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Carnevale di Fano - Edizione 1972

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Carnevale di Fano - Edizione 1974

Carnevale di Fano - Edizione 1973


Fano e Monaco unite nel Carnevale
Si è tenuta recentemente a Monaco l'annunciata manifestazione promossa dall'Azienda di soggiorno di Fano in collaborazione con la delegazione dell'ENIT e la Società Carnevalesca di Monaco (Narrhalla) che prevedeva la partecipazione del gruppo folkloristico fanese «La Musica Arabita» ai festeggiamenti per l'incoronazione della Principessa e del Principe del Carnevale di Monaco. Da notare che quest'ultima è risultato eletto Vittorio Casagrande, un italiano da molti anni residente in Germania e molto amico di Fano.

La sfilata della «Musica Arabita » per le vie di Monaco è stata seguita da un pubblico numeroso e festante.

Di questa cordiale e festosa accoglienza si è reso interprete il borgomastro della città, signor Georg Kronawitter, rispondendo al messaggio di saluto rivoltogli dal presidente dell'Azienda di soggiorno di Fano, dott. Valentino Valentini. Eccezionalmente il borgomastro è sceso dalla residenza municipale nella Marienplatz per porgere il suo saluto ai rappresentanti fanesi.

La stessa atmosfera festosa si è ricreata durante il gran ballo al «Deutsches Theater » al quale la « Musica Arabita » partecipava come numero principale d'attrazione e soprattutto nella Keller del Teatro ove, sino a tarda notte, il complesso ha fatto sfoggio della sua verve fra interminabili battimani e... rivoli di birra.

Tutti i mezzi di informazione hanno dato vasta eco a questa iniziativa mentre attualmente, in tutta Monaco, sono state allestite apposite vetrine dedicate al carnevale fanese. Una iniziativa che ci sentiamo di condividere pienamente, così come quella che tra pochi giorni vedrà un battello fluviale, carico di rappresentanti della Provincia e di gruppi folkloristici, tra cui di nuovo la « Musica Arabita» risalire il Reno ed attraversare varie nazioni.

Il futuro di Fano — è noto — non è certamente nè industriale nè commerciale, ma solo turistico: ed è appunto in questo settore che vanno concentrate le migliori e maggiori iniziative per rendere la nostra città sempre più conosciuta ed attrezzata per reggere la temibile concorrenza di tante altre località. Qualcosa in tal senso comincia a muoversi

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Da: Il Resto del Carlino del 12/1/1973

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Tra pochi giorni il Carnevale dell'Adriatico tornerà a rallegrare il suo grande pubblico
E' sempre ricco di idee ma purtroppo non di denari
Da oltre 50 anni la manifestazione fanese riscuote i consensi e l'ammirazione di tutti - La crisi che attraversa è soltanto economica - Preoccupano la mancanza di infrastrutture e il disinteresse degli amministratori - Ispirate a problemi attuali le allegorie in allestimento

Fano, 21 febbraio
Il carnevale bussa alle porte: mancano ormai pochi giorni a quella che è considerata la più bella e la più grande festa dei bambini, ma che finisce per contagiare anche i meno giovani e i vecchi coinvolgendoli in uno spassoso divertimento. Già compaiono sui muri, i primi manifesti di quello che sarà il «clou» del carnevale fanese e cioè la sfilata dei carri allegorici di domenica 4 e martedì 6 marzo. Per questo, da vari mesi, persone di tutte le età, professioni, ceti sociali, uniti da un comune spirito di passione, si affaccendano e si arrabbattano nei giganteschi capannoni, dove giorno e notte attendono febbrilmente alla costruzione dei mastodontici e pittoreschi giganti di cartapesta. Come di consueto, quindi, anche quest'anno ci siamo recati ai cantieri, dove il lavoro procede alacremente, e senza soste, per avere appunto qualche anticipazione circa l'ormai prossima manifestazione. Ad ogni capocarro abbiamo rivolto le seguenti domande: un anticipo di quello che sarà il carro, le eventuali lamentele che sorgono ogni anno quando ci si appresta alla costruzione di un carro, e infine, proposte e suggerimenti per potenziare il carnevale fanese.

Alla prima domanda Ghiandoni ci ha risposto: «Quest'anno il mio carro è ispirato al mondo della natura (da cui il titolo "Natura viva, Natura morta"), una natura decisamente a due facce: la prima ricca di immagini gioiose, felici in cui si percepisce ancora l'essenza di una natura incontaminata dall'uomo, l'altra rappresenta appunto il mondo naturale corroso e inquinato dalla mania di distruzione e dalla sete di danaro dell'uomo civile. Un carro ecologico dunque».

Del Monte: «Il titolo del mio carro è "Scalata al successo". Rappresenta la folle corsa dell'uomo verso il successo, il potere, la celebrità scortata da tre grossi orologi e altrettanti calendari che scandiscono febbrilmente il tempo che passa, mentre sul davanti alcuni vecchietti sono il simbolo dell' "arrivismo", cioè di coloro che sono già arrivati ad occupare una certa posizione di preminenza».

