

 Urbino.  Via libera a maggioranza da parte del Consiglio regionale (18 voti a favore, 11 contrari) alla mozione del Pd (primo firmatario Andrea Biancani) sulla linea ferroviaria Fano-Urbino. Respinta invece la mozione del consigliere. Piergiorgio Fabbri (M5s) con 11 voti a favore, 16 contrari e un astenuto. Il primo documento chiede l'impegno del presidente e della giunta regionale ad attivarsi “con urgenza per avanzare, nelle forme stabilite dalla legge, secondo i principi di economicità, rapidità, efficacia e miglior contemperamento dei vari interessi in gioco, la richiesta di acquisizione dell'intero compendio dell'ex ferrovia, aree di sedime ed ex stazioni”.  L'obiettivo - ha ricordato Biancani - è “conservare il bene in mano pubblica e impedirne lo spezzettamento a vantaggio di privati, soprattutto in considerazione del fatto che la Regione rappresenta a tutt'oggi l'unico ente pubblico territoriale in grado di acquisire la struttura. Una delle proposte da valutare è la creazione di una tratta per i residenti, una pista ciclabile, da unire a quella già esistente Fano-Pesaro e creare un percorso turistico di grande interesse per il territorio. Come pure va valutato se esiste un interesse da parte dei privati per il ripristino”. Il documento degli stellati invece chiedeva di proseguire le procedure per la revoca del decreto ministeriale di dismissione della tratta che va  ripristinata e trasformata in metropolitana di superficie. “La linea ferroviaria da Fano a Urbino – sostiene Piergiorgio Fabbri – è una via di comunicazione che può dare lustro ad uno dei territori della Regione fra i più ricchi di storia, cultura, bellezze naturali ed architettoniche. La maggioranza intende procedere con l’acquisizione della tratta senza avere un progetto e ipotizzando da una parte la costruzione futura di una pista ciclabile dall’altra l’impossibilità di intervenire sulla ristrutturazione della linea per mancanza di fondi. Viene affermato che non ci sono i fondi per ristrutturare la linea ferroviaria poi la Regione dovrebbe comprarla, smantellarla e costruirci sopra una pista ciclabile, che ovviamente dovrà essere mantenuta, tutto questo sempre con i soldi dei cittadini marchigiani. Da qui la necessità indispensabile per il Movimento 5 Stelle, di aprire un dialogo con le popolazioni dei territori, attraverso cui passa la ferrovia Fano Urbino, alla luce di una strategia per una mobilità sostenibile, che sviluppi un turismo di moderna concezione e che riesca a valorizzare un intero territorio”. “Questi due atti debbono indicarci la strada della programmazione da realizzare” ha detto l'assessore al Turismo Moreno Pieroni, suggerendo di riprendere il dibattito nelle Commissioni competenti per individuare “una strategia comune”. Per il vice presidente del Consiglio regionale Renato Claudio Minardi è “ora di prendere una decisione ed evitare che il tratto ferroviario sia smembrato. Da non sottovalutare l'idea di una pista ciclabile, ma prima è necessaria l'acquisizione del tracciato da parte della Regione”. Ma per i rappresentanti dell'Associazione Ferrovia Valmetauro, presenti in aula, “Ha vinto la linea del sindaco di Pesaro Matteo Ricci. Biancani è l'uomo di Ricci in Regione e non fa altro che eseguire i suoi ordini. Pesaro è stata da sempre contraria alla Fano-Urbino per questioni di campanile. In 29 anni non si è fatto niente perchè non si è voluto fare niente”. 

Da: Corriere Adriatico del 28/10/2015

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«Ferrovie, la Fano-Urbino non deve essere frazionata: resti un bene pubblico»

Il consigliere regionale Biancani sui progetti 

«LA LINEA Ferroviaria Fano – Urbino non deve essere frazionata e deve restare un bene pubblico. La Regione poi dovrà valutare in fretta ogni possibile proposta, che si tratti di ciclabile o ferrovia noi non abbiamo pregiudizi... però non vogliamo perdere altri 30 anni per decidere il da farsi perché quella linea rappresenta un elemento prezioso per il territorio e per la sua comunità». Questo è il desiderio del consigliere regionale Pd Andrea Biancani che ieri si è tramutato in impegno, assunto dal Consiglio regionale, che ha votato a maggioranza la sua mozione sottoscritta anche dai consiglieri pesaresi, Minardi, Talè e Traversini e votata compatta dalla maggioranza. Bocciata invece quella di Piergiorgio Fabbri (Movimento 5 Stelle) per il ripristino della Ferrovia. Tutte le ipotesi sono così ancora possibili, anche se Biancani ricorda che il rapporto economico tra le due ipotesi è di 100 a 5. «Dobbiamo fare una scelta strategica – dice Biancani – tenendo conto delle condizioni in cui andremo ad operare. Riqualificare la tratta ferroviaria costa 100 milioni di euro (75 milioni con il treno a gasolio) mentre la ciclabile si aggira sui 5 milioni. Poi ci sono i differenti costi di gestione. Tutto è possibile,ma bisogna trovare i soldi».

IL RISCHIO da scongiurare per la Regione è che quei 50 chilometri siano spezzettati, venduti a privati e che quindi perdano la loro identità e integrità sociale e storica. La Mozione approvata impegna infatti, il presidente e la Giunta Regionale ad attivarsi con urgenza per avanzare, in forza del decreto di dismissione della linea dal compendio di interesse statale, la richiesta di acquisizione dell’intero compendio dell’ex ferrovia Fano Urbino, aree di sedime ed ex stazioni, in modo da conservare il bene in mano pubblica e impedirne lo  spezzettamento a vantaggio di privati, «in considerazione del fatto che la  Regione rappresenta ad oggi l’unico ente pubblico territoriale in grado di acquisirla. «Una delle proposte da valutare – conclude Biancani – è la creazione di una tratta per i residenti, una pista ciclabile, da unire a quella già esistente Fano – Pesaro e creare un  percorso turistico di grande interesse per il territorio. Così come se esiste un interesse da parte dei privati per il ripristino. Inutile richiedere strumentalmente, come fanno i 5 Stelle, per la terza volta al Ministero, se vi è l’interesse dello Stato al recupero del tratto ferroviario, che per ben due volte, l’ultima lo scorso luglio 2015, ha risposto negativamente». La proposta Pd lasciare aperta la strada a tutte le soluzioni e affida alla Regione la possibilità di valutare.... «Un progetto che sarà portato all’attenzione della Commissione consiliare e dei Comuni interessati».

Da: Il Resto del Carlino del 28/10/2015

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Fano-Urbino, i 5 Stelle: "Recupero concordato con i cittadini"

La linea ferroviaria da Fano a Urbino è una via di comunicazione che può dare lustro ad uno dei territori della Regione Marche fra i più ricchi di storia, cultura, bellezze naturali ed architettoniche. La maggioranza intende procedere con l’acquisizione della tratta senza avere un progetto e ipotizzando da una parte la costruzione futura di una pista ciclabile dall’altra l’impossibilità di intervenire sulla ristrutturazione della linea per mancanza di fondi.
Viene affermato che non ci sono i fondi per ristrutturare la linea ferroviaria poi la Regione dovrebbe comprarla, smantellarla e costruirci sopra una pista ciclabile, che ovviamente dovrà essere mantenuta, tutto questo sempre con i soldi dei cittadini marchigiani.
I cittadini dei territori in questione saranno ben lieti di riuscire ad andare in bicicletta dal mare al Montefeltro, ma lo potranno fare solo sulle traversine di una vecchia ferrovia costruita agli inizi del ‘900.
Da qui la necessità indispensabile per il Movimento 5 Stelle, di aprire un dialogo con le popolazioni dei territori, attraverso cui passa la ferrovia Fano Urbino, alla luce di una strategia per una mobilità sostenibile, che sviluppi un turismo di moderna concezione e che riesca a valorizzare un intero territorio.
 da Piergiorgio Fabbri   Consigliere Regionale Movimento 5 Stelle

Da: http://www.viverefano.com/index.php?page=articolo&articolo_id=560753 del 28/10/2015

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Comunicato stampa  For.bici FIAB Fano

L'approvazione in Consiglio regionale Marche della mozione presentata dalla maggioranza, e non avversata da una parte dell'opposizione, rappresenta un passo avanti per la soluzione di un problema quasi trentennale: la  trasformazione dell’ex ferrovia metaurense in pista ciclo pedonale, come chiedono una decina di associazioni ambientalistiche e sei degli otto Comuni attraversati dai binari: Fossombrone, Montefelcino, Serrungarina, Cartoceto, Saltara e Fano, questi ultimi due anche con mozioni consiliari approvate all’unanimità.  La pista ciclopedonale ha costi molto contenuti e non esclude affatto la conservazione di traversine e binari che anzi potrebbero essere protetti da un tappeto di scorrimento in materiale ecocompatibile adatto alle bici, come già fatto ad esempio sull’ex ferrovia Poggibonsi - Colle Val d’Elsa; inoltre, tra Fermignano e Urbino, potrebbe essere previsto un collegamento, anche su rotaia, in modo da conservare la memoria storica della struttura.   Una volta definiti gli accordi con RFI, che a partire dal 2002 ha sempre dichiarato di voler rinunciare ad una linea che non rientra nei suoi piani almeno dal 1987, sarà più facile rilanciare l'intera vallata del Metauro attraverso una "via verde" di circa 50 km dalle grandi potenzialità economiche e culturali.

Innanzitutto sarà possibile  bonificare spazi fatiscenti (le stazioni di Calcinelli, Tavernelle e Calmazzo); riutilizzare decine di  km ormai sepolti da una vegetazione incontrollata; sostituire a partire da Ponte degli Alberi l’attuale conduttura idrica che più di altre è soggetta a rotture per le forti compressioni a cui è sottoposta;  creare collegamenti sicuri tra quartieri riservati solo a ciclisti e pedoni; inoltre, grazie a questa struttura, si aprono ampie prospettive per il cicloturismo che in tutta Europa conta milioni di praticanti che, anche in bassa stagione, frequentano i paesi attrezzati e apportano grandi vantaggi all’economia locale.  In Abruzzo l’ex ferrovia costiera, acquisita in parte con esproprio a prezzo agricolo, in parte con comodato d’uso gratuito, è stata vincolata dagli Enti pubblici a “via verde” e sta diventando una pista ciclabile di ben 121 km; in Umbria è già un successo la ciclabile ancora non completata sull’ex ferrovia Spoleto - Norcia.   Ma la carta vincente potrebbe essere la contestuale posa in opera di fibre ottiche per Internet in modo da superare rapidamente l’arretratezza tecnologica che rappresenta il vero isolamento dell'entroterra e frena lo sviluppo di tante aziende.  

È quindi probabile che presto anche altri amministratori comunali convergano sul progetto di una utilissima “via verde” che per troppo tempo è stata ostacolata magari solo per motivi elettoralistici o nostalgia di un tempo ormai passato. E avvisaglie di una pragmatica convergenza su di un progetto realmente fattibile e lungimirante sono state registrate più volte attraverso le dichiarazioni dei diretti interessati.

For.bici FIAB Fano – 30/10/2015

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L'ETERNO DESIDERIO DELLA FANO - URBINO
Dove il sogno (veloce) diventa realtà e dove il sogno (lento) resta nel cassetto

di SILVANO STELLA

Altrove i sogni non sono sempre proibiti. Oppure muoiono all'alba. Qualche volta diventano realtà. Come quelli dei pugliesi residenti nel Salento e nel Brindisino. I quali hanno sostenuto e vinto, in tempi brevi, una battaglia per così dire ferroviaria. Attraverso una massiccia campagna che ha sensibilizzato media, istituzioni politiche e sociali del territorio. E, soprattutto, il Governo e Trenitalia.  Il fatto. Dopo sette anni di interruzione, il 20 settembre scorso è stato ripristinato il treno ad alta velocità da Milano a Bari denominato Frecciarossa. Esclusi in un primo tempo, salentini e brindisi hanno chiesto e ottenuto il 22 ottobre, chiamando  in causa il ministro Delrio, il presidente della regione Puglia Emiliano e l'ad delle Fs Elia, il prolungamento del servizio fino a Lecce. Per un totale di 150 chilometri.

Qui, in Provincia di Pesaro e Urbino la ferrovia Fano – Urbino, soppressa nel lontano 1987, resta tuttora un sogno. Forzatamente chiuso in un cassetto. Da anni, molti anni, associazioni, comitati, comuni e cittadini  si battono tenacemente per il ritorno della tratta ferroviaria. Che avrebbe una funzione sociale, economica e turistica di indubbia utilità. Ma, finora, tutto inutile. Nel senso che, chi dovrebbe accogliere le istanze e portarle sul tavolo della discussione, valutarle nel bene e nel male, si chiude a riccio. Del resto, sembra che il ripristino dei  cinquanta chilometri della Fano – Urbino non sia nelle scelte prioritarie di chi si trova al vertice della politica regionale e provinciale.  Diciamolo senza giri e rigiri di parole: Ancona (Regione Marche) e Pesaro (Provincia o ex Provincia?), ritengono che il tempo sia scaduto. Ormai definitivamente. Sicché il destino di Urbino sembra quello della bella città definitivamente  isolata dai collegamenti ferroviari. Con sommo, autentico dispiacere di Fano. E, pare di vederli, con i sorrisi di Pesaro. Forse non dispiaciuti. Ma c’è chi non s’arrende.  E continua a battersi.. Il suo sogno è giunto  al culmine dei pensieri. E lo vuole trasformare in realtà. Al contrario della canzone di Bindi e Califano, la musica della Fano – Urbino non è finita. E gli amici non se ne vanno.

Da. Il Giornale del Metauro n 144 – Novembre 2015

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A Fermignano, la XVI edizione della “Festa della Stazione”

FERMIGNANO – Domenica 15 novembre torna la tradizionale “Festa della Stazione” a Fermignano. La manifestazione, nata nel 2000 per sensibilizzare l’opinione pubblica sul ripristino della Ferrovia Fano-Urbino, è giunta alla 16a edizione. La mattina, con inizio alle ore 10 nella Sala Comunale Monteverdi (di fronte alla stazione ), saranno presentati 2 libri: “The branch line to Urbino” del Dr. Alan Doe e “I ferronauti della cosmovia” di Daniele Castiglia. Purtroppo gli autori non potranno essere presenti, ma, con il loro consenso, verranno descritti i loro libri per la grande attinenza con i temi della manifestazione.
“The branch line to Urbino” è stato pubblicato nell’isola di Wight dal Dr. Doe nel 2014. Lo scrittore, appassionato di ferrovie in visita ad Urbino, ha scoperto la linea metaurense, è rimasto colpito dalla sua bellezza e si è documentato su di essa. Tornato in Inghilterra si è proposto di pubblicare un libretto sulle vicende della Metaurense e sull’operato di FVM in collaborazione con un suo gruppo di lavoro. Questa la genesi dell’opera che risulta ben documentata e redatta con puntigliosa precisione.
Ricordiamo che nell’ isola di Wight, grazie all’ impegno di numerosi volontari si è riaperto al traffico una parte del percorso ferroviario grazie alla formazione della “Isle of Wight Steam Railway” dopo più di trenta anni di abbandono dagli anni 50′. Questo è uno dei numerosissimi esempi di recupero di vecchie ferrovie che rivelano come nel Regno Unito si possa esplicare l’ amore per il proprio territorio e le tradizioni. Inoltre tale ferrovia turistica, come tutte le altre diffusissime nell’ambito britannico, costituisce un irresistibile richiamo per gli appassionati di tutto il mondo e rappresenta un vero affare per le attività locali.
“I ferronauti della cosmovia. Treni, Sardegna e altre fughe ” pubblicato nel 2015 è il diario di quattro giorni sulle linee del Trenino Verde della Sardegna. Una “piccola fuga” nel cuore dell’isola, capace di dischiudere una diversa prospettiva sul mondo. Lo scrittore Daniele Castiglia, incontra alcuni soci di FVM che condivideranno con lui il viaggio ferroviario diventando co-protagonisti.
Seguirà un incontro/ confronto con personalità politiche. Sono stati invitati a relazionare i consiglieri Biancani e Fabbri firmatari delle mozioni 17 e 18 sulla ferrovia Fano Urbino . Parteciperanno anche i Sindaci di Fermignano ed Urbino.
Nel pomeriggio “ Castagne e Vin brulè ” alla Stazione. Per ulteriori informazioni telefonare al 3278340801.

http://Da: http://www.ilmetauro.it/argomenti/agenda/a-fermignano-la-xvi-edizione-della-festa-della-stazione.html    del 13 novembre 2015

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LA PROPOSTA GIA’ DIFFUSA IN ALTRE CITTA’ ARGONAUTA SI MUOVE PER ORGANIZZARLA A FANO

UNA BICISTAZIONE CON PARCHEGGIO, OFFICINA E DEPOSITO

E’ GIÀ PRESENTE in altre città italiane e offre servizi per chi si muove in bicicletta. Ora anche Fano pensa alla sua ‘Bicistazione’ un luogo che è parcheggio gratuito per biciclette all’aperto, deposito custodito per biciclette e attrezzature al coperto con costo in base alla durata, ciclofficina che ripara e sistema le bici e vendita di accessori e gadget per il ciclismo. «Alcune persone si stanno impegnando per creare a Fano nei pressi della stazione ferroviaria una ‘bicistazione - annuncia Enrico Tosi presidente dell’associazione Argonauta e incentivatore di una mobilità più sostenibile in città -, luogo di incontro e officina per riparare e parcheggiare in sicurezza le biciclette. Attualmente, in questa zona, almeno una cinquantina di bici sono parcheggiate alla meglio, esposte a intemperie, furti e vandalismi. Il luogo è ottimale anche perché sarebbe funzionale a futuri percorsi ciclabili verso l’entroterra e lungo la costa».

 Da: Il Resto del Carlino del 20/11/2015

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TENDENZE UN TOUR OPERATOR FANESE SI SPECIALIZZA NEL CICLOTURISMO

LA NUOVA FRONTIERA DELLE DUE RUOTE
«NOI PROPORREMO PERCORSI AD HOC, MA SERVONO HOTEL ATTREZZATI»

TUQUITOUR, tour operator fanese con sede in viale Adriatico, ci prova con il turismo su due ruote. Ha allestito un programma destinato ai cicloamatori di tutta Italia che offre la possibilità di visitare, a misura di bicicletta, il nostro territorio e le sue ricchezze storico, paesaggistiche ed enogastronomiche. «Abbiamo contattato – dice Francesco Amadei di Tuqui-Tour - due associazioni nazionali che hanno per oggetto la mobilità sostenibile, la Federazione Italiana Amici della Bicicletta e il Club delle Imprese Amiche della Bicicletta presenti sul territorio nazionale con ben 500 sedi sparse da nord a sud. Mediamente vengono effettuate 3.000 escursioni l’anno con un movimento di 130mila persone in tutt’Italia».

Tuquitour offrirà ai soci di 156 sedi un pacchetto per visitare ilnostro territorio a cavallo del loro mezzo preferito: «La qualità dei sevizi che metteremo a loro disposizione è di prim’ordine pur rimanendo a prezzi popolari e fruibile a chiunque». TuQui Tour rivolge perciò un invito alle strutture ricettive fanesi e dei dintorni affinchè allestiscano alcune ‘facilities’ per andare incontro alle esigenze di chi pratica il cicloturismo: ad esempio avere un deposito attrezzato per bici, una piccola officina e un minibus per il trasporto e l’assistenza su strada. «FINORA – aggiunge Amadei - a Fano c’è un solo hotel segnalato come tale ed un altro è presente a Marotta. Noi stiamo iniziando a reclutare quelle componenti che sono essenziali per poter offrire un prodotto appetibile. Per questo abbiamo stretto una collaborazione con Forbici di Fano e col suo presidente Paolo Tabarretti per redigere insieme dei progetti, itinerari validi sia per il cicloturista che ama percorsi impegnativi, sia per chi ama passeggiare in sella ad una city-bike, con itinerari ad hoc nel territorio provinciale supportati dal punto di vista organizzativo». 

FORSE non tutti sanno che esiste un percorso di 65 km che da Fano porta alla Scheggia, dipanandosi lungo l’antica Flaminia. Un itinerario che racchiude richiami storici, artistici, naturali ed enogastronomici. «Intercettare gli appassionati di bici rappresenta un volano per tutta l’economia locale - conclude Amadei -. In Europa il giro d’affari è di 54 miliardi di euro l’anno, generato da Eurovelo, una rete europea di piste ciclabili. In Trentino, la Valle dell’Adige conta una media di 1.800 cicloturisti al giorno. Se si considera che un cicloturista spende mediamente, 69 euro al giorno si deduce facilmente il vantaggio che se ne può trarre. Inoltre, il cicloturismo è una opportunità per allungare la stagione ben oltre l’autunno e ben prima della primavera, per questo il turismo di casa nostra deve attrezzarsi anche su questo versante».     s.c.

Da: Il Resto del Carlino del 20/11/2015

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LA PROPOSTA - GIA’ DIFFUSA IN ALTRE CITTA’ ARGONAUTA SI MUOVE PER ORGANIZZARLA A FANO

Una bicistazione con parcheggio, officina e deposito

E’ GIÀ PRESENTE in altre città italiane e offre servizi per chi si muove in bicicletta. Ora anche Fano pensa alla sua ‘Bicistazione’ un luogo che è parcheggio gratuito per biciclette all’aperto, deposito custodito per biciclette e attrezzature al coperto con costo in base alla durata, ciclofficina che ripara e sistema le bici e vendita di accessori e gadget per il ciclismo. «Alcune persone si stanno impegnando per creare a Fano nei pressi della stazione ferroviaria una ‘bicistazione - annuncia Enrico Tosi presidente dell’associazione Argonauta e incentivatore di una mobilità più sostenibile in città -, luogo di incontro e officina per riparare e parcheggiare in sicurezza le biciclette. Attualmente, in questa zona, almeno una cinquantina di bici sono parcheggiate alla meglio, esposte a intemperie, furti e vandalismi. Il luogo è ottimale anche perché sarebbe funzionale a futuri percorsi ciclabili verso l’entroterra e lungo la costa».

Da: Il Resto del Carlino del 20/11/2015

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TENDENZE - UN TOUR OPERATOR FANESE SI SPECIALIZZA NEL CICLOTURISMO

La nuova frontiera delle due ruote

«Noi proporremo percorsi ad hoc, ma servono hotel attrezzati»

TUQUITOUR, tour operator fanese con sede in viale Adriatico, ci prova con il turismo su due ruote. Ha allestito un programma destinato ai cicloamatori di tutta Italia che offre la possibilità di visitare, a misura di bicicletta, il nostro territorio e le sue ricchezze storico, paesaggistiche ed enogastronomiche. «Abbiamo contattato – dice Francesco Amadei di Tuqui-Tour - due associazioni nazionali che hanno per oggetto la mobilità sostenibile, la Federazione Italiana Amici della Bicicletta e il Club delle Imprese Amiche della Bicicletta presenti sul territorio nazionale con ben 500 sedi sparse da nord a sud. Mediamente vengono effettuate 3.000 escursioni l’anno con un movimento di 130mila persone in tutt’Italia».

Tuquitour offrirà ai soci di 156 sedi un pacchetto per visitare il nostro territorio a cavallo del loro mezzo preferito: «La qualità dei sevizi che metteremo a loro disposizione è di prim’ordine pur rimanendo a prezzi popolari e fruibile a chiunque». TuQui Tour rivolge perciò un invito alle strutture ricettive fanesi e dei dintorni affinchè allestiscano alcune ‘facilities’ per andare incontro alle esigenze di chi pratica il cicloturismo: ad esempio avere un deposito attrezzato per bici, una piccola officina e un minibus per il trasporto e l’assistenza su strada. «FINORA – aggiunge Amadei - a Fano c’è un solo hotel segnalato come tale ed un altro è presente a Marotta. Noi stiamo iniziando a reclutare quelle componenti che sono essenziali per poter offrire un prodotto appetibile. Per questo abbiamo stretto una collaborazione con For.bici di Fano e col suo presidente Paolo Tabarretti per redigere insieme dei progetti, itinerari validi sia per il cicloturista che ama percorsi impegnativi, sia per chi ama passeggiare in sella ad una city-bike, con itinerari ad hoc nel territorio provinciale supportati dal punto di vista organizzativo». FORSE non tutti sanno che esiste un percorso di 65 km che da Fano porta alla Scheggia, dipanandosi lungo l’antica Flaminia. Un itinerario che racchiude richiami storici, artistici, naturali ed enogastronomici. «Intercettare gli appassionati di bici rappresenta un volano per tutta l’economia locale - conclude Amadei -. In Europa il giro d’affari è di 54 miliardi di euro l’anno, generato da Eurovelo, una rete europea di piste ciclabili. In Trentino, la Valle dell’Adige conta una media di 1.800 cicloturisti al giorno. Se si considera che un cicloturista spende mediamente, 69 euro al giorno si deduce facilmente il vantaggio che se ne può trarre. Inoltre, il cicloturismo è una opportunità per allungare la stagione ben oltre l’autunno e ben prima della primavera, per questo il turismo di casa nostra deve attrezzarsi anche su questo versante». s.c.

Da: Il Resto del Carlino del 20/11/2015

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Internet veloce, burocrazia lenta

Per posare 10 chilometri di fibra servono 23 permessi: impossibile rispettare gli impegni per copertura della banda ultralarga per tutta la popolazione. E a sorpresa Calabria e Campania sono più avanti rispetto alle regioni del Nord

MASSIMO RUSSO                             30/11/2015

La banda ultralarga in Italia cammina all’esasperante lentezza di 23 permessi ogni 10 chilometri di fibra ottica posata. Vale a dire un’autorizzazione ogni 432 metri di cavo. Sì perché, nonostante il piano che prevede fondi strutturali (2,1 miliardi), finanziamenti del governo (circa cinque), investimenti privati (altri cinque), c’è da fare i conti con la burocrazia, che mette i bastoni tra le ruote ai lavori. Il che aiuta a spiegare come mai l’Italia sia al 25esimo posto nell’Europa a 28 dell’indice I-Com sulla banda larga, avanti solo a Bulgaria, Grecia e Romania. 

La missione impossibile  

A questo ritmo - anche ammesso che gli operatori accelerino - è impossibile rispettare gli impegni di Europa 2020, ovvero la copertura con collegamenti maggiori ai 30 megabit per tutta la popolazione e superiori ai 100 per almeno la metà dei cittadini. Una fotografia poco lusinghiera, che riserva molte sorprese: tra le regioni più virtuose - grazie al piano Euro Sud e ai bandi Infratel - per una volta troviamo il Mezzogiorno, con Calabria e Campania che negli ultimi mesi sono cresciute in modo significativo. Al contrario, languono sia il Nordest, con Veneto, Friuli e Trentino, sia il Nord Ovest con Piemonte e Val d’Aosta. In tutte queste regioni il numero di case raggiunte dal servizio è inferiore alla media nazionale. 

Procedure complesse  

La tecnica utilizzata per la posa di questi cavi si chiama minitrincea. L’impatto sulla strada è contenuto: un buco del diametro di una decina di centimetri, profondo circa 40. Nel giro di qualche ora si scava, si posano le canalette con la fibra e si chiude tutto, ripristinando il manto danneggiato. Un sistema molto diverso dai lavori tradizionali. Per questo motivo due anni fa, con il cosiddetto regolamento scavi, si è semplificata radicalmente la procedura. Ma, poiché non ci sono sanzioni, i comuni non applicano il regolamento e domandano agli operatori la stessa documentazione necessaria per la posa dei tubi di gas e fognature. Sommate Anas, vari uffici comunali, Arpa, Asl, enti provinciali, privati, e arrivate a 23 permessi. Con un’aggravante. Per tutelarsi da possibili danni, le amministrazioni chiedono agli operatori fidejussioni che possono arrivare fino a 4 milioni di euro per 10 chilometri. Garanzie che - una volta svolti i lavori - non vengono sbloccate, trasformandosi così in pesanti fardelli finanziari.  La situazione è a macchia di leopardo. Nella stessa regione, la Puglia, ci sono comuni come Parabita, in provincia di Lecce, che hanno concesso subito le autorizzazioni e hanno messo a disposizione degli operatori le tubature già esistenti per la posa. Altri, come San Severo, in provincia di Foggia, dove l’iter burocratico è stato sfiancante. Lo stesso si può dire per le regioni. In Calabria in due mesi è stato stilato un accordo di programma, e i lavori in nove mesi sono stati completati. In Puglia, invece, sei mesi di discussioni non sono stati nemmeno sufficienti per arrivare a un’intesa. Tutto ciò si traduce in costi - alla fine i ritardi possono pesare sui lavori per il 50 per cento del valore totale dell’opera - e nell’impossibilità per imprese e famiglie di disporre di un servizio essenziale. Oggi la Calabria, secondo le stime I-Com, è la regione italiana più cablata, con il 64% delle case e quasi la metà dei comuni raggiunto dalla banda ultralarga. Al contrario la Puglia è al 26% delle abitazioni e al 4,7 dei comuni. Gli obiettivi 2020 restano lontani.  

«Bisogno di semplicità»  

«Abbiamo un gran bisogno di semplicità», spiega Dina Ravera, presidente di Asstel, l’associazione di categoria di Confindustria che rappresenta gli operatori. «Significa da una parte favorire con una serie di semplificazioni normative le opere d’infrastrutturazione, dall’altra far sapere a cittadini e imprese quali vantaggi e benefici potranno trarre dalle nuove reti. Occorre fugare il rischio che la burocratizzazione soffochi lo sviluppo, e introdurre nel sistema strumenti facili e convincenti per accelerare e incoraggiare la “conversione al digitale” di cittadini e imprese».

Da: http://www.lastampa.it/2015/11/30/tecnologia/internet-veloce-burocrazia-lenta-BjwVs7LEfzPyakwjohbnGJ/pagina.html

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"Ci scusiamo per il disagio": un libro dedicato ai pendolari che parla della ferrovia Fano-Urbino

“Ci scusiamo per il disagio. Treni, pendolari e odissee tutte italiane”, edito da Round Robin Editrice, è un libro scritto dai giornalisti Gerardo Adinolfi (Repubblica Firenze) e Stefano Taglione (Il Tirreno) ed è il racconto di un viaggio in Italia a bordo dei treni pendolari, da sud a nord, da Ragusa a Torino, passando da Calabria, Basilicata, Campania, Lazio, Marche, Toscana, Emilia Romagna e Lombardia.  Il  libro, forte di oltre 150 pagine di scorrevole lettura,  è presente  dal 27 novembre nelle librerie di tutta Italia. Gerardo Adinolfi , per quanto riguarda le Marche,  ha scelto di raccontare la, ormai nota, vicenda della ferrovia Fano - Urbino. L’Autore si chiede  per quale misterioso motivo  Urbino, Città Patrimonio dell’Umanità di 15mila abitanti a cui  bisogna aggiungere oltre 13mila studenti dell’Università ed un esercito di turisti da tutto il mondo, sia raggiungibile  soltanto con la troppo usata automobile o con i pochi efficienti autobus. Sono innumerevoli i “disagi”  cui devono sottostare  gli studenti, mentre i visitatori della città natale di Raffaello, circa 500mila all’anno,  potrebbero sicuramente  aumentare  almeno  del 15% se avessero la possibilità di utilizzare il mezzo ferroviario in pieno rispetto del fragile territorio urbano e del paesaggio montefeltresco.
Rileva l’ insofferenza del sindaco d’Urbino Maurizio Gambini che amministra una città importante ma isolata e, per risolvere il problema, vuole puntare sulla ferrovia.

L’Autore racconta una cronostoria molto dettagliata della ferrovia Fano Urbino, dall’1987 quando, nonostante le proteste, il servizio ferroviario fu sospeso fino alla dismissione del 2012 voluta dall’attuale sindaco di Pesaro Matteo Ricci; riferisce della mozione approvata nel febbraio 2015 dai Verdi in consiglio Regionale che  chiedeva l’annullamento del provvedimento ministeriale e  della volontà dell’ex assessore del comune di Pesaro ed ora consigliere regionale Andrea Biancani di trasformarla in pista ciclabile.  Adinolfi  sottolinea il costante impegno dell’associazione FVM che, grazie a numerosi studi, manifestazioni, incontri e  dibattiti, ha mantenuta  viva la memoria storica della ferrovia   al punto da produrre e consegnare “ gratuitamente “ al sindaco di Urbino il  progetto preliminare di ripristino elaborato in collaborazione con due Società di ingegneria, di importanza nazionale, specializzate in lavori ferroviari. Piaccia o non piaccia la ferrovia Fano Urbino, nonostante i quasi 30 anni senza treni, non si può definire "un caro estinto" nè associarla alle entità ectoplasmatiche  del genere "fantasmi". Anzi è tanto visibile  e così importante per il nostro territorio che è riuscita, negli anni, ad  attirare l’attenzione di qualificati scrittori e giornalisti  fino a diventare un  capitolo-denuncia di una pubblicazione che illustra ed esamina, con passione e con precise argomentazioni, le molteplici difficoltà  di viaggiatori e pendolari in  Italia.

Da Associazione Ferrovia Val Metauro

http://www.viverefano.com/index.php?page=articolo&articolo_id=566216  del 2/12/2015

 

ANNO 2016
Smog, l’associazione Ferrovia Valle del Metauro: “Noi siamo fermi, mentre nel sud delle Marche si progredisce”

Associazione FVM Ferrovia Valle del Metauro

Da molto tempo la situazione dell’inquinamento atmosferico diventa sempre più preoccupante e  la maggioranza delle città italiane ha superato troppe volte il limite massimo delle Pm10 consentiti dalla legge . L’assenza di piogge  in questo periodo dell’anno favorisce l’accumulo delle sostanze inquinanti con deleteri effetti sulla salute di noi tutti. Le associazioni ambientaliste alzano la voce ed  ogni comune cerca di porre rimedi di diverso tipo. Anche il Ministero dell’Ambiente sta predisponendo  immediate misure per fronteggiare l’emergenza smog. Dai primi risultati si direbbe fatica sprecata visto il costante aumento dei valori registrati.  Tutti quanti concordano  su un  fatto: va potenziato e migliorato il trasporto pubblico. Anche il presidente di Adriabus, Sen. Giorgio Londei, si è espresso pubblicamente in questo senso:  “ investire nel trasporto pubblico è investire nella salute delle persone….  bisogna fare in modo che dimagriscano le grandi città e che si ritorni a ripopolare la montagna e la collina . Per fare ciò il trasporto pubblico locale è fondamentale”.

Noi dell’associazione FVM,  che da decenni sosteniamo come il non riattivare la linea Fano Urbino   costituisca un  errore fondamentale quanto irrimediabile per il futuro delle nostre zone e non solo alla luce di quanto affermato dalle argomentazioni  del senatore Londei, non possiamo che essere soddisfatti nel leggere tali dichiarazioni. Però tale vicenda assume sempre più i connotati delle previsioni di Cassandre inascoltate. Dispiace ricordare che il senatore Londei, quando era sindaco d’Urbino nel 1987, non riuscì a convincere il Ministro dei Trasporti Signorile a mantenere il servizio ferroviario per la città di Urbino, come fecero Ascoli e Macerata, pur disponendo la Regione Marche delle risorse economiche per sanare la situazione. Oggi si sarebbe potuto, invece,  beneficiare di tecnologie modernissime come i nuovi ecologici convogli elettrici  tipo “ Jazz” (utilizzati con notevole successo sulla linea Ascoli – Porto d’Ascoli-Ancona)  oppure degli   “Swing” ( entrati in servizio  in questi giorni sulla Civitanova-Macerata-Fabriano, che hanno sostituito le gloriose ma attempate Aln 668 /Littorine). Con la ferrovia funzionante si sarebbe potuto, tra le tante possibilità d’uso, ottimizzare  l’efficienza del trasporto pubblico locale, progettare seriamente il decollo del turismo mediante una linea ferroviaria di grande  valore storico e paesaggistico  come affermato dal Ministro Franceschini,  realizzare il bike sharing nelle stazioni  con un sistema logico ed intelligente di piste ciclabili asservite. Invece  siamo “fermi” a discutere sterilmente sul valore intrinseco dell’importanza di  piste ciclabili o del trasporto ferroviario come se non ci fosse la possibilità di realizzarli entrambi; siamo “ fermi” a tollerare abusi sulla sede ferroviaria; siamo “fermi” ad assistere impotenti ai continui incidenti stradali nei quali  i giovani  sono le vittime più frequenti; siamo “fermi” a guardare il cielo sperando nella pioggia per abbassare il livello delle polveri sottili; siamo “fermi” attendendo un tavolo tecnico oppure  un  confronto di soluzioni tra gli amministratori dei territori e  gli esperti del ramo. Mentre noi stiamo “ fermi”  gli altri territori al sud delle Marche vanno avanti anzi procedono velocemente nel miglioramento dei servizi di trasporto; la sensazione che ne deriva  è quella di vivere in un territorio in via di disfacimento tra l’indifferenza della politica e l’abbandono dei ruoli delle istituzioni. La felicità di un territorio dipende anche dalla percezione che si ha di progredire.

Da: www.pu24.it del 2/1/2015

http://www.pu24.it/2016/01/02/smog-lassociazione-ferrovia-valle-del-metauro-noi-siamo-fermi-mentre-nel-sud-delle-marche-si-progredisce/181960/

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Trasporti e qualità della vita nella provincia di Pesaro e Urbino, Cisl: "Cosa fare?"

La recente indagine ISTAT confermava la Provincia di Pesaro e Urbino più o meno nelle stesse posizioni del 2014 in tema di qualità della vita e dell’aria, ma a ben guardare non è poi così vero. Se guardiamo in faccia la realtà sembra che non sia proprio cosi. E’ condiviso che una delle cause primarie dell’inquinamento dell’aria sia causata dal traffico dei mezzi di trasporto e specialmente in questo trascorso mese di dicembre di particolare clima, se ne è dimostrata tutta l’evidenza. 
In tema di trasporti, privati e pubblici, la provincia pesarese certamente non brilla per equilibrio e funzionalità. Basti pensare alla qualità del trasporto pubblico su ruote, caotico, inadeguato e, ... eccessivamente costoso per i cittadini. Abbiamo già denunciato più volte come CISL dell’inadeguatezza dei mezzi pubblici e dell’elevato costo dei biglietti, il cui ultimo aumento è stato mascherato dalla giustificazione che avrebbe consentito l’ acquisto di 12 nuovi autobus ecologici. 
Aumento effettuato, autobus mai introdotti, anzi il Presidente di ADRIABUS, si è spinto di recente, a sostenere che compete alla Regione Marche effettuare gli investimenti ecologici e non le società private che dalla Regione incassano fiumi di denaro pubblico.
La CISL DI Pesaro, Fano, Urbino, è convinta che cambiare si può, a partire dalla modifica di un sistema di trasporto che è dimostrato, ha fato il suo tempo ed è causa di inquinamento. Occorre ripensare la mobilità urbana nelle nostre città con la creazione di reti ciclabili diffuse sicure e percorribili, con l’estensione delle zone a traffico limitato nei centri storici. Altresì importante è l’utilizzo delle risorse che Autostrade per l’Italia dovrà spendere nelle città di Pesaro e Fano.
Come CISL, siamo convinti che rilanciare e finalmente riattivare il collegamento ferroviario Fano-Urbino, sia non solo una scelta necessaria, ma coraggiosa , perché apporterebbe non pochi benefici, non solo sul versante del tanto dibattuto rilancio turistico del territorio, ma sulla qualità dell’aria e della vita dei cittadini. Lo stesso Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo messaggio di fine anno ha richiamato l’attenzione sulla necessità di contenere gli inquinamenti da idrocarburi e dal traffico, utilizzando di più il trasporto pubblico, ma per questo, deve essere efficiente ed ecologico e nella nostra provincia, non è né l’uno, né l’altro.
Siamo convinti, che una politica seria e lungimirante per il territorio, parte da scelte condivise ed innovative, da parte della Regione, dei Comuni, dello Stato. Per questo riteniamo necessaria una seria riflessione che scevra da ogni pregiudizio e preconcetto, elabori un progetto di fattibilità per la riattivazione della Ferrovia Fano-Urbino.
I Responsabili AST Fano - Pesaro - Urbino  (Giovanni Giovanelli - Gabrio Maria Tonelli - Leonardo Piccinno )

http://www.viverefano.com/index.php?page=articolo&articolo_id=570877  del 9/1/2016

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L'AUTOSTRADA VERDE DEL METAURO

In Germania è stato appena inaugurato un tratto della prima "autostrada" per biciclette che, una volta completata, in 100 km collegherà numerose città della popolosa e trafficata vallata della Ruhr. Non ci sono incroci pericolosi, non ci sono semafori, al suo fianco corre una pista pedonale alberata; inoltre, è illuminata e completamente pianeggiante perché sfrutta i binari di un’ex ferrovia abbandonata.  È pensata per percorrenze brevi all'interno delle città, ma anche per percorrenze medio lunghe fra città e città. Inutile dire che in una “autostrada” di questo tipo non si paga alcun pedaggio. Tutto questo ci ricorda qualcosa di molto familiare: in sostanza, ciò che si sta facendo in Germania si può fare benissimo anche da noi perché i presupposti ci sono tutti. Innanzitutto esiste un lungo percorso pianeggiante rappresentato dai 50 km dell'ex ferrovia Fano Urbino da riconvertire. E' innegabile che la realizzazione di un itinerario ciclopedonale sulla ferrovia abbandonata migliorerebbe la vivibilità dell’intera vallata, grazie alla riqualificazione urbanistica del territorio e alla riduzione dell'impatto ambientale del trasporto privato locale, con in più l’incremento di  valore immobiliare dei quartieri che vi si affacciano.  Solo all'interno di Fano, l'ex ferrovia collega quartieri densamente abitati come Bellocchi, Sant'Orso, San Martino, Vallato e San Lazzaro con un percorso pianeggiante, sicuro  e molto gradevole sia per chi va a piedi che in bicicletta; e questo vale per i tragitti casa-lavoro-scuola, per lo svago e anche come attrattiva turistica che potrebbe  sfruttare una specie di parco lineare con una ciclabile in sede propria sia verso Pesaro sia verso Urbino. L'ultima legge di stabilità ha previsto per il triennio 2016-2018 ben 91 milioni di finanziamento per la realizzazione di ciclovie turistiche, come nel caso dell’ex ferrovia Bologna – Verona per il cui recupero ad uso ciclopedonale alla Regione Emilia Romagna è stato assegnato un contributo di 5 milioni di Euro. Questo e altri finanziamenti sono una reale opportunità per riconvertire velocemente il tracciato della'ex ferrovia metaurense in itinerario ciclopedonale.  Inoltre, realizzando insieme alla pista ciclabile la digitalizzazione del territorio con la banda ultralarga si raggiungerebbero due target prioritari della UE che avrebbero grandi possibilità di finanziamento, se sottoscritti da più soggetti pubblici e privati come  Comuni, Regione Marche, imprese ed associazioni. Per questo, se non una "autostrada" per bici di 100 km come quella della Germania, almeno una "superstrada"  di 50 km ce la possiamo permettere anche noi, sia perché è indispensabile, sia perché questa è la volontà di Regione, Provincia e quasi tutti i Comuni interessati.  Dove verrà realizzato il primo tratto?

Fano, 9  gennaio 2016

Da: FIAB Marche

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Consegnato al sindaco Gambini il progetto preliminare per il ripristino della Fano-Urbino

URBINO - L’Associazione F V M – Ferrovia Valle Metauro ha consegnato formalmente  al sindaco di Urbino Maurizio Gambini il progetto preliminare per il ripristino della ferrovia Fano Urbino.

Il sindaco ha ringraziato l’Associazione e tutta l’organizzazione che in  pochi mesi ha predisposto il documento che costituisce la base per i prossimi passi necessari sia alla revoca della dismissione che alla ricerca di partners e dei finanziamenti così come realizzato in altre parti d’Italia.   Il sindaco nel ricevere il documento ha simbolicamente tagliato il nastro tricolore   e si è reso disponibile a fare da capo fila alle iniziative sia di  Urbino che degli altri Comuni del circondario che vorranno dare corso effettivo alle prossime attività.  In una Sala Raffaello gremita di pubblico ed esperti del settore, oltre alla illustrazione dei vantaggi del treno che ne sono derivati in altri territori in cui analoghe iniziative sono già in atto da anni, è stato presentato il team che ha realizzato il documento:  Società  Ingegneria  Pegaso e Sistema Ingegneria rispettivamente di Milano e Firenze e il team di base F V M ( Ing. S V Russo, ing. G. Carboni, Arch. G. Palma, geom. M. Vimini, ed altri, guidati dal presidente F V M   dott. Carlo Bellagamba. Il Team si è avvalso inoltre della professionalità ed esperienza del Prof. G. Bariletti – UTP Lazio esperto in Economia dei Trasporti e collaboratore della Regione Lazio in questo campo.  Gli elementi salienti del nuovo progetto di ripristino sono la valorizzazione integrata del Territorio mediante l’utilizzo di 7 stazioni e ulteriori 7 fermate con una flessibilità spinta sia verso il trasporto puro e semplice che verso l’utilizzo a fini turistici. Verrà sostituito l’intero armamento ferroviario, ristrutturate le 7 stazioni e verranno create le necessarie infrastrutture minori per le fermate turistiche ( Es. agli scavi romani di Fossombrone e alle Marmitte dei Giganti). Secondo i canoni moderni di progettazione si è teso a ridurre per quanto possibile i passaggi a livello che sono passati da 55 a 21 superando soprattutto i problemi in uscita da Fano. Con una velocità di punta di 125 km all’ora fino a Fossombrone, l’intera tratta può essere percorsa in meno di un’ora. I costi complessivi ammontano a 86.747.000  € , al netto Iva, è previsto un viadotto per superare le arterie principali di Fano il cui costo è calcolato in 18 milioni di €.  Il prof. Bariletti nel suo intervento ha messo in evidenza che tale cifra di investimento corrisponde a quanto le FS ( e quindi Stato e Regione) non ha speso per il servizio su gomma sostitutivo per i circa 30 di esclusione dal territorio dal godimento indispensabile del bene ferrovia  ( circa 64 milioni di € attualizzati) e per i mancati contributi di mantenimento della infrastruttura sospesa dal 1987, incamerati per  altri scopi ( circa 16,5 milioni di € ).  Dall’analisi dei costi di produzione e delle relative fonti di approvvigionamento economico per il nuovo esercizio ferroviario sulla Fano Urbino risulta che i parametri di efficienza d’esercizio fissati dal D.Lgs 422/97 (35%)    sono pienamente soddisfatti  attestandosi dal 53% al 71%: un dato da metropolitana FS.  Per non parlare poi di quanto si risparmierebbe in minori manutenzioni stradali, risparmi sulla spesa sanitaria e oneri infortunistici.  Bisogna altresì evidenziare che con questo ripristino si rende disponibile più modernamente tutto il patrimonio culturale costituito dalla Città di Urbino,  di Fano e dei paesi di tutta la Vallata del Metauro.  Sembra quasi un buon auspicio il contemporaneo evento di Siena, sulla Ferrovia della Val D’Orcia, dove il Ministro Franceschini ha comunicato l’ingresso del Ministero dei Beni Culturali e Ambientali nella Fondazione FS, che ha il compito di «preservare, valorizzare e consegnare integro il patrimonio ferroviario italiano alle future generazioni»,  come ripreso dall’arch. Bottini presidente di CO. MO. DO. a conclusione del convegno.

Da: www.altrogiornalemarche.it del 11/1/2015

http://www.altrogiornalemarche.it/index.php?option=com_content&view=article&id=10315%3Aconsegnato-al-sindaco-maurizio-gambini-il-progetto-preliminare-per-il-ripristino-della-ferrovia-fano-urbino&catid=49%3Avideo-gallery&Itemid=101

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AMBIENTE, LA CURA DEL FERRO

Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Graziano Delrio, in audizione alla Commissione Ambiente della Camera il 26 gennaio, ha affermato che “i problemi dello smog e della mobilità sostenibile vedono come prima  contromisura la cura del ferro”. Perché la Regione Marche non si sintonizza col ministro dei Trasporti invece di continuare a spingere sulle strade? Perché con il ministro non si sintonizza quel viceministro dello stesso ministero che continua a cercare finanziamenti pubblici per cementificare la regione (completamento Quadrilatero, Fano-Grosseto, l’uscita a d Ovest dal porto di Ancona) sollecitato spesso dagli amministratori locali? Gli amministratori regionali  (spesso insieme a quelli locali)  sono responsabili di non aver alcun piano regionale per la mobilità sostenibile sostenendo la primaria funzione pubblica del traporto su rotaia, su cui potrebbero essere indirizzate anche parte delle risorse, ore destinate a quello pubblico su gomma che continua a intasare le strade litoranee; di non essere in grado di fare nulla (e di ammetterlo) per i servizi contestati ed i notevoli, frequenti disagi sulla linea Ancona Roma e sulla Fabriano Civitanova; di non aver alcun progetto che preveda la riapertura della Fano Urbino, del tratto Fabriano Pergola o per uno studio di altre tratte da ricostruire; di aver chiuso la stazione Marittima in Ancona mettendo su strada 200.000 pendolari l’anno e di aver fatto magicamente scomparire l’inquinamento atmosferico in Ancona eliminando le centraline di controllo dalle strade! 

Ora si apprende dalla stampa che per il trasporto ferroviario regionale il contratto di servizio è in proroga, in attesa di rinnovo per altri 9 anni a Trenitalia (??!) o di fare una gara europea. Il comportamento delle ex Ferrovie dello Stato, nelle sue varie articolazioni aziendali, ha dimostrato l’interesse ad abbandonare le tratte regionali poco remunerative, in favore dell’alta velocità. La prossima quotazione in borsa comporterà ancora di più la perdita della funzione pubblica in favore del puro guadagno. Cosa ha da guadagnarci il cittadino? 

Italia Nostra Marche.

Da: Il Resto del Carlino del 5/2/2016

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3 aprile a Urbino la IX Giornata delle Ferrovie non dimenticate·

Dal· "Treno Verde" di Legambiente che ha fatto sosta a Pesaro, alcuni spunti sulla Fano-Urbino dell'Associazione FVM

Come rileva la campagna di Legambiente "PM1O ti. Tengo d'occhio", nei primi 50 giorni del 2016 ben 18 capoluoghi di provincia su 90 hanno superato il 50% dei giorni di "bonus" a disposizione previsto dalla legge (35 giorni/anno con concentrazioni superiori a 50 μg/m3 di polveri sottili). La stessa città di Pesaro, nonostante la sua "bicipolitana", nel 2015 ha segnato 45 sforamenti  classificandosi al terzo posto nelle Marche dopo ~ Jesi (57) e Falconara (49). Tali dati manifestano che le misure adottate, seppur intenzionalmente positive, non sono sufficienti ad arginare il crescente inquinamento atmosferico; occorre una decisa svolta di cultura e soprattutto di "sistema" che deve favorire il miglioramento ed il potenziamento del trasporto pubblico. Se infatti in ambito urbano la bicicletta può costituire una possibile alternativa all'auto privata, in buona parte dell'anno per percorsi sull'ordine di 2-3 km, per le distanze medio  lunghe essa è perdente perché incompatibile con le reali esigenze di spostamento collettivo; non evidenziare questa realtà equivale a nascondere il fatto che le nostre città sono quotidianamente intasate di veicoli. L'Associazione FVM da sedici anni sostiene che non voler ripristinare la linea Fano-Urbino costituisce un errore fondamentale ed irrimediabile non solo per motivi legati all'inquinamento ma anche perché elimina le speranze di un futuro riscatto per l'economia e lo sviluppo del territorio nord marchigiano.

«Se si vuole ottenere un'inversione della tendenza all'eccessivo uso dell'auto privata bisogna offrire valide alternative- utilizzabili da tutte le fasce di popolazione, soprattutto da quelle obbligate a spostamenti superiori ai 3-5 km.  Il trasporto pubblico è uno di questi strumenti, quello su ferro è di gran lunga il più capiente, sicuro, veloce ed ecologico. Non a caso il Governo centrale ha avviato una nuova strategia di investimenti sulla rete ferroviaria italiana: la cosiddetta "cura del ferro", che si traduce in maggiore sicurezza, alta tecnologia, trasporti più frequenti ed efficienti, qualità e comodità per i viaggiatori soprattutto pendolari, basso tenore di inquinamento. Nove miliardi di risorse aggiuntive, stanziate con le Leggi di Stabilità 2015 e 2016 e con il Decreto "Sblocca Italia", si sommano agli altri otto miliardi previsti nel prossimo aggiornamento 2016, per un totale di 17 miliardi di euro. Purtroppo la Regione Marche non ha voluto essere premiata nella distribuzione delle risorse, non tanto per volontà ministeriale  quanto per la scarsa lungimiranza e la fiacca volontà degli Enti Locali.  Esistono anche forti motivazioni di tipo turistico che spingono verso la riattivazione della linea Fano-Urbino per un tale scopo. Il grande ed indiscusso successo delle Ferrovie Turistiche dal 2013 per opera della Fondazione FS indica la via da seguire per offrire nuove opportunità ai nostri territori interni e pedemontani recentemente troppo trascurati e privati delle più elementari strutture per un vivere civile. Le ferrovie secondarie, ritenute a torto "rami secchi", stanno diventando in varie parti d'Italia l'opportunità per il rilancio turistico ed economico di territori colpevolmente messi da parte.  Tali ·temi verranno ripresi durante la "IX Giornata de'Ue Ferrovie Non Dimenticate" che si terrà ad Urbino il prossimo 3 aprile (info su www.ferroviajvm.it).

L'Associazione Ferrovia Valle Metauro continuerà nella sua opera di studio e diffusione di una cultura che privilegi il bene della collettività per mezzo di strumenti diretti ad una ormai non più rinviabile sostenibilità ambientale, anche grazie ad alleati come Legambiente.

Da: Il Giornale del Metauro n. 154 del marzo 2016

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FERROVIA FANO-URBINO. TRILLINI (ATM): “UNA CICLABILE PER RILANCIARE IL TURISMO”

Valle del Metauro (PU) – L’argomento è ormai oggetto di discussione da parecchio tempo e ogni volta che la soluzione sembra ad un passo, i tempi si allungano e i dubbi continuano. Che fine farà la ferrovia Fano-Urbino? Dopo che lo scorso ottobre il consiglio regionale ha approvato una mozione della maggioranza per la trasformazione del tratto in pista ciclo pedonale, ad oggi non ci sono stati atti concreti per la riqualificazione.

A tornare oggi sul tema è l’Atm, Associazione Turistica Marchigiana: “Ribadiamo con forza – scrive Gianfranco Trillini – che trasformare la Fano-Urbino in pista ciclabile sia l’unica soluzione percorribile. Sappiamo bene che non sono dello stesso avviso i membri della Fvm (Ferrovia Valle Metauro) e che la ‘battaglia’ sarà ancora molto lunga, ma abbiamo intenzione di ‘combatterla’ con iniziative di sensibilizzazione concrete. La linea in questione – prosegue Trillini – da troppo tempo aspetta di essere convertita in qualcosa di efficiente e funzionale e pensiamo sia assurdo, dopo quasi 30 anni di inattività, pensare ad un rinnovamento della stessa in chiave ‘trenino turistico’ o treno di servizio in quanto, essendo una linea concepita e costruita più di un secolo fa, i costi sarebbero improponibili e ingiustificabili e un progetto di tale portata non avrebbe mai fine”.

Oltre a ribadire il concetto, Trillini entra poi nello specifico dei vantaggi che, secondo lui e l’Atm, porterebbe al turismo la nascita di una pista ciclabile: “Probabilmente – sottolinea – convertendo il tratto si potrebbero utilizzare dei fondi europei con conseguente abbattimento dei costi e tutta la valle del Metauro ne trarrebbe benefici in termini di turismo eco-sostenibile. Per rendere il progetto ancora più ‘interessante’ – conclude Gianfranco Trillini -, si potrebbe pensare di trasformare anche le vecchie stazioni in strutture ricettive come ostelli o bed&breakfast”. Un’eventuale pista ciclabile sulla Fano-Urbino non sarebbe una novità assoluta in termini di mobilità sostenibile: in Toscana, infatti, sulla Poggibonsi-Colle Val d’Elsa, dove prima transitavano treni, ora ‘passeggiano’ pedoni e ciclisti.

Da: www.fanoinforma.it del 13/4/2016

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Ferrovia Fano-Urbino, un po’ di storia per i posteri

FANO – L’ultimo orario ufficiale FS in cui compare la ferrovia Fano Urbino è quello del 1 Giugno – 27 settembre 1986. Come già noto, l’ultimo treno che percorse la ferrovia Fano Urbino fu il 31 gennaio 1987. Perché, dunque, nell’orario ufficiale successivo 28 settembre – 30 maggio 87 la ferrovia Fano Urbino mancava all’appello?

Le spiegazioni possono essere due: la data di cessazione del servizio previsto per il 28 settembre era stato rinviato e la tipografia FS non aveva tenuto conto degli aggiornamenti oppure la sapeva lunga sul destino della ferrovia metaurense. Infatti, vennero vanificati gli impegni presi da Regione, Provincia e Comuni per un’azione mirante a scongiurare il pericolo della soppressione attraverso l’assunzione di un mutuo di 9 miliardi di lire, contratto dall’amministrazione provinciale con gli interessi a carico della Regione e dei Comuni, e uno stanziamento di 8 miliardi messo a bilancio dalla Regione destinati all’eliminazione dei passaggi a livello e al potenziamento della linea.

Otto corse di pullman giornaliere della ditta Bucci, poi sostituirono le corse del treno da Urbino a Fano, ma impiegavano 10 minuti in più e stranamente non raggiungevano la stazione di Fano ma la stazione delle autocorriere del Pincio, costringendo coloro che dovevano prendere la coincidenza per Ancona/Bologna a farsi un tragitto a piedi di un quarto d’ora se non trovavano nel frattempo un mezzo pubblico disponibile. Oltre ai disagi reali andavano ad aggiungersi anche i costi maggiorati per l’abbonamento in corriera settimanale (es. Urbino-Fano 13.700 lire a fronte di 4.600 lire che richiedeva la ferrovia).

In consiglio comunale d’Urbino, il sindaco Londei fece sapere che il ministro Signorile (IX Legislatura – Governo Craxi II) ancora in carica aveva inviato un telegramma con il quale faceva sapere che fu il direttore delle ferrovie Ligato ad opporsi alla riapertura della Fano Urbino, ma poco dopo, per bocca del senatore Venturi, il direttore delle ferrovie Ligato faceva sapere che se qualcuno aveva voluto chiudere i 50 chilometri della Fano Urbino fu il ministro Signorile. Dal gioco, ovviamente, s’era sottratta la giunta della regione Marche dichiarando di aver fatto tutto quello che richiedeva il ministero per il mantenimento del treno. Insomma un bel scarica barile.

Va detto che il PCI d’allora si oppose tantissimo alla sospensione del servizio vedendo una pericolosa deriva privatistica del trasporto pubblico. Anche per questo la società pubblica Trasporti Montefeltro Spa insieme a Amaf di Fano rivendicavano il diritto di raccogliere l’eredità delle funzioni del treno. Non dimentichiamo che la Regione spendeva 2500 lire per ogni chilometro di strada percorso da mezzi, di società private e non, che svolgevano servizio pubblico.
Alcune considerazioni: a distanza di quasi 30 anni, confrontando i tempi di percorrenza dell’orario ufficiale FS con l’attuale pullman di servizio extraurbano n. 25 è possibile affermare che, tutt’ oggi, i tempi di percorrenza dei treni erano inferiori (addirittura i pullman non vanno a Fermignano ma transitano per Bivio Borzaga).
Considerando come destinazione finale Pesaro il distacco diventa enorme perché il treno da Fano proseguiva e raggiungeva Pesaro in 10 minuti, invece ora bisogna prendere un altro pullman con tempi prossimi alla mezz’ora.

NELLA VICINA ROMAGNA …
La ferrovia rappresenta, da sempre, uno straordinario volano turistico. Riccione, perla turistica dell’adriatico, è diventata tale per l’intuizione di un suo sacerdote del secolo scorso: Don Carlo Tonini. Nel 1861 fu inaugurata la linea Ancona-Bologna ed il prete convinto che solo attraverso i collegamenti ferroviari sarebbe stato possibile cercare nuove attività per i suoi paesani si prefigge l’obiettivo di ottenere la fermata dei treni a Riccione, ci riuscirà nel 1862. Annoverato, a ragione, tra i principali artefici dell’avvio del movimento turistico della borgata di Riccione, allora frazione di Rimini, nel 2012 in occasione del 150° anno della prima fermata, il Rotary Club di Riccione e Cattolica gli ha dedicato una targa esposta nella sala d’attesa della stazione di Riccione. In attesa che lo spirito di Don Carlo Tonini agisca sugli attuali e futuri amministratori dei comuni metaurensi, ci si dovrebbe chiedere quanti turisti non hanno scelto, non scelgono e non sceglieranno di visitare e soggiornare nella Valle del Metauro perché non è raggiungibile in treno. Un territorio ricco di storia, di cultura, di arte, di paesaggi a metà strada tra la costa adriatica e Urbino purtroppo si limita ad un turismo di passaggio lasciandoci sfuggire un’ importante nicchia di mercato che predilige per i propri spostamenti i mezzi su rotaia.

Michele Mazza

Da: Il Giornale del Metauro del 8/5/2016

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Freccia Rossa estivo tramontato: l’associazione Ferrovia Valle Metauro non è stupita

PESARO – Che il Freccia Rossa estivo sia “ tramontato” a Pesaro non ci stupisce.

Ovviamente siamo dispiaciuti di tale increscioso accaduto, ma tutte le politiche trasportistiche di questi ultimi anni, portate avanti proprio dal sindaco Ricci, hanno relegato il treno ad  mezzo nostalgico che, secondo lui,  non interessa a chi deve viaggiare. Ricordiamo la sua mancata presenza, in qualità di presidente della provincia, alla manifestazione del 26 gennaio del 2012 organizzata dalla Camera di Commercio con l’obbiettivo di avere più fermate  alla stazione di Pesaro; nel dicembre 2013 l’ assenza  all’inaugurazione del primo passaggio del treno AGV ( Italo) . Come non sottolineare, poi, la cieca ed ossessiva volontà di  eliminare la Ferrovia Fano- Urbino per trasformarla in una mesta ed inutile pista ciclabile e la scarsa lungimiranza nel convertire un punto nevralgico e fondamentale  per la città  – l’ex magazzino merci della stazione di Pesaro – in un locale per far musica e intrattenimento (fra l’altro in discutibile concorrenza con altri locali privati),  piuttosto che in un luogo per una promozione turistica del territorio.  Purtroppo le  sue idee  sono in palese contraddizione rispetto le novità nazionali ferroviarie (Alta Velocità, nuovi treni per trasporto regionale con  importanti investimenti in  infrastrutture di qualsiasi tipo): dopo mezzo secolo di abnorme aumento del numero di automobili , con preoccupante congestione stradale e di inquinamento atmosferico, la ferrovia è stata finalmente ricollocata nel novero dei modi di trasporto fondamentali e strategici. Il suo ruolo fondamentale nell’organizzazione di trasporto, si sviluppa anche  attraverso  le stazioni veri e propri centri di smistamento (hub) da cui si dipartono le connessioni con altri territori (spoke).

Il Freccia Rossa estivo, dedicato  principalmente al  trasporto di turisti,  guarda caso, effettuerà solo fermate in stazioni che  permettono l’accesso a connessioni con altre linee ferroviarie e quindi di grande servizio a interi territori: i treni di prestigio non possono più essere  ad appannaggio di una singola città. Così si rivela il limite di fondo del sindaco di Pesaro: non riesce a vedere null’altro oltre alla “sua” Pesaro, che per quanto bella non ha niente di eccezionale rispetto ad altre città di media grandezza. Se, invece, il nostro collaborasse  con gli altri colleghi sindaci della provincia con lo scopo di dare visibilità nazionale a tutto il territorio, allora sì avrebbe certamente dei riscontri concreti e tangibili. Un territorio che, se riuscisse a coordinare ed esaltare tutte le sue ricchezze (storico, artistiche, culturali, paesaggistiche), non avrebbe nulla da invidiare  ad altre più note località italiane. Sicuramente il Freccia Rossa avrebbe motivo di fermarsi e servire un maggior flusso turistico e diventerebbe remunerativo.  Invece ci dobbiamo sorbirci per la promozione turistica messaggi come :…….. sole assicurato,….. sole che sorge e tramonta sul mare, ecc.ecc..

Per ora sicuramente un tramonto c’è stato: quello del FrecciaRossa estivo.

Da: www.pu24.it del 16/6/2016

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Provincia di Pesaro e Urbino - Nasce il Partito Comunista Italiano

ll 4 giugno scorso si è tenuta a Pesaro l'assemblea territoriale costituente del Partito Comunista Italiano, in vista del Congresso nazionale che si terrà dal 24 al 26 giugno a Bologna….

In ambito locale questo si dovrà tradurre in un forte contrasto alle politiche moderate e centriste del PD, a partire da quelle sanitarie sviluppate attorno alla costruzione dell’ospedale unico in project financing a Fosso Sejore. Ciò porterà alla cessione della sanità pubblica (o quantomeno di alcuni suoi importanti attività) ad aziende private tese a recuperare al più presto i finanziamenti elargiti e ad intascare in tempi brevi i profitti derivati dagli investimenti fatti. Il tutto nella logica del risparmio finanziario, per il quale la salute costituisce un peso insostenibile da ridurre a tutti i costi smantellando presidi ospedalieri all’interno della provincia, ridimensionando l'offerta delle prestazioni nell’ospedale di Urbino, e riducendo l’assistenza sanitaria d’urgenza "24 ore su 24" alle popolazioni dell’entroterra senza offrire una rete di assistenza medico-sanitaria adeguata, tale da garantire la salute e il benessere delle comunità locali. 

