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Ferrovia Fano - Urbino: rassegna stampa anni 2012 - 2013 - 2014


N.B. Questa scheda comprende articoli pubblicati dalla stampa locale, soprattutto on line, sulla ferrovia Fano - Urbino a partire dal gennaio 2012
 
Anno 2012

 

Fano-Urbino, de profundis: ora il binario è davvero morto
Ferrovia addio

Arrivato il decreto firmato dal ministro Passera: dismessa. Ma l’associazione che voleva tenerla in vita non si arrende

Urbino, 17 gennaio 2012 - ALLA FINE l’hanno chiusa. Davvero. E’ arrivato il decreto ministeriale, numero 430 del 15 dicembre 2011, ratificato il 3 gennaio scorso, firmato dal ministro Corrado Passera. Dice: «....si comunica che a conclusione dell’iter procedurale di competenza è stata disposta la dismissione della linea ferroviaria Fano-Urbino».

Lo Stato non sa che farsene di quei 50 chilometri da Fano a Urbino. E non gli servono nemmeno al ministero della Difesa che sembrava interessato in un certo momento ad un utilizzo «militare» come tratta di esercitazione. La linea verrà concessa presumibilmente agli enti locali (o ai privati) che ne faranno richiesta. Sembra tramontare l’idea di volerci riportare un treno rapido e funzionale per il collegamento della costa con l’entroterra. A guidare questo sogno Carlo Bellagamba, presidente dell’associazione ferrovia valle Metauro che col sudore ha tenuto pulita almeno 15 chilometri di linea, da Canavaccio a Urbino.

LA STORIA della ferrovia, costruita a fine dell’800 con una visione strategica dei collegamenti visto che nel 1901 si andava in treno da Urbino a Roma in meno di cinque ore. Era stata costruita (mancavano solo i binari) anche la tratta Sant’Arcangelo di Romagna - Urbino. Era stata voluta per avere un secondo canale di trasporto oltre a quello lungo l’Adriatico. La linea verso Pergola e dunque Roma si interruppe alla fine della seconda guerra mondiale, quando i tedeschi in ritirata bombardarono dei ponti tra Cagli e Fermignano ma anche lungo il Metauro. Venne ricostruita nel ’55 tralasciando di fare il collegamento Pergola-Urbino. Col risultato di avere un binario chiuso che arrivava solo nella città feltresca. Nel 1987, lo Stato chiude la linea ferroviaria sostituendola con le corriere dei privati, pagate a peso d’oro con soldi pubblici per ogni chilometro che percorrevano.

La tratta è sempre stata sospesa dal servizio, in attesa di decisioni definitive. Lo stesso percorso dei binari è assolutamente integro. Dice Carlo Bellagamba: «Non ci arrendiamo. I binari non vanno smantellati. L’associazione ferrovia valle Metauro continuerà a mantenere pulita la linea, ma a trovare anche società e partners per utilizzare la linea. Intanto guardiamo con molta simpatia l’idea lanciata dal Carlino, di salire con una bici-rail lungo i binari. La battaglia per un utilizzo intelligente della linea ferroviaria continua».

ro.da.

Da: www.ilrestodelcarlino.it del 17/1/2012
 

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Giacomo Rossi (Fronte Azione Popolare): “Il governo Monti fa danni come il decreto di dismissione della ferrovia Fano-Urbino”
Il recente decreto firmato dal Ministro Passera, che smantella definitivamente la tratta ferroviaria Fano-Urbino, anima e non poco la nuova formazione locale e trasversale del “Fronte di Azione Popolare Pesaro-Urbino”. Commenta così il Presidente Giacomo Rossi: “Il Governo Monti continua a difendere le grosse lobby e continua a far danni; tra gli ultimi, il decreto di dismissione della tratta ferroviaria Fano-Urbino la cui morte, a differenza di quello che diceva in campagna elettorale, é stata voluta ed accelerata dal Presidente della Provincia Matteo Ricci. Su questo assurdo decreto ministeriale vorremmo che si esprimessero anche i rappresentanti locali di tutti quei partiti, come Pdl, Pd ed Udc, che sostengono l’attuale Governo, che ha dato il colpo di grazia alla Fano-Urbino. Come se non bastasse c’è di più. Preoccupano e molto anche i tagli alla linea ferroviaria adriatica e la volontà di smantellamento della tratta Pergola-Fabriano. Noi del “Fronte di Azione Popolare Pesaro-Urbino continueremo a batterci e a sostenere, a fianco anche del Comitato “Ferrovia Val Metauro”, la fattibilissima riapertura della tratta in questione nonché il mantenimento delle altre tratte in essere. Continueremo a farlo in modo chiaro e senza ambiguità”.

Da: www.oltrefano.it del 18/1/2012
 
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«Adesso possiamo chiedere i soldi europei per il recupero»
Ad Urbino non si demorde all'idea di riportare il treno sulla tratta cancellata dal ministro Corrado Passera
di EMANUELE MAFFEI
IL MINISTRO dei trasporti Corrado Passera adesso che ha detto basta alla ferrovia Fano-Urbino ha messo un punto grosso come una casa sulla ferrata dismessa il 31 gennaio 1987. L'aver tolto dal limbo l'ultima infrastruttura a rotaia collegata alla città ducale ha aperto però la strada ad una serie di ipotesi fuori dal coro. Ora che le Ferrovie dello Stato guardano definitivamente altrove e la Provincia pensa alla realizzazione di una ciclabile torna in auge con più convinzione un «piano B». Quello che il senatore Giorgio Londei, alla presidenza di Adriabus, aveva abbozzato con brevi ma espressive battute rispondendo ad una domanda su queste colonne: «Non so se sia possibile o no (l'interessamento dei privati all'impresa di vedere un nuovo treno, ndr). Ma è certo che nello statuto di Adriabus si fa riferimento ad un sistema di trasporti e non solo agli autobus. Alla data di oggi — aveva concluso — posso dire però che nessuno ci ha interpellato. Quando accadrà valuteremo la proposta e risponderemo».

Poco cambia che ieri, alla notizia di una pietra tombale messa lì dal nuovo Governo, non abbia voluto aggiornare e integrare la sua versione, perché queste cinque righe rimangono nella cronistoria della tratta, rincorse dal sospetto di poter raggiungere un giorno la giusta destinazione. Intanto quel che è certo è che potrà finalmente abbandonare il campo una serie interminabile di intenzioni non suffragate dai fatti. «La questione — dice Tonino Pencarelli, professore di economia all'Università Carlo Bo di Urbino — è sempre da porre tra costi ed opportunità. E' ovvio tuttavia che una ferrovia inutilizzata è solo uno spreco di risorse». Solamente fatta questa premessa si può passare a delle considerazioni più stringenti: «Bisognerebbe vedere le cose—prosegue Pencarelli — in una prospettiva di utilizzo pieno e a tale fine servirebbe un'analisi precisa. Comuni interessati e Provincia dovrebbero insomma fare qualche ulteriore approfondimento insieme e vedere la possibilità di riattivare il ramo. E intendiamoci una (la pista ciclabile) non esclude l'altra (la ferrovia). A mio avviso sono convergenti. In entrambi i casi siamo oltretutto sul terreno della sostenibilità».

MA E' SUL TEMA dei privati («che già l'Italia ha sperimentato in campo ferroviario») che si esercita meglio il taglio dell'economista: «Il punto è capire le finalità delle infrastrutture e quindi i flussi economici che si muovono intorno. Se si prende seriamente in esame il fatto di mettere a valore la Fano-Urbino allora si possono avanzare progetti. Penso ad un bando europeo, nazionale o anche locale in modo da trovare un possibile finanziatore privato con un modello di project financing, dandogli così una concessione per diversi anni».

NULLA da escludere quindi. D'altra parte se sono indispensabili degli studi per avvalorare ogni tipo di ipotesi, ciò vale (senza sconti), anche per la decisione di puntare al cicloturismo di cui va chiarita la domanda e il reale interesse (seppur probabile) ad un'opera come quella sostenuta dalla Provincia». Il collega d'ateneo, il docente di economia dei trasporti Mario Mauri, è d'accordo ma non su tutto. Perlomeno non su un dato fondamentale che tiene in piedi questa impalcatura "binaria". I privati, «certamente poco propensi a sostenere una cosa che non si chiama alta velocità». C'è infine una terza voce che viene a galla nella discussione. E, con tutta probabilità coincide con l'opinione di gran parte degli urbinati abituati a più di venti anni di promesse. La incarna Raffaele Brignoni, gestore del bar della stazione assieme al figlio. E che si può riassumere molto rapidamente: turisti, pendolari, o ciclisti ben vengano. Basta che stavolta succeda davvero qualcosa.

Da: Il Resto dei Carlino del 18/1/2012
 
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L'INTERVENTO
«L'IDEA DI RICCI E' "BALZANA"
ALLA GENTE SERVE UN MEZZO VERO»
di GIUSEPPE GAMBIOLI *
MENTRE TUTTI gli italiani sono chiamati a fare sacrifici tremendi per gli sperperi che si sono effettuati in questi ultimi decenni e purtroppo ancora sembra che non sia finita, nella nostra provincia si continua imperterriti e allegramente a proporre progetti che aumentano ulteriormente le spese a carico della comunità. Mi riferisco alla balzana idea del presidente Matteo Ricci e tutta la sua giunta di realizzare una pista ciclabile al posto della ferrovia Fano-Urbino. Questi signori non pensano di ridurre le spese all'operaio che deve recarsi al lavoro o ridurre i costi di trasporto delle merci e quindi ridurre il costo del lavoro, essere più competitivi e creare nuovi posti di occupazione. No, questo non appartiene al dna di questi signori. Ignorano la situazione drammatica in cui si trovano le nostre famiglie, se ne fregano se il costo dei carburanti ormai è insostenibile e non pensano a ripristinare un mezzo di trasporto che c'era, e sarà sempre più utilizzato in futuro. QUESTI signori propongono una struttura per il divertimento, una pista ciclabile al posto di una ferrovia, che dovranno pagare le spese di costruzione e di manutenzione gli stessi cittadini che ogni giorno vanno al lavoro con la propria automobile.

UNA PROPOSTA indecente che si basa su una serie di bugie come quella di far credere ai cittadini che la pista ciclabile costerà meno del ripristino della ferrovia. E' una grande menzogna. Anche se il costo della pista ciclabile fosse quattro volte inferiore al ripristino della ferrovia, a questo costo vanno aggiunti, negli anni a venire, gli oneri di manutenzione e di esercizio (luce, ecc.) e saranno tutti a carico dei contribuenti, poiché la pista ciclabile non ha alcuna entrata. Solo spese. Mentre una metropolitana leggera regionale, supermoderna, dotata di tutti i confort, oltre a rivitalizzare l'intera vallata del Metauro ed essere un valido sostegno socio economico per le popolazioni locali e per il turismo, ha un proprio reddito che verrà reinvestito nella struttura ferroviaria senza pesare nelle tasche dei cittadini. Fermiamo questi signori che non hanno il senso della realtà e che continuano a penalizzare le zone interne della nostra provincia senza alcun pudore. IL PRI fa appello ai sindaci delle città interne a promuovere una forma di protesta forte affinché venga rispettata la volontà delle popolazioni che rappresentano.

* segretario regionale Pri Marche

Da: Il Resto dei Carlino del 18/1/2012
 
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PROVINCIA MATTEO RICCI ILLUSTRA LA SUA STRATEGIA DI «RECUPERO»
“Ciclabile da Fano a Fossombrone
Via i binari coi soldi dei Comuni”
di ROBERTO DAMIANI
ADESSO che il Ministero dei Trasporti se n'è lavato le mani, che si fa con la Fano-Urbino? Matteo Ricci, presidente della provincia di Pesaro e Urbino, ha delle risposte: «Chiederemo alle Ferrovie di ottenere la linea. Non so quale potrà essere la formula giusta ma la tratta passerà a noi. Penso ad un comodato d'uso gratuito. Poi agiamo su due piani: rimozione dei binari per farci la pista ciclabile nei Comuni che ne faranno richiesta, ma solo all'interno del tratto Fano-Fossombrone. A questo proposito, il sindaco Pelagaggia ci ha inviato la proposta di realizzare 4 chilometri di pista all'interno del suo comune per consentire una mobilità a cittadini e studenti. Così mi ha proposto il sindaco di Serrungarina. I comuni mettono il materiale, la Provincia provvede alla manodopera. Si avanzerà per stralci. Ma la messa in opera della pista ciclabile fino a Fossombrone farà parte del piano strategico 2013-2020 per il quale chiederemo il finanziamento dell'Unione europea».

POI RICCI spiega il resto: «Nel tratto Calmazzo-Canavaccio-Fermignano-Urbino, che ha un'indubbia valenza turistica, siamo assolutamente favorevoli al progetto che sta mettendo a punto l'ingegner Campana: veicoli a pedali sui binari esistenti da sfruttare a fini turistici. All'estero è una realtà molto importante e quel tratto di linea di circa 15 chilometri si presta perfettamente a questa sperimentazione. La Provincia, come mette a disposizione la manodopera per la pista ciclabile verso il mare, sarà partecipe concretamente per dare il via a questa sperimentazione. Perché portare veicoli a pedali sui binari per un utilizzo turistico la considero vera sperimentazione. Le idee che coinvolgono le persone, le famiglie, i grandi e piccini, le ritengo essenziali per lo sviluppo del territorio».

E il treno, addio per sempre? «No, al contrario. Andiamo per ordine: la decisione del Ministero di dismettere la linea fer¬roviaria ci dimostra essenzialmente una cosa: la battaglia per riaprire la sola Fano-Urbino e riportarci un treno era sbagliata, senza strategia. Ora ne abbiamo avuto la prova. Se vogliamo parlare di treni, dobbiamo concentrarci sulla battaglia per difendere la Pergola-Fabriano. Attualmente il servizio è sospeso ma dobbiamo tenere alta l'attenzione perché la difesa di quella tratta ci permetterà di chiedere il finanziamento per il collegamento con Fossombrone e dunque Urbino. La nostra prospettiva dev'essere questa, e so che potremmo avere successo se saremo tutti uniti. L'impegno dell'associazione della ferrovia per la difesa della tratta è importantissima ma la dismissione non significa che il treno sarà solo un ricordo. Collegare Urbino a Pergola, Fabriano - Roma o Ancona è un nostro obiettivo».

Quindi, la ferrovia sparirà fino a Fossombrone e rimarrà viva oltre?
«Sì, andremo avanti per stralci. L'importante è non perdere tempo. Da Calmazzo-Canavaccio si tornerà a percorrere i binari con un progetto di bici ferroviarie che ritengo ottimo e funzionale. Vorrà dire tenere in ordine la linea ferroviaria, sfruttarla egregiamente a fini turistici grazie ad un investimento molto limitato. Dall'altra parte, a scendere da Fossombrone fino a Fano, il vecchio percorso ferroviario diventerà pista ciclabile per il movimento in sicurezza dei cittadini e residenti. Sono progetti immediati, appena avremo il passaggio della proprietà da Fer-servizi».

Da: Il Resto dei Carlino del 18/1/2012
 
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Il destino della ferrovia Fano-Urbino
Da Sigma Consulting [Ricerche sociali]

Il clima d’opinione sul destino della linea ferroviaria Fano-Urbino è diviso: il 44% dei rispondenti vorrebbe ripristinarla, il 30% convertirla in una pista ciclabile. Senza essere in grado di fornire pareri informati o esperti (gli aspetti strategici, infrastrutturali, turistici e di sostenibilità economica della questione sfuggono alle valutazioni dei più), la maggioranza dei cittadini della Provincia di Pesaro e Urbino manifesta apprezzamento per l’idea di un recupero della Fano-Urbino.

