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Da Bocca della Valle a Genga Aguzza (sentieri CAI n.260, 250 SF, 261a, 260) (itinerari – ESCURS)


DA BOCCA DELLA VALLE A GENGA AGUZZA (sentieri CAI n.260, 250 SF, 261a, 260) (Comune di Cagli)

Tempo di percorrenza: h 4.00 (percorso ad anello)
Lunghezza: 10 km
Difficoltà: E.   Dislivello: 400 m
Ultima verifica dell'itinerario: 2023

Bocca della Valle è per antonomasia la sella alle pendici del Monte Acuto, il secondo rilievo del gruppo del Catria, vetta gemella di quella principale in cui spicca la grande croce. Bocca della Valle è un prato ai margini alti di una faggeta molto bella. Genga Aguzza fa parte della corona di piccole vette affacciate sul lato nord del massiccio.

La strada che da Acquaviva di Cagli sale sul Catria passa per I Vai e prosegue fino a sfiorare il Tenetra e ridiscendere alle pendici dell’Acuto, dove si trova Bocca della Valle, caratterizzata poco sotto i prati dalla presenza di un grande rifugio chiamato Casetta dei Mochi.

Il sentiero inizia in discesa, nei prati in pendenza poco sotto la strada, dove un recinto per il bestiame ci indirizza in un corridoio con alcuni assi da scavalcare. Subito dopo incrociamo la strada di breccia, la superiamo e ci tuffiamo nel bosco. Più si scende più i faggi diventano alti e vecchi, quindi più belli, ma in pochi minuti una radura ci avvisa dell’importante deviazione che non possiamo mancare. In cima al prato c’è un piccolo rifugio, che si chiama proprio Bocca della Valle. Sulla sinistra della piccola struttura il sentiero ci fa rientrare nel bosco e con alcuni sali e scendi la fatica da fare è poca e così ammiriamo con maggiore facilità la varietà di specie vegetali presenti, compreso il muschio e i fiori stagionali. Di alberi ce ne sono d’ogni sorta: nessuno è del tutto dominante e ad un certo punto quelli più interessanti, per dimensioni e per numero, sono i tassi. La traccia in certi punti è piuttosto stretta ma la salita, che poco a poco è iniziata, neanche si avverte. Dopo un lungo passaggio a mezza costa si arriva ad un fosso che ci proietta ai piedi di una bella faggeta sempre generosa di fogliame sulle chiome e a terra. C’è addirittura una lieve discesa ma non bisogna farsi ingannare: in pochi minuti si giunge ad un bivio e occorre girare a destra, facendo quasi inversione, per prendere poi a salire decisamente nel mezzo della faggeta. Quando la pendenza cala potremmo lasciare il sentiero e andare a sinistra, seguire la cresta, e affacciarci sulla cima di Genga Aguzza. Il sentiero stesso comunque di lì a poco termina e ci consegna ad una strada sterrata (strada di servizio della cabinovia) che prendiamo a seguire andando a destra, verso l’alto. Stradello su cui rimaniamo finché si giunge sulla strada principale, dove teniamo la destra e poco dopo inforchiamo un altro viottolo che sale sulla sinistra per giungere nella zona delle Gorghe. Qui gli assurdi lavori di ampliamento delle piste sciistiche hanno stravolto tanti riferimenti, ma resta quello del sentiero che si trova sulla destra e ci permette di ritrovare la natura come dovrebbe essere. Qui tra i faggi che si sono salvati ce n’è anche uno veramente grande e pluricentenario: lo vediamo bene, e lo ammiriamo, poco sotto il sentiero. Sentiero che ci fa camminare all’ombra per tutto il resto dell’itinerario. Non ci sono variazioni importanti di quota e il camminare qui è gradevole, su fondo spesso reso morbido dalla lettiera e solo raramente roccioso. Un unico squarcio tra le chiome ininterrotte è il corridoio lasciato storicamente nell’impluvio in cui scivola la valanga dell’Acuto, ripetutasi l’ultima volta nel 2012. Gli alberi che vi stanno ricrescendo hanno infatti poco più di 10 anni e sono maggiociondoli, sambuchi, aceri e sorbi che un giorno lasceranno di nuovo il posto ai faggi. Restano alcuni tratti di discesa vicino ad un vecchio recinto e si arriva al rifugio Cassetta dei Mochi quindi a Bocca della Valle.

 


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 02.10.2024
    Ultima modifica: 02.10.2024

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