Ferretti: «Il mio carro, che costruisco in società con Ceccarelli, è intitolato "Mafia Meccanica": vi è dipinto il mondo della mafia, sia quella tradizionale composta da vecchi "padrini" e picciotti armati di lupara, che quella moderna, più organizzata, che come un polipo allunga i suo tentacoli in ogni campo: dall'edilizia alle bische, dalla prostituzione alla droga, dalla televisione al gioco del lotto. Il titolo di "Meccanica" — continua ancora Ferretti con un accento un po' polemico nei confronti dell'Ente carnevalesca — è dovuto appunto a questo gioco di stato che la Carnevalesca ci ha consigliato di non rappresentare, mentre essa stessa costruisce un pupo recante un terno al lotto».

Infine Pacassoni, tra una pennellata e l'altra ci ha risposto: «Il tema del mio carro non è molto semplice da comprendere. Si intitola "E il clown disse alla città...". Vuol significare la lotta che all'interno dell'animo umano la felicità, la pura gioia (che son parte integrante della natura stessa dell'uomo), simbolizza nella figura di un clown, intraprendono contro la noia di vivere, la tristezza, la speculazione, l'inquinamento rappresentati da una città (fatta di simboli) intesa appunto come degradazione di valori, dove alla risata pura (del clown), si contrappone un dinamismo nevrotico e violento causato da questa civiltà dei consumi. Il clown è un bambino posto in un giardino pieno di fiori all'interno della città stessa, quale simbolo di purezza è ingenuità ancora incontaminate dal mondo che lo circonda».

Per quanto riguarda la seconda domanda posta ai capocarro, abbiamo sentito levarsi un coro unanime di protesta circa il perdurante disinteresse con cui tutti (Comune in primo luogo) affrontano la questione della costruzione di nuovi capannoni, date le condizioni ambientali estremamente disagevoli dei vecchi, in cui sono costretti ad operare i «carristi» da parecchi anni. C'è chi, come Ghiandoni,, dice che finirà per adattarsi a questi esistenti, e costruirà alcune infrastrutture veramente necessarie e indispensabili come il pavimento; c'è chi, come Ferretti auspica la costruzione di nuovi capannoni nella futura zona sportiva dell'Arzilla, risolvendo così anche la questione del percorso dei carri, annotando inoltre che l'inamovibilità non serve certamente di stimolo a coloro che avrebbero la passione di partecipare attivamente alla realizzazione di un carro; c'è infine chi come Pacassoni, si ripromette di sensibilizzare tutto l'ambiente fanese e specialmente i giovani, riguardo a questo spinoso problema: «Perché solo così» — sono parole sue — «si farà qualcosa di costruttivo e di concreto». Le lamentele non finiscono certamente qui, ma continuano con polemiche, non sempre velate, nei confronti della Carnevalesca e del Comune (favoritismi della giuria, disinteresse di molti consiglieri dell'Ente e del Comune, che a differenza di quelli precedenti, non s'è mai affacciato ad una porta del cantiere. Le proposte invece non sono così numerose: Del Monte si è dichiarato pienamente soddisfatto di come è il carnevale oggi, e così Ghiandoni, mentre Ferretti ci ha detto: «Nato, come passione disinteressata, il carnevale ha oggi assunto un certo aspetto in cui non è più possibile portare avanti un vero discorso tradizionale: ci vogliono insomma nuovi mezzi, ma qui si cade nel solito discorso dei capannoni, del percorso, ecc.». Pacassoni ci ha così risposto: «Questo problema si risolve dando una impostazione iniziale ben precisa di un carnevale, mediante la collaborazione di tutti e in special modo dei giovani, così pieni di iniziative».

Non ci resta quindi che aspettare il fatidico giorno in cui questi colossi (tanto per fare un esempio un carro in media misura 13 m. di lunghezza, 10 m. di larghezza, e ben 12 m. in altezza) usciranno dai loro ripostigli per apparire nella loro unità e fantastica bellezza, che non mancherà di far sorgere sguardi di ammirazione e di compiacimento.

Per finire, qualche parola sulla «Musica Arabita» l'ormai glorioso complesso fanese che quest'anno festeggia il suo 50esimo anno di vita dando luogo a particolari manifestazioni di ricorrenza. E' singolare, e sbalorditivo, come questa «Musica», nata in contrapposizione a quella «nobiliare», riesca ancora a sprigionare una tale carica di vitalità.

Silvano Clappis

Da: Il Resto del Carlino del 22/2/1973

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Il programma completo della manifestazione da oggi fino a martedì
Ultimi ritocchi a Fano per il grande carnevale
I carristi hanno già terminato il loro lavoro e sono pronti per l'attesissima sfilata - Una tradizione vecchia ma sempre viva - Numerose iniziative collaterali - Musica, maschere, carri, sbandieratori, stand gastronomici, mostre e Gianni Morandi
Fano, 28 febbraio
Con un po' di paura per le improvvise spruzzate di una neve ritardataria ed in vena di scherzi, Fano si prepara al suo Carnevale, una manifestazione che solo in parte avverte il peso degli anni. Di volta in volta, il Carnevale cerca nuove attrattive, sia pure soltanto di contorno a quello che è e rimane il tradizionale clou di ogni edizione, la sfilata dei carri allegorici.