Un’analisi più approfondita dei dati, descrive però uno scenario distonico per il quale chi potrebbe essere direttamente interessato al ripristino della ferrovia si esprime per una sua conversione in pista ciclabile e, viceversa, chi non è direttamente coinvolto ne auspica un recupero. Disaggregando i dati in base alla zona di residenza, emergono infatti due chiare tendenze:

- la conversione in pista ciclabile incontra il favore di chi risiede soprattutto nei comuni posti sul tracciato della linea o ad una distanza di pochi chilometri da essa (la maggior parte dei comuni della valle del Metauro). Si tratta di cittadini che percepiscono la ciclabile come una reale opzione di spostamento per tratte brevi o brevissime;

- il ripristino della ferrovia, invece, piace soprattutto ai residenti nei restanti comuni della provincia, spesso anche lontani. Non si può, poi, sottovalutare il fatto che tra i due schieramenti emergono significative differenze di carattere socio-demografico:

- tra chi si esprime per un recupero della ferrovia si contano soprattutto over 45 e individui con basso livello di scolarità; - gli individui under 45 sono i più propensi ad un suo smantellamento o abbandono;

- coloro che dichiarano un titolo di studio medio o alto (diploma di scuola media superiore o laurea) si esprimono, più degli altri, per una conversione in pista ciclabile.

Da: http://it-it.facebook.com/media/set/?set=a.301400599912643.83004.301240153262021&type=1 del 19/1/2012
 
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Udc: “No alla soppressione delle fermate alla stazione di Fano”
Fano (Pesaro Urbino)- Il segretario comunale dell’Udc Fano, Pierino Cecchi, interviene sul tema della soppressione dei treni sulla linea Milano - Lecce, argomento che tocca da vicino non solo i pendolari, ma anche l’imprenditoria locale.
“Voglio precisare che la cancellazione di alcune fermate strategiche a Fano, come risulta evidente nel nuovo orario ferroviario di Trenitalia, rischia di isolare in maniera irrimediabile la nostra città, punto strategico per il turismo regionale, e l’intera provincia, mettendo in seria difficoltà il nostro sistema socioeconomico, composto da professionisti, imprenditori e lavoratori che si muovono per mantenere costanti i rapporti di lavoro con Milano e lungo il litorale marchigiano. Rimane incomprensibile la logica di tale decisione, operata dalle Ferrovie dello Stato, che rischia di lasciare a se stesso il nostro territorio e la nostra città. Appare, inoltre, a mio avviso ancora più paradossale che alcune posizioni politiche in questi anni abbiamo più volte puntato i piedi per ottenere il ripristino della linea Fano - Urbino quando invece non si riesce a mantenere attiva la fermata degli Intercity e degli Eurostar di Trenitalia a Fano”.

“Mentre il Consiglio provinciale ha annunciato una mobilitazione contro la soppressione dei treni e tanti politici e membri delle istituzioni hanno detto la loro sulla questione, resta la speranza che a qualcosa servano gli incontri con le delegazioni di pendolari preoccupati per i recenti tagli ai trasporti pubblici che i lavoratori sono soliti utilizzare per lo spostamento quotidiano. Infatti, secondo quanto ho appreso – spiega Cecchi – i pendolari che prendono il treno da Fano al mattino sono costretti a viaggiare in piedi su un vagone letto che arriva da Ancona, oppure in alternativa possono usufruire di un convoglio locale che è spesso in ritardo e fa perdere la coincidenza da Pesaro”. “Voglio infine ribadire che deve rimanere attivo da parte di tutte le istituzioni la necessità di cercare di intercedere presso Trenitalia perché riveda i recenti e ingiusti provvedimenti. La soppressione dei treni – ha concluso Cecchi - che si fermano a Fano rischia, infatti, di mettere in scacco i lavoratori costretti a spostarsi in maniera gravemente onerosa per portare a casa uno stipendio”.

Da: www.fanoinforma.it del 20/1/2012
 
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Ex ferrovia Fano-Urbino: non facciamo illusioni
Finalmente sarà stata la liberazione di un incubo per il Presidente della Provincia di Pesaro Matteo Ricci la ricezione della missiva con la quale il Ministero delle Infrastutture gli comunicava la dismissione definitiva dell'ex ferrovia Fano-Urbino. Comunque il Presidente Ricci non deve illudersi che il sedime ferroviario venga assegnato alla Provincia per la realizzazione della tanto decantata pista ciclabile, perchè rimane in ogni caso di proprietà di Rete Ferroviaria Italiana che nella peggiore delle ipotesi lo venderà per ricavarne denaro e la Provincia di Pesaro - con la crisi economica in atto - non credo abbia soldi da investire. Quindi il Presidente - e tutti i coloro che la pensano come lui - perdano ogni speranza per questo progetto. Le Marche hanno bisogno di nuovi collegamenti veloci e di nuovi servizi ferroviari per il bene dell'Ambiente inquinato da migliaia di auto in circolazione. Guardiamo anche all'altro preludio della Fabriano-Pergola che potrebbe essere collegata con la Fano-Urbino. Anche questa ferrovia la si sta lasciando morire a favore dello sviluppo di servizi su gomma. Questi ultimi, in una nuova strategia, devono servire solo di supporto per un trasporto intermodale. La maggioranza del Trasporto pubblico dovrebbe essere costituita da linee ferroviarie con materiale duttile come il tram-treno che può passare dalla linea ferrata ferroviaria a quella urbana tranviaria.

da Antonio Bruno segretario regionale Assoutenti-Marche

Da: www.vivereurbino.it del 21/1/2012
 
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Ferrovia: o si ripristina così o non la si ricostruirà mai più
Nel numero 25/2011 del giornale il signor “Melozzo da Fano” proponeva sulla ferrovia Fano Urbino l’idea di un “mini metrò”. Come associazione di studiosi ed appassionati di ferrovia ci sentiamo stimolati a fare alcune considerazioni. Innanzitutto va fatto un apprezzamento per la sensibilità dimostrata dal signor “Melozzo” nei confronti di anziani, portatori di handicap, persone prive di patente: un mezzo di trasporto innovativo porterebbe loro sicuramente dei benefici. Siamo convinti anche noi che un nuovo mezzo di trasporto avrebbe una ricaduta positiva sull’intera vallata; i bus navetta che collegano i paesi di fondovalle con quelli che si trovano in alto sulle colline, anch’essa è un’ottima idea che corrisponde alla nostra. Ma l’idea del “mini metrò”, per quanto originale, è difficilmente adattabile ad un percorso di quasi 50 km e con stazioni distanti svariati km tra loro. Il mini metrò è un sistema simile ad una funivia (con la fune sotto le cabine invece che sopra) che presenta aspetti del tutto incompatibili con le distanze in gioco nella valle del Metauro. A Perugia, infatti, la linea è lunga circa 4 km lungo i quali si incontrano ben 7 stazioni. Il numero di cabine in circolazione (25) permette un’alta frequenza dei passaggi; per ottenere frequenze simili su un percorso di 50 km ne servirebbero centinaia.

Altro aspetto inconciliabile è la velocità: circa 25km/h. Considerando anche le soste, porterebbe a tempi di percorrenza assurdi. Questo genere di velocità hanno senso in ambito urbano, dove il guadagno di tempo è dato dalla congestione delle strade, dalla carenza di parcheggi, dalla presenza di aree pedonalizzate e grossi dislivelli. Il mini metrò rappresenta certamente una soluzione d’avanguardia ma, mostra ancora diversi punti critici che ne sconsigliano la realizzazione in condizioni non troppo favorevoli. Ad esempio, a Parigi dove fu costruito il primo modello, che collegava la stazione del TGV con l’aeroporto internazionale Charles de Gaulle, a causa dei continui problemi e dei costi fu demolito dopo 7 anni. La linea in funzione a Perugia è l’unico esemplare di trasporto pubblico (fune-rotaia) attualmente in funzione in Italia costato intorno ai 100 milioni di euro (per 4 km) ed ha un costo di funzionamento e manutenzione di circa 25mila euro/giorno. Per ora non ha mostrato gravi problemi ma immaginarla su distanze molto alte è una scommessa troppo rischiosa. Con una spesa minore è possibile ripristinare il servizio ferroviario da Fano ad Urbino (50 km) ed interconnettersi direttamente nella linea adriatica, essendo entrambe le tratte a scartamento standard (1.435mm); ciò significa che i treni da Urbino potrebbero continuare per Ancona o per Rimini.

Siamo stupefatti quando sentiamo dire che la ferrovia divide i paesi; essa comporta certamente il passaggio attraverso sottovia e passaggi a livello (i più moderni stanno chiusi meno di 2 minuti) ma da sempre la ferrovia i paesi li ha uniti, l’uno con l’altro. Ancora una volta, ribadiamo che è irrazionale privarsi di un’infrastruttura che sintetizza le esigenze di mobilità, turismo e rispetto per l’ambiente per una pista ciclabile che può essere realizzata ovunque, non avendo particolari vincoli tecnici. La ferrovia, invece, per ragioni legate ai costi ed all’impatto ambientale o la si ripristina dov’è o non si ricostruirà mai più, con buona pace degli abitanti della Valle del Metauro che non avranno nessuna alternativa al trasporto su gomma. Con soluzioni tradizionali, ma collaudate ed efficaci, è possibile valorizzare i paesi della Valle del Metauro e migliorare la mobilità dei suoi abitanti, pertanto, fin d’ora, invitiamo tutti coloro che vogliono approfondire l’argomento a partecipare alla prossima edizione delle Ferrovie Dimenticate, il 4 marzo prossimo, alla stazione di Urbino, dove verrà presentato il progetto AISIF (Associazione Italiana Studenti Ingegneria Ferroviaria) per il ripristino del servizio ferroviario ed il relativo possibile orario di servizio. (Associazione Ferrovia Valle del Metauro)

Da: www.ilmetauro.it del 21/1/2012
 
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“Deturpato il paesaggio”
La denuncia del professor Demitri dell’Accademia delle Belle Arti
Urbino Stanno distruggendo il paesaggio intorno ad Urbino. Basta avere occhio per rendersene conto e non far finta di nulla.
Ormai è del tutto e incomprensibilmente un enorme “scandalo al sole” di cui non è immune la politica delle istituzioni. Invece di sostituire i tetti dei capannoni delle fabbriche (in amianto) stanno letteralmente coprendo di pannelli fotovoltaici le più belle colline d’Italia senza che nessuno faccia nulla. “Colline, che spesso fotografavo per la loro bellezza - sottolinea il professor Piero Demitri, docente dell'Accademia di Belle Arti di Urbino - sono letteralmente massacrate da tali pannelli. Addirittura l’università di Urbino, che dovrebbe dimostrarsi come esempio cui ispirarsi, ha coperto, vantandosene, una collina intera. A Gallo di Petriano hanno cancellato un’intera collina per costruire un’orrenda zona industriale che è visibile da chilometri quando ci sono centinaia di capannoni vuoti ed inutilizzati.

“A pochi metri dalle mura di Urbino – insiste il professor Demitri - sono sorte, stanno sorgendo e sorgeranno sempre di più le costruzioni più mostruose e inutili possibili: Mazzaferro, la Piantata, la zona ospedale e ora il centro commerciale dell’ex consorzio e il complesso della nuova autostazione di Santa Lucia con centro commerciale mentre stanno ormai chiudendo tutti i negozi del centro. Provenendo da fuori, non vi è più strada da cui si possa ammirare la città senza deturpazioni. Hanno concesso di ingrandire e alzare i capannoni della Benelli armi, ora ben visibili anche dal Palazzo Ducale (parliamo di armi in una città dell’Unesco e cioè della pace). Non capisco come mai non vi siano delle leggi che impediscano, come avviene negli altri paesi (civili), questi scempi inauditi intorno ad una città considerata Patrimonio dell’Umanità”.

Le vie di comunicazione sono ancora quelle della fine dell’Ottocento, basta leggere le cronache del tempo che ritenevano Urbino isolata già allora per tali motivi. La ferrovia Fano Urbino è stata l’unico tratto in Italia a essere soppresso dopo che ne erano state ristrutturate tutte le stazioni. “Questa città – grida Piero Demitri - nel giro di pochi anni, ha perso l’Identità di città d’arte e centro di grande creatività. Pochi giorni fa, ho assistito ad una conferenza, in cui Paolo Ceccarelli, incaricato dal Comune di Urbino per lo studio del piano strategico per circa ottantamila euro, illustrava la situazione di Urbino dimostrando chiaramente di non conoscerne la condizione attuale”.

Eugenio Gulini

Da: www.corriereadriatico.it del 23/1/2012
 
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Ferrovia Fano-Urbino, il Fronte di Azione Popolare: “Ci batteremo per il ripristino”
L’ex assessore di Fermignano Alessandro Capucci, membro del “Fronte di Azione Popolare PU”, interviene duramente sulla recente firma del Ministro Passera che ha decretato la dismissione della tratta ferroviaria Fano-Urbino. “Un Ministro non eletto dal popolo ha firmato senza verificare la reale importanza della tratta – dichiara Capucci -; il Presidente della Provincia Ricci, da parte sua, non può distruggere una ferrovia costata miliardi per proporre una pista ciclabile assurda e inutile che favorirà soltanto un giro di speculazioni edilizie. Le Province sono destinate a sparire e non possono permettersi di prendere decisioni così influenti sul futuro di un’intera vallata. La Fano-Urbino – continua Capucci – è stata sospesa quasi venticinque anni fa senza alcuna concertazione con i cittadini soltanto per permettere di sviluppare al meglio l’attività di chi aveva in mano il traffico su gomma; un traffico questo non più sostenibile per sicurezza stradale, costi economici dovuti al caro gasolio e impatto ambientale. Con il completamento della Fano-Grosseto e senza la Fano-Urbino, la nostra vallata si intaserà di traffico, in particolare Fermignano, Bivio Borzaga in testa, entrerà in una situazione invivibile”.

Da sempre attento a questa tematica, Capucci focalizza la propria attenzione sulla reale utilità del ripristino della tratta ferroviaria. “Quello che molti cittadini vogliono – dice ancora Capucci – non è il treno vecchio stampo che Matteo Ricci ci vuol far intendere, ma una metropolitana di superficie sostenibile, silenziosa e che potrà trasportare decine di biciclette. Va inoltre ricordato che la Fano-Urbino tocca tutte le zone industriali della vallata: trasporto lavoratori di giorno e trasporto merci di notte porterebbero grande vantaggio e risparmio alle aziende e a i loro dipendenti senza considerare quanti pullman e camion si andrebbero a togliere dalle nostre strade. Ci sembra inoltre assurdo – conclude Capucci – che una città come Urbino, famosa in tutto il mondo, debba restare isolata e senza stazione ferroviaria. Il Fronte di Azione Popolare PU annuncia che continuerà ancora più aspramente la propria battaglia a fianco di Associazioni e Comitati che, radunando migliaia di cittadini, rivogliono il treno sulla Fano-Urbino; non si escludono ricorsi al TAR per contestare delle documentazioni già inviate e non esaustive”. L’ultima battuta Alessandro Capucci la rivolge ancora a Matteo Ricci: “Il nostro Presidente della provincia ha fornito un preventivo di spesa sballato e volto ad incentivare la chiusura della Fano-Urbino; lo stesso Ricci dimostra di non avere a cuore la salute dei cittadini dal momento in cui delle perizie specializzate hanno certificato la perfetta agibilità di tutti i ponti e le gallerie. Ma Ricci, pur sostenendo il contrario vorrebbe istituire una pista ciclabile mettendo a rischio la salute di tanti cittadini. Sarebbe ora di iniziare a guardare agli interessi di tutti e non di pochi”.

