Geologia e climaGeologia e clima

Piena e alluvione del Metauro nel novembre 2005

Bibliografia su climatologia e meteorologia del bacino...

Fenomeni di siccità in Provincia di Pesaro e Urbino dal 2003 al 2007


Il presidente dell'Aset Renzo Rovinelli manifesta il timore che se non ci saranno presto precipitazioni la potabilità sarà a rischio - Il Metauro è entrato in crisi - La portata delle acque comincia a scarseggiare
«Stiamo entrando in una situazione critica, se continua la stagione siccitosa, potremo avere seri problemi per l'approvvigionamento dell'acqua superficiale del fiume Metauro». Si è parlato frequentemente di acqua in questi giorni, vuoi per le iniziative della associazione "Accadueò" che sulla tutela della risorsa idrica ha organizzato un convegno, vuoi per la convocazione di una seduta monografica del consiglio comunale, cui purtroppo non è seguita l'approvazione di nessuna mozione o ordine del giorno, in quanto la problematica posta in evidenza è di così grande portata che un'amministrazione comunale da sola, può fare ben poche cose. Pare comunque che il Comune, insieme all'Aset si trovi ben presto di fronte a un'emergenza per la carenza d'acqua riscontrata sul Metauro che rifornisce il potabilizzatore di San Francesco di Saltara, un impianto che distribuisce l'acqua sia a Fano che a Pesaro.
«Considerato l'andamento del tempo - ha rilevato il presidente della Spa Renzo Rovinelli - rischiamo di trovarci come l'anno scorso, ai primi di giugno, a chiudere i due serbatoi gestiti insieme all'Aspes». Non è stata certo la pioggerellina dello scorso fine settimana a sanare la situazione. «Ormai non piove in maniera consistente da molto tempo e se non arriva un temporale come si deve - ha detto ancora Rovinelli - non riusciremo a garantire la fornitura dell'acqua potabile per tutta la stagione che ci troviamo di fronte. L'estate infatti associa in sè due fattori contrastanti: rappresenta il periodo di maggior consumo, vuoi per il caldo, vuoi per l'aumento della popolazione, incrementata dai villeggianti; e allo stesso tempo è il periodo di maggior rischio per la disponibilità di acqua». Torna quindi di attualità l'esigenza di creare maggiori riserve.
Fano, lo sanno tutti, non rimarrà mai senz'acqua, la falda idrica, seppur ricca di nitrati, è in grado di assicurare in ogni momento i rifornimenti necessari, ma si tratta di acqua non potabile, a meno che non venga miscelata con quella del Metauro. «L'invaso del Furlo - nota ancora Rovinelli - che aveva fino a non molto tempo fa una capacità enorme, con il passare degli ultimi decenni ha ridotto alquanto la sua portata; ma se noi potessimo ripristinare la quantità d'acqua originaria, avremmo conseguito un enorme successo. Ma qui, qualsiasi proposta si faccia o qualsiasi progetto si sostenga, non si trova altro che mille barriere e mille obiezioni. E' giunto il momento di essere realisti e di fare delle scelte, nell'interesse dell'ambiente e delle popolazioni che vivono nel nostro territorio».
Essere realisti è anche l'appello che Rovinelli ha fatto in consiglio comunale, ma al momento contro la siccità non c'è che fare la danza della pioggia.

MASSIMO FOGHETTI

Da: Corriere Adriatico del 14/5/2003

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Urbino, ecco l'invito di prammatica del Comune - La calura non dà tregua "Ma risparmiate l'acqua"
URBINO - Anche nella città ducale il caldo si fa sentire, e così anche i problemi conseguenti. Allora, l'amministrazione comunale feltresca diffonde le raccomandazioni di rito. "Al fine di evitare problemi di possibile carenza idrica durante la stagione estiva - dice una nota - si ricorda che su tutto il territorio comunale di Urbino è vietato utilizzare l'acqua del pubblico acquedotto per innaffiare orti, lavare mezzi e riempire piscine. L'acqua potrà dunque essere utilizzata esclusivamente per scopi domestici e potabili. Gli organi preposti alla vigilanza si attiveranno per far rispettare l'ordinanza firmata dal sindaco Massimo Galuzzi".
In ogni caso, si precisa che "le disposizioni adottate dall'Amministrazione comunale in merito all'utilizzo delle forniture idriche pubbliche hanno in questa fase scopo cautelativo, puntando a prevenire possibili disagi per la cittadinanza in caso di perdurante siccità".
Adesso tocca ai cittadini di Urbino dimostrare senso civico come hanno sempre fatto e non sciupare un bene così prezioso, specialmente in tempi così...roventi.

Da: Corriere Adriatico del 13/6/2003

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Attivati i controlli saranno puniti gli abusi
Se non arriva la pioggia sarà necessario procedere all'erogazione a turno per gli usi irrigui
Il Consorzio di bonifica dei fiumi Foglia, Metauro e Cesano invita ad eliminare gli sprechi - Scarseggia l'acqua, intaccate le riserve
Un temporale sull'Appennino. Purtroppo solo sul versante umbro. I nuvoloni in lontananza avevano indotto a sperare nell'arrivo dell'agognata pioggia in grado di regalare un po' di refrigerio e soprattutto di rendere meno "magri" i fiumi della provincia.
Sì, perché la situazione incomincia ad essere preoccupante, dopo lunghi giorni senza pioggia, con una siccità dilagante, sicuramente anormale per il periodo.
Non a caso, proprio ieri mattina, il Consorzio di bonifica integrale dei fiumi Foglia, Metauro e Cesano ha diffuso il seguente comunicato: "La scarsità di precipitazioni significative che caratterizza l'attuale andamento stagionale, unitamente agli alti livelli di temperature registrati, ha costretto il Consorzio ad intaccare la riserva idrica del lago di Mercatale in anticipo rispetto agli scorsi anni. Il perdurare di tale stato di cose renderà necessario il ricorso alla turnazione nell'erogazione dell'acqua ad uso irriguo e limitazioni nella gestione delle utenze extra agricole. Nel frattempo - continua il comunicato si invitano gli utenti al massimo rispetto del regolamento irriguo consorziale per un corretto uso dell'acqua, eliminando abusi e sprechi e osservando scrupolosamente il divieto del sistema a scorrimento. All'uopo, il Consorzio di bonifica effettuerà puntuali e rigorosi controlli".
E' evidente che la situazione è assai critica, che potrebbe mancare l'acqua per irrigare i campi ed abbeverare il bestiame. Pertanto, pur non dimenticando la "danza della pioggia", è doveroso pensare soprattutto ad evitare gli sprechi.

MA.PE.

Da: Corriere Adriatico del 14/6/2003

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Marotta, gli allevatori - Caldo e malori - Avanza lo spettro siccità
MAROTTA - Poco più di qualche spicciolo all'estate (quella del calendario che dice ventuno di giugno) e già si attende la sera per respirare un pò. Caldo, caldo afoso che da giorni imperversa ovunque, anche lungo le nostre spiagge ancora tranquille o poco affollate se non nei weekend. Il tutto, ovviamente, accompagnato da siccità e preoccupazione per il futuro prossimo degli invasi d'acqua da tenere sotto controllo.
Se sulle spiagge basta un tuffo per sopportare l'afa, nelle campagne i pozzi rappresentano l'ancora di salvezza per tutte quelle colture messe a dimora nell'ultimo periodo. «L'anno scorso - dice Fausto, allevatore - di questi tempi eravamo qui a preoccuparci del tempo e del clima che sta cambiando. Oggi, continua, il caldo dello scorso anno sembra una barzelletta in confronto». Così non basta guardare il termometro di casa nostra per prendere coscienza della situazione, non convince nemmeno sapere che le falde sotterranee d'acqua sono piene di nitrati e come riserva per il futuro non rappresentano un granché, per dimenticare la siccità basta un acquazzone a sistemare le cose per portarle al punto di prima, cioè questo.
Non ci si preoccupa della pavimentazione delle campagne dove al posto degli alberi compaiono "bonsai", uno qui ed uno lì, tanto per muovere il paesaggio che sa vagamente di biennale.
Tardi per tornare alle quattro stagioni del sussidiario? «Sì - ripetono gli esperti - ci aspetta un clima monsonico accompagnato dalla progressiva desertificazione del sud e del centro».
Rimboschimento e tutela ambientale sono le carte che risulteranno vincenti nei prossimi anni, le uniche in grado di rallentare una partita cominciata troppo tardi per sperare di vincerla.

Da: Corriere Adriatico del 16/6/2003

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Invito del sindaco ad evitare ogni spreco di acqua. Il Metauro è in secca - Crisi idrica, appello al risparmio
In considerazione dell'eccezionale periodo di siccità che si sta verificando nelle nostre zone, l'Amministrazione Comunale di Fano rivolge un pressante invito a tutta la popolazione a risparmiare, per quanto possibile, sul consumo di acqua. Il perdurare di condizioni metereologiche di bel tempo, ha ridotto notevolmente la portata del fiume Metauro e la dimensione dell'acqua nei pozzi e negli acquedotti della rete idrica comunale, facendo scattare il livello di attenzione.
Al fine di non dover prendere provvedimenti restrittivi dell'utilizzo dell'acqua, l'Amministrazione Comunale invita i cittadini a limitare il consumo di questa preziosa risorsa.
A conferma dell'interesse con il quale l'Amministrazione Comunale segue le problematiche relative all'acqua, nell'ultimo numero di Fano Stampa del mese di giugno, è stato inserito un fascicolo intitolato "Accadueò", relativo proprio ad una campagna di informazione e di sensibilizzazione sul tema dell'acqua, rivolta alla cittadinanza, che si pone l'obiettivo di diffondere spunti di riflessione per ridurre gli sprechi e l'inquinamento. Risparmiare acqua si può, con tanti piccoli accorgimenti: vedi ad esempio, chiudere il rubinetto mentre ci laviamo i denti, utilizzare l'acqua riciclata per innaffiare giardino e piante, usare la lavatrice solo a pieno carico e limitare il lavaggio dell'auto.
Utili consigli che ognuno può mettere in pratica, senza rinunciare alla qualità della vita, sono contenuti nel fascicolo di cui sopra, i cui scritti intendono contribuire a preservare nel tempo una risorsa preziosa. Ricordiamo inoltre che è sempre in vigore l'ordinanza comunale che indica giorni e orari in cui si possono innaffiare i giardini e lavare le macchine. Vista l'emergenza provocata dalla siccità che ha motivato la proclamazione del livello di attenzione, i vigili urbani sono stati incaricati di svolgere una capillare operazione di controllo in tutto il territorio.

Da: Corriere Adriatico del 21/6/2003

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Pesaresi senz'acqua per dieci ore: rabbia e proteste. Il guasto provocato dalla siccità - Si rompe la condotta, la città a secco
Qualcuno è rimasto con i piatti sporchi in cucina, molti con il sudore e la sabbia del mare appiccicati addosso, tutti con il bisogno di rinfrescarsi soffocato dall'arsura e dal caldo umido di ieri. Non poteva esserci giorno peggiore per l'ultima rottura dell'acquedotto pesarese, che, considerando quella precedente, ha interrotto una "tregua" di due anni. Il guasto è avvenuta alle 23,30 di domenica quando la condotta adduttrice si è spezzata a Ponte Murello, tra Lucrezia e Cartoceto, ma gli effetti sulla città di Pesaro si sono fatti sentire solo nel pomeriggio di ieri, a partire dalle 15: la rottura era già stata riparata ma le riserve idriche erano ormai finite e l'acqua, lentamente reimmessa nella condotta a San Francesco di Saltara, non era ancora arrivata nella rete cittadina.
Il risultato è che l'intera città di Pesaro - cioè le abitazioni, gli esercizi pubblici, i ristoranti e gli alberghi - è rimasta senz'acqua per un periodo oscillante tra le sei e le dieci ore (a seconda dei quartieri e dei piani degli edifici). Un disagio subìto nel giorno più caldo dell'anno, quando il termometro dell'osservatorio Valerio segnava 34,8 gradi di massima dopo le 15 e un' umidità tra il 70 e l'80 per cento (non a caso anche ieri ci sono stati sei malori per il caldo che hanno richiesto l'intervento del 118). Con il picco di afa si è registrato anche l'apice delle proteste dei pesaresi bloccati nelle loro attività quotidiane dalla mancanza di acqua (rubinetti disperatamente a secco come mostra la foto).
Le proteste sono state rafforzate dall'errore di valutazione dei tecnici dell'Aspes che avevano previsto un servizio di nuovo a regime a partire dalle 17 (informazione diffusa dal centralino dell'ente e dalle radio locali). Invece, il guasto è stato sì riparato entro le 13 (quando in rete c'era ancora un residuo di scorte del serbatoio di San Gaetano di Santa Veneranda) ma l'acqua introdotta nella condotta a una pressione di 220 litri al secondo (anziché 520), per evitare "colpi d'ariete" e altre rotture, è arrivata a Santa Veneranda da San Francesco di Saltara (dopo 26 chilometri) solo alle 20 e da lì è stata fatta affluire nell'acquedotto sgorgando dai rubinetti a partire dalle 22,30 e in alcune zone dopo la mezzanotte. La rottura della condotta (in fibra di cemento) era stata provocata dalla siccità che aveva causato movimenti del terreno. Scusandosi con gli utenti per il disservizio, l'amministrazione delegato dell'Aspes, Tiviroli, sottolinea come l'intervento di ripristino delle squadre dell'Aspes sia stato eseguito con "professionalità e tempismo".