Allargando la furia privatizzatrice – dopo la scuola e i trasporti – anche alla salute l’entroterra resterà sempre più povero e isolato anche per la scelta sciagurata di 30 anni fa di sopprimere la tratta ferroviaria Fano-Urbino, oggi realisticamente da ripristinare abbandonando le fantasiose idee del PD su una irrealizzabile pista ciclabile.

22/6/2016

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Mozione n. 153 presentata in data 19 luglio 2016 a iniziativa del Consigliere Fabbri -  “RIATTIVAZIONE A SCOPO TURISTICO DELLA FERROVIA FANO-URBINO”

Premesso che:

- la ferrovia della Valle del Metauro (Fano-Fermignano) fu costruita dalle Ferrovie Padane, la tratta fino a Fossombrone fu completata nel 1914 e nel 1915 fu estesa fino a Fermignano, con allaccio all’allora esistente ferrovia statale Fabriano-Urbino, inaugurata nel 1898; - la linea ferroviaria Fano - Urbino, che percorre la provincia di Pesaro e Urbino per 48.7 km, fu sospesa al servizio viaggiatori con DM 110/T del 24/07/1986 dal 1987;

- esiste un atto di intesa del 9 marzo 2009, firmato tra gli altri dal Presidente del Consiglio e dal Presidente della Regione Marche, nel quale si prevedeva, come ruolo strategico, il rilancio del sistema ferroviario nelle Marche e tra questi il ripristino della linea ferroviaria Fano-Urbino come servizio di metropolitana leggera, forma innovativa di trasporto;

- la Provincia di Pesaro - Urbino, in data 30 marzo 2009, con delibera del Consiglio provinciale n. 15/2009, chiedeva alla Regione il ripristino della linea ferroviaria suddetta;

- la delibera di Consiglio provinciale del 28 luglio 2011, Progetti per una Comunità + felice, affermava che: “Per quanto riguarda il sud si prevede di individuare Urbino come polo ferroviario dell’entroterra, con collegamento alla Pergola – Fabriano - Roma attraverso un nuovo tratto Urbino-Fossombrone - Pergola. Tale tratto verso Roma si potrà poi completare in visione strategica con l’asse Fano - Urbino da realizzarsi ex novo lungo il tracciato della Fano – Grosseto (con l’utilizzo del vecchio tratto come pista ciclabile), per collegarsi poi, sempre lungo la Fano - Grosseto, ad Arezzo e quindi con l’alta velocità a Firenze. Tali scelte dovranno essere debitamente valutate dall’Azienda Ferrovie dello Stato;

Considerato che:

- Ferrovie dello Stato Italiane ha deciso di investire sulla propria storia e cultura istituendo a marzo 2013 Fondazione FS, a cui viene affidata la responsabilità della conservazione e valorizzazione di materiale storico del Gruppo con lo scopo di preservare, valorizzare e consegnare integro, a vantaggio anche delle generazioni future, un patrimonio di storia e di tecnica, simbolo del progresso e strumento di rafforzamento dell’unità degli italiani;

- fondazione FS ha già individuato e messo in attività 4 linee ferroviarie, prive di trasporto pubblico regolare, a scopo turistico. Le linee sono: la Ferrovia della Val D’Orcia (51 km) Asciano Monte Antico, la Ferrovia del Lago (9 km) Palazzolo sull’Oglio-Paratico/Sarnico, la Ferrovia del Parco (76 km) Sulmona – Castel di Sangro, la Ferrovia dei Templi (10 Km) Agrigento Bassa-Porto Empedocle. Anche altre linee si prevede entrino presto nel circuito di itinerari turistici e culturali della Fondazione;

- il 14 luglio u.s. è stato firmato il protocollo d'intesa al Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, tra lo stesso Ministero, la Regione Campania, Fondazione Fs ed RFI per la riattivazione a scopo turistico della linea Avellino-Rocchetta;

Rilevato che:

- nella seduta del 27 ottobre 2015, l’Assemblea legislativa ha approvato la Mozione n.17 del 18 settembre 2015, con la quale si impegna il Presidente e la Giunta “ad attivarsi con urgenza per avanzare, nelle forme stabilite dalla legge, secondo i principi di economicità, rapidità, efficacia e miglior contemperamento dei vari interessi in gioco, in forza del decreto di dismissione della linea dal compendio di interesse statale, la richiesta di acquisizione dell'intero compendio dell'ex ferrovia Fano Urbino, aree di sedime ed ex stazioni, (possibilità già espressamente ribadita nella nota del 3 luglio 2015, pervenuta alla Giunta regionale dalla Direzione Generale del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti) in modo da conservare il bene in mano pubblica e impedirne lo spezzettamento a vantaggio di privati, anche e soprattutto in considerazione del fatto che la Regione rappresenta a tutt'oggi l'unico ente pubblico territoriale in grado di acquisire la struttura”;

Preso atto che:

 - il 27 gennaio 2016, il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, in audizione alla Camera sugli interventi da attuare per ridurre lo smog nelle città e a favore della mobilità sostenibile, indica come prima strategia la “cura del ferro”, quale strada necessaria per affrontare le emissioni di smog provocate dal trasporto;

- l’11 febbraio 2016, il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, l’Amministratore Delegato di Ferrovie dello Stato Italiane e l’Amministratore delegato di Rete Ferroviaria Italiana, hanno presentato la nuova strategia di investimenti sulla rete, la “cura del ferro” quale priorità nelle politiche del Governo in materia di trasporti e infrastrutture, soprattutto ponendo particolare attenzione agli interventi sulle reti regionali e locali in favore degli spostamenti pendolari;

Ritenuto che: - l’interesse per il trasporto su ferro stia crescendo sia sotto il profilo di vero e proprio servizio pubblico (come ad esempio dimostra la richiesta pressante mossa da più parti politiche, sociali e imprenditoriali circa la realizzazione del raddoppio del binario del tratto Falconara-Orte), sia sotto il profilo turistico (come testimoniano le 4 linee turistiche e il protocollo d’intesa relativo al tratto Avellino-Rocchetta);

- il trasporto su ferro sia in ogni caso da potenziare all’interno del territorio regionale, in quanto considerabile un volano di sviluppo economico e sociale;

IMPEGNA

il Presidente e la Giunta regionale: 1. ad adoperarsi con il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, la Fondazione FS ed RFI per la riattivazione a scopo turistico della linea ferroviaria Fano-Urbino o di un tratto di essa.

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“I soldi donati con gli SMS per il terremoto saranno spesi anche per una pista ciclabile, mentre mancano ancora i servizi essenziali...”

Da Facebook - Piergiorgio Fabbri Consigliere Regionale M5S Marche

13 luglio 2017 · 

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Fano – Urbino da ripristinare

Anche Franceschini è con noi

L’associazione Ferrovia Valmetauro esulta per le parole “pro binari” del ministro

LA BATTAGLIA
Urbino. Ripristino sì, ripristino no dell’ex tratta Fano Urbino? Nuovi binari e treni modernissimi o ciclabile a tutti i costi? L’Associazione Ferrovia Valmetauro si batte per il ritorno dei convogli ferroviari da tempi oramai antidiluviani. Continua ad impegnarsi con tutto se stesso il farmacista fanese Carlo Bellagamba, presidente dell’associazione succitata. Ha una fissa in testa: il rilancio turistico dell’entroterra  con un mezzo carico di sostenibilità, e, altresì, l’abbattimento del traffico su gomma.

Le parole del ministro

“Le esternazioni pro treno fatte dal ministro Franceschini in risposta alla proposta del sindaco di Pesaro Matteo Ricci di convertire la linea ferroviaria per Urbino in una pista ciclabile sono fortemente propositive verso un ripristino della linea quantomeno a livello turistico – sottolinea il presidente Carlo Bellagamba – .  Hanno spiazzato tutti, persino i soci FVM che speravano in un appoggio alla loro lunga battaglia ma non si aspettavano tanta decisione. Il Ministro – insiste il farmacista che non conosce confini – ha parlato infatti di tutela, vincoli ed interessamenti del suo dicastero alla questione onde scongiurare “danni maggiori” di quelli già fatti. Evidentemente anche il sindaco di Pesaro ed il suo entourage  hanno sobbalzato all’idea di vedere scompaginati i loro piani”.

Quali piani? “La ciclabile, ormai a sempre più persone, appare come sinonimo di opportunità di speculazioni edilizie nei pressi del  tracciato e nei piazzali delle stazioni, di sanatorie di eventuali piccoli abusi perpetrati nelle sue vicinanze ma soprattutto conveniente coperchio di una rete di sottoservizi, in particolare un acquedotto a favore di Pesaro. Forse è per questo che il sindaco di Pesaro era venuto, all’epoca, a Fano a parlare di una valle che di certo non lo riguarda”.

Il rifiuto della revoca della dismissione del luglio dello scorso anno?  “Sfoderato, per mostrare gli artigli. Il documento, tra l’altro, non è firmato dal Ministro, ma da un suo funzionario.  Si sono serviti dei tradizionali artifici e amicizie a Roma per far passare, rapida ed in silenzio, la decisione che vuole essere la risposta al duro colpo incassato dopo le parole di Franceschini”.

Il capoluogo.

Il teno fa paura? “Fa paura ad una classe politica “Pesarocentrica” che teme lo sviluppo del territorio fuori dai suoi confini comunali.  Non passa l’abitudine di intervenire sui territori altrui per impoverirli e portar via risorse”.

In Urbino, la Commissione per la ferrovia Fano Urbino?  “Si è riunita spesse volte insieme al sindaco Gambini con proposte interessanti  per rispondere colpo su colpo a questa battaglia che vede il treno non solo come oggetto ma come simbolo di un territorio che lotta per migliorare la vita dei suoi cittadini. La Commissione si radunerà ancora per proseguire nel lavoro fatto e per evocare ancora questo fantasma del treno che perseguita ed impegna il sindaco di Pesaro, potente ed influente ma ormai consapevole che la realizzazione della sua ciclabile non sarà una passeggiata”.

Eugenio Gulini

Viaggi per 72 anni

Nel 1915 la ferrovia arrivò da Fano a Fermignano, dove si congiunse con la linea FS che da Fabriano già raggiungeva Urbino. La linea fu sospesa dall’esercizio il 31 gennaio 1987. L’ultimo treno, fu il regionale 5662, giunto a Urbino alle 20.

Da: Corriere Adriatico del  28/7/2016

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ASSOCIAZIONE FVM FERROVIA VALLE METAURO: “IN IRPINIA SI RITORNA AL TRENO, DA NOI È UN MIRAGGIO”

Valle del Metauro (PU) – “Il 22 agosto scorso un treno storico della Fondazione FS ha inaugurato la linea Avellino-Rocchetta, nuova acquisizione del patrimonio delle ferrovie turistiche italiane, dopo quasi 6 anni di assenza traffico. Il convoglio, partito da Foggia, ha percorso per l’inaugurazione il tratto Rocchetta – Conza ma l’obiettivo finale sarà il ripristino di tutta la linea  lunga più di cento chilometri”. Ad intervenire è l’Associazione FVM Ferrovia Valle Metauro.

 “La cerimonia si è svolta in concomitanza con lo Sponz-fest, la manifestazione di fine estate più conosciuta dell’ Irpinia ideata e realizzata da Vinicio Capossela.  La grande capacità comunicativa della Fondazione FS, attraverso i suoi numerosi canali, ha consentito di far conoscere non solo la manifestazione ma, soprattutto di svelare  un territorio incontaminato, lussureggiante e  sconosciuto a tanti. Nel treno storico sono stati messi a disposizione prodotti tipici locali; ad allietare il viaggio vi era l’ attore Ascanio Celestini, impegnatissimo lungo  le carrozze a raccontare storie degli scrittori Fortunato e Rodari. Superfluo raccontare l’ entusiasmo della popolazione assembrata nelle stazioni non più abituate al passaggio del treno da oltre cinque anni. La banda musicale di Calitri ha accolto il treno storico nella stazione finale di Conza-Andretta-Cairano, ma prima un gruppo di cow-boy a cavallo ha suscitato nei viaggiatori il brivido di un ‘assalto’ al convoglio. Una marea di persone ha ascoltato il comizio inaugurale del presidente del consiglio regionale Rosa D’Amelio, del vicepresidente della giunta regionale Fulvio Bonavitacola, di alcuni sindaci dei paesi, del direttore della Fondazione Fs  Ing. Luigi Cantamessa, di Pietro Mitrione dell’Associazione in Loco motive e dell’ artista Vinicio Capossela”.

 “Come è stato possibile realizzare il sogno del ritorno del treno in Irpinia mentre nella Valle del Metauro sembra ancora un miraggio? Perché in Irpinia quello che sembrava essere solo una sparuta battaglia di ‘nostalgici idealisti’ è diventato realtà?”.  “Sono stati diversi i fattori che hanno reso possibile la riattivazione: il cambio politico alla guida della Regione Campania, il recente avvento  della Fondazione FS, una nuova sensibilità verso le ferrovie e i treni che sono tornati ad essere un mezzo di turismo e conoscenza del territorio oltre che di mobilità. Ma, soprattutto un’ esigenza e un desiderio di riscatto  venuto dal basso, reclamati  dalle piazze, dai comitati e dalle associazioni”.  “La presa di coscienza degli abitanti dell’entroterra irpino di essere fuori dal sistema ferroviario italiano, unita al conseguente reale impoverimento del territorio, hanno fatto sì che si realizzasse questa bellissima operazione: ed ecco spiegata la motivazione di questo straordinario accaduto. Un bene pubblico è stato recuperato riportandolo alla sua originaria funzione. Il treno che, in altri periodi storici  veniva utilizzato per emigrare in luoghi lontani, è visto ora come uno strumento per generare turismo e creare occasioni di lavoro”.

 “La Ferrovia dell’Irpinia è la 7^ ferrovia che Fondazione FS rimette in attività per scopi turistici. Questo sistema è reso possibile grazie alla lungimiranza di quelle ‘virtuose’ Regioni che hanno collaborato intelligentemente con RFI e Fondazione FS”.   “La Regione Marche pare, invece, timida o recalcitrante a compiere un passo di tale portata per la ferrovia Fano Urbino: gli investimenti nella provincia di Pesaro e Urbino sembrano orientati soprattutto verso la costa come se gli abitanti delle aree interne non pagassero le imposte”.

 “Non meraviglia il fatto che la Regione Marche trovi scuse pretestuose sul genere che i comuni dell’entroterra non sono interessati alla ferrovia! E’ piuttosto vero il contrario! Così, mentre ovunque si va avanti  e si aprono nuove idee ed iniziative, nella Valle del Metauro si sta ‘infelicemente’ immobili, alla stregua di un  sonnolento ‘birocc sa’ i bov’ fermo in mezzo alla campagna”.

Da: www.fanoinforma.it del 30/8/2016

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Turismo, sviluppo sostenibile e mobilità

Mentre in Campania viene riattivata una ferrovia abbandonata … nella Valmetauro tutto tace!

 Il 22 agosto scorso un treno storico della Fondazione FS ha inaugurato la linea Avellino Rocchetta, nuova acquisizione del patrimonio della ferrovie turistiche italiane, dopo quasi 6 anni di assenza di traffico.  

La Ferrovia dell’Irpinia è la 7° ferrovia che la Fondazione FS rimette in attività per scopi turistici.  Questo sistema è reso possibile grazie alla lungimiranza delle “virtuose” Regioni che hanno collaborato intelligentemente con RFI e Fondazione FS. La Regione Marche pare, invece, timida o recalcitrante a compiere un passo di tale portata per la ferrovia Fano Urbino: gli investimenti nella provincia di Pesaro e Urbino sembrano orientati soprattutto verso la costa come se gli abitanti delle aree interne non pagassero le imposte. Non meraviglia il fatto che la Regione Marche trovi scuse pretestuose sul genere che i comuni dell’entroterra non sono interessati alla ferrovia! E? piuttosto vero il contrario! Così, mentre ovunque si va avanti e si aprono nuove idee e iniziative, nella Valle del Metauro si sta “infelicemente” immobili, alla stregua di un sonnolento “birocc sa’ i bov” fermo in mezzo alla campagna.

Associazione Ferrovia Valle Metauro.

 Da: Il Giornale del Metauro  n. 164 – Settembre 2016

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La Confcommercio di Pesaro e Urbino a favore del ripristino della ferrovia Fano-Urbino

Il Direttore Generale della Confcommercio di Pesaro e Urbino , Amerigo Varotti , si è incontrato presso la Sede di Pesaro con i rappresentanti della Associazione Ferrovia Valle del Metauro che è stata costituita per rivitalizzare e ripristinare la linea ferroviaria Fano-Urbino.  La Confcommercio è da tempo impegnata in una azione di valorizzazione e promozione turistica del territorio provinciale all’insegna di un turismo sostenibile e compatibile con la necessaria tutela ambientale.  
“In questo contesto - dice il Direttore Varotti - il ripristino della Ferrovia Fano-Urbino, almeno per scopi turistici, assume una valenza fondamentale. Un bel progetto, una idea facilmente realizzabile, uno sguardo al futuro riappropriandoci delle testimonianze del recente passato.  In molte realtà italiane ed europee si stanno recuperando tratti di ferrovie (inutilizzate o dismesse) che hanno assunto un fondamentale valore per il turismo “lento“, slow.  La linea ferroviaria Fano-Urbino attraversando luoghi incantevoli ricchi di storia e cultura, consentirebbe un collegamento sostenibile tra la costa e l’entroterra, tra il Mare Adriatico e la Città Patrimonio dell’Umanità che favorirebbe lo sviluppo del turismo legato all’ambiente (cicloturismo , trekking ) e il turismo culturale.  In tale direzione sta lavorando egregiamente anche la Fondazione Ferrovie dello Stato che, con l’auspicato concorso degli Enti locali interessati, dovrà portare alla revoca del pessimo provvedimento di dismissione deciso dalla Regione Marche“.  Tra l’altro in tale direzione va anche una proposta di legge giacente in Parlamento che individua la “ferrovia Fano-Fermignano come ferrovia turistica ...in area di particolare pregio naturalistico o archeologico“.  
All’incontro in Confcommercio era presente il Presidente dell’Associazione Ferrovia Valle Metauro, Carlo Bellagamba con il Dirigente Carmelo Romeo e l’Ingegner Salvatore Vittorio Russo che ha redatto il progetto esecutivo per il ripristino della ferrovia. 

http://www.viverefano.com/2016/09/21/la-confcommercio-di-pesaro-e-urbino-a-favore-del-ripristino-della-ferrovia-fano-urbino/607145/#.V-I5A6pup38.facebook

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Italia nostra - Ancora un convegno: la sezione fermana insiste
Ciclopedonalizzare l'ex ferrovia

(P.S.Giorgio - Amandola)

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Mozione n. 162 presentata in data 4 agosto 2016 a iniziativa dei Consiglieri Biancani, Volpini,  Giancarli, Talè, Traversini, Minardi, Rapa

“Applicazione della mozione n. 17 del 18/09/2015 “Linea ferroviaria Fano e Urbino”

Premesso:

- che nella seduta n. 9 del 27 ottobre 2015 il Consiglio regionale ha approvato la mozione presentata come primo firmatario dal sottoscritto, avente per oggetto “Linea ferroviaria Fano e Urbino”;

 - che in detta mozione si chiedeva espressamente alla Giunta regionale di attivarsi con urgenza per avanzare, nelle forme stabilite dalla legge e in via prioritaria a titolo gratuito, la richiesta di acquisizione dell'intero compendio dell'ex ferrovia Fano Urbino, aree di sedime ed ex stazioni;

- che tale richiesta veniva formulata in forza del decreto di dismissione della linea dal compendio di interesse statale e che tale possibilità era già espressamente ribadita nella nota del 3 luglio 2015, pervenuta alla Giunta regionale dalla Direzione generale del Ministero delle Infrastrutture e trasporti;

- che la finalità della mozione approvata è quella di conservare il bene in mano pubblica e impedirne lo spezzettamento a vantaggio di privati, anche e sopratutto in considerazione del fatto che la Regione rappresenta a tutt'oggi l'unico ente pubblico territoriale in grado di acquisire la struttura; Preso atto:

 - che successivamente all'approvazione della mozione 17/2015 è stata organizzata una riunione in data 4 febbraio 2016, tra i vertici di Ferrovie dello Stato (Ferservizi spa Ancona, Ferrovie dello Stato italiane, Ferservizi), gli assessori regionali competenti e il sottoscritto consigliere Andrea Biancani;

 - che in tale incontro, di comune accordo, è stata rappresentata l'opportunità di valutare preliminarmente la pubblicazione di una manifestazione di interesse finalizzata a individuare eventuali operatori interessati al ripristino della tratta ferroviaria Fano - Urbino, sia come servizio turistico-ferroviario che come servizio di linea metropolitana;

Rilevato:

 - che a tutt'oggi dalla Società Ferrovie dello Stato non è pervenuta alcuna notizia in merito;

- che a livello governativo sono presenti diverse proposte di legge parlamentari che prevedono sia l'istituzione di ferrovie turistiche mediante il reimpiego di linee in disuso o in corso di dismissione, sia la tutela e la valorizzazione del patrimonio ferroviario in abbandono con la realizzazione di una rete ciclabile della mobilità dolce per lo sviluppo di itinerari cicloturistici (Greenway);

 - che da più parti viene ribadita la sostenibilità economica e l'interesse di soggetti privati al ripristino e alla gestione; tutto ciò premesso e rilevato, il sottoscritto Consigliere regionale,

IMPEGNA la Giunta regionale:

1) ad un ulteriore confronto con i vertici di Ferrovie dello Stato (soggetti proprietari della tratta ferroviaria Fano-Urbino) per sollecitare gli stessi ad autorizzare la Regione Marche a pubblicare il Bando pubblico rivolto a soggetti interessati per il ripristino e gestione della tratta ferroviaria Fano-Urbino a fini turistici o come metropolitana di superficie;

2) a verificare con la Direzione generale del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, con la Fondazione Ferrovie dello Stato e con il Ministero dei Beni e Attività culturali e del Turismo le reali fonti di finanziamento delle proposte di legge parlamentari alla luce di una politica nazionale, che mira alla promozione di una viabilità sostenibile;

 3) a verificare, alla luce di quanto sopra esposto, il reale fondamento dell'interesse (come da più parti annunciato) degli operatori privati coinvolti nel ripristino e gestione della tratta ferroviaria Fano-Urbino, anche in considerazione del fatto che a trent'anni dalla chiusura della tratta occorre prendere una decisione sul futuro della linea ferroviaria Fano-Urbino;

4) a valutare l'avvio, qualora non ricorrono le condizioni di interesse sopra esposte, di un percorso alternativo che preveda la riqualificazione e l'utilizzo di una infrastruttura così importante per il rilancio non solo turistico del territorio.

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Ferrovia Fano-Urbino, il Pd ci ripensa

Mozione di maggioranza in Regione per un bando a favore del ripristino della tratta a fini turistici Il consigliere Biancani: «Vediamo se c’è interesse dai privati, altrimenti puntiamo sulla pista ciclabile»

IL DOCUMENTO

URBINO Un bando per ripristinare la ferrovia sulla tratta Fano-Urbino e farla gestire dai privati. la Regione ci prova. -Questa è la priorità, se non andrà a buon fine, sarà un capitolo chiuso per sempre. E a quel punto punteremo sulla pista ciclabile». anticipa  il consigliere regionale del Pd Andrea Biancani.

Il dibattito contrastato

Non è un cambio di marcia. Almeno così non vuole definirlo Biancani. La sua mozione, che porta anche la firma di altri colleghi di maggioranza, depositata lo scorso 4 agosto, “che vogliamo discutere in assemblea legislativa al più presto”, chiede alla giunta Ceriscioli di  “Sollecitare Ferrovie dello Stato ad autorizzare la Regione Marche a pubblicarne il bando pubblico rivolto a soggetti interessati per il ripristino e la gestione della tratta ferroviaria Fano-Urbino a fini turistici o come metropolitana di superficie”.

E la ciclabile lungo il tracciato dell'ex ferrovia, caldeggiata dal sindaco di Pesaro Matteo Ricci e sostenuta dallo stesso Biancani. oggetto di un dibattito decennale che negli ultimi tempi ha creato frizioni anche dentro il Pd? L'ipotesi non si butta via, me per ora viene messa in. stand by,  nascosta tra le righe dell'ultima parte della mozione, che spinge la Regione  “a valutare”, se la riattivazione della ferrovia non andasse in porto,  “un percorso alternativo che preveda la riqualificazione e l'utilizzo di una infrastruttura cosi imporrante per il rilancio non solo turistico del territorio.  Se il bando non sortirà alcun effetto, allora sì che la ciclabile prenderà quota. come fa intendere Biancani.  “lo sono favorevole alla creazione di una pista ciclabile in quel tratto, ma se si potesse ripristinare la ferrovia sarei l'uomo più felice del mondo - afferma il consigliere regionale del Pd - penso, allo stesso tempo, che l’investimento vada incontro a problemi  di sostenibilità economica. Abbiamo già votato una mozione che prevede di non spezzettare il tracciato della ferrovia, lasciando la competenza per intero alla Regione. Nel frattempo ho organizzato un Incontro con Ferrovie dello Stato, comunicando loro che la Regione è disponibile a pubblicare un bando per verificare se ci sia qualche soggetto interessato a ripristinare la ferrovia, o come trasporto pubblico oppure a fini turistici”.

Trenitalia rifiuta la gestione

“Il punto fermo a! momento, è il no. da parte di Trenitalia, a gestire la tratta - sottolinea Biancani -. Non hanno i soldi per farlo. Se il bando non darà risultati, allora bisognerà mettere la parola fine all'idea di far tornare la ferrovia”. Ed è in questo passaggio che si inserisce la pista ciclabile. La mozione. che cita la proposta avanzata da più parti di ripristinare la ferrovia o una metropolitana di superficie, è stata sottoscritta anche dai consiglieri regionali di centrosinistra Rapa. Minardi, Traversini, Volpini e Giancarli.

Thomas Delbianco

L’apertura

Il consigliere regionale di Uniti per le Marche Boris Rapa vuole puntare a  “tenere alto l'interesse sulla tratta Fano-Urbino per-velocizzare la ricerca di una soluzione , ma senza escludere né il ripristino della ferrovia  né la pista ciclabile”

Da: Corriere Adriatico del 25/9/2016

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“BELLA INTENZIONE, MA I PRIVATI NON CI SONO - DEVONO INVESTIRE LE FERROVIE DELLE STATO”

«Buone le intenzioni della Regione per tentare di ripristinare la ferrovia Fano-Urbino, ma è inutile cercare i privati, ci vuole il coinvolgimento dello Stato e delle Ferrovie. La ciclabile? Non servirebbe a nulla senza il tracciato su ferro». Carlo Bellagamba, il presidente dell’Associazione Ferrovia Valle Metauro valuta positivamente l’iniziativa promossa dal consigliere regionale Pd Andrea Biancani e altri di maggioranza, che hanno depositato una mozione per riaprire il discorso della ferrovia Fano-Urbino.

«L’idea da calibrare meglio»

Ma l’associazione è convinta che le modalità di intervento proposte nel documento vadano calibrate. «E’  chiaro che il primo passaggio dovrà riguardare un confronto con le Ferrovie dello Stato  - afferma Bellagamba -. Il tracciato non è della Regione, non possono decidere sulla proprietà di un altro. Bisogna lavorare con uno studio serio, perché fino adesso di cose serie sulla ferrovia non ne hanno fatte assolutamente. A questo proposito, noi abbiamo fatto la nostra parte, elaborando un progetto preliminare, per la ferrovia che funzioni come trasporto pubblico». Uno studio che l’associazione ha anche «regalato al sindaco di Urbino. Lo abbiamo predisposto in collaborazione con due importanti firme della progettazione ferroviaria in Italia, che hanno lavorate anche sulle reti ad alta velocità. Questi eccellenti progettisti hanno detto che il ripristino della tratta è realizzabile, e con quali costi. Tutto va verificato con un progetto esecutivo. Bisogna che qualcuno tiri fuori i soldi per andare avanti nella progettazione e per i passi successivi».

Quello economico è senza dubbio l’ostacolo principale da superare. Nella mozione, i consiglieri di centrosinistra chiedono alla giunta Ceriscioli di sollecitare Ferrovie dello Stato ad autorizzare la Regione Marche a pubblicare il bando pubblico rivolto a soggetti interessati per il ripristino e la gestione della tratta ferroviaria Fano-Urbino a fini turistici o come metropolitana di superficie.  Biancani ha aggiunto che Trenitalia non è disposta ad aprire nessun discorso sulla ferrovia Fano-Urbino, perché non ha risorse per questo intervento. Ma Bellagamba non la pensa allo stesso modo su questo punto. «Soggetti privati non ne esistono in questa operazione - dice - devono pensarci Stato e Regione, poi se ci vogliamo mettere qualche soggetto di altro tipo intorno per fare lavori di manodopera ben venga. Ma è un’altra cosa rispetto a chiedere ad un privato di ripristinare e gestire la ferrovia».

Ecco la soluzione

La soluzione? «Si fa un contratto tra Regione, Ferrovie dello Stato, Ministero. Guardate che le Ferrovie hanno i soldi per intervenire, su questo non abbiamo dubbi». Semaforo verde “condizionato” quindi, alla Regione per andare avanti sul ripristino della tratta ferroviaria, ma passando anche per un confronto con le realtà locali. «Certo, che vengano a parlare con noi  - va avanti il presidente dell’associazione - dal punto di vista concettuale siamo esperti. Oltretutto il ministro Franceschini già ci ha dato dei segnali positivi. È  entusiasta della ferrovia Fano-Urbino, che può rappresentare un volano per lo sviluppo turistico riscoprendo lungo il tracciato le bellezze naturalistiche e culturali del nostro territorio. Ecco quello che diciamo alla Regione: le intenzioni sono buone, però bisogna aggiustare il tiro e sentire altri soggetti».

E sulla ciclabile al posto della ferrovia? «Non serve a nulla -  risponde Bellagamba senza troppi giri di parole - Si possono fare tanti itinerari per bici, ma vicino alla ferrovia ripristinata».

Da: https://www.pressreader.com/italy/corriere-adriatico-pesaro/20160926/281655369557243

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BIANCANI, LA FERROVIA E LA CICLABILE

Urbino, 1 ottobre 2016 

La notizia che Biancani, consigliere regionale Pd, propone un Bando della Regione per il ripristino della Fano – Urbino, ha sorpreso sul momento  tutti gli ambientalisti e coloro che da anni si battono per salvaguardare l’integrità della strada ferrata. Finalmente qualcuno del Pd in Regione prende una iniziativa a favore della ferrovia !!  Ma la disillusione è presto arrivata. Nella mozione che vuol presentare, Biancani fa esplicito riferimento ad un bando in cui concorrano i privati per il finanziamento in toto dell’opera, in mancanza del quale – dice perentorio -si ricorrerà alla ciclabile. In realtà, data la profonda crisi economica in cui versa il paese, sa bene che le speranze che i privati rilevino la tratta per una gestione unica privatistica sono rilegate al lumicino, e in quel caso interverrebbe con l’ipotesi che più sta a cuore al suo sodale di partito, Ricci, la pista ciclabile. Ma Biancani ha dimenticato di spiegarci un dettaglio non di poco conto: con quali soldi verrebbe realizzata la ciclabile ? Non vorremmo che quei finanziamenti pubblici che mancano alla realizzazione del ripristino della ferrovia e che sta a cuore alla popolazione dell’entroterra e ai suoi organi istituzionali, come per incanto, per un nuovo gioco di prestigio,  comparissero improvvisamente per quella ciclabile agognata dal suo Vicepresidente di partito e sindaco di Pesaro.

Gli autentici ambientalisti della Provincia, tutti coloro che hanno a cuore il ritorno del treno nella Valle del Metauro, da anni si battono per un intervento e finanziamento pubblico per ripristinare la Fano-Urbino. Un proditorio intervento pubblico tolse ingiustamente alle comunità locali questo prezioso servizio nel gennaio del 1987: lottiamo perché un intervento pubblico ripari al torto che le nostre popolazioni hanno subito ! Nel mentre continuiamo la lotta per la riapertura, difenderemo l’integrità della tratta e dei suoi binari. Non consentiremo a nessuno, di smantellare la ferrovia, né per la ciclabile né per chicchessia altra cervellotica invenzione, a costo di organizzare gli ambientalisti del territorio, gli amanti della ferrovia e i tanti cittadini che ci hanno seguito e appoggiato in questi anni ad occupare i binari.

Circolo Legambiente Le Cesane Urbino 1/10/2016

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ASSOCIAZIONE FOR-BICI: "DALLE DUE RUOTE UN FORTE IMPULSO AL TURISMO SOSTENIBILE"

La Bicistaffetta adriatica (che in 6 tappe un paio di settimane fa ha portato una sessantina di cicloturisti di tutta Italia da Termoli a Rimini) non a caso si è fermata a Fano. È un segnale di grande attenzione per la nostra città da parte della FIAB nazionale che intende spingere per realizzare quanto prima laCiclovia adriatica, una struttura utile per il turismo ma anche per la mobilità sostenibile in quella che ormai è una lunga conurbazione di centinaia di km, dal Friuli alla Puglia. Facendo squadra, le regioni interessate hanno ottime possibilità di finanziamento da parte del Governo centrale che finalmente ha iniziato a investire somme importanti sulle Ciclovie; infatti, è evidente la crescita del cicloturismo che muove ogni anno milioni di turisti per un giro d'affari di ben 44 miliardi di euro; di recente in Italia ne sono state finanziate quattro con 91 milioni di euro. 

Fano rappresenta uno snodo importante in questo progetto nazionale perché è coinvolta non solo lungo l'Adriatico verso Pesaro e a breve Senigallia, ma anche verso l'interno grazie ad un percorso che passa per Fossombrone, Cagli e Cantiano, giunge a Grosseto e valorizza un territorio molto attraente per chi, soprattutto dall’estero, vede nell’Italia una meta privilegiata per le vacanze in bicicletta. E si spera che i lavori di riasfaltatura in corso tengano conto sempre più della mobilità sostenibile, e quindi delle esigenze dei ciclisti e dei pedoni, troppo spesso penalizzati nei loro spostamenti all’interno della città; realizzare marciapiedi, piste ciclabili, aree verdi, insieme alla riduzione del traffico a motore, è la “ricetta” adottata nei paesi evoluti per avere spazi urbani più sicuri e più vivibili.

da For-Bici Fano - associazione aderente alla F.I.A.B. (Federazione Amici della Bicicletta)

Da: www.viverefano.com del 2/10/2016

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«Si deve investire sulla ferrovia Fano-Urbino»

Il consigliere regionale del M5S Fabbri invita il Pd a una visione strategica

LA BATTAGLIA

URBINO II primo piano realizza­to dal Corriere sulle ferrovie di­menticate ha lasciato i I segno e riaperto un varco. «Occorre po­tenziare la rete ferroviaria mar­chigiana avendo una visione strategica - spiega Piergiorgio Fabbri, consigliere regionale M5S - La lotta per la riapertura delle ferrovie marchigiane va inserita in una visione moder­na e strategica di mobilità so­stenibile. Ormai tutto il mondo occidentale parla di sharing economy (economia della con­divisione) ed il modello attuale di mobilità (individuale, su gomma e con motori a scop­pio) è ormai al tramonto, in quanto non più sostenibile dal punto di vista ambientale, in­frastrutturale ed economico... Occorre quindi investire strate­gicamente sulla riapertura del­la tratta ferroviaria Fano-Urbino. da utilizzare come metro­politana leggera e richiamo tu­ristico (come richiesto in una mia mozione parallela a quella del PD) e non è condivisibile la posizione dell’assessore Sciapichetti che esclude la partecipa­zione della Regione al co-finan­ziamento per la riapertura».

Fabbri incalza: «Va inoltre combattuta la volontà di rega­lare la tratta a privati per realiz­zarvi sotto un acquedotto che trasporti le preziose acque delfappennino lungo la costa e sopra una brutta ed inutile pi­sta ciclabile, come sembra au­spicare Biancani tra le righe della sua mozione. Va invece riaperta immediatamente la tratta Pergola-Fabriano chiu­sa tre anni fa con la vergognosa scusa di una frana (invece si tratta di uno smottamento di alcuni metri della massicciata ferroviaria riparabile in pochi giorni con qualche decina di migliaia di euro), che andreb­be potenziata con il tanto sospi­rato collegamento per Urbi­no... Purtroppo al Pd regionale manca questa visione strategi­ca, come constatiamo attraver­so la discutibile chiusura della stazione marittima di Ancona e nell’incapacità di sfruttare le enormi potenzialità intermo­dali del capoluogo regionale...»

Da: Corriere Adriatico del 3/10/2016

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Per la Uil la Regione non vuole riaprire la Fano-Urbino «Serve un progetto europeo»

IL DIBATTITO

FANO «La mozione del Pd per la Fano-Urbino serve solo a fare demagogia, il vero obiettivo della Regione è quello di chiudere ogni possibile ripristino della ferrovia». E' quanto sostiene Giorgio Andreani della Uil trasporti Marche. All'apparenza «il nuovo atteggiamento del Pd». secondo il sindacalista, «andrebbe salutato positivamente. Ma approfondendo la mozione, che vede come primo firmatario il consigliere Biancani. salta subito all’occhio che in realtà non è altro che un modo per mettere definitivamente la parola fine su una ipotesi di riapertura e sviluppo della tratta ferroviaria». Ad Andreani «suona sospetta anche la presa di posizione dell'assessore Sciapichetti. in un contesto in cui nell’ambito del trasporto pubblico locale si parla sempre e solo di tagli, evidenziando la mancanza di un progetto e conseguentemente della conoscenza del settore.  Come è possibile pensare che in un contesto economico come quello attuale, dove pubblico e privato non hanno risorse e tagliano le poche a disposizione, ci siano investitori disposti a supportare un'opera così complessa?».

Il vero obiettivo, secondo l’esponente della Uil trasporti, è contenuto nell'ultima parte della mozione: «In mancanza di investitori si può dedicare la sede della vecchia ferrovia ad altri scopi. Pertanto l'iniziativa a mio avviso sembra proprio sia stata presentata per fare un po’ di demagogia senza affrontare politicamente e seriamente l'argomento. senza una prospettiva di sviluppo per l’intera area Nord della regione Marche».

Soluzioni alternative? «Sono dell'avviso che bisognerebbe ripartire da quanto affermato dal ministro Franceschini circa la strategicità dell’opera. Non sarebbe il caso di contestualizzare l’opera in un progetto più ampio di sviluppo infrastrutturale, di reti materiali e non come ad esempio la banda larga, e come le reti ferroviarie e turistiche (piste ciclabili)? Sarebbe importante perciò aprire, attraverso i parlamentari eletti nelle Marche, un progetto nazionale ed europeo per lo sviluppo dell’intera vallata compresa tra Fano ed Urbino».

tho.del.

Da: Corriere Adriatico del 5/10/2016

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RICORDANDO LA FERROVIA FANO-URBINO, GIORNATA DI FESTA ALLA STAZIONE DI FERMIGNANO

Domenica 16 ottobre a Fermignano, si svolgerà la 17^ Festa della Stazione, la manifestazione ideata da FVM nel 2000 per festeggiare la ricorrenza della sua fondazione e per sensibilizzare l’opinione pubblica e la classe politica sulla vicenda della chiusura al traffico della ferrovia Fano Urbino. Con il trascorrere del tempo la manifestazione si è arricchita di tanti aspetti; grazie anche alla  partecipazione di organizzazioni legate allo Stato (Protezione Civile, Genio Militare, Croce Rossa Militare) , amatoriali (Vespa Club, Club Alpino) e culturali ( FAI, Legambiente, FIMF per citarne alcune) la Festa ha rappresentato il momento di incontro tra la popolazione ed il variegato mondo delle realtà del Volontariato nazionale legato ai trasporti ed alla ferrovia. Nel programma della versione 2016 si prevede la presenza dei partecipanti al Congresso Nazionale della FIMF (Federazione Italiana Modellisti Ferroviari) e la gradita partecipazione del giornalista del quotidiano “La Repubblica” Gerardo Adinolfi che presenterà il suo libro-inchiesta "Ci scusiamo per il disagio-treni, pendolari e odissee tutte italiane" incentrato sugli aspetti del trasporto ferroviario in Italia: anche la Ferrovia Metaurense è stata oggetto dell'attenzione di Adinolfi con un intero capitolo. Seguirà un'interessante dialogo con l'Autore. Gli argomenti che saranno oggetto di "conversazione" sono tanti e di interesse per tutti.

Nel pomeriggio visite a mostre, dimostrazione di plastici ferroviari ed esposizione di materiale ferroviario e della Protezione Civile. Il titolo della manifestazione è stato dedicato alle ferrovie turistiche. Come ormai generalmente noto, grazie a Fondazione FS, anche in Italia dal 2014, svariate  linee ferroviarie  in disuso, situate in aree di particolare pregio naturalistico o archeologico, vengono riutilizzate tramite la proposta dei treni storici, utilizzando locomotive e carrozze d’epoca: risultato più che positivo con ampia frequentazione di appassionati e notevole successo di pubblico.  Alcuni numeri: nel 2015 la Fondazione FS ha organizzato autonomamente 166 viaggi turistici (+60% rispetto al 2014) con 45mila viaggiatori in 13 regioni, fornendo un forte, deciso impulso a favore del l turismo sostenibile di cui tanto si parla ma che ancora non è stabilmente organizzato. La tendenza è fortemente positiva ed in costante ascesa.   La proposta dell’Associazione FVM di riutilizzare la ferrovia Fano Urbino, almeno come ferrovia turistica risale al 2004; forse i tempi allora non erano maturi perchè non esisteva Fondazione FS nè vi era lungimiranza progettuale su tale specifica proposta.  Ora i tempi sono maturi, ci sono le condizioni e bisogna cercare di riprendere il tempo perduto ( e le occasioni mancate). Condizione indispensabile è che Regione Marche, Stato e Ferrovie Italiane devono fare ciascuno la propria parte con volontà e competenza. Per informazioni sulla manifestazione: www. ferrovia fvm.it    Facebook: Associazione Ferrovia Valle Metauro

da Associazione Ferrovia Val Metauro  www.ferroviafvm.it

Da www.viverefano.com del 16/10/2016

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Sgarbi su ambiente, territorio, bellezza

“L’AVER ABBANDONATO UNA FERROVIA È IL SEGNALE DI UN GRANDE ERRORE”

Urbino. E’ stato un intervento ricco di spunti di riflessione quello dell’assessore Vittorio Sgarbi durante la cerimonia di inaugurazione della decima edizione di Biosalus, il festival del biologico e del benessere, il 1° ottobre scorso.

" ... L’idea di aver abbandonato una ferrovia, che un tempo dava il senso del viaggio, per aver potenziato invece i percosi automobilistici, realizzato strade e autostrade, è il segnale di un grande errore compiuto nella seconda metà del secolo scorso per l’ansia di ricostruzione e la vocazione di diventare un paese industriale e ricco. Per quanto si è conquistato tanto si è perduto e tante immagini di bellezza e di natura italiana sono state violate  e sfregiate”…

Da: Il Giornale del Metauro n. 167  ottobre 2016

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FERROVIA FANO - URBINO, L'INPUT DEL PROFESSOR TOSI  
"UNA PISTA CICLABILE PER RECUPERARLA A COSTI CONTENUTI"

Dopo decenni di sterili dibattiti pro o contro ferrovia, sembra arrivata l’ora delle decisioni perché una mozione presentata in Regione cerca di trovarne la soluzione. Si chiede a Trenitalia, da tempo non più interessata alla ferrovia, di autorizzare la Regione ad emanare un bando per verificare l’eventuale esistenza di soggetti privati interessati a ripristinare e gestire la struttura. Se per vari motivi, tra cui gli elevati costi economici, non ci dovessero essere, si verificheranno alternative per il riutilizzo di un bene importante del nostro territorio. Potrebbe essere la pista ciclabile, da molti caldeggiata.   Ne parliamo con il Prof. Enrico Tosi, coordinatore per le Marche della FIAB, Federazione Italiana Amici della Bicicletta.  

Perché fare una pista ciclabile?  “ Per molti motivi validi – risponde -; anzitutto si conserva il bene in mano pubblica per ogni futura evenienza, compresa una eventuale nuova strada ferrata. Poi la ciclabile è realizzabile in poco tempo ed a costi contenuti.” 

Quindi quali sono i vantaggi diretti e indiretti? “Si pensi alla sicurezza derivante da un collegamento ciclopedonale per quanti oggi devono percorrere la pericolosa provinciale, alla rivalutazione degli immobili confinanti con la pista ciclabile ed all’incentivo di usare la bici per collegamenti brevi tra quartieri, con relativi vantaggi per la salute e per l’aria da respirare: una bici in più è un auto in meno !” 

Diceva di non escludere in futuro la ferrovia?  “Nell’immediato non sembra possibile, ma mai dire mai. L’importante è conservare tutto il sedime e non spezzettarlo, perchè le Ferrovie sono disposte anche vendere ai privati ed a questo punto cadrebbe ogni tipo di progetto. In ogni caso la pista ciclabile servirebbe per arrestarne anche l’attuale degrado. In Italia le ex ferrovie trasformate in ciclabili sono già una sessantina e tante altre aspettano di esserlo. La Spoleto-Norcia appena finita, attira tantissimi appassionati delle due ruote. Il cicloturismo fattura decine di milioni di euro all’anno e milioni di stranieri, ben cinque solo in Germania, indicano l’Italia come meta preferita per le vacanze in bicicletta. La FIAB ha inserito nel progetto BicItalia la ciclovia Fano-Grosseto che passa per i nostri paesi ricchi di arte, cultura ed agriturismi.”

Ma la ciclabile potrebbe essere la scusa per fare altro?  “Non è certo un danno collocarci la fibra ottica, formidabile opportunità di sviluppo economico di un territorio, specialmente come il nostro interno carente di tecnologie. Tutto questo grazie ad una pista ciclabile in grado di attirare turisti che tranquillamente possono andare da Fano ad Urbino, percorrendo un tragitto ricco di attrattive culturali ed enogastronomiche. Sarebbe un’ottima prospettiva per l’economia ed il turismo del nostro territorio, che ormai deve confrontarsi con competitori a livello mondiale.”   Dino Sabatini

Da: Flaminia & dintorni,  Ottobre 2016

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L’ASSOCIAZIONE FERROVIA VALLE METAURO SULLA FANO - URBINO
“RIATTIVARLA PER EVITARE ISOLAMENTO E MORTE DELL’ENTROTERRA”

 Alla proposta del professor Enrico Tosi nell'ultimo numero del nostro mensile di recuperare la vecchia ferrovia Fano-Urbino con una pista ci­clabile "a costi contenuti", segue l'intervento dell'associazione Ferrovia Valle Metauro che inizia con riferimenti storici: ''Nel 2009 il consiglio provinciale di Pesaro e Urbino con delibera unanime 15/2009 dava mandato al presidente della Giunta di assumere una serie di iniziative finalizzate al ripristino della ferrovia Fano-Urbino. E' il primo docu­mento decisionale riguardante la ferrovia Fano-Urbiho a partire dal 1987, anno della sua sospensione dal servizio, ed è vincolante anche per le amministrazioni successive. Invece l'anno seguente, il nuovo presi­ dente eletto della provincia Matteo Ricci, al posto di ottemperare ciò che era stato deliberato, scriveva personalmente al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti con l'intenzione di resuscitare l'iter di dis­missione, sospeso e annullato dal 2005 in attesa della formazione di un tavolo tecnico, perché vuole realizzare sul tracciato ...  una pista ciclabi­le. Tale infausta operazione si concluderà nel 2011 con il DM di dismissione firmato dal Ministro Passera. Da quel momento la ferrovia entra in un limbo istituzionale perché pur essendo integra nelle sue componenti   (sedime, binari, gallerie) non è più soggetta ai vincoli del DPR 753/80 del regolamento di polizia ferroviaria con RFI-FS non più obbligata a garantirne la percorribilità e l'accessibilità.  Altra grave conseguenza: cadono i vincoli di edificabilità nelle fasce di rispetto. Quindi possiamo considerare la richiesta iniziale di Ricci l'origine di tutti i mali della ferrovia metaurense. Quello che è ancor più grave è che, senza alcun supporto tecnico ma basandosi solo su supposizioni personali, Ricci decideva autonomamente che i paesi della Valle del Metauro, Urbino e l'intero Montefeltro avrebbero dovuto fare a meno per sempre della ferrovia connessa alla linea adriatica, asse principale di collegamento  fra   Nord  e   Sud".  "Nella  scorsa legislatura  regionale, inoltre - aggiungono - il consigliere pesarese del Pd Mirco Ricci tentava invano di acquisirla cercando di impegnare la Regione con una spesa di alcuni milioni di euro; sul finire della legislatura il consigliere regionale dei Verdi  Cardogna, invece, riusciva a far approvare una mozione che chiede di revocare la dismissione. Un dirigente del ministero poi la respinge con motivazioni prive di fondamenti tecnici. Adessso  è il turno del consigliere pesarese del Pd Biancani, presidente della commissione trasporti.  L'ultima  sua mozione è un ravvedimento: finalmente la Re­gione con tale provvedimento si mette in marcia verso la riattivazione della ferrovia. Ma la mozione è ancora troppo ambigua. Da una parte il proponente pone la possibilità di riattivare la ferrovia, dall'altra non si capisce quale sarà l'assunzione di impegno della Regione;  si conclude con la ventilata ipotesi a farci qualcos'altro". L'associazione conclude: "Non  possiamo  permetterci di sbagliare  ancora  come  è stato per  la mancata ricostruzione  della Urbino-Sant'Arcangelo  di Romagna  e lo smantellamento  della  Pergola-Fermignano.  Il  vuoto  di  connessioni ferroviarie che affligge le alte Marche può essere colmato solo col  re­cupero della metaurense. Purtroppo la provincia di Pesaro e Urbino è troppo sbilanciata a tutelare gli interessi della costa. Anche una pista ci­clabile sul tracciato ferroviario, sarebbe destinata più alle passeggiate degli abitanti della costa. La conseguenza è riscontrabile nel fatto che i paesi  interni si stanno sempre più  spopolando  a causa dell'indeboli­mento delle attività economiche. Altre problematiche  coinvolgono la vita sociale e i servizi collettivi.  Solo una ferrovia integrata con un buon trasporto su gomma è in grado di realizzare il cambiamento nello svi­luppo e  modernità   di collegamento con il resto del Paese, affinché le persone restino e tornino a vivere nei paesi dell'entroterra".  Guido  Giovagnoli

Da: Flaminia & dintorni Novembre 2016

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DA TORINO ALLA SICILIA, COSÌ PEDALEREMO LUNGO I VECCHI BINARI

Le ferrovie dismesse formano una rete di 1.500 chilometri. Rfi la offre alle Regioni: "Un'occasione per il turismo"  di GERARDO ADINOLFI

FIRENZE - In Piemonte c'è la Moretta-Saluzzo, nelle Marche la Fano-Urbino e nel Lazio la Capranica-Sutri-Civitavecchia. In tutta Italia sono circa 1.500 chilometri, dal Nord al Sud, isole comprese. Attraversano montagne e costeggiano il mare, borghi storici e vigneti del Chianti. Sono le linee ferroviarie abbandonate, tratte dismesse e cancellate dai percorsi di pendolari e viaggiatori e che ora Ferrovie mette in mostra per convincere Comuni e Regioni ad acquistarle e riportarle a nuova vita. Non più con treni e biglietti da obliterare, ma con piste ciclabili, sentieri per escursionisti, percorsi per cavalcate panoramiche.
Trasformare le rotaie dimenticate in greenway, insomma, autostrade per bici e binari verdi dedicati alla mobilità dolce. Così come sta già succedendo sull'ex ferrovia militare tra Treviglio e Ostiglia, in Lombardia, dove i binari stanno lasciando spazio ai sentieri, e come è già accaduto anni fa lungo i 24 chilometri tra San Lorenzo a mare e Ospedaletti, nel Parco costiero della Riviera dei fiori in Liguria. E così come potrebbe succedere, per Fs, anche su tutte le linee abbandonate del resto d'Italia, dalla Ortona-Vasto in Abruzzo alla Lesina-Apricena in Puglia fino alla Agrigento Basso-Licata in Sicilia. "Solo in quest'isola esiste un terzo del patrimonio italiano di linee dismesse - scrive l'ad di Ferrovie Renato Mazzoncini nell'Atlante delle linee ferroviarie dismesse che il Gruppo Fs presenterà oggi alla fiera Ecomondo di Rimini - immaginiamo cosa potrebbe essere il turismo se queste linee fossero trasformate in piste ciclabili, le vecchie stazioni in ostelli e ristoranti o centri di vendita di prodotti tipici. Arte, archeologia, artigianato e turismo sarebbero messi a sistema creando occupazione e facendo emergere le eccellenze della Sicilia".
Per spingere gli enti locali ad interessarsi, quindi, Ferrovie ha portato avanti il censimento di tutte le linee senza tempo racchiuse nell'Atlante chiedendo alle istituzioni di farsi avanti per acquistarle. Le tratte, infatti, non possono essere cedute a titolo gratuito in quanto patrimonio iscritto a bilancio. "Ma la vendita a prezzi di mercato - spiega Roberto Rovelli - vicepresidente dell'associazione Italia Greenways - è stato per anni il primo grosso ostacolo da superare per realizzare i binari verdi. Le Regioni, oltre alla spesa per la costruzione, devono acquistare anche i terreni". In Emilia Romagna, per esempio, Regione e enti locali hanno ottenuto un finanziamento di 5 milioni di euro per trasformare un tratto dei binari della Bologna-Verona in una pista ciclabile. Altre greenway, invece, esistono già in Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia e Lombardia. "In Italia ce ne sono 50 per 750 chilometri totali - spiega Rovelli - siamo indietro rispetto agli altri paesi europei". Quello che manca, per l'associazione, è un piano nazionale che raccolga tutti i progetti locali. "C'è bisogno di un'unica regia - dice Rovelli - che colleghi tutte le linee abbandonate e recuperate. C'è un disegno di legge che dovrebbe arrivare in aula e che prevede finanziamenti per 15-20 milioni di euro in tre anni".
Non tutte le ferrovie dismesse censite nell'Atlante si sono però rassegnate a non rivedere più il treno. Si parla di pista ciclabile, ad esempio, anche tra i progetti della Fano-Urbino, nelle Marche. Ma lì l'Associazione ferrovia Valle del Metauro si batte da anni per la riapertura della linea, non più utilizzata dal 1987 e dismessa dal 2011: "Questa tratta in abbandono collega la costa con una città patrimonio Unesco - dice Carlo Bellagamba, presidente Fvm - e rappresenta la débâcle dello Stato nei suoi rapporti coi cittadini".

Da: www.repubblica.it del 9/11/2016

http://www.repubblica.it/viaggi/2016/11/09/news/ferrovie_abbandonate_piste_ciclabili-151636075/?ref=HREC1-25

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SCRIVIAMO UNA LETTERA AI CONSIGLIERI REGIONALI

Gent.mo consigliere, il suo mandato elettorale Le impone di esprimersi sulla ferrovia Fano-Urbino.

Purtroppo proprio in questi ultimi anni, anche con il parere favorevole alla dismissione della giunta regionale (delibera 1372 del 17.10.2011),   sono state fatte scelte  poco lungimiranti che hanno rischiato di perderla per sempre.  Il 31 gennaio 1987 l’ultimo treno raggiunse Urbino.  Manca quindi poco più di un mese  al trentesimo anno di isolamento ferroviario dei paesi della Valle del Metauro e del capoluogo del Montefeltro , patrimonio Unesco.

Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: carenza di mobilità alternativa all’automobile (assente nei giorni festivi),  congestione del traffico stradale nelle città costiere (Fano e Pesaro) con continui sforamenti delle PM10, inarrestabile spopolamento delle aree interne, difficoltà di sviluppo imprenditoriale turistico in importanti zone di rilievo storico, artistico, architettonico, paesaggistico. Urbino ha perso 8.000 residenti ( da 23.000 a 15.000) negli ultimi venti anni. Contrariamente alla provincia di Pesaro e Urbino, in questi ultimi decenni si è consolidato in tutta Italia non solo  uno sviluppo delle ferrovie ad alta densità di traffico e ferrovie locali, ma anche un recupero delle ferrovie storiche che, cessato momentaneamente il traffico viaggiatori,  sono diventate  dei veri motori turistici grazie alla costituzione  nel 2014 della Fondazione FS che sta sviluppando il comparto dei treni storici con notevole successo di pubblico.  Anche la Regione Marche si è molto impegnata per lo sviluppo delle ferrovie locali elettrificando la ferrovia Ascoli-Porto d'Ascoli (10milioni di euro) con l'acquisto di nuovi treni regionali (4  Jazz e 8 Swing 60 milioni di euro)  e riuscendo ad ottenere anche il finanziamento di 39 milioni di euro per l’elettrificazione della Civitanova- Macerata –Albacina    (Cipe  Piano Operativo FSC 2014-2020)

Un emendamento passato in Commissione Bilancio della Camera il 23 novembre u.s. ha autorizzato la spesa di 210 milioni di euro per il completamento dei 29 chilometri della linea Ferrandina-Matera. In tal modo  Urbino rimarrà in Italia l’unico capoluogo di provincia non raggiungibile in treno ! Non è certamente è un risultato di cui andare fieri ! Per quale incomprensibile ragione per  la ferrovia Fano-Urbino non sono mai stati richiesti i finanziamenti dovuti?

E' ben noto che esiste un progetto preliminare , redatto da Associazione FVM assieme con Pegaso Ingegneria (Milano) e  Sistema Ingegneria (Firenze) sulla messa in esercizio della ferrovia Metaurense . Tale progetto ,a disposizione gratuita per le istituzioni,  dimostra che il recupero per uso trasportistico è possibile  ad un costo abbastanza contenuto: 87 milioni di euro per 50 chilometri di ferrovia!

Oggi  ci si chiede  per quale altro misterioso motivo proprio in questi giorni la ferrovia Metaurense  è scomparsa dall'elenco delle ferrovie turistiche, espresso nella  Proposta di  Legge Iacono e altri n.1178 (emendamento art. 10bis del 7 dicembre  2016), quando la stessa ferrovia Metaurense era stata additata come una delle più importanti e significative nel novero nazionale.  Il suo nuovo inserimento nell’elenco delle ferrovie turistiche dipenderà ora dalla volontà regionale.  Salvare e recuperare la ferrovia Fano-Urbino con costi a carico del gestore dell’infrastruttura è un’ opportunità irrinunciabile! Per il ruolo che riveste Le chiediamo di non favorire decisioni affrettate senza aver individuato quali conseguenze determineranno nel futuro del nostro territorio.  Compito della politica è creare occasioni di sviluppo e di miglioramento delle le condizioni di vita delle persone. Il mancato recupero della ferrovia Fano Urbino come polo turistico  nel territorio delle Marche  Nord sarebbe un passo falso  inconcepibile e controproducente nei confronti delle aspettative di sviluppo economico e sociale dei nostri concittadini .

AssociazioneFVM Ferrovia Valle Metauro

Auguri a tutti   Lunedì 05 Dicembre 2016

Da: http://www.ferroviafvm.it/

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ESTRATTO PROCESSO VERBALE DELLA SEDUTA DEL 13 DICEMBRE 2016 N. 50
ATTI ASSEMBLEARI X LEGISLATURA

ESTRATTO DEL PROCESSO VERBALE DELLA SEDUTA ANTIMERIDIANA DEL 13 DICEMBRE 2016, N. 50 

PRESIEDE IL PRESIDENTE ANTONIO MASTROVINCENZO

CONSIGLIERE SEGRETARIO BORIS RAPA

Assiste il Segretario dell’Assemblea legislativa Maria Rosa Zampa.

Alle ore 10,30, nella sala assembleare di via Tiziano n. 44, ad Ancona, il Presidente dichiara aperta la seduta dell’Assemblea legislativa.

O M I S S I S

Il Presidente passa alla trattazione del punto iscritto all’ordine del giorno che reca: · MOZIONE N. 153 ad iniziativa del Consigliere Fabbri, concernente: “Riattivazione a scopo turistico della ferrovia Fano-Urbino”;

MOZIONE N. 162 ad iniziativa dei Consiglieri Biancani, Volpini, Giancarli, Talè, Traversini, Minardi, Rapa, concernente: “Applicazione della mozione n. 17 del 18 settembre 2015: linea ferroviaria Fano e Urbino”. (abbinate ai sensi dell’art. 119 del R.I.)

Discussione generale

O M I S S I S

Il Presidente passa alla votazione della mozione n. 162:

- sub emendamento 162/1/01 (a firma del Consigliere Fabbri). L’Assemblea legislativa non approva; 

- sub emendamento al sub emendamento n. 162/1/1/1 (a firma del Consigliere Biancani), dopo aver dato la parola al Consigliere Biancani. L’Assemblea legislativa approva all’unanimità;

- sub emendamento n. 162/1/1 (a firma del Consigliere Rapa). L’Assemblea legislativa approva;

- sub emendamento n. 162/1/2 (a firma del Consigliere Fabbri). L’Assemblea legislativa non approva;

- emendamento n. 162/1 (a firma dei Consiglieri Biancani, Traversini, Talè, Minardi, Giancarli, Volpini).L’Assemblea legislativa approva;

- coordinamento tecnico. L’Assemblea legislativa approva.

Il Presidente indice infine la votazione della mozione n. 162, così come emendata. L’Assemblea legislativa approva la mozione n. 162, nel testo che segue:

“L'ASSEMBLEA LEGISLATIVA DELLE MARCHE

PREMESSO che

- nella seduta n. 9 del 27 ottobre 2015 il Consiglio regionale ha approvato la mozione presentata come primo firmatario dal Consigliere Biancani, avente per oggetto: “Linea ferroviaria Fano e Urbino”;

- in detta mozione si chiedeva espressamente alla Giunta regionale di attivarsi con urgenza per avanzare, nelle forme stabilite dalla legge e in via prioritaria a titolo gratuito, la richiesta di acquisizione dell'intero compendio dell'ex ferrovia Fano Urbino, aree di sedime ed ex stazioni;

- tale richiesta veniva formulata in forza del decreto di dismissione della linea dal compendio di interesse statale e che tale possibilità era già espressamente ribadita nella nota del 3 luglio 2015, pervenuta alla Giunta regionale dalla Direzione generale del Ministero delle infrastrutture e trasporti;

- la finalità della mozione approvata è quella di conservare il bene in mano pubblica e impedirne lo spezzettamento a vantaggio di privati, anche e sopratutto in considerazione del fatto che la Regione rappresenta a tutt'oggi l'unico ente pubblico territoriale in grado di acquisire la struttura;

PRESO ATTO che

- successivamente all'approvazione della mozione 17/2015 è stata organizzata una riunione, in data 4 febbraio 2016, tra i vertici di Ferrovie dello Stato (Ferservizi spa Ancona, Ferrovie dello Stato italiane, Ferservizi), gli Assessori regionali competenti e il Consigliere Biancani;

- in tale incontro, di comune accordo, è stata rappresentata l'opportunità di valutare preliminarmente la pubblicazione di una manifestazione di interesse finalizzata a individuare eventuali operatori interessati al ripristino della tratta ferroviaria Fano - Urbino, sia come servizio turistico-ferroviario che come servizio di linea metropolitana;

RILEVATO che

- a tutt'oggi dalla Società Ferrovie dello Stato non è pervenuta alcuna notizia in merito;

- a livello governativo sono presenti diverse proposte di legge parlamentari che prevedono sia

l'istituzione di ferrovie turistiche mediante il reimpiego di linee in disuso o in corso di dismissione, sia la tutela e la valorizzazione del patrimonio ferroviario in abbandono con la realizzazione di una rete ciclabile della mobilità dolce per lo sviluppo di itinerari cicloturistici (Greenway);

- da più parti viene ribadita la sostenibilità economica e l'interesse di soggetti privati al ripristino e alla gestione;

Tutto ciò premesso e rilevato,

IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE

1. ad un ulteriore confronto con i vertici di Ferrovie dello Stato e RFI (soggetti proprietari della tratta ferroviaria Fano-Urbino) per sollecitare gli stessi ad autorizzare la Regione Marche a pubblicare un bando pubblico rivolto a soggetti interessati al ripristino o alla gestione della tratta ferroviaria Fano-Urbino, a fini turistici, come metropolitana di superficie o tram;

2. ad attivarsi con la Direzione generale del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, con la Fondazione Ferrovie dello Stato e con il Ministero dei beni e attività culturali e del turismo, per individuare le fonti di finanziamento per il ripristino della linea, anche nelle varie proposte di legge parlamentari, alla luce di una politica nazionale che mira alla promozione di una viabilità sostenibile;

3. ad avviare un progetto su parte o sull’intera linea ferroviaria (area) che promuova la mobilità dolce (pedonale e ciclabile) salvaguardando, nel contempo, la possibilità di riconvertire la linea ferroviaria ai fini turistici o metropolitana di superficie o tram;

4. a convocare un incontro con i Parlamentari marchigiani ed europei eletti nelle Marche, unitamente ai Presidenti dei Gruppi assembleari del Consiglio regionale, al fine di verificare l’iter legislativo, sia alla Camera che al Senato, delle varie proposte di legge in discussione sulle linee secondarie”.