Nei gelidi capannoni lungo la Statale, che il sorriso delle maschere ed i cento colori dei carri valgono solo in parte a «riscaldare», i carristi danno gli ultimi ritocchi alle loro opere che si offriranno ben tre volte (due il 4 e 6 marzo, una nella prossima estate) alla vista di tanti e tanti spettatori. Lungo il viale Gramsci sono già pronte le tribune dalle quali e verso le quali si intreccerà il tradizionale e ricco «getto» di dolciumi. Piazza XX Settembre, anche se solo per poco sgombra di vetture, si appresta a ricevere le specialità culinarie di una nuova edizione dei «Quattro Cantoni» rallegrata dalle scoppiettanti note della Musica Arabita e la visita del «Pupo», il caratteristico personaggio di cartapesta che è il simbolo del Carnevale fanese.

Il Carnevale dell'Adriatico, per questa sua edizione invernale, ha fatto le cose in grande: questa manifestazione, che molti ci invidiano all'estero ed in Italia, non può e non deve morire, perché è una delle maggiori tradizioni folkloristi che della nostra terra, un «simbolo» che da cento anni viene tramandato, un momento che non è solo spensieratezza ed allegria, ma calore, tradizione ed anche arte: l'arte di artigiani ed arte di far ridere e divertire.

Ma vediamo insieme il ricco programma: Giovedì l.o marzo: alle 15,30 arrivo in p.zza XX Settembre del Pupo, che quest'anno raffigura un appassionato del Lotto. Ai 4 angoli della piazza stand gastronomici, aperti sino a tarda sera. Porchetta a quello di Silvano ed Ottavio, il fagiano della Sagra del Fenile, fagioli cucinati da Giancarlo e sanguinacci e salciccia di Calamandrei e C. Il tutto condito dalle note della Musica Arabita.

Venerdì 2 marzo: al Politeama «C. Rossi» tradizionale Festival Mascherato dei bambini allietato dallo spettacolo di due eccezionali artisti, il ventriloquo Franz Ferden e la «maga» Duska. I bambini saranno di scena anche alla Sala S. Michele, ove si aprirà la «Mostra del Disegno» interregionale per ragazzi dedicata al Carnevale.

Sabato 3 morso: dalle 22 alle 5 cenone sociale e veglia danzante della carnevalesca da «Franco» a Centinarola con il complesso RAI-TV di Gianni Mescoli e Hodessah.

Domenica 4 marzo: dalle 15,30 l.o Corso Mascherato: gruppi mascherati, lancio di dolciumi, luminaria, e la sfilata di 4 complessi, la Musica Arabita, i Perseveranti di S. Sepolcro, gli Sbandieratori di Ferrara e le favolose «Majorettes» di Aix en Provence, e dei 4 carri: «Natura viva, natura morta» di Ghiandoni, «Scalata al successo» di Del Monte, «Mafia Meccanica» di Ferretti e «E il clown disse alla città...» di Pacassoni.

Lunedì 5 marzo: alle 16 e 21, al Politeama, due spettacoli musicali con Gianni Morandi.

Martedì 6 marzo: ore 15,30 secondo grande Corso Mascherato; nuovi complessi folkloristici: La Montesina di Pisa, «Savignano» di Savignano sul Rubicone e la «Castellana» di Filottrano.

Da: Il Resto del Carlino del 1/3/1973

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ALCUNE NOVITÀ NEL «CARTELLONE» DI QUEST'ANNO
Sbandieratori di Ferrara e complessi al tradizionale «Carnevale di Fano»
FANO, 1 — Puntualmente, come avviene ormai da oltre cento anni, esplode in questo periodo, in una fantasmagoria di colori e in un clima di briosa allegria, il Carnevale dell'Adriatico, la più tipica e più famosa manifestazione folcloristica regionale. Fano ed il suo carnevale sono troppo noti per stare a dilungarsi su quelli che sono diventati ormai temi e motivi tradizionali; ci soffermeremo, piuttosto a parlare delle cose nuove, senza trascurare, comunque, quelle solite.

Prima novità, non sappiamo se piacevole o meno, ma tuttavia resasi necessaria anche per questioni economiche, è costituita dal minore numero di manifestazioni importanti. Il carnevale ‘73, infatti, tenta principalmente su tre manifestazioni e su di esse è concentrato il massimo sforzo organizzativo e finanziario dell'Ente promotore. Oltre a quella di ieri sono previsti due corsi mascherati della domenica e del martedì di carnevale.

Il primo ritorna ad essere il «Carnevale degli anni d'oro» per la riesumazione di uno dei motivi più cari alla tradizioni carnevalesca fanese : il «pupo», questo personaggio caratteristico, sempre diverso nella forma e sempre uguale nel carattere, che era stato sostituito, col passare degli anni da altri «surrogati» sempre inadeguati a rimpiazzare l'antico simbolo.