Da: Corriere Adriatico del 24/6/2003

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Ieri 36,2°, razionata l'acqua per i campi - Temperatura record - E' già allarme idrico
Emergenza idrica in pericoloso anticipo sulla tabella di marcia stagionale: quest'anno la siccità potrebbe asciugare i nostri rubinetti molto prima del previsto. Le condizioni climatiche del resto sono eccezionali. Ieri il termometro ha fatto segnare un nuovo record: è stato il giorno più caldo e afoso dell'anno con 36,2 gradi massima e 86 per cento di umidità (temperatura minima di 25,6 gradi). Diversi i malori per il caldo (a Pesaro sono stati soccorsi alcuni turisti negli alberghi). I rubinetti rimasti a secco durante il pomeriggio e la serata di lunedì sono stati un primo campanello d'allarme.
«Temiamo che quest'anno il cosiddetto "crollo delle portate" si verificherà con un certo anticipo rispetto agli anni passati - sottolinea Dante Marchi, direttore dell'Aato, l'autorità di bacino -. Si tratta di un fenomeno che si manifesta verso la fine di luglio quando, a causa della perdurante siccità, le riserve idriche diminuiscono. Quest'anno il fisiologico crollo di fine luglio anticipa i suoi tempi. Niente panico però: stiamo tenendo sotto controllo la situazione e, se necessario, attiveremo una fase di intervento che comporterà l'adozione di misure non ordinarie per garantire il rifornimento idropotabile».
Già un piano di emergenza è stato attuato: il consorzio di bonifica dei fiumi Foglia, Metauro e cesano, infatti, ha attuato delle misure restrittive nell'erogazione dell'acqua per garantire la disponibilità idrica fino alla maturazione delle colture. Le zone servite dalle centrali di sollevamento di Cà Boschi e Chiusa Albani, infatti, potranno erogare acqua dalle 8 di ogni giovedì alle 20 di ogni domenica mentre, dalle 8 di ogni lunedì fino alle 20 di ogni giovedì sarà la volta delle zone servite dalle centrali di S. Leo, Cà Spezie e Muraglioni. Un apposito servizio di sorveglianza, inoltre, è stato predisposto per accertare che venga rispettato il divieto di sprechi, abusi, il divieto di irrigare a scorrimento e l'uso dell'acqua per scopi diversi da quelli agricoli.
«L'ottanta per cento della popolazione di Pesaro e Urbino viene rifornito dai corsi d'acqua che scorrono in superficie - spiega Dante Marchi - non ci sono delle grandi falde sotterranee che alimentano gli acquedotti. Questo è il motivo per cui, se non piove per un consistente periodo di tempo, è più facile che le nostre riserve rimangano a secco».

ANTONELLA MARCHIONNI

Da: Corriere Adriatico del 25/6/2003

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Siccità, istruzioni per l'uso - Pergola, non piove da due mesi: appello al buon senso
PERGOLA - Dopo il bizzarro mese d'aprile caratterizzato da neve e pioggia, a Pergola e dintorni è iniziato un periodo di siccità che sta diventando seriamente preoccupante.
Le perturbazioni che fino a pochi giorni fa hanno interessato l'Italia settentrionale e centrale non hanno portato che poche gocce d'acqua e spesso è capitato che i lampi, i tuoni e il cielo nuvoloso abbiano annunciato dei temporali che poi, per motivi misteriosi, non si sono affatto verificati.
Anche domenica scorsa sembrava tutto pronto per un temporale che non c'è stato, perché dopo qualche tuono è tornato il sereno senza che sia caduta nemmeno una goccia d'acqua.
In pratica la siccità dura dalla fine di aprile e, visto che ormai siamo in piena estate, c'è il rischio che si prolunghi per altri due o tre mesi acuendo i disagi di tutti.
Un luglio e un agosto senza precipitazioni non sarebbe un fatto anomalo; la stranezza climatica sta nelle piogge di giugno che sono state abbondanti anche in zone vicine, ma a Pergola sono state quasi del tutto assenti.
E' una stranezza che non si può spiegare, si può solo prenderne atto e adeguarsi a una situazione di siccità prolungata. Il Comune invita dunque a limitare l'uso dell'acqua al minimo indispensabile e ovviamente ad evitare gli sprechi, per non aggravare l'approvvigionamento idrico che potrebbe causare possibili scompensi alla regiolarità dell'erogazione.
L'eventuale mancanza d'acqua sarebbe un bel guaio, proprio adesso che è finalmente tornata potabile dopo la sostituzione dei tubi in cemento - amianto in un tratto dell'acquedotto.
Dopo oltre dieci anni il problema della potabilità è stato risolto, ma contro la siccità non resta che affidarsi al buon senso dei cittadini e sperare, nelle prossime settimane, che anche a Pergola torni a cadere una pioggia abbondante.

GIUSEPPE MILITO

Da: Corriere Adriatico del 1/7/2003

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Siccità da record
Si pensa di intervenire valorizzando i laghi e ripulendo gli invasi - Un "tavolo verde" per evitare l'emergenza idrica - L'acqua, un bene da salvare
URBINO - "Ripulire gli invasi, valorizzare i laghi, intervenire sulla rete idrica per garantirne la massima efficienza, trattenere le acque nei periodi di pioggia e pensare di recuperare quelle reflue che passano attraverso i depuratori". Questi gli obiettivi che si dovranno raggiungere per evitare ogni anno di trovarsi in emergenza idrica che non comincia oggi e non finirà certo domani visto i cambiamenti climatici ai quali il pianeta sta andando incontro.
Per parlare di acqua, in particolare per affrontare il tema in stretto collegamento col mondo agricolo ieri si è scelta Urbino, la sede della Provincia, dove si sono dati appuntamento il presidente Ucchielli, l'assessore Giovanni Rondina, la Coldiretti, la Cia, i massimi dirigenti di Ato, Aspes e Megas e del Consorzio di Bonifica. A sollecitare l'incontro, subito raccolto dal presidente Palmiro Ucchielli, la Coldiretti, associazione che rappresenta una ampia fetta di operatori del settore agricolo messi a dura prova dalla perdurante siccità. Un "tavolo verde" dal quale si esce con la convinzione di non poter più rimandare oltre la progettazione di un sistema per garantirsi l'acqua in ogni periodo dell'anno.
"Un impegno quello di sviluppare certi progetti per garantirci la fruibilità delle acque che non deve essere di qualcuno ma di tutti - ha sostenuto Ucchielli -. E' vero che la Provincia ha un suo ruolo istituzionale ma questo non può scindere dall'impegno dei singoli Comuni, dei Consorzi, delle Associazioni che devono sentirsi impegnati a trovare risorse evitando di incorrere in tempi lunghi".
Ucchielli ha definito il quadro della siccità attuale non certo drammatico ma ha giustamente esortato a muoversi prima ancora che si debba parlare di vera emergenza. Intanto giova ricordare che secondo le statistiche in questi anni non c'è una diminuzione delle piogge ma piuttosto un diverso concentramento per periodi e in estate si rischi di andare sempre in emergenza.
Questo dato di fatto non sfugge allo studio progettuale della Provincia che entro la fine dell'anno avrà pronto il Piano per l'agricoltura, non sfugge al presidente della Coldiretti Emanuele Colomboni che insiste sulla necessità di programmare il trattenimento delle acque, di mettere nella condizione gli invasi di funzionare a pieno regime, di puntare sulla valorizzazione dei laghi (sarebbero almeno 1000 tra piccoli e grandi), il riciclo delle acque reflue che dai depuratori vengono convogliate verso il mare. Logico che si tratti di grandi progetti ma siamo indubbiamente di fronte ad una necessità che si riflette nel settore della agricoltura così come nell'approvvigionamento di acqua potabile e per uso domestico per cui è indispensabile un coinvolgimento totale che dovrà vedere tutti impegnati come ha avuto modo di sottolineare l'esponente dell'Ato (autorità territoriale ottimale) che a sua volta sollecita la necessità di conoscere il fabbisogno per meglio dosare le risorse.
Che sia necessario capire meglio quanta acqua può servire per le esigenze in agricoltura l'ha sottolineato anche l'assessore Giovanni Rondina convinto anche lui come il presidente Ucchielli che assieme alla provincia ci deve essere una coalizione forte che consenta di realizzare certi progetti indispensabili per un giusto equilibrio sul territorio.
E i dati diffusi ieri dall'Osservatorio Valerio di Pesaro sono emblematici: dal 1° gennaio ad ieri sono caduti 191,4 millimetri di pioggia, contro una media, nel periodo, di 351. 0,8 i millimetri caduti a giugno. Solo nello stesso mese del 1879 andò peggio: zero millimetri. La temperatura media di giugno è stata di 24,6°; il giugno più caldo dal 1871 in poi. Ieri, per fortuna, un lieve abbassamento rispetto ai 36,6° di martedì: la colonnina di mercurio si è fermata a 32,8°. Per la cronaca, il giorno più caldo a Pesaro risale al luglio del 1950: 39,2°!

