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Serrungarina: Bargni


Bargni è situato nella zona collinare a circa 1,5 km a Ovest di Serrungarina, a 282 m di quota.

Di Bargni è ignota l'origine e la stessa etimologia è incerta: probabilmente questo abitato, come quasi tutti gli altri centri fortificati della zona, sorse poco prima del Mille, in conseguenza delle continue lotte tra i feudatari per il possesso di nuove terre.

Nel 1283 faceva parte dei "castelli al di qua del Metauro" soggetti alla città di Fano. In seguito il "castello" di Bargni fu coinvolto nelle guerre tra i Malatesti di Fano ed i Montefeltro di Urbino; terribile fu la conquista nel 1462 ad opera di Federico di Montefeltro, il quale saccheggiò e fece uccidere parecchi abitanti.

Dell'età medievale conserva intatti le mura e gli edifici, come la Chiesa della Santa Trinità costruita sul luogo di un'antica torre.
La Chiesa della Santa Trinità (sec. XVI) conservava due quadri: il primo è una Madonna col Bambino, tempera su tavola (sec. XV), opera della scuola del veneziano Michele Giambono, il secondo una Madonna col Bambino ed i santi Sebastiano e Rocco, tempera su tavola del fanese Giuliano Presutti (sec. XVI), ora conservati entrambi presso la curia vescovile.
Appena fuori dalle mura è situata la Chiesa di Santa Apollonia o di S. Maria della Misericordia (XVI secolo), patrona di Bargni, da tempo sconsacrata, per la quale è in corso di approvazione un progetto di ristrutturazione.
All'ingresso del paese sono situate due ville appartenenti a due grandi famiglie locali: Villa Federici e Villa Serafini. La prima (del 1683) è immersa in uno stupendo boschetto attraversato da un viale che collega la villa alla strada; fu voluta dall'Abate Domenico Federici (1633-1720), uno degli uomini illustri di Fano, fondatore della biblioteca Federciana di Fano. Annessa a Villa Federici è la Cappella di S. Ticiarino (1685). Nel giardino vi sono alcune lapidi. Ora la villa è sede di un agriturismo.
A Villa Serafini (del sec. XIX) nacque il generale Bernardino Serafini (1822-1906), patriota risorgimentale, che si distinse particolarmente nella difesa di Roma (1849); nel 1860 partecipò alla spedizione dei Mille, ottenne i gradi di generale dopo l'unità e nel 1886 fu nominato senatore del regno. Nella piazza del paese è visibile una lapide in suo ricordo.


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 01.01.1999
    Ultima modifica: 23.12.2018

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