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Carnevale di Fano - Edizione 1962


Il GIOVEDÌ GRASSO ci riporterà al passato
Il giovedì grasso sarà quest'anno un ritomo al passato e per dirla con una frase di oggi, agli anni '30 o su di lì. Infatti chi non ha più vent'anni ricorda certamente come il Corso allora Vittorio Emanuele era l'arteria principale della citta ed era il palcoscenico in cui si svolgeva la manifestazione carnevalesca. Era possibile far ciò in quanto i carri, di proporzioni più modeste, ci scorrevano agevolmente e la festa - tenuto debito conto di tutta la situazione di allora - rappresentava veramente il non plus ultra dell'allegria fanese. La stretta arteria consentiva inoltre una più aderente partecipazione della folla al Carnevale e questo era dato in particolar modo dal getto dei dolciumi che venivano lanciati a piene mani dalle finestre, dai balconi delle case e dal personale dei carri, provocando fitte e serrate « battaglie dolci ». Ritorneremo invece agli anni 30 con l'apertura del Carnevale, cioè con il giovedì grasso, quando le mascherate e le musiche non percorreranno il viale Gramsci, bensì, uscite dai capannoni dirotteranno per il Corso Matteotti e sfileranno in esso per due o tre volte. Sarà, crediamo, un momento di nostalgia per i meno giovani dell'attuale generazione e forse riuscirà ad infondere nei cittadini un senso di più stretta confidenza con il Carnevale da sentirlo più suo, come appunto era in quel tempo. Maschere, pupi, musiche, allegria dunque per giovedì grasso 1° marzo, in Corso Matteotti, un fugace ritomo al «ieri» per un maggior impulso al Carnevale di oggi, quello dell'Adriatico, edizione 1962.

Da: Il Resto del Carlino del 13/2/1962

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IL CARNEVALE IN CRISI PER MANCANZA DI IDEE
Quest'anno abolito anche il «pupo»
Già sul numero del 1° febbraio u. s. avevamo anticipato alcune personali considerazioni sull'edizione prossima del Carnevale dell'Adriatico. Oggi siamo in grado di sviluppare ulteriormente quelle considerazioni sulla base delle prime indiscrezioni trapelate oltre il circolo chiuso degli organizzatori e dei carristi.

Una prima novità negativa è che mancherà il simbolico «pupo». Ed eccone il perché, secondo la tesi diplomatica avanzata dal «Carlino»: «Quel personaggio che giungeva al giovedì e che voleva significare una simpatica introduzione alla settimana carnevalesca, cominciava a lasciare un po' perplessi per la non sempre riuscita della sua creazione, e giustamente riempendo il giorno con le mascherate il pupazzo sarebbe stato esautorato».

Un ragionamentino, invero, fino fino. Tutto calibrato fra quella «non sempre riuscita creazione» e il successivo «giustamente riempendo». Il fatto è che i «pupi» degli ultimi anni apparvero talmente brutti e privi di « vis comica » da suscitare e giustificare un coro di proteste sempre più nutrito e rumoroso.

Soluzione drastica, dunque; e basta con il «pupo». Si poteva peraltro pur sempre provare a farne uno migliore; ma la fantasia, ormai, è la vittima d'obbligo sull'altare del risparmio.

Morte, così alla sfilata del giovedì grasso. E quanto al contentino delle mascherate a piedi (che non sono poi novità di quest'anno) servirà solo a mascherare le intenzioni dei dirigenti.

Ma passiamo ai corsi mascherati ( le date prefisse sono quelle del 4 e 6 marzo). Sempre a detta del «Carlino» : « il piatto forte delle due giornate carnevalesche » sarà « il soggetto dei quattro carri », « e questo perché i titoli delle grosse costruzioni, ci dicono che si è pensato ad illustrare nei modi giustamente comici e umoristici, cose del nostro tempo ».

Una modernità, a nostro avviso, del tutto epidermica. Comunque meglio di niente! Ed eccoci ai titoli: «Gli aspiranti al Premio Nobel» (autore Mario Pedinelli), « Follie sul mare» (autori Corsaletti e Ghiandoni). «Accipicchia se mi piace » e « Calci che passione » (autori Nicolini, Battistelli e Moretti) e le due mascherate a piedi, « Arti e mestieri » ( di Ferretti ) e « Acque e Vini » (di Corsaletti).

