Funghi, flora e fauna
Lo studio dei Crostacei Decapodi e Stomatopodi dell'Adriatico antistante la Provincia di Pesaro e Urbino e del bacino del Metauro e come leggere le schede
Il periodo dello studio va dal 1965 al 2018, anche se si è tenuto conto di segnalazioni precedenti.
La zona di studio comprende le acque marine antistanti la Provincia di Pesaro e Urbino comprese nell'Alto Adriatico e le acque dolci interne entro il bacino del Metauro.
Acque marine: il tratto di Alto Adriatico antistante la Provincia di Pesaro e Urbino ha una lunghezza di circa 41 km e un'ampiezza di 65 km (corrispondenti a circa 35 miglia) (1), con profondità massima di 66 m. Da un punto di vista biogeografico, in base alla suddivisione dei mari italiani in 9 aree adottata per compilare la checklist della Società Italiana di Biologia Marina del 2006 (www.sibm.it), la zona di studio è compresa nell'area biogeografica dell'Alto Adriatico, ossia il tratto di mare tra il limite nord del bacino e la linea congiungente il promontorio del Conero con l'Istria. E' situata in adiacenza dell'area biogeografica del Medio Adriatico posta più a sud.
In questa zona i fondali (suddivisi per piani in base alla profondità ed associati alle rispettive biocenosi) sono:
piani mesolitorale (o intertidale) e infralitorale (2)
- fondale roccioso costituito da rocce, massi e lembi di fondo sabbioso lungo gli 11 km della costa alta del S. Bartolo (da Pesaro a Gabicce) ampio 20-70 m; moli e scogliere frangiflutti presso riva lungo il resto della costa, con le biocenosi delle Rocce Mediolitorali e delle Alghe Fotofile. Va da 0 a 3-5 m di profondità;
-fondi mobili costieri:
fondali sabbioso, sabbioso-fangoso e fangoso molto sabbioso costieri (sabbie litorali, sabbie pelitiche e peliti molto sabbiose) (3), con le zoocenosi a Venus gallina e Venus gallina + Owenia fusiformis (SCACCINI 1967). Vanno dalla riva a 1-1,5 miglia dalla costa e da 0 a 10-12 m di profondità; fondale fangoso-sabbioso con acqua più o meno salmastra alla foce dei corsi d'acqua (Arzilla, Metauro e Cesano) e dei porti-canale di Gabicce mare (F. Tavollo), Pesaro (F. Foglia) e Fano (Vallato del Porto alimentato dal F. Metauro);
fondale fangoso-sabbioso costiero (peliti sabbiose), con le zoocenosi a Venus gallina e Venus gallina + Owenia fusiformis (SCACCINI 1967). Va da 1-1,5 a 4,5-7,5 miglia dalla costa e da 10-12 a 18-22 m di profondità.
In questi fondi mobili non sono presenti le praterie a Posidonia e Zostera, pur potendo queste piante fanerogame vivere nella fascia sino a 30 m circa di profondità.
piani infralitorale e circalitorale
- fondi mobili al largo: fondali fangoso e fangoso-sabbioso (peliti e peliti sabbiose), con la zoocenosi a Turritella communis (SCACCINI, 1967). Vanno da 4,5-7,5 a 15-16 miglia dalla costa e da 18-22 a 48-58 m di profondità.
piano circalitorale
- fondale sabbioso-fangoso (sabbie pelitiche "relitte"), con la zoocenosi a Tellina distorta (SCACCINI, 1967) e fondale fangoso molto sabbioso (peliti con molta sabbia), con la zoocenosi a Turritella communis (nella facies con esemplari morti quasi esclusivi) (SCACCINI, 1967) (4). Vanno da 15-16 a 35 miglia dalla costa e da 48-58 a 66 m di profondità. Queste due biocenosi occupano una vasta zona al centro dell'Adriatico: la biocenosi a Tellina si estende da Ravenna a Giulianova e quella a Turritella da Fano a Giulianova. In esse l'epifauna è abbondante e costituita in prevalenza da spugne, ascidie, attiniari e molluschi, con l'aggiunta dei detriti provenienti dagli organismi morti. Sono questi i cosiddetti "fondi sporchi" dei pescatori locali, dove la pesca a strascico è difficoltosa e per impedire l'intasamento delle reti si devono usare accorgimenti particolari.
In tale ambito sono state individuate 54 stazioni di rilevamento, visitate negli anni dal 1994 al 1996. 21 stazioni sono ubicate lungo il Metauro dalla foce alle sorgenti, 3 sul T. Tarugo, 11 sul F. Candigliano, 8 sul T. Burano, 4 sul T. Bosso e 7 sul T. Biscubio.
Per la nomenclatura delle specie ci si è attenuti alla Checklist “Crustacea, Hoplocarida, Stomatopoda” e “Crustacea, Malacostraca, Decapoda” di FROGLIA, 2010 e a WoRMS, http://www.marinespecies.org/index. php.