MARIO PELLEGRINI

Da: Corriere Adriatico del 12/8/2003

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L'amministratore Tiviroli: "Una misura mai adottata che vorremmo evitare ma le condizioni meteo sono eccezionali e le riserve idriche bastano solo per 3 settimane" - In mancanza di pioggia l'erogazione dell'acqua sarà sospesa - Siccità, ecco il piano Aspes
Rubinetti chiusi tra 8 giorni
I rubinetti della città hanno i giorni contati: se entro la questa settimana non pioverà l'Aspes multiservizi deciderà di razionare l'erogazione dell'acqua a Pesaro e nei Comuni del comprensorio.
Secondo le stime dello stesso ente che gestisce l'acquedotto pesarese, a causa del perdurare della siccità che ha impoverito la portata del fiume Metauro (attualmente è di soli 650 litri d'acqua al secondo), sono rimaste soltanto tre settimane di autonomia dei bacini idrici. Dopo questo periodo l'acquedotto cittadino rimarrà irrimediabilmente all'asciutto.
Le danze della pioggia e gli scongiuri tribali fino a ieri pomeriggio non avevano sortito alcun effetto e per ben 100 giorni dall'orizzonte non è spuntata alcuna nuvola.
Mauro Tiviroli, amministratore delegato di Aspes multiservizi, come si potrà impedire nell'immediato futuro la grande sete dei pesaresi?
«Pesaro sta attraversando uno stato di allerta che viene tenuto costantemente sotto controllo: la settimana scorsa abbiamo annunciato la possibile applicazione di una misura di razionamento per sensibilizzare i cittadini e convincerli ad avere un maggior rispetto delle risorse idriche (ndr: Pesaro attualmente attinge dal Metauro 300 litri d'acqua al secondo, a questi si aggiungono i 200 litri attinti da Fano; il consumo è già stato ridotto di cento litri per lasciare al fiume il minimo vitale di 150 litri di portata al secondo al fine di garantirne le funzioni biologiche). Pur nella gravità del fenomeno, però, Pesaro non sta ancora attraversando una vera e propria fase di sofferenza ma la siccità che si è registrata quest'anno è senza dubbio da record».
Alla città sono rimaste soltanto tre settimane d'acqua: quale ultimatum lanciate alla pioggia?
«Otto o dieci giorni al massimo: trascorso questo periodo inizieremo a riflettere su una misura di razionamento applicata con continuità: spero che non si arrivi all'applicazione di un provvedimento così estremo, in fondo sarebbe sufficiente una mezza giornata di pioggia per "rimpinguare" le risorse».
Quello della siccità è un problema che si rinnova ogni anno ma il razionamento delle risorse idriche è una misura che non mai stata applicata: quali criteri verranno adottati nel caso in cui la pioggia continui a farsi attendere?
«Le soluzioni possibili sono tre ma ognuna di esse porta con sé, inevitabilmente, degli inconvenienti. Se diminuiamo la pressione dell'acqua in tutta la città creiamo disagi maggiori ai piani alti delle abitazioni. Se interrompiamo il servizio per fasce orarie o per quartieri rischiamo di danneggiare la rete di fornitura idrica: interrompere e riavviare il flusso potrebbe causare delle rotture all'impianto».
Ma non sarebbe meglio affrontare il problema idrico più a monte e in maniera definitiva e non solo durante le emergenze progettando, ad esempio, un sistema per garantire le scorte d'acqua in caso di siccità?
«Il primo agosto si è riunito il consiglio di amministrazione per riflettere sui due problemi fondamentali del sistema idrico cittadino: i frequenti guasti alla rete di fornitura e la ricerca di fonti di approvvigionamento alternative e integrative. In relazione a questo ultimo punto ci siamo attivati con una certa velocità e a settembre saranno pronti dei progetti che verranno sottoposti all'Aato, l'agenzia di ambito territoriale la quale si occupa degli investimenti».
L'Aspes sensibilizza i cittadini a fare un uso più razionale delle risorse ma gli ambientalisti accusano l'ente di essere uno dei maggiori responsabili degli sprechi a causa della dispersione d'acqua lungo la rete, dei frequenti guasti non riparati tempestivamente, a cui si aggiunge l'innaffiamento giornaliero di aiuole e giardini.
«Sicuramente le aiuole e le rotatorie non vengono innaffiate con acqua potabile: i giardini che si trovano sul versante dell'autostrada vengono innaffiati con l'acqua erogata dai pozzi artesiani della zona Miralfiore e le aiuole del mare con un sistema di autobotti. Il servizio di innaffiamento va garantito non perché i giardini dell'Aspes siano più belli di quelli privati ma perché fanno parte dell'arredo urbano».

ANTONELLA MARCHIONNI

Da: Corriere Adriatico del 12/8/2003

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Via libera ad autolavaggi e piscine sportive, per i giardini pubblici acqua non potabile - I divieti per evitare sprechi
In questo periodo di ostinata e prepotente siccità, chi sono i più assetati? Sicuramente gli orti e i giardini delle case private. Con un'ordinanza che rimarrà in vigore fino al 30 settembre, il sindaco ha stabilito che l'acqua potabile potrà essere utilizzata solo per fini strettamente domestici: si possono quindi lavare i piatti, si può cuocere la pasta, si può fare la doccia ma poco altro ancora. L'obiettivo è quello di limitare fortemente lo sperpero di risorse sanzionando gli "spreconi" con una salata multa di 50 euro a meno che, armati di annaffiatoio manuale, non decidano di dare spazio al loro pollice verde (ma solo per i giardini) il lunedì o il giovedì dalle 21 alle 23.
«In questi ultimi giorni abbiamo sanzionato molti cittadini - commenta la polizia municipale -: li abbiamo sorpresi mentre innaffiavano gli orti e lavavano l'auto».
Neanche l'Aspes sfugge alle severe restrizioni imposte dall'ordinanza e per innaffiare le ampie e fiorite rotatorie o le verdi aiuole agli angoli delle strade deve utilizzare l'acqua non potabile dei pozzi artesiani.
Una multa altrettanto salata è prevista per chi viene sorpreso a lavare l'auto allacciando la pompa al rubinetto di casa o chi, con lo stesso sistema, intenda riempire la vasca della piscina della propria villa.
E le piscine sportive? I nuotatori professionisti saranno costretti a lunghe bracciate a stile libero tra foglie secche e acqua sporca? Per fortuna è prevista una deroga all'ordinanza per consentire agli esercizi commerciali e impianti sportivi di svolgere le proprie attività economiche senza il rischio di multe.
Agli autolavaggi, quindi, è consentito di lavorare a pieno regime ma nessun benzinaio si azzardi ad annaffiare il vaso di gerani davanti alla propria pompa di benzina: l'uso dell'acqua è ammesso solo per fini strettamente connessi alla propria attività economica.

A.M.

Da: Corriere Adriatico del 13/8/2003

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Le critiche dell'associazione Lupus in Fabula - "Gli stessi discorsi ascoltati tre anni fa"
Continua la polemica sulla gestione delle risorse idriche, resa drammatica dalla siccità che - se non tornerà a piovere - rischia di lasciare senza acqua potabile nelle case gran parte della popolazione della provincia. Gli ambientalisti di Lupus in Fabula replicano alla nota dell'amministrazione provinciale.
«Non abbiamo certo la mira degli amici del presidente Ucchielli - afferma in una nota il consiglio direttivo dell'associazione ecologista -, ma difficilmente sbagliamo i nostri obiettivi quando avanziamo proposte o solleviamo critiche in materie ambientali. Sulla gestione delle risorse idriche intervengono, direttamente o indirettamente, più soggetti i quali hanno diverse competenze e quindi proprie responsabilità nell'attuazione dei compiti che sono stati loro assegnati: Comuni, Società di Gestione, Autorità di Bacino, Aato, Provincia. Anche le utenze private, che in un periodo di grossa crisi idrica come questo, aumentano i consumi invece che ridurli, hanno la colpa di assumere comportamenti irresponsabili, misurati solo sui propri bisogni piuttosto che all'interesse generale. Comunque in testa alle responsabilità ci sono sicuramente l'Aato che ha compiti di razionalizzare e programmare la gestione e la Provincia che per il ruolo che ha (responsabile dei controlli sul territorio) e per la sua importanza è in grado di condizionare le scelte su tutte le materie. Se andiamo a prendere i giornali di tre anni fa, leggiamo gli stessi discorsi di oggi, gli stessi intendimenti, le stesse promesse. Cosa è successo nel frattempo? Nessuna iniziativa di incentivazione al risparmio, pochissimi interventi di risanamento della rete idrica, nessuna azione per il recupero delle falde inquinate, pochissimi controlli sui prelievi superficiali, sui pozzi e sulle captazioni, nessun cambio di indirizzo della politica agricola, nessuna doppia conduttura (quanti Prg locali ha approvato la Provincia nel frattempo?), e infine un'allegra politica di gestione del territorio. E qui ci riferiamo allo sviluppo urbano (industriale e residenziale) molto al di sopra delle effettive esigenze, ma soprattutto oltre la capacità portante del territorio, e all'area montana e collinare che non viene valorizzata e tutelata per le sue risorse ambientali ma è spesso sacrificata a progetti di sviluppo insostenibile (cave, pedemontane, poli industriali e produttivi).
«Siamo in presenza di una crisi idrica ampiamente prevedibile. Comunque, anche oggi dopo oltre tre mesi senza pioggia, con la maggior parte dei fiumi biologicamente morti, l'acqua potabile continua a scorrere nelle piscine, nei giardini privati ma anche pubblici (complimenti). Non si sta facendo niente per ridurre i consumi e gli inquinamenti, oltre ai generici e tardivi appelli al risparmio. A questo proposito la Provincia non è stata nemmeno in grado di stampare un manifesto di sensibilizzazione da diffondere capillarmente su tutto il territorio provinciale (speriamo non per una questione di soldi). Se la soluzione a future crisi è affidata a miracolosi invasi che probabilmente porteranno nuove devastazioni e squilibri ambientali, proprio non ci siamo. La Lupus è sempre disponibile al dialogo e al confronto ma temiamo che sia necessario l'interprete per relazionarsi con l'Amministrazione provinciale. C'è veramente da preoccuparsi».

Da: Corriere Adriatico del 14/8/2003

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Siccità, non c'è l'acqua per i campi - Pozzo Burano, coro di "no" al prelievo
L'emergenza siccità continua a interessare in modo sempre più allarmante ogni valle del nostro entroterra. Le colture subiscono danni quasi irreparabili, lo stato di calamità incombe, il razionamento ormai è pratica diffusa. Come ad esempio quello annunciato - proprio per quanto riguarda le colture - dal Consorzio di Bonifica dei fiumi Foglia, Metauro e Cesano. A seguito di un'ordinanza del sindaco di Sassocorvaro, "si rende noto che da lunedì prossimo sarà ridotto il rilascio di acqua dalla diga di Mercatale.
La quantità d'acqua rilasciata ammonterà a 10 mila metri cubi giornalieri. E di conseguenza verrà interrotto il servizio irriguo. Una notizia che non farà certo piacere agli agricoltori. Come rimediare? Sul nostro giornale ieri, durante un colloquio con Dante Marchi, presidente dell'Aato, oltre a una metaforica "danza della pioggia", si è accennato - se l'emergenza dovesse proseguire - ad alcune misure tra le quali l'utilizzo del pozzo Burano.
A questo proposito, pronta e corale è la replica che viene dal presidente della Comunità montana di Cagli (Catria e Nerone) e nel contempo sindaco di Cantiano (zona del Pozzo Burano 2), Gino Traversini; e dallo stesso sindaco di Cagli Domenico Papi, Comune dove è situato il Pozzo Burano 2.
Dice Traversini: "Parlare in questa fase di utilizzo dell'acqua del Pozzo Burano significa ritornare indietro nel tempo, al momento in cui erano state chiarite le questioni del Pozzo a livello provinciale e regionale (Protezione Civile): per nessun motivo dal pozzo Burano può uscire l'acqua per l'emergenza. La ragione sta nel fatto che quell'acqua è stata individuata quale risorsa strategica da parte della Regione e qualsiasi eventuale altro utilizzo era ed è legato allo studio in corso, al monitoraggio con noi concordato, che dovrà durare più a lungo possibile.
"L'Aato - conclude Traversini - deve svolgere una azione programmatica vera e non adottare soluzioni scontate e semplici nell'immediato, pericolossime per i nostri territori. Razionalizzare in maniera seria e un esempio che non vuole essere una polemica, ma è reale, il fatto che nel Comune di Cantiano, il prato dei pubblici giardini sono secchi, acqua ne abbiamo, mentre a Pesaro si vedono bellissimi gerani, quando si entra in città, sul ponte della ferrovia, rigogliosi e belli, e a Pesaro manca l'acqua".
Il sindaco Papi aggiunge: "In questo momento ritengo che non sia possibile utilizzare l'acqua del pozzo Burano, se prima non sono state verificate tutte le conseguenze oggettive scientificamente provate e lungamente rilevate che riguardano tutto il nostro territorio".

