Carnevale, feste, tradizioni e lavoro
Credenze e pregiudizi sugli animali selvatici nella bassa valle del Metauro
Introduzione
Molto spesso circolano ancora idee distorte o completamente errate sugli animali, anche in
strati sociali con discreto livello culturale generale. E' singolare notare
come questo argomento offra una quantità di fatti reali che vengono creduti
pura fantasia, per la loro stranezza, da quelle stesse persone che poi accettano
tranquillamente notizie e credenze senza alcun fondamento di verità. Si tratta
di pregiudizi tramandati oralmente di generazione in generazione, largamente
diffusi soprattutto nelle campagne, dove al contrario la verifica diretta
dovrebbe essere più facile.
Come nascono queste false credenze? Molto spesso da
fatti realmente accaduti, ma o interpretati male oppure osservati in maniera
superficiale. La fantasia e le inevitabili distorsioni, passando di bocca in
bocca, hanno fatto il resto, infiorando il dato originario sino alle dimensioni
della favola.
I giovani di oggi si dimostrano più critici di fronte a
questi racconti, ma spesso finiscono anche loro per accettarli, malgrado la
mentalità scientifica che dovrebbe fornir loro la scuola.
Ogni regione ha i suoi soggetti preferiti. Si tratta in genere di
grandi animali, che suscitano reverente timore (Lupo, Orso, Aquila), di specie
velenose o ritenute tali (Vipere, bisce), o di aspetto considerato sgradevole,
o legate ad antiche paure e superstizioni (Pipistrello, Civetta).
Dato che quasi sempre tali pregiudizi hanno come conseguenza l'uccisione degli sfortunati
animali, occorre fare in modo che la gente si ricreda, comportandosi in maniera
meno irrazionale. Si tratta tuttavia di un compito assai arduo, tanto sono
radicate queste convinzioni nell'opinione generale.
Bisce e Vipere
Uno degli argomenti che hanno stimolato maggiormente la fantasia popolare, generando le
più strane convinzioni, è quello dei serpenti.
Si può rilevare innanzi tutto che gran parte della gente non ha la
minima cognizione su come riconoscere con sicurezza le varie specie, per cui
ogni cosa che si muove strisciando è considerata prudenzialmente una
Vipera. I giornali locali, fin verso il 1970-1980, non sono stati da
meno, riportando con grande risalto eroiche uccisioni fin dentro la città di
Vipere, poi rivelatesi delle innocue e comunissime Bisce d'acqua.
Altra opinione diffusa, che è stata anche
incrementata ad arte dalle case farmaceutiche che vendono siero antiofidico, è
che le Vipere siano dovunque in costante aumento, per cui si è generata una
psicosi collettiva che impedisce a certuni anche il solo sedersi sul prato di
casa. In realtà coloro che passano gran
parte del loro tempo all'aperto o che compiono lunghe escursioni in montagna,
possono testimoniare come sia difficile imbattersi in una Vipera.
Spesso, dove l'aumento effettivamente si è
verificato, si trattava piuttosto di una concentrazione locale, dovuta alla
presenza dei roditori che costituiscono la preda preferita del rettile.
Molti pensano che per riconoscere una Vipera basta verificare se ha la testa di forma
triangolare, quando anche la Natrice tessellata, che vive lungo i nostri corsi
d'acqua, presenta ben evidente questo carattere.
Altri si basano sulla colorazione maculata del dorso, particolare
per niente significativo, trascurandone invece un altro ben evidente, e cioè il
corpo tozzo, terminante bruscamente con una breve coda.
Anche sulle abitudini della Vipera non mancano le inesattezza. Un'opinione abbastanza
diffusa è che si tratta di un animale combattivo, che si avventa anche a
distanza, rincorre le persone e si apposta sopra gli alberi per meglio piombare
sui poveri gitanti. Al contrario la Vipera è piuttosto pigra, attacca solo se
viene molestata direttamente e non sale quasi mai sui rami. Ciò succede talvolta per le femmine durante la gestazione, per assimilare la maggior quantità possibile di calore. La Vipera riesce comunque a salire solo su tronchi fortemente inclinati e fessurati o su arbusti sino a 1-2 m di altezza.
Nella sua vita privata, a detta di molti, raggiunge poi il culmine della cattiveria, mostrando fin dalla nascita il suo
pessimo carattere: i piccoli, difatti (in particolare l'ultimo nato), appena
messi al mondo cercano di uccidere la madre, che per evitarli o si affretta a
scappare o partorisce per prudenza dall'alto di un ramo.
Naturalmente anche questa è pura favola.
Ma la fantasia popolare raggiunge il suo apice in queste altre false credenze, raccolte dalla viva voce di ragazzi nella Zona di Lucrezia di Cartoceto verso il 1980.
- la Vipera può pungere anche con la coda;
- scappa se sente l'odore del fumo della sigaretta;
- se le si spara coi fucile, questo si rompe;
- la coda spezzata del Ramarro diventa una biscia;
- le bisce succhiano il latte alle mucche (questa credenza probabilmente è derivata dal fatto che talvolta le bisce che hanno divorato da poco una preda quando vengono uccise emettono una saliva bianca, densa ed abbondante, simile al latte);
- bisce e vipere muoiono in pochi istanti se si colpiscono con una canna, che per esse risulta velenosa.
