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Carnevale di Fano - Edizione 1964

Carnevale di Fano - Edizione 1963


DOMENICA IL PRIMO ENTUSIASMANTE SPETTACOLO
"I MAGNIFICI SETTE"
del Carnevale di Fano
Sperando che il tempo non faccia altri sgradevoli sbalzi d'umore il Carnevale dell'Adriatico edizione 1963, si presenterà in anteprima domenica 24 con i suoi sei imponenti carri allegorici sul viale Gramsci, per il primo entusiasmante spettacolo; il gran finale avrà luogo martedì 26.

Pochi giorni, quindi, separano la nostra città dal tradizionale evento folcloristico che, come tutti gli anni, richiamerà a Fano la folla delle grandi occasioni perché, ormai si sa, il Carnevale fanese, gode di un suo sperimentato e collaudato prestigio che affonda le sue radici nel secolo scorso.

Una parabola quindi di cento esperienze carnevalesche, una eredità che i «carristi» di oggi hanno saputo ben investire e far fruttare nel filone di una mai spenta genialità, nel solco profondo di un humus fantasiosamente produttivo e saggiamente preparato, per il divertimento e la spensierata baldoria di un pubblico istintivamente portato a sottrarsi per qualche ora all'uggia e all'assillo della normale routine quotidiana.

Carnevale dell'Adriatico è senza dubbio uno spettacolo grandioso, è una manifestazione che entusiasma e travolge per il suo carattere popolaresco e schietto e anche perchè, la folla stessa, diventa ad un certo momento parte attiva e partecipe dello spettacolo in svolgimento.

Come già abbiamo scritto, i carri partecipanti al pittoresco corteo saranno mezza dozzina preceduti da quello della «musica arabita» e orbati quest'anno da quello del tradizionale «Pupo» che per solito rappresentava il simbolo del Carnevale fanese al giovedì grasso. Possiamo comunque dire che saranno «i magnifici sette» del carnevale fanese 1963 e, sulla magnificenza dei carri pensiamo non possano esserci dubbi, sia perché gli autori hanno al loro attivo i successi degli anni trascorsi e sia perché le idee realizzate quest'anno, trovano viva e saporosa rispondenza nei tanti fatti e avvenimenti della vita odierna.

Così mentre Tino Pacassoni ci presenterà una sapida e umoristica rappresentazione di un «rodeo» con figure e personaggi che avranno riferimento nella attualità, Evaristo Ghiandoni ci metterà sotto gli occhi quelle che sono «le risorse della chimica» in tutti i settori della nostra vita dove la chimica non è estranea a tante manipolazioni; Luciano Del Monte, dal canto suo, ha associato il Carnevale di Fano a quello di Venezia e ammannirà un elegante «Gran gala al Carnevale di Venezia», mentre Mario Pedinelli, più immediato e realistico, ci dirà quello che succede al Carnevale se improvvisamente cominciasse a soffiare la bora e perciò il suo carro sarà «La bora al Carnevale».

Enzo Bonetti predirà il destino di tanti noti personaggi, ma sarà un «allegro destino» che certamente non darà luogo a cogitabonde meditazioni bensì solo a sorridenti e spassose divagazioni; infine Hermes Valentini, guardando in alto, si è accorto che non esiste più una sola luna, quella vera di sempre, ma tante altre stanno girando per lo spazio e allora, ha creduto bene di far vedere, cosa succederebbe con «tante lune».

Queste sei satiriche raffigurazioni, saranno trascinate dal bizzarro, effervescente, e originale carro della «arabita» che ormai quasi tutti gli italiani conoscono e che certamente costituirà il leit motiv dei due grandiosi mascherati.

Le enormi, fantasiose e geniali costruzioni, stanno intanto assumendo la loro fisionomia e, in questo ultimo scorcio di tempo, i «carristi» sono impegnati al massimo, giorno e notte, perchè Fano anche nel 1963 abbia il suo dignitoso e maestoso Carnevale, fatto di duro lavoro, di lungo sacrificio e di una adamantina passione da parte di un nugolo di artisti e artigiani, indispensabile appendice del complesso lavoro organizzativo e amministrativo.