GIOVANNI BARTOLI

Da: Corriere Adriatico del 15/8/2003

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Fossombrone, i Cappuccini hanno affisso un volantino sulla porta della chiesa - Pregano per la pioggia "vera" - Turisti e visitatori arrivano ogni giorno al Colle dei Santi
FOSSOMBRONE - La preghiera per la pioggia al Colle dei Santi. Sulla porta delle chiesa i frati Cappuccini da tempo hanno affisso un volantino con la "Preghiera per la pioggia". Ogni giorno che passa le persone che arrivano, siano essi pellegrini o semplici visitatori si soffermano a leggere. Bisbigliano qualcosa. Qualcuno legge con un tono di voce più alta. Il testo dice tra l'altro: "Padre nostro, Signore del cielo e della terra. Tu sei per noi esistenza, energia e vita. Tu hai creato l'uomo a tua immagine perché con il suo lavoro faccia fruttificare le ricchezze della terra collaborando così alla tua creazione. Siamo consapevoli della nostra miseria e debolezza; nulla possiamo senza di Te. Tu, Padre buono, che su tutti fai brillare il tuo sole e cadere la pioggia, abbi compassione di quanti soffrono duramente per la siccità che ci ha colpito in questi giorni. Ascolta con bontà le preghiere a te rivolte fiduciosamente dalla tua chiesa come esaudisti le suppliche del profeta Elia che intercedeva in favore del suo popolo..."
Un signore distinto si avvicina la fotografo che di lassù cerca qualche scorcio particolare di un panorama stupendo. Racconta di essere in vacanza. Arriva da Roma e trova questo posto stupendo. Chiede se può avere una foto e un primo piano di quella preghiera. La giudica carica di una speranza della quale forse l'uomo del mondo moderno si era dimenticato. Con la tecnica digitale dopo qualche minuto il signora, soddisfatto, riparte con il floppy che contiene qualche foto del panorama, due o tre vedute del convento e un primissimo piano della "Preghiera per la pioggia". Laggiù, quasi a caduta perpendicolare dal belvedere della grande croce luminosa la valle si stende fino al mare. Il fiume Metauro non può apparire rigoglioso e la sua portata si è ridotta di molto. In tutta la loro consapevole umiltà carica di fede i frati Cappuccini ammoniscono ancora, come hanno sempre fatto, l'uomo e le sue presunzioni. Lo sguardo si rivolge al cielo. Terso, schietto, stupendamente immobile.

R.G.

Da: Corriere Adriatico del 18/8/2003

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Lettera aperta del direttore del Dipartimento prevenzione dell'Asl - Siccità e mare pulito - Alcuni suggerimenti per la prossima estate
Mare, clima, inquinamento: argomenti all'ordine del giorno. E sui quali pubblichiamo una lettera aperta di Massimo Fresina, direttore del Dipartimento di Prevenzione dell'Asl n.1 di Pesaro. "In considerazione della responsabilità tecnica che porto nei confronti della salute pubblica e delle conseguenze sulla stessa della situazione ed eventi ambientali -scrive il dottor Fresina - mi fa piacere riscontrare e far partecipi tutti delle attuali ottimali condizioni del Mare Adriatico in generale e per la parte che interessa le nostre coste in particolare.
"Era da tempo, infatti, che non si riscontrava un così alto livello di salinità, di trasparenza e di "pulizia " dell'acqua del nostro mare come si evidenzia in questo caldissimo mese di agosto. Il piacere che comporta l'osservare in questi giorni il nostro mare ed il bagnarcisi dentro porta però con sé la tristezza di qualche rimpianto giacchè solo pochi giorni fa la situazione era piuttosto diversa sia su tutta la costa dove era possibile vedere la iniziale, e a volte più che iniziale, fioritura algale sia in particolare a Baia Flaminia.
"Al riguardo propongo la mia lettura dell'evento: il nostro mare è oggi così bello e pulito, nonostante abbia una temperatura intorno ai 30 gradi centigradi da più di un mese, semplicemente perchè gli arrivano pochissime acque (inquinate) dai fiumi per la gravissima siccità. In generale è importantissima la bassissima portata del Po, in particolare è importante la scarsissima portata del Foglia. Le prime pioggie riporteranno tutto alla situazione di prima.
"Tutte le medaglie hanno però l'altra faccia: se quest'estate caldissima e senza piogge ci ha infine regalato un mare bellissimo per qualche giorno, ci ha però fatto boccheggiare per l'alta temperatura ed umidità, ci ha riempito i polmoni e la pelle di ozono, ci sta facendo penare per la carenza di acqua ed ha fatto soffrire soprattutto quelli che sono in condizioni di età avanzata e di salute precaria fino qualche volta ad ucciderli. Mi permetto allora di avanzare, per primo a me stesso, qualche suggerimento inevitabilmente un po' tecnico.
"Teniamo conto, nel costruire e ristrutturare, delle condizioni climatiche verosimili delle prossime estati, facendo particolare attenzione alla ventilazione, all'irraggiamento solare e non consideriamo più il condizionamento dei locali un lusso ma, ormai, sempre più una necessità. Facciamo tutti gli sforzi possibili per batterci contro l'inquinamento dei fiumi sia quando questi sono lontani da noi ma a noi comunque arrivano con quello che trasportano a mare, sia quando questi sono vicini a noi perchè non ci si deve accontentare di allungarne la foce. Attrezziamoci al meglio per assistere le persone che più soffriranno per questa situazione, non limitandoci solo a chiedere risorse aggiuntive ma, focalizzato da subito il problema come prioritario, orientando già quelle disponibili all'obiettivo. Ricordiamoci che rumore, ozono e polveri sottili e sottilissime ci sono anche da noi e che d'estate aumentano, coi loro effetti, il già alto livello di stress psico-fisico. Cerchiamo di garantirci risorse idriche sufficienti riducendo gli sprechi, le perdite nel trasporto".

Da: Corriere Adriatico del 23/8/2003

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La decisione presa dopo il summit tra gli enti locali convocato a Mondolfo - "Sul Cesano costruiremo gli invasi" - E' l'unico fiume della provincia a rimanere a secco per 15 giorni
MONDOLFO - Passare dalle parole ai fatti: questa la priorità espressa dai sindaci dell'Unione Valcesano e dalla Comunità Montana che su volontà dell'assessore all'ambiente del Comune di Mondolfo, Pietro Bertoldi, ieri hanno incontrato la Provincia di Pesaro Urbino rappresentata dall'assessore Giovanni Rondina.
Che le problematiche del fiume Cesano siano strettamente legate all'intero equilibrio di tutto il territorio della vallata - si legge in una nota dell'amministrazione comunale - non è più un mistero e che queste si siano tradotte in una vera e propria emergenza è fatto certo: è proprio da questo che si è concordato sulla necessità di mettere finalmente in pratica, in maniera operativa, anni di dibattiti politici, di confronti, di tavoli tecnici. Tutti conoscono perfettamente le esigenze della vallata legate all'equilibrio di un fiume che ne ha sempre determinato il valore ambientale: ora è giunto il momento di riportare il Cesano ad uno stato di vivibilità e con esso ridare all'intero territorio la possibilità di riorganizzare un sistema di vivibilità qualificato.
I recenti studi effettuati parlano infatti di una situazione disastrosa: il Cesano è l'unico fiume della nostra provincia capace di rimanere a secco di acqua per circa 15 giorni all'anno, destabilizzando l'intera vita del territorio (acqua per uso civile, approvvigionamento per l'agricoltura, acqua per riportare nel fiume forme di biodiversità ed assetto territoriale).
L'impegno espresso ieri nell'aula del Consiglio comunale di Mondolfo, che d'ora in avanti sarà la sede operativa dei prossimi incontri, è quello di intervenire con progetti da inserire nel piano di sviluppo rurale che la Provincia deve inserire e di reperire le risorse necessarie. E' chiaro che le soluzioni dovranno tenere conto del più possibile basso impatto ambientale anche se sembra già delineato quello che potrebbe essere l'unica strada percorribile: realizzare invasi naturali - sottolinea l'amministrazione comunale - capaci di assorbire acque e quindi di riversarla nei periodi di siccità che nei prossimi anni si preannunceranno sempre di maggior durata. L'assessore Rondina su pressione dei sindaci dell'Unione Valcesano e della Comunità Montana ha garantito "tempi brevi". Nei prossimi giorni verrà coinvolta anche la provincia di Ancona e dei Comuni che insistono sulla vallata del Cesano.

Da: Corriere Adriatico del 17/9/2003

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Siccità, da Ucchielli Richiesto lo stato di calamità
Il presidente della Provincia Palmiro Ucchielli ha chiesto alla Giunta regionale che "venga dichiarato lo stato di calamità naturale, dato il perdurare del periodo di siccità". Lo ha scritto in una lettera rivolta al presidente della giunta Vito D'Ambrosio e agli assessori regionali all'agricoltura Giulio Silenzi e alla protezione civile Gian Marco Spacca.
La particolare situazione climatica, ricorda il presidente, "ha provocato ingenti danni, sia all'agricoltura, drammaticamente colpita, sia alle infrastrutture e agli immobili della nostra provincia". Vista la geologia prevalentemente argillosa del territorio, infatti, la mancanza di pioggia ha causato il ritiro dei terreni con conseguenti lesioni alle strutture, ai piani viabili e ai ponti. "Una situazione - conclude Ucchielli - che creerà enormi danni quando nei prossimi giorni inizieranno le piogge".

Da: Corriere Adriatico del 20/9/2003

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Marotta, la scarsità d'acqua non inaridisce solo i terreni - Crepe sui muri delle case la siccità colpisce ovunque
MAROTTA - Continua la siccità: mesi e mesi senza pioggia, se si escludono quattro gocce che durante l'estate hanno al massimo rovinato la cena all'aperto di qualche turista, cominciano ad essere troppi.
Le campagne sono allo stremo e chi può si da da fare con pozzi ed irrigatori per salvare il salvabile. Alla fine di una stagione come quella passata dove con la popolazione crescente per via del turismo che ancora si distribuisce lungo le nostre coste è inevitabile un maggior consumo d'acqua così di pari passo con l'agricoltura che si è sostenuta con forti prelievi dal sottosuolo.
La terra ha sete e si vede, crepe dove ci si può infilare la mano quasi che ci si trovasse di fronte alla Bocca della verità continuano a disegnare le campagne. Nelle ultime settimane, quelle crepe che finora avevano interessato solo campi agricoli sono comparse su qualche muro di abitazioni rurali.
«Accade - spiega un tecnico - che il terreno, soprattutto quando si tratta di ristrutturazioni recenti, in periodi eccezionali di secca si comporti come una spugna bagnata alla quale viene a mancare gradualmente l'acqua. Si restringe lentamente ed inesorabilmente modifica il suo stato causando dissesti di piccola o media entità».
C'è poi da considerare l'impermeabilità che mesi di siccità conferiscono al terreno.
Piogge violente o di notevole durata possono causare danni ed allagamenti come si è verificato recentemente in giro per l'Italia, proprio a causa della bassa ricettività dei terreni resi aridi.
Da qui l'importanza delle prevenzione con la cura di tutte quelle opere che nelle campagne regimentano le acque (fossi, canali di scolo ecc.) così da evitare il ripetersi di calamità annunciate come quella che quattro anni fa colpì la zona a cavallo della Pergolese quando la pressoché assoluta mancanza delle opere di cui sopra provocò la cancellazione di strade bianche e l'interruzione di quelle asfaltate.
Per ora nulla accade o quasi, nemmeno in campo meteorologico. Per la pioggia si dovrà aspettare ancora qualche giorno, per il resto forse di più.

REMO SABATINI

Da: Corriere Adriatico del 21/9/2003

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Problemi per gli operatori che hanno garantito il servizio reso difficile dalla siccità - Piano antincendio sulle Cesane - I risultati dell'ultima stagione sono da monito per gli impegni futuri
FOSSOMBRONE - Sulle Cesane ci sono bocche antincendio non sempre funzionanti. In alcuni depositi manca l'acqua. In altri casi l'approvvigionamento, in caso di incendio, si è rivelato difficoltoso. I turni svolti dai volontari della protezione civile del Centro Marchigiano Antincendio sono stati 18, otto ciascuno per le sezioni OER di Fossombrone e Orciano di Pesaro.
La siccità ha colpito forte. A luglio le prime segnalazioni riguardano le bocche antincendio che vengono trovate nelle stesse condizioni dell'anno precedente. Qual é di norma il comportamento della gente? Non molto lineare a giudicare dai rapporti appena consegnati alla Comunità Montana: in molti casi i turisti accettano di buon grado di spostare la propria auto da zone a rischio. In altre situazioni però si è fatto orecchio da mercante. Ai volontari della protezione civile non è rimasto altro che trasmettere il numero di targa alle autorità competenti. Sembra incredibile ma in piena calura estiva c'è anche chi ha acceso il fuoco per cuocere qualcosa. Il tutto con rischio elevatissimo.
Le vedette della protezione civile hanno operato con grande senso di abnegazione intervenendo anche fuori dalle Cesane in considerazione che spesso erano le prime ad accorgersi delle colonne di fumo che si ergevano qua e là dalla valle sottostante. Lo spegnimento degli incendi più consistenti è stato difficile. I volontari sono intervenuti prima a supporto dei vigili del fuoco, delle guardie forestali e dei carabinieri e poi in proprio per diversi giorni. Complessivamente il bilancio risulta positivo. Non potrà non ottenere gli apprezzamenti degli amministratori. Il 6 agosto, tanto per fare un altro esempio per quanto attiene lo stato delle bocche antincendio, la numero 3 di Ca' Baldani risulta non funzionante per la mancata apertura del rubinetto di arresto posizionato a terra e seminascosto. A Campo Abeti la numero 4 funziona. Alla numero 2 di Ca' Rondini o zona parco giochi non c'è acqua in quanto non è aperta la saracinesca a valle dei depositi. In quello stesso giorno, alle 17.30 i vigili del fuoco sono alle prese con un nuovi incendio. Trovano grandi difficoltà nel rifornirsi di acqua.