A completamento del calendario poi: la solita festa dei bambini ed i soliti veglioni con grossi divi della canzone. Quali, dunque, le novità? Nessuna. Non uno spettacolo teatrale (fosse anche solo stata una bella rivista), non una modifica di rilievo al solito cartellone, non una novità nella impostazione delle sfilate (i soliti quattro carri, le solite due mascherate). E c'è chi crede ancora (ma lo diciamo piano piano) di stare al pari con Viareggio.

F. Ba.

Da: Il Resto del Carlino del 15/2/1962

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CORRIERE DI FANO
SI SVOLGERÀ' IL 4 E IL 6 MARZO
UNA VESTE NUOVA
per il Carnevale dell'Adriatico
Quattro carri allegorici attorniati da mascherate a piedi e da gruppi musicali sfileranno tra il caratteristico getto dei dolciumi
Toto Corsaletti, Evaristo Ghiandoni, Enrico Nicolini, Mario Pedinelli, Marcello Battistelli, Enzo Bonetti, questi i «cervelli» del Carnevale fanese edizione 1962 che, ciascuno col proprio entourage di giovani e giovanette coadiuvanti nel duro lavoro di esecuzione e allestimento dei carri, stanno in questi giorni alacremente creando le enormi figurazioni allegoriche che dovranno costituire lo spettacolo folcloristico nelle giornate del 4 e 6 marzo.

E' bene dire subito che quest'anno il Carnevale dell'Adriatico tende ad un nuovo indirizzo, cerca cioè di uscire, svincolarsi dalle secche pregiudizievoli di un troppo radicato complesso di tradizioni che ne frenavano l'impeto innovatore, minacciando di far languire la manifestazione e forse col tempo addirittura a farla finire. Perché se è vero che le tradizioni vanno rispettate, tuttavia occorre ogni tanto rivisionarle e se è il caso continuarle in base a nuove visioni, prospettive ed elementi acquisiti.

Quando il Carnevale dell'Adriatico, dopo la guerra si ingrossò, cosa ottima fu il cambiamento del percorso ma, da allora, e cioè dal 1950, i carri praticamente, un po' come i festival di canzoni, si ripetevano troppo nelle idee e nelle esecuzioni, talché avrebbero finito per annoiare. A distanza di dodici anni molte cose son cambiate, i gusti, le esigenze, i giudizi, le condizioni mentali si sono pressoché sovvertite ed era necessario quindi che anche la manifestazione carnevalesca non rimanesse estranea a questi mutamenti psicologici delle folle indubbiamente non più sprovvedute e sicuramente più emancipate.

Il Carnevale fanese se vuol prosperare deve seguire la strada innovatrice come ogni altra industria e questo di quest'anno appunto dovrebbe rappresentare una netta frattura con quelli dell'ultimo decennio ed acquisire finalmente quei caratteri di più geniale concezione satirica e di moderna esecuzione figurativa.

E i massimi artefici delle opere carnevalesche che giostreranno sul viale Gramsci nei giorni 4 e 6 marzo, hanno in effetti messi un po' al bando gli ormai logori schemi di un Carnevale che alla fine ritaceva il verso, benché sempre ottimamente realizzato, a cose e fatti non aderenti o per lo meno in minima misura alle cose e fatti della vita odierna.

Ora, da quanto abbiamo potuto vedere e considerare c'è quest'anno una buona dose di nuovi spunti, di geniali riferimenti e argute idee che, modernamente concretate e finemente rese scenograficamente, potranno conferire al Carnevale dell'Adriatico una veste più dignitosa non disgiunta da quello scopo — che è preminente — di far divertire e ridere con la satira e lo schietto umorismo.

Abbiamo visto i carri ancora grezzi nella loro scenica grandiosità, ma già è possibile avere una idea precisa dei miglioramenti verificatisi sia nell'insieme coreografico che soprattutto nella stilizzazione delle figure, nei volti, nelle fisionomie dei pupazzi. C'è, vorremmo dire, un tocco nuovo, grazie al quale il pupazzo è venuto ad acquistane un suo aspetto più consono alla tipizzazione dell'umorismo moderno.