Al «pupo» farà cornice, nella piazza principale della città, una sorta di festival gastronomico folcloristico, già sperimentato con successo nella scorsa edizione estiva con la manifestazione dei «Quattro cantoni». Appositi stands metteranno a disposizione del pubblico prelibati piatti tipici (escluso il pesce per motivi... metereologici) innaffiati dal Bianchello e dal Sangiovese delle nostre vallate.

Poi i corsi mascherati, che si svolgeranno sull'anello stradale collaudato favorevolmente nello scorso anno, ai quali parteciperanno gli sbandieratori di Ferrara, i perseveranti di Sansepolcro, les Maiorettes di Aix en Provence, la Montesina di Pisa, la Castellana di Filottrano, il complesso «Savignano», dell'omonimo paese romagnolo e, immancabile, la Musica Arabita, che quest'anno festeggia i suoi 50 anni di età.

I complessi di cui si è detto, faranno corona, sul percorso anulare, ai quattro carri folkloristici, che quest'anno sono: «E il clown disse alla città» di Pacassoni, in cui, sul tradizionale motivo clownesco, si inseriscono i moderni motivi dell'ecologia e della condanna alla civiltà dei consumi: «Natura viva, natura morta» di Ghiandoni, che pure trae lo spunto dall'inquinamento e dalla salvaguardia della natura: «Mafia... meccanica» di Ferretti, ispirato al tema del film il Padrino e Arancia meccanica : «Scalata al successo» di Del Monte, che, come dice il titolo, è una graziosa parodia dell'arrivismo e dell'escalation sociale.

Un'attesa quanto mai viva per queste manifestazioni, organizzate tra mille difficoltà, soprattutto di natura economica, specialmente dopo il rifiuto del Ministero delle Finanze a concedere il «forfait» all'ente sui prezzi del biglietto d'ingresso, e l'imposizione di applicare su ogni singolo biglietto l'onere fiscale del 27%. Nonostante ciò, col più smagliante sorriso e la più briosa allegria, il carnevale dell'Adriatico impazzerà per una settimana.

p. m.

Da: Corriere Adriatico del 2/3/1973

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Carnevale grande e piccolo: 20.000 a Fano, 5.000 a Pesaro
Un eccezionale concorso di folla si è avuto ieri a Fano per il carnevale dell'Adriatico. Circa ventimila persone si sono assiepate lungo il percorso per assistere alla sfilata dei carri che si è protratta, con le luminarie, fino alle ore 20. La manifestazione, nel suo insieme, è risultata imponente. I complessi della «Musica Arabita», dei Perseveranti di San Sepolcro, degli sbandieratori di Ferrara e le «Majorettes» di Aix-en-Provence hanno polarizzato l'attenzione del pubblico che ha avuto espressioni di viva ammirazione per le allegorie di gara.

«Natura viva, natura morta», «Scalata al successo», «Mafia meccanica», «E il clown disse alla città...» sono stati accomunati in un unico grande applauso di riconoscimento.

Il carnevale dell'Adriatico domani concede il bis. Sarà un epilogo confortato da una ancor più ampia partecipazione di pubblico specie se il tempo, come ieri, non farà i capricci...

Da: Il Resto del Carlino del 5/3/1973

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Apoteosi del Carnevale dell'Adriatico oggi con secondo corso mascherato
Si prevede una nuova enorme ondata di folla dopo il successo della prima sfilata
FANO, 5 marzo

Oltre cinquantamila persone hanno assistito domenica alla prima sfilata dell'edizione invernale del Carnevale dell'Adriatico a Fano. Sin dalle prime ore del pomeriggio le vie del percorso apparivano brulicanti di folla; intorno al tracciato e sino alla più lontana periferia migliaia e migliaia di auto in sosta, sulle strade colonne di traffico ininterrotto (e decine di tamponamenti per fortuna senza gravi conseguenze). Mobilitate in gran numero le forze dell'ordine, polizia stradale, pubblica sicurezza e carabinieri, il cui impegno è stato quanto mai gravoso vista l'affluenza veramente straordinaria fatta registrare da questo carnevale 1973, uno dei più affollati degli ultimi anni. La folla, veramente incredibile, ha causato anche un certo ritardo all'inizio della manifestazione e provocato continui intralci al procedere dei giganteschi carri allegorici che facevano fatica ad aprirsi un varco in quello che era un vero e proprio formicaio umano. La sfilata che era aperta dal tradizionale «pupo» e da vari complessi folkloristici tra cui le applauditissime «majorettes» di Aix en Provence, gli sbandieratori di Ferrara (l'assoluta mancanza di spazio ha reso assai difficile eseguire i tradizionali virtuosismi con le bandiere) e la musica arabita, che celebra quest'anno il suo cinquantenario ha avuto nell'uscita dei carri il suo momento culminante.