ROBERTO GIUNGI

Da: Corriere Adriatico del 17/11/2003

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E le temperature si sono abbassate mediamente di tre gradi e mezzo - In salute l'agricoltura Ortaggi meno cari? -Nessun rischio idrico, piogge abbondanti: la portata del Metauro è doppia rispetto al 2003 - La città quest'anno naviga... nell'acqua
Crisi idrica? Siccità? Rubinetti asciutti? Ecco quali erano i peggiori incubi dell'estate scorsa e che per quest'anno hanno deciso di fare marcia indietro davanti alle potenti e copiose precipitazioni degli ultimi mesi. "L'estate 2003 era stata davvero eccezionale dal punto di vista della siccità - commenta Dante Marchi, presidente dell'Aato -: ma per quest'anno le preoccupazioni in tal senso non hanno pressoché ragione di esistere". E in effetti i dati parlano chiaro: rispetto alla fine del giugno scorso il dato relativo alla portata del fiume nell'invaso della diga del Furlo, che rifornisce Pesaro, si è raddoppiato spazzando via ogni timore. "Alla fine del giugno 2003 la portata del Metauro e del Candigliano era di circa 1.500 litri al secondo - evidenzia Michele Ranocchi, ingegnere dell'Aato, riferendosi ai numeri elaborati dalla ditta Enel Green Power che gestisce la diga del Furlo -. Al 25 giugno la portata è di 3.000 litri al secondo".
"Le piogge di quest'anno non ci fanno sospettare la presenza di alcun futuro problema idrico: senza considerare che poi, le previsioni meteorologiche hanno annunciato nuovi episodi piovosi per questo fine settimane".
Per chi, l'anno scorso, ha avuto la brutta esperienza di tornare dal mare e trovare a Pesaro la doccia completamente asciutta o di finire la propria cena e non riuscire a lavare nemmeno una forchetta, i dati dell'Aato (autorità di ambito territoriale ottimale), che gestisce il ciclo delle acque in provincia, suscitano senz'altro un sospiro di sollievo: non sarà più necessario, come lo scorso anno alla fine di agosto, radunarsi davanti all'Aspes per ricevere la "scorta idrica di emergenza".
Tirano un sospiro di sollievo anche coloro che lavorano nel campo dell'agricoltura: finalmente frutta e verdura potranno essere annaffiate con regolarità e crescere rigogliose e magari anche i prezzi saranno un po' più contenuti.
Il lato negativo della medaglia, però, è che finora, tutti i pesaresi hanno dovuto fare i conti con un'estate piuttosto capricciosa che ha convogliato i suoi "pianti a dirotto" soprattutto nel week end.
"Dal primo maggio (in cui, ovviamente, pioveva), le precipitazioni si sono susseguite con cadenze molto regolari - valuta Alberto Nobili, dell'osservatorio Valerio -. Per non parlare della pioggia straordinaria caduta domenica 6 giugno: da 130 anni a questa parte, non pioveva tanto a giugno (78,9 millimetri in una sola giornata). Quest'anno ci sono stati 6 giorni piovosi solo a giugno mentre l'anno scorso ha piovuto 6 volte in tutta l'estate a cui si aggiungono 2 giornate piovose a maggio. Anche le temperature nel 2003 erano decisamente eccezionali rispetto agli standard: dall'inizio dell'anno fino a giugno inoltrato la temperatura era salita anche di 13 volte al di sopra dei 30 gradi fino a raggiungere, il 24 giugno, i 36,2 gradi. Quest'anno, invece, nello stesso periodo la temperatura ha superato i 30 gradi solo 4 volte con una punta massima di poco più di 33 gradi l'11 giugno. La media delle temperature massime fino a oggi un anno fa era di 29,5 gradi, quest'anno è di 25,9, comunque sempre superiore a quella degli ultimi 50 anni: 24,7 gradi".

ANTONELLA MARCHIONNI

Da: Corriere Adriatico del 26/6/2004

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Appello del Comune - Evitare lo spreco dell’acqua
E' da tempo che non piove, non siamo all'emergenza dell'anno scorso, ma anche quest'anno il livello del fiume Metauro, da cui la città prende acqua per portare avanti il procedimento della miscelazione, sta calando sensibilmente. Prima che si raggiunga il gradino di guardia, l'Amministrazione Comunale ha deciso di rivolgere un appello ai cittadini perchè riducano il consumo dell'acqua allo stretto indispensabile.
Grazie ad una dotazione di una falda idrica, particolarmente capiente, Fano in ogni caso non rimarrà senz'acqua; ma in caso di prolungata siccità, potrà venir meno l'acqua del fiume che alimenta il potabilizzatore di San Francesco di Saltara e da questo l'impianto di miscelazione con l'acqua di falda che riduce il tenore dei nitrati.
Quindi il peggio che può accadere è quello di restare senz'acqua potabile. Perciò si raccomanda di innaffiare orti e giardini soltanto nei due giorni alla settimana, in cui l'intervento è autorizzato, ovvero il lunedì e il giovedì nelle ore serali e di limitare il consumo per usi igienici allo stretto indispensabile.
Il problema si è acuito recentemente anche a causa dell’aumento di popolazione dovuto alle presenze turistiche. Si calcola, infatti, che nei due mesi estivi di luglio e agosto, i consumi idrici aumentino di oltre il 50 per cento.
Il caldo e l’insolazione, poi, motivano i residenti a fare più uso di acqua, tanto per usi igienici quanto per innaffiare orti e giardini.

Da: Corriere Adriatico del 22/7/2004

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Il sindaco di Saltara lancia l’allarme sulla situazione idrica del Comune - “Siccità, siamo all’emergenza”
SALTARA - “Stiamo affrontando una situazione molto grave in termini di siccità. Ho già chiesto un incontro urgente con il Megas per fare il punto della situazione e cercare di capire come stanno realmente le cose - afferma il nuovo sindaco di Saltara Tullio Renzoni - contiamo di avere un quadro della situazione la più corretta possibile quanto prima”.
Si ha la sensazione sindaco che la situazione si stia mostrando molto più grave di quanto non fosse stato anno scorso?
“Purtroppo non è solo una sensazione. Ci si deve rendere conto che le sorgenti sono in gravi difficoltà”.
Non c’è stato il grande caldo dello scorso anno se non in questi ultimi giorni però...
“Anche alcuni pozzi privati sono già a secco. Io credo che le conseguenze del caldo dell’anno scorso le stiamo pagando ora”.
Così è se vi pare, si potrebbe laconicamente commentare. In verità il primo cittadino di Saltara è preoccupato. Più o meno come possono esserlo altri suoi colleghi. Di Renzoni, già vice sindaco uscente, medico anestesista responsabile del servizio presso l’ospedale di Fossombrone, si sa la proverbiale diplomazia. Quando afferma che la situazione è grave bisogna credergli. Non esagera. Il suo mandato comunque prosegue con grande impegno. E assicura che sarà opportuno vedere anche quelli che sono i consumi sul territorio. Come dire: una sorta di attenta analisi. Per non allarmare nessuno. Ma anche per far capire che non ci si trova di fronte al classico grido di colui che grida “al lupo” solo per fare uno scherzo agli altri. Il sindaco Renzoni ha intrapreso il nuovo mandato con molto entusiasmo. Lo stesso che lo contraddistingue in tutti i suoi impegni. Se il problema della siccità attanaglia il pensiero quotidiano all’orizzonte si profilano altre novità che risulteranno qualificanti. In particolare un più stretto collegamento con i problemi della popolazione. Con il ricorso a delegati volontari che avranno la funzione di tenere contatti stretti tra assessori e persone di questo o quel quartiere. E anche in tale direttiva nasce un’altra novità. A Saltara di quartieri non si era mai parlato. Adesso è giunto il momento di definirli come espressione di una democrazia quanto più diretta possibile che a Renzoni sta molto a cuore.
“Un buon governo della cosa pubblica - commenta il sindaco - non può prescindere dalla partecipazione dei cittadini. Teniamo molto a questo aspetto, occorre superare l’individualismo per qualificare obiettivi condivisi. Abbiamo chiesto di amministrare la cosa pubblica per favorire il benessere dei cittadini. Gli elettori ci hanno premiato e adesso dobbiamo lavorare”. I principi sono chiari. Chi ben comincia...

ROBERTO GIUNGI

Da: Corriere Adriatico del 25/7/2004

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Urbino, il sindaco Corbucci invita i cittadini al risparmio - “Acqua, uso moderato” - Ordinanza: esclusivamente a scopi domestici
URBINO - Anche se gli ultimi fenomeni atmosferici che hanno contribuito ad abbassare le temperature (anche troppo) lasciano margini di tranquillità e allontano il rischio di siccità, l’amministrazione Comunale di Urbino ha ritenuto giusto adottare un provvedimento cautelativo invitando i cittadini ad un uso parsimonioso dell'acqua potabile.
Il sindaco Franco Corbucci ha emesso quindi una ordinanza con la quale si fa divieto di usare l'acqua del pubblico acquedotto per annaffiare orti, lavare mezzi, riempire piscine. L'acqua potabile potrà essere usata solo ed esclusivamente per scopi domestici onde evitare di mettere in crisi le forniture nel caso dovessimo avere un mese di agosto particolarmente caldo e assolato. Una azione preventiva apprezzabile che diventa anche un invito ad apprezzare l'acqua come bene di valore inestimabile da gestire con saggezza.
A parte la situazione che si era creata recentemente a Schieti e risolta in tempi abbastanza brevi, va detto che Urbino nel tempo ha saputo fare cose importanti per garantirsi acqua sufficiente per il suo fabbisogno di città che per almeno nove mesi l'anno raggiunge gli oltre trentacinque mila abitanti. Scelte oculate avevano consentito a suo tempo di accedere a zone incontaminate per il prelievo di un'acqua di qualità, buona da bere e senza mai troppi rischi di rimanere a secco. L'unico problema la rete idrica da modernizzare per evitare dispersioni e nel contempo una attenta politica per convincere tutti ad evitare gli sprechi specie nei periodi a rischio quando le falde potrebbero risentire dell'aumento di calore.
L'ordinanza del sindaco Corbucci è quindi un invito alla prudenza ancor prima di una necessità che si pone, ma non deve per questo essere ignorata anche perché sono in atto controlli da parte della Polizia Municipale e altri organi preposti.

