Funghi, flora e faunaFunghi, flora e fauna

Indietro

La caccia ai primi dell’ottocento nella Fano pontificia

Avanti

Orso delle caverne e Orso bruno (rinvenim. nelle grotte...

Il Cygnus olor nei dintorni di Fano e di Rimini nel 1908


La sera dell'ultimo dell'anno testé decorso mi fu portato in esame un bellissimo Cigno che constatai subito appartenere al Cigno reale (Cygnus olor J.F. Gmel.), specialmente per la nera protuberanza carnosa della fronte, caratteristica di questa specie; tale protuberanza poi, essendo poco sviluppata, dimostrava trattarsi di un maschio giovane oppure di una femmina, raggiungendo nei maschi adulti, dimensioni abbastanza grandi.
Seppi che quell'esemplare era stato ucciso, insieme con un altro, lungo il fiume Metauro, e precisamente vicino al luogo chiamato Tavernelle, distante da Fano circa diciannove chilometri, e che un altro era stato pure ucciso lungo lo stesso fiume nelle vicinanze del luogo chiamato Lucrezia, quindi più vicino a Fano, cioè a soli nove chilometri di distanza.
Non s'era registrata mai la cattura del Cigno reale in questi dintorni e anche per le Marche era una cattura importante perché, da quanto ricorda a proposito di questa specie il prof. Gasparini nel suo ottimo Manuale di Ornitologia sistematica dal titolo Avifauna marchigiana (1), cinque individui soltanto, appartenenti a questa specie, erano capitati nelle Marche, cioè tre nell'inverno del 1869 verso il porto di Recanati, uno nell'inverno del 1865 presso la foce del Musone e un altro alcuni anni fa a Filottrano.
La mattina del primo del corrente anno leggevo nel giornale di Bologna, "Il Resto del Carlino", che nella tenuta riservata del signor Giuseppe Bianchini Massoni, sulla spiaggia dell'Adriatico e a cinque chilometri da Rimini, verso Riccione, erano stati uccisi cinque bellissimi Cigni, che costituivano una vera rarità cinegetica; seppi ancora che un altro era stato ucciso nei dintorni di Pesaro.
Pensai quindi che tutti questi Cigni, uccisi nello stesso giorno o ad un intervallo brevissimo di tempo, potessero appartenere allo stesso branco; per convincermi di questo cominciai ad assumere le notizie che ora vado riassumendo, disponendole in ordine cronologico.
La mattina del 29 dicembre fu visto lungo il fiume Metauro un branco di Cigni, in mezzo all'acqua, composto di sedici individui, verso la Lucrezia, dove fu ucciso il primo esemplare, e poi alle Tavernelle, dove furono uccisi gli altri due esemplari alle ore nove; i superstiti in numero di tredici presero il volo verso Fossombrone, cioè verso nord, dividendosi in due gruppi, preceduti da un individuo.
La stessa mattina, verso le ore undici, tredici Cigni furori visti lungo la riva dell'Adriatico, fra Rimini e Riccione,nel luogo detto Torre Trinità e distante da Rimini quattro o cinque chilometri, fermi nell'acqua e di fronte alla caccia riservata del signor Bianchini Massoni; verso mezzogiorno con tre colpi di fucile ne furono uccisi cinque e feriti quattro, dei quali due caddero fuori della bandita e due nel mare. Il dottor Alessandro Tosi di Rimini riconobbe che tutti questi esemplari appartenevano a giovani di Cygnus olor J. F. Gmel. (2)
I quattro superstiti non volevano lasciare i compagni e, aggirandosi nei dintorni, partirono soltanto il giorno dopo; l'individuo ucciso a Pesaro e due individui che furono visti risalire il corso del fiume Marecchia fanno supporre che essi si siano dispersi.
Si può quindi concludere che i sedici Cigni, i quali si erano spinti fin verso Fano, abbiamo risalito il Metauro e si siano fermati lungo il corso di questo fiume, prima in vicinanza della Lucrezia e poi di Tavernelle; di qui i tredici superstiti, che si diressero verso Fossombrone, girarono poi verso l'Adriatico e si fermarono lungo la riva di questo, nelle vicinanze di Rimini; in due ore circa ebbero tutto il tempo necessario per portarsi, volendo, ad una distanza relativamente breve.
Deve quindi trattarsi dello stesso branco come dimostrano il giorno, l'ora di cattura e il numero di Cigni trovati a Rimini; anche l'appartenere tutti gli individui presi alla stessa specie potrebbe avvalorare l'idea che si tratti dello stesso branco, quantunque, come si sa, nei branchi di Cigno reale si trovino non di rado mescolati individui di Cigno selvatico.

Il Cigno reale vive d'estate nella Svezia meridionale, Danimarca, Europa sudorientale, Asia meridionale e centrale verso est fino alla Mongolia, sverna al sud fino all'Africa settentrionale (regolarmente) e all'India settentrionale (accidentalmente); comparve altre volte in Italia, finanche in Sicilia, ma è specie che da noi capita di rado e irregolarmente nel tardo autunno e d'inverno.

Fano, gennaio 1908

NOTE
(1) Fano, Società tipografica cooperativa, a. 1894.
(2) Sei di questi Cigni furono inviati al signor Federico Alzani, preparatore del museo Zoologico di Bologna. Il signor Tommaso Bianchini Massoni, alla cortesia del quale debbo le notizie intorno ai cigni catturati a Rimini, aggiunge che ''il settimo individuo abbiamo creduto bene di assaggiarlo, avendo letto in un libro di Storia naturale che era un cibo che non compariva che nelle tavole principesche per la sua rarità, quantunque fosse carne non fina; a noi però è sembrato buono''.


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 01.01.2002
    Ultima modifica: 05.12.2004

Nessun documento correlato.


Indietro

La caccia ai primi dell’ottocento nella Fano pontificia

Avanti

Orso delle caverne e Orso bruno (rinvenim. nelle grotte...