Da: www.oltrefano.it del 24/1/2012
 
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Fano-Urbino
Sì bipartisan alla ciclabile
FANO - La pista ciclabile al posto dell’ex ferrovia Fano-Urbino mette d’accordo tutti: maggioranza e opposizione. Le rispettive proposte vogliono impegnare la giunta fanese ad adoperarsi per un’opera dai costi contenuti, «una parte infinitesima delle spese per riattivare la linea».

Rilevanti, invece, i benefici ambientali ed economici, considerando che il ciclo-turismo è un settore in forte crescita. Ci sono, poi, vantaggi sotto l’aspetto del traffico e della sicurezza: avventurarsi in bici sulla strada Flaminia, che corre lungo il tracciato dell’ex ferrovia, comporta sempre qualche margine di rischio, soprattutto se il percorso è lungo. Questi concetti sono condivisi, nella grossa sostanza, da due proposte parallele: una della maggioranza fanese, primo firmatario Marco Cicerchia del Pdl, e l’altra dell’intero gruppo consiliare Pd. L’alleanza che amministra la nostra città si è mossa per prima, avendo depositato la propria mozione il maggio scorso. «Mi dispiace che la giunta abbia tergiversato - afferma Cicerchia - perché adesso sembra che ci accodiamo agli altri, mentre con un po’ più di coraggio avremmo aperto noi la strada». Dall’ex ferrovia a una linea, quella Adriatica, che continua a essere ridimensionata.

Il segretario dell’Udc a Fano, Pierino Cecchi, interviene sui tagli alle fermate dei treni a lunga percorrenza: «Si colpiscono studenti, pendolari, imprenditori locali e si minaccia di isolare in maniera irrimediabile la nostra città. Rimane incomprensibile la logica della decisione. A mio avviso appare ancora più paradossale che in questi anni qualcuno abbia più volte puntato i piedi per il ripristino della linea Fano - Urbino, quando non si riescono a mantenere le fermate di Intercity ed Eurostar. Auspico che le istituzioni continuino a esercitare pressione su Trenitalia, perché l’ente riveda i recenti e ingiusti provvedimenti. La soppressione delle fermate a Fano mette in difficoltà soprattutto i nostri pendolari, costretti a disagi e costi aggiuntivi per portare a casa lo stipendio».

Da: Il Messaggero del 24/01/12
 
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Talent day, gli studenti s’interrogano sui temi cittadini
Fano Nella sede centrale dell’Istituto tecnico commerciale Battisti di Fano ieri si è svolta la prima delle due giornate di autogestione scolastica organizzata dai rappresentanti degli studenti. Ci sono state 24 attività diverse per ogni tematica: sport (kung fu, hip pop e pallavolo), computer (scoperta dei social network, web editing e image editing), musica e arte, incontri di educazione sessuale e pronto soccorso (a cura del gruppo pionieri della Croce Rossa di Fano), rassegne di film e tanto altro ancora. Non sono mancati, poi, i dibattiti sui temi più importanti della realtà locale. Ieri si è parlato di aeroporto di Fano (tra potenziamento e parco), futuro della ferrovia Fano-Urbino e, infine, legalità (con la presenza, tra gli altri ospiti, di Rosario Barchitta, imprenditore di Catania battutosi personalmente contro la mafia).

Il sano confronto (a volte anche molto intenso) fra ospiti di diverse posizioni sui vari temi e la testimonianza diretta di chi ha vissuto certe esperienze di vita, hanno contribuito a determinare il successo dell’iniziativa. Anche diversi giornalisti e politici della zona, vista l’importanza dell’evento, hanno assistito (senza essere relatori) ai dibattiti proposti. C’è stata grande partecipazione ed entusiasmo da parte di tutti gli studenti e questo è assolutamente un dato molto positivo. Il Talent day del Battisti ha l’obiettivo di riportare al centro dell’attenzione gli studenti che rappresentano il futuro del nostro Paese e dell’intera comunità. Un ringraziamento particolare va ai quattro organizzatori dell’evento (Thomas Bonci, Mattia Gambini, Francesco Mungari e Fioravante Diana), al dirigente scolastico Francesco Leoni, a tutti gli ospiti che sono intervenuti e naturalmente a tutti gli studenti e docenti della scuola che hanno partecipato. Oggi è prevista un’altra importante giornata di Talent day nella sede succursale dell’Itc Battisti (zona San Lazzaro). A partire dalle 8, sono in programma, tra l’altro, dibattiti su legalità, politica - un modo per progettare il futuro e ospedale unico Fano-Pesaro.

Da: www.corriereadriatico.it del 26/1/2012
 
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Fronte Azione Popolare sulla Fano-Urbino: “Il treno non teme la neve”
Il Fronte di Azione Popolare PU torna ancora sul tema della Fano-Urbino e lo fa anche in considerazione delle recenti nevicate. Afferma il presidente Giacomo Rossi: “Il maltempo di questi giorni ha fornito degli interessanti spunti di riflessione. Oltre ad evidenziare l’importanza della necessità di preservare i presidi ospedalieri esistenti nel territorio, ha fatto riflettere ulteriormente sull’opportunità della riapertura della tratta ferroviaria Fano-Urbino. Il treno infatti, a differenza degli altri mezzi di locomozione, non teme la neve, come ci dimostrano i vari treni presenti in montagna come per esempio il Trenino Rosso Bernina Express, attivissimo anche nell’inverno alpino. Se avessimo avuto la Fano-Urbino, avremmo avuto la Val Metauro completamente collegata indipendentemente dalle nevicate avute. Quindi la rete ferroviaria Fano-Urbino, anche in virtù della conformità del nostro territorio, del suo clima e della viabilità provinciale, non va smantellata ma piuttosto ripristinata; vi sarebbero la logica, i mezzi e le caratteristiche per poterlo fare. Chiediamo ancora agli altri partiti di esprimersi chiaramente sulla questione come già da tempo abbiamo fatto noi del Fronte di Azione Popolare PU”.

Da: www.oltrefano.it del 18/2/2012
 
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Ex ferrovia Fano-Urbino, Ricci: “Avanti con la pista ciclabile”
Viaggia a «binari paralleli». Contemporaneamente. Non vuole perdere tempo, Matteo Ricci, e gioca d’anticipo. Da un lato i progetti sulla ferrovia, i collegamenti tra le aree interne e Roma, la congiunzione ai nodi dell’alta velocità. Dall’altro la ciclabile Fano-Urbino, le «infrastrutture del benessere», lo sviluppo della nuova mobilità e del turismo. In attesa della programmazione per i fondi europei, il presidente sigla già l’intesa a Urbino con i sindaci della vallata del Metauro. «Un’ufficialità che conferma, su entrambi i versanti, le priorità individuate nel Piano strategico», osserva il presidente. Che evidenzia con ordine: «Tutti i Comuni presenti (al tavolo sindaci e rappresentanti delle amministrazioni di Fano, Cartoceto, Saltara, Serrungarina, Montefelcino, Fossombrone, Fermignano, Urbino e il presidente della Comunità montana Alceo Serafini, ndr) hanno condiviso la nostra strategia sul treno. Il punto è collegare Urbino e l’entroterra a Roma, per la connessione all’alta velocità. In questa prospettiva, la priorità è il prolungamento della Fabriano-Pergola, realizzando intanto i 15 chilometri del tratto Pergola-Fossombrone».

Così, secondo Ricci, Fossombrone diventerebbe la stazione delle aree interne, collegate, attraverso Fabriano, a Roma. Con annessi ovvi benefici, anche in termini turistici, per il territorio: «Per questo – prosegue il presidente – è stato importante evitare la chiusura della Pergola-Fabriano, grazie alla concertazione e al sostegno dell’assessore regionale Luigi Viventi. Tutti abbiamo tirato un sospiro di sollievo». Ma c’è altro. Perché il presidente mette a segni un passo avanti importante per la ciclabile Fano-Urbino, nel tracciato dei vecchi binari. «Il ministero, dopo la dismissione, si è detto disponibile alla nostra richiesta per la concessione in comodato d’uso gratuito. La tratta passerà a noi, c’è già l’intesa con Fer-servizi». Per cui: «L’incontro di oggi, a cui hanno partecipato anche i tecnici (per la Provincia Alberto Paccapelo), è servito a fare il punto sul progetto e i fondi necessari. Tutta l’opera dovrà essere finanziata con l’accesso alle risorse europee, relative al settennato 2013-2020. Questa “infrastruttura del benessere” è una delle 5 priorità individuate all’interno del piano strategico provinciale. E oggi lo abbiamo ribadito».

Per l’intera ciclabile, dunque, verrà richiesto il finanziamento comunitario. «Ma nel frattempo – aggiunge Ricci – per i Comuni che ne faranno richiesta, si potrà già partire con i primi stralci funzionali. Con questo meccanismo: la Provincia eseguirà i lavori, i Comuni metteranno il materiale necessario. A Fossombrone, il sindaco ci ha già inviato la proposta per realizzare i primi 4 chilometri». Da Fossombrone a Fano, «dove con la ciclabile cambierà positivamente l’approccio alla mobilità quotidiana e agli spostamenti per tante persone», il progetto prevede la copertura del sedime ferroviario. Altra modalità, invece per il tratto Calmazzo-Fermignano-Urbino: «In questa area – evidenzia il presidente – il tracciato non verrà coperto, perché c’è lo spazio sufficiente in parallelo. Qui vogliamo sperimentare un progetto di veicoli a pedali sui binari esistenti, specialmente per promuovere il turismo. Il territorio si presta, ci sono poche abitazioni e c’è l’accordo con i Comuni». L’auspicio di Ricci è «realizzare il primo tratto di ciclabile Fano-Urbino prima della fine della legislatura».

Da: www.oltrefano.it del 29/2/2012
 
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Ciclabile Fano-Urbino, domenica "in sella" con For-bici
Una pedalata da Calcinelli a Fossombrone con tappa nelle vecchie stazioni di Tavernelle e Montefelcino
FANO - Domenica prossima, in occasione della ”Quinta giornata delle ferrovie dimenticate” (www.ferroviedimenticate.it) è prevista una bella iniziativa dal titolo “Una via verde tra Fano e Urbino” a cura di For-bici, l’associazione di Fano aderente alla FIAB (Federazione Italiana Amici della Bicicletta). Con partenza da Calcinelli intorno alle ore 10, un bel gruppo di cicloamatori giungerà a Fossombrone pedalando, quando possibile, su strade a basso traffico e toccando le vecchie stazioni di Tavernelle e Montefelcino. L’iniziativa ha il patrocinio dell’Amministrazione Provinciale ed il sostegno dei Sindaci dei comuni direttamente interessati (Saltara, Montefelcino, Serrungarina e Fossombrone). La pedalata è organizzata per sollecitare la trasformazione della dismessa ferrovia Fano-Urbino in una pista ciclo-pedonale, una struttura in grado di collegare in maniera realmente ecologica i vari nuclei abitati della valle del Metauro. L’iniziativa è aperta a tutti ed il percorso di complessivi 30 km non presenta particolari difficoltà. Per chi fosse interessato a partecipare comunichiamo il cronoprogramma:
- ore 9,30 ritrovo alla stazione ferroviaria di Calcinelli per iscrizioni e informazioni;
- ore 10,00 partenza per Tavernelle;
- ore 10.30 appuntamento alla stazione di Tavernelle;
- ore 11.00 appuntamento alla stazione di Ponte degli alberi;
- ore 11.30 arrivo alla stazione di Fossombrone, incontro con i media e le autorità locali;
- ore 12.30 ritorno a Calcinelli tutto sulla via Flaminia.
Confidiamo nella partecipazione numerosa del popolo delle due ruote ecologiche, che già domenica scorsa, in vista dell'imminente arrivo della primavera, 'faceva riscaldamento' al Carnevale di Fano, sfilando per le vie cittadine con il Moretta Team.

For-bici Fano

Da: www.fanotv.it del 1/3/2012
 
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Zaffini (Lega Nord), Fano e Urbino escluse da progetto pista ciclabile
"Sono completamente tagliate fuori dal Piano strategico provinciale per il futuro ferroviario"
FANO - Leggendo il progetto di Ricci sull'infrastruttura del benessere ovvero la pista ciclabile Fano Urbino ci accorgiamo come Fano e Urbino in realtà sia completamente tagliate fuori dal Piano strategico provinciale per quanto riguarda il futuro ferroviario. Il piano infatti prevede addirittura una ferrovia Fossombrone Roma, via Fabriano dopo la realizzazione del tratto Pergola Fossombrone. Perché no Fano Roma? Perché a Fano e a Urbino ci dobbiamo accontentare di una quasi inutile pista ciclabile quando esiste già una ferrovia che ci collega a Fossombrone? Per Ricci Fano e Urbino non meritano forse un collegamento ferroviario ben più costante e serio della pista ciclabile che sproni il turismo? Tra l'altro una è patrimonio dell'Unesco e l'altra con un patrimonio invidiabile di resti romani. Vedendo questo piano ci viene da pensare che Ricci come Forlani (che non si impegnò per la Fano Grosseto) non vuole che Fano e Urbino si sviluppino più di tanto. Per noi l'unica infrastruttura sensata del benessere è la tratta Fano Urbino, che porterebbe turismo proveniente dalla costa da Rimini ad Ancona e quindi ricchezza a tutta la valle del Metauro. E' veramente folle sputare su quello che c'è già e ipotizzare fantasiosi percorsi verso la capitale.

Da: wwww.fanotv.it del 1/3/2012
 
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Cancellieri sulla ferrovia: “Nessun passo indietro ma sono cambiati gli scenari”
FERMIGNANO – Il sindaco Giorgio Cancellieri, da sempre sostenitore del ripristino della tratta ferroviaria Fano-Urbino, chiarisce la sua posizione che conferma non essere cambiata alla luce del parere positivo da parte del Governo nazionale circa la dismissione della tratta ferroviaria.

Dopo l’incontro di ieri con il Presidente della Provincia di Pesaro e Urbino Matteo Ricci e l’Assessore alla viabilità Massimo Galuzzi insieme alla parte tecnica rappresentata dall’Ing. Alberto Paccapelo al quale ho partecipato personalmente in rappresentanza del mio Comune ritengo sia doveroso fare chiarezza su quella che è da sempre la mia posizione sull’argomento e che ribadisco che da un punto di vista ideale non è cambiata.
Sono a favore del ripristino della tratta ferroviaria Fano – Urbino – Fermignano, ma va da sé che alla luce del nuovo scenario politico – amministrativo che si è creato con la decisione da parte del governo Monti di sopprimere tale tratta, se gli eventuali ricorsi nel merito di questa determinazione non avranno effetti, dovremo tutti quanti seppur a malincuore, per quello che mi riguarda, prendere atto di tale decisione e di ragionare su eventuali utilizzi alternativi e degli eventuali costi da sostenere, in funzione di quello che si andrà a fare. Ed è proprio con questo spirito che da amministratore responsabile e pragmatico mi sono seduto al tavolo con la Provincia per ascoltare le proposte poste sul campo.