MARIO PELLEGRINI

Da: Corriere Adriatico del 30/7/2004

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E’ allarme siccità: il sindaco Conti ordina di evitare sprechi - Scatta l’emergenza idrica
FOSSOMBRONE - Scatta l’emergenza idrica. La situazione, informa in una nota il sindaco Marcello Conti, richiede un utilizzo razionale dell’acqua potabile. Non si rende necessario l’erogazione a fasce orarie. E’ indispensabile però che i cittadini evitino lo spreco. In particolare nell’avviso distribuito si legge testualmente: “Il Sindaco ricorda alla cittadinanza che é tuttora in vigore l’ordinanza n. 41 del 19 luglio 1999”.
In particolare: “Considerato che, durante la stagione estiva si determina un impoverimento delle falde acquifere con conseguente diminuzione dell’approvvigionamento dei serbatoi di accumulo del pubblico acquedotto, considerate le gravi carenze idriche che si possono determinare per i motivi di cui sopra, vista la nota del 26 agosto trasmessa dalla azienda multiservizi Megas s.p.a., visto il regolamento di distribuzione dell’acqua potabile si ritiene opportuno, richiamare l’attenzione della popolazione affinché l’acqua potabile sia utilizzata esclusivamente per gli usi alimentari ed igienici consentiti, contenendone il consumo nella misura possibile. Nei confronti dei contravventori si procederà in base alle sanzioni previste nel richiamato regolamento. I cittadini hanno il dovere di segnalare gli abusi. Gli agenti della forza pubblica ed i vigili urbani sono incaricati di far osservare le disposizioni dell’ordinanza”. Sarà facile prevedere che prima o poi l’emergenza sarebbe stata ufficialmente dichiarata, la nota al Comune da parte del Megas non lascia dubbi di alcun genere. In realtà l’ordinanza del sindaco che vieta lo spreco di acqua potabile risale al 1999. Il che suggerisce di impostare un’azione preventiva già agli inizi della stagione estiva. Un’indicazione che potrà essere applicata dal prossimo anno.
Si sa bene che della prevenzione ci si dimentica quando non sorgono problemi impellenti. Bisognerà però incrementarla anzitempo. Per questo è importante sensibilizzare la popolazione a consumi razionali. Cosa che non accade. Specie per quanto attiene l’innaffiamento di orti e giardini fatti salvi i pozzi privati.
La prima denuncia è stata quella di oltre un mese fa. Il livello mai così basso del fiume Metauro. Anche a causa, come si é saputo più tardi, dei lavori di rifacimento degli argini del bacino artificiale a valle. Intervento che forse poteva essere procrastinato. In piena stagione estiva vedere il corso d’acqua nel centro abitato ridotto a quella maniera fa nascere forti perplessità. E adesso l’allarme siccità. Che non fa piacere.

ROBERTO GIUNGI

Da: Corriere Adriatico del 31/8/2004

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Il Consorzio annuncia una riduzione - Non sprecare l’acqua
SASSOCORVARO - Il Consorzio di Bonifica Integrale dei Fiumi Foglia, Metauro e Cesano informa che l’anomalo perdurare di siccità ed elevate temperature impone, per un’ottimale razionalizzazione della risorsa idrica di Mercatale, una ridotta erogazione del sevizio irriguo. Onde assicurare tale servizio sino alla maturazione dei prodotti, dal prossimo fine settimana verrà perciò sospesa l’erogazione nei giorni di sabato e domenica. Erogazione che tornerà continua se mutate condizioni meteorologiche dovessero consentire anche il parziale reintegro dell’invaso. Si raccomanda di evitare abusi e sprechi severamente sanzionati.

Da: Corriere Adriatico del 3/7/2005

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Il consigliere regionale Roberto Giannotti accusa la Regione - “Siccità, la beffa dopo i danni”
PESARO - A distanza di oltre tre anni dall'eccezionale ondata di caldo, accompagnata da forte siccità, che ha colpito la provincia tra il mese di maggio e quello di agosto del 2003, causando pesanti danni alle produzioni ed alle attività di centinaia di imprenditori ed operatori del settore agricolo, non pare essersi ancora concluso il capitolo relativo alla liquidazione del risarcimento ai soggetti danneggiati. La denuncia è arrivata sul tavolo del presidente della Giunta regionale, a partire da un'interrogazione del consigliere regionale di Forza Italia, Roberto Giannotti.
“Al danno subito da un gran numero di imprenditori agricoli del Pesarese determinato dalla eccezionale siccità che ha colpito senza distinzione le loro attività si è aggiunta la beffa di non vedersi liquidati i fondi, a causa di inaccettabili complicazioni burocratiche dovute alla Regione Marche. Infatti, pur essendo stato riconosciuto, già nell'ottobre del 2003, da parte del Ministero per le Politiche Agricole e Forestali lo stato di calamità naturale agli imprenditori agricoli, a causa della certificata eccezionalità degli eventi atmosferici verificatisi nella provincia, la Regione Marche, attraverso i propri uffici, non è riuscita ancora a sbrigare le procedure utili a far ottenere ai numerosi soggetti danneggiati le risorse finanziarie, peraltro assegnate tempestivamente dallo stesso Ministero.
“Questo periodo lunghissimo di gestazione da parte della burocrazia regionale - rileva Giannotti - che, tra le altre cose, non ha ancora prodotto alcun risultato tangibile, è assolutamente inaccettabile, tenuto conto, peraltro, che la Struttura decentrata Agricoltura di Pesaro ha effettuato, da tempo, l'istruttoria amministrativa delle domande presentate e che il Dirigente del Servizio Sviluppo e Gestione delle Attività Agricole e Rurali ha effettuato la ripartizione delle somme assegnate alla Regione Marche per l'indennizzo dei danni dovuti ad eventi calamitosi. Inoltre è stato approvato l'elenco delle aziende ammissibili all'aiuto...”.

REDAZIONALE

Da: Corriere Adriatico del 14/6/2006

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Neppure la canicola ne spiega la crescita - Sprechi impressionanti - I piccoli Comuni sono in maggiore difficoltà - L’appello di Pesaro - I letti dei fiumi sono vuoti, il responsabile del Megas invita i cittadini a ridurre i consumi - Troppi sprechi, l’acqua è a rischio
URBINO - Fiumi a secco e acqua che scarseggia. Il Foglia ed il Metauro sono praticamente in secca, lo si vede ad occhi nudo. Ancor più sconfortanti sono i dati che pervengono dalla centrale-padiglione; i fiumi a monte sono privi di acqua: i letti del Foglia e dei suoi affluenti Apsa e Mutino sono vuoti. Gli approvvigionamenti dai quali si rifornisce la città ducale sono ancora in grado di erogare il servizio in maniera continua, ma lo scellerato consumo del bene primario da parte degli utenti ed il clima africano minacciano questa certezza.
Proprio così: alle basi delle problematiche di siccità che intimoriscono gli operatori che erogano il servizio dell'acqua ci sono proprio loro, gli utenti. Il loro comportamento sembrerebbe talvolta incurante dell'eventuale emergenza. Lo dimostrano i dati: i consumi di litri d'acqua al secondo, raffrontando questo periodo con quello invernale, raddoppiano e triplicano; un dato non spiegabile con il solo aumento della temperatura e della canicola estiva: alla base del problema della scarsità dell'acqua c'è dunque la maleducazione della maggior parte dei cittadini.
Nella città ducale si toccano punte limite di 110 litri erogati ogni secondo. Le quantità d'acqua nelle sorgenti di approvvigionamento sono calate tantissimo - ha spiegato Pietro Amantini, responsabile della programmazione Megas spa (che eroga l'acqua ad Urbino e nei comuni limitrofi; ndr) - ma di certo non si rimarrà senz'acqua. Urbino può infatti godere di una riserva alternativa anche se nel peggiore dei casi si dovesse prolungare la mancanza di piogge: si tratta di una captazione presso il fiume Burano. Quello che ci preoccupa è l'entità dei consumi: lo spreco d'acqua è impressionante. Non riscontriamo, in questo senso, alcuna educazione al consumo da parte dell'utente. I problemi più grandi potrebbero cominciare a verificarsi nei piccoli comuni come Apecchio o in altre realtà non molto espanse.
Niente danze della pioggia, dunque, ma un consumo responsabile: questa sarebbe la risposta alla carenza di un bene vitale come l'acqua. Ogni estate si ripete la stessa emergenza ma alle buone intenzioni delle amministrazioni locali non seguono i fatti e con l'arrivo delle piogge si dimentica tutto.
Il dirigente Megas ha lanciato un ultimo allarme: I fiumi tendono a morire ed il pericolo si chiama eutrofizzazione: le alte temperature e la mancata ossigenazione per via della assenza d'acqua, provoca la crescita consistente di alghe sui letti dei fiumi. Dunque, in attesa di un abbondante temporale estivo, per il momento nessuno rimarrà senz'acqua: secondo la sede pesarese dell'ufficio irrigazione, a valle vi sono ancora quattro milioni di metri cubi d'acqua.
Anche il Comune di Pesaro invita a evitare gli sprechi, rispettando alcune semplici regole a cui tutti i cittadini dovrebbero attenersi per risparmiare il consumo d'acqua potabile e per ridurre anche il costo della bolletta. Attualmente non stiamo vivendo una situazione di siccità - specificano il Comune e l'Aspes Multiservizi - ma è comunque importante, per evitare criticità e emergenze, operare un generale contenimento dei consumi idrici. Considerando il clima dell'ultimo periodo, la scarsità di precipitazioni significative e l'andamento delle portate dei fiumi Metauro e Candigliano, è fondamentale sensibilizzare i cittadini al risparmio dell'acqua”.

GIORGIO BERNARDINI

Da: Corriere Adriatico del 26/7/2006

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Affrontata la situazione idrica, si punta e ridurre le perdite d’acqua - La situazione dei fiumi lontana dalla siccità registrata nel 2003
PESARO - L’Aato, Autorità di Ambito Territoriale Ottimale n. 1 Marche Nord di Pesaro e Urbino informa che “Nel corso della Conferenza delle Autonomie Locali convocata dalla Provincia per fare il punto sulla situazione idrica nell'intero territorio, i responsabili dell'A.T.O. (Autorità d'Ambito per le risorse idriche della provincia) hanno analizzato la situazione estiva delle portate dei corsi d'acqua superficiali, con particolare riferimento al fiume Metauro e agli invasi Enel ubicati al Furlo, San Lazzaro e Tavernelle”.
Il comunicato è sicuramente positivo: “Confrontando i dati di questi giorni a quelli degli anni precedenti, emerge un quadro abbastanza simile e ben lontano dal periodo fortemente siccitoso dell'estate 2003.
“La portata del Metauro garantisce infatti sia lo sfruttamento idropotabile del fiume che il mantenimento del minimo deflusso vitale in alveo. I rilievi relativi ai tre bacini dell'Enel, ricaricati dai fiumi Candigliano e Metauro, indicano una quantità costante della risorsa idrica, in grado di alimentare, in caso di necessità, gli acquedotti del territorio provinciale, soddisfacendo anche i picchi di consumo dovuti alla stagione turistica che cattura un numero di utenti maggiore rispetto al resto dell'anno.
“In questi giorni gli amministratori locali hanno comunque avvisato, in via cautelativa, le popolazioni del territorio, affinché si faccia un uso attento e consapevole dell'acqua potabile, evitando inutili sprechi per fini diversi dai bisogni umani.
“Parallelamente a tali iniziative, anche gli investimenti per le risorse idriche nella nostra provincia, pari a 24 milioni di euro, sono stati destinati per oltre il 50%, alla riduzione e al contenimento delle perdite dalle tubazioni che attualmente si attestano attorno al 30% dell'acqua captata per gli usi potabili”.

REDAZIONALE

Da: Corriere Adriatico del 1/8/2006

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Danni della siccità: risarcimenti agli agricoltori
FANO - Da Daniele Sanchioni, responsabile dell'ufficio fanese della Cia, apprendiamo una buona notizia per tutti quegli agricoltori che nel 2003 subirono danni alle loro colture per l'eccezionale siccità che investì il nostro territorio. Dalla prossima settimana, infatti, sarà mandato in pagamento ad oltre 2.800 aziende della provincia di Pesaro, tra le quali molte sono nel Comune di Fano che, lo ricordiamo vanta l'economia agricola più diffusa e prosperosa del comprensorio. La procedura attivata dalla Regione Marche, considerato il notevole numero delle domande da evadere, prevede che il beneficiario si rechi direttamente alla filiale a lui più vicina della Banca delle Marche a ritirare l'importo a lui assegnato. Dal 20 novembre in poi, quindi, tutti coloro che hanno avanzato domanda di contributo, certificando i danni subiti, potranno recarsi alla suddetta banca, sicuri di trovare la somma loro spettante.
In quell'anno la calura particolarmente elevata che investì il nostro territorio, associata alla penuria d'acqua, tanto che il Comune di Fano vietò qualsiasi prelevamento idrico, per usi agricoli, dal fiume Metauro, bruciò tutti i prodotti orticoli e agricoli che si trovavano sul terreno, rovinando completamente molti raccolti. A partire dai cavolfiori che dal mese di aprile soffrirono drasticamente per la mancanza d'acqua, la siccità provocò gravi danni alle colture da seme, ovvero a quelle che offrono un reddito più elevato: bietole, porri, cipolle, carote; ma andarono a male anche pomodori, zucchine, melanzane, uva, insomma tutte quelle produzioni nostrane che l'orticoltura fanese produce per il consumo locale e l'esportazione. Fu un anno tremendo, le cui conseguenze il settore agricolo si trascina dietro ancora oggi. Ma le bizze di stagioni che si susseguono in modo convulso e violento, non sono finite qui. Alla siccità, infatti è seguita ben presto la sovrabbondanza d'acqua che ha causato vasti allagamenti. Per il primo evento, almeno è stato riconosciuto lo stato di calamità naturale, per tutto quello che è venuto dopo, invece, ancora non è giunta alcuna buona notizie.