Come già abbiamo accennato, i carri allegorici saranno quattro anche nella prossima manifestazione del marzo, completata naturalmente da mascherate a piedi, da carri musicali, e da tutto il pittoresco e caratteristico getto di dolciumi prelibati. Il più «impegnativo» ci sembra possa essere quello di Mario Pedinelli e Corsaletti «Aspiranti al premio Nobel», che racconta mediante una gustosa serie di scenette e una caricaturale galleria di eccelse «menti» l'aspirazione di scienziati, inventori, letterati e artisti ad essere insigniti del famoso premio svedese. Soggetto originale che nella sua lepida raffigurazione, troverà certamente il massimo favore del pubblico.

Di fattura ugualmente piacevole e arguta «Accipicchia se mi piace» di Battistelli, Bonetti e Nicolini, un carro che sintetizza con estremo realismo tutti i più rinomati personaggi televisivi con al centro un imponente camera-men. «Follie sul mare» di Ghiandoni e Corsaletti darà invece uno scanzonato sguardo alle mode balneari, con in vista i maggiori esponenti di quel mondo frivolo e passeggero che è la vacanza estiva. Il trio Battistelli, Bonetti e Nicolini infine si cimentano nel tema calcistico con «Calci che passione» ma trattano l'argomento con una acuta e spiritosa visione di quella che sarebbe se ad un certo momento, i palloni si coalizzassero contro il giocatore, contro l'atleta: un rovesciamento di termini insomma a tutto scapito dell'uomo: una amena rappresentazione quasi di foot-men.

Enzo Amadei

Da: Il Resto del Carlino del 21/2/1962

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CORRIERE DI FANO
ALLA SEI GIORNI DI CARNEVALE
Un «pupo» in go-kart aprirà la sfilata
A giovedì grasso, il «pupo» ci sarà. Pareva che la Carnevalesca non intendesse quest'anno far aprire la sei giorni di Carnevale, al tradizionale simbolico pupazzo, ma a limitarsi ad una sfilata di maschere e automezzi, anche perché un «pupo» o si faceva bene o niente.

La mancanza del principale personaggio, che in effetti è quello che simboleggia il Carnevale dell'Adriatico, era stata accolta con malumore dalla cittadinanza la quale era ormai abituata da quasi un secolo a festeggiare il giovedì grasso con l'arrivo del re del buonumore.

Riconsiderata quindi la questione del «pupo», la Società Carnevalesca ha deciso pertanto che sua maestà Carnevale sia della partita e che giunga il giovedì grasso a infondere allegria ed entusiasmo e lasciando così intatta la tradizione.

Il personaggio buffo è stato quindi scelto tra quegli spericolati «eroi» dell'ultimo grido in fatto di sport motoristico e cioè nel go-kart: sarà perciò allestito un enorme gokartista alla guida della sua minuscola motoretta. E il primo marzo quando apparirà in città, lungo il corso, avrà il corteggio di tutti i go-kartisti della provincia e forse della regione.

L'esecuzione del grosso «pupazzo» è stata affidata al signor Guerrino Ferretti e certamente l'ottimo artista che già valide prove ha dato nella esecuzione di carri e mascherate, riuscirà a creare un arguto e piacevole personaggio capace di far la letizia dei grandi e dei piccini.

Intanto prosegue alacre la preparazione dei carri allegorici che sfileranno il 4 e 6 marzo sul viale Gramsci, mentre l'apposito comitato sta attivamente organizzando il festival dei bambini in maschera che avrà luogo venerdì 2 marzo al Politeama. Com'è noto questa costituisce la festa più gioiosa per i tanti bimbi che vi partecipano e quest'anno è già assicurata la presenza di Angelino, il famoso bambino prodigio della televisione.

Da: Il Resto del Carlino del 22/2/1962

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MOSTRA DI VETRINE PER IL CARNEVALE
La Presidenza dell'Associazione Commercianti invita i proprietari dei negozi situati lungo le principali vie cittadine ad allestire mostre delle vetrine, curando particolarmente la loro illuminazione nelle giornate di domenica 4 e martedì 6 marzo nelle quali si svolgeranno i Corsi mascherati del carnevale dell'Adriatico che richiameranno a Fano numerosi forestieri.