Va da sé che a priori ritengo che non doveva essere un governo tecnico, ma eventualmente un governo politico a decidere di sopprimere una tratta dismessa da ben 26 anni! Ma ritengo anche giusto, proprio perché è passato tanto tempo senza che nessuno avesse seriamente preso in considerazione il ripristino della tratta mettendoci i “soldini” che si possa anche ragionare magari a stralci di dare un utilizzo simile o magari diverso a questo sedime ferroviario o magari utilizzando un percorso alternativo in funzione e per il bene dei cittadini. Tra le tante riflessioni sicuramente potrebbe essere diverso l’utilizzo del tratto Fano – Calmazzo che si sviluppa quasi tutto in mezzo alle abitazioni rispetto al tratto Calmazzo – Urbino, che ha una diversa orogeografia e potrebbe essere ancora utilizzabile mantenendo la tratta Pergola – Fabriano e costruendo una nuova tratta nel tratto Fossombrone – Pergola per comunicare Fermignano ed Urbino con Roma. Nulla è stato deciso per quanto riguarda il tratto interessante il nostro comune, ma va da sé che questo sarà oggetto di discussione futura prima nella Giunta e poi in Consiglio Comunale.
Quindi nessun passo indietro da parte del sottoscritto, ma sicuramente una inevitabile e giusta presa d’atto di uno scenario che, a quanto pare, risulta attualmente profondamente cambiato!

Da: www.ilmetauro.it del 2/3/2012
 
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I volontari Fvm alla stazione di Fano
Il treno che bellezza
Ma la sosta è fugace
Fano E’ stata una fermata fugace quella a cui sono stati costretti, contrariamente a quanto programmato nella stazione ferroviaria di Fano, i soci dell’associazione Treni storici dell’Emilia Romagna Adriavapore, e quelli delle sezioni della Romagna e delle Marche dell'associazione italiana per il patrimonio archeologico e industriale e Italia Nostra, che ieri hanno organizzato un viaggio da Rimini ad Ancona per celebrare i 150 anni della ferrovia adriatica Bologna – Ancona, in concomitanza con la 5° giornata nazionale delle ferrovie dimenticate, includendo la visita degli impianti storici del porto dorico, in collaborazione con l’autorità portuale. A Fano, il treno che doveva giungere alle 10.40 è arrivato con 40 minuti di ritardo e si è fermato solo per fare scendere e salire i passeggeri di linea, senza che potesse svolgersi il saluto dei rappresentanti della provincia di Pesaro e Urbino e potessero illustrarsi le iniziative di mobilità dolce e di recupero dei percorsi ferroviari. A salutare i viaggiatori si è presentata una piccola delegazione dei soci della associazione Ferrovia Valmetauro, guidata dal presidente Carlo Bellagamba. L'associazione è attiva dai primi anni 2000 ed è stata costituita con lo scopo di rivitalizzare la linea ferroviaria Fano-Urbino, non più attiva dal 1987. “La giornata nazionale che celebriamo per la quinta volta – ha dichiarato Bellagamba – intende attirare l’attenzione su tutte e 20 ferrovie dismesse in Italia. La Fano – Urbino è stata inserita nel gruppo solo per volontà politica”.

Da: www.corriereadriatico.it del 5/3/2012
 
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Ciclopedonale Fano-Urbino,
Comune di Fossombrone brucia le tappe
Il sindaco forsempronese ha già pronti i finanziamenti per il primo chilometro di pista
FANO - Vuole essere Fossombrone a realizzare il primo km di pista ciclo-pedonale sulla ex ferrovia Fano Urbino. Lo ha confermato il vicesindaco a conclusione della passeggiata in bicicletta tra Calcinelli e Fossombrone organizzata domenica scorsa da For-bici FIAB di Fano in occasione della "Quinta giornata nazionale delle ferrovie dimenticate". Sono pronti anche i finanziamenti che verranno attivati una volta conclusa l’acquisizione della struttura da parte della Provincia che sta già elaborando il progetto attraverso il suo Ufficio tecnico. Non vogliono essere da meno i sindaci di Saltara e Serrungarina, anch’essi presenti alla partenza dei cicloamatori: una pista ciclo-pedonale risolverebbe tanti problemi di spostamento tra i vari nuclei abitati e consentirebbe il recupero e la riqualificazione di spazi abbandonati sui quali attualmente le varie Amministrazioni comunali non possono intervenire per mancanza di competenza.

Quella di domenica scorsa è la prima edizione di una manifestazione che verrà molto probabilmente riproposta in futuro, vista la convinta adesione di tutti gli Enti pubblici contattati quest’anno (patrocinio della Provincia e dei Comuni di Fossombrone, Serrungarina, Montefelcino e Saltara). Il tragitto, una sorta di staffetta, si potrebbe svolgere il più possibile su strade a basso traffico, in attesa di una “via verde” che ha le caratteristiche giuste per valorizzare i tanti luoghi di pregio e le strutture agrituristiche di tutta la vallata del Metauro.

Da: www.fanotv.it del 6/3/2012
 
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Società russa pronta a investire milioni sulla Fano-Urbino
Il progetto
L'idea: usufruire della ferrovia del Metauro per creare il "treno dei sapori"

di Roberto Damiani
Urbino, 6 marzo 2012 - LA FERROVIA Fano-Urbino è morta ma scoppia di salute. Anzi, non è mai stata viva come adesso. Se da Fano a Fossombrone si è firmato un accordo per farci una pista ciclabile, dalla stazione forsempronese a Urbino (circa 22 km di strada ferrata) stanno già sfrecciando treni di idee per richiamare turisti, famiglie, scolaresche e bambini. Si stanno già costruendo (a farlo è l’azienda urbinate Tecnobike) delle «bicitreno» o come li chiamano i francesi i «velorail». E’ un veicolo leggero per quattro persone che corre sui binari mosso da due biciclette fissate ai lati e dotate di pedalata assistita. In Francia ci sono 80 percorsi di questo tipo, con migliaia di turisti che le affollano tutto l’anno, per l’Italia sarebbe una novità assoluta, da mettere in vetrina alle fiere internazionali del turismo. MA SE questo progetto è già in rapida fase di realizzazione entro il giugno prossimo (lo ha fatto proprio la Provincia e le amministrazioni comunali di Fermignano e Urbino), la novità dell’ultima ora è un ulteriore passo verso l’utilizzo di un vero treno, sicuramente speciale. Un’importante azienda alimentare russa, la Intorgimpex, con sede a Mosca, San Pietroburgo e filiale a Rimini presso la Confesercenti, specializzata nell’importazione di prodotti alimentari italiani per circa 800 ristoranti russi, chiede di poter usufruire della ferrovia del Metauro per creare il «treno dei sapori». In poche parole, il flusso turistico russo che da aprile a settembre invade la riviera romagnola, verrebbe dirottato settimanalmente sul treno del Metauro per far conoscere i piatti, i vini, i sapori di questa terra attraverso i colori delle colline che arrivano a Urbino. Un viaggio «lento», con vagoni ristorante, e fermate per degustare e acquistare i prodotti del territorio.

A RIVELARE la richiesta è Gian Carlo Frisoni, membro dell’accademia internazionale del Turismo, albergatore, e presidente dell’Associazione italiana trasporti alternativi (possiede una flotta di trenini su strada) oltre che essere rappresentante in Italia dell’azienda russa: «Siamo disponibilissimi — dice — a fornire risorse, e intendiamo qualche milione di euro, progetti e personale. Chiediamo però una seria e consapevole collaborazione, unione di forze nella convinzione certa della bontà e successo dell’iniziativa. Vorremmo prevedere ad esempio fermate presso gli agriturismi, cantine, ristoranti tipici, strutture ove si producono prodotti artigianali di qualità oltre a visitare luoghi di estrema bellezza come Urbino. Contemporaneamente, i turisti che accompagneremmo su vagoni attrezzati, potrebbero degustare prodotti tipici di tante zone delle Marche. Abbiamo conosciuto l’associazione Fvm presieduta da Carlo Bellagamba (che nel frattempo ha fatto ricorso al presidente della Repubblica contro la chiusura della linea ferroviaria n.d.r.) perché insieme a loro, sia io che il presidente russo della società, signor Vladimir Vanine, abbiamo percorso la linea a bordo dei veicoli gialli a disposizione della Fvm rimanendo incantati dalla bellezza delle colline. Da ciò è nato subito un forte interesse per un’iniziativa che si sposa benissimo con le nostre attività a scopo di trasporto, turismo e ristorazione. Per questo, saremmo disponibili ad organizzare nella valle del Metauro un treno dei sapori, dove convogliare periodicamente i nostri turisti russi presenti a Rimini, Riccione, Cattolica e nell’intera riviera, percorrendo le vostre città per una conoscenza turistica, culturale ed enogastronomica in un ambiente dal valore inestimabile». LA PROPOSTA del rappresentante italiano della «Intorgimpex» di Mosca apre scenari ad ora sconosciuti. Promette investimenti in cambio di serietà. Per un’amministrazione pubblica, è subito la sfida più grande.

Da: Il Resto del Carlino del 6/3/2012
 
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Remo Mariani ringrazia pubblicamente l'associazione Forbici
Debbo formalmente ringraziare l’associazione “Forbici” per avermi dato l’occasione di partecipare alla “biciclettata” Calcinelli – Fossombrone, di domenica scorsa, a sostegno della trasformazione in pista ciclopedonale della ex ferrovia abbandonata Fano – Urbino. Mi sono trovato a percorrere la Flaminia in bici dopo 60 anni, da quando facevo questo percorso per andare alle scuole Medie di Fossombrone. Ogni mattina già a Ponte degli Alberi, punto di incontro, eravamo un bel gruppo numeroso di adolescenti dagli 11 ai 16 anni orgogliosi di raggiungere una certa indipendenza e libertà, diventare adulti. Questo mi ha fatto provare l’emozione, l’orgoglio di essere ancora a cavallo di una bici nello stesso percorso dopo tanti anni.

Ma ancor più grande l’emozione di poter pensare che presto sia possibile per i nostri nipoti adolescenti di andare a scuola o in città da soli in tutta sicurezza. La pista, infatti, non sarà per i soli amatori ma per la vita di tutti i giorni, per chi va a far le spese come per chi va a lavorare nelle fabbriche cresciute lungo la vecchia linea ferroviaria Fano - Urbino. Del resto il mondo intero si è accorto che la bici ci può far risparmiare tempo dagli ingorghi del traffico, risparmiare denaro, e soprattutto guadagnare in salute con aria meno inquinata e con attività fisica.

Leggo che nei Paesi Bassi il 27 % dei cittadini usano la bici e gli italiani solo 3,8 %. Berlino nonostante 26 linee di metropolitana lancia un programma straordinario per la manutenzione ed il miglioramento delle piste. Ma anche in Italia si sta compiendo uno sforzo notevole ovunque, e senza citare le eccellenze di Bolzano e Mestre, basta guardare la più vicina Reggio Emilia che ha un indice di ciclabilità per abitante di 34.86. Pertanto mi congratulo con il comune di Fossombrone per l’iniziativa intrapresa, sicuro che sarà di esempio per tutti i comuni della nostra bellissima vallata del Metauro.

da Remo Mariani, cittadino fanese

Da: www.viverefano.com del 7/3/2012
 
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Cecchi (Udc): “La ciclabile Fano-Urbino progetto fattibile”
Il segretario comunale dell’Udc, Pierino Cecchi, interviene sulla questione della ciclabile che collegherebbe Fano a Urbino, dopo il decreto 430 del 15 dicembre 2011, ratificato il 3 gennaio scorso e firmato dal ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera, in cui si comunica che “è stata disposta la dismissione della linea ferroviaria Fano-Urbino”. «Dopo il decreto ministeriale che ha stabilito che la ferrovia non verrà ripristinata – ha spiegato Pierino Cecchi – lo scorso 29 febbraio si è tenuto a Urbino un incontro col presidente della Provincia, Matteo Ricci, in cui è stata siglata un’intesa (erano presenti al tavolo sindaci e rappresentanti delle amministrazioni comunali di Fano, Cartoceto, Saltara, Serrungarina, Montefelcino, Fossombrone, Fermignano, Urbino e il presidente della Comunità Montana) per la realizzazione di un primo tratto di una pista ciclabile che arrivi fino a Fossombrone e che quindi sia il trampolino di lancio per lo sviluppo di una nuova mobilità e del turismo.

Qualche giorno fa, inoltre, è giunta la proposta di un’azienda alimentare russa, che si occupa dell’importazione di prodotti alimentari italiani e che chiede di poter usufruire della ferrovia per creare itinerari turistici e gastronomici. Il progetto di pista ciclabile potrebbe costare circa 1 milione di euro sul tratto fanese, con la possibilità di realizzarlo a stralci funzionali. La Provincia progetterebbe e realizzerebbe l’opera, mentre il Comune di Fano dovrebbe acquistare il materiale per la realizzazione. Pertanto, la ciclabile è un progetto fattibile.» «E’ in questa direzione che l’Udc Fano si è mosso, facendosi promotore di una mozione presentata in Consiglio comunale, firmata dalla maggioranza, discussa e approvata lo scorso 23 gennaio, per ripristinare la pista ciclabile Fano-Urbino. A mio avviso – ha concluso l’esponente centrista – non solo a livello locale, ma anche provinciale, la ciclabile porterà sicuramente benefici alla viabilità e al futuro sviluppo turistico, con possibili escursioni e percorsi del gusto nella nostra provincia.»

Da: www.oltrefano.it del 8/3/2012
 
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Ferrovia Fano-Urbino, Capucci contro Ricci e Pelagaggia: “Non si gestiscono così città e Provincia”
Il Fronte di Azione Popolare PU torna a parlare della dismissione della tratta ferroviaria Fano-Urbino a favore della pista ciclo-pedonale. Ad intervenire è Alessandro Capucci, ex Assessore allo Sport e Protezione Civile di Fermignano e membro del movimento politico, che attacca duramente i vertici politici territoriali che si stanno facendo pionieri della soppressione della tratta ferroviaria sospesa da ormai 25 anni.“Il sindaco di Fossombrone Pelagaggia – commenta Capucci – invece di andare in vacanza durante l’emergenza neve poteva aiutare i propri concittadini; nello svolgere al meglio la funzione di primo cittadino, si sarebbe accorto dell’utilità di una ferrovia anche in momenti come quelli. Il traffico era bloccato, compresa la superstrada, e chi aveva bisogno di muoversi avrebbe potuto farlo tranquillamente in treno.

Anche il presidente della Provincia Matteo Ricci, nonostante sia ormai uscente, non può continuare ad accanirsi contro un’opera necessaria, sostenibile e di tendenza mondiale: anche la sua vecchia amica Russia sta implementando la rete ferroviaria ritenendo il treno il mezzo di trasporto più ecologico ed economico”.“Il servizio su gomma – continua Capucci – ha costi esagerati, ha un impatto pesante sull’ambiente ed è obsoleto; se Pelagaggia e Ricci hanno affari politici sconosciuti ai cittadini e a favore di pochi ci sarebbe una spiegazione, altrimenti non avrebbe senso che due amministratori respingano fortemente la ferrovia andando contro lo sviluppo e il bene del territorio. Non è così che si gestiscono una Provincia e una città”.

Capucci ricorda anche che “il treno che correrebbe sulla Fano-Urbino sarebbe moderno, silenzioso e veloce con attesa agli incroci uguale a quella nei semafori per i veicoli su gomma; la tratta trasporterebbe persone di giorno (compresi ciclisti e disabili) e merci di notte facendo sparire i camion dalle strade e dando ampio respiro al nostro territorio. La pista ciclabile invece diventerebbe inutilizzabile nel giro di massimo due anni: la vegetazione la coprirebbe totalmente e vista la mancanza di fondi non verrebbe fatta una manutenzione con uomini impiegati manualmente vista la tratta, non accessibile ai mezzi. Evitiamo poi il discorso dei costi spropositati causati da gallerie illuminate giorno e notte senza che nessuno le percorra”.

