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Taddeo Zuccari: Madonna degli Angeli


Non v'è dubbio che a partire dalla seconda metà del XVI secolo il centro motore dell'attività pittorica nella Valle del Metauro siano Federico e Taddeo Zuccari, due fratelli originari di S. Angelo in Vado che, trasferitisi a Roma, mantennero nella capitale dello Stato della Chiesa il primato della pittura per alcuni decenni e ne divennero quasi il simbolo e riferimento obbligato.

Come maggiori rappresentanti della cultura della Controriforma gli Zuccari sono alla base del profondo rinnovamento che la Chiesa sollecitò e interpretò nella seconda metà e alla fine del secolo XVI in quella intensa azione che si estese in ogni settore della pratica religiosa, ivi comprese le iniziative artistiche.

TADDEO ZUCCARI (1529 – 1566)

Nato a S. Angelo in Vado nel 1529, raggiunse ben presto Roma, dove si portava un'eredità prestigiosa quale continuatore della cultura urbinate rappresentata da Raffaello e dove fu il rappresentante del manierismo della città. Egli legò la sua cultura figurativa ad alcune imprese di grande prestigio, come gli affreschi della Sala Regia al Vaticano, e quelli della Villa Farnese a Caprarola.

FEDERICO ZUCCARI (1539 – 1609)

Era un teorico oltre che pittore. Le sue idee estetiche sono raccolte in alcune pubblicazioni, in modo particolare nella Idea de' scultori, pittori e architetti, trattato pubblicato nel 1607.

La collaborazione stretta e continua tra i due fratelli impedisce a volte una netta distinzione, almeno fino alla scomparsa di Taddeo, avvenuta nel 1566. Federico, oltre alla sua intensa e fondamentale partecipazione agli affreschi di Caprarola, lavorò a Firenze per completare la decorazione della cupola di Santa Maria del Fiore, quindi a Venezia; chiamato poi anche fuori d'Italia, in Inghilterra e Spagna, tornò infine in Italia a Torino e a Roma, dove ebbe il prestigioso incarico della presidenza dell'Accademia di San Luca. Nonostante i numerosi impegni, non cessò mai di rimanere legato alla sua terra di origine ed alla famiglia ducale dei Della Rovere, tenendo rapporti prima con Guidubaldo e successivamente con Francesco Maria. Di Federico è l'affresco di casa Massilla a Recanati, oggi trasformata in asilo d'infanzia, e la Pala di Fossombrone asportata e smembrata in epoca recente.

La prima e insieme maggior impresa compiuta da Federico nelle Marche è la Cappella dei Duchi di Urbino a Loreto, decorata con le Storie della Vergine.

Numerose sono le sue opere presenti ancora nelle Marche tra le quali: il Cristo alla Colonna del Museo Albani di Urbino; l'Ecce homo della chiesa di S. Giovanni Battista di Ancona; la grande Pala di S. Angelo in Vado con la Madonna e l'intera famiglia Zuccari in preghiera ai suoi piedi, risalente al 1603, dipinta per la chiesa di Santa Caterina, dove una sua sorella era monaca; il Martirio di San Lorenzo, dipinto nel 1602 per la chiesa dei Cappuccini, a Fermo.

Danno un contributo diretto e indiretto al manierismo metaurense anche artisti nordici, fiamminghi e tedeschi. Nella stessa S. Angelo operò August Albrecht di Vallenstein, di cui sono testimonianza la cantoria decorata a tempera della chiesa di S. Maria dei Servi e il soffitto della chiesa di S. Filippo, dei primi decenni del Seicento.

BIBLIOGRAFIA
ZAMPETTI 1990, pp. 29-37


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 01.01.2001
    Ultima modifica: 13.12.2009

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