Da: Il Resto del Carlino del 17/2/1963

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ULTIME BATTUTE PER IL CARNEVALE DELL'ADRIATICO A FANO
TUTTO E' A POSTO
SI SPERA NEL SOLE
Domenica la prima sfilata del corteo mascherato - Per i «carristi» gli ultimi giorni volano - La complessa organizzazione - L'attesa si fa sempre più viva - Ritocchi finali
Siamo ormai alle ultime battute: domenica il Carnevale fanese dovrà fare la sua uscita e presentarsi completo nella sua più sfarzosa ed eccezionale veste scenografica; i sei carri che dovranno comporre il corteo mascherato, sulla scia del settimo (quello della i «musica arabita ») sono pressoché ultimati e certamente per domenica pomeriggio tutto sarà perfettamente a posto.

Per i «carristi» che da mesi sono indaffarati attorno alle loro maestose creature in legno e cartapesta questi ultimi giorni sembrano volare: le ore passano con estrema velocità, e i lavoranti, gli operai, sotto la direzione dei propri «capi-carro» si affrettano a dare gli ultimi ritocchi, a piantare gli ultimi chiodi, a rinforzare le parti destinate al maggior peso, a mettere a punto i congegni meccanici che dovranno animare i grossi testoni, a far muovere le figure e le sezioni dei carri.

Perché anche se il carro sembra ad un certo momento, finito, c'è sempre qualcosa da rivedere, da rifare e specialmente poi c'è da pensare alla luminaria, infarcire la costruzione di lampadine multicolori, da disporle nella maniera più scenografica possibile, studiare insomma il modo per far apparire l'opera nella sua migliore e più attraente prospettiva. E quindi il lavoro di ogni singola troupe è continuo, si può dire, fino all'ultimo minuto, prima che nell'aria scoppi il mortaretto del via: un tour de force che alla fine spompa e annienta ogni residuo d'energia; ma questo è stato sempre e certamente sarà anche nel futuro: il Carnevale di Fano, è vissuto e prosperato proprio per il sacrificio e l'abnegazione dei suoi geniali creatori.

L'attesa intanto è vivissima per il primo corso mascherato di domenica e il Consiglio direttivo della «Società carnevalesca» siede quasi in permanenza per predisporre e organizzare le cento cose da fare che si assommano e susseguono quasi ininterrottamente: dalle chiusure, ai biglietti, dagli stands gastronomici. al taglio dei rami degli alberi; dalle autorizzazioni agli ambulanti, alla ripartizione del getto; dal pagamento degli operai, ai collegamenti telefonici.

Naturalmente, arbitro di tutta la complessa organizzazione il tempo, che costituisce l'assillo per il presidente della società Capponi e di tutti i consiglieri del sodalizio.

La variabilità di questi giorni dà luogo a speranze e delusioni ma è in tutti la speranza che domenica il sole appaia nel pieno del suo splendore e permettere cosi lo svolgimento del grande corso mascherato.

Da: Il Resto del Carlino del 21/2/1963

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Il Gran Gala dell'Adriatico a Fano
Una delle manifestazioni mondane del Carnevale dell'Adriatico che da alcuni anni si è imposta anche fuori della provincia, è il Gran Gala dell'Adriatico che si svolge al sabato e cioè la sera precedente alla prima uscita dei carri carnevaleschi.

Quest'anno, la grande veglia avrà luogo pertanto domani sabato 23 al Politeama con l'intervento delle cantanti, Aura D'Angelo, finalista al Festival di S. Remo e Jo Garsò con il complesso di Peppino Principe, «Oscar 1962» per la musica leggera. Nel corso della festa si svolgeranno gare di danze, e saranno assegnati premi per le coppie più eleganti, alle acconciature e al brio.

Da: Il Resto del Carlino del 22/2/1963

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Oggi a Fano il primo corso
Oggi prenderà il via il primo corso mascherato sul viale Gramsci, dove già sono state allestite anche le tribune per il pubblico. Come già abbiamo annunciato, i carri allegorici che sfileranno saranno: «Gran gala al Carnevale di Venezia» di Luciano Del Monte; «Allegro destino» di Enzo Bonetti; «Quante lune» di Ermes Valentini; «Il rodeo» di Tino Pacassoni; «Le risorse della chimica» di Evaristo Ghiandoni; «La bora al Carnevale» di Mario Pedinelli.

Precederà il corteo mascherato il carro della «musica arabita» che con le sue «stramberie » musicali diffonderà il buonumore lungo tutto il percorso.

Da: Il Resto del Carlino del 24/2/1963

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A FANO
Il maltempo ostacola il Carnevale dell'Adriatico
Con scarsa partecipazione di pubblico, stante la recrudescenza del freddo, si è svolto ieri il primo corso mascherato del carnevale dell'Adriatico.