Ringrazio Carlo Froglia per il prezioso aiuto nella determinazione di numerose specie
Hanno fornito dati Giovanni Mattioli, Simone Ottorino Bai, Glauco Busignani, Giulio Carnaroli, Christian Cavalieri, Claudio Ciabotti, Virgilio Dionisi, Luca Esposito, Andrea Fazi, Fabrizio Giardina, Leonardo Gubellini, Umberto Pupita e Giulio Riga (citati come "comunicazione personale": com. pers.) e Luca Sguanci. Si ringrazia per l'aiuto fornito la Società del Mare Adriatico di Fano (prodotti ittici).
Come leggere le schede
Per ogni specie la scheda riporta, quando è completa:
Nome scientifico, eventuali sinonimi e famiglia di appartenenza. Inoltre, quando presenti, nome italiano (tratto da FALCIAI & MINERVINI, 1992), nome commerciale italiano (D.M. n. 19105 del 22-09-2017) e nome dialettale fanese.
Caratteri morfologici utili per la determinazione e il confronto con specie simili .
Biologia e habitat
Dati accertati nella zona di studio (compresi quelli in zone adiacenti):
- tipo di dati: documentaz. fotografica, osservazioni in natura, esame esemplari raccolti, esame esemplari conservati nelle collezioni dell’autore e dei collaboratori, dati bibliografici, dati con indicazione geografica generica;
- nel caso di specie marine distribuzione nei vari tipi di fondali presenti nella zona di studio, ricavata o da dati con punto di rinvenimento documentato (posizione e/o profondità), o da dati più generici oppure desunti dagli habitat indicati per la specie in bibliografia. Termini semplificati usati per distinguere i vari tipi di fondali: fondale roccioso, con rocce, massi e ciottoli lungo la costa alta del San Bartolo da Pesaro a Gabicce e scogliere frangiflutti; fondale sabbioso-fangoso costiero, con sabbie pelitiche e peliti molto sabbiose (0-10/12 m); fondale fangoso-sabbioso costiero, con peliti sabbiose (10/12-18/22 m); fondale fangoso, con peliti e peliti sabbiose (18/22-48/58 m); fondale sabbioso-fangoso/fangoso molto sabbioso ricco di epifauna (accorpando due tipi di fondali), con sabbie pelitiche e peliti molto sabbiose (48/58-66 m); fondale sabbioso ricco di epifauna, più al largo e fuori della zona di studio.
- Frequenza di osservazione (non la consistenza della popolazione): per la valutazione viene usata la seguente scala: specie rara (1-4 osservazioni, anche di più esemplari ogni volta), poco frequente (5-15), frequente (oltre 15), comune (per le frequenze più rilevanti). Nel caso di specie non osservate dall’autore, vengono indicati il nome di chi ha fornito il dato (con la dizione com. pers.) o di chi ha raccolto gli esemplari (con la dizione legit).
Dati riferiti a zone più o meno limitrofe a quella di studio oppure più in generale all’Alto e Medio Adriatico o ai mari italiani in generale.
Disposizioni di protezione: Convenzione di Berna del 1979, allegato III, e Protocollo SPA/BIO del 1995 (Convenzione di Barcellona), allegato III. Per le specie di acqua dolce vengono indicate quelle di interesse comunitario in base alla Direttiva "Habitat" 92/43/CEE del 21-5-1992, modificata con Direttiva 97/62/CE.
Fotografie: “esempl. conservato” indica la sua presenza in una collezione privata e che la colorazione potrebbe aver subìto una più o meno consistente alterazione.
Carte dei rinvenimenti (non della distribuzione della specie) per le specie marine: vi sono indicati con pallini rossi i punti di rinvenimento geograficamente documentati, comprendendo pure quelli strettamente adiacenti. Vengono indicati anche i punti di spiaggiamento, ipotizzando che il luogo di origine (in base all’habitat usuale della specie) sia a poca distanza. Con pallini rossi più grandi vengono indicati i dati non puntiformi; con pallini rossi a centro bianco una presenza probabile della specie. Carte di distribuzione per le specie di acqua dolce: sono suddivise in quadrati di 5x5 km, secondo il reticolo U.T.M., con il simbolo indicante la presenza della specie al centro del quadrato. La parte di territorio oggetto di studio è contornata da una linea più spessa, mentre le linee ondulate indicano il limite del bacino del Metauro e la sua idrografia.
NOTE
(1) 1 miglio marino = 1852 m.
(2) Il piano sopralitorale (o zona emersa) è la zona di riva bagnata solo dagli spruzzi delle onde. Il piano mesolitorale (o mediolitorale, o intermareale, o intertidale, o zona litorale) è la zona tra la bassa e l'alta marea. Il piano infralitorale (o zona sommersa) è la zona sempre sommersa che si estende sino a 25-30 metri di profondità, limite di illuminazione al di là del quale non vivono le piante Fanerogame marine (Posidonia e altre). Il piano circalitorale (o zona di platea) si estende nella nostra zona di Adriatico da 30 a circa 65 metri (la maggiore profondità che si raggiunge nella parte centrale).
(3) Peliti: sedimenti a granulometria finissima, composti prevalentemente di minerali della famiglia delle argille. Al posto di questo termine, proprio della geologia, viene di solito usato quello più generico di fango.
(4) In SCACCINI e PICCINETTI 1967 tali sedimenti vengono indicati come sabbiosi fini e duri.
Dettaglio scheda
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Data di redazione: 19.07.2004
Ultima modifica: 11.09.2024




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