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Il Porto di Fano dal XIV al XVI secolo (Una città adriatica fra medioevo e rinascimento)


Il Porto di Fano dal XIV al XVI secolo. Da: Una città adriatica fra medioevo e rinascimento - documenti della marineria di Fano nei secoli XIV-XV-XVI

A partire dal XIV sec. le informazioni su Fano, come porto, possono essere tratte anche e direttamente dalla cartografia.
Già nelle prime carte nautiche (come nell'atlante di Pietro Vesconte, datato 1318 e realizzato su tavolette lavorate ad intarsio e avorio) Fano è scritto in maniera molto evidente in color rosso, segno di un porto di notevole importanza.
Ugualmente nella carta di Grazioso Benincasa del 1472, Fano è ben in evidenza, come anche molto evidente risulta il porto naturale di Focara, tra Pesaro e Cattolica, poi scomparso.
Così in altre carte di un secolo dopo, quelle di Olives Jaume De Majorca del 1566 e di altri, è ancora ben in evidenza il nome di Fano.
A conferma dell'esistenza di un porto fanese attrezzato e indispensabile alla vita della città, abbiamo il già citato documento del 1348 con la nota spese per le manutenzioni delle opere portuali.
Inoltre la "Cronaca" del Nolfi riferisce dell'intenzione di Pandolfo III Malatesta che nel 1422 si accingeva a riattivare o a scavare un nuovo porto.
Ma questo porto, appunto verso la fine del XV secolo, doveva esser quasi interrato dato che gli abitanti di Fano chiesero al Papa, nuovo padrone della città, la costruzione di uno nuovo.
Nel 1466 ci fu una delibera del consiglio generale della città per la costruzione del nuovo porto alla foce dell'Arzilla; i lavori durarono dal 1476 al 1481, ma dieci anni dopo il cardinal Legato della Marca proponeva la costruzione di una nuova darsena presso la Porta Angelica, segno questo che la realizzazione precedente o non aveva dato buon esito, o non era sufficiente per le esigenze marittime della città.
Nel 1471 il Pontefice accordò esenzioni e il castello malatestiano delle Caminate, affinché la città provvedesse al rifacimento del muro rimpetto al mare già rovinato e corroso dall'ondeggiamento delle acque.

L'Amiani, per quel periodo, fa sempre riferimento a movimenti attraverso il porto. Siamo nel periodo di guerra fra Sigismondo Malatesta e Francesco Sforza contro il re Alfonso d'Aragona, quando quest'ultimo cinse d'assedio Fano nel 1444.
Si parla delle truppe che vennero per mare in città, d'imbarchi di ambascerie nel porto, di piani d'approvvigionamento che dovevano passare per il porto.
Ancora a conferma dell'esistenza del porto fanese e della sua importanza nella vita cittadina, esiste un atto del potere ecclesiastico, riportato dall'Amiani, in cui si dà notizia della capitolazione del Malatesta e della sua fuga dalla città. Vi si parla tra l'altro del trasporto via mare - da Fano a Rimini - di materiali e artiglierie che vengono imbarcate per essere trasportate al castello di Rimini.
Non c'è traccia di carri o muli, ma si parla sempre di barche, fuste... ecc.
In effetti i documenti che possediamo del XV secolo, ci mostrano una notevole attività commerciale legata alla marineria fanese, contratti di vendite di imbarcazioni da mercanzia o da pesca, costituzioni di società di trasporti per mare e di commercio, cause legate ad affari contestati o a problemi di divisione di guadagni. Tutto quanto caratterizza una città di mare con traffici e interessi commerciali è qui riportato, compresa una serie di incidenti e naufragi che interessano la zona e gli armatori locali.
Il progressivo interramento del porto, perciò, minacciava gran danno alla economia di Fano e, come già detto, nel XVI secolo si sentì la necessità di provvedere alla realizzazione di un porto nuovo, in un luogo diverso dal precedente, dove non fosse sempre in pericolo la sua agibilità.
Già nel 1550 era stata formata una commissione di 6 cittadini per sovraintendere alla fabrica del porto subito a N.O. della rocca Malatestiana, con un collegamento attraverso un canale artificiale con l'Arzilla.
Al 1553 risale una richiesta a Venezia perché fornisca un architetto esperto in opere marittime e che scelga per i Fanesi un sito adatto al nuovo porto.
Altra discussione nel 1576 in consiglio super nova palata facienda cioè sulle nuove palate da realizzare e qualche mese dopo, la conferma dell'incarico.
Ancora nel 1589 vien fatto un progetto dell'Ingegner Guglielmo de Grandi per il nuovo porto da realizzarsi alla foce del Metauro.
Nel frattempo tutte le varie operazioni relative alle attività marittime erano effettuate in splagia (cioè sulla spiaggia).


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 01.01.1990
    Ultima modifica: 16.07.2010

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