Da: www.oltrefano.it del 14/3/2012
 
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Con il “treno dei sapori” alla scoperta del Metauro
Ancona Un’idea per rimettersi in moto; un progetto alla ricerca della tratta perduta. Niente a che fare con le polemiche che dividono l’Italia tra pendolari e sostenitori dell’alta velocità. Sui binari si cambia e si procede anche al ritmo della nostalgia. Conferenza stampa ieri mattina ad Ancona, indetta dal consigliere regionale Giancarlo D’Anna (Gruppo misto) e dal presidente della Ferrovia valle del Metauro, per ufficializzare la disponibilità della società russa Intorgimpex all’utilizzo della linea ferroviaria Metaurense come “treno dei sapori”, dove convogliare periodicamente i turisti russi presenti principalmente a Rimini, Riccione, Cattolica e nel resto della riviera. “La società russa - ha dichiarato D’Anna - ritiene il percorso della Fano-Urbino un percorso turistico, culturale, enogastronomico in un ambiente di valore territoriale inestimabile. Tanto che si rende disponibile a fornire risorse, progetti e personale per portare avanti l’iniziativa”.
“Al disinteresse locale - commenta il consigliere - si contrappone la lungimiranza straniera. Trasformare in ciclabile quella tratta sarebbe un errore storico”. Stesse le conclusioni di Bellagamba, il quale nel suo intervento ha evidenziato che la battaglia del ripristino della Fano-Urbino vede il qualificato appoggio del Fondo ambiente italiano nazionale (Fai). L’appuntamento con quanti hanno a cuore le sorti della ferrovia è il primo aprile alle 9 e 30 a Urbino per la Giornata nazionale delle ferrovie dimenticate.

Da: www.corriereadriatico.it del 21/3/2012
 
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Utenti trasporto pubblico sulla ferrovia Fano Urbino: 'Felici dell'interessamento dei russi'
La scrivente Associazione oggi è lieta di apprendere dalle pagine di Vivere di Fano l'eventuale interessamento di una grande industria russa per la riapertura della Fano-Urbino. Certamente questa notizia provocherà un grosso dispiacere al Presidente della Provincia Ricci che non potrebbe più vedere realizzato il suo sogno della lunga pista ciclabile sul sedime della ferrovia. Tutto ciò, però, sempre che RFI cederebbe il sedime. Altri dispiaceri per coloro che commentano l'articolo in senso negativo e parlano di lunghe code ai passaggi a livello. Queste persone evidentemente non pensano alla realizzazione di sottopassi e vanno spudoratamente contro l'Ambiente. Non pensano che le PM10 sono micidiali per loro, i loro figli ed i loro nipoti. Evidentemente ignorano che ogni anno l'inquinamento delle città provocato dalle auto genera migliaia di morti per patologie cardiocircolatorie e respiratorie. C'è qualcuno che parla di bus a metano e ibridi, ma non sa che anche il metano, per quanto possa essere il carburante più pulito, è sempre inquinante seppure in misura ridotta rispetto agli altri carburanti. Inoltre la riapertura della ferrovia potrebbe anche essere un'attrazione turistica, come succede in Alto Adige con la ferrovia della Val Venosta ed in prossimo futuro potrebbe anche realizzarsi il collegamento con S.Arcangelo di Romagna, inoltre da Fermignano si potrebbe ripristinare il collegamento con Pergola e Fabriano. Bisogna anche ricordare che il futuro del Trasporto Pubblico passa principalmente per la ferrovia. C'è bisogno di nuove linee ferroviarie e della riapertura di quelle dismesse, anche con eventuali variazioni di tracciato,per puntare su servizi veloci ed anche di interscambio con gli autobus dove la ferrovia non può arrivare. Un plauso ed un grazie anche al Consigliere D'Anna per il suo impegno a favore del Trasporto Pubblico, tanto che la scrivente Associazione sta pensando di premiare questo suo impegno con un'aqttestazione di benemerenza.

da Antonio Bruno presidente prov. Utp

Da: www.viverefano.com del 22/3/2012
 
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Sci di fondo su strada, presentate le nuove iniziative: tre competizioni federali in provincia
Si estende l’attività dell’associazione sportiva “Torollski center” di Pesaro, che dal 2011 ha portato nel territorio provinciale una nuova disciplina, lo “Skiroll” (sci di fondo su strada), sempre più diffuso in Italia grazie alla presenza di un maggior numero di piste ciclabili. In una conferenza stampa a cui sono intervenuti il presidente dell’Assemblea legislativa delle Marche Vittoriano Solazzi, l’assessore provinciale allo Sport Massimo Seri, l’assessore allo Sport del Comune di Pesaro Enzo Belloni, il presidente del Coni provinciale Alberto Paccapelo, il rappresentante della Commissione settore Skiroll delegato internazionale Fis Enrico Coucourde e rappresentanti dei Comuni di Fano, Apecchio e Mombaroccio, il presidente della “Torollski center” Michele Ravagli ha illustrato le proposte 2012, articolate su tre filoni: amatoriale, agonistico e giovanile. Sul versante agonistico, l’associazione organizzerà quest’anno tre competizioni federali: un “Trofeo nazionale” il 20 maggio a Mombaroccio, una prova di “Coppa Italia Sprint” il 28 luglio lungo le strade di Pesaro ed un “Campionato italiano staffetta” il 29 luglio nel circuito “Marconi” di Fano. Quanto al settore giovanile, dopo Pasqua verrà avviato con l’Istituto “Padalino” di Fano (che ha aderito all’iniziativa ministeriale “Scuole dello sport giovanile”) un progetto che prevede, due ore alla settimana, lezioni di “Skiroll”.“Non è un caso – ha sottolineato l’assessore provinciale allo Sport Massimo Seri – che una disciplina come lo skiroll stia prendendo piede in questo territorio, che ha investito su strutture quali piste ciclabili, dando un valore aggiunto alla qualità della vita. Oltre al momento sportivo, c’è anche un importante momento di aggregazione, visto che l’attività sta coinvolgendo sempre più persone”.

Il presidente del Coni provinciale Alberto Paccapelo ha evidenziato come lo skiroll arricchisca l’offerta sportiva della provincia. “Speriamo – ha detto – di avere a disposizione, tra qualche anno, anche l’ex ferrovia Fano – Urbino, 50 km che si presterebbero molto a questo sport”.“Proprio martedì – ha reso noto con soddisfazione il presidente dell’Assemblea legislativa delle Marche Vittoriano Solazzi – abbiamo approvato all’unanimità una legge su sport e tempo libero, innovativa e in grado di dare risposte a varie esigenze. Lo sport è uno straordinario ed efficace mezzo per far stare insieme le persone e per una crescita armonica dell’individuo, che impara così le regole, la disciplina, il confronto con gli altri. In questa regione c’è l’apporto straordinario di tante associazioni, che operano con impegno ed entusiasmo. Per non parlare della notevole influenza che lo sport ha sul versante del turismo”.

Da: www.oltrefano.it/ del 29/3/2012
 
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Ferrovia Fano-Urbino, Rossi (FAP):
“E’ fondamentale ripristinare la tratta”
“Il movimento trasversale Fronte di Azione Popolare Pesaro-Urbino sarà presente alla manifestazione indetta dall’associazione Ferrovia Valmetauro che si terrà domenica ad Urbino, manifestazione a sostegno della tratta ferroviaria Fano-Urbino. Il movimento guidato dal giovane Giacomo Rossi si è schierato da subito in prima fila a difesa della tratta Fano-Urbino e lo ha fatto partecipando attivamente al comitato pro ferrovia e mettendo a disposizione l’opera dell’avvocato Andrea Reginelli che è anche legale del movimento. Il presidente Giacomo Rossi dichiara:“ Ribadiamo che gradiremmo che anche gli altri partiti prendessero una posizione chiara ed univoca sulla Fano-Urbino. Il nostro Movimento”, dice Rossi, “si sta sviluppando molto proprio nella Valmetauro, la valle della ferrovia. Alle prossime elezioni diremo la nostra in molti comuni della vallata a partire da Fano e sicuramente faremo fatica ad appoggiare e sostenere quegli amministratori che ammaliati da Ricci, hanno cambiato idea sulla Fano-Urbino, in barba alle dichiarazioni ed agli atti amministrativi adottati in precedenza a favore dell’utilissima tratta ferroviaria. I voltagabbana infatti, non sono di nostro gradimento! Speriamo che l’intera Valmetauro capisca l’importanza del ripristino di una moderna metropolitana di superficie, senza cadere nelle lusinghe di quelle opere inutili e dispendiose avanzate dal presidente della Provincia Ricci”.

Da: www.oltrefano.it del 30/3/2012
 
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Urbino fa il pieno alla Giornata nazionale delle ferrovie dimenticate
Tante le persone che hanno partecipato: "situazione ottimale per il ripristino della tratta"
URBINO - Tanta gente alla stazione di Urbino domenica mattina, 1° Aprile, per la 5^ edizione della Giornata Nazionale delle Ferrovie Dimenticate. Stazione affollata per partecipare al programma proposto da FAI, Legambiente e FVM e visitare gli stand-mostra delle attività delle tre Associazioni. Il momento principale della mattinata, dopo il ricordo di alcuni episodi accaduti quando il treno percorreva la valle del Metauro, si è avuto con l’ esposizione di un possibile modello di esercizio della linea metaurense specificando la struttura ed i tempi dell’orario instaurabile sull’attuale percorso di tre giovani ingegneri dell’AISIF (associazione studenti ingegneria ferroviaria). Lo studio ha anche individuato i pregi e difetti della sovrastruttura: è emerso che la causa delle prestazioni non eccezionali degli anni di apertura risiedesse principalmente nell’armamento (cioè nei binari), nel gran numero di passaggi a livello e in alcune curve troppo strette. E’ stato cura dei tre soci AISIF ridurre a soli 40 (di cui 7 su strade sterrate molto secondarie) il numero di attraversamenti stradali con nuove barriere che restano chiuse solo 115 secondi, individuare l’armamento più consono al servizio indicato e trovare il modo di allargare di qualche metro 4 curve senza però coinvolgere alcuna abitazione. Il risultato è stato un incremento della velocità che in certi punti ha superato il 100%. Sono anche stati individuati punti precisi del tracciato in cui, a causa del gran numero di intersezioni viarie, la realizzazione di rilevati che portino in quota il binario è la soluzione più logica per risolvere il problema ( es nella zona di Fano con l’eliminazione di tutti i passaggi a livello).

Per finire è stato accertato che ponti e gallerie versano in condizioni quasi ottimali ed, anche laddove presentino alcuni difetti, non sarebbe affatto difficile un loro recupero. Alla presentazione è seguito un acceso dibattito con l’intervento di molti relatori che hanno stigmatizzato con diverse e valide motivazioni le recenti azioni della Provincia e della Regione che , in aperta contraddizione con quanto assunto in precedenti determinazioni e con accordi con il Governo nazionale, hanno voluto l’eliminazione di questa struttura di trasporto collettivo senza addurre la benché minima valutazione tecnica e progettuale né tantomeno richiedere, come stabilito dalle regole democratiche, la collaborazione ed il parere di Associazioni interessate ed aventi diritto a fornire il proprio giudizio sulla vicenda. Tale atteggiamento è stato vivacemente contestato da rappresentanti di formazioni politiche, sindacalistiche , ambientalistiche e culturali. Tutti hanno convenuto che la perdita di tale sistema di trasporto compromette le future e concrete possibilità di sviluppo del territorio e delle attività turistiche ed imprenditoriali con conseguente mancanza di creazione di nuovi posti di lavoro. Un grido di allarme è stato lanciato soprattutto per Urbino, città sempre più isolata che vede a rischio l’esistenza delle sue eccellenze , in particolar modo l’Università. Nel pomeriggio si è svolto un trekking-urbano nel centro della città del Duca Federico e visita ad alcuni tesori d’arte, gli Oratori di S.Giovanni e S.Giuseppe, con l’assistenza di esperti del locale Circolo di Legambiente ed una breve escursione al viadotto ferroviario prospiciente il versante sud di Urbino.

Da: www.fanotv.it del 5/4/2012
 
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Giornata delle ferrovie dimenticate
Anche quest'anno si è tenuta nelle Marche a Urbino la Giornata delle Ferrovie dimenticate all'interno della quale si è tenuto un workshop organizzato dall'associazione FVM: Ferrovia della Val Metauro. Giornata, come sempre molto interessante con l'intervento dei Rappresentanti del FAI, di Legambiente Marche e di Sindaci ed altri amministratori della zona che nei loro interventi si sono espressi tutti per la riapertura della Ferrovia Fano-Urbino che sicuramente sarebbe un beneficio per l'Ambiente, ma anche per il turismo in quanto la linea potrebbe essere valorizzata e messa al servizio di quanti vorrebbero e potrebbero raggiungere Urbino con maggiore celerità. Gli altri vantaggi - come già detto in altri articoli - sarebbero sia quelli per gli studenti universitari che arrivano ad Urbino dalla linea Adriatica, ma anche per quanti da Fano vorrebbero raggiungere celermente sia Urbino che le località intermedie. Nel corso del workshop è stato presentato un ottimo progetto per la riattivazione elaborato da tre promettenti studenti, prossimi alla laurea, dell'Associazione Italiana Studenti in ingegneria ferroviaria. In apertura della manifestazione il Segretario Provinciale di UTP - l'Associazione Utenti Trasporto Pubblico - ha premiato con un Diploma di Benemerenza il Consigliere Regionale Giancarlo D'Anna per il suo impegno a livello politico a favore di tutto il Trasporto Pubblico Locale ed in particolare per le battaglie condotte per la riapertura della Fano-Urbino.

Antonio Bruno presidente prov. Utp

Da: www.viverefano.com del 5/4/2012
 
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Ferrovia, il presidente Napolitano invitato sui percorsi della Fano-Urbino
Riceviamo e pubblichiamo la lettera che l’Associazione FVM insieme a Assoutenti UTP, FAI delegazione Pesaro, UIL trasporti Marche, O.R.S.A., Legambiente circolo Urbino, Fronte Azione Popolare Pesaro Urbino, Movimento Fano Cinque Stelle, Bene Comune Fano, Verdi Fano, Giancarlo D’Anna. Consigliere Regionale Marche, Roberto Zaffini. Consigliere Regionale Marche, A.N.T.A. Ass. Naz. Trasporti Alternativi ha inviato al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per invitarlo a visitare la ferrovia Fano-Urbino in occasione della sua visita a Pesaro per le celebrazioni del 25 aprile.

“Preg.mo Sig. Presidente,
le celebrazioni per il Centocinquantenario dell’Unità d’Italia ci hanno ricordato quanto di fondamentale importanza sia stato il contributo reso dalla ferrovia e dal trasporto ferroviario al conseguimento dell’Unità.
Oltre a permettere ai cittadini italiani di viaggiare da una regione all’altra, consentendo così uno scambio tra culture diverse, fino ad allora impensato e non possibile, facilitando l’integrazione tra le diverse aree geografiche del Paese e favorendo il crescente senso di appartenenza al neonato Stato italiano, la ferrovia ha rappresentato il primo, vero esempio di modernizzazione del Paese, sia da un punto di vista tecnologico che sociale.
Crediamo perciò essenziale conservare il patrimonio ferroviario esistente, soprattutto quello non più in uso oggi, perché insieme ad una funzione storico-culturale, può ancora se conservato e restaurato tornare utile per il territorio dove queste opere infrastrutturali ferroviare si trovano.

