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Terremoto del 02.01.1924, Medio Adriatico (Mondolfo)


Il sisma ebbe un'intensità massima del VII-VIII grado MCS.

Questo terremoto ebbe probabilmente epicentro in mare aperto e colpì alcuni paesi della costa marchigiana settentrionale. I danni maggiori furono riscontrati a Mondolfo, Marotta, San Costanzo e Scapezzano. Secondo un'ispezione del Ministero dei Lavori Pubblici, le caratteristiche edilizie influirono fortemente sull'entità dei danni: furono infatti prevalentemente danneggiati gli edifici di pessima qualità. I danni maggiori furono rilevati nelle case coloniche lungo la costa.

La scossa fu avvertita anche in Romagna, Toscana e Umbria. La sequenza sismica perdurò per quasi un anno con numerose altre scosse più deboli di quella principale.

A Senigallia fu osservato un debole effetto di maremoto. Lungo la costa tra Ancona e Pesaro il sisma fu accompagnato da un rombo. A Mondolfo, San Costanzo e Saltara, qualche secondo prima della scossa, gli animali domestici diedero segno di inquietudine. Secondo notizie non verificate furono notati lampi ed emissione di acqua e di vapori nella zona di mare tra Marotta e Fano.

Vi furono alcuni feriti, di cui due gravi a Senigallia. Nonostante le avversità meteorologiche del periodo invernale, le gente delle località colpite non volle rientrare nelle abitazioni per paura delle scosse che si susseguivano. Furono creati quindi accampamenti di fortuna e baraccopoli. A Senigallia alcuni trovarono alloggio nella stazione ferroviaria; a San Costanzo i senzatetto trovarono alloggio in edifici pubblici. A Mondolfo circa 40 abitanti si rifugiarono nelle scuole comunali ed in baracche di legno.

Le popolazioni colpite dal sisma protestarono per l'indifferenza delle autorità governative nei loro confronti. A Mondolfo e San Costanzo furono organizzati dei comitati di cittadini per sostenere le amministrazioni comunali e aiutarle negli interventi. Questi due Comuni chiesero di essere inclusi nelle zone classificate sismiche affinché diventasse obbligatoria l'applicazione delle norme antisismiche nelle costruzioni.

Nel bacino del Metauro questa sequenza sismica produsse effetti macrosismici massimi compresi tra il VII e l'VIII grado MCS, per lo più lungo la costa a sud di Fano. Le località metaurensi nelle quali sono stati documentati danni in seguito a questo terremoto sono le seguenti.

Mondolfo (VII-VIII MCS): La scossa, accompagnata da un rombo, durò 11 secondi. La popolazione in preda al panico si riversò nelle strade. La maggior parte degli edifici fu lesionata più o meno gravemente, compreso l'ospedale, la residenza comunale e i palazzi Mazzanti, Spinaci, Tranquilli, Fuligni, Bettini, Beliardi e Bellini. Molte case coloniche furono dichiarate inagibili.

San Costanzo (VII-VIII MCS): La scossa, accompagnata da un rombo, durò 8 secondi. La maggior parte delle case fu lesionata; 10 abitazioni divennero inagibili. Danni ancor più gravi si registrarono nelle case coloniche e nella scuola di Santa Croce, in campagna. Vi fu un ferito leggero.

Marotta (VII MCS): La scossa causò lesioni delle case coloniche nei dintorni, che erano di cattiva costruzione; in alcune di esse crollò il tetto. Il centro abitato non subì danni di rilievo.

Fano (VI MCS): La scossa, accompagnata da un rombo, durò 15 secondi. Causò molto panico tra la gente che si riversò all'aperto. Caddero comignoli e suppellettili; si ruppero vetri. Si arrestarono gli orologi a pendolo. Vi furono lesioni ai muri di case vecchie o di cattiva costruzione.

Cartoceto (VI MCS): La scossa, accompagnata da un rombo, durò 12 secondi. Causò caduta di suppellettili e lievi lesioni in edifici di scarsa qualità.


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 01.01.1999
    Ultima modifica: 28.07.2004

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