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I pescatori fanesi ai primi del 1900

Il marinaio pescatore


Il mestiere del marinaio è uno dei più antichi che l’uomo abbia esercitato e certamente uno dei più faticosi e pericolosi.
Abbiamo parlato a lungo con un marinaio pescatore ottantenne, il quale ci ha raccontato la vita che conduceva prima che i pescherecci fossero dotati del motore.
La barca era mossa dalla spinta che le vele ricevevano dal vento, quindi nei giorni di “bonaccia” non si poteva uscire dal porto.
Gli strumenti di bordo erano la bussola, le vele ed i remi, per i momento di estremo bisogno. Egli era un conoscitore, e lo è tuttora, del tempo, della direzione dei venti, delle nuvole, dell’acqua: dagli elementi conoscitivi che ne poteva trarre decideva se era o no il caso di avventurarsi sul mare per la pesca.
Quante paure, quanti fortunali improvvisi e imprevisti s’è trovato ad affrontare e come abbia salvato la vita non sa nemmeno lui!
La barca, le vele, le reti, i vestiti da lavoro tutto facevano a mano. Le donne cucivano insieme lunghe strisce di pesante tela tessuta a mano, per confezionare le vele.
Anche le reti venivano preparate dalle donne con il filo ricavato dalla canapa, a mano dai “curdâr”, che lavoravano lungo i viali del porto.
Inoltre, le stesse donne preparavano vestiti di tela incerata (cioè trattata con olio di lino) ed i cappucci, che i marinai usavano durante la pesca nei casi di pioggia e di cattivo tempo.
Calare e “tirar su” le reti dall’acqua veniva fatto con la forza delle braccia, con il buono ed il cattivo tempo. Per la pesca uscivano insieme sempre due barchetti che tenevano i capi della rete che trascinava sul fondo.
I barchetti non potevano rimanere a lungo sul mare, perché non essendo dotati di frigorifero, dovevano portare a terra il pesce pescato il più presto possibile, specialmente nella stagione calda. “Ogg anca i marinâr è di signor: sul barchet c’hann el let, el frigurifer, el riscaldament, la cucina a gas, ogni ben di Dio da magnè, i mutor che fan anicò e pur i ragas en volen più gì in mar, perché?”
Così ha concluso il vecchio marinaio. Noi non azzardiamo alcuna risposta, né commento.

Da: "La Vecchia Fano", AMADUZZI, 1981


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 13.10.2004
    Ultima modifica: 04.03.2005

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