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Fano: Area archeologica di S. Agostino


Conosciute già dai secoli passati, le strutture murarie inglobate sotto il convento e la chiesa di S. Agostino sono identificate da alcuni studiosi con la Basilica che l'architetto romano Vitruvio avrebbe costruito in età augustea, da altri con il Tempio di Fortuna.

Nell'area, situata a due metri sotto il livello della strada attuale, affiorano: un grosso muro perimetrale esterno lungo trenta metri ed alto quattro, articolato in pilastri e finestre; una struttura radiale, addossata alla parte terminale del corridoio, che presenta sette pilastri quadrangolari legati, tramite degli archi, a muri di pianta trapezoidale; una grande esedra a cui si affianca un ambiente porticato con copertura a volta.
La tecnica edilizia con cui sono state realizzate le murature è estremamente curata ed omogenea: si tratta di muratura a sacco (l'interno è di malta cementizia e scaglie di lavorazione) con rivestimento esterno di blocchetti di arenaria gialla estratta dalle cave locali.

Secondo la tradizione medioevale e rinascimentale l'area avrebbe ospitato un tempio (forse proprio il Fanum Fortunae che ha dato il nome alla città): non stupisce allora la continuità di tipo religioso di un'area che accoglierà più tardi la medioevale Chiesa di S. Lucia e poi quella di S. Agostino.
Ben più diffusa e suggestiva l'opinione di chi vuole sorta nell'area la grandiosa ed originale basilica civile di cui parla Vitruvio, l'architetto militare al servizio prima di Cesare e poi di Augusto, nel suo trattato De Architectura, nel 19 a.C.
Nell'impossibilità di stabilire con certezza, in base alle attuali conoscenze, la destinazione degli ambienti sopra descritti, si può solo dire che si tratta di resti di un edificio di grandi dimensioni, di un certo prestigio - data la cura di esecuzione delle strutture murarie - e di notevole frequentazione.
La documentazione epigrafica mostra un'attività edilizia, nel complesso, dal I secolo a.C. al III-IV secolo d.C.

Dopo le campagne di scavo effettuate dal 1840 al 1964, l'ultima ispezione, realizzata dalla Soprintendenza e dai volontari dell'Archeoclub di Fano, ha riportato alla luce oggetti di uso quotidiano e monete che testimoniano, per l'area urbana di Fano, una continuità di insediamento dalla tarda epoca repubblicana a quella medioevale.
Verso il lato nord-est dell'intero complesso sono visibili strutture di carattere funzionale identificabili in un piccolo servizio igienico.

Alessia Polidori

(Da: DE SANCTIS 2011) il complesso archeologico ipogeo può essere riferito ad un podio-criptoportico, allora rilevato rispetto al piano di campagna, sopra al quale doveva essere sistemato un edificio notevolmente importante, come poteva essere un tempio. Prende allora più corpo l'ipotesi che il tempio sia proprio il complesso santuariale dedicato alla divinità fanese eponima, Fortuna, dalla quale la città deriva il nome stesso.

L'Area archeologica di S. Agostino è ubicata in un quadrato della città delimitato a N.E. da Via Nolfi, a S. E. da Via Arco d'Augusto, a S.O. da Corso Matteotti e a N.O. da Via XXIV Maggio, assieme ad altri edifici pubblici romani (l'Anfiteatro nell'area dell'ex Caserma Montevecchio, il Teatro nell'area presso Via De Amicis, resti sotterranei di grande peristilio e ruderi di edificio nell'area di Piazza Amiani.

Luciano Poggiani


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 01.01.1999
    Ultima modifica: 15.12.2012

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