I sei carri mascherati («Gran gala al Carnevale di Venezia » di Luciano Dal Monte, «Il rodeo » di Tino Pacassoni, «Roba genuina» di Evaristo Ghiandoni, «L'allegro destino» di Enzo Bonetti, «Quante lune» di Hermes Valentini e «La bora al carnevale» di Mario Pedinelli), bellissimi nei colori e nelle figurazioni allegoriche, sono sfilati per tutta la serata in mezzo all'allegra partecipazione della folla.

Il ricco getto, la luminaria serale e i fuochi d'artificio, hanno concluso in bellezza la tradizionale manifestazione folcloristica che si ripeterà domani, ultimo giorno di carnevale.

Da: Il Resto del Carlino del 25/2/1963

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Così il Carnevale dell'Adriatico
In una splendida giornata di sole si è concluso con il secondo corso mascherato il Carnevale dell'Adriatico edizione 1963. La folla, che è mancata in gran parte domenica scorsa, causa il tempo incerto ed il freddo intenso, è invece convenuta oggi in gran numero ad assistere alla tradizionale sfilata del martedì grasso.

Il pittoresco e brillante corteo, preceduto dal coro del tipico complesso Arabita, ha iniziato il suo carosello verso le ore 15 fendendo a fatica la marea di gente che intanto si era andata a congestionare in Viale Gramsci, lungo il percorso e nelle tribune.

Le allegoriche costruzioni procedevano in questo ordine; "Vampiri e Vampire", "Tutta roba genuina", "La conquista del Far West", "Gran Gala al Carnevale di Venezia", "Tante lune", "Allegro destino" e hanno continuato il loro giocondo e festoso caracollare fino a sera, facendo piovere sulla folla un nutrito gettito di dolciumi.

Lo spettacolo si faceva poi avvincente al primo calare delle ombre, quando su ogni carro si accendevano migliaia di luci policrome, ravvivando così in suggestivi effetti di luce e colori.

La manifestazione è stata suggellata a sera da un suggestivo spettacolo pirotecnico.

Da: Il Resto del Carlino del 27/2/1963

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Premiazione al Carnevale di Fano
Trionfano le "Lune"
Il massimo riconoscimento è andato al "carro" di Valentini
Si è svolta mercoledì sera al Politeama di Fano, la premiazione dei carri carnevaleschi in lizza nei due corsi mascherati di domenica 24 e martedì 26 febbraio.

Dopo alcune parole di ringraziamento ai creatori dei carri e a quanti hanno collaborato alla riuscita della manifestazione, sono state aperte le buste preparate dalla apposita commissione, dalle quali è risultata la seguente graduatoria:

Carri di 1° cat. : 1° premio a "Quante lune" di Ermes Valentini; 2° premio a "Gran Gala al Carnevale di Venezia" di Luciano Del Monte e Mario Romiti; 3° premio a "Allegro destino" di Enzo Bonetti.

Carri di 2° cat. : 1° premio a "La conquista del Far West" di Tino Pacassoni; 2° premio a "Tutta roba genuina" di Mario Pedinelli; 3° premio a "Vampiri e Vampire" di Evaristo Ghiandoni.

Nella foto: l'opera allegorica vincitrice del Carnevale: su un paesaggio lunare, in mezzo ad esseri extraterrestri, sovrasta un satellite, attorno al quale girano Kruscev, Kennedy, Macmillan e De Gaulle. E' il carro di Ermes Valentini "Quante lune".

Da: Il Resto del Carlino del 1/3/1963

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PER IL MANIFESTO SUL «CARNEVALE»
PROCLAMATI I VINCITORI dì un concorso a Fano
Il primo premio è andato al Cartellone dal motto «Maschere volanti»
Si è riunita in questi giorni a Fano, nella sala consiliare del palazzo comunale, la commissione giudicatrice del concorso per il manifesto dedicato al «Carnevale dell'Adriatico»; commissione nominata d'alla Società carnevalesca di Fano.

Erano presenti il prof. Francesco Carnevali, il prof. Renato Bruscaglia, il prof. ing. Francesco Rossini, l'avv. Enzo Capalozza, il sindaco di Fano Guido Fabbri, il presidente dell'Azienda di soggiorno Oddo Ginesi e il presidente della Società carnevalesca Sandro Capponi.

