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Pian dell'Acqua (sentiero CAI n.221B, sentiero 200)


PIAN DELL’ACQUA (sentiero CAI n.221B, sentiero 200) (Comune di Cagli)

Tempo di percorrenza: h 4.00 (percorso ad anello)
Lunghezza: 11 km
Difficoltà: E
Ultima verifica dell'itinerario: 2023

Pian dell’Acqua è una piccola valle del settore sud-orientale del Monte Nerone, delimitata dalla Costa Mandraccia a est e dai Cupi di Fiamma a ovest, sormontata dal rilievo di Poggio Le Guaine a nord. L’omonimo Fosso è un affluente di sinistra del Fosso Giordano che a sua volta confluisce nel Fiume Bosso all’altezza del paese di Pianello.

Provenendo da Acqualagna, all’uscita di Cagli ovest si prende a destra per Pianello dove una volta arrivati si attraversa il centro e si sale sulla destra in direzione di Pieia-Cerreto. Dopo circa un chilometro dalle ultime case si parcheggia in località Tanella.

Il prologo dell’itinerario è il sentiero che entra subito nella parte bassa della vallata attraversandola in piano, a volte vicino al fosso e in un caso oltrepassandolo. La vegetazione in certe stagioni è talmente rigogliosa da ostacolare il cammino ma giunti nella parte aperta, tra alberi radi e qualche piccolo prato, ci apprestiamo a salire sulla destra finché ci si attesta a mezza costa già nel cuore della selvaggia valle. Solitamente il fitto bosco ci avvolge ma quando in un terrazzino di roccia lo sguardo può spaziare, si vede sul lato opposto la guglia che spicca ai piedi dei Cupi di Fiamma e si indovina, sotto di noi, l’alternarsi di pareti che sprofondano nel ventre scavato ancora oggi dall’acqua. Più si cammina più il bosco diventa maturo e perde le caratteristiche del ceduo a cui ha dovuto sottostare per secoli. Nella bella stagione il sottobosco è colorato di fiori: in autunno i colori sono sugli alberi formando un mosaico straordinario di gialli e arancioni. La testata della valle corrisponde all’unico passaggio sul fosso, dove la morfologia provoca un microclima che qui è rappresentato dalle lingue cervine e che da qui, verso il basso, compie l’incredibile ribaltamento della normale fascia vegetazionale permettendo l’affermazione della faggeta. Cambiato versante aumentano i lecci e le altre piante più termofile, il fondo del sentiero diviene più spesso roccioso e in discesa ci si appresta alla vista ravvicinata della spettacolare guglia di sabbie cementate scolpita dall’acqua che emerge ai piedi del ripidissimo versante solcato da decine di impluvi. Ai piedi di questo strano fenomeno geologico si trova la deviazione per la cascata dell’Orrido, luogo dagli equilibri ecologici molto delicati messi a repentaglio dall’epoca delle foto sui social, e luogo anche di una certa pericolosità per l’esposizione del sentiero e il rischio frane. La vallata è bella anche senza penetrare le sue parti più intime: il nostro sentiero risale un poco, si riattesta a mezza costa, attraversa ghiaioni e zone dalla vegetazione arborea più rada fino ad uscire dalla vallata con un tornante ed un terrazzino naturale molto panoramico. Ancora un po’ di salita e ci si trova sotto gli antichi muretti a secco della casa che a breve incontreremo, abbandonata da oltre 50 anni. Altre case più nuove ma anch’esse abbandonate e poi l’arrivo sulla strada, tra le case del paesino di Cerreto. Si gira a sinistra, si cammina su quella strada fino alla curva e si va a sinistra, sulla stradina ancora più piccola che porta al cimitero. Prima di arrivarvi, sulla destra, il sentiero riprende a scendere nel bosco, sfiora un altro caseggiato e scende più decisamente, richiedendo di nuovo la nostra attenzione, fino a ritrovarsi ancora sulla strada. Anche stavolta svoltiamo a sinistra, anche stavolta ci camminiamo e in pochi minuti siamo tornati alle macchine.


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 22.01.2024
    Ultima modifica: 22.01.2024

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