Nel nostro territorio abbiamo una linea ferroviaria ( in disuso dal 1987 ma ancora in ottimo stato di conservazione grazie all’azione dei volontari dell’Associazione FVM-Ferrovia Valle Metauro) che unisce la città di Fano, l’antica Fanum Fortunae, alla bella città di Urbino, patrimonio dell’UNESCO con un percorso che tocca altre città ricche d’arte e cultura.
Purtroppo questa linea ferroviaria corre oggi il pericolo di essere perduta per sempre perché la Provincia di Pesaro-Urbino ha in progetto di costruire al posto di questa infrastruttura un pista ciclabile; inoltre la Regione Marche, contro la volontà dei cittadini della zona, pochi mesi fa ha dato parere favorevole alla dismissione.
Perciò, vista l’importanza che la ferrovia nella Val Metauro può rappresentare per lo sviluppo turistico, culturale e imprenditoriale, e vista la grande sensibilità che Ella ha sempre dimostrato nei confronti della nostra storia e della economia dei territori così come per i temi legati all’ambiente

CHIEDIAMO
il Suo intervento al fine di evitare lo smantellamento dell’infrastruttura ferroviaria in questione. In futuro, questa linea potrebbe rappresentare una vera fortuna per la Val Metauro , le sue città e la sua gente: potrebbe essere trasformata ,come in altre parti d’Italia, in metropolitana di superfice, potente e veloce mezzo di trasporto moderno, e consentirebbe un maggiore afflusso turistico nella zona con innegabili benefici anche all’ambiente, alla sicurezza, alla salute, alla mobilità dei cittadini più
Sappiamo che Ella il 25 Aprile sarà in visita nel nostro territorio per l’anniversario della Liberazione. Nel porgerLe i più sentiti e cordiali saluti, La invitiamo a visitare la linea ferroviaria Fano Urbino e ad intervenire, per quanto in Suo potere, al fine di salvare e rilanciare questo grande “piccolo tesoro” che appartiene a tutti noi cittadini italiani”.

Da: www.oltrefano.it del 24/4/2012
 
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La Tratta ferroviaria Fano-Urbino, anche se dismessa va pulita
16/05/12 Fano (PU) - In alcuni punti, la ex-tratta ferroviaria Fano-Urbino, è ridotta ad una boscaglia di rovi ed erbacce, in cui sovente si annidano ratti e animali di ogni genere. I rovi hanno raggiunto altezze ragguardevoli ed in alcuni casi sono adiacenti alle abitazioni, pertanto, avvicinandosi il periodo estivo, c'è il serio e fondato pericolo di roghi accidentali che possano interessare la tratta della ferrovia e le case adiacenti. Su richiesta di alcuni cittadini, il Circolo Nuova Fano, è intervenuto anche con una raccolta firme presso l’Ente Ferrovie Italia, in merito alla pulizia del sedimento ferroviario nella zona di Fano. Dagli accertamenti svolti dal Circolo, è emerso che il tratto ferroviario in questione, pur se dismesso, è rimasto ancora di proprietà delle Ferrovie.

“Siamo quindi intervenuti – dichiara Stefano Pollegioni, coordinatore Circolo Nuova Fano - presso L'Ente, interessando anche l'Assessorato all'Ambiente del Comune di Fano, chiedendo un rapido intervento. In seguito alle nostre sollecitazioni, in data 8 Maggio, le Ferrovie Italiane hanno inviato una loro Commissione, guidata da un Ingegnere che, assieme al dirigente del Comune di Fano, ha compiuto un sopralluogo in modo da verificare in loco la situazione. Due giorni dopo, siamo stati contattati dal Dirigente dell’Ente Ferrovie che, ci ha confermato che dopo le formalità del sopralluogo, verranno eseguiti, entro il mese di giugno, i lavori di pulizia”. “Ringraziamo – conclude Stefano Pollegioni - fin da ora l'Ente Ferrovie, per la disponibilità e la collaborazione”.

Redazione Fanoinforma.it

Da: www.fanoinforma.it del 16/5/2012
 
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Ripristino ex ferrovia Fano-Urbino: parte una raccolta firme
Anche quest’anno torna l’appuntamento con I Luoghi del Cuore, il censimento promosso dal FAI in collaborazione con Intesa Sanpaolo per dar voce alle segnalazioni dei beni più amati in Italia che si vorrebbe fossero conservati intatti per le generazioni future. Il progetto intende coinvolgere concretamente la popolazione così da contribuire alla sensibilizzazione sul valore del nostro patrimonio artistico, monumentale e naturalistico e sull’importanza di difenderlo e tutelarlo. La Delegazione Provinciale Pesaro-Urbino del FAI- Fondo Ambiente Italiano ha eletto come Luogo del Cuore 2012 una struttura molto particolare, apparentemente al di fuori della consueta tipologia delle opere segnalate, ma di grande impatto mediatico, culturale e sociale, la ferrovia metaurense Fano-Urbino. “La scelta – si legge in una nota del FAI -, approvata entusiasticamente dai vertici direzionali centrali a Milano, è stata dettata per l’importanza ed i significati intrinseci esplicati da questa struttura del trasporto, attualmente in gravissimo pericolo di esistenza, con la presenza di numerose e grandiose opere d’arte ( come ponti e gallerie) di pregevole fattura, testimonianze del valore di progetto e della perizia delle maestranze operaie del passato.

Inoltre questa ferrovia rappresenta un notevole quanto basilare supporto per il territorio della valle del Metauro, ricco di storia, cultura e paesaggi bellissimi, per un concreto rilancio e sviluppo del turismo di qualità e del trasporto pubblico. L’iniziativa del FAI pone una particolare attenzione sulle città toccate dalla ferrovia come Urbino. Fano insieme ad altri centri minori ma ugualmente meritevoli dell’attenzione di tutti (Fossombrone, Saltara, Cartoceto, Montefelcino e Fermignano), che possono venire ancor più valorizzate da questo “Luogo del Cuore” grazie all’importanza che questo medium promozionale possiede sia in campo nazionale che internazionale. Verrà data massima diffusione e visibilità all’iniziativa”. Sabato 2 giugno in occasione della “Festa per il parco”, al campo di aviazione di Fano, verrà effettuata una prima raccolta firme.

Da: www.oltrefano.it del 31/5/2012
 
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Udc: “Avviare la ciclabile Fano-Urbino”
01/06/12 Fano (PU) - Il vice segretario provinciale e il segretario comunale dell’Udc, Davide Delvecchio e Pierino Cecchi, intervengono sul tema, sempre attuale, della mobilità sostenibile. “C'è la necessità – affermano i due esponenti dell’Udc – di avviare la ciclabile sulla tratta ferroviaria di competenza comunale che parte da Fano e attraversa le zone di San Lazzaro, Vallato, S. Orso, Quartiere Flaminio, Rosciano, Cuccurano, Carrara e Ponte Murello. Il progetto di fattibilità, presentato dalla provincia di Pesaro-Urbino al Comune di Fano, è attuabile e, non appena si potrà convenzionare la tratta, c'è la reale possibilità di collegare tutte le nostre zone periferiche con la città”. Nei mesi scorsi l’Udc era già intervenuto su questo tema, dopo che, con il decreto 430 del 15 dicembre 2011, ratificato il 3 gennaio scorso e firmato dal ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera, era stata comunicata “la dismissione della linea ferroviaria Fano-Urbino”.

“Il progetto di pista ciclabile Fano–Ponte Murello oltre ad essere qualificante per il nostro territorio è fondamentale per la sicurezza di ciclisti, pedoni e bambini che oggi transitano nella Statale Flaminia. La Provincia progetterebbe e realizzerebbe l’opera, mentre il Comune di Fano dovrebbe occuparsi dell’acquisto del materiale per la realizzazione, rendendo, pertanto, la ciclabile un progetto fattibile, anche prevedendo la sinergia tra pubblico e privato. Si tratterebbe di un primo tratto, che si potrebbe allungare fino a Fossombrone e che quindi fungerebbe da trampolino di lancio per lo sviluppo di una nuova mobilità e del turismo locale”. Proprio in questa direzione l’Udc Fano si era mosso, facendosi promotore di una mozione presentata in Consiglio comunale, firmata dalla maggioranza, discussa e approvata lo scorso 23 gennaio, per ripristinare la pista ciclabile Fano-Urbino. “Su questo tema l’Udc Fano continuerà a impegnarsi con forza – hanno concluso gli esponenti centristi – perché non solo a livello locale, ma anche provinciale, con la ciclabile cambierà positivamente l’approccio alla mobilità quotidiana e agli spostamenti per tante persone ed essa porterà sicuramente benefici alla viabilità e al futuro sviluppo turistico, con possibili escursioni e percorsi del gusto nella nostra provincia”.

Da: www.fanoinforma.it del 1/6/2012
 
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Lo scrittore fanese Massimo Conti ospite della Televisione di Stato di San Marino
06/06/12 Fano (PU) - Martedì 5 giugno alle ore 18.15 è andata in onda, a cura della giornalista Patrizia Santini, un'intervista allo scrittore fanese Massimo Conti ospite del programma radiofonico "Radio fuori dalla radio" della Radio di stato di San Marino, mentre giovedì 7 giugno alle 16.00 l'autore del libro sulla ferrovia Fano-Urbino parlerà del suo romanzo, assieme al conduttore Marco Corona, nella trasmissione "Terrazza Kursall" sempre su RTV San Marino; entrambi gli appuntamenti per parlare del libro Traversine. 50 chilometri a piedi, da Fano a Urbino, lungo la ferrovia Metaurense, ARAS Edizioni 2011.

Da: www.fanoinforma.it del 6/6/2012
 
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Ferrovia Fano-Urbino: una questione di voti?
Dalla Lombardia un contributo interessante sulla discussione sempre aperta in merito al ripristino della ferrovia Fano-Urbino o la sua sostituzione con una pista ciclabile.

A differenza della maggior parte dei Paesi europei nel nostro Bel Paese è di moda, da un po’ di anni a questa parte, trasformare le ex ferrovie abbandonate in piste ciclabili, da una parte perché è meno costoso, basta mettere una striscia di asfalto o sistemare uno strato di ghiaia battuta, e dall’altra perché accontenta un ristretto numero di persone, si badi bene stanziali, ovvero che portano voti senza tralasciare il fatto di passare questi propositori delle ciclabili per persone ecologiche. Questo i politici soprattutto locali lo hanno capito benissimo, perché i pendolari che vengono da fuori o i turisti non votano in quel Comune o Regione e quindi la questione pista ciclabile o ferrovia in Italia si è ridotta purtroppo ad una vera e propria egoistica mercificazione di scambio favori. Il benessere di una Regione invece va oltre il proprio territorio, valorizzandolo anche agli occhi degli altri e non sminuendolo, tra l’altro ricostruendo una ferrovia i treni possono a loro volta trasportare anche le biciclette, mentre la pista ciclabile in sé, oltre a non coprire l’intero tracciato, accontenta anche in questo caso egoisticamente poche persone. Ma perché la ferrovia è stata chiusa? Nel caso della Pesaro-Fano-Urbino, come del resto molte in Italia, anziché favorirne l’uso aumentando l’offerta e limitando il traffico privato, attenzione dico limitarlo non impedirlo, si è preferito diminuire il servizio eliminando via via corse su corse dei treni ed è chiaro che minore è l’offerta e più bassa è la qualità e più ci si disaffeziona al servizio.

Ora è vero che riaprire una ferrovia non è impresa di poco conto, ma se andiamo a vedere i benefici di ritorno si comprende subito che “il gioco vale la candela”. Treni regolari e moderni con un orario cadenzato spostano subito circa il 20% di automobilisti stanchi di code e traffico dalla strada alla ferrovia, mentre una pista ciclabile farebbe rimanere invariato l’inquinamento da auto. Naturalmente va rivisto anche il servizio con autobus, che va asservito alla ferrovia e non messo su strada in concorrenza con essa; infatti, i contributi chilometrici erogati dalle Province e dalle Regioni svantaggiano già in partenza la ferrovia che deve attenersi al contratto di servizio. Ma sappiamo che le lobby della gomma sono ben radicate e difficili da controllare grazie proprio a questi contributi chilometrici. In Lombardia ad esempio la linea Milano-Lecco via Monza-Molteno-Oggiono, a semplice binario e trazione diesel, dalla stessa situazione della Fano-Urbino è rifiorita come non mai. A parte la lungimiranza dei politici locali che ne hanno bloccato il tentativo di chiusura, ci si è messi ad un tavolo e si è trovata una soluzione adatta alla linea stessa. Riammodernamento dei vecchi binari, adattamento dei convogli esistenti, stazioni impresenziate trasformate in semplici fermate e così via. Oggi su questa “affollatissima” linea ci sono dei modernissimi treni automotori come quelli della Merano-Malles che tutti portano ad esempio, tanto che ora ci si domanda già se non sarebbe un bene addirittura elettrificarla. Tra l’altro oggi sta succedendo la stessa cosa anche sulla Como-Lecco che fino a pochi giorni addietro era in odore anch’essa di chiusura: nuovi treni nuovi orari.

Per la Fano-Urbino invece, non bisogna pretendere tutto e subito, ma essendo ancora il sedime con i binari in opera sufficiente a fare un piano di manutenzione straordinaria, per i primi tempi di esercizio si potrebbe utilizzare il materiale motore di cui ancora oggi Trenitalia dispone, applicando una bella pellicolatura a carattere regionale, formulare un orario cadenzato e disporre le linee automobilistiche, che collegano i paesi lontani dalla linea ferroviaria, in coincidenza delle fermate dei treni. Qualcuno a parole potrà trovare questo molto semplice ma il fatto è che è veramente semplice, a meno che si voglia fare la solita grande opera all’italiana dove ci vogliono tanti soldi perché molti di questi vadano in altre tasche, ed allora ecco la soluzione semplicistica: la pista ciclabile. Ma così il territorio perde la sua identità e le persone la loro mobilità. Per quanto riguarda il turismo: basta stampare dei manifesti con scritto «raggiungi Urbino, patrimonio dell’Unesco, in treno» tranquilli che arriveranno anche quelli, soprattutto se questi manifesti vengono anche sapientemente spediti all’estero.

Paolo Pagnoni (Comitato Regionale Consumatori Utenti Ferrovie Lombardia)

Da: www.ilmetauro.it - 11 giugno 2012
 
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L’Associazione ferrovia Val Metauro trova un alleato: la Delegazione Provinciale del FAI
15/06/12 Fano (PU) - L’associazione FVM (Ferrovia Valle Metauro), che da oltre un decennio sta lottando per il ripristino della ferrovia Fano Urbino, trova un importante alleato: la Delegazione Provinciale Pesaro-Urbino del FAI- Fondo Ambiente Italiano. Infatti, in occasione dell’appuntamento con “ I LUOGHI DEL CUORE”, promosso dal FAI, per dar voce alle segnalazioni dei beni più amati in Italia, che si vorrebbe fossero conservati per le generazioni future, la Delegazione Provinciale Pesaro-Urbino del FAI ha eletto come suo LUOGO DEL CUORE 2012, la Ferrovia Metaurense Fano- Urbino. La scelta, approvata entusiasticamente dai vertici direzionali centrali a Milano, è stata dettata per l’importanza ed i significati intrinseci esplicati da questa struttura del trasporto, attualmente in gravissimo pericolo di esistenza, con la presenza di numerose e grandiose opere d’arte (come ponti e gallerie) di pregevole fattura, testimonianze del valore di progetto e della perizia delle maestranze operaie del passato. Inoltre questa ferrovia rappresenta un notevole quanto basilare supporto per il territorio della valle del Metauro, ricco di storia, cultura e paesaggi bellissimi, per un concreto rilancio e sviluppo del turismo di qualità e del trasporto pubblico.

