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Fossombrone: i mulini del Rio Paghella


Il Rio Paghella è un torrente lungo circa 5 km, affluente di sinistra del Tarugo. Nasce dal Monte Paganuccio, procede in direzione nord-est e dopo il paese di S. Martino dei Muri piega in direzione est per gettarsi nel Tarugo nella località oggi chiamata Pian di Tarugo, ma nel passato detta di S. Sergio, dal nome dell'antica chiesa dedicata a uno dei principali santi bizantini.
II Paghella è sempre stato abbondante di acqua, ma da alcuni decenni la sua portata è andata via via sempre più diminuendo poiché sono state captate le sue sorgenti più cospicue da parte del Consorzio idrico intercomunale Orciano-Barchi.

Il nome di Rio Paghella è relativamente recente (nel 1600 era chiamato Pagalla), ma ne ignoriamo l' etimologia. Le "Rationes Decimarum Marchiae" ci informano che nel 1292 la chiesa di S. Martino - per distinguerla da altre due omonime chiese appartenenti alla diocesi di Fossombrone - era meglio specificata con l'aggiunta "de Rivo Molendinorum" (cioè "del Rio dei Mulini") (1).
Ciò è molto importante ai fini della nostra ricerca poiché ci attesta che questo corso d'acqua aveva visto modificato il suo nome originale (detto semplicemente "Rivus", il Rio) da almeno due interventi antropici, se non addirittura tre.
Infatti i mulini che abbiamo ritrovato lungo il Paghella sono quattro e probabilmente i più antichi erano due, detti - almeno nel XVI secolo - "mulino di sopra" e "molino a grano di sotto" (2), corrispondenti rispettivamente al "Mulino Candieracci" e al "Molino delle Ginestre".
Ricordiamo che il territorio di ogni castello poteva contare su uno o più mulini in rapporto all'estensione della sua corte, ai corsi d'acqua che lo attraversavano, alla qualità e all'uso dei terreni, al numero degli abitanti degli 11 castelli che formavano il "contado" di Fossombrone. Montalto nel XVI secolo aveva la maggior estensione ed era il più popoloso. In quel periodo faceva parte della sua "corte" anche quello che nei primi decenni del 1300 doveva essere ancora un castello autonomo col nome di "Castrum murorum" (3).
Per ragioni che ignoriamo esso e il suo territorio vennero assoggettati parte a S. Gervasio, parte a Montalto e ridotti a rango di "villa", coi nome appunto di "villa murorum".
In seguito, utilizzando il nome della chiesa, l'abitato assunse il nome di S. Martino dei Muri. Detto "Castel dei Muri", che pensiamo sorgesse sulla collina chiamata la Rocchetta, posta a 486 m.s.m. sopra l'agglomerato di Bastia, aveva sicuramente il suo mulino, quello detto "Molendinus superior" negli atti notarili del 1500.

NOTE

(1) P. Sella, Rationes Decimarum Marchiae, Roma 1950, pp. 229, 233, 238, 240.
(2) Ser Bernardino Filarista, segn.B, anni 1554-1590, cc. 52-54, Notarile di Fossombrone in Archivio di Stato di Pesaro.
(3) A. Vernarecci, Fossombrone dai tempi antichissimi ai nostri, Fossombrone 1969, vol.II, p.33.


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 01.01.1999
    Ultima modifica: 11.11.2004

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