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Sant'Angelo in Vado (Cassìa): Chiesa di S. Giovanni Battista (distrutta)


La Chiesa di S. Giovanni Battista a Cassìa, nella valle dell'alto Candigliano, è ormai ridotta (2000) a un rudere occultato dalla vegetazione. Nei pressi si trova un piccolo cimitero, curato dall'Amministrazione comunale di Sant'Angelo in Vado.
Sul viottolo che conduce alla chiesa, in mezzo al bosco, è presente un'edicola costruita nel 1947 e dedicata alla Regina della Pace dal parroco e dai reduci della seconda guerra mondiale.
Nei pressi si trova Palazzo Valguerriera.

(Da: FINI et al. 2005) Della parrocchia di San Giovanni Battista in Cassìa esiste la documentazione nelle Rationes Decimarum fin dal XIII e XIV secolo. Non fu visitata dal primo vescovo di Sant’Angelo, mons. Onorati, nel 1637; tutte le notizie che la riguardano sono invece contenute nelle visite pastorali successive ed in alcune relazioni degli ultimi parroci residenti.
Possedeva un unico altare con un quadro rappresentante la Vergine Maria con il Bambino in braccio, San Giovanni Battista, Sant'Antonio da Padova e altri; il fonte battesimale era presente dal 1684.
Il violentissimo terremoto del 3 giugno 1781 rovinò chiesa e canonica, riedificate nel 1784, come ricordato in un'iscrizione latina. La chiesa aveva un solo altare e sopra la porta d'ingresso la cantoria.

(Da: Il Nuovo Amico, 5 settembre 2010 www.ilnuovoamico.it) SANT’ANGELO IN VADO. Quasi 130 fedeli nel pomeriggio di domenica 22 agosto si sono raccolti in preghiera in una angusta vallata presso il fiume Candigliano alle porte di Piobbico, dove un tempo sorgeva la parrocchia di Cassìa, appartenente alla diocesi di Sant’Angelo in Vado.
Partendo dalla strada sterrata e compiendo un simbolico ma sentito “viaggio con Maria”, i pellegrini hanno recitato con grande devozione il rosario ed, incuranti del caldo afoso che ha caratterizzato la giornata, sono giunti dinanzi alla maestadina dove mons. Carlo Monacchi ha presieduto l’eucaristia. Con grande cura ed attenzione gli organizzatori hanno abbellito il cammino con festoni e ghirlande di fiori ed hanno preparato le “stazioni” con dei simboli che hanno favorito nei presenti la meditazione dei misteri del Rosario.
Oggi di Cassìa non rimane nulla, al di fuori della citata maestadina con all’interno una statuetta della Vergine, invocata con il titolo di Regina della pace. Tuttavia è forte nei fedeli di una certa età – vadesi e piobbichesi – il ricordo della piccola comunità e, soprattutto, degli ultimi sacerdoti che hanno svolto lì il loro ministero sacerdotale: don Gennaro Amadei, don Franco Cecchini, ultimo parroco residente, e don Luigi Maioli, parroco di Candigliano, cui fu affidata la cura della parrocchia alla partenza di don Cecchini.
Da circa 14 anni un gruppo di fedeli – che si va sempre più infoltendo – si ritrova la domenica successiva alla solennità dell’Assunta per pregare e non perdere la memoria di questa (ormai ex) parrocchia, ma soprattutto della gente che lì ha vissuto e dei sacerdoti che in mezzo a quelle montagne hanno donato la loro vita testimoniando il Vangelo al popolo di Dio loro affidato. Che questa sentita e vivace testimonianza di fede non si affievolisca ma si rafforzi sempre più.

Don Andreas Fassa


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 25.01.2011
    Ultima modifica: 29.01.2011

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