Applauditissimi il carro ecologico «natura viva, natura morta» di Ghiandoni, quello polemico di Dal Monte «scalata al successo» quello aggiornatissimo di Ferretti «mafia meccanica» e quello che ha raccolto i maggiori consensi tra il pubblico «e il clan (clown - n.d.r.) disse alla città...» di Pacassoni. I quintali e quintali di dolciumi lanciati dai carri e dalle stipatissime tribune, il folklore delle mascherate, la sfilata con le luminarie hanno concluso nel modo più degno una giornata che si ripeterà, si prevede addirittura con maggior successo anche domani con la seconda sfilata del carnevale dell'Adriatico. ...

Da: Il Resto del Carlino del 6/3/1973

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INCONTRO PER 700
Carnevale del maestro
Carignano, 5 marzo Il Carnevale del maestro, organizzato con la consueta signorilità dalla sezione del SINASCEL di Fano, ha fatto ancora una volta registrare un eccezionale concorso di insegnanti e loro familiari, provenienti da vari centri della provincia.

I presenti, in un accogliente e capace locale di Carignano sono stati, a soddisfazione e merito dei promotori, circa settecento. Giorgio Valentini, Mario Alegi, Manlio Giovanelli, Adelaide Cardelli, Vittorio Cassiani ed il gruppo dei giovani hanno vivificato la festa che oltre alle previste specialità gastronomiche ha riservato sorprese e doni per tutti. Originali riconoscimenti sono stati così attribuiti all'ospite dell'altro secolo, alla signora con i capelli più fluenti, all'invitato più alto, al... possessore del cognome strappato al mondo degli animali, all'uomo ed alla donna che hanno palesato abilità ricreative di un certo spicco e ad altri ancora.

Il complesso dello « Scacco matto », capitanato dal simpaticissimo Marini, si è espresso al meglio delle proprie possibilità non concedendo, alle danze, un attimo di tregua. La festa si è conclusa, con l'ultimo brindisi, alle prime luci dell'alba.

Da: Il Resto del Carlino del 6/3/1973

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Un pienone anche ieri
Anche ieri a Fano, nella sfilata-bis del Carnevale dell'Adriatico, una folla enorme ha riempito le strade del «circuito» lungo le quali sono sfilati i quattro grandi carri, le maschere, i complessi musicali e folkloristici. Decine di migliaia di persone, convenute da ogni parte dell'Italia centrale, non hanno voluto perdere questa seconda sfilata del Carnevale dell'Adriatico che già domenica aveva registrato un successo senza precedenti. ...

Da: Il Resto del Carlino del 7/3/1973

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L'afflusso di pubblico è stato enorme, forse addirittura ingiustificato…
Carnevale: successo di folla
La palma a "Mafia meccanica".
Il carro di Ferretti vincitore per due punti su "... e il clown". - Lo spettacolo ha lasciato in molti l'amaro in bocca - Perchè l'edizione '73 è piaciuta meno delle precedenti
Con un afflusso di spettatori valutabile (nelle due giornate) attorno alle 100 mila unità, il carnevale dell'Adriatico 1973 ha fatto registrare un sorprendente e positivo bilancio. Bilancio del tutto imprevisto e forse neppure giustificato, considerato che quella che è stata la manifestazione record per numero di spettatori fatta sinora registrare, è stata anche la più criticata e forse la più "balbettante" dal punto di vista spettacolare e folkloristico.

L'incasso ha comunque salvato il carnevale e fatto svanire le giuste preoccupazioni alla vigilia della "Carnevalesca", alle prese con gravi problemi di bilancio tanto che già si prospettava l'annullamento del corso mascherato estivo. Record di afflusso ma semi-fallimento dello spettacolo: sono considerazioni un po' sorprendenti ma che vanno accettate in quanto esprimono il giudizio di gran parte degli spettatori. Il carnevale 1973 è piaciuto ancor meno di quelli precedenti, in particolare per la povertà scenica e spettacolare dei carri, per il "getto" e per la "modestia" di alcuni gruppi che facevano da contorno alla sfilata. Dunque la manifestazione ha "traballato" in vari punti anche se la gente, in definitiva, si è divertita, ma più per merito proprio che per quanto altri potevano offrirle. Ecco perché, dopo aver debitamente acceso "ceri votivi" al bel tempo che ha assistito le manifestazioni (mercoledì era già un nubifragio) e per il pubblico davvero strepitoso, occorrerà al più presto correre ai ripari prima di provocare il crollo di una così gloriosa e tradizionale manifestazione. Qualcuno forse si risentirà per le critiche che di seguito faremo, ma le riteniamo indispensabili e costruttive.

I carri e il getto: cartapesta e lancio del dolciumi sono sempre state, la seconda più della prima, le principali caratteristiche dei corsi mascherati a Fano; ora sono quasi scomparse, i pupi sono gli stessi ogni anno (al più cambiano colore) ed il compensato sta mano a mano prendendo il posto della "cartapesta". Vero è che i carristi sono sempre meno, lavorano in condizioni di disagio e rubano tempo alle loro ordinarie occupazioni, ma non per questo riteniamo giustificabile il quasi totale abbandono della "cartapesta" e di quei "pupi" che così bene imitavano personaggi o rappresentavano grottescamente la realtà. Che dire poi del "getto ", una volta così copioso? I due carri della "Carnevalesca" non suppliscono che in parte a quella che era la caratteristica principale del nostro carnevale ed un carnevale dl Fano senza lancio di dolciumi perde ogni sua importanza e valore.