IL PRESIDENTE                                IL CONSIGLIERE SEGRETARIO

F.to Antonio Mastrovincenzo                         F.to Boris Rapa

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IL RIPRISTINO DELLA FERROVIA FANO-URBINO IN CONSIGLIO, GIORGINI: 'LE IDEE CONFUSE DEL PD'

Si stava discutendo del ripristino della ferrovia Fano Urbino oggi in aula consiliare, quando il PD ha dato di nuovo mostra della propria arrogante falsità. La proposta di legge 1178 che giace in parlamento per la “salvaguardia e valorizzazione dei tracciati ferroviari”, nella sua prima stesura contemplava anche la tratta Fano-Fermignano (era contenuta nell’art. 1 comma 2 lettera g).
Nelle successive stesure, la tratta marchigiana è scomparsa. Restano tratte “sconosciute”, che uniscono città, se non addirittura paesi, ben lontani dall’essere fulcro culturale e artistico come Urbino (patrimonio UNESCO). Eppure Urbino rimane tagliata fuori. E per assurdo, mentre noi del movimento stavamo combattendo in aula per far passare una mozione (ovviamente bocciata) che avrebbe comportato un impegno concreto per il ripristino della Fano-Urbino, sentiamo il PD che accusa M5S di aver lui voluto togliere quella tratta dall’elenco nazionale.
In realtà è stato il PD, sempre lui, con i suoi emendamenti, a proporre un elenco in cui Urbino non c’è, quello stesso PD che sotto elezioni con nonchalance promette pista ciclabile o ferrovia a seconda dell’auditorio che si trova intorno. Mentre noi aspettiamo che la maggioranza si chiarisca le idee e decida di impegrarsi concretamente per la riapertura della ferrovia, ci sfuggono dalle dita occasioni d’oro, di cui in altre parti d’Italia approfittano. E così vediamo riaprire tratte come Avellino-Lioni-Rocchetta Sant'Antonio o Isili Sorgono, mentre la nostra Urbino, la bella e preziosa Urbino, rimane forse l’unica città capoluogo di provincia senza ferrovia.

Peppino Giorgini  Consigliere Regionale Marche del Movimento 5 Stelle

Da: www.viverefano.com del 14/12/2016

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L’IMPORTANZA DELLA RIATTIVAZIONE A SCOPO TURISTICO DELLA FERROVIA FANO-URBINO

 14 dicembre 2016 

L’importanza della riattivazione a scopo turistico della ferrovia Fano-Urbino
Pubblichiamo oggi gli interventi dei consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle, Piergiorgio Fabbri e Peppino Giorgini sul ripristino della ferrovia Fano-Urbino

di PIERGIORGIO FABBRI

In un territorio altamente urbanizzato come quello della vallata del Metauro, fino alla cità di Urbino, l’asse tecnologico occupato dalla dismessa ferrovia Fano-Urbino ha un valore altissimo, e deve assolutamente essere utilizzato per il trasporto collettivo.

Il ripristino della ferrovia ha un valore potenziale immenso, sia in termini di trasporto pubblico, vista l’alta mobilità dalla costa alla città universitaria di Urbino, sia in termini turistici, essendo la stessa Urbino patrimonio dell’UNESCO. Fin’ora ci hanno sempre detto che il ripristino della ferrovia era impossibile per i costi troppo elevati. Ebbene: conti alla mano, il rifacimento di quasi 50 km di ferrovia costerebbe 87 milioni di euro, molto meno dei 114 milioni necessari, ad esempio a realizzare la circonvallazione della città di Urbania per la Fano-Grosseto (il cui completamento non è ormai più una superstrada). Ma mentre nessuno solleva obiezioni quando si spendono ingenti somme per la realizzazione di strade, se si tratta di treni, quindi di trasporto collettivo e sostenibile, subito si oppone un’alzata di scudi in nome del risparmio di denaro pubblico o di una più generica mancanza di fondi.

Come al solito, la nostra Regione non sa cogliere le occasioni che si prospettano e che altre realtà sfruttano proficuamente. E così, mentre altre tratte, che per inciso non portano a città patrimonio dell’Unesco, vengono riaperte e diventano volàno di economia e turismo (si guardi la Val D’Orcia, Agrigento, solo per fare alcuni esempi) da noi continua a crescere l’erbaccia tra i binari abbandonati.

La nostra mozione voleva impegnare la Giunta ad adoperarsi con il Ministero dei Beni  e delle attività culturali e del turismo, la fondazione FS e RFI per la riattivazione a scopo turistico della linea ferroviaria fano-Urbino o di un tratto di essa. Non solo, con un emendamento, chiedevamo che la Giunta si facesse promotrice presso i commissari della Competente commissione Parlamentare, per inserire la tratta Fano-Urbino (inizialmente presente e poi scomparsa) nell’elenco delle 17 tratte ferroviarie da ripristinare a livello nazionale. Però il PD l’ha bocciata, per approvarsi la propria mozione che apre il ventaglio del riutilizzo a qualsiasi soluzione: pista ciclabile, tram, marciapiede; in questo modo sarà difficile preservarne la funzionalità completa necessaria per la eventuale futura riattivazione della ferrovia. Purtroppo è stato fatto un altro passo verso un incerto utilizzo della linea, che allontana la possibilità di vedere transitare di nuovo un treno sui binari.

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di PEPPINO GIORGINI

Si stava discutendo del ripristino della ferrovia Fano Urbino oggi in aula consiliare, quando il PD ha dato di nuovo mostra della propria arroganza. La proposta di legge 1178 che giace in parlamento per la “salvaguardia e valorizzazione dei tracciati ferroviari”, nella sua prima stesura contemplava anche la tratta Fano-Fermignano (era contenuta nell’art. 1 comma 2 lettera g). Nelle successive stesure, la tratta marchigiana è scomparsa. Restano tratte “sconosciute”, che uniscono città, se non addirittura paesi, ben lontani dall’essere fulcro culturale e artistico come Urbino (patrimonio UNESCO). Eppure Urbino rimane tagliata fuori. E per assurdo, mentre noi del movimento stavamo combattendo in aula per far passare una mozione (ovviamente bocciata) che avrebbe comportato un impegno concreto per il ripristino della Fano-Urbino, sentiamo il PD che accusa M5S di aver lui voluto togliere quella tratta dall’elenco nazionale. In realtà è stato il PD, sempre lui, con i suoi emendamenti, a proporre un elenco in cui Urbino non c’è, quello stesso PD che sotto elezioni con nonchalance promette pista ciclabile o ferrovia a seconda dell’auditorio che si trova intorno. Mentre noi aspettiamo che la maggioranza si chiarisca le idee e decida di impegnarsi concretamente per la riapertura della ferrovia, ci sfuggono dalle dita occasioni d’oro, di cui in altre parti d’Italia approfittano. E così vediamo riaprire tratte come Avellino-Lioni-Rocchetta Sant’Antonio o Isili Sorgono, mentre la nostra Urbino, la bella e preziosa Urbino, rimane forse l’unica città capoluogo di provincia senza ferrovia.

http://www.laltrogiornale.it/2016/12/limportanza-della-riattivazione-scopo-turistico-della-ferrovia-fano-urbino/

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URBINO, SUL RECUPERO DELL'EX FERROVIA È POLEMICA TRA PD E PENTASTELLATI

URBINO - La Regione non rinuncia alla ferrovia Fano Urbino, il Pd rilancia il progetto di ripristino ma apre contestualmente alla realizzazione di una pista ciclabile innescando una polemica con il Movimento 5 Stelle.
«Chiediamo al Governo - ha affermato nell'assemblea legislativa delle Marche il consigliere Andrea Biancani (Pd) - di valutare le reali fonti di finanziamento per accedere al ripristino». Ma i 5 Stelle recriminano. «La proposta del Pd è molto vaga - ha attaccato il consigliere Piergiorgio Fabbri (M5S) - Noi chiedevamo il ripristino concreto: occasione sfumata».
Ieri in Consiglio regionale si sono discusse due mozioni relative alla tratta ferroviaria Fano-Urbino chiusa ormai da 30 anni. Più volte Ferrovie dello Stato ha chiuso a una possibile ipotesi di ripristino per mancanza di un flusso di passeggeri tale da giustificare l’investimento ma al momento né il Pd né i 5 Stelle sembrano voler rinunciare all’infrastruttura. E così il Pd con la mozione approvata ieri (18 voti favorevoli, 4 contrari e 4 astenuti) chiede ai Ministeri competenti di valutare gli investimenti necessari alla riattivazione della tratta ferroviaria.
«Nel frattempo - ha detto Biancani - chiediamo di avviare un progetto su una parte o sull’intera linea ferroviaria che preveda un percorso ciclopedonale, a fianco della linea stessa, salvaguardando la possibilità di riattivare, anche ai fini turistici, la linea con mezzi tram o altre soluzioni individuate con progetto specifico».
Dal canto suo il Movimento 5 Stelle invece ha manifestato forte disappunto per il voto dell’aula che ha bocciato la mozione pentastellata. «Il ripristino della ferrovia ha un valore potenziale immenso sia in termini di trasporto pubblico che in termini turistici - ha detto Fabbri -. Fino ad oggi ci hanno sempre detto che il ripristino della ferrovia era impossibile per i costi troppo elevati: il rifacimento di quasi 50 chilometri di ferrovia costerebbe 87 milioni di euro mentre la circonvallazione Urbania nell’ambito della Fano-Grosseto ben 114 milioni».
Il M5S parla di occasione sfumata: «Chiedevamo che la giunta chiedesse al Parlamento di inserire la Fano-Urbino nell’elenco delle 17 tratte ferroviarie da ripristinare a livello nazionale. Il Pd l’ha bocciata per approvare la propria mozione che apre il ventaglio del riutilizzo a qualsiasi soluzione: pista ciclabile, tram e marciapiede. In questo modo sarà difficile preservarne la funzionalità completa».

Da: www.corriereadriatico.it del 14/12/2016

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FERROVIA FANO-URBINO, RAPA: 'OCCORRE UN PROGETTO AMBIZIOSO CHE CONIUGHI NATURA, CULTURA E TURISMO'

“In merito alla mozione n. 162 discussa ieri in aula sull' “Applicazione della mozione n. 17 già discussa il 18 settembre 2015”, circa la linea ferroviaria Fano-Urbino e presentata dal consigliere Biancani, ho ritenuto opportuno sottoscriverla poiché essa rappresenta un elemento di novità, di discontinuità rispetto alle posizioni precedentemente assunte da alcuni esponenti del PD, nei confronti della suddetta linea ferroviaria.
Infatti, se prima vi era un indirizzo politico rispetto all’utilizzo della sede ferroviaria per la realizzazione di una pista ciclabile oggi, con questa mozione si riapre una ipotesi di possibile ripristino della linea ferroviaria. C'è quindi un nuovo interesse che sinceramente non si può non condividere, considerata la posizione politica a lungo sostenuta dal gruppo Uniti per le Marche e dai Socialisti.
Ritengo altrettanto opportuno, visto che non ho mai vestito la maglia del “partigiano” pro pista ciclabile contro la ferrovia, o pro ferrovia contro la pista ciclabile, che si guardi ad un progetto complessivo di riorganizzazione infrastrutturale del territorio, piuttosto che ad uno scontro “ideologico” tra la ciclabile e la ferrovia.
Occorre pertanto avere una visione lungimirante, che contempli non solo entrambe le soluzioni, ma guardi anche ad altre reti infrastrutturali, come banda larga, fibra ottica ecc., indispensabili per il territorio. Quindi, ritengo necessario superare il concetto dello scontro tra due idee e guardare ad un progetto complessivo che tenga in considerazione più opportunità.

da Boris Rapa
Capogruppo - Gruppo Consiliare "Uniti per le Marche"

Da: www.viverefano.com del 15/12/2016

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FERROVIA FANO-URBINO, BIANCANI: “LA LINEA VA SALVAGUARDATA. AVVIARE UN PROGETTO PER IL SUO UTILIZZO CICLOPEDONALE”

 “Linea ferroviaria Fano – Urbino. “Attivarsi per verificare, presso i Ministeri delle Infrastrutture e della Cultura, le reali fonti di finanziamento per accedere al ripristino. Avviare un progetto su una parte o sull’intera linea ferroviaria, che preveda un percorso ciclopedonale, a fianco della linea stessa, salvaguardando la possibilità di riattivare, anche ai fini turistici e in qualsiasi momento, la linea con mezzi tram o altre soluzioni individuate con progetto specifico.”
Questo quanto chiesto da Andrea Biancani, Presidente della Commissione regionale Ambiente e territorio, con una Mozione approvata mercoledì dal Consiglio regionale.
“L’obiettivo – prosegue Biancani – è quello di aprire un confronto reale su questa infrastruttura, con le amministrazioni interessate, per rimediare lo stato di abbandono in cui versa da circa trent’anni, per riconsegnarla, magari con un diverso utilizzo, alle comunità e al territorio.”
Biancani, già nel 2015 aveva presentato su questo argomento una mozione approvata dal Consiglio regionale, nella quale si chiedeva l’impegno della Regione per attivarsi con le Ferrovie dello stato affinché la tratta fosse conservata in mano pubblica, per impedirne lo spezzettamento e mantenere la struttura intatta e quindi riutilizzabile..
La Mozione, che è stata sottoscritta anche da altri Consiglieri regionali, chiede inoltre di valutare la possibilità di attivare un bando, autorizzato dalle Ferrovie dello Stato, per verificare l’intenzione di soggetti pubblici o privati, ad un ripristino o per la gestione di una parte del tracciato.
“Si tratta di un nuovo e ulteriore impegno della regione – conclude Biancani – che mira a reperire risorse dallo Stato e a tenere alta l’attenzione su questa struttura viaria valutando ogni possibile azione che porti al suo riutilizzo.”
(da Andrea Biancani – Consigliere regionale Pd)

Da: www.dieci.news del 16/12/2016

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MARCHE, LA BATTAGLIA PER RIAPRIRE L'EX FERROVIA FANO-URBINO: "IL TRENO CI SALVERÀ DALL'ISOLAMENTO"

I binari chiusi trenta anni fa. Ma un'associazione di volontari ha pronto un progetto per il ripristino: "Servono 86 milioni di euro, il turismo aumenterà". La Regione approva una mozione Pd che prevede anche tram e piste ciclabili

di GERARDO ADINOLFI

C'è un pezzo d'Italia che 30 anni fa ha perso il treno ma non vuole saperne di lasciare i binari. Che ogni anno si presenta con rastrelli e carrelli per ripulirli dalle erbacce e dagli arbusti. Che presenta mozioni in Regione e progetti, che costringe la politica a ripensarci, che incassa i no ma non si perde d'animo. Una battaglia che va avanti dal 31 gennaio 1987, giorno in cui l'ultimo treno viaggiò sull'ex ferrovia Fano-Urbino, nelle Marche. Che stava per essere definitivamente persa nel 2011, quando la linea venne ufficialmente dismessa. Ma che ora, con il boom del turismo ferroviario e della mobilità dolce è pronta ad acquistare nuovo vigore.
"Questa linea abbandonata che collega la costa con un centro patrimonio Unesco rappresenta la dèbacle dei rapporti dello Stato con i cittadini", dice Carlo Bellagamba, presidente dell''Associazione Ferrovia Valle del Metauro. I volontari della Fvm viaggiano sulle antiche rotaie con piccoli mezzi gialli a gasolio. Li hanno rimessi a nuovo, anche se ogni tanto si bloccano e bisogna trainarli. Vanno su e giù fa Fermignano a Urbino, lungo parte del tracciato di 50 chilometri che dal 1915 ha collegato la costa marchigiana con l'entroterra. Da qui partivano le locomotive a vapore, da qui transitavano le littorine con a bordo contadini, operai, soldati e famiglie di ritorno dal mare. Questo, fino al 1987. "Una chiusura inspiegabile", titolavano i giornali dell'epoca. Oggi la Fano-Urbino è scomparsa dalle rotte del traffico ferroviario, e recentemente Rfi l'ha inserita nell'Atlante ferroviario delle linee dismesse che gli enti locali possono acquisire per trasformarle in itinerari per la mobilità sostenibile: sentieri, piste ciclabile, trekking.

Viaggio sulla ferrovia abbandonata Fano-Urbino

Però gli abitanti del Montefeltro alla ferrovia proprio non vogliono rinunciare. A Urbino l'ex stazione c'è ancora, ma invece della biglietteria c'è un bar e sulla banchina sedie e tavolini. Mentre lungo la linea ferroviaria sono nati centri urbani e i caselli sono diventate case. Ma l'Associazione Ferrovia Valle del Metauro ha già pronto un progetto per far tornare il treno sui binari che portano nella città che dal 1998 ha il patrimonio Unesco. Urbino, 15 mila abitanti, 13 mila studenti dell'Università e 500 mila presente turistiche all'anno con la ferrovia "uscirebbe finalmente dall'isolamento in cui è caduta", dicono i pro treno.
E il sindaco della città di Raffaello Maurizio Gambini l'ha ribadito più volte: "Urbino ha sempre creduto di essere autosufficiente ma non è così, i turisti con la ferrovia potrebbero aumentare del 10-15%, ci sono persone che preferiscono visitare solo i luoghi facilmente raggiungibili e noi siamo tagliati fuori". L'esempio virtuoso è quello della Valdorcia in Toscana con il Treno Natura, ma anche le linee della Val Venosta e della Val Pusteria, in Trentino, dove i vecchi tracciati sono stati riaperti e grazie al turismo i passeggeri sono aumentati da 11.100 a 20.300 al giorno in tre anni.
Ma quanto costerebbe riaprire la vecchia ferrovia Fano-Urbino? Il progetto della Fvm è lungo 500 pagine ed è stato già consegnato nelle mani del sindaco di Urbino ma anche, in sintesi, al Ministro dei Trasporti Graziano Delrio: "Per rimettere a nuovo la linea - dice l'Associazione - servirebbero circa 86 milioni di euro per un percorso che ne vale 600 e che collegherebbe Fano a Urbino in meno di un'ora". II piano è stato sviluppato da due società, la Pegaso ingegneria Milano e Sistema ingegneria Firenze in collaborazione con l' associazione e si basa sulla tesi di laurea dell'ingegnere Giovanni Carboni. Secondo lo studio i passaggi a livello sarebbero ridotti da 55 a 21 con 10 milioni di euro di spesa e un flusso di traffico giornaliero superiore alle 3.200 persone che sale a 5.000 con gli abitanti di tutta la valle.Tra i lavori da fare la sostituzione dei binari, per un costo di 19 milioni e 500 mila euro e il segnalamento (15 milioni). Gallerie, viadotti e ponti sono invece tutti in buono stato, secondo i volontari che sono ripartiti all'attacco dopo la notizia del finanziamento da parte del governo della linea Ferrandina-Matera, una delle grandi incompiute italiane: "Perché agli altri sì e a noi no?", si leggeva in un cartello scritto da Michele Mazza, consigliere Fvm.
E della Fano-Urbino si parla da sempre anche nelle stanze della politica. Tra interrogazioni, mozioni, cambi di pareri e richieste. Negli scorsi giorni il consiglio regionale delle Marche ha bocciato una mozione presentata dai Cinquestelle che chiedevano il ripristino della ferrovia. Ma ha approvato un'altra mozione presentata dal consigliere Pd Andrea Biancani di più larghe vedute. Nella mozione i punti erano due: "Verificare se ci sono fonti di finanziamento per ripristinare la linea con il treno. Ma anche avviare un progetto su una parte o sull'intera linea che preveda un percorso ciclopedonale a fianco della ferrovia salvaguardando la possibilità di riattivare, anche ai fini turistici e in qualsiasi momento la linea con mezzi tram o altre soluzioni". L'importante, per il consigliere, "è far restare alta l'attenzione valutando ogni possibile azione che porti al suo riutilizzo".

Da: www. Repubblica.it/economia del 17/12/2016

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L'ASSOCIAZIONE UTENTI DEL TRASPORTO PUBBLICO A FAVORE DEL RIPRISTINO DELLA FERROVIA FANO-URBINO

Nei giorni scorsi sono apparsi tre articoli inerenti la ferrovia Fano-Urbino a firma del Capogruppo Consiliare della Regione Marche del Gruppo Uniti per le Marche Boris Rapa e dei due consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle Piergiorgio Fabbri e Peppino Giorgini. Ebbene sembra giusto e doveroso che anche UTP, unica associazione nazionale specializzata nel Trasporto Pubblico faccia sentire la sua voce nonostante che i politici la trascurano e ne ignorano l' esistenza.  Sono anni che la scrivente è posizionata vicino all' Associazione Ferrovia della Val Metauro appoggiando la lotta per la riapertura della ferrovia che in un recente passato , ma forse ancora oggi , è stata ostacolata dall' attuale Sindaco di Pesaro Matteo Ricci quando era Presidente della Provincia di Pesaro -Urbino tanto da arrivare al punto di convincere RFI ( Rete Ferroviaria Italiana) proprietaria dell' infrastruttura a dismettere la linea . Vi è ancora da precisare che il Signor Ricci è stato sempre ostile verso la scrivente tanto da non volerci mai ricevere nonostante ripetute richieste. Il Signor Ricci prima ha rovinato ls Provincia di Pesaro ed ora sta facendo lo stesso alla guida del Comune. La scrivente si chiede sempre come mai il PD gli stia dando tanto potere in mano. Fra poco magari lo troveremo nel Parlamento.

Chiusa questa breve parentesi sull' attuale Sindaco di Pesaro veniamo alla ferrovia. E' molto grave che i nemici della ferrovia che vorrebbero sfruttare il sedime per la costruzione di una pista ciclabile o qualche lobby che vorrebbe sfruttarlo a fini speculativi siano riusciti attraverso politici compiacenti a far cancellare la linea dalla Proposta di Legge n.1178 che prevede  la salvaguardia e valorizzazione dei tracciati ferroviari.  La Fano-Urbino non sarebbe solo una ferrovia da utilizzare a scopo turistico , ma potrebbe essere una panacea per l' ambiente togliendo auto dalla strada e potrebbe valorizzare Urbino ed essere utile agli studenti universitari per raggiungere in meno tempo l' Università perché si potrebbero creare collegamenti diretti sia con Pesaro che con Ancona e Bologna. Insomma sarebbe una risorsa in positivo per il trasporto pubblico. Qualcuno vede costi stratosferici per la ricoatruzione, ma si sbaglia perché qualche anno addietro il nostro esperto di ferrovie aveva ipotizzato un progetto che con una spesa abbordabile la ferrovia poteva essere riprstinata.

da Antonio Bruno  Segr. Prov. Associazione Utenti Trasporto Pubblico

http://www.viverefano.com/2016/12/19/lassociazione-utenti-del-trasporto-pubblico-a-favore-del-ripristino-della-ferrovia-fano-urbino/620512/

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FERROVIA FANO-URBINO, OCCASIONE PER LA MOBILITÀ CICLOPEDONALE

Eppur si muove! Lentamente, con difficoltà, ma si intravvede una soluzione per la ferrovia Fano Urbino. Lo fanno sperare sia un ddl sulle ferrovie turistiche, sia un’equilibrata mozione appena approvata in Consiglio regionale che rende praticabili e non in conflitto tra loro varie alternative, da quella più semplice di percorso ciclopedonale a quelle più impegnative di treno turistico, metropolitana di superficie o tram. 

Tocca ora ai privati più volte annunciati cogliere un’occasione imprenditoriale di notevole valenza sociale e culturale e secondo alcuni economicamente vantaggiosa, magari facendo riferimento alla Fondazione istituita per il reimpiego di ferrovie in disuso o in corso di dismissione. Difficile se non impossibile contare sulle Ferrovie da decenni disinteressate alla linea né si può chiedere più di tanto alla Regione Marche che già finanzia il trasporto pubblico locale e sta facendo la sua parte acquisendo la struttura. 

Intanto, visto che la linea rimane tutta in mano pubblica ed è importante dotare il territorio di una infrastruttura turistica di qualità, si può presto avviare un progetto per la mobilità ciclopedonale senza manomettere traversine e binari che anzi vengono preservati da possibili abusi o accaparramenti e conservati in attesa di un loro eventuale futuro riutilizzo; infatti, c’è spazio per una corsia ciclopedonale in ogni senso di marcia ai lati dei binari dove in più potranno essere riqualificati gli spazi degradati su cui i Comuni finora non hanno avuto competenza; e proprio i Comuni potranno diventare protagonisti di questa grande opera di riqualificazione urbana che, secondo calcoli attendibili, prevede la spesa di una decina di milioni, se fossero in ordine ponti e gallerie abbandonati da decenni; una cifra sostenibilissima, addirittura una sorta di investimento, visto che le somme impiegate per le ciclovie ritornano più volte moltiplicate per i benefici diretti e indiretti che ne derivano; ciclovie utili per la mobilità sicura tra quartieri densamente popolati e in grado di attrarre flussi turistici sempre più incentivati dalla crescente diffusione delle bici elettriche; la contestuale posa di cavi per la fibra ottica favorirebbe inoltre lo sviluppo qualificato di tutta la valle del Metauro ponendo fine al vero isolamento di un entroterra che fa fatica a connettersi col resto del mondo attraverso Internet.

FIAB Marche

http://Da: http://www.flaminiaedintorni.it/2016/12/19/ferrovia-fano-urbino-occasione-permobilita-ciclopedonale/

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Il Tempo della speranza

L’ALTA PROVINCIA MERITA PIÙ ATTENZIONE

… Anche della ferrovia, da parte degli addetti ai lavori, si parla quasi sempre in forma accademica e tanto per mostrare che c'è attenzione, della Fano-Urbino, a parte le nette prese di posizione dei fautori del ripristino, che sembrano lasciare il tempo che trovano. Nessuna parola, addirittura, per la tratta Urbino-Pergola, che un tempo collegava la città ducale e l'alta provincia con Roma. A questo punto parlare di sviluppo, crescita, cultura, arte, turismo, e tutto quel che segue, è praticamente superfluo. Senza collegamenti idonei, senza strade di grande comunicazione, non si può pensare ad un futuro positivo e le "grida" di chi promette mare e monti sono semplici trombonate. Tuttavia non ci si deve arrendere e bisogna chiedere a chi crede in questa nobile e bella terra di rimboccarsi le maniche. I cittadini li seguiranno. Queste speranze, con il concorso di tutti coloro che credono nel domani di questa nobile città  e del suo splendido territorio, con una maggiore unità d'intenti potrebbero diventare certezze. In questa prospettiva facciamo a tutti i migliori auguri di Buon Natale e di proficuo 2017.

giancarlo di ludovico

Da: Il nuovo amico n. 45 del 25/12/2016

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LA STORIA ... ERA IL 31 GENNAIO1987
I TRENT'ANNI DI· SOLITUDINE DELLA FERROVIA FANO-URBINO

In Italia vi sono settemila chilometri di binari abbandonati. Ma in molte regioni sono state ripristinate le antiche tratte locali. La Metaurense è invece ancora sommersa dalla vegetazione e dal cemento. Resta peraltro il progetto, tutto da definire, di rilancio turistico, commerciale e pendolare. A beneficio della vallata.

Di Silvano Stella

Eccoli lì, tutti insieme, attorno al cosiddetto cerchio: il buono,il brutto, il cattivo. Il buono (associazioni) viene da chi si batte, da infiniti anni, per il suo ripristino. Il brutto (amministratori ·regionali) viene da chi fa promesse vaghe senza mantenerle. Il cattivo (politici nazionali) viene da chi vuole forse cancellare la storia. E qui si annidano tutte le pulsioni. Gli uomini ·con le loro certezze e le loro passioni. Gli uomini con la loro buona fede e la loro mala fede. Gli uomini con la loro superbia e la loro arroganza. Gli uomini, insomma, che determinano il corso degli eventi. Che poi ricadono sui cittadini, sulle località, sulle vallate. Sulle necessità, sui sogni, sui desideri.

REALTÀ AMARA

Naturalmente la metafora fantasiosa nasce dalla trilogia filmistica western del secolo scorso. Ma la realtà amara e inequivocabile è sulla ex tratta Ferroviaria Metaurense.Quella che da Fano ti portava a Urbino. Attraverso le piccole stazioni di Rosciano, Cuccurano, Cartoceto-Lucrezia, Saltara-Calcinelli, Serrungarina-Tavernelle, Montefelcino-Isola del Piano, Fossombrone, San Lazzaro di Fossombrone, Calmazzo, Canavaccio, Fermignano. Il tutto per una cinquantina di chilometri. Con le suggestioni civiche d'una cultura e natura fatta di movimento, di spazi grandi e piccoli, di incontri vividi e casuali. Nello scenario di città, paesi e borghi d'arte protesi a difendere la loro storia. Oppure città, paesi {e borghi novecenteschi proiettati verso il futuro.

31 GENNAIO1987

Adesso segnatevi questa data: 31 gennaio 1987. È quella dell'ultimo  viaggio della Ferrovia Metaurense  Fano-Urbino. A binario unico, senza elettrificazione, gestita dalle Ferrovie dello Stato. Dunque sta  per scoccare il trentesimo anno di chiusura. Una triste ricorrenza, e la si vuole definire così. Movimenti e associazioni pro ferrovia si sono battuti e si battono per il suo ripristino. Ma tutto è fermo all'anno Zero. La sede ferroviaria c'è ancora. Soprattutto nel tratto da Fermignano a Urbino, per merito dell' Associazione Ferrovia Valle Metauro. Ma la maggiore parte dei binari è sommersa dalla folta vegetazione e dal cemento. Lo scenario è davvero desolante. Particolarmente nei dintorni di Fano, Cuccurano, Calcinelli, Tavernelle, Fossombrone, Calmazzo e Canavaccio. Tutto questo lascia supporre che il ripristino della Fano-Urbino sia ancora lontano anni luce. Sebbene le gallerie, i viadotti e i ponti siano ancora integri. E sebbene la Regione Marche nella seduta del 13 dicembre abbia approvato una mozione favorevole alla riapertura della Fano-Urbino per fini e scopi turistici. Molto formalismo. Poca sostanza.

MUSICA DIVERSA

Ora, che il marketing o il turismo territoriale passi dalle infrastrutture lo sanno anche i bambini. E dunque tanto più dovrebbero saperlo gli amministratori e i politici. Perlomeno quelli del territorio. Eppure, così non sembra. Almeno qui, nella Provincia di Pesaro Urbino, nelle Marche. Altrove, invece, la musica è diversa. Nel senso che molti "rami secchi", nel corso di questi ultimi anni, sono stati riattivati. Gli ultimi in Calabria: Mileto-Reggio Calabria, Locri-Lamezia Terme, Lamezia Terme-Nicastro. E poi, in Campania, la Napoli-Portici-Salerno e in Abruzzo sostano a Silvi, cosa che sembrava impossibile. Il tutto nell'arco di poco tempo: da ottobre a dicembre.

TRATTE RIPRISTINATE

Non è tutto. Da tempo hanno ripreso la loro attività altre tratte locali: in Piemonte la Torino-Ceres; in Trentino Alto Adige la Merano-Malles; in Veneto la ferrovia turistica della Valbrenta e la Treviso-Portogruaro; in Lombardia la Palazzolo – Peratico Sarno , la Bornato Rovato e la Bergamo Clusone; in Emilia la Bologna Vignola; in Toscana la ferrovia della Val d'Orcia, la Cecina-Volterra e la Firenze-San Pietro a Sieve; in Abruzzo-Molise la Campobasso- Isernia -Sulmona; in Puglia la Foggia-Lucera; in Campania la Salerno-Mercato San Severino. Inoltre, la Basilicata è stata recentemente ricollegata all'alta velocità attraverso la linea locale Metaponto-Ferrandina-Potenza.

URBINO ISOLATA

In Italia esistono oltre settemila chilometri di ferrovie abbandonate e dimenticate. Tra questi ci sono anche i cinquanta chilometri di quella che si chiamava Fano-Urbino e che univa tutta la valle del basso e alto Metauro. Le ultime generazioni ne hanno sentito soltanto parlare. Per loro si tratta, più o meno, d'un oggetto misterioso. Ma le vecchie generazioni, quelle che oggi hanno i capelli brizzolati, la ricordano con nostalgia. E sognano, prima o poi, di risalire su quel treno, o trenino. E approdare nella Urbino isolata dal punto di vista ferroviario seppure sempre imperiosa dal punto di vista culturale e artistico. In ogni caso, malgrado tutto, che il ripristino della Fano-Urbino non resti un'utopia. Le speranze dei cittadini corrono anche su questi binari. Estremamente utili per il commercio, il turismo e il pendolarismo del piccolo mondo, antico e moderno, chiamato Metauro.

LA FERROVIA METAURENSE DAL 1987 AD OGGI

31 GENNAIO 1987 - La linea fu sospesa dall'esercizio con decreto dell'allora ministro dei trasporti Claudio Signorile (PSI). L'ultimo treno fu il regionale 5662, partì da Pesaro alle 18:55 per giungere ad Urbino alle ore 20.

15 DICEMBRE 2011 -A firma del ministro dello Sviluppo Economico e delle-Infrastrutture e Trasporti Corrado Passera, a causa della decisa contrarietà al ripristino o al mantenimento del sedime dell'allora amministrazione provinciale guidata da Matteo Ricci (PD), è stata dichiarata ufficialmente dismessa.

3 LUGLIO. 2012 - La Regione Marche  ha inserito il ripristino della ferrovia Fano-Urbino, con funzioni di metropolitana leggera, all'interno del Piano Regionale infrastrutture, trasporto merci, logistica.

10 APRILE 2013 - Il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso presentato da Associazione Ferrovia Valle Metauro contro la dismissione della linea.

10 GIUGNO 2013 – Inserimento della tratta ferroviaria nella proposta di legge n°1178 in discussione alla Camera dei Deputati: "sull'istituzione di ferrovie turistiche mediante il reimpiego di linee in disuso o in corso di dismissione situate in aree di particolare pregio naturalistico o archeologico".

10 FEBBRAIO 2015 - La Regione Marche ha espresso un voto favorevole e di svolta sulla richiesta di revoca della dismissione della tratta ferroviaria approvando in Consiglio regionale una mozione presentata dal gruppo dei Verdi.

27 OTTOBRE 2015 - La Regione Marche ha approvato una mozione per l'acquisizione dell'intero sedime nei confronti di Ferrovie dello Stato Italiane.

13 DICEMBRE 2016 - La Regione Marche ha approvato una mozione (n. 162) per richiedere a Ferrovie dello Stato Italiane la pubblicazione di un bando per il ripristino o la gestione della tratta ferroviaria o a fini turistici o come metropolitana di superficie o come tram, individuando nel contempo eventuali fonti di finanziamento per il ripristino della linea e per l'avvio di un progetto per la promozione della mobilità dolce facendo uso di parte del tracciato ferroviario.

Da: Il Giornale del Metauro n. 172 -  Dicembre 2016

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FOSSOMBRONE - LE LINEE GUIDA PER IL QUINQUENNIO 2016-2021

La Giunta Bonci ha presentato il programma di governo ·

Minoranza insoddisfatta: «Troppo generico»

Viabilità cittadina

Ripensare la viabilità con una revisione dei percorsi attraverso l'installazione di sensi unici e dissuasori di velocità, sostituzione di cartelli usurati, valutare la realizzazione di un marciapiede a San Martino del Piano per la sicurezza dei pedoni, verificare la fattibilità del ripristino della ferrovia Fano-Urbino a livello turistico, utilizzo della bicicletta come importante mezzo per la mobilità cittadina.

Da: Il Giornale del Metauro n. 172 – Dicembre 2016

 

ANNO 2017

 

FERROVIA FANO-URBINO DIMENTICATA, L’ASSOCIAZIONE FVM: “30 ANNI DI OCCASIONI PERSE”

 08/01/2017 Thomas Delbianco

PESARO 31 Gennaio 1987 – 31 Gennaio 2017: mancano pochi giorni al trentennale della chiusura della ferrovia Fano Urbino e sono innumerevoli le occasioni perse dal territorio per la mancanza di questo straordinario sistema di collegamento. Da qui parte l’intervento dell’Associazione Ferrovia Valle Metauro, che porta alla luce un bando per vendere un altro tratto della linea, andando così contro all’indicazione della Regione di ripristinare la tratta, senza spezzettamento. “Trenta anni durante i quali le ferrovie sono tornate ad essere il primo mezzo di trasporto di massa grazie all’avvento dell’Alta velocità, le direttrici principali sono continuamente potenziate, le secondarie modernizzate e quelle in disuso sono diventate un formidabile attrattore turistico grazie ai treni storici della Fondazione FS. In poche parole, come direbbero gli specialisti, sono un motore inferenziale di sviluppo!
Nelle Regione Marche la direttrice adriatica si sta potenziando realizzando la velocità massima a 200km/h, la linea Ascoli P. Ascoli nel 2014 è stata elettrificata, sono definiti anche alcuni investimenti di upgrade infrastrutturale di medio-lungo: raddoppio della linea Orte – Falconara, elettrificazione della Civitanova – Albacina, potenziamento dei nodi di interscambio e abbattimento delle barriere architettoniche.
Invece nella Valle del Metauro si assiste ad un depauperamento continuo delle infrastrutture del territorio con servizi sempre più carenti, ma, da cui qualcuno ha tratto e trae sicuri guadagni.
Fra questi sicuramente i privati che si occupano di trasporti pubblici; inoltre l’azienda privata che ha acquistato il piazzale merci della stazione di Urbino realizzando un colossale scempio paesaggistico ed ora un’altra azienda privata potrebbe acquistare la radice della ferrovia Meturense alla stazione di Fano che toglierebbe di fatto la continuità/interconnessione tra la Bologna-Ancona e la Fano-Urbino. Ciò renderebbe quest’ultima inutile sia come metropolitana di superficie, essendo interrotto l’interscambio alla stazione di Fano, sia come linea turistica divenuta impermeabile al traffico dal ricco mercato dell’Emilia Romagna o dal Porto di Ancona, sempre più votato agli scali crocieristici.
Il tutto a seguito di un recente avviso d’asta di vendita immobiliare emesso da Ferservizi.
Tale bando è in totale discordanza con la mozione del consiglio regionale 17 del 18/09/2015 del consigliere e Presidente della commissione trasporti ed ambiente Andrea Biancani (….in modo da conservare il bene in mano pubblica e impedirne lo spezzettamento a vantaggio di privati) e di fatto annullerebbe tutte le buone intenzioni della sua successiva mozione, la 162 votata il 13 dicembre 2016 (….a pubblicare un bando pubblico rivolto a soggetti interessati al ripristino o alla gestione della tratta ferroviaria Fano – Urbino, a fini turistici, come metropolitana di superficie o tram).
Insomma sembra che le decisioni del Consiglio Regionale non vengano prese affatto in considerazione da Ferrovie dello Stato che, pur essendo una SpA, dimentica che è un’ azienda pubblica e non può danneggiare irrimediabilmente una ferrovia di quasi 50 km, patrimonio del popolo italiano, per il “piatto di lenticchie” costituto dal ridicolo valore posto a base asta di circa 45 € al metro quadro.
Si ricorda che l’articolo 41 della Costituzione stabilisce i limiti dell’iniziativa economica privata la quale non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale.
Auspichiamo una pronta reazione del Presidente della Commissione Trasporti presso i ministeri competenti affinché faccia valere la sua autorità”.

http://ilfoglia.it/2017/01/08/ferrovia-fano-urbino-dimenticata-lassociazione-fvm-30-anni-occasioni-perse/

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BIANCANI: “FERROVIA FANO-URBINO, STOP ALLA VENDITA DELLE EX STAZIONI E DI TRATTI DELLA LINEA”

 11/01/2017 Thomas Delbianco

FANO. L’Associazione Ferrovia Val Metauro ha sollecitato il presidente della Commissione Trasporti Andrea Biancani (Pd) ad intervenire per scongiurare un ulteriore stop al piano per ripristinare la linea ferroviaria Fano-Urbino. La tratta rischia di essere spezzettata dall’avviso d’asta di vendita immobiliare emesso da Ferservizi, per la radice della ferrovia Metaurense alla stazione di Fano. “Ho già scritto prima di Natale una mail ai tecnici e all’assessore regionale competente – riferisce Biancani – per invitarli a dare un parere negativo all’alienazione delle vecchie stazioni che fanno parte del tracciato della Fano-Urbino, vedi quella di Fermignano. Alla luce di quest’ultima novità sulla vendita del tratto fanese di allaccio al percorso, presenterò un’interrogazione ampliando la richiesta di un parere negativo anche a questa operazione”. Biancani si è anche sentito con il presidente della Provincia Daniele Tagliolini, “anche via Gramsci è orientata a dare parere negativo”, e aggiunge: “Si deve puntare a verificare le fonti di finanziamento per permetterne il ripristino e ad avviare un progetto su una parte o sull’intera linea ferroviaria, che preveda un percorso ciclopedonale al servizio delle comunità, a fianco della linea stessa, salvaguardando la possibilità di riattivare, anche ai fini turistici la ferrovia in qualsiasi momento. L’obiettivo è quello di aprire un confronto reale su questa infrastruttura, con le amministrazioni interessate, per rimediare lo stato di abbandono in cui versa da circa trent’anni, per riconsegnarla, magari con un diverso utilizzo, alle comunità e al territorio”.

http://ilfoglia.it/2017/01/11/biancani-ferrovia-fano-urbino-stop-alla-vendita-delle-ex-stazioni-tratti-della-linea/

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CISL: 'CHE FINE FARÀ LA TRATTA FERROVIARIA FANO – URBINO?'

La CISL di Pesaro, Fano, Urbino, da alcuni anni ha provato a sollecitare un dibattito per una proposta, più o meno condivisa sul riutilizzo della tratta ferroviaria Fano – Urbino, da anni dismessa.
Ogni volta, da più parti, Associazioni interessate, Istituzioni, forse politiche, ecc., hanno cercato, ognuno, di spostare in avanti il pallino, con l’intento di catalizzare l’attenzione generale al proprio desiderata, indipendentemente se fosse realizzabile o meno. In questi anni, svariate sono state le proposte tra le più fantasiose, a scapito dell’ unica possibile: Rilanciare a fini turistici, della tratta rimasta, quel poco di ancora utilizzabile.
Oggi arrivano le scelte di “convenienza” che la proprietà, ovvero, le Ferrovie dello Stato sta facendo; sale l’allarme sul fatto che, ancora una volta, un pezzo di storia e di patrimonio del territorio rischia di essere disperso o depauperato in spezzatino.
Come CISL, plaudiamo alla sollecitazione del Sindaco di Urbino ed al suo grido di allarme, anche se a nostro modo di vedere, tutto questo, arriva in zona cesarini ormai quasi oltrepassata.
Cosa fare? Gridare ancora al lupo? O finalmente, questa società civile, le Istituzioni, la Regione, ecc., vogliono prendere seriamente in mano la situazione, sapendo che non di fantasia si deve ragionare, ma solo ciò che è concretamente realizzabile può essere perseguito come obiettivo ?
La CISL è pronta a portare avanti la battaglia per scongiurare un ennesimo scempio del territorio e l’ennesima occasione persa. Per questo, invita, gli Enti Locali interessati, il Comune di Urbino, gli operatori turistici le OO.SS., a fare fronte comune, al di fuori di schematismi di sorta, per individuare LA PROPOSTA PRATICABILE e spingere la Regione Marche ed il Ministero dei Trasporti, a trasformare una tratta in disuso in una occasione di sviluppo e rilancio del territorio, come valorizzazione del patrimonio paesaggistico, storico, architettonico e culturale delle aree interne e non la solita operazione per fare cassa.

da Cisl Pesaro Fano Urbino

http://www.viverefano.com/2017/01/14/cisl-che-fine-far-la-tratta-ferroviaria-fano-urbino/623005

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VALLE DEL METAURO, RECUPERIAMO LA VECCHIA FERROVIA CON UNA CICLOVIA

Se ne avvantaggerebbe il turismo sulle due ruote che privilegia i luoghi ben conservati, aiuta l’economia e non danneggia l’ambiente

La Giunta regionale ha deciso di ampliare la rete ciclabile delle Marche iniziando dalla costa per proseguire poi anche verso l’interno. Ottima notizia, anche perché possono arrivare importanti finanziamenti dallo Stato che finalmente riserva alla mobilità “dolce” l’attenzione che merita. Di questo si avvantaggerà in particolare la valle del Metauro che dispone ancora del sedime di una ferrovia dismessa che senza interruzioni sostanziali unisce la costa all’entroterra; per questa infrastruttura è in corso l’ennesimo tentativo di riattivazione a fini turistici, un’impresa secondo alcuni realizzabile in poco tempo e anche conveniente per imprenditori privati. Se neanche questo tentativo andasse a buon fine, non dovrebbero esserci più ostacoli per una soluzione alternativa: un collegamento ciclopedonale in sede propria al servizio di un territorio ricco di beni culturali e ambientali; se ne avvantaggerebbe il turismo sulle due ruote che privilegia i luoghi ben conservati, aiuta l’economia e non danneggia l’ambiente, tutti benefici ampiamente sperimentati dappertutto.

La crescente diffusione della bici elettrica sta aumentando il numero dei cicloturisti e rendendo sempre più accessibili territori collinari come quelli marchigiani dove è possibile sfruttare non solo il sedime di ben due ferrovie dismesse (lungo il Metauro e il Tenna) ma anche gli argini di una dozzina di fiumi. Fano sarebbe interessata da due importanti ciclovie: una lungo l’Adriatico di centinaia di km sulla quale già da tempo stanno lavorando le regioni costiere per migliorare traffico e qualità della vita in quella che oramai è quasi un’unica città lineare di milioni di abitanti; l’altra di congiunzione tra Adriatico e Tirreno, attraverso città ricche di storia e cultura come, tra le altre, Fossombrone, Cagli, Arezzo e Siena; la Toscana e l’Umbria hanno già predisposto uno studio di fattibilità finanziaria per i tratti di loro competenza. Entrambe le ciclovie fanno parte del progetto Bicitalia elaborato da FIAB per creare una rete nazionale ciclabile di qualità che abbia la stessa dignità finora riservata a strade e ferrovie. Approfittando dello stesso cantiere della pista ciclopedonale, potrebbe essere posata la fibra ottica per la banda ultra larga per collegamenti Internet a grande velocità e capacità di cui il territorio è carente; sarebbero quindi possibili teleconferenze, telemedicina e tanto altro, evitando lunghi e costosi spostamenti di persone e cose; per le aree interne sarebbe questo il vero contrasto ad un isolamento attribuito anche all’assenza di una ferrovia che, tornata a nuova vita, diventerebbe in breve una via verde, sicura, ecologica e tecnologica utile per lo sviluppo qualificato del territorio. Non cogliere quest’occasione sarebbe un errore grave e imperdonabile.

FIAB Marche

Da: flaminiaedintorni.it del 13/1/2017

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PLEBISCITO PER LA FANO URBINO

Unanimità nel consiglio comunale di Isola del Piano per chiedere la riapertura della tratta

Appello alla Regione – fatelo per il turismo e anche il trasporto locale se ne avvantaggerà

Isola del Piano. Voto unanime del consiglio comunale di Isola del Piano per chiedere alla regione "la riapertura della linea ferroviaria almeno ai fini turistici anche se sarebbe più opportuna ai fini del trasporto pubblico locale. (TPL) in quanto usufruisce della stessa avendo a Ponte degli Alberi la stazione intitolata Isola del Piano – Montefelcino -. La proposta è maturata perché – in linea con gli scopi sociali della Fondazione FS e con le recenti attività che hanno portato alla riapertura a fini turistici di 7 linee ferroviarie in disuso: della Val D’Orcia Asciano - Monte Antico (51 km) … "

I riferimenti sono precisi. Difficile non condividere la volontà di Isola del Piano. Ricomposta l’intera pagina storica della ferrovia della Valle del Metauro "costruita dalle Ferrovie Padane … "

Roberto Giungi

Da: Corriere Adriatico del 15/1/2017

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LETTERE IN REDAZIONE  -  ATTENTI AL TRENO!

E' severamente vietato attraversare i binari! Lo sappiamo tutti, nelle stazioni lo scrivono ovunque e ce lo dicono continuamente. Dopo una recente esperienza mi verrebbe da aggiungere: girate al largo dalle stazioni perché il treno è pericoloso! Un sabato di dicembre ho preteso di andare e tornare in treno da Marotta a Rimini (60 chilometri di ferrovia adriatica). Ecco la cronaca di questa curiosa avventura.

Ero pronto a Marotta per partire alle ore 14.10 con treno puntualissimo. Ho approfittato del bagno prima di salire; sono dovuto entrare in apnea perché conosco quei luoghi ameni: 32 (trentadue) volte ho dovuto premere il bottone prima che lo sciacquone si attivasse!  E' così da tanti anni ma gli utenti occasionali non possono saperlo e dunque i loro liquidi e solidi rimangono a disposizione visiva e olfattiva di tutti. Lo sanno invece perfettamente gli addetti ma pare che cambiare completamente la cartellonistica della stazione (peraltro in ottimo stato e addirittura migliore della nuova) abbia la priorità sulla decenza delle latrine! Confortevole e tranquillo è stato comunque il viaggio fino a Rimini. Non saranno certamente lo squallore dei cessi di Marotta a mettere in dubbio l'efficienza delle nostre care ferrovie. Il ritorno da Rimini era previsto per le ore 20.1 0. Ritardo annunciato e poi lievitato: minuti 70. Nessun utente protesta più per i ritardi: i nostalgici del ventennio in cui "i treni erano 'in orario" ormai non viaggiano più e nuovi comprendono le difficoltà organizzative dei nuovi gestori: gli imprevisti, la riduzione del personale per abbattere il parassitismo statale, le spese enormi per offrire l'alta velocità, il rispetto per i treni' importanti, le tariffe elevate a potenza ecc. Tutti tranquilli e rassegnati, in ordine e in silenzio, cerchiamo la sala d'aspetto in una serata fredda e umida. La sala d'aspetto a Ri111ini non c'è. Forse il progettista, certamente non viaggiatore, se ne è dimenticato. Qualche anima buona ha messo una quindicina di sedie di gelido metallo in un corridoio con apertura sull'esterno (con porte bloccate aperte). Del resto Rimini è una piccola e calda località di mare, in cui difficilmente ci sono persone in attesa del treno, e comunque mai più di 15 e mai in inverno. Sabato 10 dicembre eravamo molti più di 15 e faceva anche molto freddo. Il freddo, comunque, si può anche sopportare; alla pì-pì è meglio rinunciare perché alla stazione di Rimini si fa a pagamento e il treno, per quanto in ritardo, a un certo punto arriva. Salgo felice, senza maledire nessuno e senza pensare al ventennio della presunta puntualità. Arrivati a Marotta ho l 'obbligo di scendere, visto il mio biglietto, e ne ho anche la pretesa ma .... la prima porta è bloccata; corro alla seconda ma è bloccata anche questa; corro alla terza, sbattendo il mio voluminoso bagaglio nelle gambe di molte persone e cambiando carrozza con sovrumani sforzi per aprire le due porte di separazione anch'esse semibloccate ma..... anche la terza porta era bloccata!! Inutile dire che il treno, nel frattempo, era rigorosamente e puntualmente ripartito. Cosa sarebbe successo in caso di incendio? Comunque, senza imprecare e senza inveire contro il renzismo dell'Italia "che riparte", ho atteso la fermata successiva; ero certo che avrei trovato un treno che mi avrebbe riportato alla stazione precedente, la mia. Il treno c 'era ma con un'attesa di 60 minuti. Con molta dignità ho cercato la sala d'aspetto. No! Erano le 22.05 e a quell'ora la stazione di Senigallia ha le porte incatenate. Mi sarei accontentato anche di una mangiatoia (visto il periodo), un capanno da spiaggia (visto il luogo balneare), una tenda da terremotati, una carrozza rottamata ... nulla. Soltanto gelide panchine sul marciapiede, in una gelida e nebbiosa notte d'inverno, e con tutti i bar chiusi. Conclusioni: sabato 10 dicembre ho deciso che a tutti quelli che mi parleranno dell’'indispensabilità della TAV, dell'Europa, dell'euro e della riforma della Costituzione dirò che vadano a quel paese ...

Luigi Livi  cittadino residente a Mondavio (Pesaro-Urbino)

Da: Flaminia e dintorni Gennaio 2017

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SALVAGUARDIA DELLA TRATTA FERROVIARIA FANO-URBINO, LA REGIONE SI MOBILITA CON RFI PER MANTENERLA INTATTA

URBINO – Tutto si può dire tranne che per la tratta Fano – Urbino la Regione non si sia mobilitata. Due mozioni presentate dal Consigliere regionale Andrea Biancani, Presidente della Commissione Trasporti della Regione, approvate dall’Assemblea legislativa a ottobre e a dicembre parlano chiaro: “La tratta non va spezzettata e deve restare in mano pubblica.” Su questo argomento Biancani ha poi presentato, proprio la scorsa settimana, una interrogazione urgente sull’argomento per non lasciare nulla al caso ma anzi tenere alta l’attenzione.

“Siamo venuti a conoscenza che RFI intende alienare un immobile nelle immediate vicinanze della Stazione di Fano – afferma Biancani – e ancora prima che la mia interrogazione sia discussa, a seguito di un confronto con il Presidente Ceriscioli e l’Assessore Sciapichetti, il Presidente, pur nell’emergenza del sisma e della neve, ha immediatamente scritto ai vertici di Ferrovie dello Stato, RFI e Ferservizi, per chiedere di bloccare la vendita e procedere quanto prima possibile ad organizzare un incontro con la Regione.”

Il comportamento di RFI non è accettabile visto che già lo scorso 2016 nel corso di un incontro tra i suoi vertici e gli Assessori Sciapichetti, Casini e il Consigliere Biancani, la Regione ha chiesto esplicitamente che la tratta doveva restare intatta e nessuna parte alienata. In quella occasione fu unanimemente deciso di pubblicare una manifestazione di interesse finalizzata a individuare eventuali operatori interessati al ripristino della tratta ferroviaria Fano-Urbino, sia come servizio turistico ferroviario, sia come servizio di linea metropolitana o tram. In data 17 febbraio 2016 l’assessore regionale ai trasporti, Angelo Sciapichetti, con propria nota rappresentava la necessità di pubblicare il bando di cui sopra.

A oggi nessuna risposta è pervenuta circa le ripetute sollecitazioni presentate dalle istituzioni locali marchigiane, mentre Ferservizi S.p.A. (RFI) si appresta ad alienare il compendio immobiliare di Fano, facendo venire meno la unità della tratta ferroviaria ed impedendo, di fatto, ogni ipotesi di avviare progetti futuri di tipo ferroviario.

“La posizione della Regione è chiara e determinata – prosegue Biancani – e l’incontro urgente, richiesto dal Presidente Ceriscioli ne è la prova. Va rilevata la contraddizione con quanto recentemente i vertici di Ferrovie dello Stato e di Rete Ferroviaria Italiana hanno sostenuto in occasione della presentazione del nuovo atlante delle “linee ferroviarie dismesse” rilevandone come le stesse possano rivivere per altre modalità d’uso, ripensando a un riuso intelligente di questo patrimonio. Una risorsa culturale e storica a favore di un turismo sostenibile con l’obiettivo di salvaguardare, valorizzare e preservare l’inestimabile valore, un’opportunità di rilancio turistico del nostro Paese.”

Con le Mozioni presentate da Biancani il Consiglio regionale e con esso la Giunta si sono impegnati a mantenere il confronto costante con i vertici delle Ferrovie dello Stato e RFI, ad attivarsi con la Direzione generale del Ministero delle Infrastrutture e con il Ministero dei beni culturali per individuare forme di finanziamento per il ripristino della linea, ad avviare un progetto, che lo stesso Biancani ha già fatto richiesta alla SVIM (Sviluppo Marche S.p.A.) come stabilito dalla sua mozione, che promuova la mobilità ciclopedonale salvaguardando la possibilità di riconvertire, in futuro, la linea ferroviaria ai fini turistici o di metropolitana di superficie o tram.

“Questo stiamo facendo – conclude Biancani – e non resteremo certamente con le mani in mano. Fondamentale in questa fase è che anche gli altri Enti locali interessati si attivino per una azione sinergica con la regione. Ringrazio il Presidente Ceriscioli e l’Assessore Schiapichetti per il loro impegno e auspico che RFI blocchi l’alienazione e venga quanto prima ad un confronto che credo assolutamente necessario con la Regione Marche.”

L’Interrogazione presentata da Biancani è stata sottoscritta anche dal Consigliere regionale Renato Claudio Minardi.

L’APPOGGIO DEL PD URBINO

Il Pd Urbino è favorevole al mantenimento della tratta e lo ha precisato in tutte le occasioni.
Affinchè si possano valutare in futuro delle prospettive progettuali sulla tratta, sosteniamo il consigliere regionale Biancani e la Regione nella sua azione di sollecitazione di RFI e di FEDESERVIZI, affinché venga bloccata la vendita.

Anche noi siamo disponibili a collaborare per impedire l’alienazione della tratta, in quanto si tratterebbe di vanificare tutti gli sforzi fatti finora soprattutto dalle associazioni come Associazione Ferrovia Val Metauro che da anni con passione si impegna per la valorizzazione di questo bene.

Chiediamo al sindaco Gambini di dismettere i panni del battagliero Don Chisciotte, come già fatto con la sanità, dove nessun risultato ha ottenuto con le sue invettive….Dopo aver fatto istitutire una commissione speciale di studio sulla ferrovia che non ha raggiunto nessun risultato, ora la smetta di combattere contro avversari immaginari risultando sempre sonoramente sconfitto.
Sia più concreto ed aiuti Ceriscioli, Sciapichetti e Biancani, insieme agli altri enti, per salvaguardare la tratta.
Noi, se interpellati, siamo disponibili a collaborare.

http://www.pu24.it/2017/01/20/salvaguardia-della-tratta-ferroviaria-fano-urbino-la-regione-si-mobilita-rfi-mantenerla-intatta/217112/

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FIAB MARCHE: 'PREOCCUPANTE LA DECISIONE DELLE FERROVIE DI VENDERE IL TRATTO INIZIALE DELLA FANO-URBINO'

È preoccupante la decisione delle Ferrovie di vendere il tratto iniziale della Fano Urbino. Per la verità la decisione non è giunta improvvisa; già nel 2014 Ferservizi aveva comunicato che, in caso di rinuncia all’acquisto da parte di un Ente pubblico, “si procederà alla proposizione al mercato del compendio mediante gara pubblica”.
Un anno prima il prezzo dell’intero tracciato di 48,6 km era stato quantificato in poco più di 1,5 milioni di euro (esclusi gli immobili); una cifra ragionevole, soprattutto in rapporto ai vantaggi che possono derivare dal suo riutilizzo. Sono passati altri anni ma purtroppo non risulta ancora che sia partita una richiesta ufficiale di acquisto da parte pubblica; a questo punto, se la struttura venisse spezzettata e venduta ai privati, verrebbero meno le condizioni per realizzare qualsiasi opera ipotizzata, sia essa una pista ciclopedonale o una nuova linea ferrata.
Per questo è necessario che la ferrovia venga acquisita quanto prima dalla Regione e facciano la loro parte anche i Comuni attraversati dai binari perché la riqualificazione di tanti spazi inutilizzati non solo può migliorare la qualità della vita ma può anche offrire concrete occasioni di crescita economica per tutta la valle del Metauro.

da FIAB Marche

Da: http://www.viverefano.com/2017/01/23/fiab-marche-preoccupante-la-decisione-delle-ferrovie-di-vendere-il-tratto-iniziale-della-fano-urbino/623998/

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Gruppo Consiliare Movimento 5 Stelle  -  Consigliere Piergiorgio Fabbri

Al Presidente dell'Assemblea Legislativa delle Marche -  SEDE

MOZIONE
OGGETTO: CONTRARIETÀ ALLA VENDITA DI UN TRATTO DELLA FERROVIA FANO-URBINO, ED ESERCIZIO DEL DIRITTO DI PRELAZIONE

L'Assemblea Legislativa regionale delle Marche

Premesso che

La ferrovia della Valle del Metauro (Fano-Fermignano) fu costruita dalle Ferrovie Padane, la tratta fino a Fossombrone fu completata nel 1915 e nel 1916 fu estesa fino a Fermignano con allaccio all’allora esistente ferrovia statale Fabriano-Urbino, inaugurata nel 1898;

La linea ferroviaria Fano - Urbino, che percorre la provincia di Pesaro e Urbino per 48.7 km, è stata sospesa al servizio viaggiatori con DM 110/T del 24/07/1986 dal 1987.

Visto che

Esiste un atto di intesa del 9 marzo 2009 firmato tra gli altri dal Presidente del Consiglio e dal Presidente della Regione Marche nel quale si prevedeva, come ruolo strategico, il rilancio del sistema ferroviario nelle Marche e tra questi il ripristino della linea ferroviaria Fano-Urbino come servizio di metropolitana leggera, forma innovativa di trasporto;

La Provincia di Pesaro - Urbino, in data 30 marzo 2009 con delibera del Consiglio provinciale n. 15/2009 chiedeva alla Regione il ripristino della linea ferroviaria suddetta;

Il presidente della Giunta regionale in data 05/05/2015, con lettera n. 315133 ha richiesto al Ministero delle Infrastrutture la revoca del decreto di dismissione n. 430 del 15/11/2011 in ottemperanza alla delibera del Consiglio di cui sopra.

Sono all’esame in Parlamento proposte di Legge che propongono il riutilizzo, almeno in una prima fase, di alcune linee ferroviarie in disuso e tra queste la PDL n. 1178 (Onorevole Iacono ed altri) che identifica varie linee da ripristinare a fini turistici, tra le quali in una prima versione era stata inserita anche la Fano Urbino

Nella seduta del 27 ottobre 2015 n. 9 è stata approvata la mozione n. 17, ad iniziativa dei Consiglieri Biancani, Traversini, Talè, Minardi intitolata: "Linea ferroviaria Fano-Urbino", che impegnava la giunta “ad attivarsi con urgenza per avanzare, nelle forme stabilite dalla legge e in via prioritaria a titolo gratuito, secondo i principi di economicità, rapidità, efficacia e miglior contemperamento dei vari interessi in gioco, in forza del decreto di dismissione della linea dal compendio di interesse statale, la richiesta di acquisizione dell'intero compendio dell'ex ferrovia Fano Urbino, aree di sedime ed ex stazioni (possibilità già espressamente ribadita nella nota del 3 luglio 2015, pervenuta alla Giunta regionale dalla Direzione generale del Ministero delle Infrastrutture e trasporti), in modo da conservare il bene in mano pubblica e impedirne lo spezzettamento a vantaggio di privati, anche e soprattutto in considerazione del fatto che la Regione rappresenta a tutt'oggi l'unico ente pubblico territoriale in grado di acquisire la struttura".

Successivamente all'approvazione della mozione 17/2015 è stata organizzata una riunione, in data 4 febbraio 2016, tra i vertici di Ferrovie dello Stato (Ferservizi spa Ancona, Ferrovie dello Stato italiane, Ferservizi), gli Assessori regionali competenti e il Consigliere Biancani; in tale incontro, di comune accordo, è stata rappresentata l'opportunità di valutare preliminarmente la pubblicazione di una manifestazione di interesse finalizzata a individuare eventuali operatori interessati al ripristino della tratta ferroviaria Fano - Urbino, sia come servizio turistico-ferroviario che come servizio di linea metropolitana;

Nella seduta del 13 dicembre 2016 n. 50 è stata approvata la mozione n. 162 a firma dei Consiglieri Biancani, Volpini, Giancarli, Tale', Traversini, Minardi, Rapa intitolata “Applicazione della mozione n. 17 del 18 settembre 2015: linea ferroviaria Fano e Urbino”, in cui si impegnava la giunta

“ad un ulteriore confronto con i vertici di Ferrovie dello Stato e RFI (soggetti proprietari della tratta ferroviaria Fano-Urbino) per sollecitare gli stessi ad autorizzare la Regione Marche a pubblicare un bando pubblico rivolto a soggetti interessati al ripristino o alla gestione della tratta ferroviaria Fano Urbino, a fini turistici, come metropolitana di superficie o tram;

ad attivarsi con la Direzione generale del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, con la Fondazione Ferrovie dello Stato e con il Ministero dei beni e attività culturali e del turismo, per individuare le fonti di finanziamento per il ripristino della linea, anche nelle varie proposte di legge parlamentari, alla luce di una politica nazionale che mira alla promozione di una viabilità sostenibile;

ad avviare un progetto su parte o sull’intera linea ferroviaria (area) che promuova la mobilità dolce (pedonale e ciclabile) salvaguardando, nel contempo, la possibilità di riconvertire la linea ferroviaria ai fini turistici o metropolitana di superficie o tram;

a convocare un incontro con i Parlamentari marchigiani ed europei eletti nelle Marche, unitamente ai Presidenti dei Gruppi assembleari del Consiglio regionale, al fine di verificare l’iter legislativo, sia alla Camera che al Senato, delle varie proposte di legge in discussione sulle linee secondarie”.

Considerato che:

Fondazione FS ha già individuato e messo in attività 7 linee ferroviarie, prive di trasporto pubblico regolare, a scopo turistico nelle quali RFI, socio fondatore, garantisce in regime di economia la manutenzione.

Nel 2015, secondo anno di attività dei treni storici, nelle sole cinque linee già riattivate sono stati organizzati 86 eventi con oltre 32 mila turisti.