L’iniziativa del FAI pone una particolare attenzione sulle città toccate dalla ferrovia come Urbino, Fano insieme ad altri centri minori ma ugualmente meritevoli dell’attenzione di tutti (Fossombrone, Saltara, Cartoceto, Montefelcino e Fermignano), che possono venire ancor più valorizzate da questo “Luogo del cuore” grazie all’importanza che questo “medium” promozionale possiede sia in campo nazionale che internazionale. Verrà data massima diffusione e visibilità all’iniziativa attraverso gli usuali canali mediatici, con campagne di raccolta firme, manifestazioni e via internet. La posta in gioco sulla ferrovia Fano-Urbino è elevata in quanto il suo definitivo abbandono comporta l’impossibilità per la Provincia di Pesaro-Urbino di uscire dal suo isolamento ferroviario. Il vuoto di connessioni ferroviarie che interessa (o affligge) le alte-Marche può essere colmato solo attraverso un recupero. Il motivo è abbastanza semplice: circa i collegamenti regionali o complementari difficilmente si procede nell’allestimento di infrastrutture ex-novo, ma si tende, per ragioni legate ai costi e alle dinamiche di impatto ambientale, ad operare sull’ “esistente” (le tratte ferroviarie già presenti in una Regione).

Perdere la Fano-Fermignano-Urbino significa quindi collocarsi in un punto di non ritorno. Le potenzialità della linea in questione possono iscriversi anche in un contesto più ampio quale quello interregionale – eventuale ricongiungimento- con Pergola e di qui con Fabriano. Il patrimonio infrastrutturale di una regione, se considerato nella sua interezza, costituisce la premessa per una più efficiente allocazione delle modalità di trasporto. Un’efficiente interazione tra più modalità di trasporto (relativamente al trasporto delle persone, ma anche delle merci) diviene di per sé impensabile per la Provincia di Pesaro-Urbino se questa si ostina a voler “distruggere” il proprio patrimonio ferroviario.

Da: www.fanoinforma.it del 15/6/2012
 
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D'Anna: 'Il piano regionale su infrastrutture è enciclopedia dei sogni'
"Enciclopedia dei sogni". Così il Consigliere Giancarlo D'Anna ha definito il nuovo "Piano regionale infrastrutture, trasporto, merci, logistica" messo al vaglio martedì mattina dall'assemblea legislativa delle Marche. "Leggendo attentamente il piano in questione, ci si rende conto della mancanza di coerenza tra gli intenti messi sulla carta e i risvolti che questi avranno sui trasporti e sulla viabilità regionale" precisa il Consigliere. Questione altamente delicata, ancora una volta, quella della linea ferroviaria Fano-Urbino, sulla quale D'Anna così rimarca: "Il progetto presentato dalla Giunta regionale è uno smacco alla sostenibilità dei trasporti. Ripristinare la Fano-Urbino non risolverebbe certo tutti i problemi legati alla viabilità e ai trasporti ma, almeno, sarebbe un punto di inizio per una svolta alternativa al servizio su gomma. Un piano, quello proposto dalla Regione, lontano dalla pluralità dei servizi di trasporto e dalla loro capillarità. Verrebbe da dire che questo piano, nel complesso, è un libro dei sogni, molto lontano dal risolvere i problemi. In realtà è un'enciclopedia dei sogni! Il territorio della Provincia di Pesaro Urbino, già svilito da tali progetti, rischia il tracollo a causa del ritardo sulla Fano-Grosseto e del mancato dragaggio del porto di Fano, la tanto che i pescatori sono costretti a fermarsi a Pesaro".

da Giancarlo D'Anna Gruppo Misto

Da: www.viverefano.com del 4/7/2012
 
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San Marino ripristina la vecchia linea che lo collega a Rimini.
E nella valle del Metauro?
Il 21 Luglio 2012 è una data storica per la Repubblica di San Marino perché proprio in quella data è stata inaugurata la vecchia elettromotrice del Treno Bianco-Azzurro dopo il restauro. Presenti alla cerimonia c'erano anche i soci dell'Associazione Ferrovia Valle del Metauro che da tempo si stanno battendo per la riapertura della linea ferroviaria Fano-Urbino. La data segna quindi il ritorno del treno sulla storica linea ferroviaria Rimini-San Marino. «Con tale ritorno - dicono dall’Associazione - si riaffermano i valori essenziali della vita civile di una comunità come la qualità del Trasporto pubblico, una nuova attenzione alle sfide sempre più pressanti imposte dall' Ambiente e dall'Economia e di conseguenza sulla vita ed il benessere dei cittadini». Questo è stato possibile semplicemente grazie ad una storica, modesta automotrice degli anni '30 tornata in vita dopo quasi settanta anni di forzato riposo.

Le Autorità Sanmarinesi hanno individuato il treno ed il futuro ripristino del collegamento con il mare come un’arma vincente per il rilancio del turismo e dell’economia della Repubblica. Ed è ciò che l’Associazione si aspetterebbe accadesse anche nella Valle del Metauro: «San Marino ha dimostrato incontestabilmente che i problemi tecnici e finanziari si possono sempre risolvere disponendo di una classe politica dotata di lungimiranza e di senso della propria territorialità e dovere nei confronti dei propri cittadini. L'insegnamento proveniente da questa piccola ma attiva Nazione balza agli occhi di tutti: si devono preferire i progetti di valorizzazione del territorio fondati su basi valide, intelligenti con qualità e valori economici "importanti" e macroscopici. La Ferrovia possiede queste qualità ed è una risposta vincente per le nuove esigenze - concludono dall'Associazione -. Tutto il resto è solo demagogia, cattiva informazione ed ... altro».

Da: Il Metauro n. 15 – 16 del 2012
 
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La "StraUrbino Express" scalda già i vecchi binari
In attesa che si possa riattivare la linea ferroviaria Fano-Urbino, prende il via il progetto di sfruttamento a scopo turistico di una parte della tratta. Ecco il prototipo del "bicitreno". Forte interesse dagli operatori turistici.
Di Roberto Damiani

Urbino, 10 agosto 2012 - E' COME UN TRENO, ma è anche una bici. Corre veloce e arriva puntuale. E' il bicitreno, ossia due bici collegate tra loro da un telaio posizionato sui binari. Sarà facile salirci (almeno 4 persone) e ancor di più guidarlo. Basterà pedalare (con l'aiuto elettrico) e aspettarsi emozioni ad ogni curva. Percorrerà dalla primavera del 2013 la ferrovia esistente da Canavaccio a Urbino, circa 14 km, comprese gallerie e ponti. Prenderà il nome di StraUrbino Express. Non sarà solo un binomio bici-binari ma un vero parco divertimenti o se preferite un originale «wellness », un modo per stare bene. Si percorre la ferrovia come se si entrasse in un cinema, con emozioni e colpi di scena per grandi e piccini, divertimento per chi andrà alla ricerca di frammenti di storia, oppure di animali (preistorici compresi) e di importanti tracce del Rinascimento, come solo Urbino sa rappresentare. Ci sarà spazio anche per lo sport, con gare di cronometro con bicitreno-siluro. L'idea, lanciata da il Resto del Carlino nell'inverno scorso chiamandolo «compromesso ideale» tra ferrovia e bicicletta, ha raccolto subito il sì convinto della azienda di biciclette Tecnobike che ha realizzato un primo prototipo del bicitreno su progetto dell'ingegner Riccardo Campana, mostrato in anteprima alla Straducale di Urbino del mese scorso. Poi la Provincia, che ha accettato di mettere insieme il patrimonio esistente, i binari della Fano- Urbino, per realizzarci qualcosa che non c'è ancora e che andrà a proporre ai turisti ma soprattutto a famiglie, giovani, gruppi, studenti, e stranieri, un modo diverso di divertirsi e di fare sport.

MA ANDIAMO per ordine. Tra un mese, da settembre, inizieranno i lavori di pulizia della ferrovia. La Provincia mette la manodopera, con l'ausilio di una ditta privata che fornirà i carrelli ferroviari per caricare lo sfalcio di erba, rovi e rami. I quattordici chilometri ora sono impraticabili (ci sono anche alberi in mezzo alle traversine), fatta eccezione per alcuni tratti di ferrovia tra Fermignano e Urbino. Questi ultimi cinque chilometri con pendenza del 2.5 per cento sono stati liberati dalle erbacce dai volontari dell'associazione Ferrovia del Metauro, che hanno un obiettivo: far rivivere l'intera tratta ferroviaria mare-collina attraverso il ritorno di un treno che faccia servizio regolare e turistico. In attesa che questo sogno possa realizzarsi, magari con capitali privati, è la ferrovia che deve essere svegliata dal suo letargo, cominciato dal gennaio 1987, quando venne sospeso il servizio perché «ramo secco ». Il Resto del Carlino, che da 25 anni ha sempre lasciato un faro acceso per la difesa della linea ferroviaria, si è chiesto perché non imparare dagli altri (in particolare Francia e Germania) come utilizzare i binari dismessi. Da loro ci sono i velorail e le draisine, da noi niente. Dunque, è il momento ideale per fare come loro, o forse meglio di loro. Il che non è facile. Perché dopo la pulizia della linea, comincerà la sperimentazione del bicitreno, i suoi miglioramenti, ma soprattutto inizierà lo studio di come realizzare il «parco divertimenti», come inventarlo, chi coinvolgere nella progettazione, come affrontarne i costi.

LA SECONDA scelta da fare sarà come scegliere il gestore di un progetto turistico che non ha precedenti. Tre importanti tour operator della Romagna hanno chiesto di conoscere i contenuti del progetto e di partecipare alla sua gestione per poter garantire ai propri clienti l'utilizzabilità certa della linea ferroviaria e del suo parco divertimenti. Ora è il momento di far partire le idee e i progetti, perché un'offerta turistica di questa portata che non ha eguali in Italia. La Provincia col presidente Matteo Ricci ha messo in pista le proprie energie per far partire il prima possibile il «bicitreno», la Regione conosce il progetto e ne apprezza il carattere straordinariamente innovativo perché coniuga ambiente, divertimento e bellezze storiche. E' certo che la linea ferroviaria Fano-Urbino ha smesso di essere un ramo secco, degno di un'alzata di spalle. E' già un grande albero da cui guardare un orizzonte nuovo.

Roberto Damiani

Da: www.ilrestodelcarlino.it del 10/8/2012
 
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L’associazione Ferrovia Val Metauro interviene sulla Fano-Urbino
Fano (PU) - Da recenti notizie di stampa sembra che nel 2013, a seguito del Decreto Ministeriale 430 del 15/12/2011, la ferrovia Fano-Urbino passerà da RFI-FS alla provincia di Pesaro Urbino e a tal proposito interviene l’associazione FVM Ferrovia della Valle del Metauro.“L’obiettivo dell’attuale dirigenza politica - afferma l’associazione - sarà così realizzato. Tale acquisizione rappresenta un regalo inatteso per il Gruppo FS Holding che si sbarazza di una linea, a suo vedere poco interessante, visto che la dirigenza FS incentra il suo scopo primario solo nell’Alta Velocità e non vuole investire risorse nel trasporto regionale locale. Atteggiamento diametralmente opposto si verifica sulla linea interna per Ascoli ove miglioramenti di tracciato e soprattutto l’elettrificazione sono stati approvati e portati al termine con il concorso della Regione Marche e RFI-FS”. “Da notare - asserisce l’associazione FVM Ferrovia della Valle del Metauro -, soprattutto, la ‘colpevole disattenzione’ della politica locale che ha permesso con il suo ‘non agire’ l’inevitabile degrado della ferrovia metaurense: unici interventi qualche Ordinanza dei Sindaci per la pulizia ambientale dalla vegetazione infestante. Solo recentemente l’Amministrazione ferroviaria ha compiuto il risanamento di alcuni ponti e la recinzione delle gallerie per motivi di sicurezza e di responsabilità verso terzi. Con l’acquisizione della ferrovia metaurense la provincia di Pesaro Urbino, oltre al territorio, dovrà però anche farsi carico delle spese di manutenzione, messa in sicurezza e decoro delle opere presenti nel tracciato: quale migliore soluzione se non scaricare tali oneri ai Comuni competenti? A nostro giudizio questa soluzione non ci sembra quella ideale: già le lamentele per la mancanza di fondi per gestire le spese ordinarie sono generali e comuni a tutti; figuriamoci poi imporre ai cittadini un aumento di tasse per gestire un’opera che trasformata e gestita come pista ciclabile non genererà un solo euro all’economia locale. Quest’idea del presidente Ricci di realizzare una ‘spettacolare pista ciclabile’ fa acqua da tutte le parti; di più, si afferma ora di riutilizzare i binari tra Canavaccio ed Urbino per il ‘StraUrbino Express’ sorta di draisina ferroviaria realizzata con l’unione di due biciclette utilizzata per il divertimento dei turisti sulla tratta”.

I soci di FVM, estranei a tale iniziativa, sono oltremodo perplessi riguardo al corretto funzionamento ed alla sicurezza di tale ‘mezzo’ che viene reclamizzato come adatto a gare ciclistiche e gite familiari. In Europa esistono draisine a pedali (‘velorail’ con ruote in ferro) da utilizzare su ferrovie dimesse ma si tratta di mezzi di ben diversa progettazione ed usati su tratte pianeggianti o pochissimo acclivi. “Ci si domanda - continua l’associazione -, poi, come il tracciato sia diventato improvvisamente ideale per tale scopo, visto che lo stesso era stato definito, dagli esperti della provincia, in stato di degrado tale da sconsigliare nella maniera assoluta il suo utilizzo; adesso, invece, la struttura è ritenuta idonea alla circolazione; ma chi pagherà la messa in opera? E con quali risorse? La verità è ben altra: dismettendo la ferrovia si aprono le porte alla speculazione edilizia visto che le aree di stazione, molto appetibili, sono nei centri dei paesi e questo è solo un esempio. Convertire le rotaie in pista ciclabile (od altro) è solo un ‘alibi’ per ulteriori cementificazioni ed altre operazioni volte a favorire il bene di pochi contro l’interesse di tutti”. “Che una cosa sia chiara a chi legge queste righe - conclude l’associazione FVM Ferrovia della Valle del Metauro -. Negare la possibilità di ripristinare una moderna ferrovia nella valle metaurense vuol dire:
- rinunciare ad un Trasporto Locale per passeggeri e merci economicamente sostenibile ed ecologicamente corretto.
- rinunciare allo sviluppo ed al rafforzamento di attività economiche legate al turismo (vedere la proposta della Società russa Intorgimpex con il Treno dei Sapori, vetrina mobile delle eccellenze produttive delle Marche).
- rinunciare ad un efficiente collegamento delle comunità dell’interno con la grande viabilità costiera, con tutte le conseguenze immaginabili.
- rinunciare a proteggere e promuovere i valori ambientali del territorio nelle sue tradizionali componenti.
- rinunciare alla possibilità e capacità di spostamento dei soggetti più deboli (poveri, anziani e portatori di handicap) diritto stabilito dalla Costituzione dello Stato Italiano”.

Da: www.fanoinforma.it del 17/9/2012
 
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A Fermignano la XIII Festa della Stazione
L'Associazione FVM illustra il programma della giornata
FERMIGNANO - Nonostante le scarse disponibilità finanziarie dell'associazione FVM dovute alle spese sostenute per affrontare i ricorsi contro la dismissione della linea metaurense, l'Associazione FVM deciso di non rinunciare alla tradizionale Festa della Stazione di Fermignano. Senza ripetere gli argomenti trattati negli anni precedenti (miglioramento qualità del trasporto, incremento turistico, riduzione inquinamento, possibilità di trasporto biciclette, possibilità di spostamento per i soggetti più deboli) si focalizzerà l'attenzione su alcuni avvenimenti del 2012. Lo Stato di San Marino ha rimesso in ordine di marcia la storica automotrice elettrica AB03 rimasta nella galleria Montale per 68 anni assieme ad altro materiale della Ferrovia Rimini-SanMarino.Sono state altresì ripristinate alcune centinaia di metri di binario e di linea di alimentazione con previsione di ricostruire la linea per un totale di 4 chilometri. Ne parlerà l' Associazione Treno Bianco Azzurro di San Marino al Convegno che avrà luogo alla Sala Monteverdi alle ore 10.30. Le grosse nevicate d'inizio anno, il terremoto in Emilia e gli incendi boschivi hanno ribadito ulteriormente le notevoli potenzialità della linea ferroviaria Metaurernse a supporto per gli interventi in eventuali calamità naturali nel territorio. Ne parlerà il Colonnello Comandante del Reggimento Genio Ferrovieri.