Le mascherate ed i complessi: una mezza delusione, solo le Majorettes e la Musica Arabita hanno risposto alle attese. Inutile insistere su certi complessi quasi statici o che sono solo brutte copie di altri esistenti in loco o su certi gruppi (vedi "sbandieratori") che nel mezzo di una calca indescrivibile, non possono neppure eseguire i loro esercizi. Occorre rivolgersi a "mascherate" divertenti ed a gruppi di una certa levatura e più attinenti al tipo di manifestazione.

Tribuna delle autorità e veglioni: entrambi scomparsi. Autorità locali e non, invitate (non si sa da chi), non hanno trovato dove sistemarsi e solo la gentile ospitalità del comandante il locale presidio militare ha permesso loro di osservare ed ammirare il carnevale fanese. Scomparsi anche i veglioni, perché, si dice, erano solo un continuo deficit. Ma perché non farne uno solo e con un cantante veramente di grido? Se il locale a Fano costa troppo, c'è vicino Carignano...

Le multe: una vecchia piaga! Come sempre centinaia di automobilisti, che non avevano trovato il posteggio (normalmente non lo trovano neppure i fanesi) sono stati bersagliati da vigili urbani. Ne sono stati colpiti persino quelli che ad un posteggiatore (non si sa da chi autorizzato) avevano precedentemente pagato le 200 lire!

Concludiamo dando i risultati delle votazioni per la premiazione dei carri allegorici; i voti si riferiscono, nell'ordine, all'originalità del soggetto, alla meccanicità e luminosità, alla presentazione-svolgimento e brio. 1° "Mafia... meccanica"(Ferretti) p. 87 (42-22-23); 2° "...e il clown" (Pacassoni) p. 85 (40-20-25); 3° "Natura viva, natura morta" (Ghiandoni) p. 83 (45-19-19); 4° "Scalata al successo" (Del Monte) p. 65 (33-19-13).

Carlo Moscelli

Da Il Resto del Carlino del 15/3/1973

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FESTEGGIATI A FANO DAL NOTISSIMO COMPLESSO I 50 ANNI DELLA FONDAZIONE
Messo secolo di «Arabita»
La storia ricca di aneddoti e di episodi del famoso gruppo musicale - Dai tempi «artigianali» delle sagre paesane alle tournée all'estero - Un giudizio di Curzio Malaparte e uno di Fabio Tombari - L'eccezionale figura del maestro Berardi
Fano, 6 luglio
Con un affollato e applauditissimo concerto in piazza XX Settembre la «Musica Arabita» ha festeggiato a Fano il cinquantenario della sua fondazione; la serata, che ha dato modo a tutti i componenti del celebre complesso folkloristico fanese di scatenarsi in una lunga cavalcata di successi, mentre sulla piazza si formavano piste improvvisate per decine e decine di ballerini ha fatto segnare anche uno «storico» episodio: quello della riconciliazione del complesso «Scacco Matto» di Marini con l'Arabita, dalla quale era nato qualche anno fa a seguito dell'uscita di alcuni «dissidenti»; Marini con il suo celebre clarino è tornato fra gli antichi compagni finendo così col fare, in quello generale, uno show personale e mostrando a tutti che gli anni passano, ma che il fiato e gli incredibili «assolo» di clarino fanno ancora parte del suo repertorio.

In mezzo al generale entusiasmo e all'allegria, un episodio «giallo»; ad un certo punto, trascinato dalle musiche travolgenti e dall'esuberanza, un chitarrista ha involontariamente colpito sul capo, con il suo strumento, il «maestro» dell'Arabita, Berardi, procurandogli un taglio abbastanza profondo; una corsa all'ospedale, un paio di punti, e Berardi — una figura eccezionale — è subito tornato sul palco, con il capo fasciato, a dirigere il «suo» complesso. Con la Musica Arabita succede davvero di tutto!

Ma vediamo in breve la storia di questo gruppo: nasce nel 1923, fondata da alcuni appassionati che vogliono portare una ventata nuova e un po' paesana, anche se i tempi e i costumi sembrano grossi ostacoli; fino al 1937 l'Arabita rimane una «cosa» artigianale e la sua notorietà non varca i confini regionali. Ma nel 1937 si organizza meglio, si dà un maestà, ed è Berardi, si veste di divise multicolori, aumenta il numero dei suoi componenti. Rinnova i quadri dopo la guerra e sciama di nuovo, per le vie e per le piazze, portando una ventata di allegria in un mondo triste e devastato; gente di ogni ceto si confonde nel gruppo e vi porta il talento della propria comicità, dei propri virtuosismi, del proprio estro.