Da: Corriere Adriatico del 17/11/2006

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Il Comune sollecita un incontro - “Preoccupati per il Metauro”
URBANIA – Si discute molto in questi giorni di mutamenti climatici e delle conseguenze che avrà il lungo periodo di siccità sulle colture e la produzione agricola. Si anticipa - lo hanno fatto eminenti scienziati - che nel 2005 si scioglieranno i ghiacci del Polo Nord e le acque, alzandosi, faranno sparire coste e città. Intanto, però, il rischio immediato è il contrario.
Sì, è grande la preoccupazione per le ripercussioni sulle riserve idriche che continuano a diminuire e rappresentano uno dei problemi più rilevanti da affrontare non solo per salvaguardare le generazioni future, ma anche nell’immediato. L’acqua, un bene prezioso per il quale occorrono interventi immediati. Preoccupa pertanto la portata del fiume Metauro, in questo periodo, pressoché ai minimi storici, ma anche le conseguenze legate ai periodici inquinamenti delle acque.
Così il Comune di Urbania si attiva per la salvaguardia del fiume Metauro. Il calo di portata estivo, in generale, e quello attuale in particolare, ed i vari fenomeni di inquinamento verificatisi con una preoccupante frequenza nelle ultime settimane, hanno infatti portato l’assessore alle politiche ambientali del Comune di Urbania Marco Mencarini a proporre un’iniziativa per discutere in merito, attivandosi in tal senso con una missiva inviata ai Comuni di Borgo Pace, Mercatello sul Metauro, Sant’Angelo in Vado, Peglio, Urbino, Fermignano, Fossombrone, Fano e naturalmente alla Provincia, ente competente in materia.
La proposta è stata tra l’altro discussa da qualche giorno in Commissione Natura. “Quello che il Comune di Urbania richiede con urgenza e sollecitudine - spiega l’assessore Mencarini - è un incontro da attuarsi al più presto, al fine di affrontare tali problematiche e prevedere, tempestivamente, una serie di misure atte alla salvaguardia del fiume Metauro, nonché coordinare i controlli e sensibilizzare i cittadini e le imprese sul corretto utilizzo della risorsa acqua”.

MARIO CRISCILLO

Da: Corriere Adriatico del 22/1/2007

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Bloccate le captazioni dal Metauro che è sceso sotto la soglia di sopravvivenza
Per non morire il fiume deve avere una portata di almeno 700 litri al secondo. Siamo a 400.
A rischio anche il Bosso e il Cesano
Questo il tempo per verificare l’efficacia delle limitazioni imposte: poi altro giro di vite
Emergenza acqua, dieci giorni d’attesa

Pesaro - Dieci giorni per verificare se le misure anti spreco di acqua potabile hanno funzionato. Dopo l’ordinanza emessa giovedì scorso dalla Provincia in vigore fino al 31 luglio, continua l’emergenza acqua.
Risorse idriche razionate e riduzione degli sprechi almeno per altri dieci giorni quando sarà organizzato il prossimo summit per fare il punto generale sulla condizione dell’acqua lungo tutta la vallata del Metauro. Fino ad allora rimane alto il livello di attenzione in tutta la città e nei sessantasette comuni della Provincia. E’ ancora presto per parlare di calamità o emergenza vera e propria. “Per ora non c’è un forte allarmismo - rassicura l’assessore all’ambiente di Pesaro Gloriana Gambini - ma se la situazione continua a peggiorare saremo costretti a prendere provvedimenti più seri. Occorre assolutamente che i cittadini prendano coscienza della situazione. Devono risparmiare l’acqua in casa e fuori. Questo è lo scopo dell’ordinanza emessa. Se lo spreco sarà eccessivo e continuerà la siccità non basteranno più gli inviti ma ci saranno degli obblighi ”. Stop al lavaggio delle auto e all'innaffiamento dei giardini.
Ha scandito il presidente Palmiro Ucchielli: La nostra ordinanza comporta il divieto temporaneo di prelievo direttamente dall'alveo e l'utilizzo, per qualsiasi finalità, delle acque superficiali nel territorio del bacino del fiume Metauro, fatta eccezione per le derivazioni e gli attingimenti per uso potabile. Al summit dell’altra mattina sono intervenuti gli amministratori locali, i gestori del servizio idrico e i rappresentanti delle associazioni agricole che in coro hanno sottolineato: Usiamo tutti meno acqua per poterla usare tutti. Da diversi giorni il Metauro è ridotto a una portata di 400 litri al secondo e la capacità dei tre invasi Enel a poco più di un milione di metri cubi complessivi. Nell'estate del 2003, la peggiore in termini di carenza idrica, il fiume Metauro non andò mai sotto i 700 litri al secondo. Si è parlato anche dell'urgenza di garantire i deflussi minimi dalle principali opere di captazione, senza i quali i corsi d'acqua come il Cesano-Cinisco e Giordano-Bosso, rischiano l'annientamento. Anche i Comuni nel frattempo stanno emettendo ordinanze.
A Fossombrone ad esempio da alcuni giorni è assolutamente vietato adoperare acqua della condotta pubblica per i giardini. Altra segnalazione preoccupante è la cascata a Fermignano che si è ridotta ad un rigagnolo mentre nella zona di Calmazzo, a Fossombrone, la portata del fiume è di soli 100 litri al minuto il che ha messo in difficoltà anche le captazioni per le diverse coltivazioni. Stesso provvedimento a Cartoceto. Su tutto il territorio comunale, fino al 30 settembre c'è il divieto di prelievo e di consumo di acqua derivata dal pubblico acquedotto per l'irrigazione e annaffiatura di orti, giardini e prati; il lavaggio di aree cortilizie e piazzali; il lavaggio privato di veicoli a motore; il riempimento di piscine, fontane ornamentali, vasche da giardino e per tutti gli usi diversi da quello alimentare domestico e per l'igiene personale. Il mese di giugno, dati dell'Osservatorio Valerio, è stato il quarto più caldo di sempre, in oltre 130 anni di rilevazioni. E nella prima decade di luglio la situazione non è migliorata: minima (20.1), massima (30.9), per una media di (25.8). Se giugno è stato tra i più asciutti (16.2 mm), a luglio per ora è addirittura peggio (3.2) e stando alle previsioni difficilmente il trend potrà cambiare.
I guai derivano dall’inverno siccitoso: basti pensare ai 290,1 millimetri di precipitazioni caduti a Pesaro città dal primo gennaio a oggi. “Poco più della metà dell’anno scorso – fa sapere Alberto Nobili dell’osservatorio Valerio – quando nello stesso periodo di riferimento i millimetri caduti erano 510. Non siamo ai 195 millimetri del 2003, anno critico, ma siamo ben al di sotto della media di precipitazioni del secolo scorso che si attesta sulla cifra di 364,2 millimetri”.

EMANUELE LUCARINI e MARCO SPADOLA

Da: Corriere Adriatico del 14/7/2007

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Risparmiare l’acqua - Decalogo contro la siccità
PESARO - Dimezzare i consumi, rispettare i divieti, aumentare i controlli. Sono le tre parole d'ordine del decalogo lanciato sabato mattina dalla Provincia per fronteggiare l'emergenza idrica. Un appello rivolto ai cittadini, agli agricoltori e ai responsabili della vigilanza per una corretta e puntuale applicazione delle ordinanze anti-crisi emanate nei giorni scorsi dai sindaci e dall'amministrazione di viale Gramsci.
Ecco le raccomandazioni: primo punto, ridurre all'osso l'utilizzo di acqua potabile; contenere il più possibile le captazioni nei siti autorizzati; utilizzare con accortezza le risorse idriche per l'agricoltura e l'irrigazione dei campi; intensificare i controlli e la vigilanza sul rispetto dei divieti; massima attenzione al corretto deflusso delle acque.
La Provincia ricorda inoltre che «è indispensabile il deflusso minimo per la vita di fiumi e affluenti», pertanto sta valutando, insieme ai Comuni e alla Regione, l'opportunità di utilizzare la risorsa strategica del Burano per evitare di rimanere a secco. Una lettera è stata inviata poi al Consorzio di bonifica per «contenere fortemente l'utilizzo delle disponibilità nell'invaso di Mercatale». Chiusura infine, in attesa di tempi migliori, per la pesca nelle acque interne.

Da: Corriere Adriatico del 15/7/2007

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Metauro al minimo storico, nei vari Comuni fioccano i divieti e la Provincia vara altri provvedimenti - Emergenza acqua, pronta una nuova ordinanza
SAN COSTANZO - Di quattrocento litri al secondo, minimo storico, è da giorni la portata del fiume Metauro. Il livello degli invasi, Furlo, S. Lazzaro e Tavernelle è addirittura sceso a 20 centimetri. Di fronte a questa situazione la Provincia continua a emettere ordinanze. Da ieri (martedì) l'Amministrazione provinciale ha disposto la sospensione temporanea della pesca su tutti i corsi d'acqua del territorio provinciale classificati di categoria A e B, fino all'emanazione di un nuovo provvedimento legato al cessare delle condizioni di emergenza idrica.
“L'ordinanza - spiega il comunicato - si è resa necessaria per lo stato di grave siccità in cui si sono trovati i corsi d'acqua a causa dell'emergenza idrica, tale da mettere in pericolo un armonico rapporto tra le varie specie ittiche e da rendere instabile l'equilibrio biologico del patrimonio ittico.
Il mancato rispetto dell'ordinanza comporterà una sanzione amministrativa da 100 a 300 euro e la sospensione della licenza di pesca per un anno, come previsto dalla legge regionale 11 del 2003, art. 13-29. E per domani è pronta una nuova ordinanza che sarà portata dal presidente Ucchielli in giunta provinciale. Nel frattempo anche le Amministrazioni comunali si attivano.
A Fossombrone il Sindaco Maurizio Pelagaggia, ha vietato l'uso dell'acqua agli oltre 700 abitanti nella frazione di Isola di Fano. Il provvedimento, precauzionale, è dovuto all'aumento di nitrati riscontrato nelle ultime analisi. Divieto di prelievo e di consumo di acqua derivata dal pubblico acquedotto anche a San Giorgio di Pesaro. E' vietata l'irrigazione e annaffiatura di orti, giardini e prati; il lavaggio di aree cortilizie e piazzali; il lavaggio privato di veicoli a motore; il riempimento di piscine, fontane ornamentali, vasche da giardino; per tutti gli usi diversi da quello alimentare domestico e per l'igiene personale, ad esclusione dei seguenti giorni: il martedì, giovedì e sabato dalle ore 21 alle 23.
A San Costanzo rispetto all'ordinanza del 13 giugno scorso, il sindaco Lucarini ha concesso una deroga. E' consentita l'annaffiatura di orti, giardini e prati, nei soli giorni di lunedì e giovedì dalle ore 21 alle 23.