All'unanimità, la Commissione ha nominato presidente il prof. Carnevali, direttore dell'Istituto statale d'arte di Urbino. Su proposta del presidente della Carlevalesca è poi stato chiamato a fare parte della Commissione come membro effettivo anche il prof Giorgio Spinaci.

Dopo di ciò, la Commissione al completo ha presenziato alla apertura degli involucri sigillati contenenti i 46 bozzetti concorrenti. Al termine dell'accurata cernita, sono rimasti inclusi nella rosa finale i cartelloni segnati con i seguenti motti : «Cielo e mar», «Maschere volanti», «Il porto», «Arco», «Il ponte» e «Adriatico». All'unanimità di voti, dopo attento esame ed ampia discussione, la Commissione ha stabilito di assegnare il primo premio di 300.000 lire al cartellone dal motto «Maschere volanti», perché «nella piena rispondenza al tema proposto dal bando, raggiunge una nota di candida poesia con grazia di invenzione e di tocco».

Pure all'unanimità di voti, è stato assegnato poi il secondo premio di lire 150.000 al cartellone dal motto «Il ponte», per «l'equilibrata distribuzione delle masse e per l'armoniosa chiarezza delle diciture».

Si è proceduto, infine, all'apertura delle buste contenenti i nominativi degli autori. Autore del cartellone «Maschere volanti» è così risultato il pittore fanese Bruno Radicioni; di quello col motto «Il ponte» il pittore Pietro Sanchini di Urbino.

Autori dei cartelloni segnalati come meritevoli di citazione sono inoltre risultati i seguenti pittori: per i cartelloni con i motti «Il porto» e «Arco» sempre il pittore Pietro Sanchini, vincitore del secondo premio: per il cartellone col motto «Cielo e mar» il pittore fanese Vittorio Corsaletti; e ancora un fanese, Marcello Battistelli, per il cartellone con il motto «Adriatico».

Preso atto dell'ottima riuscita del concorso e lodata l'iniziativa della Società carnevalesca, in collaborazione con l'Azienda di soggiorno e il Comune, la Commissione ha infine caldamente invitato gli organizzatori a ripetere possibilmente ogni anno la manifestazione.

Da: Il Resto del Carlino del 31/7/1963

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EDIZIONE ESTIVA
ALLA «SASSONIA» FANESE SINO A NOTTE FONDA
La folle giornata del Carnevale estivo
Una folla sterminata agli stands delle sagre gastronomiche - Incerti, poi convinti gli stranieri: «Buono, buono!» - La sfilata dei carri allegorici e il «getto» dei dolciumi - Luci e fuochi a sera - Il silenzio e il mare...

Quando un colpo di cannone segnò l'inizio della festa, una marea di gente era già defluita nelle strade, sulla spiaggia della Sassonia.

Un numero grandissimo di persone. Muoversi fu sin dal principio difficile in quella ressa, in quella allegra calca, dove tutti avevano voglia di gridare, di divertirsi, di godersi questo «carnevale d'estate».

L'agitazione era vivissima soprattutto intorno agli «stands» dei vari gruppi folkloristici della regione: tutti volevano assaggiare il pesce cotto «alla fanese», prendere un bicchiere di «bianchello», scaldarsi, ridere.

Al di sopra di quell'ondeggiare di teste, si vedevano a tratti le insegne chiassose delle varie «sagre» : quella della salsiccia, della polenta, dei vincisgrassi e... perché no? anche dell'uomo.

Il tutto metteva senz'altro appetito. C'era chi degustava da intenditore, chi assaggiava con competenza il vino.

Gli stranieri dalle vesti colorate guardavano con meraviglia quei cibi, la polenta, la porchetta, strani (ma saporosi) perfino nel nome. Poi, pian piano, quasi più incuriositi che convinti si avvicinavano. E ben presto li sentivi dire: «buono, buono!».

Poi, entrò in scena la «musica arabita» col suo solito dinamico «sprint». Furoreggiò, e gli animi furono ben preparati alla prima sfilata dei carri allegorici, grandi e piccoli. E con sopra tanto colore, tanta musica e tanta allegria.

Al secondo giro il «getto» fu forte e abbondante: coriandoli, nastri filanti, e, quel che più conta in certi casi, cioccolate, caramelle, torroni a scatole intere.

Poi, un po' tutti si calmarono, e fu un ritorno ai posti... di ristoro; e i vari prodotti gastronomici ebbero, come degno contorno, le ghiottonerie faticosamente conquistate lottando sotto i carri.