La fama si allarga, le esibizioni crescono, in tutta Italia e anche all'estero si comincia a conoscere questo estroso complesso che ricava musica dagli strumenti più strani e bizzarri: l'Arabita è al Festival di Como, a «Musica in Piazza» ad Ancona, al Carnevale Ambrosiano, al Carnevale di Venezia, a quello di Ascoli, al Corso dei Fiori, alle Feste di Piedigrotta, al XXII Raduno internazionale dei campings a Roma, in Germania, Francia, Jugoslavia, Olanda, Belgio, Svizzera. Curzio Malaparte ne parla scrivendo: «... a me sembra che "arabita" sia per improvvisata, per frutto di umore e di estro. Questi marchigiani sono allegri, ma con garbo, sono pazzi, ma con misura ... guardando quella piacevole gente penso che questo è il popolo italiano, vivo, leale, allegro, bonario».

E Fabio Tombari: «La Musica Arabita è una festosa diavoleria, un pinzimonio musicale che deve la sua origine alla spontanea genialità di questa terra con le sue somarate e il suo estro marino, burlesco e giocondo; è nata per espansività carnevalesca a rallegrare i villici e i paesi della valle, ha varcato i confini, sì che Frusaglia può oggi dare la mano in lieto gemellaggio a Strasburgo, Salisburgo e altri borghi di qua e di là delle Alpi, accendendo entusiasmi dovunque è chiaro che una sana genuina allegria dà forza e fa buon sangue».

Dopo questi due elogi per il complesso folkloristico fanese crediamo non vi possano più esserci aggettivi per questa Arabita che è il vero volto e la vera voce di Fano, una voce genuina, cordiale, sincera, come il vino del Metauro e delle colline e come i sentimenti dei suoi abitanti.

Carlo Moscelli

Da: Il Resto del Carlino del 7/7/1973

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EDIZIONE ESTIVA
LA CITTA' SI STA ORGANIZZANDO ALLA PERFEZIONE PER IL «CLOU» DELL'ESTATE
Gigantesco pic-nic alla Sassonia per il carnevale d'estate a Fano
Attesa e curiosità per l'importante manifestazione folkloristica - Il divertimento inizierà alle 19,30 con la sfilata dei carri allegorici - Numerosi gli stands gastronomici - Porchetta, fagioli, fagiano, vincincisgrassi, pesce, piada, prosciutto, salsiccia, porchetta e «bianchello» traditore del Metauro
Fano, 7 luglio
In un'atmosfera di attesa e di curiosità ecco giungere il gran finale del Carnevale dell'Adriatico, ormai la più tradizionale ed importante manifestazione dell'estate fanese. Parecchie novità sono previste per la giornata conclusiva di questa ennesima edizione che, pur contando una lunga vita, cerca ancora la formula migliore e più adatta all'insolito periodo in cui si svolge. Il Carnevale d'Estate, che vuole e deve essere lo spettacolo caratterizzante la stagione balneare fanese cambia allora completamente volto, si rinnova e riammoderna pur sempre rispettando quei termini che ne fanno una festa fokloristica e strapaesana dell'allegria e della spensieratezza.

Ecco allora che lo spettacolo diventa gratuito, sì che tutti possano accorrervi e parteciparvi; ecco che diviene serale e notturno per evitare l'opprimente calura senza riparo delle ore pomeridiane; ecco infine che aumentano gli stands gastronomici, le musiche ed i complessi, sì che tutta la Sassonia possa trasformarsi in un gigantesco pic-nic, ove sia possibile gustare tutti i più prelibati bocconi della cucina marchigiana e ballare sino a tarda ora, mentre sfilano con le luminarie i caratteristici carri allegorici e nel cielo si intrecciano i saettanti colori dei fuochi artificiali.

Domani sera la Sassonia vivrà dunque le sue ore più belle: tutto inizierà alle 19,30 con una prima sfilata dei 4 carri allegorici mentre sulla spiaggia gli stands offriranno fagioli e cotiche, fagiano, vincisgrassi, pesce arrosto, bianchello del Metauro, piada, prosciutto, salsiccia, porchetta. Poi seconda sfilata con le «luminarie» e complessi folkloristici: la fanese «Musica Arabita», la «Montesina» di S.Maria a Monte di Pisa, l'«Eretina» di Monterotondo con i suoi 110 elementi e 20 graziose mascottes. Si ballerà al suono di complessi moderni, si ascolteranno le musiche della celebre orchestra Fenati, si riderà con il Quartetto Cetra, intramontabile ed originale esecutore di mille motivi famosi; un grandioso spettacolo pirotecnico — si parla di una durata di oltre un'ora — concluderà la grande festa carnevalesca.