Da: Il Resto del Carlino del 1/3/1962

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CORRIERE FANO
Disturbata dal maltempo la sfilata di carnevale
Il maltempo ha oggi ostacolato il regolare svolgimento della prima manifestazione folcloristica del giovedì grasso e cioè l'arrivo del personaggio buffo che rappresenta un po' il preludio della settimana del carnevale Adriatico. Nonostante però il tempo freddo e piovigginoso una notevole folla è convenuta a Fano schierandosi lungo il corso Matteotti per festeggiare l'arrivo del Pupo che quest'anno rappresenta un campione di Go-Kart. Purtroppo la continua pioggia ha fatto limitare a un solo giro il corteo carnevalesco che oltre al simpatico personaggio, comprendeva parte dei due gruppi mascherati "Arti e mestieri" e "Acque e vini" nonchè il complesso musicale dell' «Arabita» ed alcune maschere isolate. La giornata si è chiusa così sotto l'insegna melanconica del maltempo e tutte le speranze sono rimandate a domenica per la prima grande sfilata dei carri allegorici dell'edizione carnevalesca 1962.

Da: Il Resto del Carlino del 2/3/1962

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IL PRIMO CORSO MASCHERATO
Oggi, domenica 4 marzo, primo grande Corso mascherato del Carnevale dell'Adriatico 1962.
Tutto è ormai pronto sul viale Gramsci, itinerario della folcloristica giostra: palchi e tribune sulle quali salirà la folla per intrecciare la dolce battaglia di dolciumi, gli altoparlanti da dove si difenderanno per tutta la giornata musiche e canzoni e gli sbarramenti attraverso i quali sarà disciplinato l'afflusso del pubblico.

I carri ormai messi a punto, partiranno per la gioiosa, gioconda sfilata dopo la rituale deflagrazione del mortaretto e ognuno di essi, dotato di quintali di dolciumi, spargerà sulla folla entusiasta il suo squisito carico.

Ricordiamo che i complessi mascherati saranno: «Accipicchia se mi piace», e «Calci che passione» del trio Battistelli, Bonetti e Nicoli; «Aspiranti al premio Nobel» di Pedinelli e Corsaletti; «Follie sul mare» di Corsaletti e Ghiandoni. Precederà inoltre il personaggio burlesco «El Gigion» gokartista impenitente e le mascherate a piedi «Acque e vini» ed «Arti e mestieri».

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Si è svolto venerdì pomeriggio al Politeama, il tradizionale Festival dei bambini in maschera. Come sempre la gioiosa festa ha visto i più piccimi divertìrsi nel vortice delle gioconde musiche eseguite dall'orchestra Francolini e vivamente applaudito è stato il piccolo Angelino, bambino prodigio di Bologna, attrazione anche della TV dei ragazzi che ha cantato imitando i divi del microfono più in a voga.

Molte sono state le mascherate isolate e a coppie che hanno concorso al ricchi premi messi in palio dalla Carnevalesca. La commissione, dopo la sfilata di tutte le maschere sul palcoscenico ha proceduto alla seguente graduatoria: isolate: 1.o premio al bimbo Oscar Menchettì (Cupido); 2.o premio alla bimba Renata Francolini (mamma canadese); 3.o premio Torquato Selvetti (Corsaro nero); Tiziano Rallini (Moretto). Mascherate a coppie: l.o premio alle bimbe Daniela e Annalisa Adriani (Cirano e Rossana); 2.o premio alle bimbe Carla e Giovanna Rovinelli (Arlecchino e la bambola).

Veniva poi anche eletta la «Stellina di Carnevale» e il «Pagetto» e i titoli andavano alla piccola Francesca Perolo e al piccolo Giovanni Bontempo.

Da: Il Resto del Carlino del 4/3/1962

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Successo nonostante il maltempo del corso mascherato a Fano
Lanci di dolciumi sulla folla entusiasta – Avvincenti luminarie sui carri - Il tradizionale spettacolo pirotecnico
Il tempo instabile e minaccioso di pioggia, che poi fortunatamente non è caduta, ha tuttavia limitato quell'afflusso di folla che era previsto assistesse al primo grande corso mascherato del Carnevale dell'Adriatico 1962. La manifestazione, comunque, tra spiragli di sole e qualche gocciolina di pioggia, ha potuto regolarmente avere luogo ed il festoso carosello folcloristico ha preso il via alle ore 14 per presentare i complessi allegorici in concorso. Il pittoresco corteo era aperto dal carro della "Musica Arabita" seguito dal burlesco personaggio del " Gokartista ". Quindi venivano le mascherate a piedi "Arti e mestieri ", di Valerio Ferretti, e "Acque gentili " di Vittorio Corsaletti. Poi, rullanti nella loro gigantesca policroma struttura apparivano i carri "Follie sul mare", di Corsaletti e Ghiandoni; "Accipicchia se mi piace" di Battistelli, Bonetti e Nicolini; "Aspiranti al Premio Nobel", di Corsaletti e Ghiandoni, e quindi "Calci, che passione " di Battistelli, Bonetti e Nicolini.