In linea con questi indirizzi di valorizzazione delle linee così dette secondarie rientrano fra l’altro i cospicui investimenti realizzati da RFI nella Regione Marche consistenti nella elettrificazione, ultimata nel maggio 2013, della Ascoli – Porto D’Ascoli, cui la Regione Marche ha contribuito per l’85% impiegando 9,5 milioni di € su un totale di 11,2 (il resto è stato finanziato da RFI e della Provincia di Ascoli Piceno);

L’uso a fini turistici della linea comporta un costo notevolmente inferiore di quanto necessita per la riattivazione TPL. Si evidenziano inoltre benefici non computabili economicamente in termini ambientali, di posti di lavoro diretti ed indiretti e di qualità della vita e salute per la cittadinanza.

Il POR-FESR Marche 2014-2020 al paragrafo 1.1 afferma, relativamente agli aspetti turistici marchigiani che “l’indice relativo alle presenze nei mesi non estivi risulta al di sotto della media nazionale, testimoniando la forte motivazione balneare che ancora caratterizza le scelte di chi decide di visitare la regione”, e viceversa afferma poco dopo, relativamente agli aspetti del trasporto pubblico, che esiste una “Situazione di criticità per quanto riguarda la mobilità regionale che si evidenzia anche nell’eccessivo peso assunto dal trasporto su strada, sia nel trasporto merci, sia nel trasporto passeggeri, … omissis … Analogamente, la popolazione che ha utilizzato il trasporto ferroviario almeno una volta nel corso dell'anno sul totale della popolazione di 14 anni e oltre risulta in regione pari 25,5%, contro una media delle regioni del Centro-Nord che supera il 34%. Lo stesso gradimento degli utenti dei servizi di trasporto ferroviario rivela un’evoluzione non certo soddisfacente, passando dal 44% del 2007 al 41,5% del 2012.”

Preso atto che

Nel portale “Vendite e Affitti” di Ferservizi spa è stato pubblicato un bando per la vendita di “Due terreni limitrofi della superficie di 11.000 mq circa, prossimi alla stazione ferroviaria di Fano, con accesso da via del Bersaglio snc e via Carlo Pisacane/Strada Statale 16 Adriatica.”
Il compendio oggetto di vendita è sottoposto a verifica di interesse culturale, come esplicitato a pag. 15 del bando di Ferservizi spa;

Che il bando suddetto è in attesa di esito.

Che l'art. 24, comma 4, della Legge 210/1985 recita che “E' in facoltà dell'amministrazione statale e, in subordine, delle regioni e degli enti locali territoriali richiedere all'ente, con preferenza sui terzi, la cessione a titolo oneroso dei beni che siano ritenuti idonei al soddisfacimento di esigenze pubbliche.”

Ritenuto che

siano oramai maturi i tempi per il riutilizzo a fini turistici della Ferrovia Fano Urbino in linea con gli scopi sociali della Fondazione FS, e con le recenti attività che hanno portato alla riapertura a fini turistici di 7 linee ferroviarie in disuso Ferrovia della Val D’Orcia – Asciano Monte Antico (51 km), Ferrovia del Lago (9 km) Palazzolo sull’Oglio – Paratico- Sarnico, Ferrovia del Parco (76 km) Sulmona Castel di Sangro, Ferrovia dei Templi ( 10 km) Agrigento – Porto Empedocle, Ferrovia della Valsesia ( km 51) da Vignale a Varallo, Ferrovia del Tanaro (km 35) da Ceva a Ormea e la Ferrovia dell’Irpinia ( km 119)  Avellino – Rocchetta;

la realtà storico-geografica del territorio in cui risiede il tratto ferroviario in questione, il Montefeltro, sia ricco di straordinarie peculiarità naturali e culturale la cui “capitale” è la Città di Urbino, con il centro storico divenuto patrimonio mondiale Unesco dal 1998 per l’eccezionale congiunzione fra arte e architettura urbana e per il magistrale lavoro che studiosi e artisti rinascimentali hanno creato e diffuso dalla città al resto dell’Europa;

la vendita proposta da Ferservizi spa dei “due terreni limitrofi della superficie di 11.000 mq circa, prossimi alla stazione ferroviaria di Fano, con accesso da via del Bersaglio snc e via Carlo Pisacane/Strada Statale 16 Adriatica”, pregiudichi irreversibilmente la funzionalità futura dell’intera ferrovia, poiché il tratto oggetto di vendita costituisce un punto strategico di raccordo tra la linea adriatica e la diramazione per Urbino;

l’indisponibilità del tratto venduto impedisca la realizzazione degli impegni affidati alla giunta dal consiglio mediante l’approvazione di ben due distinte mozioni (n. 18 e n. 162 in precedenza illustrate);

IMPEGNA il Presidente e la Giunta Regionale:

a sollecitare con urgenza un confronto con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministero dei beni e attività culturali e del turismo, i vertici di Ferrovie dello Stato e RFI per annullare il bando di vendita del tratto ricadente nel Comune di Fano, per l’importanza strategica insita nell’area e per il suo interesse culturale;
ad esercitare il diritto di prelazione previsto dall'art. 24, comma 4, ex lege 210/1985;

ad attivare tutte le procedure necessarie al riutilizzo della Ferrovia Fano-Urbino a fini turistici e culturali, coinvolgendo RFI e la FONDAZIONE FS.

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La storia

Ferrovie  - I locomotori viaggiavano comunque ma l’Italia ha eliminato le linee secondarie

QUANDO C’ERANO I TRENI, PIÙ FORTI DELLA NEVE

Di Antonello Caporale

Rotaie addio -  Collegavano i paesi anche con ghiaccio, ma ha vinto la gomma

… Così, semplicemente, i soldi si sono spostati dai treni ai bus. A nord dell’area colpita, la Fano – Fossombrone è stata liquidata, malgrado fosse sempre ricca di viaggiatori e quella tratta congiungesse il mare all’interno con tempi di percorrenza di gran lunga inferiori a quelli che oggi impegnano i bus sostitutivi. …

Da: Il fatto quotidiano del 21/1/2017

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Gambini: «Grazie a Sgarbi la ferrovia Fano-Urbino inserita tra le tratte turistiche»

LA FERROVIA Fano-Urbino torna tra le tratte turistiche: è scritto in un emendamento all'ar­ticolo 2 della proposta di legge “Disposizioni per l’istituzione di ferrovie turistiche mediante il reimpiego di lince in disuso o in corso di dismissione situate in arce di particolare pregio naturali­stico o archeologico” discusso alla Camera ieri. Risulta che saranno diciotto le lince ferroviarie ad esse­re classitìcatc come tratte ad uso turistico: a) Sulmona-Castd di Sangro; b) Coscnza-San Giovanni in Fiore; c) Avcllino-Lioni-Roc- chctta Sant’Antonio; d) Sacile-Gemona; e) Paiazzolo-Paratico; f) Ca­stel di Sangro-Carpinone; g) Ceva-Ormea; h) Mandas-Arbatax; i) Isili-Sorgono; l) Sassari-Palau Ma­rina; m) Macomer-Bosa; n) Alcantara-Randazzo; o) Castelvetrano- Porto Palo di Menti; p) Agrigento Bassa - Porto Empedocle; q) Noto-Pachino; r) Asciano-Monte An­tico; s) Civitavccchia-Capranica- Orte; t) Fano-Urbino.

UN RISULTATO inaspettato ma che potrebbe segnare un pun­to a favore del riutilizzo dalla ferrovia almeno per un determinato uso, scongiurando la possibilità di alienazione di aree adiacenti, co­me nelle intenzioni di Ferrovie dello Stato. «La notizia è buona - il commento a caldo del sindaco Gambini -: la tratta era tra quelle turistiche e poi è stata tolta. Io ave­vo allora chiesto all'assessore Sgar­bi di intervenire con il Ministro e so che lo ha fatto: è stato proprio questo intervento del nostro asses­sore a portare a questo risultato. Quello che ci preoccupava ancora di più era il fatto della dismissio­ne definitiva di alcuni tratti con la vendita a privati: questa sarebbe la cosa da scongiurare perché non darebbe più possibilità di qualun­que altro utilizzo. Ho chiesto al presidente della Regione Ceriscioli di insistere sull’acquisizione del­la tratta perché una volta che è del­la nostra Regione può essere me­glio destinata a ferrovia turistica, ma questo inserimento nell'elenco delle ferrovie ad uso turistico ci fa ben sperare*.

ORA SARÀ necessario capire co­sa si intenda per tratta ad uso turi­stico e cosa si possa fare per il ripri­stino: «Turistico può voler dire tutto. E’ vero che ci possono esse­re tanti utilizzi: il bici-treno, una metropolitana di superfìcie ed al­tro. La classificazione in questo senso della nostra ferrovia ci spin­ge a progettare qualcosa di impor­tante*, conclude Gambini. L’as­sessore Sgarbi ha poi aggiunto: «Ho detto a Franceschini che Ur­bino doveva essere assolutamente reintegrata nell'elenco dopo la di­menticanza del voto alle legge in Senato. Lui era sorpreso che non fosse presente Urbino in quell'elenco e si è mobilitato per rimetterci nella lista come ora è».

Lara Ottaviani

Da: Il Resto del Carlino del 25/1/2017

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«SOSPESA LA VENDITA DEI TERRENI DELLA FERROVIA»

Il consigliere regionale Biancani: «Ferservizi ha ascoltato la richiesta della Regione»

 URBINO –  FERSERVIZI sospende la vendita dei terreni vicino alla stazione del treno a Fano: «La decisione deriva dal fatto che la Regione si è mossa per impedire l'alienazione», spiega il consigliere regionale Andrea Biancani che smentisce ogni collegamento (peraltro mai fatto da queste colonne) tra la decisione presa dalla società che si occupa delle alienazione per il gruppo Ferrovie dello Stato e l'emendamento formulato alla proposta di legge che ha inserito la tratta Fano-Urbino tra quelle ad uso turistico.

«LA LETTERA inviata dal presidente della giunta regionale Luca Ceriscioli, a seguito della mia richiesta e dell'interrogazione che ho presentato in consiglio regionale, ha portato Ferservizi  a  sospendere la vendita di una parte della tratta Fano-Urbino in attesa dell'incontro richiesto dalla Regione. Da questo confronto che si terrà nelle prossime settimane - prosegue Biancani - deve emergere chiaramente che la tratta deve restare in mano pubblica. Verificheremo, ovviamente, le condizioni che saranno presentate da RFI, Ferservizi e Ferrovie dello Stato, ma il tratto deve restare integro per agevolare ogni eventuale progetto futuro sia come servizio turistico ferroviario, sia come servizio di linea metropolitana o tram.  La mozione, presentata da Biancani prevede anche la realizzazione di un progetto, da parte della Svim (Sviluppo Marche S.p.A.) per promuovere la mobilità ciclopedonale salvaguardando la possibilità di riconvertire, in futuro, la linea ferroviaria. Questo potrebbe consentire un utilizzo pubblico e in tempi brevi di una infrastruttura così importante per la promozione del territorio. SVIM sta inserendo il progetto tra gli obiettivi previsti per il 2017. Biancani ha presentato due mozioni, a ottobre 2015 e a dicembre 2016, approvate dal consiglio per sancire che «la tratta non va spezzettata e deve restare in mano pubblica». Dopo la notizia che RFI intendeva alienare un immobile vicino alla stazione di Fano il consigliere ha presentato una interrogazione e chiesto un incontro al presidente Ceriscioli che subito si è attivato inviando una lettera ai vertici di RFI, Ferservizi e Ferrovie dello Stato per fermare la vendita e chiedere un incontro urgente.  

«L'ACCOGLIMENTO della richiesta formulata dalla Regione - afferma Biancani - consentirà di approfondire la questione. Lo scorso 2016, nel corso di un incontro tra i vertici di Ferrovie dello Stato e Ferservizi, gli assessori Sciapichetti, Casini, cui ero presente, la Regione ha chiesto esplicitamente che la tratta doveva restare intatta e nessuna parte alienata. In quell'occasione fu unanimemente deciso di pubblicare una manifestazione di interesse finalizzata a individuare eventuali operatori interessati al ripristino della Fano-Urbino, sia come servizio turistico ferroviario, sia come servizio di linea metropolitana o tram».  Da allora per la Regione le richieste restano invariate e saranno messe in campo tutte le azioni necessarie per attuarle. Fondamentale in questa fase è che anche gli altri enti locali interessati si attivino per un'azione sinergica con la Regione. Infine, è un bene che la tratta sia inserita nell'elenco di quelle ad uso turistico perché quando, in futuro, sarà approvata la legge sarà un elemento in più per noi da utilizzare, ma ci vorrà ancor a tempo».

I. o.

Da: Il Resto del Carlino del 26/1/2017

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Fano-Urbino, Legambiente contro le Ferrovie

Il Circolo: «Insopportabile colpo di coda la messa in vendita di un tratto»

LA BATTAGLIA

URBINO.  Tregiomi fa, con la pri­ma fase dell'approvazione del­la legge sulle ferrovie turisti­che, si è segnato un passo im­portantissimo nella lunga vi­cenda della ferrovia Fano - Urbino. La lotta dell’ Associazione FVM sempre più coadiuvata da altre Associazioni, e in primo luogo dal Circolo Legambiente "Le Cesane" di Urbino, raggiun­ge in questi giorni il suo culmi­ne. «Nel corso degli ultimi due mesi - scrive in una nota Le­gambiente di Urbino - si è assi­stito ad un continuo ribalta­mento delle sorti di questa sfi­da che vede, finalmente, il bene del territorio al primo posto. Le forze politiche, le Associazioni, le Amministrazioni pubbliche hanno trovalo un primo ed im­portante punto in comune di questa lotta: la salvaguardia dell’integrità della linea. Mai come ora è sentito questo tema, visto che un bando pubblico ha praticamente già assegnato ad un privalo un punto cruciale, quale è la sua radice dalla linea adriatica». Quindi un parados­sa lo Stato a favore, che addirittura legifera nella direzione del treno, gli enti locali accomuna­ti dall’idea di conservazione del tracciato ed in parte anche per il treno ma le FS che iniziano a cedere pezzi di linea proprio nel momento più delicato. «Un insopportabile colpo di coda di una mentalità volta a potenzia­re solo la rete principale - ri­sponde Legambiente ducale - dimenticando realtà locali che offrono meno traffico ma non per questo hanno meno diritti e dignità come cittadini e come luoghi. La legge sulle ferrovie turistiche trova il giusto compromesso tra la conservazione dell’integrità e funzionalità dei tracciati ed il contenimento dei costi. Ma è ben chiaro - insiste il Circolo - che laddove un treno non smette di passare sarà sem­pre possibile ritornare più forti e polenti di prima. E questo è un grande regalo che si fa alle future generazioni che dovran­no sì completare l'opera ma non si troveranno una rete di li­nee frammentate».

e. gul.

Da: Corriere Adriatico del 27/1/2017

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STOP ALLA VENDITA DELLA FERROVIA FANO-URBINO: UNIRE LE FORZE PER UN COMPLETO RIPRISTINO

Di  redazione   26 gennaio 2017

Urbino – E’ stata sospesa la vendita di un tratto della ferrovia Fano-Urbino. Un’importante provvedimento che dopo l’inserimento della tratta tra quelle d’interesse turistico nazionale, inverte finalmente la tendenza di smantellare questa importante struttura pubblica, che in questi anni era stata portata avanti soprattutto da Matteo Ricci, attuale sindaco di Pesaro che voleva smantellarla.
Il PRI rinnova l’appello al sindaco di Urbino, Gambini e al sindaco di Fano, Seri, ad unire le proprie forze per portare avanti questo importante progetto.
Il ripristino del servizio ferroviario, ad esempio con locomotore alimentato ad idrogeno, ultima tecnologia presentata in Germania, sarà il presupposto per il rilancio socio economico e culturale dell’intera Vallata del Metauro. Con Urbino terminale di Città della Cultura e Fano del Turismo mare e monti.
Il PRI fa un appello anche ai Comuni limitrofi, Fossombrone per primo, Cagli e Pergola affinché si uniscano le forze con Urbino per portare a termine questo importante servizio. Per rilanciare le zone interne del pesarese la tratta Fano-Urbino fungerà da volano e da stimolo per chi vorrà investire in queste terre fantastiche che sono ammirate da tanti turisti amanti della natura e degli innumerevoli beni culturali che ci sono.
(da Giuseppe Gambioli-Partito Repubblicano)

http://www.dieci.news/2017/01/26/stop-alla-vendita-della-ferrovia-fano-urbino-unire-le-forze-per-un-completo-ripristino/

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FERROVIA VALLE METAURO: TRENT’ANNI FA L’ULTIMO TRENO RAGGIUNSE URBINO...TRENT'ANNI DI OCCASIONI PERDUTE

Trent’anni fa l’ultimo treno raggiunse Urbino...trent'anni di occasioni perdute. In quel triste giorno, la ALn668 1935 partì da Fano alle 19:04 e si diresse per l’ultima volta a Urbino dove giunse alle h 20:11 in perfetto orario. Sotto le mura silenziose della città ducale avrebbe dovuto recarsi al primo binario per il ricovero della notte, invece alle h 20:20 riprese la via di Fano lasciando alle sue spalle il greve silenzio di una stazione ormai vuota e le ali dei segnali a via impedita. Da quel giorno sono rimasti, ormai arrugginiti, in quella posizione. Inutile elencare le conseguenze di tale errore ed è bene ricordare che "..se sbagliare è umano, perseverare è diabolico" .
Infatti proprio in questi ultimi anni, con la dismissione perseguita con sconcertante determinazione, si è esposta la linea Fano-Urbino ai più gravi pericoli: il colmo si è raggiunto recentemente con la tentata vendita di un pezzo di ferrovia nel territorio di Fano, vendita per ora apparentemente scongiurata. In una singolare coincidenza con il trentennale, in questi giorni lo Stato sta regalando al territorio un’occasione unica ed irripetibile: la Legge che istituisce la nascita delle Ferrovie Turistiche. Approvata all'unanimità. Nell'elenco delle linee designate è presente anche la ferrovia Fano Urbino insieme ad altre 17.
Gli Enti locali ( Regioni, Provincie e Comuni) dovranno , di conseguenza, saper cogliere questa straordinaria opportunità che viene offerta dal Governo della Nazione per la promozione dei numerosi territori interessati da tale importantissimo progetto. La Legge sulle ferrovie turistiche trova il giusto compromesso tra la conservazione dell’integrità, la funzionalità dei tracciati ed il contenimento dei costi . Essa rappresenta un grande regalo che si fa alle future generazioni che dovranno conservare e migliorare l’opera, volta a far conoscere il territorio e le sue ricchezze. L'adeguamento ai moderni standard di sicurezza restituirà, in futuro, al territorio il treno non solo per agevolare il turismo, ma si spera , anche un sistema integrato di trasporto pubblico adeguato ai tempi.
Il prossimo 31 gennaio l’Associazione FVM , in occasione del trentennale dell’ultimo treno , invita tutti a partecipare a due momenti rievocativi: il primo alla stazione di Fano alle ore 19:04 (partenza ultimo treno) e il secondo alla stazione di Urbino alle ore 20:11 con brindisi benaugurale al treno....in arrivo.

da Associazione Ferrovia Val Metauro    www.ferroviafvm.it

 http://www.viverefano.com/2017/01/31/ferrovia-valle-metauro-trentanni-fa-lultimo-treno-raggiunse-urbino-trentanni-di-occasioni-perdute/625035/

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FERROVIA FANO-URBINO, VAROTTI (CONFCOMMERCIO): "SE NON ORA, QUANDO?"

«Il 31 gennaio è l’anniversario nefasto della chiusura della Ferrovia Fano- Urbino che l’allora ministro Signorile inserì tra i “rami secchi”». Amerigo Varotti Direttore Generale di Confcommercio Pesaro e Urbino torna sull’argomento della Ferrovia del Metauro dopo le tante novità dei giorni scorsi, per chiedere a gran voce il ripristino con finalità turistiche della tratta Fano-Urbino.
«Nel mese di settembre avevo incontrato i dirigenti della Associazione Ferrovia Valle del Metauro (FVM) per rappresentare loro l’impegno della Confcommercio per la riattivazione di questa importante tratta ferroviaria e per l’annullamento dell’illogica determinazione dell’allora Presidente della Provincia di Pesaro e Urbino, Matteo Ricci, che nel 2010-2011 volle la dismissione della tratta ferroviaria (Motivo? Boh!) .
Nel 2015 la Giunta Spacca e il Consiglio della Regione Marche chiesero al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti di recedere dal decreto di dismissione essendo favorevoli al ripristino della ferrovia. Il Ministro Del Rio (chissà come mai?) affermò che non si poteva annullare un decreto ministeriale (cosa che obiettivamente non sta in piedi). A dicembre 2016 c’è stato un tentativo di eliminare definitivamente il ripristino della ferrovia attraverso la vendita - da parte di FERSERVIZI - di una parte della tratta: un’area di circa 11.000 m² a 1Km dalla stazione di Fano. Questo tentativo, questo “spezzatino” è stato per il momento sospeso grazie all’intervento del Consigliere Regionale Biancani e del Presidente Ceriscioli. Ma la vera novità di queste ultime ore è l’approvazione all’unanimità - alla Camera dei Deputati - della proposta di legge per creare ferrovie turistiche nelle linee in disuso o in via di dismissione. E, grazie ad un emendamento delle ultime ore, anche la “Fano-Urbino” è stata inserita tra le 18 tratte ferroviarie ad uso turistico.
Quindi questa importante infrastruttura per il turismo della nostra Regione e per la valorizzazione del nostro immenso patrimonio culturale e ambientale, si potrà finalmente riattivare. Se non ora, quando?».

da Amerigo Varotti Direttore Generale Confcommercio

http://www.vivereurbino.it/2017/02/01/ferrovia-fano-urbino-varotti-confcommercio-se-non-ora-quando/625336/

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ANCHE ISOLA DEL PIANO CHIEDE LA RIAPERTURA DELLA LINEA FERROVIARIA FANO-URBINO
"PER IL TRASPORTO PUBBLICO LOCALE O A FINI TURISTICI"

Voto unanime del consiglio comunale di Isola del Piano per chiedere alla Regione "la riapertura della linea ferroviaria Fano-Urbino ahneno ai fini turistici anche se sarebbe più opportuna ai fini del trasporto pubblico locale in quanto usufruisce della stessa avendo a Ponte degli Alberi la stazione inti­ tolata Isola del Piano-Montefelcino" . La proposta è maturata perché "in linea con gli scopi sociali della Fondazione FS, e con le recenti attività che hanno portato alla riapertura a fini turistici di 7 linee ferroviarie in disuso in varie zone d'Italia (Abruzzo, Sicilia, Campania eccetera ndr)". Difficile non condividere la volontà di Isola del Pia­ no. Un po' di storia. La ferrovia della Valle del Metauro "fu costruita dalle Ferrovie Pa­ dane. La tratta fino a Fossombrone fu completata nel 1915 e nel 1916 estesa fino a Fermignano con allaccio all'allora esistente ferrovia statale Fabriano-Urbino, inaugurata nel 1898. Le ferrovie Fabriano-Urbino e Fano-Fermignano vennero distrutte dai tedeschi   in  ritirata   durante   la  seconda Guerra Mondiale. Nel dopoguerra la ricostruzione fu limitata ai tratti Fabriano-Pergola nel 1948 e Fano-Urbino nel 1955 in regime di forti risparmi  economici mortificando le potenzialità del tracciato. La linea ferroviaria Fano-Urbino, che percorre la provincia per 48.7 km, è sospesa dal servizio viaggiatori dal 1987 ed esiste un atto di intesa del 9 marzo 2009 firmato tra gli altri dal presidente del Consi­ glio e dal presidente della Regione Marche nel quale si prevedeva, come ruolo strategi­co, il rilancio del sistema ferroviario nelle Marche e tra questi il ripristino della linea ferroviaria  Fano-Urbino  come servizio  di leggera". La Provincia di Pesaro-Urbino, il 30 marzo 2009 con delibera del Consiglio "chiedeva alla Regione il ri­ pristino della linea ferroviaria suddetta. Il nuovo presidente della Provincia nel 20 lO chiedeva invece di riprendere l'iter di dismissione  sospeso dal 2005  per realizzare una pista ciclabile ma contemporaneamente introdurre la previsione di una linea ferroviaria da Fano a Urbino ex novo. Il presidente della Giunta regionale nel ·2015 ha richiesto al Ministero delle Infrastrutture la revoca del decreto di dismissione di quattro anni prima. Il 13 dicembre 2016 è stata approvata dal Consiglio regionale la mozione n°162 a firma Biancani ed altri che prevede tra l'altro la richiesta all'ente pro­ prietario  di poter  emettere un  bando  per "l'individuazione  di ·soggetti  interessati  al ·  ripristino o alla gestione della tratta ferroviaria Fano-Urbino, a fini turistici , come metropolitana ·di superficie o tram" e "ad avviare un progetto che promuova la mobi­lità dolce, salvaguardando nel contempo la possibilità di riconvertire la linea ferroviaria ai fini turistici o metropolitana di superficie o tram". Staremo a vedere.
Roberto Giungi

Da: Flaminia e dintorni n. 22, febbraio 2017

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TRENT’ANNI FA L’ULTIMO TRENO RAGGIUNSE URBINO

31 Gennaio 1987- 31 Gennaio 2017. Trent'anni fa l'ultimo treno raggiunse Urbino ... trent'anni di occasioni perdute. In quel triste giorno, la ALn668 1935 partì da Fano alle 19:04 e si diresse per l'ultima volta a Urbino dove giunse alle h 20: 11 in perfetto orario. Sotto le mura silenziose della città ducale avrebbe dovuto recarsi al primo binario per il ricovero della notte, invece alle 20.20 riprese la via di Fano lasciando alle sue spalle il greve silenzio di una stazione ormai vuota e le ali dei segnali a via impedita. Da quel giorno sono rimasti, ormai arrugginiti, in quella posizione. Inutile elencare le conseguenze di tale errore ed è bene ricordare che " ...  se sbagliare è umano, perseverare è diabolico". Infatti proprio in questi ultimi anni, con la dismissione perseguita con sconcertante determinazione, si è esposta la Fano Urbino ai più gravi pericoli. Il colmo si è raggiunto recentemente con la tentata vendita di un pezzo di ferrovia nel territorio di Fano, vendita per ora apparentemente scongiurata.

In una singolare coincidenza con il trentennale, in questi giorni lo Stato sta regalando al territorio un 'occasione unica ed irripetibile: la legge che istituisce la nascita delle Ferrovie Turistiche. Approvata all'unanimità. Nell'elenco delle linee designate è presente anche la ferrovia Fano Urbino insieme ad altre 17 . Gli Enti locali (Regioni, Province e Comuni) dovranno, di conseguenza, saper cogliere questa straordinaria opportunità che viene offerta dal governo della nazione per la promozione dei numerosi territori interessati da tale importantissimo progetto. La legge sulle ferrovie turistiche trova il giuso compromesso tra la conservazione dell'integrità, la funzionalità dei tracciati ed il contenimento dei costi. Essa rappresenta un grande regalo che si fa alle future generazioni che dovranno conservare e migliorare l'opera, volta a far conoscere il territorio e le sue ricchezze. L'adeguamento ai moderni standard di sicurezza restituirà, in futuro, al territorio il treno non solo per agevolare il turismo, ma si spera , anche un sistema integrato di trasporto pubblico adeguato ai tempi. Lo scorso 31 gennaio l'Associazione FVM, in occasione del trentennale dell'ultimo treno, ha indetto due momenti rievocativi: il primo alla stazione di Fano alle ore 19.04 (partenza ultimo treno) e il secondo alla stazione di Urbino alle ore 20.11 con brindisi benaugurale al treno .... in arrivo.   Associazione FVM Ferrovia Valle Metauro

Da: Flaminia e dintorni n. 22, febbraio 2017

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FANO-URBINO, L'ASSOCIAZIONE FVM BACCHETTA FERMIGNANO

Dopo il no alla mozione «Motivi politici. la linea turistica va sostenuta»

LA FERROVIA

URBINO «Il nostro progetto per la ferrovia Fano-Urbino non ha scopi politici, i fondi non vanno ricercati in Regione». L'Associazione Ferrovia Val Metauro interviene dopo le dichiarazioni del sindaco di Fermignano Emanuele Feduzi sulla Fano-Urbino. «Il progetto preliminare Fvm della ferrovia, realizzato insieme a due importanti società d'ingegneria, ha lo scopo di ottenere, in termini di trasporto pubblico, i dati relativi alle prestazioni, avere una stima dei costi di ripristino e gestione del traffico. Per quanto riguarda le fonti di finanziamento è demagogico ed intellettualmente  scorretto tirare in ballo i terremotati delle Marche: è palese che eventuali fondi andrebbero ricercati nei bilanci di altri Dicasteri». Se invece, «come si augura il sindaco di Fermignano», fosse la Regione ad acquistare il tracciato, «non solo si andrebbe a logorare le esauste casse regionali, ma si avrebbe anche un ulteriore aggravio di spesa con l’onere e la responsabilità della manutenzione del bene acquisito». Il ripristino della ferrovia «non è solo un'idea di Fvm,  ma anche di altre associazioni culturali ed ambientaliste. Una ferrovia turistica, come intuibile, non ne pregiudica l’eventuale utilizzo futuro come trasporto pubblico, ma salvaguarda e protegge a costi contenuti il sedime».

L'associazione è sorpresa dal fatto che «Fermignano, sostenitrice storica della Fano-Urbino, nel momento in cui in cui una  nuova sensibilità rivaluta e finanzia le ferrovie secondarie e storiche cambi atteggiamento. È lecito supporre che ciò sia dovuto a mere questioni politiche, pertanto ci si augura che tali cause siano superate con un minimo di buon senso. Un buon esempio viene dal Parlamento dove il 24 gennaio. Alla Camera dei Deputati. è stata approvata all'unanimità la legge 1178 sulle ferrovie turistiche, facendo rientrare anche la Fano Urbino. Non saper cogliere questa occasione offerta dallo Stato, significa interessarsi soprattutto della carriera di alcuni personaggi che vollero a tutti i costi la dismissione-distruzione della Metaurense».

Da: Corriere Adriatico del 9/2/2017

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MISSIONE A ROMA BIANCANI E CERISCIOLI AL MINISTERO: «PRESTO UN PROGETTO DI MOBILITA’»
FANO-URBINO: «EVITATA VENDITA A PEZZI DELLA LINEA»

 MISSIONE a Roma per la ferrovia Fano-Urbino. E questa volta non è stato un viaggio a vuoto.  Vi sono andati l'altro ieri il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli e il consigliere Andrea Biancani .   Il quale dice: «Abbiamo incontrato il direttore del ministero delle Infrastrutture e i dirigenti della rete ferroviaria. Possiamo dire di aver sventato la vendita del tratto finale della ferrovia, la parte che conduce alla stazione di Fano. Non si tocca più. Rfi ha sfilato quel tratto di ferrovia dai beni alienabili bloccando per sempre la vendita. Ma abbiamo ottenuto di più. L'agenzia per la sicurezza nazionale delle ferrovie ha deciso di sottoporre l'intera tratta da Fano a Urbino ad una perizia tecnica. Verranno analizzati i binari, la massicciata, i ponti, le gallerie. Sarà un  lavoro determinante per capire lo stato dell'arte. Ma nel frattempo - annuncia Biancani - non rimarremo con le mani in mano. Faremo un progetto di mobilità sostenibile, ossia  alla portata delle nostre finanze regionali, per iniziare ad utilizzare quegli  incredibili 50 chilometri di tracciato. Che la Regione non acquisterà su indicazione stessa delle Ferrovie. Sarebbero oneri in più che è bene non accollarsi. E anche il comodato d'uso è una formula che non appare praticabile».

 AGGIUNGE il consigliere Biancani: «La nostra strategia è semplice: garantire l'integrità della tratta ferroviaria anche in vista di un ripristino del treno, foss'anche con sole finalità turistiche. Ma intanto non restiamo ad aspettare che altri prendano a cuore la nostra tratta ferroviaria. Quello lo possiamo fare noi attra verso la presentazione di un progetto di mobilità».

 MA POI ANDREA Biancani non si nasconde un problema a proposito della legge in fase di approvazione sulle tratte ferroviarie turistiche: «Prevede che il ripristino non porti a nuove spese per lo Stato. Difficile pensare che si possa lavorare gratis. Allora vanno cercate fonti di finanziamento nuove, e la Regione  sarà in prima linea per cercarle. Serve un piano per l'utilizzo ciclabile della tratta, a fianco dei binari. E possiamo assicurare che non perderemo tempo per far rinascere la tratta ferroviaria Fano-Urbino, chiusa 30 anni fa».

ro.da.

Da: Il Resto del Carlino del 10/2/2017

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SUI BINARI DELLA FERROVIA COL DUCA FEDERICO

Il tracciato sulla ferrovia fra Fermignano e Urbino, si è trasformato in un originalissimo percorso da fare a piedi, che tra trafori e viadotti, sentieri e stradine penetra nella profondità della campagna urbinate, consentendoci di gioire di angoli naturali altrimenti inaccessibili, godendo di panorami decisamente inaspettati sulla Culla del Rinascimento, e capaci di sorprendere anche chi è nato e cresciuto in queste zone.

 Da: www.ilponticello.net Febbraio 2017

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Ferrovia, la Sinistra all’attacco «È un voto contro l’entroterra»

Intrecci politici sui binari dopo la mozione del M5S respinta in consiglio a Fermignano

LA BATTAGLIA

URBINO «A Fermignano il voto contro la ferrovia è un voto con­tro l'entroterra», esordisce con Danilo Alessandro ni di Sinistra per Urbino e responsabile della locale Legambiente. «Il voto del Consiglio comunale di Fermi­gnano - continua Alessandroni - che respinge la mozione pre­sentata dal Movimento 5 Stelle di richiedere il ripristino della ferrovia, lascia basiti e sconcertati».

Cos'è che sorprende ? «Sba­lordiscono le motivazioni del Pd, che liquida l'impegno per ripristinare la tratta come un ar­gomento da campagna elettora­le perché l'opera sarebbe trop­po costosa. Demagogico e stru­mentale - insiste Alessandroni - e poi il richiamo all'emergenza terremoto, secondo cui la ferro­via, di fronte alla tragedia che ha colpito la regione, sarebbe un lusso da non prendere nemme­no inconsiderazione. Ma questi amministratori che ritengono troppo costoso il ripristino della ferrovia, conoscono i costi delle varianti della Fano - Grosseto per le sole circonvallazioni di Urbania (130 milioni, ndr) e Mercatello (40 milioni, ndr)? Come mai così coscienziosi di fronte ai costi della ferrovia, che tra l'altro rientrerebbero nei co­sti dello Stato (dopo il voto del Parlamento che inserisce la Fa­no -Urbino tra le ferrovie turi­stiche), hanno invece taciuto di fronte «agli sperperi di questi appalti pubblici? Il voto negativo della maggioranza Pd segna un'altra pagina negativa di que­sto partito contro le istanze democratiche e ambientaliste del territorio».

Si invoca responsabilità

In merito al ripristino della trat­ta ferroviaria «non ci si limita ad affermazioni di principio - ri­sponde il Pd di Fermignano - ma agiamo concretamente perché l'obiettivo venga raggiunto. Infatti­, il Pd, tramite i suoi massi­mi esponenti, Luca Ceriscioli e Andrea Biancani, è riuscito a sventare la vendita della parte fi­nale della ferrovia e ha ottenuto il mantenimento di tutta la trat­ta.  Ciò consente di non pregiudi­care una situazione che sarebbe stata difficile da recuperare e permette di riflettere con sereni­tà sull’utilizzo futuro». In secondo luogo Ceriscioli e Biancani «hanno ottenuto dall'agenzia per la sicurezza na­zionale delle ferrovie di sotto­porre l'intera tratta ad una peri­zia tecnica per capire qual è la si­tuazione attuale e i costi da so­stenere per il suo ripristino. La Ragione, inoltre - conclude il Pd - si è impegnata a elaborare un progetto di mobilità dove a fianco dei binari sia possibile realiz­zare una pista ciclabile.  Il sindaco del Comune di Fermignano e la maggioranza del Consiglio co­munale si sono mossi in quella stessa direzione chiedendo di votare insieme la richiesta di non vendere la tratta. Chiedia­mo a tutte le forze politiche loca­li serietà e senso di responsabili­tà perché il Pd lavora per il ripri­stino della ferrovia nella miglio­re soluzione possibile.  Con i fatti e non con le chiacchiere».

Eugenio Gulini

Da: Corriere Adriatico del 17/2/2017

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BILANCIO. IL SINDACO GAMBINI A METÀ MANDATO
“STRADE E PIÙ SICUREZZA: ORA URBINO È MIGLIORE”

… Per il futuro si prosegue con la ferrovia, di cui è stata bloccata ala vendita: “Se parallela ai binari sono favorevole anche per la pista ciclabile”.

Da: Il Resto del Carlino del 19/2/2017

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ANCHE FERMIGNANO FAVOREVOLE AL RIPRISTINO DELLA FERROVIA FANO-URBINO

FERMIGNANO – L’Amministrazione comunale di Fermignano chiarisce la propria posizione sulla questione “ripristino ferrovia Fano-Urbino”.

Il Partito Democratico, in merito al ripristino della tratta ferroviaria Fano-Urbino non si limita ad affermazioni di principio ma agisce concretamente perché l’obiettivo venga raggiunto. Infatti, il PD, tramite i suoi massimi esponenti quali il Presidente della Regione Luca Ceriscioli e il Consigliere regionale Andrea Biancani sono riusciti a sventare la vendita della parte finale della ferrovia, quella che porta a Fano, e hanno ottenuto il mantenimento di tutta la tratta nella sua integrità. Ciò, intanto consente di non pregiudicare una situazione che sarebbe stata difficile da recuperare e permette di riflettere con serenità sull’utilizzo futuro.
In secondo luogo Ceriscioli e Biancani hanno ottenuto dall’agenzia per la sicurezza nazionale delle ferrovie di sottoporre l’intera tratta ad una perizia tecnica per capire qual è la situazione attuale e i chiari costi da sostenere per il suo ripristino.
La dichiarazione del Consigliere regionale Biancani al Resto del Carlino del 10 febbraio 2017 esplicita egregiamente la posizione del PD: “La nostra strategia è semplice: garantire l’integrità della tratta ferroviaria anche in vista di un ripristino del treno, foss’anche con sole finalità turistiche”.
La Regione, inoltre, si è impegnata a elaborare un progetto di mobilità dove a fianco dei binari sia possibile realizzare una pista ciclabile.
Il Sindaco del Comune di Fermignano e la maggioranza del Consiglio comunale si sono mossi in quella stessa direzione chiedendo di votare insieme la richiesta di non vendere la tratta, per dare più forza alla trattativa della Regione con le Ferrovie e mentre Piazza Aperta ha condiviso quest’impostazione, il M5S non l’ha accettata, facendo venire meno la possibilità di un’espressione unanime del Consiglio come dovrebbe essere quando si difendono gli interessi di tutta la cittadinanza.
PD Fermignano chiede a tutte le forze politiche locali serietà e senso di responsabilità, non polemiche strumentali visto e considerati che come è di fatto dimostrato lavora per il ripristino della Ferrovia nella migliore soluzione possibile con i fatti e non con le chiacchiere.

fonte: Comune di Fermignano

Da: Il Giornale del Metauro del 22/2/2017

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APPROVATA DALLA GIUNTA REGIONALE UNA DELIBERA PER REALIZZARE UNA RETE CICLABILE REGIONALE

venerdì 24 febbraio 2017

Due milioni l’investimento finanziario destinato ai Comuni.     

Dare forma ad una rete ciclabile regionale che, a regime, interconnetterà i percorsi ciclabili urbani, l’asse adriatico, i parchi delle Marche, le direttrici fluviali trasversali (Foglia, Metauro, Cesano, Misa, Esino, Musone, Potenza, Chienti, Tenna, Ete Vivo, Aso, Tronto), percorsi tematici (turismo, spiritualità, cultura), tracciati ciclabili lungo gli assi ferroviari dismessi o paralleli ai tracciati esistenti. E’questo l’obiettivo di una deliberazione recentemente approvata dalla giunta regionale, su iniziativa dell’assessore al Turismo-Cultura, Moreno Pieroni.  Il provvedimento riguarda l’azione specifica “Cicloturismo” nell’ambito della valorizzazione turistica dei cluster attraverso interventi ed eventi di qualificazione dei prodotti e dei territori. In particolare, vengono definiti i criteri per l’ammissione dei progetti di realizzazione di percorsi ciclabili che i Comuni singoli o associati potranno presentare per acquisire un contributo massimo di 600 mila euro ( o l’80% del costo del progetto) con un cofinanziamento del 20 % . La dotazione finanziaria del bando che uscirà a breve è di 2 milioni di euro e la graduatoria resterà aperta per consentire il finanziamento dei progetti attraverso ulteriori risorse europee.

“Il prodotto turistico legato al “Bike” – ha spiegato l’assessore Pieroni - ricopre un’importanza strategica per lo sviluppo dell’offerta relativa al cluster Parchi e Natura Attiva. Questa azione rappresenta la prima concretizzazione di quanto ci eravamo proposti integrando gli assi di sviluppo delle ciclovie, dei percorsi ciclabili e cicloturistici per creare una rete regionale connessa che sia funzionale alla domanda cicloturistica.“

Si tratta pertanto di valorizzare gli itinerari cicloturistici del territorio attraverso interventi di integrazione e completamento dei percorsi esistenti al fine di realizzare una rete regionale di percorsi ciclabili fruibili dai turisti e dai cittadini.

“Tra l’altro – prosegue Pieroni - il cicloturismo costituisce un’attività virtuosa che ben si interseca con la mobilità alternativa su cui i territori sono fortemente impegnati per contribuire la riduzione del traffico e favorire una mobilità che rispetti la qualità dell’aria e la vivibilità dei centri urbani e in sostanza si avvierebbe un virtuoso sistema di turismo e mobilità sostenibile. Il presupposto per la realizzazione di questa rete regionale ciclabile è individuare sui territori percorsi ciclabili con una valenza prevalentemente turistico-culturale, capaci quindi di mettere in relazione l’aspetto della mobilità con quello legato all’offerta turistica e alla valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico che caratterizza la nostra regione.”

Da recenti incontri con diversi soggetti pubblici e privati è emerso un notevole interesse ad avviare una progettazione relativa allo sviluppo del cicloturismo.  L’atto approvato prevede anche dei criteri di priorità che corrispondono alle direttrici fluviali, alle linee ferroviarie esistenti e/o dismessi, le antiche vie della spiritualità, le vie dei Parchi. Sono inoltre previsti criteri di premialità per i progetti che collegano circuiti ciclabili già esistenti; alto grado di cantierabilità dell’intervento; un cofinanziamento aggiuntivo da parte del beneficiario rispetto a quello già previsto dall’atto;  uno stato di avanzamento elevato del livello progettuale; o progetti che prevedono un’analisi dei costi e delle modalità per la manutenzione.

http://www.regioni.it/dalleregioni/2017/02/24/approvata-dalla-giunta-regionale-una-delibera-per-realizzare-una-rete-ciclabile-regionale-501457/

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UN’OCCASIONE MANCATA AL PASSAGGIO DEL TRENO

25 febbraio 2017

Durante questi anni di attivismo abbiamo sempre tenuto in alta considerazione le questioni legate alla tratta ferroviaria Fano-Urbino, abbiamo studiato ed analizzato la sua lunga storia, approfondito le vicende che ne hanno decretato la dismissione e seguito con interesse coloro che negli anni si sono impegnati per scongiurarne la perdita definitiva. In totale autonomia e nel rispetto delle varie sensibilità presenti anche all’interno del nostro gruppo ci siamo sempre trovati d’accordo nel considerare la ferrovia un’ importante infrastruttura da salvaguardare.

All’indomani dell’approvazione alla Camera dei Deputati della Proposta di Legge per realizzare delle ferrovie turistiche attraverso il riutilizzo di linee in disuso o in corso di dismissione, nella quale rientrava proprio la Fano-Urbino, abbiamo ritenuto importante presentare al Consiglio Comunale di Fermignano un Ordine del Giorno per impedire la vendita parziale del tratto ferroviario e per chiedere di avviare le procedure necessarie al riutilizzo della ferrovia a fini turistici. Purtroppo l’esito non è stato positivo e le nostre richieste sono state respinte. Dopo una lunga ed accesa discussione infatti, il Consiglio Comunale si è trovato diviso ed incerto su come indirizzare l’utilizzo futuro dell’infrastruttura esistente. Sono stati proposti diversi emendamenti, alcuni condivisibili e volti a rendere più incisive le richieste formulate, altri inaccettabili perché indirizzati a snaturare l’obiettivo cardine del documento stesso, che era invece finalizzato al ripristino della circolazione ferroviaria.

Nei giorni seguenti la questione ha suscitato diverse reazioni finite anche sulla stampa locale: Non abbiamo mai dato seguito alle provocazioni neanche quando siamo stati accusati ingiustamente di aver strumentalizzato politicamente la vicenda, ma   nell’ultimo comunicato rilasciato dall’Amministrazione fermignanese, viene capovolta la realtà dei fatti oltre ogni limite di serietà e di onestà intellettuale. 

Il Sindaco Feduzi e la sua maggioranza hanno infatti dichiarato che in linea con le azioni del PD regionale e dei suoi massimi esponenti (già impegnati tra l’altro a “elaborare un progetto di mobilità dove a fianco dei binari sia possibile realizzare una pista ciclabile”), durante il Consiglio Comunale hanno proposto di votare la richiesta di non vendere la tratta ferroviaria, ma che il Movimento 5 Stelle non avrebbe accettato. Essere accusati di aver rifiutato di votare ciò che noi stessi avevamo richiesto è semplicemente ridicolo oltre che falso. L’Ordine del Giorno presentato chiedeva infatti al Sindaco e alla Giunta: 

Di sollecitare di concerto con la Regione Marche l’avvio di un confronto con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il Ministero dei Beni e Attività Culturali e del Turismo, i vertici di Ferrovie dello Stato e RFI, per annullare il bando di vendita del tratto ricadente nel Comune di Fano, per i vincoli di interesse culturale cui è sottoposta l’area;

Di richiedere al Presidente della Giunta Regionale di attivare tutte le procedure necessarie al riutilizzo della Ferrovia Fano-Urbino a fini turistici e culturali, coinvolgendo RFI e la FONDAZIONE FS;

Di valutare la possibilità di utilizzare progetti preliminari (ad esempio quello redatto a cura di FVM) funzionali al ripristino della circolazione ferroviaria, anche a scopo turistico.

Ora è tempo che ognuno si assuma la responsabilità delle proprie azioni e che si passi a fatti concreti, cercando di cogliere al volo tutte le opportunità per  la rivalutazione del nostro territorio dal punto di vista turistico e di sostenibilità ambientale. Prendiamo atto del cambio di rotta dell’Amministrazione Comunale: abbiamo mancato una corsa…ci auguriamo di non perdere l’ennesimo treno.

Da: http://www.fermignano5stelle.com/nuova-occasione-al-passaggio-del-treno/

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FOR.BICI FIAB FANO: 'I  DUE MILIONI DI EURO PER INCENTIVARE IL CICLOTURISMO VANNO NELLA DIREZIONE GIUSTA'

I due milioni di euro che un prossimo bando della Giunta regionale delle Marche ha messo a disposizione dei Comuni per incentivare il cicloturismo vanno nella direzione giusta.
È oramai assodato che le vacanze in bicicletta interessano milioni di persone ma è altrettanto chiaro che per attirarle non basta un grande patrimonio ambientale e culturale; infatti, servono innanzitutto piste ciclabili di qualità, sicure e in sede propria che nelle Marche possono formare una vera e propria rete con percorsi tematici.
Non bisogna poi dimenticare che in questo settore la concorrenza è alta e chi è abituato a servizi di ottimo livello fa presto a “promuovere” o “bocciare” i nuovi arrivati; per questo non si può sbagliare e servono investimenti mirati e grande collaborazione con esperti del settore; in particolare è disponibile la FIAB che ha già elaborato “Bicitalia”, una rete nazionale di 18 percorsi ciclabili tra cui la Fano – Grosseto e la Ciclovia adriatica; a proposito di quest’ultima, a breve dovrebbe essere sottoscritto un protocollo d’intesa proprio con la Regione Marche, come già avvenuto con Abruzzo ed Emilia Romagna.
Interessante nel bando regionale anche lo stimolo alla sinergia tra Comuni che nel nostro territorio provinciale già esiste lungo l’asse costiero (Gabicce, Pesaro, Fano e Mondolfo, con previsto aggancio a Senigallia); si spera che ci sia sinergia anche verso l’entroterra perché, qualora non dovessero intervenire imprenditori privati disposti a investire nel ripristino della dismessa ferrovia Fano – Fermignano – Urbino, questa struttura abbandonata potrà tornare presto a nuova vita come pista ciclopedonale non solo a scopo turistico ma anche per migliorare viabilità e qualità della vita in tutta la valle del Metauro.   da For-Bici Fano

Da: http://www.viverefano.com/2017/03/03/for-bici-fiab-fano-i-due-milioni-di-euro-per-incentivare-il-cicloturismo-vanno-nella-direzione-giusta/629323/

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DOMENICA A MACERATA LA GIORNATA NAZIONALE DELLE FERROVIE NON DIMENTICATE

MACERATA – Il Consiglio regionale di Italia Nostra per le Marche partecipa alla X Giornata Nazionale delle “ferrovie non dimenticate” che avrà luogo a Macerata domenica 5 marzo 2017.

I partecipanti provenienti da diverse parti di Italia, utilizzando la linea ferroviaria da Fabriano e da Ancona,  raggiugeranno Macerata alle ore 13,27 per poi partecipare alle ore 15 presso  l’Hotel Claudiani, vicolo Antonio Ulissi, alla presentazione del programma di CO.MO.DO per le reti di mobilità dolce. Nella nostra regione la colpevole assenza da anni della Regione Marche fa sì che si subiscano le scelte delle Ferrovie ex dello Stato che hanno chiuso prima la Fano-Urbino e poi la Pergola-Fabriano.

Noi riteniamo invece che le linee ferroviarie debbano essere riaperte e potenziate come metropolitane di superficie e contemporaneamente come occasioni di turismo lento che possano funzionare da volano per la rinascita delle aree interne e quindi anche delle aree terremotate.

La riduzione dell’inquinamento da traffico stradale ed il miglioramento della salute sono il naturale corollario di una mobilità dolce che veda l’utilizzo del trasporto su ferro accompagnato, perché no? anche dallo sviluppo del cicloturismo come mezzo complementare di svago, sport e turismo al treno. Da Ancona il treno parte alle ore 12,25 per tornare alle ore 18,33, da Fabriano il treno parte alle ore 12,12 per tornare alle ore 20,07. Tutti coloro, cittadini, amministratori, sportivi, ambientalisti, interessati a proporre una qualità della vita migliore, sono invitati a prendere i treni ed a venire a Macerata.

Da: http://www.altrogiornalemarche.it/2017/03/domenica-macerata-la-giornata-nazionale-delle-ferrovie-non-dimenticate/

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FANO-URBINO LA COMMISSIONE TRASPORTI VUOLE APPROVARE IN SEDE DELIBERANTE

Linee ferroviarie turistiche: il Senato va avanti Impegno da Meta (Pd) e Fucksia (Misto)

UN NUOVO passo avanti per la ferrovia Fano-Urbino. L’altro ieri la Commissione Trasporti del Senato ha chiesto al Presidente Pietro Grasso di approvare il disegno di legge per il ripristino della ferrovia in sede deliberante, dunque senza passaggio in aula, grazie al consenso unanime di tutti i membri della commissione. L’onorevole Michele Pompeo Meta del Partito Democratico, lo ha comunicato al Fondatore dell’associazione Urbino Capoluogo, Giorgio Londei, annunciando la propria soddisfazione in quanto «il testo è stato frutto di un lavoro collegiale della Commissione, delle Regioni, dei rappresentanti delle associazioni, delle Ferrovie e del Governo ed è stato approvato all’unanimità, fatto non di poco conto nell’attuale fase politica. Sono stato primo firmatario in Aula dell’emendamento che ha consentito di inserire la tratta Fano-Urbi no tra quelle che possono essere adibite al trasporto turistico» ha sottolineato Meta.

 «L’EMEND AMENTO risponde positivamente anche a una osservazione fatta dalla VII Commissione della Camera in sede di espressione del parere sul testo. Spero vivamente che possa diventare presto legge dello Stato. Una legge che potrà offrire opportunità (anche di lavoro) per molti territori. Nel frattempo si possono approntare gli atti e lavorare affinché si realizzino i passi necessari, unitariamente e in regime di collaborazione con i Ministeri, l’Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie, i gestori dell’infrastruttura  e il ruolo propositivo della Regione Marche, delle autonomie locali e dell’associazionismo. Vi auguro caldamente di riuscire nell’intento».

UN AUGURIO e un auspicio che è stato ripreso anche dalla senatrice Serenella Fucksia del Gruppo Misto, che nel sostenere il disegno di legge AS 2670 sul ripristino di linee in disuso quali ferrovie turistiche, ha ribadito il suo impegno «affinché siano sostenuti ì finanziamenti necessari e si assicuri che i progetti non restino incompiuti, per trovare il giusto connubio tra utilità, sostenibilità e valorizzazione della bellezza. Quello che per altri è da ritenersi da dimenticare, per qualcuno di noi è invece un immenso patrimonio sul quale investire». La senatrice ha anche annunciato di star lavorando «assieme ad altri colleghi, per inserire nella lista già prevista dal DDL anche il tratto tra Pergola e Fabriano, che unirebbe la nostra Regione con un’unica superstrada ferrata interna, in grado di collegare tre delle nostre province, passando per Fabriano, Pergola e lo strategico svincolo di Fossombro ne, con tempi di percorrenza ridottissimi e utilizzando un’infrastruttura esistente».

 Da: Il Resto del Carlino del 11/3/2017

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 “FERROVIA FANO-URBINO TRA PISTA CICLABILE E BANDA LARGA”

 Dino Sabatini   14 marzo 2017

E’ sempre caldo il tema del recupero della tratta ora all’abbandono. L’input di molti Comuni

Dopo varie discussioni in Regione e le attenzioni dei media, continua il dibattito per trovare o pianificare soluzioni dell’ex ferrovia Fano-Urbino. Recentemente una notizia del giornale Sole 24 Ore  sostiene che in Europa l’economia mossa dalla bicicletta equivale a ben 200 miliardi di euro; il solo cicloturismo è un giro d’affari di circa 44 miliardi e riguarda persone anche disposte a muoversi fuori stagione. Questo mercato interessa moltissimo l’Italia intera ed a capirlo in poco tempo è stata la Regione del  Trentino, facendo sorgere a Rovereto un polo delle biciclette elettriche connesso con le università, su cui sta investendo un’importante società come la Bosch tedesca.  Si stima che fra pochi anni, su ogni tre biciclette vendute, una sia elettrica. Non a caso lo stato italiano ha iniziato a finanziare progetti di ciclovie di lunga percorrenza come la Venezia-Torino, inseriti nella rete nazionale elaborata dalla Fiab (Federazione italiana amici della bicicletta.) Nel nostro territorio c’è da giocare la carta della dismessa ferrovia Fano-Urbino inutilizzata e completamente abbandonata al suo degrado da decenni. La costruzione della pista ciclabile per ogni senso di marcia a destra e sinistra del sedime lasciando inalterata la linea ferrata per un suo futuro riutilizzo, è auspicata dalla maggior parte dei comuni interessati, dalle associazioni ambientalistiche e da molti cittadini. Cosi si riqualificherebbero quegli spazi degradati su cui i Comuni fino ad oggi non hanno competenze. Il tutto è fattibile in poco tempo e con un modesto costo, offrendo un percorso sicuro ed ecologico ai quartieri con intenso traffico. Inoltre può attirare investitori grazie alla posa della banda larga, per una veloce ed efficiente connessione: sarebbe un formidabile impulso all’economia dei territori, in particolare quelli interni carenti di tecnologia. Questa innovativa idea della pista ciclabile accanto al sedime senza alterare la linea ferroviaria piace a tutti, sarebbe un’opera ambiziosa che porterà benefici a tutti  e attirerà il turismo.

https://www.flaminiaedintorni.it/2017/03/14/ferrovia-fano-urbino-tra-pista-ciclabile-e-banda-larga/

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«EX FERROVIA, PARLANO DI RECUPERO INTANTO PERÒ LA SMANTELLANO»
POLEMICHE

«Una mozione regionale promuove la valorizzazione della tratta a fini turistici. Faremo un esposto»  Trenta metri già divelti nei pressi del Codma. Insorge comitato

DIVELTI i binari e rimosse le traversine dell'ex ferrovia Fano-Urbino per una tren- tina di metri, nel tratto fanese, in prossimi- tà del Codma. Insorge l'associazione Ferro- via Valle Metauro pronta a ricorrere alla Procura della Repubblica. Binari e traversi- ne che sarebbero stati eliminati per la rea- lizzazione di una nuova strada, una delle tante opere accessorie all'A14, in corso di realizzazione da parte di società autostra- de. «L'attraversamento a raso della ferrovia - fanno sapere dall'associazione - è presente in tante situazioni, ma da nessuna parte sono stati divelti i binari». Dal Comune cercano di rassicurare, comunicando che «c'è un accordo tra l'Ente comunale e Rfi (Rete ferroviaria italiana) in base al quale il Comune prende in consegna quei 30 metri e si impegna a ripristinarli nel caso di riattivazione della linea ferrovia». Accordo che dovrebbe essere definito nella conferenza dei servizi di giovedì prossimo.

MA L'ASSOCIAZIONE Ferrovia Valle Metauro fa notare che «questo intervento, probabilmente autorizzato a norma di Prg, rende vana la pubblicazione di qualsiasi bando da parte della Regione il cui Consiglio, il 13 dicembre scorso, ha approvato una mozione che in sostanza promuove il ripristino o la gestione della tratta ferroviaria Fano-Urbino a fini turistici, come metropolitana di superficie o tram: ovviamente tale bando impone la continuità del tracciato». Non solo: Ferrovie Valle Metauro ricorda che «è in dirittura d'arrivo al Senato il disegno di legge sulle ferrovie turistiche e la Fano-Urbino è compresa nell'elenco». Da qui una serie di domande che l'associazione pone all'Amministrazione fanese: «Per quale motivo è stato autorizzato il parziale smantellamento della Fano-Urbino? Forse non si è al corrente delle mozioni regionali e della legge sulle ferrovie turistiche ormai prossima? Il sindaco e gli assessori di Fano hanno l'obbligo d'intervenire in questa situazione che mette a rischio la volontà espressa dalla Regione Marche e presto anche dal Parlamento italiano, imponendo alla ditta che sta eseguendo i lavori il ripristino dei binari divelti, ponendo in essere le tecniche in grado di garantire sia il passaggio delle auto che quella, auspicabile, del treno (pavimentazioni tipo Stail o simili). Inoltre, essendo le vecchie traversine da considerare come rifiuto speciale, quali previsioni di smaltimento sono state fatte?». Su quest'ultimo tema dal Comune fanno sapere che «se ne occupa società autostrade, secondo i criteri di legge».

Anna Marchetti

Da: Il Resto del Carlino del 14/3/2017

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Ferrovia smantellata, appello a Franceschini

SMANTELLATI binari e traversine, per 30 metri, all'altezza del Codma, del tratto fanese della ferroviario Fano-Urbino: l'associazione ferrovia Valle Metauro, che da anni si batte per il recupero e il ripristino a scopo turistico della ferrovia, scrive al ministro alla Cultura Dario Franceschini. L'associazione chiede al ministro di intervenire per la  «salvaguardia di un bene inalienabile di tutti i cittadini». Lo smantellamento è conseguente alla costruzione di una delle strade delle opere accessorie dell'A14 che sta realizzando società autostrade e sembra sia frutto di un accordo tra Comune e Rfi. Accordo in base al quale l'ente pubblico comunale si farebbe carico del ripristino del tratto smantellato qualora torni un funzione la ferrovia.  «Un fatto increscioso - scrivono dall'associazione al ministro - per l'integrità della linea Fano-Urbino e perché mette a carico delle finanze del Comune un'opera che si poteva evitare salvaguardando i binari e che di norma è posta a carico dell'esecutore».

Da: Il Resto del Carlino del 15/3/2017

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Una legge per salvare la Fano-Urbino, ma sui fondi per il ripristino nessuna certezza

21 MARZO 2017

di MARIA CONCETTA DE SIMONE

URBINO – È “l’eterna incompiuta”. Trent’anni dopo la sua chiusura la storia della ferrovia Fano-Urbino non è ancora finita. Una nuova speranza per la vita della linea sta riaffiorando in questi giorni con la norma approvata alla Camera lo scorso 24 gennaio e ora in discussione al Senato. Ma non è ancora chiaro se il ripristino del percorso per unire la città ducale alla costa sia solo una speranza o possa diventare realtà. Binari interrotti, gallerie crollate, spese esorbitanti e soldi mancanti, sono queste le uniche certezze che si possono attribuire a quel percorso. Eppure la Fano-Urbino è stata inserita tra le ferrovie oggetto del disegno di legge n 2670 sul ripristino delle linee in disuso a scopo turistico che interessa le tratte di particolare pregio culturale e paesaggistico. Una proposta avanzata dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con quello dei beni culturali e con il Ministro dell’economia e delle finanze, che prevede in sostanza un percorso panoramico da effettuare su vagoni storici. Nulla a che vedere quindi, almeno per ora, con l’uso della ferrovia a fini commerciali e di trasporto pubblico.

L’ultimo viaggio su quei binari risale al 1987 e da allora si sono susseguite molte proposte per evitare lo smantellamento della linea, la vendita ai privati o il riuso della tratta come pista ciclabile. La ferrovia versa in uno stato di degrado e abbandono per tutto il percorso e dalla sua chiusura molte case cantoniere e alloggi dei casellanti sono diventati delle vere e proprie abitazioni. A Fermignano la rotatoria in via Martin Luther King sovrasta l’ex strada ferroviaria e molte delle case costruite in seguito, oltre a essere a ridosso dei binari, hanno giardini o capannoni che interrompono il tracciato. Il passaggio di un qualunque mezzo sembra essere praticamente impossibile. Rimetterla in sesto vorrebbe dire sostituire binari e traversine, ridurre il numero dei passaggi a livello previsti anche a causa della costruzione di abitazioni a ridosso dei binari, costruire sovrappassi e sottovie. Nuovi stabili e passaggi a livello con sistemi automatici.

Uno studio della società Pegaso ingegneria di Milano, della Sistema Ingegneria di Firenze e dell’associazione ferrovie Valle Metauro aveva stimato una spesa complessiva per la riattivazione della linea di trasporto pubblico di 86 milioni di euro che comprendevano lavori civili, barriere antirumore, lavori su stazioni e fermate, ballast e armamento, variazione di quota dentro Fano, segnalamento, opere di soppressione PL e lavori preliminari.

Il presidente dell’Associazione Ferrovia valle Metauro (Fvm) Carlo Bellagamba, da sempre attiva e schierata per la riapertura della tratta, afferma però che per il lavoro a scopo turistico previsto dalla legge basterebbero circa 30 milioni. “I soldi ci sono, finanziamenti statali ed europei, serve la volontà. La riapertura della tratta, seppur solo a scopi turistici, potrebbe essere un inizio per una riapertura definitiva”.

Di parere opposto il consigliere regionale Andrea Biancani del Partito Democratico, che si è più volte occupato della questione. “Ben venga la legge ma finché non mettono i soldi non si può fare. Il privato potrebbe entrare nella gestione, ma la sistemazione dell’infrastruttura necessita inevitabilmente di investimenti pubblici”. Biancani inoltre sottolinea che i costi per il riavvio di una ferrovia turistica sono legati a uno standard stabilito dall’Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria. Ciò vuol dire che una linea di questo tipo ha costi minori di quella per il trasporto pendolari, quindi pensare che con la stessa spesa un domani si riesca a riattivare anche il trasporto commerciale e pubblico è un errore.

Ma complicata sembra essere anche la riattivazione a scopo turistico. L’art.11 del disegno di legge prevede che le regioni si occupino della spesa senza chiedere ulteriori fondi alle istituzioni.  Ad aprire un piccolo spiraglio però è il deputato Michele Meta (pd), primo firmatario dell’emendamento che ha inserito nuovamente la tratta Fano Urbino, eliminata con altre dopo la prima seduta alla Camera. “L’articolo 11 è una clausola prevista ai fini dell’approvazione”, spiega, “nessuno vieta in seguito di inserire delle poste in bilancio per sostenere le regioni nella spesa di rimessa”.

http://ifg.uniurb.it/2017/03/21/ducato-online/cronaca-ducato-online/una-speranza-per-la-tratta-fano-urbino-ma-sui-fondi-non-ci-sono-certezze/207531/

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Italia Nostra: “Vecchia ferrovia Fano-Urbino, ore non c’è più nulla”

In netto contrasto e in dispregio con quanto approvato all’unanimità dalla Camera dei Deputati il 27 gennaio scorso con il disegno di legge per l’istituzione dei ferrovie turistiche mediante il reimpiego di linee in disuso o in corso di dismissione situate in aree di particolare pregio naturalistico e archeologico, nei giorni scorsi il comune di Fano ha permesso la definitiva distruzione della Ferrovia Fano-Urbino. Spacciata per opera di compensazione per la costruzione della terza corsia autostradale, questa operazione ha scardinato e troncato il binario che da più di cento anni collegava  la costa all’entroterra. La tratta rientra proprio fra i primi 18 tracciati che, paradossalmente, la nuova Legge sulle Ferrovie Turistiche, ora in discussione al Senato, tutelava. Oggi non c’è più nulla.