Fu sera: e da lontana cominciarono ad avanzarsi le luminarie. Una fantastica sfilata di migliaia di lampadine che rischiaravano le fantasmagoriche figure di cartone e le persone nelle strade. Durò a lungo, poi, lentamente tutto si fermò, i numerosi locali accolsero fiumane di gente, desiderose di cena, di balli e di canti.

Era ormai notte: e la gente uscì dalle case, dai ritrovi, lasciò il parco dei divertimenti per adunarsi sulla ghiaia del mare, davanti al mondo oscuro, dove si indovinavano le file biancastre dei razzi pronti a partire. Laggiù, nel buio di quel molo si muovevano frettolose ombre d'uomini: brillavano qua e là ogni tanto fiammelle di luce.

Tra la gente qualcuno cantava, forte: molti fischiavano, in attesa, e battevano le mani: il vino che si era bevuto metteva allegria. Improvvisamente un rimbombo vicino e il primo fuoco d'artificio salì rapido in alto, roteando in una scia: esplose tra cascate di torrenti al magnesio.

Allora di continuo i razzi presero a volare, a scoppiare nel cielo crepitando, frusciando, con dei colpi sordi, illuminando a giorno i visi della gente, la spiaggia, le navi nel porto. I filamenti colorati delle esplosioni, rossi, gialli, argento e blu, con lunghe parabole calavano lentamente.

Dopo l'ultima, prolungata scarica fu uno strano silenzio: si sentiva solo il mare sulla sponda.

Da: Il Resto del Carlino del 13/8/1963

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Bandito il concorso per il carnevale fanese
La società carnevalesca di Fano ha bandito un concorso per la costruzione dei carri allegorici che parteciperanno alle manifestazioni del Carnevale dell'Adriatico del 1964. Coloro che intendono partecipare a detto concorso sono invitati a prendere visione delle norme relative presso la segreteria della società Carnevalesca, via Alavolini 1, e a far pervenire le adesioni entro il 30 settembre 1963.

Da: Il Resto del Carlino del 21/9/1963

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POLEMICA A FANO
Carnevalesca e carristi tra il serio e il faceto
II Direttivo della Società fanese difende il suo operato appellandosi al buon senso e alla lealtà dei diretti interessati
Dal Consiglio della Società carnevalesca di Fano ci è pervenuta una lunga nota polemica in merito ad alcune dichiarazioni rilasciate alla stampa dal signor Enzo Bonetti, in cui si accusava il Direttivo della Carnevalesca di non aver agito con altrettanta correttezza e lealtà nei confronti dei «carristi».
Nella sua precisazione, il Direttivo della Società fanese fa innanzi tutto presente che il signor Bonetti non può parlare a nome di tutti i «carristi» in quanto «è stato solennemente smentito proprio dagli stessi uomini a nome dei quali egli ha inteso parlare, poichè tre di questi hanno rilasciato ampie dichiarazioni depositate presse la sede della Società Carnevalesca, con le quali affermano di non avere mai autorizzato il Bonetti a parlare o scrivere a loro nome, e tra l'altro, dissentono pienamente dal punto di vista del Bonetti stesso».

ll Consiglio della Società Carnevalesca
— prosegue la nota — è formato di uomini che danno, disinteressatamente, la loro opera per mantenere in vita una tradizione che si riallaccia alla più schietta espressione dell'arte popolare e che ha ormai un secolo di vita. Questo Consiglo democraticamente rieletto dall' Assemblea è formata da oltre un decennio per l'80 % dalle stesse persone».

La lettera del Direttivo della Carnevalesco fa poi presente che «fatta eccezione per uno, tutti i carristi si sono rifiutati di firmare per accettazione un certo "regolamento" che disciplina e regola, tra l'altro, anche la materia dei premi in denaro spettante ai carristi allegorici a seconda della graduatoria. (Un solo carrista ha presentato, nei termini consentiti, il bozzetto richiesto, accettando incondizionatamente il regolamento).

E così conclude: «Al Consiglio in carica l'ardua opera di sostenere sempre più alta la magnifica tradizione fanese, di conciliare il serio con il faceto e di convincere i diretti interessati, i "carristi", che dalle manifestazioni traggono indubbie soddisfazioni materiali e morali ad operare con passione, perchè la manifestazione sia veramente degna del radioso passato per il buon nome della nostra città».

Da: L'Avvenire d'Italia del 29/11/1963


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 01.01.2000
    Ultima modifica: 06.11.2005

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