A sostegno anzi di questa affermazione, mi sono stati riferiti dei vivaci racconti che riporto testualmente.
"Mio padre si trovava sulla riva di un laghetto, quando sente strisciare qualcosa, si volta vede un serpente e trovatosi provvisto di una canna, gliela getta sul dorso; dopo qualche minuto la biscia era morta. lo, sentito questo, gli ho chiesto se il punto dove la si getta ha importanza o meno, egli come pure mia madre ha risposto di no. Mio padre ha detto che la canna è pericolosa anche per l'uomo, ma io stento a crederci, perché tante volte mi sono ferita con la canna (anche se erano ferite lievi) e non è successo niente. Per la velenosità contro il serpente sono d'accordo con loro".
"Mio padre mi ha raccontato un fatto avvenuto quando era piccolo. Una biscia stava per mordergli, quando per fortuna ha preso una canna lì vicino, l'ha appena colpita nella coda e questa è subito morta. Mia madre invece mi ha raccontato che mentre andava da una vicina ha sentito gridare, c'era quella signora che saltava dalla paura perché aveva preso una biscia con la mano, credendo che fosse un pezzo di legno fuori posto. Questa biscia si attorcigliava e stava per mordergli, ma mia madre svelta svelta ha preso una canna lì vicino e ha colpito la biscia nel corpo; questa non è rimasta viva nemmeno un minuto".
"Mio padre un giorno si trovava vicino a un lago ed ha visto una biscia, non avendo niente ha preso una canna e gli ha dato una botta ed ha visto che è morta. Mentre invece l'ho chiesto a mia madre e lei non ci crede; appena mio padre ha raccontato il fatto si è messa a ridere, perché lei dice che può morire benissimo anche con un bastone. Dice che questi sono tutti proverbi messi in giro dalla gente".
- bisce e vipere a volte volano. Per far questo, secondo alcuni, afferrano la coda con la bocca, formano un cerchio e si mettono a ruotare.
Pur sembrando pura fantasia, questa credenza può aver avuto origine dall'osservazione inesatta di un fatto reale. Il Biacco, una biscia comune in campagna, difatti alle volte scappa velocemente tra l'erba con la parte anteriore del corpo sollevata, per cui ad un'osservazione superficiale sembra quasi che non tocchi terra, oppure si lancia a terra dai rami sui quali è solito salire arrampicandosi agilmente. Anche su questo fatto ho raccolto curiosi racconti dai ragazzi.
"Era una sera d'estate - mi ha raccontato il nonno - io ero con mio padre nei campi e mentre passavamo vicino ad un albero distante circa otto metri, da quest'albero è saltata giù una biscia ed ha fatto un salto di tre metri, poi alzandosi da terra e fischiando ci è venuta contro, ma mio padre l'ha uccisa con la zappa".
Mia madre ha detto: "non so se credere che le bisce volano, però è una cosa che fin da piccola sentivo dire dai miei nonni".
"Mio padre dice che lui ha sentito parlare delle bisce volanti, che durante il solleone di estate vanno in amore. Un cacciatore molto bravo un giorno era andato a caccia e aveva visto due bisce che erano in aria e lui ha cercato di ucciderle ma ne ha ammazzato una sola. Il maschio ha cominciato a svolazzare qua e là per trovare quell'uomo e quando l'ha trovato, con la coda gli ha dato una decina di botte sulla schiena, e per molto tempo ha avuto i segni".
Altri animali
Nel gruppo degli animali sfortunati, malvisti ed uccisi per il loro aspetto o per antiche superstizioni, abbiamo anche il Rospo, la Civetta e il Pipistrello.
- quando si uccidono i Rospi o li si sente a lungo gracidare, viene un forte mal di testa;
- se piange o stride la Civetta sul tetto, verrà una disgrazia;
- i Pipistrelli si attaccano ai capelli e cavano gli occhi con le unghie. Quest'ultima credenza mostra almeno una parte di verità, dato che i Pipistrelli che per una qualche ragione non riescono a volare, se per caso capitano addosso ad una persona, le si aggrappano tenacemente con le unghie (senza per questo cavare gli occhi!). I Pipistrelli comunque sin dall'antichità hanno goduto di cattiva fama, ed anzi un tempo si inchiodavano alle porte dei granai per tener lontano li diavolo. Unica nota diversa in questo continuo incitamento ad uccidere è rappresentata dai detti sui Ragni e le Coccinelle, che consigliano di salvarli per avere fortuna.
- un Ragno che sale sulle braccia o le gambe, o che ha sette zampe porta fortuna;
- se si uccide un Ragno con una croce sulla schiena (ossia l'Epeira crociata), porta sfortuna;
- non bisogna uccidere le Coccinelle perché portano fortuna.
Dettaglio scheda
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Data di redazione: 01.01.2000
Ultima modifica: 15.02.2005
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