Italia Nostra sezione Pesaro-Urbino

https://www.flaminiaedintorni.it/2017/03/21/italia-nostra-vecchia-ferrovia-fano-urbino-ore-non-ce-piu-nulla/

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FERROVIA FANO-URBINO, SINISTRA UNITA PRESENTA UN’INTERROGAZIONE

Fano (PU) – Questa mattina Sinistra Unita ha protocollato un’interrogazione per sapere il reale stato del sedime ferroviario della Fano Urbino che insiste sul territorio di Fano. Nei giorni scorsi sono iniziati i lavori per le opere compensative della terza corsia autostradale e sembra che questi lavori abbiano rovinato i vecchi binari.

Di seguito il testo dell’interrogazione:

INTERROGAZIONE: REALE STATO DEL SEDIME DELLA FERROVIA FANO – URBINO NEL TERRITORIO DI FANO

Premesso che:

1)Nel 1987 la Ferrovia Fano – Urbino fu sospesa con decreto del Ministero dei trasporti;

2)Con il decreto n. 430 del 15 dicembre 2011, a causa della decisa contrarietà al ripristino o al mantenimento del sedime dell’allora amministrazione provinciale, la ferrovia Fano – Urbino venne dichiarata ufficialmente dismessa;

3)La suddetta ferrovia per circa 10 chilometri dei 48 totali è compresa nel Comune di Fano;

4)Fra il 2012 e il 2016 l’Assemblea legislativa della Regione Marche ha approvato numerosi documenti che prevedono il suo ripristino o comunque la revoca della dismissione (inserimento nel 2012 nel Piano Regionale infrastrutture, trasporto merci; mozione approvata nel 2015 per chiedere la revoca della dismissione, mozione sempre nel 2015 per chiedere l’acquisto del sedime dalle Ferrovie dello Stato, mozione nel 2016 per chiedere alle Ferrovie dello Stato la pubblicazione di un bando che preveda il ripristino della ferrovia come tratta turistica o come metropolitana leggera);

5)Molte ferrovie dismesse in Italia sono state recuperate o come tratte turistiche o come percorsi ciclabili (Oltradige, Spoleto-Norcia, Ferrovia delle Dolomiti);

6)In alcuni tavoli di Orizzonte Fano, l’evento propedeutico che l’Amministrazione Comunale ha indetto per coinvolgere i cittadini nella realizzazione del prossimo PRG, si è parlato della possibilità di spingere verso il ripristino della Fano Urbino o in alternativa di creare lungo il suo percorso una pista ciclabile che possa unire tutta la valle del Metauro conservandone il sedime ferroviario per futuri utilizzi;

7)I lavori delle opere compensative alla terza corsia autostradale che si stanno eseguendo a Fano interessano o intersecano il percorso della Fano Urbino;

Chiede di sapere:

1)Se corrisponde al vero che durante questi lavori in alcuni tratti il binario sia stato divelto e troncato;

2) Quale sia il reale stato del sedime ferroviario che insiste nel Comune di Fano;

3)Se è interesse di questa Amministrazione conservare intatto il percorso della Fano Urbino in attesa di un piano operativo per il suo riutilizzo;

4)Se è interesse di questa Amministrazione conservare intatto il sedime ferroviario per non escludere a priori nessuna possibilità per un futuro riutilizzo;

Da: www.fanoinforma.it del 23/3/2017

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FANO -  URBINO TRA RICORDI, NOSTALGIA, RABBIA, INDIFFERENZA

Se questa è una ferrovia (metaurense)

di SILVANO STELLA

La Ferrovia Metaurense? È sempre tempo di nostalgia. Anche se la nostalgia non è più quella d’un tempo. Ossia fede­le a se stessa, alle tradizioni, all’antropologia dell’anima. Anche se le attuali generazio­ni non si sentono tracciate da un solco sospeso in un passato che taluni vorrebbero rimuo­vere spargendo oblio su tutto. La tratta dismessa treni’anni fa. Il treno che non c’è più. I binari arrugginiti e le sterpa­glie che occultano il ferro. Le locomotive nelle fotografìe ingiallite. Le piccole stazioni un ricordo sbiadito. Le vallate dimenticate o violentate. Il si­lenzio della natura solcata dal­le acque placide del Metauro. Queste sono le immagini, più o meno realistiche, più o meno attuali, della cosiddetta “Me­taurense”. Ovvero della Fano- Urbino. Che gli enti pubblici (in primis la Regione Marche e i Comuni) e le associazioni vorrebbero togliere dal lun­go, eterno, stato agonizzante. E che invece, malgrado i nu­merosi progetti di ripristino, di riattivazione, insomma di ritorno alla vita, resta sempre sotto la tenda ad ossigeno. Scusate se insistiamo. Ma la Vallata del Metauro, non ac­cetta la sconfìtta del treno. Non accetta che tutto resti nel tunnel buio. Senza un baglio­re di speranza. Le persone di questa vallata, a larghissima maggioranza, ritengono che il treno produca ancora effetti positivi. Chiedetelo agli abi­tanti (e dintorni: Colli al Me­tauro e Terre Roveresche) di Cuccurano, Carrara di Fano, Lucrezia, Calcinelli, Tavernelle, Montefelcino, Fossombrone, Fermignano, Urbino. Le risposte sono decisamente affermative. 

Si, è vero: i tempi sono mutati. Notevolmente. I trasporti con la gomma (auto, pullman, camion) hanno preso il soprav­vento. Nettissimo. Si vive, ci si muove, ci si comporta e rap­porta con gli altri diversamente rispetto agli Anni Ottanta del Novecento. E non sono neppu­re tempi per l’ottimismo. È in atto, in Italia e nel mondo, un disegno di austerità che rischia di creare una società di pochi ricchi ricchi e molti poveri. Certo, non è il caso di arren­dersi. Di dimostrarsi impo­tenti. Di gettare la spugna. Se ciò dovesse avvenire sa­rebbe l’implicita ammissione dell’incapacità di battersi con tutte le energie. Per una cau­sa dalle mille sfaccettature giuste: sociali, economiche, umane.  Oggi come oggi, la “Metau­rense” è una sorta di grafico della Borsa. E vincente se ter­mina in alto, in verticale. E perdente se termina in basso, in discesa. I cittadini, valligiani e non valligiani, devono quindi battersi per evitare che i diritti dei più de­boli non siano calpestati. E le istituzioni devono passare dai progetti, dalle parole, dalle promesse, ai fatti concreti. E non alla minaccia di vendere alcune stazioni e alcune tratte della linea. Sono trascorsi tre decen­ni da quando ha cessato la sua attività. Eppure la “Me­taurense”, al di là dell’utili­tà, suscita tutt’ora piacevoh emozioni. Che aiutano a vi­vere guardando avanti: non capirlo è un peccato.

Da: Il Giornale del Metauro n. 176 del marzo 2017

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Ex ferrovia, parla l’esperto: “I soldi per ripristinarla ci sono, tagliamo i fondi alla Fano-Grosseto”

di MARIA CONCETTA DE SIMONE

URBINO – Continua a far discutere la possibile riapertura della ferrovia Fano-Urbino, prevista dal disegno di legge 2670 in discussione al Senato.  Gabriele Bariletti – ex docente di Sistemi ferroviari all’Università Roma Tre e consulente trasporti ferroviari prima delle regioni Marche e Lazio e attualmente del comune di Rieti – ha chiarito la situazione in cui è la tratta Fano-Urbino, i presunti costi, la possibilità concreta di rimettere in sesto l’intera ferrovia e i vari scenari che si intrecciano in questa vicenda.

Secondo Bariletti, iscritto anche all’Associazione Ferrovia Valle Metauro, i soldi per rimettere in sesto la tratta a scopo turistico ci sono ed è solo questione di scelte. I tempi sarebbero brevi: circa tre mesi di lavoro a ritmo continuo. “Fare per esempio due svincoli autostradali della Fano – Grosseto costa circa 160 milioni di euro, quasi il doppio della ricostruzione dell’intera ferrovia. Bisognerebbe stabilire delle priorità. Se siamo tutti d’accordo sul fatto che bisogna essere eco compatibili e che bisogna rispettare gli accordi firmati a Parigi sulla riduzione di anidride carbonica, è evidente che la priorità non sono gli svincoli ma una ferrovia che consenta un trasporto pubblico”.

Bariletti sostiene che sia impensabile che una città come Urbino, patrimonio dell’Unesco, non abbia una rete di collegamento ferroviario e che i soldi per quest’opera, volendo, si trovano. “Mettere a posto l’intera linea costa relativamente poco. Che questo poco si spenda ma intanto si spenda ancora meno mettendo in piedi un servizio turistico a spola singola”. Bariletti in passato si è occupato del progetto economico della linea marchigiana.
In passato per la riattivazione della linea di trasporto pubblico la società Pegaso ingegneria di Milano insieme al Sistema Ingegneria di Firenze e all’Associazione Ferrovie Valle del Metauro aveva stimato una spesa complessiva di 86 milioni di euro che comprendevano lavori civili, barriere antirumore, lavori su stazioni e fermate, ballast e armamento, variazione di quota dentro Fano, segnalamento, opere di soppressione PL e lavori preliminari; per la linea turistica servirebbero approssimativamente 30 milioni.  La cifra, stimata con il gruppo Salcef Group (costruzioni edili e ferrovie S.p.A.), è stata realizzata partendo proprio dal progetto di trasporto pubblico ed eliminando le spese che per una linea occupata da un solo treno per volta non sono obbligatorie: sistema di segnalamento, sottopassaggi e passaggi a livello automatici. Senza queste spese i costi sarebbero nettamente inferiori. Il riposizionamento dei binari va considerato come un punto di non ritorno, ciò vuol dire che “se un domani si dovesse finalmente stabilire la riapertura pubblica della linea i lavori effettuati per la turistica sarebbero un buon punto di partenza per il completamento: step by step”.

“La legge è una mano santa – afferma Bariletti – ci sono molti appetiti su questa ferrovia che spingono gli interessati a fare carte false affinché quell’area non sia mai più usata per quanto è stata concepita”. Aggiunge inoltre che la Fano-Urbino è stata ufficialmente dismessa nel 2011 con un decreto dell’allora ministro dei Trasporti Corrado Passera sollecitato dall’attuale sindaco di Pesaro, Matteo Ricci, all’epoca presidente della provincia . “Una richiesta effettuata – sostiene Bariletti – senza interpellare Urbino e gli altri comuni che dalla linea trarrebbero solo vantaggi”.  Tre mesi è il tempo stimato per l’attivazione della tratta a scopo turistico. La linea è di 50 chilometri e la Salcef, dice Bariletti, normalmente operando su un solo turno notturno svolge un risanamento completo di 300 metri al giorno, “lavorando su più turni i tempi sarebbero minori”. Stando a questi numeri l’opera completa, per uso commerciale e di trasporto pubblico, richiederebbe circa un anno.

Da: http://ifg.uniurb.it/2017/03/27/ducato-online/cronaca-ducato-online/ex-ferrovia-parla-lesperto-i-soldi-per-ripristinarla-ci-sono-tagliamo-i-fondi-alla-fano-grosseto/208155/

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Pista ciclopedonale accanto all’ex ferrovia La Regione ci crede

Pubblicato il bando e coinvolti i sindaci

RILIEVO planimetrico dell’intero tracciato ferroviario (il bando di ga­ra è stato già pubblicato) e progetta­zione, con relativi costi, del percor­so ciclo-pedonabile lungo i 48 chi­lometri della tratta ferroviaria Fano-Urbino. Ai Comuni, interessati dal tracciato, la Regione chiede di collaborare a livello di manutenzio­ne del percorso: taglio dell’erba e, qualora si opti per il percorso in ghiaia, manutenzione della "strada bianca*. E’ quanto emerso nell'in­contro che si è tenuto, lunedi pome­riggio in Regione, tra gli ammini­stratori dei Comuni interessati (Fa­no, Cartoceto, Fossombrone, Fermignano, Urbino, non c’erano Colli al Metauro e Terre Roveresche chiamati al voto per le elezioni dei sindaci), il consigliere regionale Andrea Biancaui (presidente della III Commissione consiliare «Go­verno del Territorio») l'assessore re­gionale Angelo Sciapichetti e il pre­sidente Luca Ceriscioli.

«PER LA PRIMA volta, come mai è avvenuto negli ultimi 30 an­ni, la Regione - annuncia Biancani - si sta occupando in modo serio, aperto e condiviso, della Fano-Urbino. La pista ciclo-pedonale è una soluzione per non lasciare la struttura in stato di abbandono, senza compromettere il futuro riutilizzo della rete ferroviaria a scopi turisti­ci». La Regione, dopo aver blocca­to la vendita di una parte del trac­ciato da parte di RFI (Rete ferrovia italiana, società proprietaria della Fano-Urbino) è in attesa che al Se­nato si approvi la legge sulle ferro­vie turistiche (Fano-Urbino com­presa) e si trovino le relative risor­se. Oltre al rilievo pianimetrico, il gruppo che vincerà la gara regionale dovrà realizzare, attraverso l’uti­lizzo di un drone, un filmato dell'intero percorso. Al termine di questa fase, si passerà alla progetta­zione che sarà affidata, a titolo gra­tuito, all’ingegnere Alberto Paccapelo che se ne era già occupato quando era in Provincia.  Il  passo successivo sarà quello di incontra­re e aprire un confronto con RFI. Con questo progetto la Regione, se­condo Biancani, raggiunge più obiettivi: mettere in sicurezza il percorso da possibili alienazioni di tratti o spezzoni di ferrovia, offrire un servizio ai pedoni e ai ciclisti delle comunità locali e ridare spe­ranza alla ferrovia Fano-Urbino per scopi turistici.

«LA REGIONE non ha le capaci­tà finanziane per farsi carico del re­cupero della ferrovia - spiega Biancani - per la quale servono almeno 40-50 milioni di euro, contro qual­che milione di euro necessario per realizzare una ‘strada bianca’ ciclo- pedonabile». Ci tiene Biancani a chiarire che «pista e rete ferroviaria non sono in contrapposizione, l'una non esclude l’altra». E anco­ra: «Personalmente sono favorevo­le al riutilizzo della ferrovia a scopi turistici che, anche qualora si trovi­no le nsorse per riattivarla, non sa­rà percorsa quotidianamente. E al­lora quando non transiterà il treno, perché non consentirne l'uso a pe­doni e ciclisti?»

Anna Marchetti

Da: Il Resto del Carlino del 29/3/2017

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«La strada non pregiudica una nuova ferrovia»

L’assessore Fanesi rassicura il M5S sulla Fano-Urbino «Faremo un sottopasso»

L'IMPEGNO

FANO.  Non ha nascosto le difficol­tà di gestione del ripristino della trattaferroviaria Fano-Urbino, se veramente il collegamento fosse riattivato, l’assessore ai La­vori Pubblici Cristian Fanesi, rispondendo ad una interrogazione urgente in Consiglio comuna­le avanzata dal Movimento 5 Stelle. Si pensi a tutti gli attraver­samenti a raso che attualmente consentono al traffico automobilistico di superare i binari. E solo per una metropolitana di superfìcie, gli attraversamenti resterebbero aperti se dotati di personale che con una bandieri­na arrestasse il flusso dei veicoli ogni volta che transita un treno turistico. I passaggi a livello da tempo sono stati aboliti e quelli che ancora sono operativi, ma­no a mano vengono chiusi; si pensi a quello di Marotta. Le sbarre che un tempo fer­mavano la viabilità su viale Pice­no, su via del Bersaglio e su via Ugo Bassi sono un lontano ricor­do. Questo non significa che ciò autorizzi lo smantellamento del­la linea ferroviaria e che annulli del tutto una sua probabilità perché tomi ad essere operati­va. L’interruzione causata dai la­vori per le opere compensative, in corso di esecuzione da parte della Società Autostrade, secondo quanto riferito da Fanesi, non costituisce un danno irri­mediabile: innanzi tutto perché si tratta solo di una lunghezza di una trentina di metri, giusto il varco creato per far passare la nuova strada, poi perché in caso di ripristino tutte le traversine dovranno essere sostituite.

Il lungo tempo trascorso dal­la sospensione del collegamen­to ferroviario Fano Urbino ha fatto sì che in molti punti della città i binari siano stati sepolti sotto l’asfalto; ciò è accaduto in viale Piceno, in via Papiria, in via Canale Albani e in tanti altri passaggi dove un tempo c’erano le sbarre o le croci di Sant'An­drea. Nel caso che riguarda le opere compensative, se in futu­ro la linea Fano Urbino dovesse essere riattivata, il Comune di Fano si è impegnato tramite convenzione con le ferrovie a realizzare un sottopasso.

Da: Corriere Adriatico del 1/4/2017

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Noi Pesaresi di Franco Bertini

Tutti in treno

Caro Carlino

La linea ferrovia Fano – Urbino sarà ripristinata secondo le ultime indiscrezioni giornalistiche e per un indirizzo politico emerso negli ultimi tempi. Come per tutte le cose in Italia sono le lungaggini burocratiche e le solite proteste dei no, che si ritengono dei furbastri e che si appelleranno al solito TAR, si rende necessario un provvedimento legislativo a garanzia che quest’opera si faccia e affidata alle “Ferrovie dello Stato”.

Premesso che questa linea parte dalla Stazione di Pesaro, va precisato che debba trattarsi di una tratta “completa” sia per il trasporto di persone e merci (come nel dopoguerra), senza dimenticare quello turistico e sportivo, coinvolgendo la costa romagnola.  E’ assurdo limitare l’utilizzo della Pesaro, Fano Urbino, solo per l’aspetto turistico, visto che un obiettivo condivisibile è collegare l’entroterra con la costa e viceversa, e anche ridurre l’inquinamento considerando che il nostro territorio è ricco di zone industriali, artigianali e manufattiere che da una ferrovia potrebbero trarre vantaggi a partire dal trasporto merci e dei lavoratori. Questo aspetto potrebbe essere di interesse comunitario anche per poter accedere a fondi europei; e vi sembra poco di questi tempi?  Se oltre al ripristino della ferroviaria vi fosse il progetto di una ciclabile che l’affiancasse, come la Pesaro Fano, sarebbe il coronamento di una progettualità davvero a lungo respiro; raggiungere in bici le mete e tornare col treno, o raggiungere una meta con la bici  sul treno per poi scendere in una stazione e proseguire su altri percorsi ciclabili. Un bel ventaglio di scelte.  Per il risveglio del territorio urbinate, si potrebbe  rivisitare il progetto Urbino, Fermignano, Pergola e Fabriano e la  Urbino Sant’Arcangelo, già previsto come ferrovia militare nella seconda guerra mondiale, sabotata dalle truppe germaniche in ritirata dalla Linea Gotica.

Renato Di Domenico, Pesaro

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Temo che non succederà nulla di tutto questo, ma sarebbe una cosa splendida per ripensare veramente questo cavolo di territorio così bello.

Da: Il Resto del Carlino del 6/4/2017

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Fano Urbino
Una legge per riaprirla come linea per i turisti

Una  grande utopia. Trent’anni dopo la sua chiusura la storia della ferrovia Fano-Urbino non è ancora finita. Una nuova speranza per la rinascita della linea sta riaffiorando in questi giorni con una norma approvata alla Camera lo scorso 24 gennaio e ora in discussione al Senato. Ma non è ancora chiaro se il ripristino del percorso per unire la città ducale alla costa sia solo una speranza o possa diventare realtà. Il disegno di legge 2670 prevede di ripristinare, a scopo turistico, diciotto linee in disuso che interessano tratte di particolare pregio culturale e paesaggistico. Tra queste c’è la Fano-Urbino che dovrebbe essere trasformata in una linea panoramica percorsa da vagoni storici. Nulla a che vedere quindi, almeno per ora, con l’uso della ferrovia a fini commerciali e di trasporto pubblico. L’ultimo viaggio su quei  binari risale al 1987. Oggi l’intero percorso è in uno stato di degrado e abbandono. Rimettere in sesto la linea vorrebbe dire effettuare una serie di lavori che, secondo uno studio della società Pegaso ingegneria di Milano, della Sistema Ingegneria di Firenze e dell’Associazione Ferrovie Valle Metauro costerebbero intorno agli 86 milioni di euro. Il presidente dell’Associazione Ferrovia Valle Metauro, Carlo Bellagamba, da sempre attivo sul tema, afferma che per il lavoro basterebbero circa 30 milioni. “I soldi ci sono, serve la volontà. La riapertura della tratta, seppur solo a scopi turistici, è un inizio”.  

Di parere diverso il consigliere regionale Andrea Biancani del Partito democratico che si è più volte occupato della questione. “Ben venga la legge ma finché lo Stato non mette i soldi non si può fare. Il privato potrebbe entrare nella gestione, ma la sistemazione dell’infrastruttura necessita inevitabilmente di investimenti pubblici”. E l’articolo 11 del disegno di legge prevede che le Regioni si occupino della spesa senza chiedere ulteriori fondi alle istituzioni. Biancani inoltre sottolinea che una linea storica ha costi inferiori rispetto a una per il trasporto di pendolari per standard di sicurezza. “Pensare che sugli stessi binari un domani si riesca a riattivare anche il trasporto commerciale e pubblico - dice - è un errore. Per farlo bisogna effettuare altri lavori”. Michele Meta (Pd), primo firmatario dell’emendamento che ha reinserito la tratta Fano-Urbino, eliminata con altre dopo la prima seduta alla Camera, è però ottimista. “L’articolo 11 contiene una clausola finanziaria prevista ai fini dell’approvazione - spiega il deputato – nessuno vieta in futuro di stabilire finanziamenti statali per sostenere le Regioni nella spesa di rimessa in uso”.

I presunti costi della Fano-Urbino, la possibilità concreta di rimettere in sesto l’intera ferrovia e i vari scenari che si  intrecciano in questa vicenda, spiegati da Gabriele Bariletti - consulente trasporti ferroviari prima delle regioni Marche e Lazio e attualmente del comune di Rieti. Bariletti, iscritto anche all’Associazione Ferrovia Valle Metauro, sostiene che i soldi per rimettere in funzione la tratta a scopo turistico ci sono ed è solo questione di scelte. I tempi sarebbero brevi: circa tre mesi di lavoro. “Fare per esempio due svincoli  autostradali  della Fano –Grosseto costa circa 160 milioni di euro, quasi il doppio della ricostruzione dell’intera ferrovia.  Bisognerebbe stabilire delle priorità. Se siamo tutti d’accordo sul fatto che bisogna essere ecocompatibili e che bisogna rispettare gli accordi firmati a Parigi sulla riduzione di anidride carbonica, è evidente che gli svincoli non sono una priorità, ma lo è una ferrovia che consenta un trasporto pubblico”. Bariletti dice che è impensabile che una città come Urbino non abbia una rete di collegamento ferroviario e che i soldi per quest’opera,  volendo, si trovano. “Ripristinare l’intera linea costa relativamente poco. Intanto si può spendere ancora meno mettendo in piedi un servizio turistico con un solo treno che viaggia avanti e indietro sull’unico binario”. Bariletti in passato si è occupato del progetto economico della linea marchigiana. In passato, per la riattivazione della linea come trasporto pubblico, era stata stimata una spesa complessiva di 86 milioni di euro; per la turistica servirebbero approssimativamente 30 milioni. La cifra, stimata da un’azienda specializzata nel settore insieme all’Associazione Ferrovia Valle Metauro, è stata calcolata partendo proprio dal progetto di trasporto pubblico ed eliminando le spese che per una linea occupata da un solo treno  non sono  obbligatorie: sistema di segnalamento e passaggi a livello automatici. Senza queste spese i costi sarebbero nettamente inferiori. Il riposizionamento dei binari va considerato come un punto di non ritorno. Ciò vuol dire che “se un domani si dovesse stabilire la riapertura pubblica della linea – dice Bariletti - i lavori effettuati per la turistica sarebbero un buon punto di partenza per il completamento: step by step”. E aggiunge: “La legge in discussione al Senato è una mano santa, ci sono molti appetiti su questa ferrovia che spingono gli interessati a fare carte false affinché quell’area non sia mai più usata per quanto è stata concepita”. La Fano-Urbino, seppur chiusa dal1987, è stata ufficialmente dismessa nel 2011 con un decreto dell’allora ministro dei Trasporti Corrado Passera sollecitato dall’attuale sindaco di Pesaro, Matteo Ricci, all’epoca presidente della provincia. “Una richiesta effettuata – sostiene Bariletti – senza interpellare Urbino e gli altri Comuni che dalla linea trarrebbero solo  vantaggi”. Tre mesi è il tempo stimato per l’attivazione della tratta a scopo turistico. La linea è di 50 chilometri e una ditta normalmente operando su un solo turno svolge un risanamento completo di 300metri al giorno, “lavorando su più turni i tempi sarebbero minori”. Stando a questi numeri l’opera completa,  per uso commerciale e di trasporto pubblico, richiederebbe circa un anno. Il 7 marzo 2017 la commissione Lavori Pubblici del Senato, vista l’approvazione all’unanimità della Camera, ha chiesto al presidente Pietro Grasso di non passare per il voto in aula e di poter decidere in sede deliberante. La legge ha già ottenuto pareri positivi dalla commissione industria, commercio e turismo e da quella territorio, ambiente e beni culturali. Sui tempi di approvazione per ora nessuna certezza.

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La cronistoria

ll via alla costruzione della linea viene dato il 16novembre 1911 quando le Ferrovie Padane (FP) ottengono l’approvazione del Governo con un regio  decreto: 48,7 km di binari che, partendo da Fano, arrivano a Urbino. Ecco i momenti  importanti della storia della ferrovia.

1912.Ferrovie Padane (FP) inizia i lavori per lacostruzione.

1915.Completata la linea fino a Fossombrone.

1916.I binari arrivano a Fermignano, da qui si allacciano alla preesistente ferrovia per Urbino.

1933. Ferrovie Padane, per motivi finanziari, sospende l’attività passeggeri e merci.

1941.Ferrovie dello Stato assume il controllo della tratta e ripristina il servizio tra Fano e Fermignano.

1944. Durante la Seconda guerra mondiale la linea è completamente distrutta.

1955. La Fano-Urbino torna in funzione.

1987. Il ministro dei Trasporti, Claudio Signorile (Psi) firma il decreto per la sospensione della linea.

2000. Nasce l’Associazione Ferrovie Valle Metauro, con lo scopo di valorizzare la tratta e tentare di riaprirla.

2011. Il ministro dello Sviluppo Economico e dei Trasporti, Corrado Passera,  firma il decreto ministeriale  430  per dismettere la linea.

2012. La Regione Marche inserisce il ripristino della ferrovia Fano-Urbino, con funzioni di metropolitana leggera, nel Piano Regionale infrastrutture, trasporto merci, logistica con un costo stimato di 110 milioni di euro.

2013. Il Consiglio di Stato respinge il ricorso presentato dall’ Associazione Ferrovia Valle Metauro contro la dismissione della linea. Nello stesso anno la Fano-Urbino è inserita nella proposta di legge 1178 in discussione alla Camera che prevede l’istituzione di ferrovie turistiche reimpiegando linee in disuso in aree di pregio naturalistico e archeologico.

2015. La Regione dà il suo ok alla richiesta di revoca della dismissione della tratta. Otto mesi dopo una mozione per acquisire l’intero terreno dalle Ferrovie.

2016. La Regione approva una mozione per chiedere alle Ferrovie di pubblicare un bando per ripristinare o gestire la tratta o a fini turistici o come metropolitana di superficie o come tram individuando le possibili  fonti finanziarie.

2017. La Camera approva il Ddl sul ripristino delle linee in disuso a scopo turistico in tratte di particolare pregio culturale e paesaggistico ora in discussione al Senato.

Da: Il Ducato n. 1, Aprile 2017

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«Riaprire l'intera ferrovia non solo un tratto»
Anche Fossombrone scende in campo per la Fano-Urbino
LA BATTAGLIA

FOSSOMBRONE I visitatori sono stati tanti, arrivati perfino ad Ancona così come da altre località, che Lorella Cecchini, presidente della Pro loco Fossombrone, si è vista costretta a riaprire la mostra fotografica sulla vecchia tratta ferroviaria Fano-Urbino, nei locali attigui alla Corte Bassa. «Vogliamo attirare l'attenzione - spiega la Cecchini - su un problema che deve essere focalizzato in tempi brevi. Vale a dire la possibilità di riattivare la ferrovia a fini turistici. Il dibattito si é riaperto. L'intento é più che nobile allo scopo di rilanciare il territorio con un turismo aderente alle risorse presenti e non valorizzate». La Pro loco Fossombrone ripropone il dibattito della "Retta via" che era stato organizzato il 20 agosto dell'anno scorso «per la valorizzazione delle ferrovie abbandonate patrimonio del territorio». Adesso che si sono aperte le porte per accedere ai finanziamenti é indispensabile che per cogliere l'occasione sia in primis  il Comune a sottoscrivere un preciso ordine del giorno.  «Se le notizie sono esatte verranno riattivate in Italia 17 ferrovie turistiche. L'augurio é che il territorio non perda ancora una volta. il treno. Sarebbe davvero imperdonabile». Oltretutto si tratta anche di fare chiarezza «sul fatto che riattivare il solo tratto Fermignano-Urbino é inconcepibile nonostante qualcuno  se ne mostri convinto anche se nessuno capisce il perché»

ro. giu.

Da: Corriere Adriatico del 10/4/2017

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Il comitato attacca «Pista ciclabile e linea ferroviaria non compatibili»

Nuovo gruppo per il ritorno dei treni sulla Fano-Urbino

LA BATTAGLIA

FOSSOMBRONE.  «È nato il movi­mento Fossombrone in difesa della ferrovia - spiega Amedeo Evangelisti - dopo che alla Ca­mera dei Deputati è stato appro­vato il progetto di legge che prevede la riattivazione a scopi pre­valentemente turistici di dicias­sette tratte ferroviarie dismesse, fra cui la Fano-Fossombrone-Urbino. Purtroppo attorno alla nostra ferrovia si è scatena­ta una ridda di fantasiose ipote­si di utilizzazione, alimentate dalla mutevole posizione dei po­litici locali».

Il contrasto.  

Il nodo è dato dalla pista ciclabi­le. «Nel 2009 l'allora presidente della Provincia Matteo Ricci chiese al Ministero delle Infra­strutture e dei Trasporti la di­smissione della tratta, che risul­tava. fino allora, soltanto sospe­sa all'esercizio. Ricci proponeva la costruzione di una pista cicla­bile sopra i binari. Oggi Andrea Biancani, presidente in Regione della terza commissione consi­liare, sostiene la possibilità di realizzare la pista ciclabile a fianco dei binari, cosa che, a suo avviso, non precluderebbe la riattivazione della linea ferro­viaria. Il semplice buon senso ci dice che ciò è assolutamente in­compatibile. Chi autorizzereb­be la circolazione di un treno sa­pendo che potrebbero esserci ci­clisti sul tracciato? Si può pensa­re di utilizzare la tratta a giorni alterni trenobici come propone Biancani? Come superare gli ostacoli rappresentati da viadot­ti e gallerie? Da Fano ad Urbino esistono percorsi alternativi per una pista ciclabile assai più inte­ressanti dal punto di vista pae­saggistico, in special modo nel tratto Fano-Fossombrone. I no­stri politici hanno mai preso in considerazione una verifica se­ria di questa possibilità?».  Lo smaltimento delle traverse ferroviarie «materiale altamente inquinante ha un costo di 10 milioni di euro. Biancani ha riferito al sottoscritto che probabilmente una ditta smaltirebbe tale materiale “gratuitamente” ma cosa chiede in cambio? L’utilizzo dell’intera struttura? E per farne cosa? Il valore dell’attuale struttura ferroviaria è di circa 500 milioni di euro, la vogliamo distruggere per gli interessi privati di qualcuno?»

Roberto Giungi

Da: Corriere Adriatico del 11/4/2017

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“Attenti alla pista ciclabile  -  Se la faranno, addio al treno”

Il Comitato per la ferrovia segnala un vero pericolo

FOSSOMBRONE.

O LA PISTA ciclabile o la ferrovia. Il gruppo Fossombrone per la difesa della ferrovia, di cui Amedeo Evangelisti è un esponente, ritiene che se si farà la pista ciclabile sul tracciato della Fano-Urbino, la ferrovia rimarrà per sempre  un ricordo.

Evangelisti, perché questa alternativa secca?

«Una premessa. Alla Camera è stato approvato un progetto di legge che prevede la riattivazione a scopi prevalentemente turistici di 17 tratte ferroviarie dismesse, fra cui la Fano – Fossombrone - Urbino. Nel 2009 l’allora presidente della Provincia Matteo Ricci chiese al Ministero delle Infrastrutture la dismissione della tratta, che risultava, fino allora, soltanto sospesa all’esercizio. Ricci proponeva la costruzione di una pista ciclabile sopra i binari.  Oggi Andrea Biancani, presidente della terza commissione consiliare della Regione Marche, sostiene la possibilità di realizzare la pista ciclabile  a fianco dei binari, cosa che secondo lui non precluderebbe la riattivazione della linea ferroviaria. Il semplice buon senso  dice che ciò è assolutamente incompatibile...».

E cioè?

«Chi mai avrebbe il coraggio di pedalare a fianco di un treno in corsa? Chi autorizzerebbe la circolazione di un treno sapendo che potrebbero esserci ciclisti sul tracciato? Ma soprattutto, chi si assumerebbe la responsabilità di collaudare la pista ciclabile e ferrovia assieme? »

E quindi?

«Da Fano ad Urbino esistono percorsi alternativi per una pista ciclabile assai più interessanti dal punto di vista paesaggistico, soprattutto nel tratto Fano-Fossombrone, il cui ripristino costerebbe molto meno di una ciclabile realizzata ex novo sulla ferrovia o a fianco di essa. I nostri politici hanno mai preso in considerazione una verifica seria di questa possibilità?».

Perché vogliono la ciclabile sul percorso della ferrovia?

«Lo smaltimento delle traverse ferroviarie - risponde Evangelisti - ha un costo di circa 10 milioni di euro. Biancani mi ha riferito personalmente in occasione di un incontro il 10 marzo scorso che probabilmente una ditta  smaltirebbe quel materiale “gratuitamente”: ma cosa chiede in cambio? L’utilizzo dell’intera struttura? E per fame cosa? Il valore dell’attuale ferrovia è di circa 500 milioni, la vogliamo distruggere per gli interessi privati di qualcuno?».

LA CONCLUSIONE di Evangelisti: «Se la ciclabile verrà realizzata, la ferrovia non verrà mai più riattivata. In compenso sarà spianata la via alla costruzione di un acquedotto a servizio della costa».

a.bia.

Da: Il Resto del Carlino del 16/4/2017

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Ciclovia Adriatica e percorsi turistici per le due ruote

Il Mit studia un progetto unitario ma la rete regionale è già avanti

IL PROGETTO

Ancona – Il ministero ha in progettazione anche cinque ciclovie per mettere in rete  altrettante parti d’Italia. Si tratta delle ciclovie Sarda, Magna Grecia, Tirrenica, Adriatica e Trieste-Venezia. Di recente la Regione Marche ha approvato una delibera dedicata ai percorsi del cicloturismo: un progetto per dare forma ad una rete ciclabile che, una volta   a regime, interconnetterà i percorsi ciclabili urbani, l'asse adriatico, i parchi delle Marche, le direttrici fluviali trasversali (Foglia,  Metauro, Cesano, Misa, Esino, Musone, Potenza, Chienti, Tenna, Ete Vivo, Aso,  Tronto), percorsi tematici (turismo, spiritualità, cultura), tracciati ciclabili lungo gli assi ferroviari dismessi o paralleli ai tracciati esistenti.  Con questo provvedimento la Regione definisce i criteri per l’ammissione dei progetti di realizzazione di percorsi ciclabili che i Comuni singoli o associati  potranno presentare per acquisire un contributo massimo di 600 mila euro (o l’80% del costo del progetto) con un cofinanziamento del  20%.

La dotazione finanziaria del bando  che uscirà a breve  è di 2 milioni di euro e la graduatoria resterà aperta  per consentire il finanziamento dei progetti attraverso ulteriori risorse europee. “Il prodotto turistico legato al bike - ha spiegalo l'assessore Pieroni - ricopre un'importanza strategica per lo sviluppo dell’offerta relativa al cluster Parchi e Natura Attiva. Questa azione rappresenta la prima concretizzazione di quanto ci eravamo proposti integrando gli assi di sviluppo delle ciclovie, dei percorsi ciclabili  e cicloturistici per creare una rete regionale connessa che sia funzionale alla domanda cicloturistica”.

Secondo l'assessore si tratta di valorizzare gli itinerari cicloturistici del territorio attraverso interventi di integrazione e completamento dei percorsi esistenti al fine di realizzare una rete regionale di percorri ciclabili fruibili dai turisti e dai cittadini. L’atto approvato  prevede anche dei criteri di priorità che corrispondono alle direttrici fluviali, alle linee ferroviarie esistenti o dismessi, le antiche vie della spiritualità, le vie dei Parchi. Sono inoltre previsti criteri di premialità per i progetti che collegano circuiti ciclabili già esistenti.

Mtb

Da: Corriere Adriatico del 16/4/2017

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«Fano-Urbino, via gli speculatori»

L’associazione valle del Metauro vuole proteggere la linea dismessa dagli interessi di parte

La legge sulle ferrovie turistiche è un’importante opportunità ma potrebbe essere riduttiva

«Dopo30annidi indifferenza le decisioni avventate sono insensate»

LA BATTAGLIA

PESARO «La Fano-Urbino non dovrà essere solo una ferrovia turistica, lo dicono i tecnici. Entro un anno la nuova legge, ma intanto proteggiamo la linea dagli assalti speculativi». L’associazione Ferrovia Valle del Metauro nei giorni scorsi ha partecipato su invito, con diversi esponenti, al convegno “Ferrovie turistiche e cultura ferroviaria: un'occasione di sviluppo", che si è tenuto al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, fortemente voluto dal viceministro Riccardo Nencini. Al convegno si è avuto modo di apprendere quale sarà lo sviluppo futuro della legge sulle ferrovie turistiche, attraverso gli interventi di alcuni relatori che stanno seguendo l’iter parlamentare, vedi gli onorevoli Maria Iacono e Romina Mura del Pd, il Sotto- segretario di Stato al ministero dei beni delle attività culturali e del turismo Dorina Bianchi, oltre a Nencini.

Le relazioni

Erano relatori, inoltre, diversi esponenti del mondo ferroviario: la presidente di Rfì, Claudia Cattani, il Direttore di Fondazione FS Luigi Cantamessa. il Direttore di ANSF (sicurezza ferroviaria) Amedeo Gargiulo e altri.  «Tutti sono convinti - riferisce l'associazione Fvm - che il disegno di legge sulle ferrovie turistiche diventerà legge entro questa legislatura. La scelta di non inserire coperture finanziare, in questa fase, è necessariamente voluta. I finanziamenti necessari alla manutenzione e agli investimenti verranno trovati in seguito, probabilmente attraverso una percentuale dedicata sul contratto di servizio o sul Contratto di Programma tra Stato e Società concessionarie delle reti. Senza una legge che istituisce le ferrovie turistiche non sarebbe possibile».  Inoltre, incalza l'associazione. «bisogna cominciare a lavorare al più presto anche sui decreti attuativi essendoci diverse tipologie di linee su cui vigerà un differente utilizzo turistico. singolo o combinato: treni per trasporto pubblico e treni turistici, treni turistici, treni turistici e velorail, velo- rail. In virtù degli indirizzi del Parlamento - continua - sembrerebbe decisamente inopportuno e insensato, dopo 30 anni di completa indifferenza, che la Regione Marche e i comuni della Valle del Metauro vogliano occuparsi della ferrovia Fano-Urbino con decisioni avventate e al momento inopportune, che potrebbero causare solo conflitti tra gli stakeholders e problemi di competenze e regolamentari».  Bisognerà dunque pazientare ancora per qualche tempo per «rendersi conto di cosa sarà previsto nella legge» e nel frattempo «proteggere la linea dai tanti assalti speculativi cui è sottoposta da quando è stata dismessa». Sulla ferrovia Fano - Urbino l'ingegner Cantamessa ha fatto notare che «servirebbe una valutazione approfondita: non bisognerebbe etichettarla ferrovia turistica, perché il ripristino anche come trasporto pubblico potrebbe dare al Paese di più. La legge sulle ferrovie turistiche non può imbrigliarla solo in quel ruolo, pur funzionando da indispensabile motore di sviluppo e volano per il suo ripristino».

Carota e bastone

Carota dell'associazione Fvm per gli onorevoli Iacono e Mura, bastone per «i parlamentari marchigiani che brillano per un assordante silenzio, o peggio per una continua opera di boicottaggio e distruzione che costringe chi ha a cuore la  Ferrovia Fano Urbino ad una  defatigante opera di difesa».   

Thomas Delbianco

Da: Corriere Adriatico del 18/4/2017

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FERROVIA FANO-URBINO

«Pista ciclabile accanto alla ferrovia? Un'ipotesi assurda»

Secondo Amedeo Evangelisti del Gruppo "Fossombrone per la difesa della Fano-Urbino" l’ipotesi di realizzare una ciclabile accanto alla ferrovia è impraticabile. Mentre viene rilanciata la riapertura della linea.

Alla Camera dei Deputati è stato approvato il progetto di legge che prevede la riattivazione a scopi prevalentemente turistici di diciassette tratte ferroviarie dismesse, fra cui la Fano-Fossombrone- Urbino. Purtroppo attorno alla nostra ferrovia si è scatenata una ridda di fantasiose ipote­si di utilizzazione, alimentate dalla mutevole posizione dei politici locali, nonostante le favorevoli intenzioni del Parlamento. Nel 2009 l'allora Presidente della Provincia Matteo Ricci chiese al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti la dismissione della tratta, che risultava, fino allora, soltanto sospesa all’esercizio. Ricci proponeva la costruzione di una pista ciclabile sopra binari. Oggi Andrea Biancani, presidente della III°  commissione consiliare Governo del Territorio della Regione Mar­che, sostiene la possibilità di realizzare la pista ciclabile a fianco dei binari, cosa che, a suo avviso, non precluderebbe la riattivazione della linea ferroviaria. Il semplice buon senso ci dice che ciò è assolutamente incompatibile. Chi mai avrebbe il coraggio di pedalare a fianco di un treno in corsa? Chi autorizzerebbe la circolazione di un treno sapendo che potrebbero esserci ciclisti sul tracciato?  Ma soprattutto, chi si assumerebbe la responsabi­lità di collaudare la pista cicla­bile e ferrovia assieme? Si può pensare di utilizzare la tratta a giorni alterni treno/bici come propone Biancani? Si dovrebbe forse recintare l'intero percorso? Assurdo vista anche la presenza di numerose strade che attraversano i binari.  Come superare gli ostacoli rappresentali da viadotti e gallerie? Si vogliono prevedere lavori di allargamento di queste strutture? Da Fano ad Urbino esistono percorsi alternativi per una pista ciclabile assai più interessanti dal punto di vista paesaggistico, in special modo nel tratto Fano-Fossombrone, il cui ripristino costerebbe molto meno di una ciclabile realizzata ex novo sulla ferrovia o in adiacenza ad essa. I nostri po­litici hanno mai preso in considerazione una verifica seria di questa possibilità?  Lo smaltimento delle traverse ferroviarie (materiale altamente inquinante) ha un costo di circa 10 milioni di Euro. Biancani mi ha riferito personalmente in occasione dell’incontro del 10 marzo scorso avente come titolo: “Stazione di Urbino 30 anni dopo” che probabilmente una ditta smaltirebbe tale materiale “gratuitamente” ma cosa chiede in cambio? L'utilizzo dell'intera struttura? E per fame cosa? Il  valore dell'attuale struttura ferroviaria è di circa 500 milioni di Euro, la vogliamo distruggere per gli interessi privati di qualcuno? Purtroppo alcuni politici locali hanno accettato scelte imposte dal loro partito, essi non amano il territorio che rappresentano, e quindi non si preoccupano di impoverirlo, distruggendo le strutture esistenti come la ferrovia. Se la ciclabile verrà realizzata, la ferrovia non verrà mai più riattivata, nonostante tutte le dichiarazioni di facciata che periodicamente leggiamo sui giornali. In compenso sarà spianata la via alla costruzio­ne di opere diverse, come ad esempio un acquedotto a servizio della costa, con buona pace dell'entroterra provinciale, e di tutti i discorsi sulla protezione dell’ambiente.

Da: Il Giornale del Metauro 178 - Aprile 2017

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«Le ferrovie stanno generando i più grandi investimenti al mondo»

Renato Mazzondni, amministratore delegato del Gruppo Ferrovie dello Stato è stato intervistato dal giornalista Beppe Severgnini al Festival del Giornalismo di Perugia lo scorso 8 aprile.

«La situazione dei trasporti pubblici in Italia è drammatica rispetto agli altri paesi europei. Il vero tema è quindi fare ripartire le infrastrutture». Mazzoncini ha anche detto che FS ha proposto nel suo piano industriale di riprende­re in gestione alcune ferrovie regionali per ricostruire anche il tessuto delle ferrovie secon­darie. «Ma è un lavoro vastis­simo perchè l'italia ha 27mila chilometri di binari. Stiamo facendo - ha continualo - un grande lavoro di recupero del­le ferrovie secondarie».  Alla domanda se il treno è una opportunità Mazzondni ha risposto che i maggiori in­vestimenti a livello europeo e mondiale sul tema della mobilità si stanno facendo sulle reti ferroviarie e il trasporto delle persone su rotaia. Solo in Europa ci sono programmi di investimento per circa 500 mi­liardi di euro. Le ferrovie sono un settore che sta generando i più grandi investimenti del pianeta. Ha parlato di ripristi­no delle ferrovie dimenticate anche per fini turistici. Questi temi calati nella nostra piccola realtà metaurense d inducono ad un seria riflessione sulla mobilità dei cittadini che vivono o visitano questo territorio

Da: Il Giornale del Metauro 178 - Aprile 2017

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Lettera aperta a Delrio: “Fermi l’emorragia del trasporto ferroviario nelle aree interne della nostra provincia”

 20/04/2017 Thomas Delbianco

PESARO. Il Ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio domani, venerdì 21 aprile, sarà in visita a Pesaro. Appuntamento alle 19 in Prefettura. Tra gli argomenti che verranno trattati, anche quello legato al trasporto ferroviario nel territorio provinciale. A questo proposito, al ministro è arrivata alla vigilia dell’incontro una lettera aperta sulla questione ferrovie, firmata da diverse associazioni: FVM Ferrovia Valle Metauro, Comitato per la Ferrovia – Fossombrone, Legambiente Urbino, FAI delegazione Pesaro-Urbino, Italia Nostra-Marche, Uiltrasporti-Marche, Orsa-Marche, Fit-Cisl-Marche e Filt-Cgil Marche.

“Signor Ministro,
ci rivolgiamo a Lei perché in virtù dei suoi poteri può fermare l’emorragia di trasporto ferroviario nelle aree interne della provincia di Pesaro-Urbino.  Prima della 2^ Guerra mondiale questo territorio era dotato di linee interne che mettevano in comunicazione Urbino con Fabriano (quindi con Roma) e Urbino con Fano ( quindi con Bologna e Ancona). Le intenzioni dei progettisti erano quelle di collegare Urbino anche con Sant’ Arcangelo di Romagna  creando così una linea subappennica alternativa alla linea adriatica. La valle del Metauro con i suoi importanti e storici paesi (Fano,Fossombrone, Fermignano, Urbania, Cagli ecc.) avevano perciò un trasporto di prim’ordine: il treno.

Purtroppo, durante la 2^G.M., la vicinanza con la linea Gotica fu fatale a questi rami ferroviari perché furono distrutti completamente dai tedeschi , consapevoli del loro valore strategico di collegamento tra Tirreno ed Adriatico, durante la ritirata del 1944.
Le ricostruzioni post-belliche, stranamente, furono incomplete: limitate al tronco Fano- Fermignano-Urbino e Fabriano-Pergola escludendo il tronco Pergola-Fermignano. Di fatto riducendo le notevoli possibilità trasportistiche, in quanto una rete ferroviaria interregionale  era ridotta a due semplici linee locali.  Gli scarsi investimenti,  il boom automobilistico degli anni ’60 – ’70 e le interferenze delle lobby delle aziende di trasporto con i pullman, fecero il resto.

Attualmente la situazione è questa: sulla Fabriano-Pergola non passa più un treno da oltre due anni e sulla Fano- Fermignano-Urbino,  già colpita negli anni 80 dal famigerato taglio dei rami secchi, è giunta anche la dismissione nel 2011. Quest’ultima fortemente voluta  dall’ ex presidente della provincia Matteo Ricci perché secondo lui era meglio trasformarla in pista ciclabile e sedime acquedottistico.

La dismissione ha causato in questi ultimi tempi numerosi attacchi alla Ferrovia Metaurense : la costruzione di un ampliamento di un’ industria nel piazzale  della stazione di Urbino, la tentata vendita della radice del tracciato a Fano e l’asportazione di 30m di binario per realizzare un’opera compensativa (una strada del valore di 60 Mil.) per la 3^corsia della A14 , sempre a Fano. Paradossalmente il trasporto ferroviario proprio negli stessi anni, sia con l’avvento dell’ Alta Velocità, sia con i forti investimenti  nelle direttrici principali e secondarie, ha ripreso il suo ruolo di fondamentale ossatura di trasporto in tutta Italia. Ella, signor Ministro,  con la sua sensibilità ha dato un fortissimo impulso con la cosiddetta “cura del ferro”:  per la prima volta sotto la Sua gestione le ferrovie hanno goduto di notevoli finanziamenti per migliorie ed investimenti strategici. Non solo,  grazie alla nascita di Fondazione FS  sono tornate in vita diverse linee ferroviarie desertificate dai flussi viaggiatori ma che , grazie ai treni storici/turistici , stanno portando a territori isolati una nuova linfa vitale.

Alla Camera dei Deputati , lo scorso 24 gennaio,  è stata approvata la Legge sulle Ferrovie Turistiche che presto , si spera, possa diventare definitiva con l’approvazione anche al Senato.
Grazie alla sensibilità di alcuni Deputati,   con un emendamento è stata re-inserita anche la ferrovia Fano-Urbino. Tuttavia la Regione Marche ha già messo le mani avanti dichiarando, attraverso il consigliere Biancani, che non può sostenere i costi di ripristino.
Da anni ormai, alle nostre proposte sentiamo la stessa risposta:  quando si tratta della ferrovia Fano-Urbino ricorre sempre la stessa giustificazione: “Non ci sono i soldi!”

Ma di quanti soldi si tratta?  Visto che non è mai stato fatto un studio serio sul ripristino l’Associazione FVM, insieme a due importanti Società di ingegneria ferroviaria, ha redatto e  donato al Comune di Urbino nel 2015 un progetto preliminare per il ripristino della linea come ferrovia commerciale (TPL) con una stima dei costi , sui 48 km. di sviluppo pari a 87 milioni di euro ovvero meno di 2Mil di Euro a km. Se invece si optasse, inizialmente, al ripristino come linea turistica, con il semplice rifacimento dell’armamento ed altri aggiustamenti lungo il percorso, il costo si ridurrebbe attorno ai 30 Mil di Euro, propedeutici e validi anche per un ripristino a ferrovia commerciale. Insomma sembra strano che in una provincia dove soldi per le strade si sono sempre ricercati e trovati, valgano su tutti la bretella di Urbino ( 75 milioni di euro per 3 km) e le centinaia di milioni per la Fano-Grosseto, non si riescano a trovare nelle pieghe di bilancio del Suo Ministero e del MIBACT i fondi necessari per la valorizzazione turistica di un territorio che può vantare eccellenze in beni culturali e paesaggistici come Fano, Fossombrone, Fermignano ed Urbino, patrimonio dell’UNESCO e centro universitario.

Nel frattempo però circolano bizzarre voci sull’utilizzo della ferrovia: utilizzare il tracciato per fare una pista ciclabile e lasciare la possibilità di farci passare i treni. Signor Ministro, tale idea è incompatibile con il ritorno del treno. Una volta realizzata una ciclabile, il treno non tornerà mai più a circolare con buona pace di tutti i bei discorsi sull’ambiente, sull’utilità strategica del trasporto pubblico e sugli accordi firmati a Parigi sulle emissioni dell’anidride carbonica. Inoltre,  verranno spese cifre  superiori  (dell’ordine di grandezza di decine di milioni) solo per lo smaltimento dei rifiuti speciali).

Signor Ministro, La preghiamo di  convocare un tavolo tecnico con  esperti  ove vengano prese decisioni lungimiranti che non pregiudichino l’infrastruttura definitivamente.

Signor Ministro, una ferrovia è una questione nazionale e le decisioni sul suo destino non possono essere lasciate unicamente alla  discrezione  dei politici locali. La Ferrovia Metaurense rappresenta un patrimonio dello Stato Italiano e di tutti i cittadini:  il valore consolidato di 48 km di linea, che va ben oltre i  500 milioni di euro, esige che non si può disperdere a cuor leggero un capitale di tale portata. Di una ferrovia che colleghi la costa e l’entroterra ne hanno bisogno anche e  soprattutto i cittadini  di Pesaro e Fano, città che troppo spesso superano i limiti delle PM10 ( Pesaro nel 2015 ha avuto 35 sforamenti nonostante la centralina di rilevamento  rotta nel mese di dicembre) ed i cittadini delle aree interne, troppo spesso dimenticati e mortificati nelle loro aspettative.

La preghiamo, signor Ministro, di adoperarsi per indurre a  riflessione  gli amministratori del territorio, per non rendersi involontario complice di decisioni infauste che comprometteranno le occasioni di sviluppo e di benessere di tante popolazioni e del loro ambiente”.

Gli altri temi da affrontare con il ministro Il dossier da sottoporre al ministro Graziano Delrio è sul tavolo. Il sindaco di Pesaro lo ha limato nelle ultime ore, insieme a Provincia e Regione. Alla vigilia dell’incontro pubblico in prefettura (domani, venerdì 21 aprile, alle 19, nel salone Metaurense), Matteo Ricci anticipa alcuni punti: «Opere complementari di Autostrade, porto di Pesaro, rotonde. Dove la priorità è la rotatoria delle Siligate, sulla statale, inserita nel piano degli investimenti dell’Anas». L’elenco include lo stato di avanzamento della Fano-Grosseto, i temi ferroviari e la vicenda delle strade provinciali da restituire all’Anas. Tra cui le ex Anas e le provinciali funzionali alla Fano-Grosseto, «come richiesto dalla Regione in accordo con la Provincia». All’incontro, dopo i saluti del prefetto Luigi Pizzi, oltre al sindaco e al ministro, prenderanno parte il presidente della Provincia Daniele Tagliolini e il presidente della Regione Luca Ceriscioli.

Da: https://ilfoglia.it/2017/04/20/lettera-aperta-delrio-fermi-lemorragia-del-trasporto-ferroviario-nelle-aree-interne-della-nostra-provincia/

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Progetto ferrovia Fano-Urbino: sette stazioni e tratta percorsa in meno di un’ora.   Ecco i costi

URBINO – L’Associazione F V M – Ferrovia Valle Metauro ha consegnato formalmente  al Sindaco di Urbino Maurizio Gambini il Progetto Preliminare per il ripristino della Ferrovia Fano Urbino. Il Sindaco ha ringraziato l’Associazione e tutta l’organizzazione che in  pochi mesi ha predisposto il documento che costituisce la base per i prossimi passi necessari sia alla revoca della dismissione che alla ricerca di partners e dei finanziamenti così come realizzato in altre parti d’Italia. Il Sindaco nel ricevere il documento ha simbolicamente tagliato il nastro tricolore   e si è reso disponibile a fare da capo fila alle iniziative sia di  Urbino che degli altri Comuni del circondario che vorranno dare corso effettivo alle prossime attività.  In una Sala Raffaello gremita di pubblico ed esperti del settore, oltre alla illustrazione dei vantaggi del treno che ne sono derivati in altri territori in cui analoghe iniziative sono già in atto da anni, è stato presentato il team che ha realizzato il documento:  Società  Ingegneria  Pegaso e Sistema Ingegneria rispettivamente di Milano e Firenze e il team di base F V M ( Ing. S. V. Russo, ing. G. Carboni, Arch. G. Palma, geom. M. Vimini, ed altri, guidati dal presidente FVM   dott. Carlo Bellagamba. Il Team si è avvalso inoltre della professionalità ed esperienza del Prof. G. Bariletti – UTP Lazio esperto in Economia dei Trasporti e collaboratore della Regione Lazio in questo campo.

Gli elementi salienti del nuovo progetto di ripristino sono la valorizzazione integrata del territorio mediante l’utilizzo di 7 stazioni e ulteriori 7 fermate con una flessibilità spinta sia verso il trasporto puro e semplice che verso l’utilizzo a fini turistici. Verrà sostituito l’intero armamento ferroviario, ristrutturate le 7 stazioni e verranno create le necessarie infrastrutture minori per le fermate turistiche (es. agli scavi romani di Fossombrone e alle Marmitte dei Giganti). Secondo i canoni moderni di progettazione si è teso a ridurre per quanto possibile i passaggi a livello che sono passati da 55 a 21 superando soprattutto i problemi in uscita da Fano. Con una velocità di punta di 125 km all’ora fino a Fossombrone, l’intera tratta può essere percorsa in meno di un’ora. I costi complessivi ammontano a 86.747.000  € , al netto Iva, è previsto un viadotto per superare le arterie principali di Fano il cui costo è calcolato in 18 milioni di €.

Il prof. Bariletti nel suo intervento ha messo in evidenza che tale cifra di investimento corrisponde a quanto le FS ( e quindi Stato e Regione) non ha speso per il servizio su gomma sostitutivo per i circa 30 di esclusione dal territorio dal godimento indispensabile del bene ferrovia  (circa 64 milioni di € attualizzati) e per i mancati contributi di mantenimento della infrastruttura sospesa dal 1987, incamerati per  altri scopi (circa 16,5 milioni di €). Dall’analisi dei costi di produzione e delle relative fonti di approvvigionamento economico per il nuovo esercizio ferroviario sulla Fano Urbino risulta che i parametri di efficienza d’esercizio fissati dal D.Lgs 422/97 (35%)  sono pienamente soddisfatti  attestandosi dal 53% al 71%: un dato da metropolitana FS.  Per non parlare poi di quanto si risparmierebbe in minori manutenzioni stradali, risparmi sulla spesa sanitaria e oneri infortunistici. Bisogna altresì evidenziare che con questo ripristino si rende disponibile più modernamente tutto il patrimonio culturale costituito dalla Città di Urbino,  di Fano e dei paesi di tutta la Vallata del Metauro.  Sembra quasi un buon auspicio il contemporaneo evento di Siena, sulla Ferrovia della Val D’Orcia, dove il Ministro Franceschini ha comunicato l’ingresso del Ministero dei Beni Culturali e Ambientali nella Fondazione FS, che ha il compito di «preservare, valorizzare e consegnare integro il patrimonio ferroviario italiano alle future generazioni»,  come ripreso dall’arch. Bottini presidente di CO. MO. DO. a conclusione del convegno.

Associazione Ferrovia Valle del Metauro

Da: www.occhioallanotizia del 13/4/2017

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«Uno Stato così lontano, così distratto»

Varotti  accusa: «Strade, Idrovie, infrastrutture in generale: nessun passo in avanti»

Da troppo tempo la nostra Provincia e, particolarmente il nostro entroterra, è stato emarginato – soprattutto per quanto concerne le infrastrutture necessarie allo sviluppo economico, al consolidamento dei flussi turistici che, particolarmente negli ultimi anni, stanno interessando i borghi e le città del Montefeltro, della Massa Trabaria, dell’Alta Valle del Metauro e del Foglia e del Cesano.
Sì, diciamolo con estrema franchezza. Siamo stati abbandonati dallo Stato.
E per alcuni aspetti, vedi la Ferrovia Fano-Urbino, la Ferrovia del Metauro, siamo stati capaci di farci male da soli, dichiarando inutile un tratto ferroviario che ora, dopo tanti anni, viene giustamente rivalutato come tratta nazionale di interesse turistico.
Sulla Fano-Grosseto – questo essenziale collegamento est-ovest che toglierebbe dall’isolamento l’intera Provincia, si sono scritte migliaia di pagine, di impegni, di iniziative politiche più o meno folkloristiche, di atti e dichiarazioni ministeriali.
Ora la Fano-Grosseto pare rientrata negli interventi infrastrutturali di interesse nazionale ma, ahimè, pare senza le risorse necessarie. Mentre per la Ferrovia – la cui utilità soprattutto sul fronte turistico e sulla sostenibilità ambientale dei trasporti ormai nessuno ha dei dubbi – dopo l’inserimento a livello nazionale tra le tratte ferroviarie da riattivare a scopo turistico e nonostante i ritardi locali (Fermignano) o i tentativi di deviazione (pista ciclabile). E’ giunta l’ora di passare dalle parole ai fatti. Servono chiarezza di interventi e soldi.
Il tempo delle chiacchiere e dei comunicati stampa è finito.

Da: Il Resto del Carlino del 21/4/2017

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Fano-Grosseto, Delrio: “Priorità, ma dopo la Quadrilatero di Ancona”. 114 milioni per la variante di Urbania

Il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio, a Pesaro

di GIOVANNI BRUSCIA

PESARO- La Fano-Grosseto è una “priorità infrastrutturale”, ma solo “dopo il completamento della Quadrilatero”. E’ l’annuncio del ministro dei Trasporti e delle infrastrutture Graziano Delrio, intervenuto nel pomeriggio di venerdì 21 aprile nel salone Metaurense della Prefettura a Pesaro per una visita istituzionale sul tema “Le infrastrutture nel nord delle Marche”. All’incontro hanno partecipato il prefetto Luigi Pizzi, il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli e numerosi sindaci della provincia, tra cui il primo cittadino del capoluogo Matteo Ricci e il sindaco di Urbino Maurizio Gambini. Tra i due, al termine dell’incontro, è nato un battibecco dovuto a diversità di vedute sulle parole del ministro.

La Quadrilatero è l’infrastruttura più importante e prioritaria (sistema di collegamento viario i cui tratti principali sono la Foligno- Civitanova Marche e l’asse Perugia-Ancona, ndr) , poiché, come ha detto Delrio “collega il centro dell’Italia con la costa adriatica lungo la direttrice est-ovest”. Il sindaco di Pesaro Matteo Ricci in precedenza aveva detto che la Fano-Grosseto è “un’arteria in grado di collegare il nord della regione con Umbria e Toscana. Va completata e collegata alla E45. Purtroppo è ancora oggi una delle più grandi incompiute italiane”. Attende infatti il completamento da oltre 25 anni.

L’ex sindaco di Reggio Emilia ha poi annunciato : “Abbiamo già stanziato 114 milioni di euro per la variante (alla Fano-Grosseto, ndr). Il provvedimento è già stato pubblicato”, 40 milioni verranno destinati alla E78 nella zona di Mercatello sul Metauro per l’adeguamento est-ovest. Altri 60 milioni di euro verranno spesi per consentire il collegamento tra questo tratto e la galleria della Guinza (tunnel di sei chilometri iniziato nel 1989 e non ancora completato), “su cui Anas sta lavorando con grande intensità”. La menzione di Urbania e non di Urbino ha però fatto scattare il disappunto del sindaco Gambini, che ha poi parlato al telefono, come riporta il Resto del Carlino, con il ministro per un chiarimento.

Il presidente della provincia Tagliolini ha ribadito al ministro la richiesta dei sindaci : le strade ora provinciali e un tempo di competenza dell’Anas devono tornare di competenza statale. Sono la Flaminia, la Contessa, l’Urbinate, la Cesanense e la pedemontana nel tratto compreso tra i comuni di Sant’Angelo in Vado e Lunano . Delrio si è detto favorevole: “Le richieste dei sindaci saranno assolutamente prese in considerazione, a partire dalla provinciale Fogliense e dalla Metaurense “.

Il presidente dell’ente ha richiesto anche tempi accettabili e risorse certe per la realizzazione dei lavori. “E’ necessario investire ulteriormente sulla manutenzione delle strade e soprattutto dei ponti e dei viadotti” (un esempio è il Ponte dei Conciatori nel comune di Urbania, ancora in fase di ripristino e miglioramento).

Sul tema della manutenzione (anche in riferimento ai recenti casi di ponti crollati) Delrio ha dichiarato: “Il Paese non ha investito a sufficienza nella cura della viabilità. Questo perché in passato c’è stata una mancanza da parte della politica nel considerare la manutenzione un fattore di rilevanza strategica. Per me questo invece è un aspetto fondamentale per lo sviluppo ed è necessaria una attenta programmazione”.

Luca Ceriscioli, presidente della regione, ha evidenziato come “se avessimo la bacchetta magica oggi le Marche avrebbero subito delle strade più percorribili dalla costa all’interno. Per il nord delle Marche abbiamo bisogno di risposte concrete e le buone intenzioni devono diventare fatti reali”. Durante l’incontro non è stato fatto alcun accenno alla annosa questione della ferrovia Fano-Urbino, oggetto di proposte, discussioni e polemiche da molti anni. In Parlamento è approdata una legge per la riattivazione ma su questo il ministro non ha voluto rispondere: ” E’ di competenza regionale e non nostra”.

Da: Il Ducato del 22/4/2017

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GAMBINI: “AMMINISTRATORI IMBROGLIONI”. RICCI: “BEDA GI'”. SCONTRO TRA I SINDACI DOPO L’INCONTRO CON DELRIO

di ELISABETTA BARBADORO

PESARO  –  “Amministratori imbroglioni” ha chiosato con queste parole il sindaco di Urbino Maurizio Gambini uscendo dall’incontro col ministro dei trasporti Graziano Del Rio a Pesaro su “Le infrastrutture nel nord delle Marche” nel salone Metaurense della Prefettura. Con risposta tutta pesarese del collega della costa: “Beda gi” (in dialetto: “lascia perdere”).