Le quattro satiriche rappresentazioni riscuotevano il più vivo applauso della folla presente, che ammirava la fattura pregevole dell'esecuzione scenica non trascurando, peraltro, il caricaturale significato delle composizioni: "Follie sul mare" era una comica raffigurazione della frivola vita balneare con i tipi più caratteristici che frequentano le spiagge; " Accipicchia se mi piace" una graziosa rievocazione dei più noti personaggi televisivi da Don Lurio alle gemelle Kessler, dalle Blue Bell ai pupazzi della Perego tra cui Topo Gigio ed una caricatura dei più noti presentatori e cameramen; "Aspiranti al Premio Nobel", pure nella sua caricaturale rappresentazione, voleva essere un ammonimento al mondo in procinto di essere fatto saltare in aria mentre al di sopra di esso volano i cosmonauti e gli scienziati aspiranti al famoso premio svedese sono alle prese con le macchine perfette per creare la nuova vita; "Calci che passione " una simpatica composizione con la quale si metteva in risalto la rivincita del pallone sugli atleti corrotti dal troppo denaro, mentre gli arbitri hanno ormai la bocca chiusa e solo Carosio continua a parlare.

La sfilata folcloristica dopo il normale primo giro mascherato si ravvivava quando incominciava il lancio dei dolciumi, che quest'anno è stato particolarmente ricco e sparso a piene mani tra la folla entusiasta. E quando a sera il getto ormai scemava, l'attrazione principale passava alla sfolgorante luminaria che si accendeva su ogni carro: migliaia di luci multicolori e roteanti concorrevano a creare un suggestivo mobile mare luminoso che avvinceva ed esaltava. Poi la bella manifestazione si concludeva con il tradizionale spettacolo pirotecnico e lo scoppio dei mortaretti. Domani si avrà la seconda uscita del corso mascherato che concluderà così il periodo carnevalesco 1962.

Da: Il Resto del Carlino del 5/3/1962

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LA SFILATA DELL' ADRIATICO
In un mare di folla l'acclamato passaggio dei carri - Girandole luminose e scoppio dì mortaretti fino a notte fonda
Si è conclusa ieri, in modo del tutto felice la parentesi carnevalesca con la seconda ed ultima sfilata dei carri allegorici che già un primo successo avevano riscosso nella prima uscita di domenica scorsa.

Favorita dal tempo, la manifestazione ha richiamato a Fano, una folla veramente imponente, anche perche il martedì, è stata si può dire, la classica giornata del carnevale fanese ed è tradizione che abitanti dei centri vicini e lontani, convengano in maggior parte, nella nostra città, proprio in quel giorno.

L'allegro, fantasioso e pittoresco girotondo dei complessi folcloristici, si è ripetuto quindi in mezzo ad una folla tumultuante ed entusiasta che ha ammirato e applaudito le magnifiche figurazioni allegoriche issate sui carri e partecipato alla grande frastornante baldoria che si è protratta fino a sera.

Le allegoriche costruzioni si sono succedute nell'ordine della domenica prima e cioè «Follie sul mare» che recava un allegro squarcio di vita balneare, allestita con genialità e gusto; «Accipicchia se mi piace», che metteva in satirico risalto figure e personaggi delle trasmissioni televisive con esatta e precisa raffigurazione : «Aspiranti al premio Nobel» pessimistica visione di un mondo ormai automatizzato e prossimo alla distruzione; ma sul quale ancora è possibile divertirsi e creare nuove fonti di vita; e infine «Calci che passione» una parodistica realizzazione che sottolineava la «rivolta» del pallone contro gli atleti e gli arbitri, tanto addirittura da sottoporre i giocatori a tutte le più «basse umiliazioni» da parte della sfera di cuoio.

Queste festose caricaturali rappresentazioni si sono avvicendate in mezzo all'esultante mare di folla, spargendo in abbondanza grandinate di dolciumi che provocavano la più lieta e tumultuosa agitazione della marea umana protesa a «catturare» i dolcissimi pezzi...

