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Uccelli del bacino del Metauro e dell'Adriatico antistante la Provincia di Pesaro e Urbino - metodo di studio


Lo studio sugli Uccelli del bacino del Metauro e dell'Adriatico antistante la Provincia di Pesaro e Urbino è stato condotto a partire dal 1979; sono state anche prese in considerazione osservazioni e notizie bibliografiche di periodi precedenti.

Il territorio oggetto di studio è stato suddiviso in 68 quadrati di 5 x 5 km secondo il reticolo di riferimento del Sistema UTM (Proiezione Conforme Universale Trasversa di Mercatore). I quadrati rientrano nelle maglie fondamentali TJ e UJ della Zona 33T. Complessivamente sono stati esaminati, più o meno dettagliatamente, 1700 kmq (il bacino del Metauro è di circa 1400 kmq).
Nell'area di studio sono comprese le acque marine antistanti la costa della Provincia di Pesaro e Urbino sino a 5 miglia dalla costa (1), nel tratto dalla città di Pesaro verso N.O. alla foce del Cesano (Marotta di Mondolfo) verso S.E.

Il rilevamento delle specie è stato condotto nei modi seguenti:
1 - osservazione visiva ed ascolto di canti e versi lungo itinerari scelti nell'ambito dei vari quadrati di 5 x 5 km, con soste di 15 – 30 minuti ciascuna per periodi di 3 – 6 ore;
2 - osservazione visiva ed ascolto di canti e versi in località peculiari (spiaggia marina, zone umide, boschi, pascoli montani, gole, ecc.) con soste anche prolungate;
3 - dati provenienti dal reperimento di borre di rapaci notturni;
4 - individuazione delle specie attraverso l'emissione di canti registrati e l'ascolto delle risposte.

I limiti del presente studio, un primo passo nella conoscenza dell'avifauna del bacino del Metauro, sono:
- la relativa minor quantità di osservazioni nel settore alto-collinare ed appenninico:
- la relativa minor quantità di osservazioni nel periodo invernale;
- difficoltà imputabili alle abitudini schive di alcuni uccelli o agli habitat da loro frequentati, per cui le valutazioni di frequenza di osservazioni in periodi determinati dell'anno, od addirittura la stessa assenza di certe specie nel bacino del Metauro, potrebbero non risultare corrispondenti alla realtà.

Dal 1979 a tuttora (2015) hanno fornito dati (citati come "comunicazione personale", com. pers.): Luca Acacia (guardiacaccia provinciale), Giancarlo Alessandroni, Vincenzo Alfano, Fabrizio Amadori (Fano), Paolo Amadori (Urbino), Giancarlo Angelini (Pesaro), Antonio Antognoni (Fano), Simone Ottorino Bai (Fano), Franco Barbadoro (Orciano), Giambattista Belligni (Pesaro), Roberto Belogi (Fano), Laura Bo (Senigallia), Giovanni Bontempo (Fano), Aldo Brilli-Cattarini (Pesaro), Enrico Cappannari (Mondolfo), Sergio Carboni (Fano), Giulio Carnaroli (Fano), Christian Cavalieri (Fano), Roberto Cecchini (Urbino), Guido Ceccolini (Pesaro), Roberto Ceccucci (Monterado - AN), Maurizio Celi (Frontone), Lorenzo Ciaschini (Fano), Virgilio Consolini (Fano), Luca Conti (Fano), Stefano Corina (Mombaroccio), Roberta Corsi (Riccione), Vinicio Costanzi (Pesaro), Aldo Cucchiarini (Apecchio), Valerio Cucchiarini (Apecchio), Giuseppe Dini (Sant'Angelo in Vado), Virgilio Dionisi (Fano), Domenico Diotallevi (Fano), Giovanni Eusebi (Fano), Sauro Fabrizi (Pesaro), Stefano Fagiolo, Agostino Felicetti (Fano), Fabio Fulgini (Pesaro), Matteo Falcioni (Fano), Riccardo Famà (Pesaro), Federico Fanesi (Senigallia), Mauro Furlani (Senigallia), Paolo Giacchini (Fano), Angelo Giuliani (Urbino), Umberto Giusini (inanellatore dell'Amm. Provinciale), Varis Iacucci (Mombaroccio), Domenico Leli (Cantiano), Giovanni Marcucci (inanellatore, Montelabbate), Emanuele Mazzanti (Fano), Mauro Morganti (S. Giorgio di Pesaro), Antonio Oliva (inanellatore, Fano), Roberto Olivieri (S. Costanzo), Fabio Orazietti (Fano), Francesco Orazietti (Fano), Massimo Pandolfi (Pesaro), Arcangelo Panico (Cantiano), Marco Pantalone (Petriano), Antonio Parasacchi (Colbordolo), Lucio Peroni (Fano), Raffaele Piccioli (Fano), Walter Piersanti (Pesaro), Paola Pino d'Astore (Università di Urbino), Luciano Poggiani (Fano), Carlo Poiani (Sassoferrato), Claudio Poli (Fano), Gastone Rabascini (Isola di Fano), Luigi Ricci (Fano), Luciano Ruggieri di EBN Italia, Michele Rundine (Fano), Filippo Solazzi (Fano), Giuseppe Tanferna (Pesaro), Alessandro Tonucci (Fano), Leonardo Trappoli (Fano), Carlo Urbinati (Pesaro), Achille Vagnini (S. Angelo in Lizzola).

Alcuni consigli

Per iniziare l'osservazione degli uccelli occorre:

  • un binocolo (7x50 – 8x30 - 8x20);
  • una guida da campo per l'identificazione;
  • un abbigliamento adeguato, di colore mimetico;
  • un quaderno di appunti dove annotare di volta in volta le osservazioni di campagna.

Molto utile e in certi casi necessario (ad esempio nei boschi) è l'ascolto di registrazioni dei canti.

Per osservare da una lunga distanza è necessario un cannocchiale (20-50 ingrandimenti). Utile è anche possedere un'attrezzatura fotografica per documentare avvistamenti interessanti o particolari comportamenti. È inoltre necessario formarsi una certa cultura ornitologica (biologia, ecologia, etologia, biogeografia).

Il codice di comportamento

È importante che il birdwatcher e il fotografo si dotino di un codice di comportamento, in modo da evitare che la loro attività costituisca un'ennesima forma di disturbo alla già perseguitata avifauna:

  1. occorre lasciare perfettamente integro l'ambiente in cui l'uccello vive;
  2. non ci si deve avvicinare eccessivamente ai nidi, rinunciando alla possibilità di scattare fotografie;
  3. bisogna avere una certa oculatezza nella scelta delle persone a cui confidare le proprie "scoperte", soprattutto se si tratta della nidificazione di specie poco comuni; in questo caso il sito deve essere mantenuto segreto, a meno che renderlo noto non serva a proteggerlo;
  4. non bisogna disturbare gli uccelli avvicinandosi troppo: si eviterà così di farli involare dalle poche zone dove possono ancora sostare tranquilli.

NOTE
(1) circa 9,2 km (1 miglio marino = 1852 m).

 


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 29.07.2004
    Ultima modifica: 23.12.2017

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