Lo scambio al vetriolo è avvenuto alla fine del convegno, dopo che il primo cittadino della città ducale si era alzato indignato, senza applaudire e ha imboccato l’uscita rimproverando scarsa attenzione ad alcune questioni che riguardano le infrastrutture di collegamento alla città ducale. Gambini ha percorso il corridoio a fianco del sindaco di Pesaro, Matteo Ricci, cercando di turbare il suo entusiasmo e motivando il suo dissenso nei confronti del discorso del ministro: “Non hanno parlato della Montelabbatese”. A questo rimprovero Ricci ha risposto prontamente: “È inclusa nel piano della Fogliense”. Il collega, zittito, ha rilanciato: “Ha nominato Urbania e non Urbino”, e il sindaco Pd: “Eddai, Maurizio, non puoi prendertela perché non ha parlato di Canavaccio”. Un appunto sigillato dal pesarese con l’esortazione vernacolare: “Beda gi'” (“lascia perdere”, ndr). La replica piccata di Gambini non si è fatta attendere: “Matteo, a me ‘beda gi’ ‘ non me lo dici”. Così, usciti dal palazzo della Prefettura, le loro strade si sono divise.

Da: Il Ducato del 21/4/2017

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Novità sulla Fano-Urbino? Eccome!

CI SONO novità sulla ferrovia Fano- Urbino? Esclu­de che avrà un futuro? A questa domanda precisa dei cronisti l’altroieri il ministro Delrio ha risposto - forse sovrapensiero - che la Orte-Falconara è «garantita e avrà finanziamenti garantiti anche nei prossimi anni perché il governo la assume come priorità». Ma la Fano-Urbino? Il ministro, incalzato, cade dalle nuvole e dice che i fondi alla Orte-Falconara sono concordati con la Regione. Dunque, al di là dei proclami, ora si sa cosa chiede la Regione al governo. La Orte-Falconara.

Da: Il Resto del Carlino del 23/4/2017

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FERROVIA FANO-URBINO

Ferrovie turistiche, l'iter della legge prosegue

Nel mese di Aprile si sono svolti due convegni sulle ferrovie turistiche: a Roma presso il  Ministero dei Trasporti e a Bologna presso la Direzione Territoriale Produzione di RFI. L’Associazione FVM, invitata, ha partecipato  ad entrambi gli appuntamenti.

LE FERROVIE TURISTICHE OCCASIONE DI SVILUPPO

Al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, lo scorso 12 aprile, si è svolto il convegno: "Ferrovie turistiche e cultura ferroviaria: un’occasione di sviluppo", fortemente voluto dal Viceministro delle Infrastrutture Riccardo Nencini. Al convegno si è avuto modo di apprendere quale sarà lo sviluppo futuro della legge sulle ferrovie turistiche grazie alla presenza di politici quali l'onorevole Maria Iacono (PD) prima firmataria e promotrice della Proposta di Legge, l'onorevole Romina Mura (PD) relatrice alla Camera del Deputati, l’onorevole Dorina Bianchi (NCD) Sottosegretario di Stato al Ministero dei beni, delle attività culturali e del turismo ed ovviamente il senatore Riccardo Nencini (PSI). Al convegno si è avuto modo di apprendere quale sarà lo sviluppo futuro della legge sulle ferrovie turistiche grazie alla presenza diversi politici tra i quali Maria Iacono del Partito Democratico prima firmataria e promotrice della Proposta di Legge. Il disegno di legge sulle ferrovie turistiche, si è detto, diventerà legge entro questa legislatura. La scelta di non inserire coperture finanziare, in questa fase, è necessariamente voluta per accelerare l'iter di approvazione. I finanziamenti necessari alla manutenzione e agli investimenti verranno trovati in seguito, probabilmente attraverso una percentuale dedicata sul Contratto  di Servizio o sul Contratto di Programma tra Stato e Società concessionarie delle reti. Con una legge approvata, si potrà cominciare a lavorare anche sui decreti attuativi essendoci diverse tipologie di linee su cui vigerà un differente utilizzo turistico, singolo o combinato: treni per trasporto pubblico e treni turistici, treni turistici, treni turistici e velorail,  velorail.  In virtù degli indirizzi del parlamento - sostengono dall'Associazione FVM -  sembrerebbe decisamente inopportuno e insensato, dopo 30 anni di completa indifferenza, che la Regione Marche e i  comuni della Valle del Metauro  vogliano occuparsi della ferrovia Fano Urbino con decisioni avventate, che potrebbero causare solo conflitti tra gli stakeholders e problemi di competenze e regolamentari ed assumersi  inutili spese e responsabilità.

CANTAMESSA (FERROVIE): IL RIPRISTINO DELLA FANO-URBINO OLTRE LA FERROVIA TURISTICA

Al convegno erano presenti inoltre diversi  importanti esponenti del mondo ferroviario: la Presidente di RFI Claudia Cattani, il Direttore di Fondazione FS Luigi Cantamessa, il Direttore di ANSF (sicurezza ferroviaria) Amedeo Gargiulo e altri.  Sulla ferrovia Fano-Urbino Cantamessa ha fatto  notare che servirebbe una valutazione approfondita: non bisognerebbe etichettarla ferrovia turistica, perché il ripristino anche come trasporto pubblico "potrebbe dare al Paese di più”. La legge sulle ferrovie turistiche non può imbrigliarla, sine die, solo in quel ruolo, pur funzionando da indispensabile motore di sviluppo e volano per il suo ripristino.

IL VELO-RAIL A PEDALATA NATURALE

L'altro appuntamento si è invece svolto il 20 aprile scorso alla direzione RFI di Bologna organizzato dal CIFI (Collegio degli Ingegneri Ferroviari) con il titolo: “Le ferrovie turistiche come possibile reimpiego delle linee dismesse o in dismissione situale in aree di pregio naturalistico o archeologico”. Oltre a ribadire le importanti opportunità offerte ai territori interessati dall’approvazione  della legge sulle ferrovie turistiche è stato presentalo un velorail a pedalata naturale e/o  assistita in grado di percorrere in sicurezza le linee ferroviarie in pianura.

IL SILENZIO DEGLI AMMINISTRATORI

Per concludere - affermano dall’Associazione FVM -  non possiamo che registrare l'enorme interesse che le linee ferroviarie, anche se non utilizzate, suscitano su scala nazionale. Ringraziamo quindi le Onorevoli Iacono e Mura, siciliana e sarda rispettivamente, le quali da inizio legislatura lottano per portare a compimento una legge per creare sviluppo ed occupazione nei loro territori (e non solo in quelli) mentre dobbiamo prendere atto, con rammarico, che i parlamentari marchigiani invece brillano per il loro assordante silenzio sul problema, o peggio nel caso di certi amministratori locati, per una continua e reiterata opera di boicottaggio e distruzione che costringe tutti quelli che hanno a cuore la Ferrovia Fano Urbino ad un'incessante opera di difesa.

Da: Il Giornale del Metauro n. 179, Aprile 2017

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Il movimento Fossombrone a difesa della vecchia ferrovia critico sull'Idea di Andrea Biancanl

Fano-Urbino: “Assurda una pista ciclabile a fianco”

Evangelisti: "Chi autorizzerebbe la circolazione di un treno sapendo che potrebbero esserci ciclisti sul tracciato?"

Alla Camera dei Deputati è stato approvato il progetto di legge che prevede la riattivazione a scopi prevalentemente turistici di diciassette tratte ferroviarie dismesse, fra cui la Fano -Fossombrone - Urbino.  Sulla scia... “E' nato il movimento Fossombrone in difesa della ferrovia - spiega Amedeo Evangelisti aggiungendo - purtroppo attorno alla nostra ferrovia si è scatenata una ridda di fantasiose ipotesi di utilizzazione, alimentate dalla mutevole posizione dei politici locali, nonostante le favorevoli intenzioni del Parlamento”. II nodo è dato dalla pista ciclabile. “Nel 2009  l’allora presidente della Provincia Matteo Ricci  chiese al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasponi la dismissione della tratta, che risultava, fino allora, soltanto sospesa all'esercizio. Ricci proponeva la costruzione di una pista ciclabile sopra i binari. Oggi Andrea Biancani, presidente della III commissione consiliare Governo del Territorio della Regione Marche, sostiene la possibilità di realizzare la pista ciclabile a fianco dei binari, cosa che, a suo avviso, non precluderebbe la riattivazione della linea ferroviaria. Il semplice buon senso ci dice che ciò è assolutamente incompatibile. Chi mai avrebbe il coraggio di pedalare a fianco di un treno in corsa? Chi autorizzerebbe la circolazione di un treno sapendo che potrebbero esserci ciclisti sul tracciato? Ma soprattutto, chi si assumerebbe la responsabilità di collaudare la pista ciclabile e ferrovia assieme? Si può pensare di utilizzare la tratta a giorni alterni trenobici come propone Biancani? Si dovrebbe forse recintare l'intero percorso? Assurdo vista anche la presenza di numerose strade che attraversano i binari. Come superare gli ostacoli rappresentati da viadotti e gallerie? Si vogliono prevedere lavori di allargamento di queste strutture? Da Fano ad Urbino esistono percorsi alternativi per una pista ciclabile assai più interessanti dal punto di vista paesaggistico, in special modo nel tratto Fano-Fossombrone, il cui riprìstino costerebbe molto meno di una ciclabile realizzata ex novo sulla ferrovia o in adiacenza ad essa. I nostri politici hanno mai preso in considerazione una verifica seria di questa possibilità?”.  Lo smaltimento delle traverse ferroviarie “materiale altamente inquinante ha un costo di circa 10 milioni di euro.  Biancani ha riferito al sottoscrìtto che probabilmente una ditta smaltirebbe tale materiale ‘gratuitamente‘ ma cosa chiede in cambio? L'utilizzo dell'intera struttura? E per fame cosa?  Il valore dell'attuale struttura ferroviaria è di circa 500 milioni di euro, la vogliamo distruggere per gli interessi privati di qualcuno? Purtroppo alcuni politici locali hanno accettato scelte imposte dal loro partito, essi non amano il territorio che rappresentano, e quindi non si preoccupano di impoverirlo, distruggendo le strutture esistenti come la ferrovia. Se la ciclabile verrà realizzata, la ferrovia non verrà mai più riattivata, nonostante tutte le dichiarazioni di facciata che periodicamente leggiamo sui giornali. In compenso sarà spianata la via alla costruzione di opere diverse, come ad esempio un acquedotto a servizio della costa, con buona pace dell’entroterra provinciale, e di tutti i discorsi sulla protezione dell'ambiente”.

Roberto Giungi

 Da: Flaminia e dintorni n. 25,  Maggio 2017

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Vetture d’epoca per trasportare i visitatori sulla tratta dismessa Fabriano-Sassoferrato-Pergola

Dal treno a vapore una spinta al turismo
Itinerari lungo la ferrovia abbandonata

IL PROGETTO

FABRIANO.  II turismo viaggia sulle rotaie. Con un progetto ambizioso, certamente, ma anche con la consapevolezza che in una fase di notevole difficoltà economica che dura da anni, si deve pensare in grande per il ri­lancio del vasto comprensorio montano. Stiamo parlando dell'azione finalizzata al poten­ziamento delle modalità di ac­cesso alle bellezze naturalisti­che e storico-artistiche del no­stro territorio, che vede il Comu­ne di Fabriano in prima linea. Uno degli obiettivi è quello di far inserire la linea ferroviaria Fabriano-Sassoferrato-Pergola nel disegno di legge che intende trasformare le tratte storiche soppresse o sospese in  linee turi­stiche. Un altro, strettamente collegato al precedente, è quello relativo alla realizzazione del Museo della Vaporiera all’inter­no di alcuni locali assai spaziosi e attualmente inutilizzati, situati all’interno della stazione ferro­viaria.

Il disegno di legge

“È stato già approvato l'ordine del giorno per l’istituzione del Museo della Vaporiera - spiega Giancarlo Bonafoni, consigliere comunale di maggioranza e presidente del Dopolavoro ferrovia­rio di Fabriano - e per l'utilizzo della linea Fabriano-Pergola per treni turistici e d'epoca. Proprio riguardo a questo se­condo punto l’onorevole Romi­na Mura si è impegnata a esaminare la questione per aggiungere questa tratta ferroviaria alle 18 già inserite nel disegno di leg­ge che è stato approvato alla Ca­mera dei deputati lo scorso 24 gennaio”. Come dire che l’iter burocratico-istituzionale è stato avviato e che adesso è necessario proce­dere con determinazione per dare concretezza a un progetto che,  considerato nel suo com­plesso, potrebbe davvero contri­buire ad agevolare lo sviluppo turistico dell'estremo entroter­ra anconetano e non solo. “Il Museo della Vaporiera non sa­rebbe una struttura statica, bensì dinamica - sottolinea Bonafoni - perché la storica locomotiva si muoverebbe lungo la linea Fabriano-Sassoferrato-Pergola, chiusa al traffico ferroviario dal novembre 2013, magari con vet­ture d'epoca al traino, traspor­tando i visitatori del museo stes­so". In sostanza, i treni rievocati­vi e turistici non impatterebbe­ro con il normale transito ferro­viario trattandosi In questo ca­so di uso esclusivo della linea.

Da Sentinum alle Grotte

“Questi treni d'epoca - osserva il presidente del Dlf - coinvolge­rebbero un vasto comprensorio ricco di rarità ed eccellenze: l'an­tica Sentinum, le Grotte di Fra­sassi, l’abbazia di Fonte Avelllana, il musco della Miniera di Ca Bernardi, i Bronzi dorati di Per­gola, le strutture museali fabrianesi (il Musco della Carta e della Filigrana, in primis), il teatro Gentile, ma anche le vicine loca­lità umbre, come Gubbio e Assi­si".  Di qui l'importanza di un Museo della Vaporiera, per ospi­tare il quale sono stati individua­ti l'ex Deposito locomotive e l'of­ficina riparazioni annesso, at­tualmente inutilizzati. “Stiamo parlando di locali ormai vuoti e di grandi dimensioni - aggiunge Bonafoni - che si prestano mol­to bene per accogliere il museo che abbiamo in mente. Per altro, sono locali conservati in otti­mo stato, parte del quali potrebbero ospitare la struttura museale, mentre un'altra parte (aree esterne incluse) verrebbe utilizzata per studi e progetti universitari a beneficio della collettività e del territorio”.

Aminto Camilli.

Da: Corriere Adriatico del 5/5/2017

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Pista ciclabile lungo l’Adriatico, sinergia Regione e Federazione Italiana Amici della Bicicletta

Piena sintonia tra Regione Marche e FIAB, la Federazione Italiana Amici della Bicicletta. Un protocollo d’intesa è stato firmato lo scorso lunedì dalla vicepresidente regionale Anna Casini e dalla presidente nazionale della FIAB Giulietta Pagliaccio per fare sinergia e favorire la realizzazione di una pista ciclabile lungo l’Adriatico, parte integrante di un corridoio costiero che vuole congiungere  l’Italia dal Friuli alla Puglia.Con questo documento, già sottoscritto da altre Regioni e all’attenzione di altre, sarà più facile ottenere finanziamenti statali all’interno di un progetto che già esiste, il “Bicitalia n. 6”, realizzato da FIAB su bando del Ministero Ambiente. Oramai le grandi Ciclovie hanno la stessa dignità di porti, ferrovie ed autostrade per la loro enorme valenza urbanistica, sociale ed economica, visto che le due ruote muovono decine di miliardi l’anno direttamente o indirettamente e possono godere di finanziamenti nazionali ed europei. E bisognerebbe chiedersi, come ha giustamente evidenziato il ministro Delrio, non “quanto costano”  ma “quanto costa non farle”  sul piano della sicurezza, della sanità, della qualità della vita e di un corretto sviluppo economico. La Ciclovia adriatica rappresenta l’arteria da cui partire verso l’interno collinare  sfruttando percorsi che nelle Marche sono naturalmente già predisposti “a pettine” lungo gli argini dei fiumi e le ferrovie dismesse. Le piste ciclabili rappresentano un’occasione imperdibile per riqualificare il territorio, favorire il cicloturismo ma soprattutto recuperare il ritardo tecnologico grazie alla possibile posa contestuale della banda ultralarga (purtroppo ancora una rarità in Italia) alla quale sono interessate aziende pubbliche e private; da non trascurare poi, per la loro pavimentazione, il riciclaggio di gomma ricavata da pneumatici fuori uso, con indubbi vantaggi per l’ambiente. Ora, anche grazie alla sottoscrizione di questo protocollo d’intesa,  è più facile fare sinergia per realizzare infrastrutture ciclabili che hanno il sostegno convinto non solo di FIAB ma anche di chi governa a livello nazionale, regionale e locale.

FIAB Marche

Da: Flamina e dintorni del 9/5/2017

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Fano-Urbino, ecco quanto costa

Per poter riattivare la tratta dismessa è necessaria una cifra tra i 120 e i 140 milioni di euro , Va poi approvata la norma sulle ferrovie turistiche. Resta in piedi l’opzione della ciclabile

LA LINEA       

PESARO “Un tram che si chiama desiderio” era il celebre film di Glenn Jordan. “Un treno che sembra un sogno” potrebbe essere il titolo della vicenda della Fano-Urbino. La ferrovia dismessa nel lontano 1987 e di cui Ferrovie dello Stato si disferebbe volentieri ma che agita ancora i sogni di volenterosi comitati c amministratori locali. La Fano-Urbino si estende per 48,7 chilometri in un tratto che tocca 7 Comuni (Fano. Cartoceto. Colli al Metauro, Fossombrone, Fermignano. Montefelcino e Urbino). La linea ferroviaria, costruita a metà ‘800 come linea alternativa a quella che corre lungo la fascia costiera per sfuggire ai bombardamenti navali, era già stata chiusa nel 1933 per poi essere riaperta 6 anni più tardi.

Gli studi

Gli studi commissionati in questi anni hanno stimato una perdita annuale nella gestione della tratta di circa 1,2 miliardi di lire ossia circa 600 mila euro. I biglietti staccati mediamente ogni giorno, senza tenere conto degli abbonamenti, erano 16.  I tecnici della Svim che,  per conto della Regione, hanno portato avanti studi di fattibilità del progetto di riattivazione della linea hanno stimato che per ripristinare la Fano-Urbino occorrerebbero tra i 120 ed i 140 milioni di euro. Tra cui una trentina per il rifacimento dell'armamento (binari e traversine), una quarantina per “aggirare” i 40 passaggi a livello su cui prima passava il treno ed un'altra decina per l'elettrificazione. I costi di gestione stimati si aggirano invece intorno ai 10 milioni di euro all'anno. La Regione è riuscita a convincere Fs a non vendere a privati la tratta ferroviaria evitando così la frammentazione.

Due strade

Al momento le strade in piedi sono due: il trenino turistico o la pista ciclabile. «In questi giorni, stiamo effettuando i rilievi con il drone per costituire una base cartografica in base alla quale capire fino a dove si estende la proprietà di Ferrovie dello Stato lungo i quasi 50 chilometri e poi valuteremo le ipotesi progettuali - spiega il consigliere regionale Andrea Biancani (Pd) - L'unica strada per riattivare la linea ferroviaria è quella che prevede l'approvazione al Senato, dopo  aver già ottenuto il via libera alla Camera, della legge che individua la Fano-Urbino tra gli itinerari turistici strategici. Solo lo  Stato può farsi carico di riattivare la linea ferroviaria: un costo che anche solo per finalità turistiche, è stimato intorno ai 50 milioni di euro».

La pista     

L’altra ipotesi è quella di un percorso ciclo-pedonale. Costo? Più o meno10 milioni di euro.  Senza contare l’acquisto del sedime ferroviario che si estende da Fano a Urbino per cui Fs aveva chiesto 4,5 milioni di euro.  Esiste però una controstima della Provincia che parlava di 2 milioni. «Un percorso che avrebbe una triplice valenza - spiega il coordinatore regionale della Federazione amici della bicicletta (Fiab) Enrico Tosi, di Fano - Mobilità sostenibile perché potrebbe connettere quartieri e Comuni limitrofi, turistica perché il cicloturismo muove migliaia di persone ed infine, di infrastrutturazione digitale. Sotto il sedime ferroviario possono scorrere i sottoservizi a cominciare dalla banda ultra-larga».

Luca Fabbri

Da: Corriere Adriatico del 10/5/2017

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FERROVIA FANO URBINO -  LA PROPOSTA DI FIAB MARCHE

Una via per le biciclette e per la banda ultralarga

E’ comprensibile l’attaccamento ad una ferrovia che da un secolo caratterizza la valle del Metauro; ed ha ragione chi dice che non potrebbero coesistere treno e ciclabile. Ma soprattutto per un motivo: la ferrovia eventualmente ripristinata sarebbe “nuova” e come tale dovrebbe rispettare le norme di sicurezza che oggi non consentono più come una volta ai treni di passare “a raso” tra le case; dovrebbero quindi passare sopra o sotto le numerosissime strade intercettate con effetto “montagne russe” o trovare un’altra sede anche per enormi problemi urbanistici, sociali ed economici già documentati da uno studio commissionato e pagato dagli Enti pubblici. Ciò nonostante, si continua a dire che questo treno arriverà: per motivi elettoralistici, per interessi mediatici, economici, o per la fiducia in una “cura del ferro” che, in questo caso, può avere effetti controproducenti. Infatti  è noto che la Fano Urbino da decenni non interessa né alle Ferrovie né ai Ministeri; la Regione di recente ha respinto la richiesta di revoca della sua dismissione; lo sanno bene tutti gli amministratori locali, anche se talora devono fare i “difensori d’ufficio” di un’ipotesi ferroviaria che non sta in piedi.

Ora qualcuno spera in una legge sulle ferrovie storiche che comunque presuppone la revoca (richiesta da chi?) della dismissione; inoltre, eventuali risorse (da sottrarre ai bilanci regionali e a una rete ferroviaria in cattiva salute) andrebbero distribuite su ben 18 linee, e quelle dismesse come la Fano Urbino non sarebbero le prime.  Insomma, un’impresa titanica, per non dire impossibile, forse realizzabile in un lontano futuro, se convenisse investire centinaia di milioni (non certo alcune decine) per una linea senza sbocchi verso l’interno.

E nel frattempo? Lasciamo in degrado un bene pubblico e non lo usiamo a beneficio della collettività?  La soluzione c’è: una pista ciclopedonale sicura ed ecologica, contemporaneamente anche parco pubblico che valorizza gli immobili confinanti ma soprattutto sede per vari sottoservizi che la moderna tecnologia consente di far coesistere nella massima sicurezza; tra questi soprattutto la banda ULTRALARGA, purtroppo ancora una rarità in Italia, che farebbe schizzare in alto lo sviluppo economico della vallata in un mondo molto competitivo, compreso quello universitario che soffre per inadeguati collegamenti Internet.

Questa via verde e tecnologica serve anche per attirare il flusso cicloturistico in un territorio ricco di risorse culturali, naturali, enogastronomiche, ecc. che interessano milioni di stranieri e possono generare un indotto economico notevolissimo, come per esempio  avviene a Gabicce dove in una settimana, fuori stagione arrivano tanti  turisti sulle due ruote; oltretutto, nella valle del Metauro una Fano - Grosseto ciclabile è già prevista da “BicItalia”, il progetto realizzato da FIAB su bando del Ministero dell’Ambiente.

Oggi, occorrono decine di permessi, e quindi lungaggini burocratiche, per scavare una traccia per i sottoservizi; tra Fano e Urbino il problema non esiste perché sono disponibili circa 50 km senza sostanziali interruzioni; un vero patrimonio che può avviare grandi investimenti pubblici e privati. Il tutto in poco tempo e a basso costo, come confermeranno le verifiche in corso, perché, tra l’altro, per un parco-pista ciclabile non occorre spendere milioni per disboscare completamente il tracciato né eliminare traversine e binari che esperti in materia ferroviaria ritengono integri e quindi riutilizzabili; inoltre, è già all’attenzione dei progettisti una pavimentazione con materiali innovativi, anche di riciclo, facilmente asportabile in caso di necessità; e ci sarebbe pure lo spazio esclusivo per una navetta, anche su ferro, tra Fermignano e Urbino, magari  con una stazione per la sede universitaria della SoGeSta e in grado di portare le persone almeno ai piedi dei Torricini.

Vogliamo “meditare” per altri 30 anni prima di decidere cosa fare?

FIAB Marche

Da: Il Giornale del Metauro n. 180,  Maggio 2017

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FERROVIA FANO-URBINO

L'ASSOCIAZIONE FERROVIA VALLE DEL METAURO REPLICA ALLA FIAB-MARCHE

«Finché non si trasforma in "altro" la ferrovia rimane ferrovia!»

Il motivo del singolare quanto incredibile articolo a nome FIAB Marche sulla ferrovia Fano Urbino va ricercato  esclusivamente nella sua componente fanese in quanto auspica la sua trasformazione in pista ciclabile con  totale e sospetta indifferenza al fatto che il Disegno di Legge sulle ferrovie turistiche (approvata alla Camera dei deputati il 24 gennaio scorso) l'ha inserita come ferrovia da salvaguardare e recuperare.

UNA LINEA CHE "FA GOLA"

Se in questi anni sì è prodotto uno sterile ed inutile  dibattito assieme ad una ridicola e dannosa contrapposizione tra treno e biciclette è stato esclusivamente a causa loro. A nulla sono serviti, in tutti questi anni, decine di convegni, progetti, proposte e programmi su come si può integrare e far funzionare una ferrovia con una rete di percorsi ciclabili  nella Valle del Metauro con il prevedibile risultato di ottenere benefici altamente positivi per il territorio. L’associazione ciclistica fanese nonché l’attuale coordinatore regionale FIAB Marche hanno sempre negato tale possibilità senza una credibile e tecnicamente valida motivazione. Parimenti “unico”, nel panorama nazionale, è stato l’atteggiamento della politica provinciale (gestione Matteo Ricci) e locale che piuttosto di adoperarsi ad una collaborazione per realizzare un progetto capace di guardare lontano nel futuro ed offrire al territorio le migliori possibilità di sviluppo, ha preferito ascoltare le voci di chi proponeva una scelta al ribasso: un percorso facile e comodo quanto banale e di dubbia utilità.  Con il tempo, poi. sono emersi per bocca delle stesse fonti di governo locale, rivelazioni su interessi che non sono certamente quelli legati alla mobilità bensì ad aziende e multiutility alle quali un percorso unitario da Fano a Fermignano, qual è  la Metaurense, fa molto gola.

LA QUESTION E SICUREZZA

L’apoteosi  FIAB-Marche la raggiunge quando esclude perentoriamente la possibilità di riattivazione ferroviaria  perché le attuali norme di sicurezza lo impediscono, a loro dire, tassativamente. Secondo tali “esperti” la IX Commissione Trasporti  alla Camera ha prodotto un Disegno di  Legge senza i dovuti requisiti e pertanto inutile, affermando così, che i Tecnici del Ministero dei Trasporti  e dell’Agenzia Nazionale per la Sicurezza Ferroviaria, collaboratori alla stesura del documento, sono degli incompetenti!

I SOLDI PER LA CICLABILE?

Con vero spirito civico, ci si preoccupa a dei finanziamenti perché essi verrebbero sottratti “ai bilanci regionali oppure ad una rete ferroviaria in cattiva salute”. Ci chiediamo: con  quali risorse si dovrebbe realizzare la ciclabile? Perché la Fiab-Marche non ha mai dichiaralo da quali fonti si dovrebbero reperire i finanziamenti per la ciclabile? Il costo ammonta, secondo quanto riportalo ultimamente dai quotidiani locali, a ben  10 milioni di euro più 4,5 milioni di spese per l'acquisizione del tracciato.  Quasi 15 milioni di euro per andare in bicicletta ci sembrano veramente troppi. Per di più se a pagare fosse la Regione saremmo di fronte ad un vero scandalo.

IL BILANCIO DELLE FERROVIE

Per quanto riguarda la  “rete ferroviaria in cattiva salute” cioè le FS, basta ricercare  sul web il bilancio 2016 di FS Holding; con un risultato netto di 772  milioni di euro si è stabilito un record economico, confermando  il trend positivo degli ultimi anni con buona pace sullo stato di salute dell’Azienda.

FERROVIE E TURISMO

Il Disegno di Legge  sulle Ferrovie Turistiche, che auspichiamo si trasformi presto in Legge delle Stato con l’approvazione al Senato,  si propone di recuperare il grave distacco tra Italia e le altre nazioni europee con la creazione di linee ferroviarie dedicate, mediante condizioni economiche e normative in grado da rendere sostenibile questo  tipo di turismo e porre  fine finalmente all'emorragia di linee ferroviarie troppo frettolosamente chiuse o trasformate in piste ciclabili o strade.  Il tempo, sempre galantuomo, ha dimostralo che tale scelta è stata un gravissimo errore. Ne sono grandi esempi la Ferrovia della Val Gardena, la Ferrovia Dobbiaco-Cortina-Calalzo, sulle quali si studiano soluzioni di riattivazione, ed il nuovo, grande collegamento tra le Ferrovie Retiche svìzzere, il Trentino ed il Veneto!

LE RISORSE ECONOMICHE

Riguardo le risorse  economiche per la riattivazione  turistica della ferrovia Fano Urbino, la stessa legge  contempla sia l’uso dei treni storici che quello dei ferrocicli o draisine a pedali.  In questo caso i costi sono di gran lunga inferiori  a quelli per l’uso “normale” con la riduzione da qualche decina  ad alcuni milioni di euro.  La cosa più importante è che, in tal modo, il tracciato venga salvaguardato e non distrutto.  La riattivazione per il  consueto traporto pubblico e/o turistico sarà sempre possibile, ed avverrà non appena  avremo una classe politica locale e regionale che, sapendo cogliere la straordinaria occasione offerta dallo Stato, sapientemente e con senso di responsabilità  si impegnerà per l’obiettivo. Da ultimo teniamo a dire alla FIAB Marche che ‘‘dismissione“ significa che il Concessionario (cioè RFI-FS) non ha più, tra i tanti obblighi, quello di garantire la costante manutenzione e la piena utilizzabilità della linea. Questo non significa che la ferrovia Fano-Urbino sia già diventata  una ciclabile o qualcos'altro. Finché non sì trasforma in “altro" la ferrovia rimane ferrovia!

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Lettere dai lettori 1

UNIRE L'ADRIATICO AL TIRRENO Una proposta futuristica partendo dalla Fano-Urbino

Carlo  De Fonzo, ferroviere in pensione, classe 1926, lancia una proposta- «Per rendere interessante ed efficiente la linea Fano- Urbino per il turismo ed il commercio occorre collegarla con la costa tirrenica, fino a Grosseto, ciò che viene richiesto anche dal punto di vista stradale». De Fonzo ipotizza che, dopo aver ripristinalo la Fano-Urbino si potrebbe realizzare il tratto ferroviario mancante fino ad Arezzo lungo la valle del Metauro: «da Fermignano ad Urbanía, da lì a Sant'Angelo In Vado  e Mercatello sul Metauro Poi adiacente alla progettata strada che passa da Valbuona, Guinza,  Parnacciano fino a Colle Plinio. Si prosegue lungo la piana di Lama- Selcì- Monterchi. Infine lungo la valle del Cerfone adiacente alla statale 73 fino ad Arezzo per un totale di circa  100 km, certamente realizzando qualche galleria.  Da lì proseguendo per le linee esistenti: Arezzo-Chiusi (63 km), Chiusi- Siena (89 km) e Siena-Grosseto (102 km). Per un totale di circa 415 km. Un tracciato -  conclude il  sig. De Fonzo - fattibile anche per eventuali treni merci e che potrebbe essere percorso in quattro ore, risolvendo molti problemi delle regioni attraversate» .

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Lettere dai lettori 2

UNA STUDENTESSA  «Il vero tema è il trasporto pubblico»

«Sono una studentessa dell’Università di Urbino c vivo a Fano. Vorrei dire la mia in merito all'articolo della Fiab contro la ferrovia apparso sul numero 180.

Credo che il tema principale sia che tipo di trasporto pubblico vogliamo per la nostra valle per i prossimi decenni. Io credo che i cittadini e gli amministratori se lo debbano porre questo problema. Personalmente penso che una ferrovia consentirebbe di collegare i centri maggiori della valle e, da questi, i bus potrebbero essere potenziati per i centri collinari che sono pressoché morti. Prima di tutto per i cittadini che vi abitano e poi anche per il turismo che i nostri politici decantano tanto di voler valorizzare».

Da: Il Giornale del Metauro n. 181, Maggio 2017

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Molti pensano ancora che la bicicletta serva per il gioco dei bambini, escursioni domenicali, gare sportive, ecc; invece è soprattutto un mezzo di locomozione e la versione elettrica ne sta moltiplicando utilizzatori e raggio d’azione; ci sono incentivi in busta paga e coperture assicurative per infortunio per chi l’usa per andare al lavoro; inoltre, il recente DEF equipara le grandi ciclovie a porti, autostrade e ferrovie e sono disponibili finanziamenti di cui può fruire anche la ferrovia Fano Urbino se trasformata in pista ciclabile. Qualcuno però è ancora convinto che nella valle del Metauro sia possibile e convenga riportare il treno, nonostante il disinteresse più volte dimostrato dai Ministeri, dalle Ferrovie, dalla Regione Marche, il fallimento dei ricorsi contro la dismissione, motivi di sicurezza, enormi costi di ripristino e gestione, ecc.

Sembra eccessiva anche la fiducia nella legge sulle ferrovie storiche perché, tra le 18 (per ora) in lista, quelle dismesse come la Metaurense non sarebbero le prime; inoltre i finanziamenti vanno trovati nei bilanci regionali o nei contratti di servizio con le Ferrovie che continuano a tagliare corse e chiudere stazioni; in sostanza, è un’impresa forse realizzabile in un lontano futuro se convenisse investire centinaia (non decine) di milioni per una ferrovia il cui ruolo è già svolto, e in modo più capillare, dalle corriere.

Per questo la soluzione ideale di un problema trentennale è una pista ciclabile che, tra l’altro, al di sotto può conservare l’infrastruttura ferroviaria da alcuni ritenuta ancora “integra”, senza spendere milioni per smaltire binari e traversine e tagliare tantissimi alberi riutilizzabili come arredo vegetale.  Il progetto di pista ciclabile può arrivare presto, grazie a riprese aeree con droni e prevedere soluzioni  ambientalmente interessanti (es. pavimentazione che ricicla gomma dei pneumatici esausti); ha convinto numerose associazioni, tanti amministratori locali (anche qualcuno ufficialmente favorevole alla "cura del ferro") e tantissimi cittadini perchè una pista che aumenta sicurezza, vivibilità e valore immobiliare dei quartieri è certamente più apprezzabile rispetto a treni che sfiorano le case.  I costi della pista ciclabile sono molto contenuti perché massicciata, ponti e gallerie devono sostenere persone in bici e non treni in corsa: probabilmente appena una dozzina di milioni, compreso l’acquisto del sedime; una cifra oltretutto da considerare come un investimento perché ogni euro impiegato ha un ritorno economico moltiplicato decine di volte. E sarebbe nell’interesse di tutti se lungo i circa 50 km senza interruzioni e problemi di espropri, trovassero sede vari sottoservizi, in particolare collegamenti Internet ad alta velocità e capacità; in proposito, nel novembre 2015 un quotidiano nazionale riportava:  “INTERNET VELOCE, BUROCRAZIA LENTA - Per posare 10 chilometri di fibra servono 23 permessi: impossibile rispettare gli impegni per copertura della banda ultralarga per tutta la popolazione“.  Tra Fano e Urbino il problema non si pone e si è in piena sintonia con la Regione Marche che entro il 2018 vuole portare la BANDA ULTRALARGA nei distretti produttivi e nelle aree rurali per superare il divario digitale che penalizza soprattutto l’entroterra, dove Università e imprese fanno fatica a dialogare col mondo. Ma una pista ciclabile è molto di più:

- risparmi sanitari grazie ad attività fisica e meno incidenti;
- riduzione di inquinamento e congestione stradale;

- collegamenti ecologici e sicuri tra quartieri;
- parchi pubblici in spazi ora abbandonati;

- cicloturismo, che valorizza il territorio e muove miliardi di euro;
- inserimento della valle del Metauro in una rete ciclabile nazionale ed internazionale (cfr. www.bicitalia.org della FIAB);Toscana e Umbria, che hanno predisposto uno studio di fattibilità finanziaria da Grosseto a Gubbio, aspettano le Marche.

Infine, non è escluso che tra Fermignano e Urbino corra un treno o bus navetta, magari con fermata presso la sede universitaria SOGESTA.

Enrico Tosi, coordinatore FIAB Marche

Da: Flaminia e dintorni, Giugno 2017

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Sanità e ferrovia, subito al lavoro

Voglio essere un valore aggiunto  -  A Colli al Metauro è cominciata l’era Aguzzi. E dire che il neo sindaco non ha potuto nemmeno votare

…  Lavoro di squadra

“La mia proposta – prosegue -  è stata un valore aggiunto. La vittoria è il frutto di un lavoro di squadra. Basta vedere le preferenze individuali. A me quello che piace sottolineare è che abbiamo detto e messo in soffitta la vecchia maniera di fare politica”. Problemi urgentissimi  “sono quelli dei servizi sanitari. Lo confermiamo a viva voce. Un’attenzione particolare dobbiamo riservare alla ferrovia per vedere in che modo poter accedere ai fondi europei. Questo giusto per sottolineare due idee della massima importanza. Nel giro di qualche giorno avremo modo di entrare in azione dopo aver compattato la squadra che dovrà lavorare sui temi ad area vasta che per me rappresenta la sintesi operativa del nostro impegno. ” …

Da: Corriere Adriatico del 13/6/2017

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L’intervista a cuore aperto
«Com’era bella la ferrovia metaurense»

MARIO DE LEO, uno degli ultimi conducenti della Litorina Pesaro-Fano-Urbino  «C’era un rapporto umano, quasi famigliare, tra il macchinista e i viaggiatori, prevalentemente studenti e lavoratori. Il  suo ripristino genererebbe effetti positivi non solo dal punto di vista sociale ma anche turistico ed economico»

di Silvano Stella

Lui & Lei: una storia nella storia. Lui è Mario De Leo, ex ferroviere, primo macchinista, origini napoletane.  Lei è l’Automotrice Termica, ovvero Litorina. Diesel. Lui l'ha condotta per due anni, dal 1985 al 1986, cinque giorni su dodici. Lei ha cessato di viaggiare sui binari della tratta Pesaro-Fano-Urbino il 31 dicembre 1987. Lui ha condotto treni di tutti i tipi e dì tutte le dimensioni,  persino i veloci e affollati  pendolini, eppure la Litorina gli ha regalato emozioni indimenticabili. Lei da trent'anni vive nel profondo oblio, voluto dai politici e dagli amministratori incauti, eppure confida di risorgere e di tornare ai tempi belli.  Lui ne parla con un tono diretto, la voglia di ricordare e raccontare in un misto fluente di episodi e di incontri intensi.  Lei vive la soppressione sulla soglia della quale  l'illusione cede il passo a una realtà nutrita di nostalgia. Mario De Leo ha 71 anni, ma non li dimostra. Ha un fisico asciutto. Negli anni giovanili, nella sua Napoli, ha praticato diversi sport: 3000 siepi. 5000  e 10.000 piani, maratone, calcio e cestita del Dopolavoro Ferroviario partenopeo, ruolo guardia, serie C. Nel 1983 s’è trasferito nelle Marche (Castelfidardo) e dal 1989 a Fano, dove vive.

Anzitutto: perché Fano-Urbino e non Pesaro-Fano-Urbino? “Perché il vero percorso nella vallata Metaurense iniziava alla stazione ferroviaria di Fano. La tratta Pesaro-Fano o Fano-Pesaro era complementare. Da Pesaro a Fano si poteva viaggiare e si viaggia tuttora con tanti treni di linea. Ma per andare a Urbino o nelle cittadine dell'entroterra bisogna prendere la cosiddetta ferrovia Metaurense. Necessariamente”

Come affrontò, allora, questa esperienza? "Inizialmente era un lavoro come tanti altri. Ero giovane. Facevo ciò che la mia azienda, le Ferrovie dello Stato, mi diceva di fare. Poi, giorno dopo giorno, la Fano-Urbino mi ha preso dentro. Direi di più: sedotto e conquistato”.

Addirittura. “Non esagero. Ero abituato alle grandi linee. Percorrevo anche 250 kilometri al giorno. Ma nella Fano- Urbino, in quei 50 kilometri, avevo la sensazione di vivere in un mondo diverso. Un mondo incantato. Un mondo tranquillo e rilassato. In buona sostanza: un mondo simile a una favola”.

In che senso? “Nel senso che tra me, macchinista, e le persone, i viaggiatori, c’era un rapporto umano. C’era una sorta di dialogo. Parlavamo dei fatti del giorno e ci scambiavamo opinioni di ogni tipo. Questa si chiama socialità”.

Che persone erano? “Soprattutto studenti che andavano a Urbino o a Fano e lavoratori pendolari che scendevano nelle varie stazioni. Il momento di maggiore traffico era al mattino e alla sera. Durante il pomeriggio c’era maggiore calma. Aumentavano però i turisti, quelli che lasciavano la spiaggia per recarsi soprattutto nella monumentale Urbino”.

Problemi? “Nessuno. Non ho mai avuto incidenti di percorso. Del resto si viaggiava ad una velocità non eccessiva: minimo 50 e  massimo 40 kilometri".

Le migliori stazioni? “Fermignano era perfetta, esemplare. La dirigevano persone capaci. E poi, la cittadina era economicamente attivissima. Anche Fossombrone aveva una buona struttura. Rispondeva a tutte le esigenze e necessità. Ed era movimentata. Un punto di arrivo e di riferimento per tante località vicine”.

Quella che ricorda con minore simpatia? “Paradossalmente Urbino. Con la città sul colle, sembrava di arrivare davanti a una muraglia  inaccessibile. Non vorrei essere  frainteso: Urbino  era ed è stupenda”.

Com’era la Valle Metaurense? “Bellissima. Da sogno. Un paradiso. E potrei continuare con gli aggettivi. La guardavo sempre mentre guidavo: i campi coltivati,  le dolci colline, il verde intenso, i panorami dei paesi grandi e piccoli, i borghi di poche case, il silenzio. Semplicemente mi incanta. Ma erano altri tempi. La vita giornaliera di tutti noi scorreva molto più tranquillamente rispetto ai nervosi e preoccupanti tempi attuali”.

Quando l’hanno chiusa cos'ha provato? “Tristezza. Molta tristezza. Ho pensato ai giorni felici viaggiando sull’Automotrice lungo la Metaurense. Lo confesso: ho provato quello che generalmente si prova quando ti viene a mancare qualcosa che conosci bene. E che, per tanti motivi, ti è caro".

Adesso c'è chi si batte per riproporla. “Sono favorevolissimo. Senza se e senza ma. E’ un’opera importante per tutto il territorio. Prevedo, purtroppo, una battaglia lunga e dura. In Italia sono state riattivate diverse tratte minori: la Metaurense sembra un desiderio di molti che una minoranza non vuole soddisfare. E qui entrano in scena le solite manovre politiche. Putroppo”.

Perché dovrebbe essere riattivata? “I motivi sono molteplici. Brevemente. Primo: darebbe lavoro a persone che non l’hanno. Secondo: incrementerebbe il traffico turistico. Terzo: un’opera pubblica ha sempre risvolti sociali. Quarto: favorirebbe il trasporto delle merci sulla strada ferrata. Quinto: meno inquinamento rispetto al traffico sulle gomme. Infine, nei nei giorni festivi il servizio degli autobus è molto carente. Vi sono paesi che restano isolati per mezze giornate intere. Pure Urbino ne sa qualcosa”.

Il percorso dovrebbe restare quello del passato? “Si può mutare e migliorare. Si possono eliminare alcuni tratti in curva e alcuni passaggi a livello. Sono trascorsi trent’anni: tutto si adegua ai tempi attuali.

Ci vogliono tanti soldi: taluni sostengono  che si tratta di una iniziativa molto costosa e non conveniente. Lei  come la pensa? “Senza soldi e senza investimenti non si fa nulla. Ma con una buona amministrazione,  facendo pagare chi deve pagare, i soldi possono rientrate. E poi, non dimentichiamolo, ogni opera pubblica ha risvolti e finalità sociali. Cioè, a favore di chi, nella vita, è meno fortunato”.

Da: Il Giornale del Metauro n. 184, luglio 2017

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FVM sulla ferrovia Fano-Urbino: dubbi sul nuovo protocollo

FOSSOMBRONE – Lo scorso 6 luglio si è svolto un incontro pubblico sul tema “ Ferrovia Fano-Urbino: quale futuro? ” con i consiglieri regionali Andrea Biancani e Piergiorgio Fabbri.  La novità è un protocollo d’intesa  redatto dalla  Regione Marche e sottoposto all’esame dei comuni della Vallata del Metauro per la valorizzazione della linea ferroviaria Fano-Urbino.  Il protocollo mira alla realizzazione di un percorso ciclo-pedonale  sul sedime ferroviario pur salvaguardando il suo riutilizzo ferroviario per fini turistici avviando, per questo progetto, azioni per la ricerca di fondi regionali, nazionali ed europei.  L’ associazione FVM ritiene: “decisamente inopportuno se non politicamente scorretto promuovere iniziative di questo genere vista l’imminenza dell’approvazione della legge sulle Ferrovie Turistiche al Senato. Questa iniziativa regionale invece tende in maniera preordinata a creare una situazione di fatto pregressa alla definitiva approvazione della Legge sulle Ferrovie Turistiche e ne comprometterebbe,  la futura attuazione. Inoltre, la legge prevede che le ferrovie turistiche siano finanziate nell’ambito di programma con il gestore dell’infrastruttura ferroviaria nazionale o con risorse alle stesse destinate dalle regioni competenti.

Il protocollo prevede invece che, l’ordinaria fruibilità del percorso ciclo pedonale debba essere garantita da ogni comune per il proprio tratto d’interesse mediante una periodica ed idonea manutenzione. Va sottolineato che, nel documento regionale non si fa in nessun punto menzione della necessaria concertazione tra i comuni lungo la linea affinché  non vengano prese decisioni di carattere urbanistico o di destinazioni d’uso o di occupazione del sedime della ferrovia Fano-Urbino in questo momento di indeterminatezza e che possano danneggiare gli altri comuni. Un percorso ciclo-pedonale salvaguardando l’uso ferroviario sarebbe un unicum mondiale visto che non ne esistono di uguali nel mondo. Oltretutto non ammissibile  in Italia le cui norme ferroviarie vietano la concomitanza in parallelo alla ferrovia di altri sistemi di trasporto lungo la fascia proprietaria (Strade, acquedotti, linee telefoniche diverse da quelle necessarie alla circolazione ferroviaria e simili). Lungo ponti e gallerie per motivi di spazio e di sicurezza il percorso ciclo pedonale non potrebbe che essere previsto sopra i binari stessi rendendo impossibile in quei tratti la salvaguardia futura al reimpiego come ferrovia se non demolendo la neo-ciclabile. Di errori sulla ferrovia Fano-Urbino ne sono stati fatti fin troppi. Auspichiamo che ritorni il buon senso prima che sia troppo tardi.

Da: Il Metauro del 19/7/2017

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«Dite no alla ciclabile sulla Fano-Urbino altrimenti il treno non passerà mai più»

Appello ai sindaci di Fabbri (5 Stelle): «La linea può ripartire, non firmate l’intesa con la Regione»  «Esiste un progetto alternativo per le due ruote e costa soltanto 4 milioni»

LA POLEMICA

URBINO. Piergiorgio Fabbri, consigliere di minoranza del M5S, fa da muro a tutti coloro, tramite il consigliere Biancani, che si prestano e appoggiano il protocollo d’intesa Regione Marche - Comuni, relativo alla realizzazione di una pista ciclabile nella fascia di pertinenza della ferrovia Fano - Urbino. Prende carta e penna e invia una lettera aperta ai primi cittadini i cui territori insistono sulla “Valle del Metauro. «Chiedo -  quasi urla Piergiorgio Fabbri al telefono - che non venga in  questo momento sottoscritto il “protocollo di intesa” proposto dalla Regione Marche».

L’iter

Dopo anni di contrastanti decisioni che hanno visto Regione e Provincia chiedere alternativamente la riattivazione o la dismissione della tratta, finalmente si è giunti ad una concreta possibilità di riapertura della ferrovia in forza dell’auspicata prossima approvazione della Legge sulle Ferrovie Turistiche, che include la Fano - Urbino: legge approvata all’unanimità alla Camera e passata al Senato il 26 gennaio, alla VIII Commissione Lavori Pubblici, Comunicazioni, con funzioni “deliberanti” stante l’unanimità alla Camera e che, se approvata in Commissione avrebbe già valore di Legge senza ulteriori passaggi in Aula. «In questo momento – sottolinea fortemente  il consigliere pentastellato – risulta perciò chiaro e controproducente ipotizzare un utilizzo differente da quello ferroviario per il tracciato».  Lei ha anche dei numeri. «Certo. Ricordo che il costo stimato per l’apertura ad uso turistico della Fano - Urbino ammonterebbe a meno di 40 milioni di euro, e che per un suo pieno utilizzo a trasporto pubblico locale il costo sarebbe inferiore ai 90 milioni (a titolo di paragone evidenzio che si prevede una spesa di 114 milioni di euro per la sola variante di Urbania inserita nel progetto di completamento della superstrada E78). Elenco brevemente i dati scaturiti dal progetto redatto da due società di ingegneria specializzate nel settore sull’utilizzo della ferrovia: costo 87 milioni, velocità massima tratto Fano – Fossombrone 125 km/h. Velocità massima Fossombrone – Urbino 80 hm/h. Tempi di percorrenza Fano Urbino inferiori a 60 minuti.  Coppie giornaliere di treni potenzialmente circolanti n. 18. Riduzione dei passaggi a livello a n. 21 chiusi per meno di 1 minuto (come un semaforo)».

Il tracciato

Per la realizzazione di una pista ciclabile nell’area di pertinenza della ferrovia? «Innanzitutto è possibile solo in alcuni tratti, in quanto il tracciato ferroviario presenta 13 viadotti, 8 gallerie e  numerose altre strettoie per un totale di circa 5 km nei quali la pista ciclabile deve necessariamente essere impostata sopra i binari, compromettendo irrimediabilmente il futuro utilizzo  per il trasporto su ferro. Altresì, la realizzazione di una pista ciclabile lungo la Valle del Metauro, che colleghi Fano ad Urbino, è possibile su molti tracciati alternativi, uno dei quali, per un costo di soli 4 milioni di euro, è stato individuato in un progetto preliminare redatto dall’Associazione Ferrovia Valle Metauro». Lei, dunque, ritiene dannosa la realizzazione di una pista ciclabile in corrispondenza del tracciato ferroviario mentre ritiene facilmente realizzabili eventuali piste ciclabili individuabili su tracciati non interferenti con la linea ferroviaria. «Dico solo che la decisione non può essere presa solo dai sindaci dei sette comuni coinvolti nel tracciato ma deve essere estesa a tutta la popolazione che insiste sulla valle, mediante l’apertura di un percorso pubblico di informazione, confronto e condivisione».

Da: Corriere Adriatico del 18/7/2017

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L’OPINIONE

Fano-Urbino «Il ripristino è un’utopia»

- FOSSOMBRONE -

DI RECENTE all’aula magna dell’Istituto tecnico Donati si è tornati a parlare della ferrovia Fano-Urbino, dismessa nel 1987. Dalla serata sono emerse le solite posizioni.

C’è chi è per il ripristino sul vecchio tracciato e c’è chi vorrebbe farci una pista ciclabile. C’è chi considera la ciclabile come un «coperchio» per altre operazioni, forse poco chiare. E c’è pure chi considera il ripristino un’assurdità, tristi i tempi di vacche magre. Su questa linea, in particolare, è anche Matteo Maria Montini, classe 1982, famiglia originaria di Canavaccio, che per le Ferrovie Federali Svizzere (Ffi) si occupa di manutenzione e sviluppo dell’infrastruttttra ferroviaria. Quella di Montini è un’opinione in controtendenza.

«Sono un appassionato di treni da quando ero bambino, figuriamoci se non sarei felice se si potesse di nuovo vedere la littorina sulla littorina sulla Fano-Urbino, solo che conoscendo le cose da tecnico devo avvertire che il progetto di ripristino non è economicamente sostenibile. Nella logica imprenditoriale delle aziende di trasporto pubblico il servizio non viene interrotto e le linee chiuse e dismesse per recare danno all’utenza. E’ più semplice: se le linee non hanno abbastanza passeggeri o richiesta di traffico merci – e la Fano-Urbino non li aveva - non ha  senso economico mantenerle. Mi è capitato, negli ultimi mesi, di viaggiare stilla Fabriano-Pergola: nell’automotrice, con me, c’erano sempre al unissimo due persone: che senso ha? Capisco la mozione degli affetti, i ricordi e quant’altro, ma che senso avrebbe riaprire una linea ferroviaria se poi l’esercizio non fosse sostenibile? In Svizzera alcune linee secondarie sono state chiuse, dismesse e l’infrastruttura eliminata ormai da molti anni. Ma nella Confederazione c’è una filosofia gestionale del trasporto pubblico completamente diversa, oltre ad essere la Svizzera un Paese finanziariamente più solido dell’Italia che si può permettere cose che per l’Italia sarebbero un lusso...».

Da: Il Resto del Carlino del 19/7/2017

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“Contratto di fiume” utile al Metauro

Il “contratto di fiume” che il Comune di Fano vuole attivare funziona bene altrove e dovrebbe essere utile anche per il Metauro. Serve sostanzialmente a mettere attorno ad un tavolo tutti i portatori di interesse pubblici e privati allo scopo di analizzare preventivamente i progetti che interessano il territorio nel suo complesso. Nella valle del Metauro, nella lista delle tante cose da fare, tutte di grande valenza culturale ed economica, c’è anche un parco lineare di circa 50 km in grado di ospitare nel sottosuolo un corridoio tecnologico e in superficie una pista ciclopedonale; lo si può fare riutilizzando il sedime della ferrovia dismessa Fano Urbino, un patrimonio collettivo di cui finalmente si intravede il destino grazie soprattutto all’impegno della Regione Marche che sta dialogando in maniera costruttiva con i sindaci dei Comuni attraversati dai binari. Un’opera importantissima anche per lo sviluppo del cicloturismo  che muove ogni anno miliardi di euro e vede molto interessate Umbria e Toscana per la connessione tra Adriatico e Tirreno. In questo progetto la carta vincente è la banda ultra larga, purtroppo ancora poco diffusa in Italia ma indispensabile per chi deve competere in un mondo globalizzato; ormai tante cose si fanno “da remoto”, trasmettendo enormi quantità di dati in entrata e uscita; oggi un ospedale, un’attività produttiva, una Università non possono fare a meno della fibra ottica per Internet; non è accettabile poi che importanti industrie debbano aspettare anni per incrementare la propria fornitura di energia elettrica di cui hanno estremo bisogno perché il passaggio di un cavo su proprietà frammentate comporta decine di permessi; così come non è accettabile continuare a perdere circa un terzo dell’acqua potabile trasportata, un bene sempre più scarso e prezioso; o addirittura morire su strade pericolose se ci si sposta a piedi o in bicicletta, come accade sempre più spesso. Tutto questo si può fare presto riutilizzando in modo intelligente un bene abbandonato da decenni per il quale a breve-medio termine oggettivamente esiste solo una scelta: un corridoio verde e tecnologico con pista ciclabile; e proprio il contratto di fiume può facilitare questa soluzione, come da tempo sanno benissimo i sindaci della valle del Metauro. Si spera quindi che, anche col contributo di imprenditori pubblici e privati già sensibilizzati (in particolare del settore telefonico), oltre che delle associazioni ambientalistiche, si passi presto e senza esitazione dalle parole ai fatti. Aspettare ancora sarebbe un errore grave e una colpa imperdonabile.   Enrico Tosi

Da: https://www.flaminiaedintorni.it/2017/07/20/contratto-di-fiume-utile-al-metauro/

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DA FOSSOMBRONE UN “NO" AL PROTOCOLLO PROPOSTO DALLA REGIONE MARCHE

«La strategia delle “condivisioni" non attecchisce più sul popolo bue»

di Carlo Ruggeri

Recentemente il Sindaco di Fossombrone Gabriele Bonci ha chiamato a raccol­ta i cittadini sulla questione Ferrovia Fano/Urbino e pista ciclabile. La Regione Marche ha infatti predisposto una spe­cie di protocollo d'intesa basa­to sull'iniziativa parlamentare di poter rigenerare, insieme ad altre, la Ferrovia Fano-Urbino, come tratto di tipo ""turistico". Tale iniziativa legislativa è stata approvata alla Camera ed è in approvazione al Senato. In attesa dell'esito, dalla Regione hanno pensato abilmente di far firmare un protocollo d'intesa ai Sindaci interessati al tratto ferroviario in questione, in cui si sosterrebbe, accanto al per­corso della ferrovia rigenerata, il progetto di affiancamento di una pista ciclabile.

L’Amministrazione forsempronese ha sospeso tale protocollo d'intesa, in at­tesa del responso dei cittadini più esperti i quali durante l’incontro stesso hanno di fatto re­spinto ogni ipotesi di pista ciclabile a fianco di un eventuale ripristino della ferrovia, anche per una impossibile fattibilità tecnica e per il rischio che da “affiancamento" sia facile pas­sare ad una “sovrapposizione". Gli intervenuti hanno così dato un preciso segnale all’Ammi­nistrazione comunale ed alle altre interessate: quello di non apporre alcuna firma in quel protocollo, apparso a tutti i presenti come un documento "capestro", che dava l'impres­sione di essere stato elabora­to e concepito con lo scopo esclusivo di realizzare, in ogni modo, anche con il pianto che non ci  sarebbero  i soldi per la ferrovia (tesi smentita dal Consigliere Regionale Fabbri dei 5 Stelle), una pista cicla­bile sul tracciato della ex fer­rovia stessa, magari utilizzato  per gli scopi più svariati, se non nascosti.

Nel 2008, dopo un lungo di­battito nel quale emerse che una pista ciclabile sulla Fano Urbino non serviva a nessuno se non ad una piccola quantità  di appassionali pseudo-com­petitivi (come d'altronde sta ora dimostrando  anche la pi­sta ciclabile Pesaro-Fano,  più frequentata, oggi, da pedoni che da ciclisti), il Consiglio Provinciale di allora appro­vò,  all’unanimità, il ripristino della Ferrovia Fano-Urbino come metropolitana di super­ficie a fini turistici e/o com­merciali. Ma tale “visione e convinzione politica" muta­rono con l'atteggiamento del successivo Presidente della provincia Matteo Ricci, che un bel giorno si alzò con il verso storto e lavorò per di­struggere ciò che, qualche mese prima, un'intera assem­blea aveva costruito con con­vinzione. gridando il sogno della Pista Ciclabile più lunga d'Europa, con  partenza dalla "sua" Pesaro. La cancellazione della speranza ferroviaria gli riuscì, per poi rinascere, tale speranza, in Parlamento. Ora, la tesi proposta e  per cui si chiede il “sì” dei sindaci è: sì alla ferrovia se approvata dal Parlamento, ma … se non si facesse la ferrovia, almeno si faccia  una pista ciclabile al suo posto. Ma, come per la Sanità, gli scaltri politici di scafata scuola,  preferiscono le “condi­visioni” su  ogni loro, anche scellerata, decisione. Nella sanità, in Provincia di Pesa­ro gli è andata molto male, perchè le "condivision" sono solo da parte dei gruppetto dei “loro"" sindaci sottomessi, che sono, molto meno della metà di tutti i Sindaci della Provincia,  sconfessati duramente da quasi tutte le loro Minoranze Consiliari. E sulla pista ciclabile il fallimento della “condivisione” sarà lo stesso. Quindi, nella riunione, il segnale del pubblico presente è stato chiaro: nessuno dei Sindaci con dignità, e sensibili all’ascolto del grido di protesta  delle loro popolazioni, firmi quel protocollo d’intesa, che “ambiguamente” propone una pista ciclabile di fianco al tratto ferroviario Fano – Urbino.

Da: Il Giornale del Metauro n. 185, Luglio 2017

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Lega Nord: "Assurda l'idea di una pista ciclabile sul tracciato ferroviario della Fano-Urbino"

È incredibile come il PD marchigiano e soprattutto pesarese ci voglia poveri e spogliati di tutti i nostri beni.  Dopo averci portato via il sorriso non sapendo gestire una crisi economica violentissima che ha distrutto interi comparti manufatturieri, dopo averci portato via i risparmi non ostacolando a livello nazionale il bail-in che ha costretto la chiusura di Banca Marche e di fatto spogliando i marchigiani del tesoretto risparmiato con anni di sacrifici, dopo averci riempito i borghi più belli d’Italia con ragazzotti palestrati e abbronzati direbbe qualcuno, a spese ovviamente a carico nostro, ecco che adesso si permette anche di toglierci le infrastrutture, così tutti devono prendere la bicicletta per spostarsi.  
L’ultima assurdità che partorisce è la realizzazione di una pista ciclabile sul tracciato ferroviario della Fano-Urbino. E, così via, tutti in bicicletta a pedalare!  
Inutile dire che a questa ennesima sciocchezza la Lega Nord di Pesaro-Urbino si opporrà con tutte le forze perché la perdita di una infrastruttura ferroviaria è sempre un danno immenso che ora è difficile valutare. Provate ad immaginare  se fra 5 o 10 anni si pensasse ad una nuova viabilità, più sostenibile e più idonea ai cittadini. Cosa costerebbe realizzare un nuovo tracciato ferroviario? E quanto tempo occorrerebbe per avere tutti i permessi, autorizzazioni, espropri, valutazioni ambientali e chi più ne ha più ne metta? Sappiamo come funzionano queste cose qui in Italia, lo vediamo con la Fano Grosseto, mai ultimata...  
Il tracciato ora esiste già, basta rimetterlo in servizio, occorrerebbero solamente i soldi e non i permessi per realizzarlo. Quindi potrebbe essere sistemato in pochissimo tempo, e darebbe subito un impulso economico a tutte le realtà dell’entroterra, soprattutto a quelle artigiane così duramente colpite dalla crisi.  La ferrovia, o un trenino leggero tipo metropolitana di superficie, potrebbe togliere dall’isolamento la vallata del Metauro, farla sentire più vicina a Fano e agli altri centri, in fondo la distanza tra Fano e Urbino è simile alla lunghezza della linea metropolitana M2 di Milano, potrebbe così essere una arteria veloce per migliorare la mobilità in completa sicurezza di anziani, disabili, pendolari e ovviamente dei turisti che vogliono visitare la città patrimonio Urbino.  Con la pista ciclabile, come vuole il PD, agevoliamo solo i ciclisti fanatici e prestanti che possono affrontare le impervie salite dopo Fossombrone. 
L’infrastruttura non si tocca, per questo diciamo no alla pista ciclabile ed invitiamo i cittadini della vallata a fare fronte comune contro questo ennesimo sopruso che ancora una volta Ricci-Ceriscioli e i loro Bravi causano al nostro territorio.

da Lega Nord Pesaro-Urbino

http://www.viverefano.com/2017/07/26/lega-nord-assurda-lidea-di-una-pista-ciclabile-sul-tracciato-ferroviario-della-fano-urbino/647575

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LA FERROVIA

«Una ciclabile accanto ai binari? Per adesso è meglio di no»

- URBINO-

SI È TORNATO a parlare della ferrovia Fano - Urbino con un incontro dall'associazio­ne FVM  nella sala Serpieri di Collegio Raffaello. La riunione, a cui hanno partecipalo gli amministratori del territorio, è stata indetta per far conoscere lo stato della legge Iacono sulle fer­rovie turistiche e le opportunità che potrebbe offrire. Relatori Al­berto Sgarbi e Gabriele Barilet­ti, consigliere UTP Lazio. Pro­prio Bariletti lui parlato della situazione della legge, «rimasta ferma al Senato nella VIII Commissione lavori pubblici e in questi giorni ha fatto passi avanti con il benestare di altri ministeri». I firmatari della leg­ge sono gli esponenti del Pd, «paradossalmente, dalle nostre parti sembrerebbe che siano i ver­tici dem a remare contro», ha detto Sgarbi ricordando l'inten­zione della Regione di affianca­re alla strada ferrata una pista ciclabile. Idea che Bariletti boc­cia, almeno per ora: «Non biso­gna fare alcuna ciclabile fino a conclusione dell'iter parlamen­tare della legge e non sottoscrive­re nulla che possa compromette­re la natura ferroviaria dell'infrastruttura». «In Italia il concetto di ferrovia turistica esiste solo come  idea e per questo la legge sarebbe un primo passo per colmare il gap che ci divide dalle altre nazioni europee».