Unico, grande assente, sarà il « getto »: questa volta dai carri non pioveranno sul pubblico i quintali e quintali di dolciumi, caratteristica principale del Carnevale fanese e c'è il timore, nonostante il «prestigioso» contorno, che la manifestazione possa risultare «svilita» dall'assenza di questa sua ormai classica esecuzione. E' l'unico appunto che si può muovere al Carnevale dell'Adriatico 73 che nell'edizione invernale ha saputo rinverdire, con uno strepitoso successo, le sue declinanti fortune. Come quello invernale si rivolge quasi esclusivamente agli italiani, la manifestazione di domani sera è un dono di Fano ai turisti stranieri perché, in un contatto gioioso e spensierato, possano comprendere a fondo lo spirito ed il folklore della nostra terra, l'insita cordialità e simpatia della gente fanese; ma è pur sempre una festa di Fano, cara a tutti i suoi cittadini e specialmente ai bambini cui una volta tanto sarà permesso di far «le ore piccole» per vedere sfilare i pupi, per fissare affascinati i fuochi artificiali, per ridere alle bizzarrie musicali del Quartetto Cetra, per tirarsi manciate di coriandoli, conservati magari, in un sacchetto di plastica, dallo scorso febbraio.

Carlo Moscelli

Da: Il Resto del Carlino del 8/7/1973

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A Fano si è conclusa una edizione poco convincente
Organizzazione approssimata: il carnevale riesce per metà
La migliore delle manifestazioni in programma è stata «I quattro cantoni». Deludente la serata in Piazza, ma non per colpa della «Arabita». Nella giornata conclusiva solo i fanesi hanno risposto in massa
FAN0, 10 - Alle due di notte si è conclusa la settimana del Carnevale d'estate di Fano. Ma in realtà l'edizione del corso mascherato, quest'anno per la prima volta in notturna, ha avuto termine con un'ora di anticipo, coincidendo col finale dello spettacolo pirotecnico veramente grandioso e di grande effetto. A chiusura delle manifestazioni è bene fare un breve consuntivo della edizione 1973 per rilevare ciò che di buono e di meno buono ha offerto la settimana di festeggiamenti. Cominciamo dall'inizio: Balletto di apertura. Sono stati in scena alla Corte Malatestiana i ballerini del Sopianae di Pécs. E' stato un vero successo. Il pubblico ha mostrato di gradire moltissimo lo spettacolo, tanto che, nonostante la Corte fosse stipata di gente, mai come in questa occasione gli spettatori sono stati educatamente in silenzio.

Lunedì: retrospettiva della «Arabita» che festeggia il cinquantenario. Poco o niente da dire se non che la serie di vecchie fotografie esposte alla «Morganti» e servita per far sentire più giovane qualche fanese del tempo andato. E' stata una mostra che ha avuto un significato, se lo ha avuto, solo ed esclusivamente per i fanesi.

Martedì: quattro cantoni, itinerario gastronomico all'interno della città. Senza dubbio la manifestazione più riuscita per genuinità e folklore. Fano e i turisti che in città erano presenti hanno partecipato diventando al tempo stesso protagonisti della serata, che fra l'altro è servita a far degustare i più tipici prodotti gastronomici «frusagliani» in alcuni angoli tra i più suggestivi della città.

Giovedì: ballo in piazza con la «Arabita». Giusto che si renda omaggio a questo nostro simpatico complesso folkloristico che compie cinquant'anni, ma con l'«Arabita» non si può pretendere di fare un ballo in piazza; tutt'al più sarà possibile ballare qualche brano eseguito dal famoso «quintetto». Ma questo, forse, gli organizzatori non l'hanno capito, anche se sono cinquant'anni che seguono le esibizioni dell'ottimo maestro Berardi e dei suoi eccezionali «solisti».

La serata è stata quindi abbastanza deludente non già per la brillante esibizione del complesso che anzi avrebbe meritato festeggiamenti di altro tipo e di altra levatura, quanto per le enormi carenze organizzative che hanno fatto del «Ballo in piazza» la manifestazione più «improvvisata» dell'intero arco di spettacoli.

Sabato: i clown. Sono piaciuti solo ai bambini e neppure a tutti. Si è ripetuta la esperienza poco felice dello scorso anno coi cantastorie. Ed in più c'è da far notare che uno spettacolo simile, per la gran massa di pubblico presente, mal si è adattato alla scarsa ricettività della «Malatestiana», per cui, visto che si trattava di una manifestazione gratuita, sarebbe stato più opportuno adoperare la piazza XX Settembre.

E veniamo al corso mascherato, o meglio alla serata conclusiva del Carnevale d'estate. Per essere stato il primo esperimento di carnevale in notturna è andato benissimo. Forse una delle cose peggiori erano... i carri allegorici. Per il resto ottimi il quartetto Cetra e l'orchestra di Gianni Fenati, favoloso il successo ottenuto dagli stands gastronomici, stupendo lo spettacolo pirotecnico. Un pubblico numerosissimo; ma pare, secondo i dati approssimativi della prima ora, che la maggior parte fosse pubblico di Fano e dintorni. Il che starebbe a dimostrare che l'obiettivo principale, quello di far affluire in massa i turisti, non è stato raggiunto.

Da: Corriere Adriatico del 11/7/1973


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 01.01.2000
    Ultima modifica: 05.12.2005

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