Il giocondo carosello è durato per tutta la giornata e al calar delle prime ombre, ogni carro si è acceso di migliala di punti luminosi che riverberando nei vividi colori dei carri, creavano una magica fascinosa atmosfera di fantasmagorico technicolor, in mezzo alla quale il mormorio della folla si perdeva in un coro di viva ammirazione. Poi, le girandole luminose e le deflagrazioni dei mortaretti, che si accendevano nel cielo oscuro spegnendosi poi in scie fruscianti, andavano definitivamente a concludere e suggellare il Carnevale dell'Adriatico edizione 1962.

Da: Il Resto del Carlino del 7/3/1962

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La classifica dei carri allegorici
Mercoledì sera, al Politeama, si è svolta la premiazione dei Carri allegorici che hanno sfilato nei corsi mascherati di domenica 4 e martedì 6 marzo.

L'esito della commissione giudicate non si è discostato da quello che era stato più o meno il giudizio del pubblico ed infatti il primo premio è stato assegnato al carro di Vittorio Corsaletti e Mario Pedinelli "Aspiranti al premio Nobel" con 226 punti; il secondo premio è andato al carro di Bonetti, Battistelli e Nicolini "Accipicchia se mi piace" con punti 214; il terzo premio è toccato al carro degli stessi Nicolini-Battistelli e Bonetti "Calci che passione" con punti 172; il quarto premio al carro di Evaristo Ghiandoni "Follie sul mare" con punti 171.

Da: Il Resto del Carlino del 9/3/1962

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EDIZIONE ESTIVA
Entusiasmo di folla
al Carnevale dell'Adriatico
La sfilata aperta dalla rappresentanza dela sagra - Affluenza agli stands gastronomici Dalle spiagge del nord e sud Adriatico, dalla riviera romagnola sono affluiti domenica a Fano villeggianti in stragrande numero per assistere al festoso Carnevale dell'Adriatico in edizione estiva.

Il viale Adriatico, quando è incominciata l'allegra sarabanda carnevalesca, appariva gremitissimo e, del resto, bastava, per chi veniva da fuori, rendersi conto della strabocchevole folla presente, dalle macchine di ogni tipo e nazionalità parcheggiate in ogni spazio libero della città. Una festa di colori di musica di gioiosi clamori che ha visto la folla sciamare giocondamente lungo tutto il viale per tributare alle enormi costruzioni scenografiche il suo plauso entusiasta.

Come di consueto aprivano la sfilata le rappresentanze delle sagre dotate di tutti gli attrezzi da cucina: ed erano S.Costanzo, Castelvecchio, Cupramontana, Montelabbate e Fano; quindi il carro musicale del locale complesso folcloristico e, dietro i carri veri e propri quali «Aspiranti al premio Nobel», «Follie al mare», «Accipicchia se mi piace» e « Calci che passione». Il torneo mascherato dell'allegria era così iniziato: ben presto nel vortice giocoso e stordente erano «succhiati» gli italiani, tedeschi, i francesi, gli svizzeri, gli inglesi e ogni altro rappresentante di nazione europea: un incontro di gente diversa nel comune denominatore di un clima di pace e di pacifica convivenza. Nel contempo furoreggiavano gli stands gastronomici attorno al quali si abbrustolivano pannocchie, si arrostiva il pesce, fumavano odorose salcicce, si ammaniva saporosa polenta e si distribuiva vino: l'aria era così impregnata di tanti stimolanti odorini che si diffondevano per un vasto raggio del percorso, ed ognuno era invogliato a mangiare, bere e divertirsi.

Poi quando la sera, ormai avanzava con le sue ombre, lo spettacolo, con l'accendersi delle corone di luci lungo tutto il viale, delle mille girandole luminose e di tutta la fantasiosa luminaria dei carri, diventava superbo e splendidamente affascinante conquistando completamente la marea di gente che si affannava ancora sul viale. Il grande carnevale estivo, colmo di luci, di colori e di musica, saturo di spensierata gaiezza si avviava alla sua conclusione ma aveva ancora una impennata di grande effetto quando si è dato il via allo spettacolo pirotecnico sul mare.

Da: Il Resto del Carlino del 14/8/1962


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 01.01.2000
    Ultima modifica: 06.11.2005

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