Da: Il Resto del Carlino del 29/7/2017

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VIABILITÀ’  SODDISFATTO FABBRI DEI 5 STELLE. FANO DOVRÀ RIMEDIARE Al BINARI DIVELTI. ADDIO ALLA CICLABILE

Il Senato approva la legge sulle ferrovie turistiche. Fano-Urbino in prima linea

«NELLA VIII Commissione in Senato, in sede deliberante, è sta­ta approvata la proposta di legge sulle ferrovie turistiche che com­prende la tratta Fano-Urbino», il consigliere regionale del Movi­mento 5 Stelle Piergiorgio Fabbri ieri sera ha informato i sindaci del territorio del notevole passo avan­ti per la ferrovia Fano-Urbino. «Ora più che mai, la sottoscrizio­ne del protocollo proposto dal consigliere regionale Pd Biancani circa la realizzazione di una pista ciclabile nella fascia di pertinenza della ferrovia non ha più senso, anzi la sottoscrizione dello stesso risulterebbe un atto “politico” di chiara contrapposizione alla vo­lontà parlamentare di rilanciare il trasporto su ferro - insiste Fabbri - Chiedo perciò a tutti i sindaci di adoperarsi per stimolare l’appli­cazione della legge appena appro­vata, facendo richiesta di finanzia­mento della stessa presso i deputa­ti eletti nel territorio, e chiedendo la sinergia in tal senso anche ai consiglieri regionali». Per Fabbri, il comune di Fano deve ripristina­re «il tratto distrutto di 30 metri di binario in zona Codma renden­do molto problematico il ripristi­no ferroviario, visto che invece di approfondire la posa dei servizi di telefonia e acquedotto e fognatu­ra, si è preferito innalzare la bretel­la in costruzione portandosi ad ol­tre 1 metro sopra i binari. Fra l’al­tro dall’ammontare previsto per i lavori compensativi della terza corsia A14 sono avanzati circa 20 milioni di euro (mancato secondo casello di Fano per motivi archeo­logici); è possibile tranquillamen­te usare una minima parte di que­sti residui per costruire un sotto­passo sotto i ripristinandi binari. Se viene fatto ora, con il cantiere in corso, è molto più agevole e me­no costoso che farlo a strada com­pletata», aggiunge Fabbri.   l.o.

Da: Il Resto del Carlino del 3/8/2017

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Che pazza voglia di Fano-Urbino
il Pd applaude, i 5 Stelle avvertono

I Dem: «Merito del partito locale». I grillini: «La pista ciclabile va cancellata»

Appello a Fano: «Ripristini subito i tratti dei binari smantellati al Codma

URBINO «Il Pd di Urbino - fa sape­re il Gruppo di lavoro su Am­biente e Infrastrutture - da sempre favorevole al mantenimen­to delle sue finalità della ferro­via Fano - Urbino, esprime soddisfazione per l’approvazione Disegno di Legge sull’istituzio­ne delle ferrovie turistiche. Si ricorda che fu anche tramite l’azione del Pd locale, in sinergia con la Regione, che si evitò lo spezzettamento della Fano - Ur­bino, cui dette un contributo fondamentale il Ministro Franceschini. Il PD di Urbino, in con­tinuità con la sua storia conside­ra tale ferrovia come un’impor­tante potenziale interconnessio­ne inter - appenninica con gli as­si ferroviari ad elevata capacità e velocità.  Pertanto, auspica che l’inserimento della Fano - Urbi­no fra le linee da ripristinare co­me ferrovia turistica, consenta di dare nuova vita e nuove op­portunità ad un’infrastruttura importante e strategica per la mobilità locale e nazionale».

Il primo bilancio

Più aggressivo il M5S: «A questo punto, occorre che il comune di Fano, e mi rivolgo espressamene a Seri - indica Piergiorgjo Fab­bri, consigliere regionale di mi­noranza - ripristini il tratto di­strutto di 30 metri di binario in zona Codma rendendo molto problematico il ripristino ferro­viario,  visto che invece di approfondire la posa dei servizi di tele­fonia e acquedotto e fognatura, si è preferito innalzare la bretel­la in costruzione portandosi ad oltre 1 metro sopra i binari. Fra l’altro dall’ammontare  previsto per i lavori compensativi della terza corsia A14 sono avanzati circa 20 milioni di € (mancato secondo casello di Fano per mo­tivi archeologici); è possibile tranquillamente usare una mi­nima parte di questi residui per costruire un sottopasso sotto i  ripristinandi binari. Se viene fat­to ora, con il cantiere in corso, è molto più agevole e meno costo­so che farlo a strada completata; in più sarebbe definitivamente cancellata ogni possibilità di tra­sporto frutta e verdura verso Codma con il treno ma solo su gomma».

La tratta

Fabbri, poi s’appella ai sindaci della valle del Metauro: «Ora più che mai, la sottoscrizione del protocollo proposto dal con­sigliere regionale Pd Biancani circa la realizzazione di una pi­sta ciclabile nella fascia di perti­nenza della ferrovia non ha più senso, anzi la sottoscrizione del­lo stesso risulterebbe un atto "politico’’ di chiara contrapposi­zione alla volontà parlamentare di rilanciare il trasporto su fer­ro. Chiedo perciò a tutti i sindaci in indirizzo di adoperarsi al fine di stimolare l'applicazione della legge appena approvata, facen­do richiesta di finanziamento della stessa presso i deputati eletti nel territorio, e chiedendo altresì la sinergia in tal senso an­che ai consiglieri regionali. Ri­lanciamo l’economia e il turi­smo dei nostri territori ».

Eugenio Gulini

Da: Corriere Adriatico del  8/8/2017

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SOLO E SEMPRE STRADE!

L’ineffabile vice ministro alle infrastrutture Riccardo Nencini (quello che se non era per Del Rio continuava a sostenere ancora oggi la realizzazione dell’impossibile uscita ad Ovest dal porto di Ancona) ha comunicato recentemente che per le Marche vi è, fino al 2024, un investimento di 6,9 miliardi di euro per infrastrutture. 
La nostra gioia, poiché pensavamo a fondi per ricostruire le Marche terremotate, ha avuto vita breve avendo l’ineffabile precisato che i soldi sono per le “connessioni interne”, cioè strade quali ad esempio il completamento della Quadrilatero, la Pedemontana Fabriano Muccia, la Fano Grosseto.
E’ possibile che questo esponente del Governo ogni volta che viene a portare quattrini per le infrastrutture (sempre che poi ciò avvenga) li destini sempre alle strade e mai alle ferrovie? 
I soldi per le strade serviranno per favorire il trasporto privato su gomma contro il trasporto su ferro, aumentando così l’impatto ambientale, la cementificazione del territorio, l’inquinamento dell’aria e dei suoli, la mala salute dei cittadini.
La ferrovia Ancona Roma avanza a sei chilometri di raddoppio ogni due-tre anni, la Fabriano Macerata Civitanova d’estate sospende le corse, la Fano Urbino la cui riapertura è stata votata dal parlamento trova sempre ostacoli in alcuni “illuminati” (si fa per dire) amministratori locali, l’ipotesi di metropolitana di superficie per l’hinterland di Ancona viene abbandonata dal sindaco di Ancona e dalla regione Marche, il sogno di nuove ferrovie tipo la P. San Giorgio Fermo Amandola e la Ascoli- Roma rimangono sogni.
Ma il Governo per bocca del Ministro Del Rio non aveva promesso "la cura del ferro" ? Qualcuno avverta il vice Nencini per cortesia….
L’Alleanza delle Associazioni Ambientaliste Marchigiane di Forum Paesaggio Marche, Italia Nostra Marche, Legambiente Marche, Lupus in Fabula, Pro Natura Marche, Terra Mater, WWF Marche

Ancona, 08.08.2017

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La bretella sopraelevata: «Quell’opera compromette il recupero della ferrovia»

Contestate le opere compensative dell’A14

Il caso

 Il luogo incriminato - Tra via Campanella e via Flaminia doveva esserci un semplice attraversamento a raso. 

La richiesta urgente - Ferrovie Valle al Metauro si rivolge al Comune: «Rispettate gli impegni presi e sospendete i lavori»

OPERE compensative all’A14, nuove grane per l’Amministrazione comunale. Questa volta non sono i cittadini a richiedere deviazioni di percorso, come accaduto nell'estate 2016, ma è l’associazione Ferrovie Valle Metauro a sollecitare l’immediata sospensione dei lavori della bretella di collegamento tra via Campanella e via Flaminia.  «La strada - spiegano - avrebbe dovuto essere realizzata a raso, secondo quanto indicato da Rfi (Rete ferroviaria italiana) in una lettera inviata al Comune di Fano e a Società autostrade nel febbraio 2017, ma così  non è stato. In quel tratto, rispetto alla ferrovia, la bretella è sopraelevata di un metro e mezzo». Ferrovie Valle Metauro si rivolge al Comune al quale chiede «il rispetto degli impegni presi e di pretendere da Società autostrade l’immediata sospensione dei lavori». Lo fa all’indomani dell’approvazione in Senato della legge sull’istituzione delle Ferrovie turistiche (tra le 18 individuate c’è anche la Fano-Urbino, l’unica delie Marche).

PER L'ASSOCIAZIONE, che da anni si batte per la riattivazione, anche a scopo turistico, dei 50 chilometri della Fano-Urbino, i binari divelti e l’attraversamento non a raso,  rischiano di compromettere definitivamente il recupero della tratta ferroviaria. Le proteste erano già scattate a marzo di quest’anno, ma oggi l’associazione torna alla carica fornendo all’Amministrazione comunale l’unica soluzione possibile: realizzare un sottovia (costo circa un milione di euro) o un cavalcaferrovia (costo 7-8 milioni di euro). «Opere necessarie visto che la Fano-Urbino a seguito dell’approvazione della legge sulle Ferrovie turistiche - chiariscono - ha di nuovo acquisito il ruolo di ferrovia, turistica, ma pur sempre ferrovia».

«IL PROGETTO con l’attraversamento a raso - ricorda l’assessore ai Lavori pubblici Cristian Fanesi - è stato approvato dalla precedente legislatura». E ancora: «La sopraelevazione è di alcuni centimetri, non più di 20-30, certamente non un metro e mezzo. Non voglio banalizzare i problemi, ma se si dovesse riattivare la Fano-Urbino troveremo sicuramente una soluzione tecnica. Voglio anche ricordare che non è quello l’unico, e forse nemmeno il più critico, degli attraversamenti a raso realizzati dalla dismissione della ferrovia ad oggi: sono veramente tanti (viale Piceno, via del Ponte, via del Fiume, via della Colonna, via Canale Albani, via Papiria, Interquartieri, via Campanella)».

Proprio sull’attraversamento dei binari in zona Codina presenteranno un’interrogazione i consiglieri de La Tua Fano, Luca Serfilippi e Lucia Tarsi di Fano Futura. Rimane la preoccupazione dell’associazione Ferrovie Valle del Metauro che tenta, da decenni, di salvaguardare una infrastruttura che ha 102 anni di storia ed è patrimonio della collettività. Recuperabile, almeno inizialmente, con un investimento tutto sommato contenuto per una ferrovia: si parla di 500 mila euro. La legge sulle Ferrovie turistiche, infatti, consente l’uso dei ferrocicli (veicoli a pedalata naturale o assistita) sulle linee ferroviarie dismesse o sospese. Soluzione che, nel caso specifico della Fano-Urbino, permetterebbe di riutilizzare i binari già esistenti con qualche modesto intervento di manutenzione.

Anna Marchetti

Da: Il Resto del Carlino del 18/8/2017

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LA FANO-URBINO BIANCANI FA IL PUNTO

Ferrovie turistiche  La legge finalmente c’è ma restano le incognite

I NODI

Non si fa alcun riferimento alle piste ciclabili, mentre si parla di ‘ferrocicli’

 FANO- «L'APPROVAZIONE della legge sull’istituzione delle ferrovie turistiche  (il 2 agosto scorso) è il primo passo per la salvaguardia della Fano-Urbino». Il consigliere regionale e presidente della commissione Ambiente, Territorio e Paesaggio Andrea Biancani spiega opportunità e limiti della nuova  normativa ricordando che non si sarebbe potuto arrivare a questo risultato «se la Regione non fosse intervenuta per sventare la vendita e il frazionamento dei 50 chilometri di ferrovia». A legge approvata rimangono da verificare, attraverso incontri tra Regione e Ministero delle Infrastrutture, alcuni punti cruciali per l’utilizzo futuro della linea: reperimento delle risorse, possibilità di realizzare a fianco dei binari un percorso ciclo pedonale, definizione degli standard di sicurezza. La preoccupazione è che la legge blocchi la vendita delle tratte ferroviarie (ne sono state individuate 18, tra cui la Fano-Urbino, l’unica nelle Marche), ma non offra le soluzioni economiche per il loro utilizzo, almeno per le Regioni che non sono a statuto speciale.

«CI AUGURAVAMO - chiarisce Biancani - che la normativa definisse anche le risorse finanziarie invece rimanda al contratto di programma tra Regione e gestore (RFI) o alle risorse che ogni Regione destina alle infrastrutture regionali di sua competenza». Altro aspetto da chiarire è la possibilità ai «prevedere una pista ciclo pedonabile a fianco della tratta ferrovia o almeno lungo una parte di essa» di cui, però, non si fa cenno nella legge. Insomma occorre stabilire se il percorso destinato a pedoni e ciclisti (previsto per 36 chilometri a fianco della ferrovia e per 13 chilometri sopra i binari), sia compatibile con quanto indicato dalla normativa. Cosà come, secondo Biancani, andrebbero stabilite le modalità d’uso dei ferro- cicli (veicoli a pedalata naturale assistita che vanno sui binari) dei quali si parla nella legge all’articolo 10 con la precisazione di «evitare ogni promiscuità con la circolazione dei treni».

L’ASSOCIAZIONE Ferrovie Val Metauro è convinta che facendo circolare i ferrocicli, 500mila euro sarebbero sufficienti per il ripristino della ferrovia, in quanto non sarebbe necessaria la sostituzione di binari e traversine. Biancani, però, ritiene che questo debba essere uno degli aspetti da chiarire con il Ministero visto che «allo stato attuale Rfi (proprietaria della linea) ci dice che per il ripristino della ferrovia, l’infrastruttura va completamente sostituita». «Determinanti - conclude il consigliere - saranno i criteri di sicurezza definiti dall’Agenzia nazionale (di cui si parla all’art. 6 della legge) in relazione alle caratteristiche della linea ferroviaria che, lungo i suoi 50 chilometri, ha ben 57 intersezioni». Tra l’altro proprio su una di queste intersezioni aveva posto l’attenzione giorni fa l’associazione Ferrovie Val Metauro, secondo la quale la bretella sopraelevata tra via Campanella e via Flaminia, compresa nel piano delle opere compensative all’A14, compromette il recupero del tracciato ferroviario: «Si tratta - scrivono - di un vero e proprio muro di terra con pozzetti» guard rail... contro il quale i treni turistici potrebbero solo sbattere contro».

Anna Marchetti

Da: Il Resto del Carlino del 21/8/2017

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Fano – Urbino

L’associazione accusa Fanesi e Biancani

L’associazione Ferrovia Valle Metauro torna alla carica sulla bretella di collegamento tra via Campanella e via Flaminia che attraversa i binari della Fano – Urbino e che, secondo l’associazione, sarebbe non a raso, come previsto dall’accordo tra RFI e Comune, ma sopraelevata di un metro e mezzo. “L’assessore Fanesi – affermano – minimizza dicendo che tanto, di attraversamenti a raso, ve ne sono molti altri, quindi uno in più o in meno che fa? Si dimentica però di dire che quello che il Comune sta avallando non è a raso, per cui sarebbe possibile metterci un passaggio a livello, ma è un vero e proprio muro contro il quale i treni turistici potrebbero solo sbatterci contro”.  Ed al consigliere regionale Andrea Biancani che annuncia di voler fare il punto sulla legge Istitutiva delle Ferrovie turistiche, l’associazione consiglia di occuparsi “di come il Comune intenda risolvere l’interruzione creata in prossimità del Codma”. Per poi ricordare “il grande Interesse che il Governo centrale ripone sulle Ferrovie Turistiche sia come motore di sviluppo in genere che per una distribuzione capillare del turismo su tutto il territorio nazionale”.

an. mar.

Da: Il Resto del Carlino del 22/8/2017

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Recupero Fano-Urbino, idee in marcia

La Regione ha illustrato ai sindaci il piano di fattibilità: ecco le soluzioni e i costi

di ANNA MARCHETTI

 LA FORBICE  Per riattivare il treno la cifra può arrivare a 120 milioni; per la ciclabile ne bastano 5

FANO - PRESENTATO dalia Regione, ai sindaci dei Comuni interessati (Fano, Cartoceto, Colli al Metauro, Montefelcino, Fossombrone e  Fermignano, Urbino), il piano di fallibilità della pista ciclo pedonale che dovrebbe convivere con la linea ferroviaria Fano-Urbino: prevista per 36 chilometri a fianco della ferrovia e per 13 chilometri (dove lo spazio per un affiancamento è insufficiente) sopra i binari. Ma questo, secondo fa Regione, non inficierà l’utilizzo delle rotaie: sarebbero infatti state vagliate soluzioni tecnologiche in grado di consentire l’uso promiscuo (bici e treno) dell’infrastruttura limitatamente ai ponti (25) e alle gallerie (7) dove non ci sarebbe lo spazio sufficiente per far correre una pista ciclabile parallela ai binari.

NELL’INCONTRO con gli amministratori locali (presenti, i primi di agosto, tutti i sindaci, compreso Massimo Seri, unico assente il primo cittadino di Urbino Maurizio Gambini) la Regione avrebbe sottoposto sei ipotesi indicando le risorse finanziarie per la loro realizzazione. 

Riattivazione del treno. Per la riattivazione di un vero e proprio servizio ferroviario servirebbero, in base alle stime della Regione, 100 milioni di euro più 20 milioni per l’elettrificazione. Stessa cifra per la soluzione treno-tram {una moderna metropolitana di superficie ndr) mentre la cifra si dimezzerebbe (50 milioni di euro) per il treno turistico.

Pista ciclabile. In questo caso i costi sono certamente più abbordabili, soprattutto per una Regione impegnata nella ricostruzione delle aree terremotate: 3 milioni 600mila euro per una pista ciclabile se completamente realizzata sui binari; 5 milioni di euro se progettata a fianco della strada ferrata. Non una parola sui cosiddetti ‘ferrocicli’, idea divenuta cara all’associazione Ferrovie Val Metauro a cui anche la legge fa riferimento.

SUL RECUPERO, anche a solo scopo turistico della Fano-Urbino, pesa l'incognita dei 50 milioni di euro che servirebbero per rinnovare l’intera infrastruttura. Tra l’altro in corrispondenza di diversi attraversamenti a raso, come fa presente RFI alla Regione, sarebbero state asportate rotaie, traversine e perfino massicciate, le traversine sarebbero vetuste e degradate, mancherebbe la segnaletica, le sette gallerie sarebbero in stato di degrado (4 delle quali non più ispezionate dal 2000) e solo la situazione dei ponti sarebbe discreta.

A QUESTO PUNTO la Regione, come d’altra parte suggerisce la stessa legge istitutiva delle Ferrovie Turistiche, potrebbe pubblicare un bando internazionale per verificare eventuali manifestazioni di interesse di soggetti pronti a investire nella gestione della Fano-Urbino. Solo questa ipotesi, allo stato attuale, potrebbe giustificare l’investimento da parte della Regione di milioni di curo per il risanamento della Fano-Urbino. Va, infatti, sottolineato che la legge istitutiva delle Ferrovie Turistiche non prevede fondi aggiuntivi a favore delle Regioni da dirottare su tali infrastrutture ma l'uso di risorse proprie (la Regione Marche investe 300 milioni di euro nel trasporto ferroviario locale per più di otto milioni di passeggeri). Alla luce di queste considerazioni, la pista ciclopedonale sarebbe per la Regione l’unica strada percorribile per  salvaguardare l’integrità di un bene, che per i soggetti proprietari, è infruttifero da 30 anni. Tra l’altro a novembre del 2016, prima dell’entrata  in vigore della legge sulle Ferrovie turistiche, gli enti proprietari avrebbero chiesto l’autorizzazione al Ministero delle Infrastrutture per la vendita di 3 stazioni ferroviarie: Fermignano, Canavaccio e Urbino. A cui si aggiungerebbero le stazioni di Pergola Bellisio Solfare della linea Pergola-Fabriano chiusa da pochi anni.

Da: Il Resto del carlino del 23/8/2017

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«Seri succube di Ricci pure sulla ferrovia»

L’affondo del sindaco di Urbino: «Fano ci guadagnerebbe l’alta velocità»

«Con la trasformazione in ferro­via turistica della Fano-Urbino la città a beneficiarne maggiormente sarebbe Fano per la possibilità di avere le fermate dell'alta velocità, ma se Fano è succube di Pesaro... ».  Per il sindaco di Urbino Maurizio Gambini il riconoscimento di ferro­via turistica della Fano-Urbino, grazie all'approvazione il 2 agosto della legge Iacono (pubblicata ieri in Gazzetta ufficiale), è una vittoria politica. Al contrario il sindaco Massimo Seri, favorevole alla pro­posta della Regione di creare un percorso ciclo pedonabile a fianco dei binari, pensa che il ripristino ferroviario «sia futuristico». «Una bella legge - commenta il sindaco Seri riferendosi alla normativa che istituisce le ferrovie turistiche - ma vuota perché non prevede risorse fi­nanziane. Sono favorevole al pro­getto della Regione perché credo che le due ipotesi, pista ciclabile e ferrovia, possano convivere. La co­sa peggiore sarebbe non fare nul­la».

NON LA PENSA cosi Gambini: «So che il ripristino della Fano-Urbino costerà molto (50 milioni di euro secondo quanto preventivato dalla Re­gione ndr) ma quanto è costato non avere la ferrovia e non avere una strada decente per la Toscana? Ca­pisco che la Fano-Urbino non sia tra gli investimenti prioritari della Regione Marche, ma non disporre di 50 milioni di euro non giustifica lo smantellamento di una infra­struttura che di euro ne vale molti di più». Inoltre per Gambini «la fer­rovia non è questione solo di Urbi­no, ma serve alla valorizzazione turistica di tutto il territorio dell’entroterra. La verita è che Pesaro ha sempre lavorato per smantellarla. Pesaro che ha sempre avuto soldi in abbondanza condannando l'entroterra a morire di fame». «In verità - aggiunge - di fame non siamo morti, perché la necessità aguzza l’ingegno».

GAMBINI non ha partecipato all'incontro organizzato dalla Re­gione, a fine luglio, con i sindaci dei Comuni attraversati dalla Fano-Urbino (Fano, Cartoceto, Montefelcino, Colli al Metauro, Fossombrone, Fermignano, Urbino) per­ché impegnato altrove, «ma se ci fossi stato non avrei firmato il loro protocollo d’intesa – puntualizza. L’ho già detto più volte al consigliere regionale Andrea Biancani che non sono contrario alle piste ciclabili, ma non credo che un percorso ciclo pedonale sia compatibile con la ferrovia. Mi dimostrino il contrario».

Per Biancani «il proto­collo aveva principalmente lo sco­po di impegnare i Comuni nella manutenzione dell’infrastruttura, ognuno per il proprio tratto, e alla sua valorizzazione turistica». Gambini non solo punta alla riattivazio­ne della ferrovia, ma annuncia di voler incontrare l’associazione Val­le Metauro. «Urbino - commenta - è capoluogo di provincia, rappre­senta l’entroterra nella sua interez­za, è patrimonio dell’Umanità Unesco, ma senza ferrovia non è una città. E dalla Regione non ci vengano a dire che hanno salvato la ferrovia impedendone la vendita, hanno fat­to credere di lavorare per questo, ma si è salvata grazie a Vittorio Sgarbi che ha parlato con il Mini­stro Dario Franceschini». E anco­ra: «La verità è che la legge sulle Ferrovie turistiche è uno schiaffo politico al sindaco di Pesaro Mat­teo Ricci che pensava di smantella­re la Fano-Urbino, lui che vuole fa­re il politico di spessore nazionale, senza occuparsi del territorio».

Anna Marchetti

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Il dibattito – L’associazione precisa

«CINQUECENTOMILA eu­ro per percorrere con i ferrocicli i 48 chilometri di binari tra Fano e Urbino». L’associazio­ne Valle del Metauro torna a proporre, per un «uso iniziale della linea», i ferrocicli  previsti dalla Legge Iacono (istitutiva delle ferrovie turistiche ndr) per i quali si richiederebbe solamen­te la pulizia della linea dalla ve­getazione e qualche opera mi­nore di sistemazione di alcuni scoli e la verifica dell’integrità di 1 o 2 gallerie». Bocciata la so­luzione mista, pista-binario, proposta dalla Regione, l’asso­ciazione ridimensiona le cifre dei progetti regionali per il ri­pristino della ferrovia vera e propria. Per Valle del Metauro le cifre reali sono di «87 milio­ni di euro (contro i 100 milioni di cui parla la Regione ndr) per il ripristino a ferrovia per tra­sporto locale di passeggeri e di 34 milioni di euro (contro 50 mi­lioni ndr) per la ferrovia turistica in quanto bisognerebbe so­stituire solo i binari e le traver­se per farvi circolare i treni storici, le littorine e altri mezzi si­mili». L’associazione Valle Me­tauro ricorda, infatti, «che se l’opera la fa la Regione è corret­to metterci l’iva, ma se a fa una Spa come è RFI bisogna to­gliere l'iva che, come tutti san­no, per le società non è un co­sto ma una partita di giro».

an. mar.

Da: Il Resto del Carlino del 24/8/2017

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Succubi di Pesaro?  E’ il solito disco rotto - Mancano argomenti

Ex ferrovia, Seri ribatte a Gambini

PAROLE PESANTI «La verità è che sono un sindaco concreto. Altri hanno dimostrato di non avere gli attributi»

di ANNA MARCHETTI

«FANO succube di Pesaro... Un disco rot­to» che il sindaco Massimo Seri è stanco di sentire ripetere, riproposto continuamen­te dall’opposizione fanese, ma utilizzato perfino dal collega di Urbino, Maurizio Gambini.  Il primo cittadino di Fano non ha affatto gradito che Gambini, nel com­mentare la diversa posizione di Fano e Ur­bino sul recupero della linea ferroviaria (Urbino è il ripristino del treno turistico, Fano per la soluzione mista pista ciclabile- ferrovia) si sia permesso la battuta «Fano è succube di Pesaro». «E’ qualcun altro - re­plica seccato Seri - che quando il confron­to era vero e duro, mi riferisco alla discus­sione sull’ubicazione dell’ospedale unico nell’assemblea dei sindaci di Area Vasta, (di cui Gambini è presidente ndr) ha dimostrato di non avere gli attributi». E ancora: «Reputo Gambini troppo intelligente per battute del genere... Penso che sia la reazio­ne di chi ha problemi politici e non riesce ad ottenere risultati importanti in un con­testo più ampio». «Certe battute - insiste Seri - indicano che stiamo andando nella direzione giusta e che stiamo facendo cose intelligenti, perché si usano quando non si hanno altri argomenti. Ricordo che da ra­gazzino, quando si giocava con una squa­dra o un avversario più forte si diceva «but­tala in cagnara». Insomma, secondo il sin­daco di Fano, Gambini starebbe tentando di «buttarla in cagnara». «LA VERITÀ - conclude Seri - è che sono un sindaco concreto e quando gli altri fanno le chiacchiere, io guardo alla sostan­za». E nello specifico della Fano-Urbino, Seri ribadisce: «Non siamo mai stati con­trari al ripristino della ferrovia, ma se a fianco dei binari c’è la possibilità di realiz­zare una pista ciclo-pedonabile, ben venga».

ANCHE per i grillini «ben venga l’idea di inserire nel futuro nuovo piano regolatore una pista ciclabile di fianco ai binari, sa­pendo che è necessario trovare molte più risorse per gli espropri. I costi di 5 milioni di euro (di cui ha parlato la Regione ai sindaci dei 7 Comuni interessati a fine luglio ndr) non tengono conto degli espropri per decine di milioni di euro dei frustoli di ter­reno adiacenti al tracciato (che sarebbero a carico degli enti locali, come la manuten­zione futura della pista e la sua illuminazio­ne)». Sul riutilizzo della ferrovia «uno dei più importanti nodi infrastrutturali della valle del Metauro e della Regione Marche, uno dei beni comuni più estesi nel territo­rio», i 5 Stelle fanno notare che « se il progetto di ripristino al traffico commerciale viene stimato in 120 milioni di euro com­presa elettrificazione della linea (cifra co­munque risìbile di fronte al costo stimato di tre miliardi di euro per il completamen­to della Fano Grosseto), per una ferrovia turistica i costi si aggirerebbero, a detta de­gli esperti, ad un ordine di grandezza infe­riore (la Regione parla di 50 milioni di eu­ro, Ferrovie Valle Metauro di 34 milioni di euro ndr) e non sarebbero a carico degli enti locali, ma, con manutenzione compre­sa, a carico di Rfi (Rete ferroviaria italia­na)». I grillini, inoltre, annunciano una mozione perché sindaco e giunta «chiedano a Società autostrade una variante mi­gliorativa di progetto in grado, con poca spesa, di ripristinare il tratto danneggiato (per la nuova bretella di collegamento tra via Campanella e via Flaminia) e di predi­sporre un eventuale sottopasso o sovrap passo a carico di Società autostrade».

Da: Il Resto del Carlino del 25/8/2017

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F5S: “FERROVIA FANO URBINO, IL TRENO TURISTICO UNICA SCELTA SOSTENIBILE PER LE FINANZE DEL COMUNE”

Fano (PU) – “Come al solito il nostro Sindaco non sa che pesci pigliare sulla ferrovia Fano-Urbino: una volta dice di essere d’accordo sul ripristino, un’altra, visto che l’amico Ricci di Pesaro è per la pista ciclabile, propende per questa soluzione”. Ad intervenire sono i consiglieri comunali di Fano a 5 Stelle.

“Noi le idee, invece, le abbiamo chiare. Per noi la tratta ferroviaria Fano-Urbino è uno dei più importanti nodi infrastrutturali della valle del Metauro e della Regione Marche, uno dei beni comuni più estesi nel territorio. Questa ferrovia è stata vincolata da una nuova legge sulle ferrovie turistiche recentemente come tratta ferroviaria ad uso turistico assieme ad altre 17 linee in tutto il territorio nazionale. Sulle Dolomiti, c’è persino il progetto di convertire una pista ciclabile realizzata su una ferrovia dismessa nel 1964 di nuovo in ferrovia, riportando il treno a Cortina D’Ampezzo e spendendo 700 milioni di euro. Sulla stampa poi leggiamo delle cifre che vengono ‘sparate’ senza opportuna documentazione sul riutilizzo della Fano Urbino”.

“Se il progetto di ripristino al traffico commerciale viene stimato in 120 milioni di euro compresa l’elettrificazione della linea (cifra comunque risibile di fronte al costo stimato di tre miliardi di euro per il completamento della Fano Grosseto), per una ferrovia turistica i costi si aggirerebbero, a detta degli esperti, ad un ordine di grandezza inferiore e non sarebbero a carico degli enti locali, ma, con manutenzione compresa, a carico di Rete Ferroviaria Italiana. Infine, riguardo al progetto di una pista ciclabile a fianco della ferrovia, i costi che vengono citati, 5 milioni, non tengono conto degli espropri dei frustoli di terreno adiacenti al tracciato (che sarebbero a carico degli enti locali, come la manutenzione futura della pista e la sua illuminazione) e parliamo di nuovo di diverse decine di milioni di euro”.

“L’amministrazione di Fano ci mette del suo per danneggiare il riutilizzo dell’opera, in quanto, per autorizzare l’attraversamento della ferrovia in località Forcolo della nuova strada realizzata dalla Società Autostrade, permette a quest’ultima lo smantellamento di 30 metri di binari e la realizzazione dell’asfalto non a raso ma rialzato di più di un metro. Inoltre le casse del comune dovranno poi, in caso di ripristino, impegnarsi a finanziare il rifacimento del tratto a proprie spese come da accordi presi dal Comune di Fano a gennaio scorso con RFI . Per impedire questo grave errore e per salvaguardare i soldi dei fanesi e il bene comune di tutta la valle, abbiamo predisposto una mozione che chiede al Sindaco e alla giunta di chiedere a Società Autostrade una variante migliorativa di progetto in grado, con poca spesa, di ripristinare il tratto danneggiato e predisporre un eventuale sottopasso o sovrappasso a carico di Società Autostrade. Ben venga poi l’idea di inserire nel futuro nuovo piano regolatore l’idea di una pista ciclabile di fianco ai binari, ma questo richiede una tempistica più lunga essendo necessario trovare molte più risorse per gli espropri”.

http://www.fanoinforma.it/f5s-ferrovia-fano-urbino-il-treno-turistico-unica-scelta-sostenibile-per-le-finanze-del-comune/

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L'OPPORTUNITA' DI NON PERDERE UN TRENO

All’incontro del 06/7/2017, presso l’Istituto D’istruzione Superiore L. Donati voluto dal comune di Fossombrone per valutare insieme alla cittadinanza le intenzioni della Regione in merito alla ferroviaria Fano Urbino inserita in un progetto di riattivazione a fini turistici, di tratte ferroviarie dismesse (proposta nel frattempo divenuta legge dello stato), il consigliere regionale Biancani tra l’altro affermava: ”ma che volete che si possa investire in un trenino turistico che sarà operativo al massimo venti giorni l’anno”. Questa affermazione chiarisce qual è la presa di posizione della amministrazione regionale in merito alla linea ferrata Fano – Urbino. Non vogliamo entrare nel merito della redditività della tratta commerciale poiché occorrerebbero dei dati specifici che non abbiamo relativi alla mobilità nella vallata del Metauto, come ad esempio il pendolarismo ma certo è, che, al contrario di 30 anni or sono, da quando è stata dismessa la tratta, esiste una inversione all’uso del mezzo privato a favore di quello pubblico, per svariati motivi: recupero tempi morti di guida e di parcheggio, sicurezza, ecologia e perché no economicità. Ma parliamo del trenino turistico, che al contrario di quanto affermato dal Consigliere, potrebbe essere operativo fino a 365 giorni l’anno invece che 20. Immaginate voi l’enorme bacino d’utenza nei mesi estivi, da Rimini a Senigallia, per aumentare l’offerta turistica ai così detti “bagnanti”; da Natale alla Epifania; a Pasqua; dal ponte del 25 aprile al Primo Maggio; nel periodo del carnevale di Fano e di tutte la maggiori manifestazioni della vallata. Ma si badi bene che trenino turistico significa tutto e niente, è un gran bel contenitore che ha bisogno di essere riempito per funzionare. Ne consegue che tutte le associazioni culturali, le proloco, tutti gli operatori dei settori: artistico, enogastronomico, ambientalistico, turistico, sportivo, le associazioni di categoria relative all’artigianato, all’agricoltura e chi più ne ha più ne metta, dovrebbero essere attivate per la creazione di progetti, come è stato fatto nel percorso che ha conferito al Parco del Furlo il marchio di Turismo Ecosostenibile. Immaginate che, con il supporto della pubblica amministrazione, ne venga fuori un programma con offerte per tutto l’anno, con le quali, a prenotazione, scolaresche, gruppi o singoli turisti vengano prelevati dai pulmini nelle varie stazioni e portati, dai vari operatori, dentro le aziende agricole per le degustazioni, nei parchi naturali o artistici, botteghe artigiane, musei, ristoranti e tante altre iniziative economiche e culturali che si potrebbero valorizzare o creare. Ciò potrebbe tessere un reale rapporto tra costa e territorio, tra la ricettività costiera e la molteplice offerta dell’ entroterra. Quale grande impulso socioeconomico darebbe al territorio un progetto del genere! Quali vantaggi a livello d’immagine in Italia e non solo! Quanti vantaggi avrebbe la politica a gestire un progetto del genere! Ma la politica, è molto impegnata a gestire il quotidiano e a spartirsi le varie forme di potere locale, nel tempo libero chiude gli occhi per riposarsi ed evita di sognare un futuro migliore.

Gruppo "Fossombrone per la difesa del territorio"  Amedeo Evangelisti

Da: Il Menestrello  del 25/08/2017

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Urbino

Il collegamento

Londei e Palma: «Tratta ferroviaria utile Da ripristinare anche in ottica turistica»

URBINO - Il presidente dell’associazione Urbino Capoluogo, Giorgio Londei e l’architetto Giacomo Palma, referente per il ripristino della ferrovia Fano - Urbino, nel corso dell’ultimo incontro hanno affermato «la ferma convinzione sul ripristino della tratta, sia a livello turistico, come prevede la nuova legge, che a livello di trasporto di passeggeri e merci. A Urbino Capoluogo non interessano le polemiche sulla primogenitura della legge, anche se l’associazione ne ha costantemente seguito le vicende in Camera e Senato, ma che si svolga un’azione decisa che, dopo anni di chiacchiere inutili, porti al ripristino di un collegamento ferroviario della cui mancanza in una città patrimonio dell’Unesco il mondo continua a stupirsi».

Da: Corriere Adriatico del 30/8/2017

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Ciclabile sulla Fano Urbino   

La Sinistra: «È uno spreco» Ma la legge approvata piace: «Ora si liberino i tratti occupati»

LA FERROVIA

URBINO - Sinistra per Urbino esprime soddisfazione per il voto parlamentare che istituisce le ferrovie  turistiche nel cui elenco figura anche la Fano Urbino, pur rimarcandone i limiti propagandistici da campagna elettorale dal momento che non vengono stanziati fondi.

Soddisfazione

«Tuttavia - scrive in una nota Sinistra per Urbino – è  un passo  avanti per la sua realizzazione e un ostacolo per quei sindaci che vogliono cannibalizzare per fini clientelari  i siti dove passano i  binari,  causando gravi danni all'intera comunità provinciale. Il fine della realizzazione della ferrovia non deve essere né oscurato né trascurato. Si richiede il ritorno alla situazione precedente il 31 gennaio 1987, data della sua dismissione, e una sua valorizzazione. Va dato merito all'Associazione FVM, al Circolo Legambiente di Urbino  - sottolinea  Sinistra per Urbino -  che da anni si prodigano incessantemente,  e a Sinistra per Urbino, unica forza politica cittadina che inserì la ferrovia nel suo programma elettorale del 2014 e che da allora affianca le associazioni della società civile in questa sacrosanta battaglia. Noi tutti ci siamo battuti per denunciare in questi anni i sabotaggi dell'allora Presidente di Provincia e ora sindaco di Pesaro, Matteo Ricci, e del Pd provinciale, le sordità e l'indifferenza dell’attuale Presidente di Regione Ceriscioli e del Pd regionale, insensibili alle richieste di sindaci, associazioni, comunità locali».

La ciclabile

«Per garantire la manutenzione ordinaria della tratta - insiste Sinistra per Urbino - ben venga anche l'istituzione del ferro ciclo, senza che ciò eluda l'obiettivo del ripristino funzionale del treno. Questo voto costringerà sindaci e privati che in modo inappropriato e spesso illegale, hanno occupato nel tempo lo spazio dei binari, a recedere, liberare e ripristinare quei pezzi di tratta manomessi (ciò dovrà valere anche per il sindaco di Fano). Per quanto riguarda la ciclabile - conclude Sinistra per Urbino nella sua nota - spendere qualche decina di milioni per una infrastruttura a fianco dei binari che troverà scarso utilizzo, quando non si vogliono trovare 34 milioni per istituire una decorosa ferrovia turistica, ci sembra un diversivo per distogliere l'attenzione dal reale obiettivo delle comunità locali».      e. gul.

Da: Corriere Adriatico del 1/9/2017

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MENTRE CONTINUA L’ETERNO DIBATTITO TRA CICLABILE E RIPRISTINO DEL TRENO, LA FERROVIA METAURENSE E’ UNA LEGGE DELLE STATO

La Fano-Urbino inserita nella legge sulle ferrovie turistiche italiane

Con  la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale la legge entra in vigore Il commento dell’Associazione Ferrovia Valle del Metauro dopo questo importante riconoscimento

 Il 23 agosto è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale la Legge che istituisce le Ferrovie Turistiche. Attualmente sono 18 le linee individuate nel Paese che hanno caratteristiche di particolare pregio naturalistico e archeologico: la ferrovia Fano-Urbino è compresa nell’elenco! La Legge presentata l’11 giugno 2013 dall’On. Maria Iacono (PD) è stata approvata all'unanimità alla Camera dei Deputati il 24 gennaio 2017. Il 2 agosto 2017, alla presenza del Ministro delle Infrastrutture Delirio, la legge è stata approvata in via definitiva (sempre all'unanimità) dal Senato presso l'VIII Commissione deliberante. La possibilità di creare sviluppo sociale ed economico tramite le ferrovie turistiche è certificata non solo da un perdurante successo in Europa da oltre 60 anni ma anche in Italia, dai dati in costante crescita forniti da Fondazione FS che dal 2013 organizza il turismo ferroviario con lodevole e sistematica determinazione in collaborazione con Regioni e Volontariato. Per quanto riguarda la ferrovia Fano-Urbino, mentre il Provvedimento era in itinere di approvazione, avvenivano con sorprendente coincidenza due fatti estremamente gravi: l'estirpazione di 30 metri di binario per la costruzione di una strada nel Comune di Fano e la redazione di un protocollo d’intesa tra la Regione Marche ed i Sindaci di alcuni Comuni della valle metaurense per la realizzazione di una ciclabile nel sedime ferroviario. Riguardo al primo fatto: in questi ultimi anni si assiste al sistematico rilancio di tutte le infrastrutture ferroviarie nazionali (principali, secondarie e turistiche) con notevole impegno finanziario; contemporaneamente si è aperto un continuo dibattito sulla ferrovia Fano-Urbino tramite una grande quantità di articoli sulla stampa locale e nazionale e la realizzazione di progetti di ripristino ed utilizzo plurimodale da parte di FVM. È pertanto lecito chiedersi perché siano stati divelti i binari senza realizzare l'attraversamento a raso come specificato da RFI-FS. Soluzioni tecniche, anche economiche, per risolvere l'interferenza strada-ferrovia si potevano realizzare eppure non se ne tenuto conto (volutamente?).

Con l’approvazione della Legge Iacono si apre, pertanto, uno scenario aperto a sorprendenti soluzioni. Riguardo al protocollo d’intesa non è difficile comprendere per quale motivo la Regione Marche cercava di anticipare i tempi. Forse sperava che la  Legge non fosse approvata? Oppure mediarne l'adesione dei Sindaci si creava uno "status quo" per escludere la ferrovia Fano-Urbino dall'elenco delle ferrovie turistiche? A questo proposito bisogna rimarcare che la Regione Marche ha 150 giorni di tempo, dall’entrata in vigore della legge, per richiederne l'esclusione con delibera motivata. Una tale decisione rappresenterebbe, comunque, un fatto unico, increscioso ed ingiustificabile che pone le Autorità locali in contrasto con la volontà del Parlamento e del popolo italiano. La Valle del Metauro ha paesaggi, storia, cultura, archeologia, tipicità e manifestazioni tradizionali uniche e peculiari. Insomma possiede tutto ciò che serve per rendere una ferrovia turistica, con il suo contesto locale, un’attrazione nazionale ed internazionale. Dato per scontato che le altre Regioni interessate dal provvedimento si impegneranno (ed alcune più lungimiranti ci stanno riuscendo) a riprendere il “sistema” treno nelle loro storiche tratte, chiediamo e confidiamo che le Marche siano in grado di fare altrettanto con pari successo per il bene delle sue popolazioni. Per concludere non possiamo non citare “il sogno” dei sindaci di Fano e Pesaro, sogno riportato nei quotidiani locali pochi giorni dopo l’approvazione della Legge: arretrare la ferrovia adriatica e creare così la zona costiera più bella d’Italia tra Pesaro e Fosso Sejore! Ci si chiede ragionevolmente: assieme alla ferrovia adriatica arretreranno di conseguenza  anche le stazioni, quindi per gli abitanti di Pesaro, Fano, Marotta, Senigallia dove saranno previste le stazioni ferroviarie? E, soprattutto, con quali costi, con quali disagi?

Associazione Ferrovia Valle Metauro

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OPINIONI – IL FUTURO DELLA FERROVIA / 1

Un treno da non perdere

All’incontro del 06/7/2017, presso l’Istituto D’istruzione Superiore L. Donati voluto dal comune di Fossombrone per valutare insieme alla cittadinanza le intenzioni della Regione in merito alla ferroviaria Fano Urbino inserita in un progetto di riattivazione a fini turistici, di tratte ferroviarie dismesse (proposta nel frattempo divenuta legge dello stato), il consigliere regionale Biancani tra l’altro affermava: ”Ma che volete che si possa investire in un trenino turistico che sarà operativo al massimo venti giorni l’anno”. Questa affermazione chiarisce qual è la presa di posizione della amministrazione regionale in merito alla linea ferrata Fano – Urbino. Non vogliamo entrare nel merito della redditività della tratta commerciale poiché occorrerebbero dei dati specifici che non abbiamo, relativi alla mobilità nella vallata del Metauro, come ad esempio il pendolarismo ma certo è, che, al contrario di 30 anni or sono, da quando è stata dismessa la tratta, esiste una inversione all’uso del mezzo privato a favore di quello pubblico, per svariati motivi. Ma parliamo del “trenino turistico”, che al contrario di quanto affermato dal Consigliere, potrebbe essere operativo fino a 365 giorni l’anno invece che 20. Immaginate voi l’enorme bacino d’utenza nei mesi estivi, da Rimini a Senigallia, per aumentare l’offerta turistica ai così detti “bagnanti”; da Natale alla Epifania; a Pasqua; dal ponte del 25 aprile al Primo Maggio; nel periodo del carnevale di Fano e di tutte la maggiori manifestazioni della vallata. Ma si badi bene che trenino turistico significa tutto e niente, è un gran bel contenitore che ha bisogno di essere riempito per funzionare. Ne consegue che tutte le associazioni culturali, le Proloco, tutti gli operatori dei settori: artistico, enogastronomico, ambientalistico, turistico, sportivo, le associazioni di categoria relative all’artigianato, all’agricoltura e chi più ne ha più ne metta, dovrebbero essere attivate per la creazione di progetti, come è stato fatto nel percorso che ha conferito al Parco del Furlo il marchio di Turismo Ecosostenibile. Immaginate che, con il supporto della pubblica amministrazione, ne venga fuori un programma con offerte per tutto l’anno. Ciò potrebbe tessere un reale rapporto tra costa e territorio, tra la ricettività costiera e la molteplice offerta dell’ entroterra. Quale grande impulso socioeconomico darebbe al territorio un progetto del genere! Quali vantaggi a livello d’immagine in Italia e non solo! Quanti vantaggi avrebbe la politica a gestire un progetto del genere! Ma la politica, è molto impegnata a gestire il quotidiano e a spartirsi le varie forme di potere locale, nel tempo libero chiude gli occhi per riposarsi ed evita di sognare un futuro migliore.
Amedeo Evangelisti Gruppo "Fossombrone per la difesa del territorio"
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OPINIONI – IL FUTURO DELLA FERROVIA / 2

Valorizzare la linea con il cicloturismo

Per quanto sia chiaramente preelettorale, la legge sulle ferrovie turistiche qualche merito lo ha: conserva in mano pubblica la Fano Urbino, impedisce che sia spezzettata e ne consente la valorizzazione anche con mezzi diversi dal treno; conferma inoltre che la riattivazione di linee non mantenute in efficienza (come quelle già in funzione per esempio in Toscana e Lombardia) è una missione difficilissima, per non dire impossibile, come del resto dicono i fatti e ben sanno tutti gli amministratori pubblici. Per questo il progetto di realizzare la pista ciclabile ai margini dei binari è giusto e fa bene la Regione Marche a portarlo avanti; che il progetto sia anche fattibile è dimostrato dal fatto che questa stessa idea è stata ufficialmente accettata (durante i lavori per approvare la legge) per una delle 18 linee turistiche, la Noto-Pachino. Se questo vale e conviene per la ferrovia siciliana, vale e conviene per tutte le altre; sarebbe oltretutto inaccettabile spendere cifre enormi per ristrutturare un bene pubblico e farlo usare da un treno turistico solo per iniziative episodiche. La valorizzazione prevista dalla legge si ottiene recuperando spazi degradati per muoversi in sicurezza e migliorare la qualità della vita ma soprattutto stimolando l’economia; proprio quello che può fare una pista ciclopedonale in particolare per il cicloturismo che chiede qualità e sicurezza e non certo percorsi ricavati alla buona lungo strade trafficate e inquinate; ed è noto che i soldi investiti in questa direzione rientrano entro tre anni moltiplicati 4 – 5 volte (fonte Il sole 24 ore). Non solo pista ciclabile, ma anche sottoservizi come la fibra ottica per la banda ultra larga da cui possono arrivare presto quei capitali non previsti da una legge senza copertura finanziaria. A questo progetto razionale che può risolvere finalmente un problema vecchio di almeno 30 anni, va l’incoraggiamento della maggioranza delle associazioni ambientalistiche del territorio.
Enrico Tosi
Da: Il Giornale del Metauro n. 187, settembre 2017

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Fano Città Ideale: "Ferrovia Fano – Urbino un’occasione da non perdere"

05/09/2017 - A conferma del fatto che quanti si sono spesi in questi anni per il recupero della Ferrovia Fano-Urbino non erano dei nostalgici visionari ma persone dotate di senno e di lungimiranza, il 2 agosto di quest’anno la Commissione Lavori Pubblici del Senato ha finalmente approvato in sede legislativa la proposta di legge per ” l’istituzione delle ferrovie turistiche mediante il reimpiego di linee in disuso o in corso di dismissione situate in aree di particolare pregio naturalistico e archeologico”, atto conclusivo di un iter legislativo che si è concluso con un voto all’unanimità, quindi con il consenso trasversale di tutte le forze politiche. 
L’attivismo di questi anni dell’Ass. Ferrovia Valle del Metauro, fatto di passione e dedizione, sostenuto da pochi e avversato da molti, vede finalmente raggiunto un importante risultato: il riconoscimento ufficiale che la tratta ferroviaria Fano-Urbino riveste un’importanza strategica perché insiste su un territorio, la valle del Metauro, di grande rilevanza sia naturalistica che culturale, così come previsto dalla nuova legge.

Noi di “Fano Città Ideale” esprimiamo la nostra grande soddisfazione per questo risultato, anche se esso rappresenta solo la prima tappa di un percorso che si preannuncia ancora lungo; la problematica della salvaguardia della tratta Fano-Urbino contro i tentativi di smantellamento motivati da interessi speculativi è già stato uno dei cardini del programma elettorale della lista “D’Anna Sindaco”, rafforzato dalla presenza in lista dello stesso presidente dell’associazione, il dott. Carlo Bellagamba.  A nostro parere il disegno di legge approvato ha avuto intanto una prima conseguenza positiva, dando lo stimolo per attivare in città un ricco dibattito fatto di interventi e di proposte che, pur nella loro varietà e diversa attinenza al testo legislativo, hanno comunque un comune denominatore: quello di sdoganare definitivamente l’idea che la linea ferroviaria Fano-Urbino sia una risorsa determinante per lo sviluppo del nostro territorio.  A questo punto è assolutamente importante che il Sindaco della nostra città intervenga in tempi brevi nel dibattito per confermare che quanto già indicato dal disegno di legge, cioè lo stretto legame tra lo sviluppo del territorio e la linea ferroviaria, sia stato recepito dalla sua amministrazione. Al Sindaco Seri chiediamo inoltre quale profilo e quale ruolo intenda assumere la nostra città rispetto ad un progetto che è di rilevanza per un vasto territorio (che vede la presenza di altri attori importanti, come la città di Urbino).

Sollecitiamo quindi il nostro Sindaco affinché si attivi per confermare alla Regione Marche la manifestazione d’interesse della nostra città a sviluppare, con il ripristino della linea ferroviaria Fano-Urbino, un progetto innovativo in grado di coniugare la mobilità sostenibile alla tutela ambientale secondo quanto previsto dalla proposta di legge, salvaguardando comunque la destinazione esclusiva dell’intero tracciato ad un utilizzo specificamente ferroviario, turistico o per traffico pubblico locale.  Al Sindaco chiediamo infine di approfittare di una così importante occasione per attivare una progettualità per la nostra città che sia in grado di superare l’orizzonte temporale della sua amministrazione, con una visione politica di sviluppo sia economico che sociale del nostro territorio che ci permetta finalmente di uscire dalle melme di una crisi di idee e di progetti che sembra condannare, da anni, la nostra città all’immobilità.  Da Fano Città Ideale

Da: http://www.viverefano.com/2017/09/06/fano-citt-ideale-ferrovia-fano-urbino-unoccasione-da-non-perdere/651974/

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L’idea: in Bicipolitana fino a Urbino

Presentati gli Stati Generali della Mobilità Nuova, Pesaro chiama a raccolta i sindaci “ecofriendly” Anche De Magistris tra i partecipanti, il ritorno del ministro Galletti dopo il rogo sul San Bartolo

L'OBIETTIVO/l

PESARO -  Gli Stati Generali della Mobilità nuova, il 15 e 16 settembre. saranno l'occasione per accelerare sul  collegamento ciclabile e ferroviario-turistico Fano-Urbino, ma anche per riportare al centro del dibattito la modifica al codice della strada per implementare la mobilità ciclabile. Una due giorni dedicata a tavole rotonde workshop, pedalate e spettacoli aperti a tutti

Le tematiche

Sono questi i principali temi, che saranno affrontati il prossimo weekend e che vedranno confrontarsi Pesaro con i sindaci di altri comuni, tra cui il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, la Regione, Legambiente e alcuni esponenti di Governo. A chiudere la due giorni sarà nella giornata di sabato il ministro dell'Ambiente Gianluca Galletti di ritorno a Pesaro dopo l'incendio sul San Bartolo. L’apertura della due giorni venerdì 15 dalle 11 alle 13 con il Bike Summit on the road. Una biciclettata  lungo i principali percorsi della nostra Bicipolitana. Si partirà da piazza del Popolo, la pedalata, fino a Lido Pavarotti, sarà capeggiata dal sindaco Ricci. Ma non mancheranno anche spettacoli gratuiti aperti alla città e workshop tematici. «L'ente regionale è già al lavoro sui temi della mobilità dolce - anticipa il consigliere Andrea Biancani - agli Stati Generali, auspico che ci sia l’occasione anche per un confronto serio sulla Fano-Urbino. A breve la Regione farà uscire i bandi per la Ciclovia Adriatica e il potenziamento dei tratti ciclabili che corrono lungo i fiumi. Oltre al progetto di ciclabile  intercomunale, Pesaro potrà partecipare, dentro la nuova strategia che lega mobilità e turismo, con la ciclabile lungo il Foglia, ma c’è anche la volontà di legare la mobilità dolce al collegamento ferroviario con Urbino, le due cose non dovranno essere slegate. La legge regionale recentemente approvata, ci permetterà di conservare il tracciato già esistente in mano pubblica, evitandone la vendita e contemporaneamente dovremo trovare soluzioni progettuali, anche parziali, che almeno per una parte del tracciato complessivo, possano far convivere da una parte il percorso in treno e dall'altra la ciclabile». Attualmente la Bicipolitana di Pesaro ha raggiunto ad oggi gli 88 chilometri,  nuovi tratti sono in arrivo fra città e comuni limitrofi. L'obiettivo che ci si era posti all'epoca, era arrivare a 180 chilometri complessivi in 25 anni. Dalla sua nascita sono già trascorsi oltre dieci anni. L'altro intervento cui guardare, spiegano gli assessori Enzo Belloni e Franca Foronchi con il mobility  manager Thomas Flenghi, è continuare a prevedere nei percorsi cittadini attraversamenti dedicati, dove chi è in sella alla bici, possa attraversare al verde del semaforo, senza il bisogno di scendere grazie all'apposita segnaletica per i ciclisti. Un intervento che in città riguarda quei percorsi realizzati già dieci anni fa.

Il tavolo

«Al tavolo - continua Biancani - vorremo riprendere le fila della modifica, poi arenata oltre 10 anni fa, di cui Pesaro sarebbe stato uno dei Comuni capofila, relativamente alla variazione del codice della strada, per tutti quegli interventi urbanistici e di lavori pubblici, volti a facilitare e  implementare la creazione di ciclabili».  Gli Stati Generali della Mobilità sono un'occasione importante anche per Legambiente  come evidenziato dalla presidente regionale e dal rappresentante provinciale, Enzo Frulla.                         Letizia Francesconi

Da: Corriere Adriatico del 10/9/ 2017

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Tosi (Fiab) “Ferrovia Fano-Urbino: recupero costoso
Ma una soluzione in chiave turistica ora è possibile”

 “La recente legge sulle ferrovie turistiche, anche se chiaramente elettoralistica (priva di copertura finanziaria, con molte limitazioni, non dà obblighi ma solo opportunità...) è comunque utile perché conserva i tracciati in mano pubblica e offre interessanti opportunità”.

A parlare è Enrico Tosi, coordinatore di Fiab Marche che entra nei particolari: “La legge consente in particolare: servizio turistico e non trasporto pubblico locale; circolazione di treni storici per alcuni giorni l’anno e a bassa velocità; gestione a cura di volontari; uso di ferrocicli, veicoli a pedale su rotaia. I finanziamenti vanno trovati nei bilanci di Regioni e Ferrovie. Per la Fano-Urbino si aggiungono numerosi problemi urbanistici e altissimi costi di ripristino, compresi smaltimento e sostituzione di oltre 90.000 traversine; la cifra più attendibile, perché definita da uno studio finanziato da enti pubblici e sottoscritto da tutte le Università e le CCIAA delle Marche, era nel 2004 di 150 milioni di euro, riducibili grazie a misure di sicurezza meno stringenti per un utilizzo solo turistico; sono inoltre necessari collegamenti aggiuntivi con altri mezzi e da riattivare oltre 60 passaggi a livello, probabilmente con le tradizionali sbarre, essendo un controsenso per una linea storica un sistema più moderno; prevedibile infine il riutilizzo della motrice storica, la ALn  668 a gasolio da 68 posti. E’ quindi logico pensare - spiega Tosi - che un treno nella valle del Metauro possa tornare solo a lungo termine; invece per l’immediato un odg approvato in occasione del varo della legge consente una cosa molto importante: l’integrazione treno- bici; recita infatti: ‘la linea ferroviaria dismessa Noto Pachino è trasformata in percorso “greenway” e per la sua realizzazione sono preventivati 6 milioni. Anche se non ha la forza di una legge, l’odg è comunque un impegno per il Governo a realizzare una pista ciclabile per valorizzare il territorio e inserire la struttura nella rete di percorsi ciclistici a lunga percorrenza europei ‘Eurovelo’; su questi percorsi sta lavorando la Fiab attraverso ‘Bicitalia’, un progetto all’attenzione del Ministero Infrastrutture e Trasporti. Se questo è possibile, oltre che conveniente, per la linea siciliana, lo è anche per la Fano-Urbino dove si sta lavorando sulla stessa idea: è infatti confermato che in gran parte del percorso lo spazio per la ciclabile c’è e non occorre acquistare frustoli confinanti; tra l’altro, essendo rinviabile la sostituzione di binari e traversine e rari i passaggi dei treni turistici, una pista ciclabile utilizzabile tutto l’anno giustifica meglio il costoso recupero di un bene abbandonato...”.

Per recuperare la Fano Urbino ferma da 30 anni servono risorse ingenti che presumibilmente la Regione e le Ferrovie non metteranno a disposizione avendo ben altre priorità. Da cosa possono venire?

“Solo da soggetti che vogliono rilanciare la ferrovie oppure da altri che già hanno manifestato interesse a utili sottoservizi, soprattutto banda ultralarga per internet, della cui mancanza soffrono più degli altri i territori interni; e il primo passo del recupero è proprio la sistemazione del sedime fatiscente dove vari sottoservizi possono coesistere nella massima sicurezza sia con la pista ciclabile che la ferrovia. I vantaggi dell’integrazione treno-bici sono numerosi: promozione turistica, ottimizzazione delle risorse, manutenzione regolare, riqualificazione di spazi fatiscenti,  una strada in più, traffico alleggerito, meno inquinamento e incidenti, aumento di valore degli edifici lungo la ‘greenway’... Ora si può  realmente risolvere un problema trentennale conciliando esigenze diverse grazie a questo progetto lungimirante che favorisce il rilancio di un’intera vallata ed ha il consenso della Regione Marche, dei sindaci, delle associazioni, degli imprenditori e di tanti cittadini”.

Giuseppe Fiorini

Da: Flaminia e dintorni n. 29 – Settembre 2017

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L’Associazione FVM e il ripristino della ferrovia metaurense Fano-Urbino

 In seguito al dibattito avvenuto all’evento “Verso Gli Stati Generali della Mobilità Nuova 2017“, vi proponiamo un approfondimento da parte di uno dei relatori intervenuti. Crediamo sia utile dare seguito alle analisi sui temi a noi cari, così da poterle condividere anche con chi non è potuto essere presente a Pesaro.  Buona lettura!

 La mobilità sostenibile è un concetto moderno e consapevole, nato dalla presa di coscienza di errori fatti nel passato: cattive abitudini e scelte fatte troppo frettolosamente, spesso hanno condotto ad un grado di qualità della vita in cui elementi come l’ambiente, la salute, il consumo di territorio e la sicurezza nelle nostre città sono stati poco considerati se non ignorati. Un tale concetto importante e profondo deve, di conseguenza, fondarsi su “qualcosa di concreto” per poter passare dallo stato di idea a quello di azione realizzata. Quel “qualcosa di concreto” sono le infrastrutture dedicate alla mobilità sostenibile. Infrastrutture come le piste ciclabili o le colonnine di ricarica per auto elettriche sono le preferite dalle persone affezionate alla modalità di spostamento individuale, mentre gli spiriti più sensibili agli spostamenti di massa si rivolgono a soluzioni versate più al trasporto pubblico.

Il trasporto pubblico, specialmente quello su ferro o comunque a guida vincolata o su infrastruttura propria, è di fatto la massima espressione di mobilità sostenibile per flussi consistenti di persone.  Chiaramente se si interviene sul flusso più importante si riducono la maggior parte delle esternalità negative del trasporto.

Se è vero che la bicicletta o l’auto elettrica riducono le emissioni, è anche vero che la prima non risolve i problemi delle distanze, delle avversità meteo e della fruizione all’uso a tutte fasce di popolazione (anziani, disabili sarebbero esclusi), mentre la seconda non risolve i problemi di parcheggio e di congestione urbana (oltre che di incidentalità). D’altronde il trasporto pubblico su gomma, anche elettrico, può rimanere vittima della congestione stradale (se non addirittura incrementarla) e propone tempi a volte scoraggianti se non assistito da una viabilità prioritaria o dedicata e da tecnologie che facilitino l’utente nelle scelte e nella gestione dei tempi di attesa.

Al contrario un trasporto pubblico su sede propria, meglio se elettrico e meglio ancora se su ferro, si offre come soluzione allo spostamento dei flussi più importanti di persone con il vantaggio di un miglior tempo di percorrenza. Se è vero, ad esempio, che l’Italia, come recentemente evidenziato da diversi studi, è in coda alle classifiche per metropolitane e tramvie in rapporto alla popolazione, è altresì vero che laddove tali reti esistono esse costituiscono colonne portanti super utilizzate, in mancanza delle quali le comunità vanno in crisi dopo poche ore.  Sempre in ambito di sostenibilità è opportuno rimarcare come tali reti non debbano avere impatti insopportabili sul territorio o sull’urbanistica, onde non vanificare il concetto di sostenibilità al quale vorrebbero andare incontro. Quale cosa migliore , allora, del riscoprire reti esistenti poco utilizzate od in disuso e potenziarle cercando di renderle nuovamente utili e moderne?

L’Associazione Ferrovia Valle Metauro, – che dal 2000 lavora con passione per il ripristino della linea ferroviaria Fano – Urbino che insiste su un territorio densamente popolato e termina nel capoluogo Montefeltresco patrimonio Unesco e importante sede universitaria -, immediatamente si trova in completa sintonia con i concetti della mobilità sostenibile, consapevolmente li fa propri evidenziandoli ad ogni occasione. La linea ferroviaria che FVM sostiene infatti, è proprio uno di quegli esempi di infrastruttura di trasporto pubblico di massa. Abbandonata ma ancora in buone condizioni!   Il suo ripristino offrirebbe la notevole occasione di spostare numeri importanti di utenti dalla strada al ferro. Tale necessità oggi comincia ad essere sentita dai residenti della valle grazie anche alla consapevolezza dell’ assenza di una alternativa veramente competitiva con l’auto.

Prima di presentarvi le idee elaborate è bene chiarire il punto cruciale dei fatti di attualità su tale tracciato: in questo territorio più che altrove si sono fronteggiate due idee di mobilità sostenibile: quella che voleva ripristinare il treno e quella che voleva trasformare la linea in una pista ciclabile.  Il problema di fondo è uno solo: il treno può passare solo su un tracciato ferroviario, mentre una pista ciclabile può passare su altri percorsi con aumento di valore intrinseco ed attrattività generale. Perché quindi escludere la più potente espressione di mobilità sostenibile per rimpiazzarla con quella più leggera?

Forse perché, localmente, i sostenitori della ciclabile per Urbino sono più attaccati all’ormai ambito obiettivo di fare la ciclabile SULLA FERROVIA (anche sostenuti da forti spinte politiche locali) piuttosto che fare una ciclabile PER URBINO ED IL TERRITORIO. Basti pensare che, a tutt’oggi, nessuno studio completo sulla ciclabile è stato pubblicato mentre FVM, oltre al progetto preliminare ferroviario, ha redatto anche un progetto di percorso ciclabile su tracciato alternativo di notevole valore paesaggistico.  Tornando alle idee progettuali sul tema in questione, nella figura a corredo di questo testo vi è una piramide che potremmo definire la “piramide delle idee” di FVM (immagine in fondo).

