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Ululone appenninico - Bombina pachypus


Bombina pachypus (Bonaparte, 1838)

Nome volgare: Ululone appenninico

Nome dialettale: Bubbi (plur.)

Ordine: Anura

Famiglia: Bombinatoridae

Caratteri distintivi e note tassonomiche: lunghezza del corpo solitamente di 4 cm, raramente fino a 6 cm. Pupilla cuoriforme o triangolare. Dorso verrucoso di colore grigio-brunastro, ventre con colorazione giallo brillante, con macchie nerastre o grigio-bluastre. Girino con coda arrotondata all’apice e colorazione scura.

Specie simili: adulto inconfondibile.

Biologia: attivo sia di giorno che di notte, l’Ululone appenninico nei momenti di stress produce un liquido molto irritante, a funzione difensiva; inarca inoltre la schiena e rovescia in alto le zampe per mettere in evidenza la vistosa colorazione ventrale. Il periodo di svernamento va da novembre ad aprile. Gli adulti si nutrono di invertebrati, catturati sia in acqua che fuori, le larve di materiali organici in decomposizione e microorganismi. La riproduzione avviene in acqua da maggio a settembre. Il maschio emette al crepuscolo e di notte un tipico verso intermittente, che ha dato il nome volgare alla specie. La femmina depone da 40 a 100 uova, attaccandole in masserelle a piante o rami sommersi. La metamorfosi si completa in 2-3 mesi.

Distribuzione in Italia: specie endemica italiana, diffusa dalla Liguria orientale sino alla Calabria; assente nelle Isole.

Distribuzione in Provincia di Pesaro e Urbino e valutazione di abbondanza: specie mediamente diffusa, scarsa. Presente nella zona appenninica: zona di Carpegna (loc. Paterno, 1990 circa - PACI, com. pers.), Alpe della Luna (Fosso di Parchiule e Rio della Villa, 22-7-1994 - POGGIANI et al.; Figgiano, 21-5-2000 - DIONISI, com. pers.), M. Nerone (Fosso del Presale, 27-7-1990 - DIONISI, com. pers.; Rio Vitoschio, maggio 1999 e 2002 - PELLEGRINI, com. pers. e 8-7-2004 - CUCCHIARINI Aldo, com. pers.; Fosso del Molino, 16-8-1998 - DIONISI, com. pers.), Bosco della Brugnola presso Serravalle di Carda (segnalazioni varie dal 1986 circa al maggio 1999 - DIONISI, CAVALIERI, FAZI, CUCCHIARINI Aldo e PELLEGRINI, com. pers.), Fosso dei Tacconi in Comune di Apecchio (6-6-1996 - FALCIONI), M. Catria nella Fonte della Strega presso Chiaserna (prima del 2000 - GEMIGNANI, com. pers.). Segnalata inoltre a quote più basse nelle zone calanchive di S. Leo (CASINI e SANTOLINI, 1988) (1) e dei dintorni di Tavoleto (Rio Ventena a Torricella, luglio 1986 - BAGLI, com. pers.), nelle colline argillose di Montegaudio (20-7-1982 - FAZI e CECCOLINI, com. pers.) e lungo il Rio Puto presso Villa Palombara di Montefelcino (1970-1975 circa, GUBELLINI, com. pers.).
La fascia altitudinale rilevata va dai 300 m (Tavoleto) sino ai 1000 m (Alpe della Luna).
Località: vedi carta di distribuzione (aggiornata al 2002).
Dati: 1970-2004.

Habitat accertati: frequenta ruscelli, piccole sorgenti, pozze e pozzanghere; si può trovare anche nelle zone erbose limitrofe e in boschi di latifoglie.

Normative di tutela: B. pachypus (sotto B. variegata) è specie rigorosamente protetta in base alla Convenzione di Berna del 19-9-1979 (Allegato II) e specie di interesse comunitario che richiede zone speciali di conservazione (Allegato II) e una protezione rigorosa (Allegato IV) in base alla Direttiva "Habitat" 92/43/CEE del 21-5-1992.

Considerata "in pericolo" (EN) nella Lista Rossa IUCN dei Vertebrati Italiani (RONDININI et al. 2013).

NOTE
(1) Ora facente parte della Provincia di Forlì, in Emilia-Romagna.


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 15.01.2003
    Ultima modifica: 07.10.2014

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