MARCO SPADOLA

Da: Corriere Adriatico del 18/7/2007

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L’Enel ha immesso nel Metauro oltre 80.000 metri cubi di acqua. Chi spreca pagherà multe salate
Minardi, presidente di Aato 1 Marche nord: “Problemi anche dalla fioritura algale nel fiume” - “Situazione critica, peggio che nel 2003”
PESARO – Un allarme non certo agli sgoccioli. La situazione idrica nella nostra provincia è pesante. La scarsità estrema di precipitazioni di un inverno anomalo che più anomalo non si può hanno assetato il Pesarese, creando una situazione di criticità ancor maggiore del 2003, quando la siccità aveva fatto sentire la sua mano di disagi sul finire dell’estate. Così, gli 86.500 metri cubi di acqua immessi nel bacino di San Lazzaro nel pomeriggio di giovedì, uniti a quelli di ieri pomeriggio al Furlo, hanno solamente lenito parzialmente un fardello pesante.
“Dopo una valutazione condivisa con diversi soggetti, abbiamo chiesto ed ottenuto il rilascio di oltre 80.000 metri cubi d’acqua per migliorare la situazione – ha fatto sapere Renato Claudio Minardi, il presidente dell’Autorità di ambito territoriale ottimale di Pesaro e Urbino, l’Aato 1 Marche nord che altro non è che un consorzio di tutti i Comuni e della Provincia che si occupa delle attività idriche del territorio –: la fioritura algare sul potalibilizzatore di Saltara di fatto rallentava l’acqua. Le condizioni sono migliorate senza depauperare le scorte dei bacini, solitamente gli ultimi da utilizzare, visto che si stanno parzialmente rialimentando con il pozzo del Burano. Le acque del bacino di San Lazzaro si sono rimescolate e si è migliorata la produzione di acqua”.
Ma non sono certo tutte rose e fiori. “La situazione ad oggi (ieri mattina, ndr) è stabile ma molto critica – continua Minardi –. In alcuni Comuni ci sono già limitazioni nella fornitura di acqua. Dove? In certe frazioni di San Leo, a Lunano e Piandimeleto. Avevamo chiesto un’immissione di acqua nel bacino del Furlo, ma poi tecnici hanno optato per quello di San Lazzaro per migliorare le condizioni dell’invaso e dare una mano ai pescaggi di Megas in alcune frazioni di Urbino. L’invito a tutti è quello di non sprecare nemmeno una goccia d’acqua. La situazione è peggiore di quella del 2003 quando la siccità si era verificata a fine estate. Ora siamo invece appena dopo la metà di luglio e se non piove è un problema. Qualche consiglio? I soliti. Ovviamente niente lavaggi di macchine e irrigazioni di giardini soprattutto con acque degli acquedotti. Si invita a chiudere il rubinetto mentre si fa la barba o si lavano i denti e riutilizzare l’acqua con cui si sciacqua la verdura per innaffiare i vasi”. Alcuni piccoli accorgimenti che però possono risultare preziosi.
Il presidente di Aato 1 Marche nord di Pesaro rivela poi un particolare: “Giovedì, durante un incontro nella sede della Provincia in cui erano presenti anche le associazioni degli agricoltori, abbiamo invitato la polizia provinciale e la Forestale a fare controlli sull’asta fluviale del Metauro dato che ci giunge notizia che sarebbero prelievi abusivi”. Ci mancava solo questo. Siamo in piena emergenza, e in futuro? Che fare per prevenire il ripetersi di allarmi idrici anche a venire? “Bisogna trovare opportunità di rifornimento sotterraneo. Non più solo acqua superficiale, ma quella dei pozzi, che si autoalimentano con maggiore facilità. Proprio in questi giorni stiamo cantierando due ricerche, ma la contemporaneità con l’emergenza è casuale”.
Intanto, da domani, la polizia municipale pesarese inizierà un deciso intervento di controllo sull'utilizzo dell'acqua potabile, in caso di accertata violazione procederà senza inutili diffide. In particolare i controlli saranno effettuati nelle zone più periferiche, dove c'è un maggior numero di orti e giardini, e nelle prime ore della giornata o in quelle serali, quando abitualmente si annaffia. L'acqua potabile va utilizzata solo ai fini alimentari e igienici. Innaffiare l'orto o il giardino con l'acqua dell'acquedotto comunale comporta una sanzione da 25 a 500 euro.

EMANUELE LUCARINI

Da: Corriere Adriatico del 21/7/2007

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“Metauro Nostro” chiede di conoscere la disponibilità di acqua - Il fiume in grande sofferenza - Gli ambientalisti annunciano comitati in difesa del Catria
FOSSOMBRONE – Siccità “Metauro Nostro” mette il dito sulla piaga: se non fosse per l’apertura del pozzo Burano, il Metauro sarebbe a secco e così i preziosi invasi.
Qual è l’attuale fabbisogno idrico della valle del Metauro? Già alle attuali condizioni di sviluppo l’acqua scarseggia. L’utilizzo maggiore sarà pure quello agricolo ma ogni attività è coinvolta. Nel periodo estivo il consumo deriva anche dall’aumento dei turisti lungo la costa, per tenere sempre verdi le aiuole, alimentare le fontane per abbellire le città ecc.. Non è sufficiente eliminare gli sprechi. E’ difficile poter intervenire in altri settori senza causare scompensi. Allora sarà il caso di programmare, regolare e controllare tutto il sistema idrico?
Vogliamo conoscere – dice “Metauro Nostro” alcuni dati elementari: quali sono le reali disponibilità d’acqua nel sottosuolo e la capacità di questa di rialimentarsi senza intaccare le riserve strategiche, scoperte per caso, ma che probabilmente permettono la vita del Monte Catria e mantengono l’attuale equilibrio? E’ sufficiente migliorare le reti o raddoppiarle e creare nuovi invasi? E’ mai possibile che si continui a far aumentare la domanda - vedi le grandi estese ed esagerate urbanizzazioni nei nuovi Prg - senza capire come affrontare il problema dell’offerta d’acqua e della reale sostenibilità? La politica pensa ad amministrare se stessa. Non fa praticamente altro. Lo si constata anche nelle questioni più semplici da dirimere quali inquinamento acustico e ambientale. Se interviene di fronte all’emergenza spesso peggiora la situazione in prospettiva. Fra dieci, quindici anni ci saranno nella valle del Metauro alcune decine di migliaia di abitanti in più.
Ammonisce Metauro Nostro: aspettiamoci e prepariamoci anche alla battaglia dell’acqua a meno che la nostra classe dirigente capisca in tempo di non assecondare più gli interessi speculativi sul territorio e cominci ad amministrare meglio quello che ha congelando l’ulteriore consumo del suolo. Altrimenti avremo nuovi comitati locali in difesa del Monte Catria o contro il verde delle aiuole nella costa. E’ evidente che così non si può andare avanti. L’obbiettivo strategico da qui a 15-20 anni dovrà essere semplicemente quello di mantenere in armonia l’attuale sviluppo e nel frattempo capire la reale sostenibilità per un ulteriore consumo di risorse e di suolo. “Metauro Nostro” si aspetta condivisione e risposte.

Da: Corriere Adriatico del 24/7/2007

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Il problema non è solo legato alla siccità estiva ma anche alla carenza di neve nello scorso inverno
I controlli saranno intensificati e le sanzioni inasprite
E’ predisposta una turnazione
Il servizio viene sospeso dalle 22 alle 6 per la durata dell’emergenza - A Urbino acqua razionata
URBINO - Estate rovente e senza piogge: a Urbino è emergenza siccità. Dopo i tre incendi che hanno terrorizzato gli abitanti della città nell'ultimo mese, ora è la mancanza d'acqua a minacciare il quieto vivere dei cittadini ducali. Le scarse precipitazioni di questi mesi hanno infatti provocato pesanti ripercussioni sulla disponibilità di acqua potabile. Ieri sera niente acqua nelle case: dalle 21,30 alle 6,30 inutile, a turno, aprire rubinetti, docce e lavandini. La società che distribuisce il bene primario, la Megas, ha comunicato che dovendo gestire in modo attento le risorse è stato necessario avviare un programma di razionamenti.
Sul territorio comunale di Urbino quindi, a partire da ieri, è stata avviata l'interruzione della distribuzione idrica tramite l'acquedotto pubblico dalle 22 alle 6 del mattino. Alla base del disagio ci sarebbero non solo le problematiche legate alla siccità estiva, ma anche la scarsità di precipitazioni nevose che hanno caratterizzato lo scorso mite inverno.
La società ha ricordato che su tutto il territorio comunale di Urbino è vietato utilizzare l'acqua del pubblico acquedotto per innaffiare orti e impianti sportivi, lavare automezzi (inclusi impianti di autolavaggio a pagamento) e riempire piscine. L'acqua può infatti essere utilizzata esclusivamente per scopi domestici e potabili. La Polizia Municipale - si ammonisce in una comunicazione dell'amministrazione- intensificherà i controlli e saranno applicate le sanzioni previste. Anche il vicesindaco della città è intervenuto sulla questione: Il clima di questo 2007 - ha spiegato Lino Mechelli - sta creando dei problemi. Durante l'inverno le nevicate in montagna sono state molto limitate, per cui le falde non si sono potute alimentare in modo adeguato. L'estate si sta caratterizzando per il grande caldo e la mancanza di pioggia. Davanti a questa situazione dobbiamo tutti collaborare e utilizzare in maniera responsabile le scorte di acqua che abbiamo. Ci dispiace per il disagio che i razionamenti inevitabilmente provocheranno, ma siamo in una condizione di emergenza e vogliamo evitare problemi maggiori.
Ed ecco il piano di turnazione previsto dal Megas. Stanotte sospensione a Gadana, Cavallino, Montecalende, Ca’ Vagnino, Pieve di Cagna, Cal Monte, S. Barbara. Domani: Schieti, Villa di Schieti, Ca’ Mazzasette, Miniera, Zona Cesane, Colonna, San Donato, Urbino città. Giovedì: Montesoffio, Ca’ La Lagia, Monte Avorio, S. Cipriano, Rancitella, Maciollo, Girfalco, Calzapalla. Venerdì: Canavaccio.

GIORGIO BERNARDINI

Da: Corriere Adriatico del 31/7/2007

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Sanchioni della Cia protesta per l’iniquità del divieto di prelievo dal Metauro - “Acqua, gli agricoltori penalizzati”
FANO - “Non si dovrebbe mai giungere al punto estremo di vietare il prelevamento d’acqua dal Metauro per irrigare i campi”. A spezzare una lancia a favore degli agricoltori, che risultano particolarmente penalizzati dal provvedimento assunto dal presidente della Provincia Palmiro Ucchielli, è il responsabile fanese della Cia Daniele Sanchioni.
“Evitare la siccità, che è un fenomeno naturale ormai sempre più ricorrente (memorabile fu quella del 2003), è estremamente difficile, se non impossibile; ma è doveroso, invece attrezzarci per evitarne il più possibile i danni a un settore così legato alla disponibilità di acqua, come l’agricoltura. Saranno infatti gli agricoltori a subire i danni maggiori. Al momento le colture di mais, come quelle della barbabietola da zucchero, hanno un estremo bisogno d’acqua, pena la perdita del raccolto e un danno rilevante per le aziende; così dicasi per il settore dell’orto-frutta, dove ortaggi, come zucchine, melanzane, cetrioli, meloni, angurie, corrono il rischio di bruciarsi, se non vengono irrigati abitualmente; senza trascurare la maturazione dell’uva che ugualmente richiede acqua”.
Il problema, secondo Sanchioni, non è limitato soltanto all’agricoltura, ma potrebbero risentirne tutti i consumatori. Se diminuirà, infatti, la quantità di prodotto che arriverà al mercato, i prezzi subiranno una drastica variazione al rialzo, facendosi sempre più cari. Gli agricoltori da una parte, perderanno una quota importante del loro reddito e le famiglie si troveranno ancor più in difficoltà nel fare quadrare il bilancio della spesa domestica. “Non bisogna giungere alla fase critica - continua il rappresentante di categoria –; occorre dotare il territorio di invasi di riserva, a cui si possa attingere nei periodi di magra. Si pensi a quanta acqua va dispersa, nel corso dei ricorrenti a volte tumultuosi temporali invernali. “Ormai la siccità è un fenomeno che ricorre abbastanza spesso: mentre occorre essere molto rigorosi nel far rispettare i provvedimenti tesi ad evitare lo spreco dell’acqua – conclude Daniele Sanchioni – bisogna sostenere l’agricoltura, riservando ad essa la possibilità di irrigare i campi”.
Spesso si dice che Fano galleggia in un mare d’acqua. E’ vero la falda acquifera che si trova nel territorio comunale è cospicua anche se l’acqua è ricca di nitrati. Se quest’ultima è inutilizzabile ai fini potabili, potrebbe essere impiegata ai fini di irrigazione. La presente siccità rilancia il tema delle doppie condutture. Finora se n’è parlato soltanto, forse è il caso di passare alla fase esecutiva.

Da: Corriere Adriatico del 2/8/2007


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 12.08.2007
    Ultima modifica: 12.08.2007

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