La larghezza della piramide, scendendo dalla vetta alla base, è direttamente proporzionale ai costi dell’intervento ipotizzato ed al beneficio che l’intervento porterebbe in termini di utenti potenzialmente interessati e a difesa dell’ambiente. Tutte le soluzioni consentono di realizzare quelle a livello superiore e non escludono un’eventuale modifica in direzione di quelle sottostanti. I principi sono quindi di reversibilità, gradualità e compatibilità con la Legge delle Ferrovie Turistiche e con la normativa ferroviaria. Principi questi, tutti INCOMPATIBILI i con la soluzione ciclabile o peggio con altre proposte ibride che sono propugnate da alcuni uffici del potere.  

La soluzione 1 riguarda un aspetto previsto dalla Legge delle Ferrovie Turistiche e cioè l’utilizzo su tutto o parte del tracciato di ferro-cicli che consentano un recupero ludico del bene senza snaturarne le caratteristiche tecniche. L’intervento è contenuto a risorse nell’ordine di 500.000 €.

La soluzione 2 prevede il rifacimento dell’infrastruttura, risparmiando su impianti e tecnologie, per utilizzare la tratta al solo fine turistico con treni storici. L’intervento che impegna una risorsa di circa 35 milioni di euro è importante ed apparentemente sovradimensionato per la funzione svolta. Tale intervento andrebbe però ad abbassare l’impegno economico delle fasi successive (linea di Trasporto Pubblico Locale) e quindi può essere visto come un investimento utile nell’ottica di gradualità del ripristino.

La soluzione 3 è la prima soluzione di TPL moderna attuabile. Essa prevede una riduzione dei tempi di percorrenza, il rifacimento delle stazioni, la riduzione dei PL da 55 a 21 ed aumenti di velocità. Insomma: un servizio attraente ed al passo con i tempi. Ha come unico “difetto” la non elettrificazione.  In tal caso i benefici sociali sarebbero totali mentre quelli ambientali sarebbero dati dalla riduzione delle emissioni per passeggero rispetto all’uso di mezzi privati. La soluzione 3- costo circa 87 milioni di euro da cui scorporare 35 milioni di euro spesi per la soluzione 2- è al centro del progetto elaborato da FVM con le società di ingegneria Pegaso e Sistema Ingegneria nel 2015.

La soluzione 4, teorizzata ma ancora non tramutata in progetto, prevede un servizio elettrificato – costo aggiuntivo 20/25 milioni di euro- con velocità elevate e mezzi moderni uniti a capillarità del servizio. L’elettrificazione ed il notevole aumento della capacità di trasporto trasformerebbero la linea in un spina dorsale della valle che verrebbe collegata alla dorsale adriatica. Ad oggi, grazie alla Legge delle Ferrovie Turistiche, FVM sta spingendo per attuare quanto meno la soluzione 1 con buone prospettive per la 2. Sarebbe il ferro ciclo al momento la soluzione più economica in campo, con costo dell’ordine di 1/10 della stessa ciclabile (spacciata per economica).

La lotta è però molto dura perché molti enti e politici sono fortemente contrari , propongono dubbie soluzioni ibride (ciclabile e treno contemporaneamente sul medesimo percorso -!!!) o compiono gesti sconsiderati, come nel comune di Fano in cui si sta realizzando (in modo legale?) una strada che interseca il binario ad un metro sopra le rotaie senza tenere conto dell’esistenza della ferrovia. Insomma, all’avvicinarsi dell’obiettivo aumentano anche le avversità. Forse la recente approvazione della Legge delle Ferrovie Turistiche potrà porre un freno al proliferare di idee e fatti che si pongono decisamente al limite della sostenibilità (anche mentale).   

Associazione FVM  20/9/2017

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UN'OCCASIONE MANCATA AL PASSAGGIO DEL TRENO

Durante questi anni di attivismo abbiamo sempre tenuto in alta considera­zione le questioni legate alla tratta ferroviaria Fano-Urbino, abbiamo stu­diato ed analizzato la sua lunga storia, approfondito le vicende che ne hanno decretato la dismissione e seguito con interesse coloro che negli anni si sono impegnati per scongiurarne la perdita definitiva. 

Nel rispetto delle varie sensibilità presenti anche all'Interno del nostro gruppo ci siamo sempre trovati d'accordo nel considerare la ferrovia un'importante infrastruttura da salvaguardare.  All'indomani dell'approvazione alla Camera dei Deputati di una Proposta di Legge per realizzare delle ferrovie turistiche attraverso il riutilizzo di li­nee in disuso o in corso di dismissione, nella quale rientrava proprio la Fano-Urbino, abbiamo ritenuto importante presentare in Consiglio Comu­nale un Ordine del Giorno per impedire la vendita parziale del tratto ferro­viario e per chiedere di avviare le procedure necessarie al riutilizzo della ferrovia a fini turistici.  L'esito non è stato positivo e le nostre richieste sono state respinte. Dopo una lunga ed accesa discussione infatti, il Consiglio Comunale si è trovato diviso ed incerto su come indirizzare l'utilizzo futuro dell’infrastruttura esistente.  Sono stati proposti diversi emendamenti, alcuni condivisibili, altri invece inaccettabili perché indirizzati a snaturare l'obiettivo cardine del docu­mento stesso, finalizzato al ripristino della circolazione ferroviaria. A fine seduta, il Sindaco Feduzi, ha rassicurato tutti annunciando che nel Consiglio Comunale successivo, avrebbe presentato un nuovo Ordine del Giorno di concerto con tutti i gruppi politici per accogliere le istanze di tut­ti. Ma nulla di quanto promesso si è poi verificato. Continuiamo a sostenere che questa Proposta di Legge rimane un'ottima occasione per la rivalutazione del nostro territorio dal punto di vista turi­stico e di sostenibilità ambientale. Abbiamo mancato una corsa ... augu­riamo di non perdere l'ennesimo treno.

Aggiornamento;

20 Giugno 2017; la Giunta Comunale di Fermignano vota a favore del proto­collo di intesa con la Regione Marche volto alla valorizzazione della linea ferroviaria e per avviare la ricerca di fondi per un percorso ciclo pedonale.

2 Agosto 2017: la Commissione "Lavori pubblici e comunicazioni” del Se­nato approva definitivamente la legge sulle ferrovie turistiche.

Da: Movimento 5 stelle Fermignano 5/10/2017

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Nuova proposta di Noi Giovani su Fano-Urbino linea tranviaria

Il gruppo chiede una soluzione che unisca territori e politica

LA DISCUSSIONE

FANO. Una soluzione che unisca «territori e politica», ma se pro­prio c’è da barrare una casella, Noi Giovani è per «una linea tranviaria leggera». Dopo che in consiglio sono passate tre mo­zioni di diverso taglio, ma tutte sulla Fano - Urbino, per la for­mazione che sostiene il sindaco Seri è arrivato «il momento di aprire una discussione seria sul­la destinazione di una tratta abbandonata da trent’anni». Non viene evidentemente ritenuto così attendibile il confronto anche acceso che pure si è svilup­pato negli ultimi anni e che però stenta a trovare quella sintesi politico-legislativa invocata ora da Noi Giovani. Il triplice voto del consiglio viene allora letto come «punto di partenza» per arrivare, alla fine del cammino, all’elaborazione di «un progetto di ampie vedute che guarda al futuro e che rivoluzionerebbe il territorio sul piano turistico, ur­bano e socio-economico».

«Credibilità delle idee»

Tutto ruota attorno alla credibi­lità delle idee, che si parli «di pi­sta ciclabile, linea ferroviaria o linea tranviaria», e quella si mi­surerebbe poi nella capacità «di attrarre finanziamenti interministeriali, comunitari o attraver­so partnership pubblico-priva­te». Deve essere però un proget­to «che non guardi solo ai turi­sti» e qui trova ragione la prefe­renza di Noi Giovani per la linea leggera, ispirata anche da una ri­flessione sull’attuale gestione del trasporto pubblico e sulle esigenze trascurate di lavorato­ri e studenti pendolari. L’attuale sistema su gomma viene giudi­cato «insufficiente e particolar­mente oneroso», fondato com’è su «prezzi spropositati», e la questione si pone a prescindere dalla futuribile realizzazione di uno strumento di collegamento capace invece di fissare tariffe più convenienti. Sotto accusa le aziende che lo hanno in mano e «che non garantiscono un servi­zioadeguato».

an.am.

Da: Corriere Adriatico del 31/10/2017

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CORRI, NUOTA, PEDALA

Pedalando sulle vecchie ferrovie:quei percorsi unici da Nord a Sud

L’italia offre percorsi straordinari, ma sono ancora pochi. La spinta di bici
elettriche e nuove linee dismesse. Rfi: «Tolti i binari, tratte a disposizioni dei Comuni»

di Giuseppe Guastella

Il business cicloturismo

Immerse nella nebbiolina autunnale, le vigne di Barolo sono macchiate di rosso, la campagna della Brianza si fa spazio a fatica tra i capannoni verso Lecco, sulla spiaggia abruzzese tra Vasto e Ortona la brezza del mare è ancora piacevole e i campi d’oro arsi dal sole fanno da palcoscenico ai templi che si stagliano al tramonto di Selinunte. Solo l’Italia offre nella stessa stagione climi e paesaggi così diversi, l’ideale per chi va in bici. Eppure il cicloturismo da noi non riesce a raggiungere i livelli di altri Paesi Ue. Anche per la carenza di infrastrutture alla quale si potrebbe fare fronte convertendo in piste ciclabili i 1.500 chilometri di linee ferroviarie in disuso descritte nella nuova edizione dell’«Atlante di viaggio delle linee dismesse» presentata oggi a Rimini da Rfi ed Fs. Favorire il riuso delle ferrovie fuori servizio è un obiettivo del piano industriale del gruppo Fs per «arricchire la rete di mobilità sostenibile e valorizzare i tracciati che percorrono paesaggi ricchi di storia e bellezze naturali», dice Claudia Cattani, Presidente di Rete ferroviaria italiana. «Le mettiamo a disposizione di Comuni, Province e Regioni a determinate condizioni. Togliamo i binari e le amministrazioni locali possono stendere o no un nastro di asfalto, dipende da che greenway vogliono fare», spiega Maurizio Gentile, amministratore delegato di Rfi. L’obiettivo è cedere quanti più possibili binari, non solo perché sono comunque un costo. «La ferrovia è un sistema ecosostenibile, il meno inquinante che ci sia, e la dismissione deve avvenire rispettando questa nostra vocazione ecologica», aggiunge.

Un’occasione

Secondo uno studio su dati del Parlamento europeo pubblicato da Legambiente, il cicloturismo in Italia è un territorio dalle potenzialità enormi tutte ancora da scoprire. Nell’Ue genera un fatturato annuo intorno ai 44 miliardi, di cui appena 2,05 in Italia, settima in classifica dietro Germania (11,37), Francia (7,49), Gran Bretagna (2,83), Svezia (2,58), Olanda (2,57) e perfino Finlandia (2,22). Oltre a ragioni culturali, dietro una così scarsa diffusione del cicloturismo c’è anche la conformazione del territorio che tra Alpi, Prealpi e Appennini non è sempre facile da affrontare. In questo senso le ferrovie dismesse sono un’occasione. «In salita i binari hanno pendenze massime del 3,5%, se si trasformano in piste ciclabili sono l’ideale per chi pedala, ancora di più per chi usa la bici a pedalata assistita», aggiunge Gentile.

I dati delle vendite delle bici

I dati delle vendite delle bici negli ultimi anni sono altalenanti, ma tendenti alla contrazione, complice la crisi che ha colpito anche questo settore. Le previsioni, però, indicano una ripresa per quest’anno. Si è passati dalle 1.750.000 unità del 2011 alle 1.679.400 del 2016, quoto raggiunta solo grazie al boom delle e-bike che ha fatto registrare un più 121,3% con 124.400 biciclette elettriche vendute rispetto alle 56.200 del 2015 (fonte Ancma). I produttori italiani, rinomati in tutto il mondo come i migliori nelle bici da corsa, rischiano di perdere questo treno, dominato da tedeschi e americani, come è già avvenuto quando negli anni ‘80 esplose il fenomeno delle mountain bike, che oramai è a monopolio Usa.

L’e-bike

L’e-bike si rivolge al consumatore che ama ambiente e turismo culturale, ma non è abbastanza allenato per affrontare percorsi impegnativi senza l’aiuto del motore elettrico. L’impegno muscolare varia a seconda dell’assistenza che si richiede al motore, che però ha bisogno della rete elettrica per ricaricare la batteria. Sulle Dolomiti ci sono rifugi frequentati dai turisti del Nord Europa attrezzati per le e-bike. Offrono gratis la corrente (un pieno costa pochi centesimi) perché sanno che mentre attende la ricarica, il turista consuma e spende. «Caselli e stazioni possono diventare punti di ristoro, ricarica e assistenza tecnica o anche di raccordo con le linee ferroviarie in funzione creando piattaforme di interscambio. Usata la bici si sale sul treno per una nuova meta», ipotizza l’ad di Rfi. A illustrare queste potenzialità ci sono le 62 schede delle principali linee in disuso dell’Atlante che alla descrizione dei percorsi quest’anno aggiunge le attrazioni storiche e naturali. Tracciati che si snodano tra pianure, valli e montagne superate con dolci e sinuosi percorsi spesso lontani dalle rotte consuete e immersi nel silenzio di paesaggi mozzafiato. Una volta erano un privilegio solo di chi li guardava dal finestrino di un vagone.

DA: http://www.corriere.it/sport/running-nuoto-bici/cards/pedalando-vecchie-ferrovie-quei-percorsi-unici-nord-sud/business-cicloturismo_principale.shtml    del 9/11/2017

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Ferrovia Fano-Urbino: Nencini, “Entro gennaio i decreti attuativi”

URBINO, 27 NOV. – Ancora due mesi e la ferrovia Fano – Urbino tornerà ad essere un progetto concreto e reale grazie all’approvazione dei decreti attuativi della legge sulla riabilitazione a scopi turistici dei tratti ferroviari dismessi. A dettare la scadenza di fine gennaio è il viceministro delle infrastrutture e dei trasporti, Riccardo Nencini, ospite agli Stati generali del gruppo Uniti per le Marche. “Quella della ferrovia è una questione importante – afferma Nencini -, stiamo lavorando col Ministero della cultura per i decreti attuativi, contiamo di dare una risposta positiva entro fine gennaio. Sul tavolo abbiamo vari progetti in discussione”. Ma il punto fondamentale è l’accordo tra le amministrazioni dei Comuni interessati: “Una delle idee al vaglio del ministero è l’esempio portato da 15 sindaci della provincia di Roma che si sono seduti a un tavolo e hanno iniziato a discutere il percorso. Per realizzare un accordo del genere è necessario che si trovi sinergia tra i territori”.

Da: http://ifg.uniurb.it/2017/11/27/ducato-notizie-informazione/ferrovia-fano-urbino-nencini-entro-gennaio-i-decreti-attuativi/231642/  del 27/11/2017

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IL CONSIGLIERE BIANCANI ANNUNCIA PROTOCOLLO D'INTESA CON I COMUNI E LA CONVIVENZA BICI E TRENO
Fano-Urbino: la Regione accelera, a giorni incontro con Del Rio

La vecchia tratta ferroviaria Fa­no-Urbino diventa ciclabile, ma con la speranza che un giorno ci ripassi un treno. Che può essere turistico o di linea, a pedali, elet­trico o ad energia solare, ma l'importante è che quel tracciato torni a vivere dopo 30 anni di abbando­no. La regione Marche ha sottopo­sto ai comuni dove passano i bina­ri un protocollo che li impegni a condividere gli sforzi, i costi, e i progetti di riutilizzo del tracciato a partire da una pista ciclabile che corra a fianco della linea. Fano e Fermignano hanno già deliberato il loro sì. Gli altri si attende che lo facciano nelle prossime settima­ne.

«NESSUNO deve sentirsi esclu­so o non interessato - dice Andrea Biancani, consigliere regi­onale, motore del progetto di valo­rizzazione - abbiamo un progetto di massima di pista ciclabile rea­lizzato grazie ad una verifica del tracciato fatta da un drone. Abbia­mo posto per fare la pista a lato dei binari. Uno spazio che andre­mo ad occupare con il pieno ap­poggio delle ferrovie che sono di­sposte ad offrirci gratuitamente quel terreno. L’approvazione del­la legge sulle linee dismesse per un utilizzo anche con velorail o ferrociclo ci dà l’incredibile possi­bilità di utilizzare per il tratto di ferrovia finale proprio questo mezzo che in altre pani d’Europa sta avendo un successo strepitoso. Nei ponti la pista ciclabile andrà realizzata sopra ma con l’accorgimento che in caso di utilizzo di­verso quale può essere il treno o il veloraiì, non possa esserci incom­patibilità». Annuncia il consiglie­re Biancani: «Andremo a Roma entro Natale per capire dal mini­stro Del Rio come sarà il decreto che istituisce le linee turistiche dopo il varo della legge del 7 set­tembre scorso. Il governo darà le risorse a RFI e a quel punto sapre­mo i finanziamenti che ci saran­no. Finalmente andremo a coglie­re una grande opportunità per il territorio perchè il cicloturismo è un volano straordinario per l’in­dotto. Uno spazio oggi non dispo­nibile tornerà ad essere utilizzato dalle famiglie, uno spazio soprat­tutto sicuro per collegare la costa ai beni culturali della nostra pro­vincia».  Ro. Da.


Da: Il Resto del Carlino del 1/12/2017

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FANO-URBINO L’ASSOCIAZIONE FVM CONTESTA LA DELIBERA REGIONALE
‘Treno o bicitreno, non altro’
La giunta Ceriscioli vuol realizzare una pista ciclabile a fianco

«NON BASTA che una legge stabilisca il ripristino della tratta Fano-Urbino a scopi turistici, non basta che un vice mi­nistro dica che ci siano i soldi, la Regione va avanti per la sua strada e vuole mette­re la pista ciclabile». L’associazione Fer­rovie Valle Metauro è rimasta sconcerta­ta dall’approvazione della delibera «ine­satta ed in aperto contrasto con la Legge 128/2017, sostenendo due realtà del tutto inconciliabili: una ferrovia e una pista ci­clabile sullo stesso percorso. In tutta Ita­lia si sopprimono attraversamenti e si re­cintano i tracciati per tenere lontani i pe­doni dal binario, qui, invece, si arriva ad ipotizzare che un percorso ciclabile pos­sa convivere nello stesso sedime di una ferrovia turistica. Nessuna norma preve­de una simile convivenza e nessun tecni­co o ente potrà e vorrà mai prendersi una simile responsabilità. E’ impossibile e, in realtà, è il tentativo di fare una ciclabile facendo credere di essere a favore del tre­no».

SECONDO FVM, approvando la delibe­ra 1407, lunedi 27 novembre, la giunta re­gionale «ha voluto anticipare il vicemini­stro delle infrastrutture Riccardo Nencini che, quello stesso giorno ad Urbino, di­chiarava pubblicamente che i soldi per le ferrovie turistiche si possono trovare, se il territorio unito le richiede. La delibera regionale parla di condivisione di un pro­tocollo d'intesa tra tutti i sindaci, anche se in realtà i firmatari sono solo Fano e Fermignano. La Regione non vuole il tre­no ma non vuole farlo credere, perché in tempi di ripristini, potenziamenti e poli­tiche europee a favore del trasporto pub­blico locale su ferro, sarebbe certamente una mossa sbagliata. Il motivo è il solito: non si può spostare il baricentro dell'interesse turistico, culturale ed economico da Pesaro - dice l’associazione -. La leg­ge sulle ferrovie turistiche è andata avan­ti troppo rapida e ha messo in luce la fatti­bilità del recupero ferroviario: la legge non prevede alcun recupero o riuso ma semplicemente l'utilizzo come ferrovia turistica. Se poi ci passa un treno od un ferrociclo non cambia, pur sempre di fer­rovia turistica si tratta. Nelle altre linee storiche si sono attivati da tempo, con il favore degli enti locali, hanno già ottenu­to i finanziamenti ed ancora una volta si rischia di arrivare ultimi. Sarebbe il caso di dire che i soldi per il treno turistico ci sono, ma che alcuni nostri politici non li vogliono perché comprometterebbero tutta l'impalcatura che vede il treno co­me non possibile».   Lara Ottaviani

Da: Il Resto del Carlino del 3/12/2017

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Fano-Urbino, arrivano i fondi. Dallo Stato 235 milioni per il recupero delle ferrovie turistiche

4 DICEMBRE 2017

di ELISABETTA BARBADORO

URBINO- Il treno Fano-Urbino sembra essere sul binario giusto per ripartire. La legge per il ripristino della tratta c’è, la 128/2017, approvata ad agosto, che prevede interventi di riqualificazione su 18 ferrovie dismesse, tra cui la Fano Urbino; e ci sono anche i soldi: 235 milioni dirottati dalle casse dello Stato alla Rete ferroviaria italiana (Rfi) per 18 tratte in tutta Italia. Nel contratto di programma 2017-2021 c’è già il capitolo spese per il ripristino delle tratte storiche alla voce “valorizzazione turistica delle ferrovie minori”. Ma quanti ne arriveranno alle Marche per la Fano-Urbino non è dato sapere, ci sono ancora un paio di passi da compiere: l’accordo dei sindaci, che dovranno presentare un protocollo di intesa alla Regione e al Ministero, e i decreti attuativi, che, secondo il viceministro dei trasporti Riccardo Nencini, saranno emanati entro fine gennaio.

I sindaci: “Disponibili per il ripristino”

A presiedere il tavolo dovrebbe essere Maurizio Gambini, sindaco di Urbino. “Ho parlato con Nencini – ha affermato Gambini – che mi ha chiesto di riunire le amministrazioni locali interessate dal passaggio della ferrovia (Fano, Cartoceto, Colli al Metauro, Montefelcino, Fossombrone, Fermignano e Urbino ndr), a questo punto ci dovrebbero essere tutti i tasselli per procedere”. Gli altri sindaci concordano, primo fra tutti Massimo Seri, di Fano, che sul ripristino ha le idee chiare: “L’unica cosa su cui non sono favorevole è che tutto resti com’è sulla ferrovia, sono d’accordo sul ripristino e anche su un’eventuale pista ciclabile a lato”. Anche Emanuele Feduzi, primo cittadino di Fermignano, ha dato la propria disponibilità a sedersi al tavolo: “Mi auguro arrivi entro fine anno un incontro per discuterne insieme, perché il ripristino può far crescere la zona dal punto di vista turistico e ambientale”.

Ma da Ancona puntualizzano: “Il coordinamento tra amministrazioni locali, Ministero e Ferrovie dello Stato – dice il consigliere regionale Andrea Biancani – spetta alla Regione, così almeno prevede la legge. Abbiamo approvato il 27 novembre un atto da presentare ai sindaci dei Comuni interessati dal passaggio della ferrovia per stilare un protocollo di intesa. Abbiamo chiesto un incontro al Ministero, che si terrà entro fine dicembre, per avere informazioni su costi, tempi e modalità. Dobbiamo ancora capire da Roma quale sia la quota di finanziamento destinata alla tratta marchigiana”.

I progetti

L’associazione Ferrovia Valle Metauro, che da anni si batte per la riabilitazione, ha presentato un progetto. Il presidente consigliere dell’associazione, Michele Mazza, spiega: “La ferrovia turistica è un primo passo, l’obiettivo finale sarebbe quello di arrivare alla riabilitazione della tratta per il trasporto pubblico locale. Per ora, si tratterà di un treno diesel, euro 6, o a vapore, quindi poco inquinante, che transiterà nei giorni festivi, nelle altre giornate sarà possibile utilizzare il ferrociclo: una bicicletta a pedali che viaggia sulle rotaie”, il cui utilizzo è previsto nella legge approvata ad agosto. Prima di tutto bisognerebbe pulire la linea per consentire il passaggio dei ferrocicli, per il transito del treno ci vorrà uno step ulteriore: “La Fano-Urbino non ha binari adatti per sopportare il treno – spiega ancora Mazza – ma può essere adatta per i ferrocicli. Per la pulizia dei binari basterebbero 5 o 600.000 euro. Per il transito dei treni sono necessari interventi ulteriori, per cui si può prevedere un costo tra 30 e 40 milioni”.

Sul tavolo della Regione c’è però ancora il progetto della pista ciclopedonale, che dovrebbe affiancare i binari. “Sarà la Regione ad occuparsi del reperimento dei fondi, regionali o europei – continua Biancani – e del progetto; mentre i costi della riabilitazione della ferrovia turistica sono a carico dello Stato. Ai Comuni chiediamo però di farsi carico della manutenzione delle tratte di loro competenza e dell’organizzazione di iniziative di promozione e informazione per i cittadini”.

http://ifg.uniurb.it/2017/12/04/ducato-online/cronaca-ducato-online/fano-urbino-arrivano-i-fondi-dallo-stato-235-milioni-per-il-recupero-delle-ferrovie-turistiche/232042/

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La Federalberghi Pesaro e Urbino è poi decisamente a sostegno della realizzazione'' della Ferrovia turistica Fano-Urbino che oggi è finalmente prevista da una legge dello Stato che stanzia le risorse per un ripristino della tratta ferroviaria frettolosamente dismessa dai politici pesaresi.

Da: Corriere Adriatico del 5/12/2017

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L'OPINIONE L’ASSOCIAZIONE FOR BICI

«Ferrovia Fano-Urbino, così ci piace: mantiene l'integrità della linea storica e mette a disposizione ciclabile in sicurezza»

«INTEGRITÀ della linea ferroviaria e pista ciclabile a servizio dei cittadini». La doppia soluzione a cui sta lavorando la Regione Marche per il recupero della Fano-Urbino piace all’associazione For bici: «Si va nella direzione giusta: salvaguardia e valorizzazione di beni abbandonati. Si mantiene l’integrità della linea storica, lasciandola in mano pubblica e permettendo, un domani, di ospitare convogli ferroviari o ferrocicli turistici. E si mette a disposizione del territorio una pista ciclabile utile alla viabilità e sicurezza dei cittadini». - Per l’associazione For bici «è comune interesse sistemare il sedime, ora in cattive condizioni, sia che venga percorso da pedoni, ciclisti o treni. Si spera che presto il Ministero delle Infrastrutture conceda a RFI (proprietaria del tracciato ndr) le risorse necessarie». A chi, come l’associazione Ferrovia Valle Metauro da anni si batte per recuperare la Fano-Urbino ad uso esclusivamente ferroviario, For bici fa notare che con la soluzione della Regione «per molto tempo non esisteranno problemi di convivenza tra utilizzatori diversi, perché per veder circolare convogli turistici bisognerà attendere decenni. Servono ingenti capitali, si devono modificare vari Prg e trovare associazioni in grado di gestire la linea ferroviaria. Ma anche in caso di ritorno del treno si tratterebbe di iniziative episodiche, solo per qualche giornata ogni anno, che consentirebbero un uso ciclopedonale del percorso al 99%». Per ForBici lascia ben sperare anche la sostanziale unità del territorio: «La maggioranza delle associazioni ambientaliste condivide l’idea di una pista ciclopedonale che alleggerisce il traffico a motore, limita l’inquinamento dell’aria, diminuisce i rischi di incidenti stradali e valorizza l’ambiente».  an. mar.

Da: Il Resto del Carlino del 5/12/2017

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Fano-Urbino, Fiab: “Ferrovia e pista ciclopedonale vanno a braccetto”

La soluzione del problema della ferrovia Fano Urbino a cui sta lavorando la Regione Marche va nella direzione giusta perché contempera in maniera razionale esigenze diverse e rispetta la recente legge 128/2017 che ha come finalità “la salvaguardia e la valorizzazione” di beni spesso abbandonati e improduttivi; una soluzione che da un lato mantiene l’integrità della linea storica, la lascia in mano pubblica e un domani permetterebbe di ospitare convogli ferroviari o ferrocicli turistici; dall’altro, nell’immediato, mette a disposizione del territorio una pista ciclabile utile per la viabilità e la sicurezza dei cittadini.
Le due ipotesi, ferrovia e pista ciclopedonale, vanno a braccetto anche per un altro motivo: è infatti interesse comune sistemare il sedime, ora in cattive condizioni, sia che venga percorso da pedoni, da ciclisti o da treni; allo scopo, si spera che presto il Ministero conceda a RFI le risorse necessarie. E per molto tempo non esisteranno neanche problemi di convivenza tra utilizzatori diversi, perché per veder circolare convogli turistici bisognerà attendere anni, forse decenni, per stanziare ingenti capitali, modificare vari PRG e trovare associazioni in grado di gestire la linea ferroviaria; ma, anche in caso di ritorno del treno, si tratterebbe di iniziative episodiche, solo per qualche giornata ogni anno, che consentirebbero un uso ciclopedonale del percorso praticamente al 99%.
Lascia ben sperare anche la sostanziale unità del territorio; da tempo la grande maggioranza delle associazioni ambientalistiche condivide l’idea di una pista ciclopedonale che alleggerisce il traffico a motore, limita l’inquinamento dell’aria, diminuisce i rischi di incidenti stradali e valorizza l’ambiente; ma la dimostrazione che la soluzione scelta dalla Regione Marche è quella giusta è la sottoscrizione di un protocollo da parte della maggioranza dei sindaci, quelli cioè che devono fare i conti con la realtà e sanno benissimo che le infrastrutture ciclopedonali migliorano la qualità urbana e fanno bene all’economia, in particolare quella cicloturistica che muove in tutta Europa decine di miliardi ogni anno. Non da ultimo, c’è l’interesse di imprenditori pubblici e privati disponibili a investire per una infrastruttura che ha un’enorme valenza economica e riequilibra il rapporto tra costa ed entroterra; forse da nessuna parte esiste una fascia di terreno senza sostanziali interruzioni come nella valle del Metauro dove, con un unico intervento e con enorme risparmio di tempo e denaro, è possibile realizzare una lunga pista ciclopedonale di grande qualità insieme a sottoservizi, in particolare collegamenti per la banda ultralarga; lo hanno già fatto in provincia di Bolzano qualche anno fa, senza problemi e con ottimi risultati; ora si può fare anche da noi presto e bene.

https://www.flaminiaedintorni.it/2017/12/06/fano-urbino-fiab-ferrovia-e-pista-ciclopedonale-vanno-a-braccetto/

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«Dopo la sanità il Pd ora ci toglie anche il ritorno della ferrovia»

Sinistra per Urbino attacca Biancani e il progetto “per pochi” della ciclabile

«Quel percorso tra I boschi servirebbe solo a una stretta cerchia di sportivi»

LA QUERELLE

URBINO Sinistra per Urbino, tutte le associazioni e i cittadini mobilitatisi in favore del ripristino della cosiddetta “Ferrovia dimenticata“, Fano-Urbino, mettono sotto il mirino della polemica l'assessore regionale Andrea Biancani ed il partito cui appartiene: il Pd.

L'attacco

«Il Pd di Ricci scrivono in una nota - non demorde sulla ciclabile. Biancani anziché mobilitare Enti locali. forze politiche, l'associazionismo e i cittadini per il ripristino della Ferrovia, su cui si è aperto uno spiraglio con il voto parlamentare. toma a rilanciare la ciclabile mettendosi di traverso rispetto agli sforzi di tanti che in questi anni si sono impegnati. Non conta che numerose comunità locali e forze politiche si siano chiaramente espresse a favore del ripristino della Ferrovia, non conta nemmeno che anche il Pd urbinate si sia espresso in tal senso».  Dito indice puntato sull'assessore regionale. «Biancani annuncia giulivo la ciclabile e il ferrociclo, anziché lavorare per il ripristino della tratta dopo che sia il ministro Franceschini sia il Parlamento si sono espressi per la riattivazione e per l'inserimento delia tratta Fano-Urbino tra le ferrovie turistiche. E così giocando al ribasso. si presenterà con il progetto della ciclabile dal suo compare, ministro Del Rio, che ha sempre opportunisticamente evitato di pronunciarsi sul ripristino della Ferrovia».

«Il silenzio del partito locale»

Di seguito un invito ai dem urbinati. «Il Pd locale, che ha assicurato gli urbinati sul suo impegno per la Ferrovia, ancora una volta starà zitto e subirà, supino, le decisioni dei vertici come per il passato su tante altre vicende? Stiamo assistendo ad un perverso gioco delle parti: a Ricci, Biancani, Cerisrioli, Del Rio e al Pd provinciale e regionale non interessa per nulla riattivare la Ferrovia. Anzi ne sono decisamente contro». Infine una chicca. «Non interessa nemmeno la ciclabile: un percorso molto costoso che transita per lunghi tratti tra boscaglie e territori non residenziali, forse utilizzabile  saltuariamente la domenica solo da ristrette cerchie  di sportivi, destinata ben presto  ad essere ricoperta da buche, fango e sterpaglie. Le nostre  amministrazioni non riescono a curare le strade figuriamoci la ciclabile Fano- Urbino.  Ci vuole un mix di fantasia e sadismo nell’immaginare che famiglie con bambini o anziani al seguito, si inerpicano per  raggiungere Urbino. Ciò che a  loro interessa è esclusivamente l'unitarietà del tracciato per fini che non contemplano affatto la Ferrovia».

«Ci stanno privando di tutto»

Dietro questa proposta, si chiedono  le associazioni, «si nasconde forse un altro progetto  a danno dell’entroterra? Dopo  averlo privato di servizi essenziali. a cominciare da quelli  della sanità, l’entroterra, che subisce la progressiva riduzione dei residenti, è sempre più  ridotto a riserva di caccia e luogo per le passeggiate fuori porta. Ora il tracciato della Ferrovia, come auspicato pubblicamente da un importante amministratore, serve per il transito dell'ottima acqua dell’Appennino per rifornire i vacanzieri estivi della costa. I cittadini, coloro che si sono espressi per il ripristino della Ferrovia e gli stessi iscritti al Pd - conclude la nota – dell’entroterra si ricordino bene il giorno del voto di come questi amministratori stanno riducendo il territorio».

Eugenio Gulini

Da: Corriere Adriatico del 6/12/2017

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MISSIONE A ROMA L’ANNUNCIO DEL CONSIGLIERE BIANCANI

Treno Fano-Urbino: fine corsa 

«Non ci sono soldi, mentre la ciclopedonale è possibile»

Urbino

«NON CI sono soldi per il ripristino della ferrovia: a Roma con il Ministro Del Rio  mi è stato confermato che le risorse vanno cercate, come indica la legge sulle tratte a uso turistico, nei contratti di programma con il gestore». Il consigliere regionale Andrea Biancani spegne le speranze accese dal vice Ministro Nencini qualche giorno fa. «lo credo che nessuno abbia letto sul serio la legge 128 del 2017, quella che individua le 18 tratte, tra cui anche la Fano-Urbino, che vanno ripristinate a uso turistico: le legge dice che per capire se le tratte sono da confermare, entro 180 giorni (ovvero entro marzo 2018), il Ministero per le Infrastrutture acquisisce, dalle Regioni competenti, precise informazioni sul fatto che le tratte abbiano i requisiti richiesti, ovvero siano finanziate nei contratti di programma che il Ministero ha con Rfi, il gestore, o nei contratti di programma tra Rfi e le Regioni, questo perché lo Stato non può sopportare altri oneri. Non penso che Rfi abbia previsto le risone per mettere a posto la linea e noi (ndr, la Regione Marche), non abbiamo di sicuro nel nostro contratto le risorse necessarie. Non escludo che in futuro le risorse possano esserci ma per ora no - spiega Biancani - I prosssimi giorni abbiamo previsto un ulteriore incontro con Rfi per fare il punto». Il consigliere tiene a ribadire che la Regione è favorevole al ripristino della ferrovia: «Siano convinti che sia comunque importante portare avanti l’idea  di un percorso ciclopedonale a fianco della ferrovia, anche se non fosse per l’intera linea. La legge prevede anche il ferrociclo che soprattutto per i tratti più belli dal punto di vista paesaggistico potrebbe essere una soluzione alternativa, conclude Biancani.     L.o.

Da: Il Resto del Carlino del 8/12/2017

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«La  ferrovia  non  si  tocca»

Legambiente e Cisl: «Biancani svia, allontana il riprìstino»

«VUOLE UN'OPERA INUTILE»  Nel mirino il progetto della ciclabile

«La legge punta alla locomotiva come grande opportunità»

Urbino - LA FERROVIA non si deve toccare, ma ripristinare per Legambiente Urbino e per i rappresentanti della Cisl  di Pesaro, Fano e Urbino: «ben venga anche una ciclabile purché non la si faccia sul percorso del treno - ribadisce ancora un» volta Legambiente- . Pensavano ottimisticamente che fosse stara gettata pietra miliare fondamentale con le .dichiarazioni del Ministro Franceschini  e il voto in Parlamento con l’inserimento della tratta  Fano-Urbino tra le  ferrovie  turistiche da riattivare. Ci ha pensato  il consigliere regionale Pd Biancani a riportare tutti alla cruda realtà: anziché impegnarsi e stringere per fare ulteriori  passi avanti in questa direzione, Biancani  rilancia il progetto della ciclabile, distraendo e spostando attenzione e fondi per un'opera che si  rivela inutile ad ogni persona di buon sento.  La legge sulle  ferrovie turistiche difenderà l’unità della tratta contro possibili velleità di alcuni sindaci  di mettere le mani sui terreni attraversati dalla strada ferrata,  ma spostando l’attenzione sulla ciclabile si fanno fare due passi indietro a tutti  coloro che si stanno battendo per il ripristino della ferrovia. Servirebbe, invece, concentrare energie, intelligenze e soldi per riattivare la ferrovia».

ANCHE la Cisl di Pesaro, Fano, Urbino, da tempo, si è spesa nel sostenere che il rilancio per fini turistico-commerciale della ferrovia è una grande opportunità per ricollegare l’economia  dell'entroterra alla costa e per creare nuove opportunità.- «Nonostante il mondo si muova per cogliere le nuove opportunità, qualcuno rispolvera le piste ciclabili come valore tangibile di una tardo cultura ambientale-paesaggistica, tanto in voga negli anni che decretarono la morte del ramo ferroviario. Il dibattito non può essere se i turisti devono essere ciclisti o trasportati,  ma cosa può servire al territorio e cosa è possibile ottenere come risultato fattibile in tempi ravvicinati e concreti? - la riflessione dei rappresentanti Cisl della provincia -. L’unica strada ad oggi, economicamente e  per condivisione, effettivamente percorribile è riuscire a portare a casa finalmente per rilanciare a fini turistici l’intera tratta, o ciò che ne resta, e rendere seriamente attrattivo e competitivo l'intero territorio provinciale, attraverso l'asse di sviluppo combinato tra, interesse per il territorio, le eccellenze agro alimentari  e il manifatturiero tipico, al fine di agganciare i veri mercati da cui  si possono trarre  risultati tangibili. Gli orientamenti  di qualche esponente regionale e di alcune  rappresentanze politiche, come quelle di altre, di vario titolo, restano solo esercizi di una visione miope e di corto respiro da cui si dimostra che nonostante tanto parlare, di sviluppo e di ripresa economica, nella provincia di Pesaro Urbino, si brancola ancora nel buio più profondo».

Da: Il Resto del Carlino del 9/12/2017

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Treno turistico Fano-Urbino In arrivo i soldi dal Ministero

C'è una legge che prevede il ripristino di 18 ferrovie dismesse -  Entro gennaio, secondo il viceministro Nencini, arriveranno i decreti attuativi. Stanziati 235 milioni dallo Stato per le tratte

Il treno Fano-Urbino è sul binario giusto per ripartire. C'è una legge per il ripristino della tratta, approvata ad agosto, che prevede interventi di riqualificazione su 18 ferrovie dismesse, tra cui la Fano-Urbino: ci sono anche i soldi: 235 milioni dirottati dalle casse dello Stato a Rete ferroviaria italiana per 18 tratte italiane. Nel contratto di programma 2017- 2021 c’è già il capitolo spese per ripristinare delle tratte storiche. Ma quanti ne arriveranno per la Fano-Urbino non è dato sapere, ci sono ancora un paio di passi da compiere: l'accordo dei sindaci, che dovranno presentare un protocollo di intesa alla Regione e al Ministero e i decreti attuativi, che secondo il viceministro dei trasporli Riccardo Nencini saranno emanati entro fine gennaio. I progetti per far rivivere la ferrovia sono due: uno è da tempo sul tavolo della regione Marche: una pista ciclopedonale ai lato dei binari. Su questo "sarà la Regione ad occuparsi del reperimento dei fondi, regionali o europei e del progetto" ha affermato Andrea Biancani presidente della commissione regionale trasporli, che ha realizzato uno studio di fattibilità:    "Abbiamo mappato con un drone l'intero percorso dei binari, circa 50 chilometri, e individuato 36 chilometri in cui sarebbe possibile affiancare alle rotaie una pista ciclabile".  Altra questione è il treno turistico. Provvederà lo Stato, con la legge e i fondi per la riabilitazione. Intanto l’associazione Ferrovia Valle Metauro, che da anni si batte per la riabilitazione, ha presentato un progetto. Il presidente Michele Mazza spiega: “La Fano- Urbino non ha binari adatti per sopportare il treno ma può essere adatta per i ferrocicli. Per pulire la linea basterebbero 5 o 600.000 euro. Per il transito dei treni sono necessari interventi ulteriori, per cui si può prevedere un costo tra 30 e 40 milioni". (et.ba.)

Da: Il  Ducato N. 7 del 11/12/20171

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FERROVIA FANO-URBINO

Biancani replica: «Chi mi critica ignora la legge»

«CHI MI CRITICA non ha compreso le mie dichiarazioni e non conosce i contenuti della legge che istituisce le ferrovie turistiche (L. n. 128/2017)», il consigliere regionale Andrea Biancani si difende dalla pioggia di critiche per la questione della ferrovia. «La Regione Marche, grazie anche all’intervento  mio e del presidente, è l’unico soggetto che ha bloccato la vendita, quasi conclusa, di  un tronco strategico della ferrovia in prossimità della stazione di Fano, che avrebbe compromesso per sempre la possibilità del suo ripristino. Inoltre, la condizione essenziale stabilita dalla legge affinchè  la tratta Fano Urbino sia confermata dal Decreto attuativo Ministeriale è che l’intervento di recupero sia previsto all’interno del  contratto di programma  tra il Ministero e RFI o in quello tra la Regione e RFI. Per approfondire e verificare concretamente tali aspetti mi sono recato a Roma, dove ho incontrato il capo della Segreteria del  Ministro delle Infrastrutture, che al momento ha evidenziato che non sono previste risorse per finanziare il recupero della ferrovia Fano-Urbino, senza tuttavia  escludere la possibilità che tali risorse vengono individuate in futuro - racconta Biancani -. Nei  prossimi giorni organizzerò un ulteriore incontro  per verificare se vi siano altre risone per il recupero della linea».

QUESTO per sottolineare l’interesse  attivo della Regione che vuole verificare tutte le reali possibilità di finanziamento:  «Appena avremo tutte  le informazioni possibili ci confronteremo con i Comuni interessati per condividere la posizione che la Regione dovrà tenere in occasione della conferenza Stato-Regioni,  preliminare all’emanazione del Decreto Ministeriale.  Nel  protocollo d'intesa che la Regione ha approvato qualche settimana fa si evidenzia l'importanza dì condividere le strategie di azione con i Comuni interessati: si prevede anche la possibilità di realizzare un percorso ciclo-pedonale a fianco della linea ferroviaria, anche soltanto per alcuni tratti, senza pregiudicare il ripristino della ferrovia stessa. La Regione considera tale ferrovia un bene pubblico da tutelare e mai come oggi si interessa attivamente al recupero dell'infrastruttura».

Da: Il Resto del Carlino del 12/12/2017

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Biciclette cavallo dì battaglia dì Biancani - «Ma riattivare la ferrovia è l'unica strada»

Sindacato, Londei e Palma bocciano l’ultima uscita del consigliere regionale. «Visione miope»

«Le ciclabili al posto dei binari esempio di una tardo cultura ambientale e paesaggistica»

Urbino

LA MOBILITÀ

URBINO II consigliere regionale Andrea Biancani con il suo intervento "pista ciclabile sulle adiacenze della ferrovia dismessa" ha suscitato un autentico vespaio. Il destino della Ferrovia Fano - Urbino, ogni tanto ritorna alla mente e il dibattito politico si infiamma come quando ci si risveglia da un torpore e non ci si riesce ad orientare nella contestualità. La Ferrovia dismessa da oltre 30anni: la collettività cittadina ed istituzionale non è ancora riuscita a comprendere se può essere una opportunità di sviluppo o l'icona della inutilità. «Le Ast Cisl di Pesaro Fano Urbino, da tempo - scrive in una nota il sindacato - si è spesa nel sostenere che il rilancio per fini turistico/commerciale della tratta ferroviaria, è una grande opportunità per ricollegare l’entroterra alla costa offrendo nuove opportunità di sviluppo che investono l'intera regione e lo stesso intero Paese, quale il turismo croceristico (il porto di Ancona diventa sempre più un polo di riferimento), il patrimonio dell’Unesco, ma più in particolare l'indirizzo di un nuovo asse di crescita economica complessiva legata al manifatturiero, agroalimentare del territorio, di cui tanto si parla in polverosi e noiosi dibattiti». Poi arriva, come tra l'altro c’era da attendersi il dito puntato verso Biancani. «Puntualmente e periodicamente, nonostante il mondo e le opportunità si muovono per cogliere le nuove opportunità (vedi i finanziamenti per il recupero delle ferrovie storiche, ecc.), qualcuno rispolvera le piste ciclabili come valore tangibile di una tardo cultura ambientale/paesaggistica, tanto in voga negli anni che decretarono la morte del ramo ferroviario». II dibattito non può essere se i turisti devono essere ciclisti o trasportati, ma cosa può servire al territorio e cosa è possibile ottenere come risultato fattibile in tempi ravvicinati e concreti.  «L'unica strada ad oggi, economicamente e per condivisione effettivamente percorribile - aggiunge Ast Cisl - è riuscire a portare a casa finanziamenti per rilanciare a fini turistici l'intera tratta, o ciò che ne resta e rendere seriamente attrattivo e competitivo l'intero territorio provinciale, attraverso l'asse di sviluppo combinato tra, interesse per il territorio. le eccellenze agro alimentari e il manifatturiero tipico, al fine di agganciare i veri mercati da cui si può trarre risultati tangibili».

Ancora su Biancani: «Gli orientamenti di qualche esponente regionale e di alcune rappresentanze politiche, come quelle di altre, di vario titolo. restano solo esercizi di una visione miope e di corto respiro da cui si dimostra che nonostante tanto parlare, di sviluppo e di ripresa economica, nella provincia di Pesaro Urbino, si brancola ancora nel buio più profondo».           La stessa Associazione Urbino Capoluogo si inalbera con il suo fondatore Giorgio Londei e l’architetto Giacomo Palma, responsabile per la Fano - Urbino. Ribadiscono con forza che, anche alla luce delle dichiarazioni del vice ministro Riccardo Nencini, non esistono alternative credibili e accettate dalle popolazioni se non quelle del ripristino della ferrovia intanto a scopo turistico». «Ero presente - spiega Giorgio Londei - quando Nencini ha detto che Roma, a gennaio 2018, è pronta, se esistono le richieste regionali e locali, ad approvare un piano finanziario per la Fano - Urbino. L'Associazione - concludono Londei e Palma - continuerà la sua battaglia per le giuste richieste delle nostre genti».   Eugenio Gulini

Da: Corriere Adriatico del 12/12/2017

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Biancani ai suoi critici «Però non conoscete la legge di cui parlate»

«La Regione sostiene il recupero della ferrovia»

LA QUERELLE       

URBINO Non conciso ma tempe­stivo, il consigliere regionale Andrea Biancani risponde alle accuse guadagnate relativa­mente al futuro della tratta fer­roviaria Fano Urbino. «Chi mi ha tirato in ballo, oltre a non conoscere i contenuti della leg­ge che istituisce le ferrovie turi­stiche (L. n. 128/2017), non ha compreso le mie dichiarazio­ni. In primo luogo sottolineo che la Regione Marche, grazie anche all’intervento tempesti­vo del sottoscritto e del Presi­dente, è l'nico soggetto che ha bloccato la vendita, quasi conclusa, di un tratto strategi­co della ferroviaria in prossi­mità della stazione di Fano, che avrebbe compromesso per sempre la possibilità del suo ripristino. La condizione essenziale stabilita dalla legge affinché la tratta Fano-Urbino sia confermata dal Decreto attuativo Ministeriale è che l'in­tervento di recupero sia previ­sto all'interno del contratto di programma (piano degli inve­stimenti) tra il Ministero e Rfì o in quello tra la Regione e Rfì».

Gli approfondimenti

Per approfondire e verificare concretamente tali aspetti Biancani si è recato direttamente a Roma e ha incontrato il capo della Segreteria del Mi­nistro delle Infrastrutture, che al momento ha evidenziato che non sono previste risorse specifiche per finanziare il re­cupero della ferrovia Fano -Urbino, senza tuttavia esclu­dere la possibilità che tali risor­se vengano individuate in futuro.  «Per approfondire ulterior­mente la questione - aggiunge Biancani - i prossimi giorni organizzerò un ulteriore incon­tro con i responsabili di Rfì Re­gionale e Nazionale per verifi­care se vi siano altre risorse per il recupero della linea. Questo per sottolineare l'interessa­mento attivo della Regione che vuole verificare tutte le reali possibilità di finanzia­mento. cercando il confronto con tutti i soggetti istituzionali e soprattutto con il Governo, in quanto la legge è stata ap­provata dal Parlamento e ne­cessita di risorse certe per po­ter essere attuata nel decreto che verrà emanato entro mar­zo. Appena avremo tutte le informazioni possibili ci con­fronteremo con i Comuni inte­ressati per condividere la posi­zione che la Regione dovrà te­nere in occasione della Confe­renza Stato-Regioni, prelimi­nare all’emanazione del decre­to ministeriale». Nel protocol­lo d’intesa che la Regione ha approvato qualche settimana si fa riferimento all’importan­za di condividere le strategie di azione con i Comuni interessa­ti e si ribadisce l’intenzione di esprimere parere favorevole anche al ripristino della linea ferroviaria Fano-Urbino in oc­casione della Conferenza Sta­to-Regioni. partendo dal pre­supposto però che la legge del Parlamento pone come condi­zione l’individuazione delle ri­sorse finanziarie.

«Nel protocollo d'intesa - spiega ancora il consigliere re­gionale Pd- si prevede anche la possibilità di realizzare un per­corso ciclo-pedonale a fianco della linea ferroviaria, anche soltanto per alcuni tratti, sen­za pregiudicare il ripristino della ferrovia stessa, ma offfendo una ulteriore possibili­tà di sviluppo e promozione della vallata e un miglioramen­to della qualità della vita e del­la sicurezza dei residenti, gra­zie ad un percorso sicuro di collegamento tra le diverse fra­zioni e le zone artigianali attra­versate. Nel mio intervento si fa riferimento anche alla possibilità di recuperare la linea prevedendo il ferro-ciclo (vei­colo a pedalata assistita o natu­rale) in linea con quanto già previsto nella legge.

«Tutto ciò - conclude Bian­cani - per evidenziare quanto la Regione consideri tale ferro­via un bene pubblico da tutela­re e che mai come oggi si inte­ressi attivamente al recupero di una infrastruttura che negli ultimi 30 non ha mai avuto la giusta e concreta attenzione. E' importante lavorare tutti in­sieme per poter dare forza al nostro territorio e per raggiun­gere l’obiettivo senza far preva­lere inutili polemiche che, co­me troppo spesso accade nel nostro paese, impediscono di fare le scelte e dare risposte uti­li ai cittadini. Per fare tutto questo ci sto mettendo la fac­cia».

Luca Senesi

Da: Corriere Adriatico del  13/12/2017

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«La ciclabile Fano-Urbino non sarebbe mai a norma»

Interrogazione parlamentare di Cecconi, deputato 5 Stelle

LA QUERELLE

PESARO - «Una pista ciclabile lungo la Fano-Urbino non sa­rebbe a norma». A dirlo è il deputato pesarese Andrea Cecco­ni (M5S) che in merito alla pro­posta della Regione di realizzare una pista ciclabile lungo il tracciato della ferrovia dismes­sa Fano-Urbino accanto ai binari, ha presentato un’interro­gazione parlamentare al mini­stro delle Infrastrutture Gra­ziano Deirio, a quello dei Beni Culturali Dario Francescani e quello dell’Economia Pier Car­lo Padoan. «La Regione Mar­che, ad avviso dell’interrogante in aperto contrasto con la legge sulle ferrovie turistiche, vorrebbe installare sul sediine della ferrovia Fano-Urbino una pista ciclabile - premette Cecconi - Il sedime è di pro­prietà di Rete ferroviaria italia­na e ha un’ampiezza di pochi metri. Mi chiedo quali siano gli orientamenti dei ministri interrogati sulla proposta di realizzare una pista ciclabile e se intendano assumere ogni iniziativa di competenza per verificare la conformità del progetto alle vigenti normati­ve ferroviarie?».

Tratto da tutelare

Il grillino ricorda che la ferro­via Fano-Urbino, dismessa nel 1986, rientra nel Piano delle ferrovie turistiche da tutelare perché ubicate in aree di parti­colare pregio naturalistico o archeologico. Ecco perché a suo dire realizzare una pista ci­clabile accanto alla linea ferro­viaria sarebbe sbagliato. In ba­se al Piano di fattibilità presen­tato dalla Regione ai sindaci dei Comuni interessati (Fano, Cartoceto, Colli al Metauro, Montefelcino, Fossombrone, Fermignano e Urbino) realiz­zare 36 chilometri di pista ci­clabile accanto alla linea ferro­viaria e 13 chilometri direttamente sopra i binari (dove lo spazio a lato del sedime è in­sufficiente) costerebbe 5 milio­ni di euro. Riattivare un vero e proprio servizio ferroviario sui 120 milioni di euro circa se­condo le stime dell’ammini­strazione regionale. Cifra più che dimezzata, 50 milioni di euro, per l’attivazione invece di un treno turistico. lu. fa.

Da: Corriere Adriatico del  13/12/2017

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FERROVIA FANO-URBINO L'ASSOCIAZIONE FVM REPLICA A “FORBICI"

«Biciclette e treno non potranno coesistere»

LA COESISTENZA tra bici e treno sulla Fano-Urbino è una illazione priva di fondamento, smontata dalla legge sulle ferrovie turistiche». L’associazione Ferrovie Valle Metauro che si batte per il  recupero ferroviario del tracciato che collega Fano a Urbino attacca l’associazione ForBici: «Non contenti delle previsioni della legge con la possibilità di fare circolare sui binari i ferrocicli anche a pedalata assistita, continuano con la fantasia di avere una pista ciclabile di fianco o sopra i binari. A tale scopo perseverano a diffondere false notizie come l'impossibilità dì reperire ingenti capitali, l’esigenza di variare i piani regolatori, lo scarso utilizzo dei treni turistici, la condivisione delle loro idee con la maggioranza delle associazioni ambientaliste, la necessaria attesa di decenni per vedere i treni circolare nuovamente».  PER FERROVIE Valle Metauro è già previsto lo stanziamento di 235 milioni euro per la valorizzazione turistica delle ferrovie minori. Peraltro 235 milioni suddivisi per 18 linee comprese nella  legge sulle ferrovie turistiche sono 13 milioni ciascuna; tutti i piani regolatori dei comuni toccati dalla Fano-Urbino prevedono il tracciato come ferrovia. Basta guardare il calendario dei treni turistici della Fondazione FS per rendersi conto del gigantesco numero di eventi che viene  proposto». Inoltre Legambiente, Italia Nostra,  FAI sono associazioni ambientaliste da sempre a favore del ripristino ferroviario della Fano- Urbino.    an. mar.

Da: Il Resto del Carlino del 14/12/2017

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PESARO COMMERCIO & SERVIZI      

PAGINA REALIZZATA  IN COLLABORAZIONE CON CONFCOMMERCIO DI PESARO E URBINO

LA POLEMICA VAROTTI CONTESTA «LE SCELTE FATTE PRO CICLABILE»

«Salvare la ferrovia con finalità turistiche  Solo così si può utilizzare la Fano-Urbino»

di AMERIGO VAROTTI*    

E' sorprendente ciò che sta acca­dendo. Una legge dello Stato ita­liano (la n° 128 del 9 agosto 2017), in coerenza con quanto previsto nel piano strategico di sviluppo del turismo in Italia, individua la Fano-Urbino come ferrovia turi­stica «mediante il reimpiego di li­nee in disuso... situate in aree di particolare pregio naturalistico o archeologico». Ma invece di darsi da fare, lavorare come stanno fa­cendo altre Regioni ed altre locali­tà per ottenere le risorse disponi­bili e gli accordi necessari per av­viare i lavori utili al ripristino della linea a scopi turistici, c’è chi lavora per non fare la ferrovia turistica! E’ una vecchia storia: trop­po velocemente la ferrovia è stata dichiarata ramo secco e richiesta la dismissione (grazie alla Provin­cia presieduta da Matteo Ricci). E nonostante il parere delle comuni­tà locali e della maggior parte del­le amministrazioni locali c’è chi ha lavorato per non dotare il no­stro territorio di una importante infrastruttura di grande valore dal punto di vista turistico ed economico.  In altre Regioni ed in altri Paesi europei il recupero di linee stori­che ha consentito lo sviluppo turi­stico e la crescita economica delle comunità. Evidentemente qui non lo vogliono, avanzando la fan­tasiosa quanto impossibile storiel­la della pista ciclabile di fianco alla linea ferroviaria. Confcommercio è per la ferrovia turistica. Lo diciamo con forza. E crediamo che gli Enti Locali ed i politici fa­vorevoli allo sviluppo sostenibile del territorio debbano «alzare la voce per farsi sentire». Presto che è tardi!

*Direttore Confcommercio Pesaro e Urbino

Da: Il Resto del Carlino del 15/12/2017

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LUCIA TARSI • FANO CITTÀ IDEALE

UN'OCCASIONE DA NON PERDERE PER L'ECONOMIA DEL NOSTRO TERRITORIO

A conferma del fatto che quanti si sono spesi in  questi anni per il  recupero della Ferrovia Fano - Urbino non erano dei nostalgici  ma persone dotate di senno e di lungimiranza, il 3 agosto di quest'anno la Commissione Lavori Pubblici del Senato ha finalmente approvato in sede legislativa la proposta d legge n. 128  per “l’istituzione delle ferrovie turistiche mediante il reimpiego delle linee in disuso o In corso di dismissione situate in aree di particolare pregio naturistico e archeologico”, una legge approvata all'unanimità, quindi con il consenso trasversale di tutte le forze politiche. La nuova legge era appena entrata in vigore, che avveniva ancora un altro fatto importante: il giorno 12 settembre 2017 il Ministro Franceschini (Beni Culturali e Turismo) e il Ministro Delrio  (infrastrutture e Territorio), congiuntamente e di concerto tra loro, hanno presentato il primo “Piano Straordinario della Mobilità Turistica" con il quale, a riprova della particolare importanza attribuita alle Ferrovie storiche per lo sviluppo economico e turistico, vengono indicate le fonti di finanziamento per il ripristino di tali ferrovie. La Ass. Ferrovia Valle del Metauro, con il suo attivismo fatto di passione e dedizione, sostenuta da pochi e avversata da molti, vede oggi finalmente raggiunto un importante risultato: il riconoscimento ufficiale che la ferrovia Fano-Urbino riveste un‘iportanza strategica perché insiste su un territorio, la valle del Metauro, di grande rilevanza sia naturale  che culturale.

Per noi di "Fano Città Ideale" questa  legge rappresenta un'occasione irripetibile per lo sviluppo sia economico che sociale del nostro territorio. Ci siamo quindi immediatamente attivati, ottenendo in  Consiglio Comunale un Importante risultato, sia  per i contenuti sia per il consenso trasversale di tutte le forze politiche: l'approvazione all’unanimità della nostra mozione, che impegna iI Sindaco e la Giunta a tutelare la proprietà pubblica del sedime ferroviario e l'integrità dell’intera tratta Fano-Urbino contro  i tentativi di  smantellamento motivati da interessi speculativi, e a recepire  quanto indicato dal Piano interministeriale,  riconoscendo che la linea ferroviaria  Fano-Urbino è una risorsa determinante per lo sviluppo del nostro territorio.

Perché senza  infrastrutture non si fa turismo, né sviluppo.  E per obiettivi cosi importanti occorre la coesione di tutte le forze politiche. A questo punto invitiamo con forza iI nostro Sindaco a promuovere quanto prima la costituzione della rete di tutti i soggetti del nostro territorio:  Sindaci dei comuni interessati, Regione Marche, Provincia, RFI, Associazioni di tutela delle ferrovie storiche, Associazioni di categoria; è assolutamente importante che il Sindaco Seri intervenga in tempi brevi nel dibattito per indicare quale profilo e quale ruolo intenda assumere la nostra città rispetto ad un progetto  che è di rilevanza per un vasto territorio (che vede la presenza di altri attori  importanti, come la città di Urbino).

Al Sindaco Seri chiediamo infine di approfittare di una così importante occasione per attivare una progettualità per la nostra città che sia in grado di superare l'orizzonte temporale della sua amministrazione, con una visione politica di sviluppo innovativa e dinamica che ci permetta finalmente di uscire dalle melme di una crisi di Idee e di progetti che sembra condannare, da anni, la nostra città all’immobilità.

Da: Fano stampa – Dicembre 2017

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«La Regione non vuole il treno ma non vuole farlo credere»

In tempi di lanci di razzi intercontinentali e di fake news, anche la Giunta Regionale ha voluto lanciare il proprio missile, approvando una delibera subdola ed in aperto contrasto con la Legge 128/2017 continuando a sostenere due realtà del tutto inconciliabili: una ferrovia e una pista ciclabile sullo stesso percorso.  In tutta Italia si sopprimono attraversamenti e si recintano i tracciati per tenere lontani i pedoni dal binario, qui, invece, si arriva a ipotizzare che un percorso ciclabile possa convivere nello stesso sedime di una ferrovia turistica. Nessuna norma prevede una simile convivenza e nessun tecnico o ente potrà e vorrà mai prendersi una simile responsabilità. La convivenza nello stesso sedime è semplicemente impossibile ed  in realtà,  altro non  è che il tentativo di fare una ciclabile facendo credere di essere a favore del treno. Un “capolavoro di propaganda"!  Metaforicamente sarebbe come dire che è possibile mettere un WC in mezzo alla cucina per espletare i propri bisogni negli orari in cui non si mangia ... e spacciandosi pure per difensori dell’igiene! Lunedì 27 novembre, approvando la delibera 1407. la Giunta Regionale ha voluto anticipare persino il Vice­ministro delle infrastrutture  Riccardo Nencini che quello stesso giorno in Urbino, dichiarava pubblicamente che i soldi per le ferrovie turistiche si possono trovare se il territorio unito le richiede. Nel contratto di programma tra MIT e RF1 2017-2021 sono previsti 235 milioni di euro per la valorizzazione turistica delle ferrovie minori. Forse i fatti andrebbero riletti in questo modo: la Regione non vuole il treno ma non vuole farlo credere, perché in tempi di ripristini, potenziamenti e politiche europee a favore del Trasporto Pubblico Locale su ferro sarebbe certamente  una mossa sbagliata. Il motivo? Il solito: tutto ciò che sposta, anche di poco, il baricentro dell’interesse turistico, culturale ed economico da Pesaro, non si può fare. La legge sulle ferrovie turistiche è andata avanti troppo rapida ed ha scombussolato i piani regionali. Ecco quindi che si travisa la legge: nella DGR 1407 non si usa mai la parola ripristino e riapertura ma sempre recupero o riutilizzo.  Ma la legge 128/2017 non prevede alcun recupero o riutilizzo ma semplicemente l’utilizzo come ferrovia turistica. La delibera regionale parla di condivisione di un protocollo d’intesa tra tutti i sindaci anche se in realtà, attualmente, i firmatari sembrano solamente due (Fano e Fermignano).

Nelle altre linee storiche comprese nella legge 128/2017 gli enti locali si sono attivati da tempo, hanno già iniziato un per corso per ottenere i finanziamenti. Invece qua non si fa niente o si fa di tutto per arrivare ultimi, quando i finanziamenti saranno ridotti al lumicino. Si configura quindi una bella figuraccia oltre che l’ennesima occasione persa: una legge a favore e soldi che nessuno richiede. L'Associazione FVM è sempre a favore del dialogo con tutti gli enti coinvolti, avendo già prodotto con i soli suoi sforzi e in maniera del tutto gratuito una considerevole documentazione di progetto, che riguarda sia l'aspetto di TPL ferroviario che quello della mobilità ciclabile, ma sempre più grande è l’amarezza per il continuo tentativo di non rispettare una Legge che poteva finalmente premiare  una lunga lotta ed un intero territorio.     Associazione Ferrovia Valle Metauro.

Da: Il Giornale del Metauro n. 193 del Dicembre 2017

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 «Riqualificare l’offerta e ridurre la tassazione»

( … )  3) Sviluppare le infrastrutture. Per lo sviluppo turistico della nostra Provincia è essenziale la piena operatività dell’Aeroporto di Falconara. Con l’incremento dei voli  internazionali (Russia e Germania in primis). Ma anche la viabilità esercita un ruolo fondamentale. La realizzazione della Fano - Grosseto, la sistemazione della Flaminia, la bretella alla Quadrilatero Fabriano-Pergola-Fossombrone così come il ripristino di una normale viabilità sulle strade provinciali ora ormai impraticabili. Di notevole importanza sul fronte infrastrutturale la recente legge che ha previsto l’istituzione della Ferrovia turistica Fano - Urbino.

*Vice Presidente Ente Bilaterale

Da. Il Resto del Carlino del 22/12/2017

 

 

 

 


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 09.01.2015
    Ultima modifica: 05.09.2016

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