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Topo selvatico - Apodemus sylvaticus


Apodemus sylvaticus (Linnaeus, 1758)

Nome volgare: Topo selvatico

Ordine: Rodentia
Famiglia: Muridae

Caratteri distintivi: rispetto ad A. flavicollis presenta dorso e fianchi marroni-brunastri e parti inferiori bianco-grigiastre, con separazione poco netta tra le due colorazioni; non sempre presente una macchia giallo-aranciata sulla gola, e in tal caso poco definita. Cranio con foramina degli incisivi che tendenzialmente oltrepassano la linea immaginaria trasversale che congiunge le radici anteriori dei primi molari superiori; primo molare superiore con tubercoli  4 e 7 prevalentemente accollati o confluenti; secondo molare superiore con tubercolo 9 generalmente presente (1). Tali caratteri tendono spesso a variare e a sovrapporsi tra una specie e l'altra (SPAGNESI et al. 2002). 

I dati della sua presenza derivano da alcuni individui rinvenuti lungo il F. Metauro a Fano, determinati da Dino Scaravelli, e dall'esame dei numerosi crani presenti all'interno di borre di rapaci notturni, provenienti da varie altre località del bacino del Metauro, effettuato con la valutazione dei caratteri discriminatori sopra riportati. Tale materiale è a disposizione per ulteriori verifiche per la distinzione con A. flavicollis.

Biologia e habitat: ubiquitario, lo si può trovare in ambienti forestali, siepi, incolti e campi coltivati.

Presenza nella zona di studio: F. Metauro in Comune di Fano (1982-1987), pianura costiera a Fano (1983 e 1988), basso corso del Metauro (S. Angelo, 1986; La Palazzina di S. Ippolito, 1984 e 1996), zona collinare esterna (Prelato a Fano, 1982; S. Biagio a Fano, 1989; S. Andrea in Villis a Fano, 1986; Villa S. Martino a Saltara, 1980, dintorni di Cartoceto, 1986; S. Costanzo, 1984), Monti del Furlo (Abbadia ai margini del M. Pietralata, 1984; La Pieve ai margini del M. Paganuccio, 1980 e 1985; M. Paganuccio, 1979 e 1980; Abbazia di Lastreto, 1982) e zona appenninica interna (Passo del Mandrale e loc. Montione sul M. Catria, 1979, 1987 e 1990; Bosco della Brugnola presso Serravalle di Carda, 1983; Rio Vitoschio sul M. Nerone, 1990; Carlano nella zona di Bocca Serriola, 1985; Bosco di Tecchie nella Serra di Burano, 1983). Bacino del Metauro nella zona appenninica interna, ma in territorio dell'Umbria (zona di Bocca Trabaria e di Bocca Serriola, Alto Candigliano e Alto Bosso - GAGGI e PACI 2014). Risulta uno dei micromammiferi maggiormente predati dagli Strigiformi. 

NOTE

(1) In AMORI et al. 2008 viene riportato il seguente metodo per distinguere A. sylvaticus e A. flavicollis. Si assegna il punteggio 0, +1 e -1 (a seconda che si tratti di un carattere incerto, presente o assente) ai seguenti caratteri:

- 4° e 7° tubercolo del primo molare superiore accollati o confluenti;

- 9° tubercolo del secondo molare superiore;

- foramina degli incisivi che oltrepassano la linea immaginaria trasversale che congiunge le radici anteriori dei primi molari superiori.

Se la somma dei punteggi dei tre caratteri è superiore a zero l'esemplare è attribuibile ad A. sylvaticus, se uguale o minore ad A. flavicollis

 


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 15.07.2003
    Ultima modifica: 22.03.2015

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