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I fuochi della Madonna in Provincia di Pesaro e Urbino


I fuochi della Madonna venivano accesi a Fano e dintorni la sera del 9 dicembre, come del resto anche nelle Marche e in Umbria.

Questa tradizione, assai sentita sino agli anni '70, era diffusa anche nell'entroterra della Provincia di Pesaro e Urbino, come illustrato nello scritto seguente (da www.massatrabaria.com).

Una delle più suggestive leggende marchigiane, è senza dubbio, quella detta “La Venuta” (che la Chiesa ha accolto come fatto miracoloso, ma reale) la quale caratterizza molto bene il sentimento e la fantasia di questa terra, tanto benedetta da Dio da essere scelta per abituale dimora della Sua gran Madre, la Madonna.
Si tratta della traslazione della “Santa Casetta di Nazareth”, che in un primo momento si era posata sul lido dalmata, attraverso l’Adriatico, per posarsi definitivamente sopra una amena collina, in mezzo ad un bosco di lauri, sulla sponda marchigiana o picena, come si diceva allora.
Il fatto miracoloso sarebbe avvenuto nella lontana notte dal 9 al 10 dicembre 1294, allorché, sotto un cielo tutto trapunto d’oro da miriadi di stelle e sopra un mare placido e sereno, sorretta da una corona di Angeli che cantavano in coro una dolcissima canzone celeste, la “Santa Casetta di Nazareth”, tutta illuminata di un fulgore paradisiaco, fu vista, dalle popolazioni attonite, trasvolare sul mare e posarsi sur un colle del Piceno (oggi Marche) detto dei lauri, donde laureto e poi Loreto. (....)
La miracolosa vicenda del trasvolo dalla Dalmazia alle Marche della piccola Edicola della Madonnina nera di Loreto, ha fatto sorgere una suggestiva tradizione prettamente marchigiana detta dei “Focaracci” (i “fochi”) la quale dura ancora oggi a distanza di oltre 7 secoli e forse, durerà in eterno. Trattasi di questo: le popolazioni marchigiane, la notte dal 9 al 10 dicembre di ogni anno, a fianco dei casolari sparsi per le campagne e alla periferia di ogni paese, accendono grandi fuochi in onore della Santa Vergine Lauretana ed anche (dicono le pie donne) per illuminare il cammino della Casetta della dolce Signora che arriva da lontano con il Bambinello fra le braccia. Sono pochi lumi da principio, ma poi crescono e si moltiplicano rapidamente, come si richiamassero l’un altro da colle a colle, da valle a valle e, in pochi minuti, invadono tutto il territorio presentando lo sguardo degli spettatori uno spettacolo magnifico quanto inusitato.
Attorno ai “focaracci” si raduna il buon popolo lavoratore e, mentre le donne recitano il rosario ad alta voce, gli uomini sparano in aria schioppi, doppiette e carabine ed ogni altra arma da fuoco (oggi si fanno esplodere petardi), in segno di festa e di saluto, ed anche perché si crede fermamente che ciò facendo ci si preserva da incidenti e disgrazie dovuti a maneggio di armi per tutto un anno. Va da sé che per i ragazzi tutto questo rappresenta un diversivo spassosissimo, molto atteso e preparato da giorni, mediante la raccolta di stoppie e ramaglie per l’accensione dei fuochi di gioia.
Le manifestazioni di giubilo continuano nel cuore della notte: alle ore 3 del mattino del 10 dicembre, per circa 15 minuti, da tutti i campanili delle Chiese della Regione, l’argenteo suono di migliaia di campane si effonde, elevandosi come un inno d’amore verso il cielo e verso la Madonna che sorride nel tempio maestoso della Basilica di Loreto, abbellito da tesori d’arte di ogni genere, che gli uomini hanno eretto intorno all’umile Casetta, sul ridente colle lauretano che si specchia nell’incantevole turchino dell’Adriatico.


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 27.12.2009
    Ultima modifica: 08.04.2012

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