Si prevedono interventi sul comparto del turismo che, grazie al treno opportunamente gestito, apporterà notevoli benefici economici nella valle del Metauro. Relatori, esperti del ramo della riviera romagnola. Anche il F.A.I. parteciperà all'evento con la Responsabile Provinciale che illustrerà l'iniziativa "Il Luogo del cuore" cui ha aderito come testimonial il notissimo critico e storico dell'arte Philippe Daverio. Altri ospiti della giornata sono la Croce Rossa Italiana, i Vespa Club della provincia ed il gruppo storico Green Liners con mezzi e personale.

Da: www.occhioallanotizia.it del 12/10/2012
 
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Il Fronte di Azione Popolare interviene sulla ferrovia Fano-Urbino
In una nota la segreteria del FAP "Fronte di Azione Popolare Pesaro-Urbino", interviene sulla Ferrovia Fano-Urbino a seguito della recente Festa della Stazione tenutasi a Fermignano. "L'assenza alla Festa della Stazione dei rappresentanti politici di tutti partiti (tranne uno), dimostra ancora una volta la distanza tra la politica ed i cittadini che sempre più numerosi si uniscono alla battaglia per la fattibile ed utile riapertura della tratta ferroviaria Fano-Urbino. Evidentemente le note lobby locali della gomma e della speculazione edilizia, influiscono ancora molto sulle scelte politico-amministrative del territorio, unitamente alle strampalate posizioni di Matteo Ricci e della Regione sulla sorte della ferrovia. Il FAP, presente alla festa e sostenitore attivo della causa Fano-Urbino, ha invitato l'associazione FVM a far presentare degli ordini del giorno nei comuni interessati dalla tratta, per capire una volta per tutti chi sta con la ferrovia e chi contro".

da Fronte di Azione Popolare PU

Da: www.viverefano.com del 15/10/2012
 
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Fermignano, ribadita l’importanza della ferrovia alla Festa della Stazione
FERMIGNANO – Un convegno per ribadire l’importanza della Ferrovia Metaurense nell’ambito della Festa della Ferrovia organizzata, per il tredicesimo anno consecutivo, dall’Associazione Ferrovia Valmetauro. Il sindaco Giorgio Cancellieri ha conferito un attestato di benemerenza al Colonnello Luca Apolloni del Genio Ferrovieri e al Maresciallo Piero Di Tunisi per il grande attaccamento dimostrato a Fermignano e alla ferrovia in questi anni. Nel suo intervento il colonnello Apolloni ha ripercorso i 100 anni di storia del Genio Ferrovieri e come, negli corso degli anni, il corpo militare sia intervenuto in caso di calamità ma anche a supporto alle Ferrovie dello Stato per la realizzazione o il ripristino di strade ferrate. “Il nostro – ha detto il colonnello – è un reparto dell’esercito appassionato alla ruota di ferro. La ferrovia è importante perché ha in sé le caratteristiche richieste dal futuro: l’economicità ed il rispetto per l’ambiente”. E’ stato ricordato proprio come le prime ferrovie siano nate in Italia e come sia necessario non perdere questo primato. “Le linee ferroviarie non meritano di essere dimenticate”.

Un rappresentante della Protezione Civile ha ricordato l’importanza che una linea ferroviaria riveste in periodi di calamità. L’avere avuto a disposizione una ferrovia durante le grandi nevicate del febbraio scorso avrebbe permesso di garantire la mobilità delle persone che dovevano recarsi al lavoro evitando i rischi di mettersi sulla strada. Anche nel caso di un terremoto, come accaduto in Emilia, la ferrovia rappresenta un mezzo di comunicazione importante e la testimonianza del genio ferrovieri documenta la possibiltà di ripristinare una rotaia danneggiata in tempi brevissimi. Infine si è fatto riferimento agli incendi boschi della scorsa estate e alla carenza d’acqua che sta diventando cronica. La protezione civile è stata impegnata con autobotti a trasportare acqua nei vari punti di captazione utilizzati dai vigili del fuoco in caso di emergenza. Il treno permetterebbe di trasportare delle cisterne che eventualmente potrebbero sostare nelle diverse stazioni e costituire un punto di approvvigionamento sicuro in caso di emergenze.

E’ seguita poi la testimonianza del ripristino di un tratto della Ferrovia Rimini-San Marino e la storia del restauro delle carrozze lasciate ammuffire dentro una delle gallerie della tratta ferroviaria inutilizzata. Una storia fatta di battaglie politiche e promesse elettorali che negli anni ha bloccato l’opera. Oggi però grazie all’impegno di un gruppo di sostenitori ed una crescente attenzione della popolazione il progetto ha intrapreso un nuovo corso.

Infine, presente all’incontro anche la referente FAI (Fondo Ambiente Italiano) della Provincia di Pesaro e Urbino. Il FAI ha infatto deciso di sposare la causa della Ferrovia Fano-Urbino. E’ possibile infatti fino al 31 ottobre prossimo segnalare la Ferrrovia come un Luogo del Cuore. I “luoghi” più votati saranno “presi in carico dal Fai”, un modo anche questo per non fare morire il sogno del ripristino della Ferrovia del Metauro. Per chi volesse votare: www.iluoghidelcuore.it

Da: www.ilmetauro.it del 15/10/2012
 
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Festa della stazione: la ferrovia Fano-Urbino è un bene molto importante
Fermignano (PU) - Nella conferenza della 13^ Festa della stazione di Fermignano si è ribadito che la ferrovia Fano-Urbino è un bene molto importante, essenziale per il futuro della Valle del Metauro e dei suoi abitanti. In una sala gremita di persone, il sindaco Giorgio Cancellieri ha conferito un Attestato di Benemerenza al Colonnello Luca Apolloni e al Maresciallo Piero Di Tunisi per l’attaccamento dimostrato a Fermignano e alla sua ferrovia in tanti anni. Quest’ultimo, prossimo alla pensione, ha voluto omaggiare Giuseppe Mearelli, ultimo capostazione di Fermignano. “La ferrovia ha le caratteristiche richieste dal futuro: rispetto per l’ambiente ed economicità” con queste parole il Colonnello Apolloni ha riaffermato l’importanza delle strade ferrate citando anche una frase di Cavour: “la realizzazione delle strade ferrate contribuirà a consolidare lo stato di reciproca fiducia fra governi e popoli, fiducia che è alla base delle future speranze”. Dopo 165 anni l’importanza del mezzo ferroviario è rimasta immutata. Il Colonnello ha ripercorso, poi, i 100 anni di storia del Genio Ferrovieri ed ha ricordato come, nel corso degli anni, tale Corpo Militare sia intervenuto in aiuto di popolazioni colpite da calamità e a supporto delle FS per il ripristino di linee ferroviarie. Il Dr. Alessandro Capucci della Protezione Civile di Fermignano ha ricordato quanto potrebbe essere importante la ferrovia in caso di avversità nel nostro comprensorio. L’avere a disposizione una ferrovia durante le nevicate permette di garantire la mobilità delle persone che devono recarsi al lavoro, evitando i rischi di mettersi sulla strada. Anche in caso di terremoto, come è accaduto in Emilia, la ferrovia rappresenta un mezzo di soccorso importante e la capacità tecnologica del Genio Ferrovieri documenta la possibilità di ripristino di strutture danneggiate in breve tempo. Infine ha ricordato che le emergenze idriche nel nostro territorio sono sempre più frequenti ed avere a disposizione cisterne ferroviarie, piene d’acqua in sosta nelle stazioni della ferrovia Metaurense, in caso di incendi boschivi costituisce un punto di approvvigionamento sicuro.

È seguito poi l'intervento di Marino Francioni, Presidente dell’Associazione Treno Bianco Azzurro dello Stato di San Marino. Ha raccontato la breve storia della Ferrovia Rimini San Marino che in servizio per appena dodici anni aveva fatto nascere quello che ora rappresenta la voce più importante del bilancio dello Stato: il turismo. Distrutta dalla guerra, subì vicissitudini burocratico-politiche che negli anni avevano bloccato la ricostruzione. Ora, grazie ad un gruppo di sostenitori ed al crescente interesse della popolazione ha intrapreso una nuova vita. Recentemente è stato ripristinato l’ultimo tratto e, la storica automotrice AB 06 , lasciata ad arrugginire per 68 anni dentro una galleria, è stata rimessa in ordine di marcia. Il relatore ha sottolineato il sentimento che lega gli abitanti sanmarinesi al treno, ricordando l’inaugurazione del 21 Luglio scorso ed ha ribadito che le ciclabili pur essendo utilissime devono essere concepite e realizzate in connubio con il treno, pena una loro scarsissima utilizzazione. Si è, inoltre, dichiarato molto sorpreso per come nella Valle metaurense non si sia fatta la stessa cosa, vista la grande potenzialità della ferrovia in un territorio così ricco di opportunità.

La Sig.ra Anna Maria Siccoli, Capo-delegazione FAI della provincia di Pesaro, ha rammentato a tutti di segnalare la ferrovia Fano Urbino come “Luogo del cuore” del censimento FAI attraverso la raccolta firme nel sito www.iluoghidelcuore.it. Il noto critico d’arte Philippe Daverio è il testimonial FAI della ferrovia metaurense. Il geologo G. Baldelli ha evidenziato come in questa provincia troppo spesso vengono fatte scelte senza conoscere la stato delle cose; tra le tante ha ricordato che si vuole eliminare la ferrovia senza aver mai fatto un reale e serio studio di ripristino, adducendo, al contrario, motivazioni e giustificazioni senza fondamento. Alessandro Bolognini, presidente di Legambiente Urbino, ha riconfermato l'urgente ed improrogabile necessità per una città d’arte, sede di un’importante Università e patrimonio dell’Unesco come Urbino, di avere un collegamento ferroviario. Infine Giacomo Rossi, presidente FAP ed imprenditore di trasporto con autopullman, ha confermato che la ferrovia non è affatto in competizione con gli altri mezzi di trasporto pubblici, ma un' alleata fondamentale. Nel pomeriggio sul piazzale della stazione si è svolta la consueta mostra fotografica, testimone dell’attività dell’Associazione con esposizione di mezzi del Genio Ferrovieri, della Protezione Civile di Fermignano e di Fano. Chicca finale il sorvolo dell'aereo di Ermanno Cavallini, Presidente dell’Associazione "il Gabbiano" e l'entusiastica partecipazione del Vespa club di Pesaro con più di 30 scooters.

Da: www.fanoinforma.it del 17/10/2012
 
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For-Bici: “Un’altra viabilità è possibile”
Fano (PU) - Due iniziative recenti hanno sottolineato l’importanza di una diversa concezione della mobilità urbana che deve contare sempre meno sulla motorizzazione privata e sempre più sui mezzi pubblici e l’uso della bicicletta. “Un paio di settimane fa - afferma For-Bici Fano - vari assessori al traffico e tecnici delle città più impegnate in questo settore (Reggio Emilia, Milano, Bologna, Napoli, Trieste, Udine ma anche Pesaro, ecc.) hanno parlato di limiti di velocità a 30 km/h, piste ciclabili, limitazione del numero delle auto, doppio senso di marcia limitato alle biciclette, trasporto pubblico, ZTL, ecc. Lo scorso mercoledì 17 ottobre, durante un convegno in Regione Marche su un progetto europeo (cfr. www.cyclingcities.eu/) che ha messo insieme piccole e medie città del sud Europa, sono state evidenziate le risorse virtuose del cicloturismo attivabili attraverso i finanziamenti comunitari”. “La bicicletta quindi - continua For-Bici Fano - complice anche i cambiamenti di stili di vita imposti dalla crisi in atto, non è solo mezzo di svago ma anche volano di sviluppo di un turismo nuovo, di alto livello culturale, settore in cui gran parte dell’Italia è fanalino di coda, con qualche lodevole eccezione, come le regioni del nord. Qualche dato per capirci. Se in Italia il mercato complessivo del cicloturismo è uguale a 1, in Spagna è uguale a 5 e in Francia uguale a 19: si capisce quindi quali enormi margini di crescita ci siano per un tipo di turismo che ha bisogno di strutture ma soprattutto di maggiore sensibilità da parte degli amministratori locali.

Nella nostra regione sono Pesaro e Chiaravalle che spiccano per le loro capacità di ottenere quei finanziamenti europei per la mobilità ciclopedonale che hanno consentito di fare un salto di qualità invidiabile; invidiabile in particolare da parte di chi abita a Fano dove i pochi spazi esistenti per ciclisti e pedoni continuano a diventare parcheggi per automobili, senza che appaiano all’orizzonte cambiamenti di rotta reali e non limitati a progetti fumosi e non finanziati. E questo nonostante i segnali forti che vengono per esempio da una struttura frequentatissima come la ciclabile Fano-Pesaro. E se ha avuto enorme successo questa ciclabile posta per la verità, nel tratto fanese, in una posizione non ottimale, figuriamoci quali potrebbero essere i vantaggi sociali ed economici per l’intero territorio se finalmente diventassero realtà le piste ciclabili verso Marotta o verso Urbino, con la trasformazione dell’ex ferrovia che unisce costa ed entroterra di una provincia ricca di emergenze culturali”.

"Ma, senza aspettare queste ‘grandi opere’ - conclude For-Bici Fano - spesso bastano interventi semplici e puntuali per sviluppare la viabilità ciclistica; è per esempio il caso della pista già esistente lungo l’Arzilla che, costata all’epoca (1997 circa) una cifra irrisoria, ha bisogno di poco altro (illuminazione, parapetti, miglioramento del fondo stradale) per diventare presto e bene una vera pista ciclabile. Se tutto questo non bastasse a convincere chi di dovere che un’altra viabilità è possibile, che un altro turismo è possibile, aggiungiamo anche un altro dato: nel 2010 ben 155.000 cicloturisti tedeschi hanno scelto per le loro vacanze l’isola d’Elba, spendendo complessivamente 92 milioni di euro! In sostanza, per avere successo la ‘ricetta’ è stata questa: meno auto, più biciclette e più piste ciclabili”.

Da: www.fanoinforma.it del 23/10/2012
 
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Ferrovia, lettera aperta dell'associazione fvm
Ferrovia, torna a parlare la Fvm: "Cancellare la Fano - Urbino vuol dire cancellare il paesaggio"
Ferrovia e paesaggio. Due parole apparentemente così distanti ma che l'associazione Fvm considera indissolubilmente legate. Per spiegare le motivazioni alla base di questo connubio, l'associazione ha inviato una lettera aperta all'interno della quale vengono illustrati ancora una volta i motivi per i quali è necessario ripristinare il tratto ferroviario che collega Fano ad Urbino, in particolar modo per quanto riguarda il suo valore ambientalista.
Art. 9 costituzione italiana, la repubblica tutela il paesaggio. E' stato il filosofo Benedetto Croce, agli inizi del 900, ad intuirne l’importanza storica e culturale e predisporre le prime leggi in sua tutela. Per chi conosce da tempo la Valle del Metauro, viene spontaneo fare alcune considerazioni. E’ fin troppo facile notare il cambiamento devastante che è stato operato in questi ultimi decenni: ovunque costruzioni civili ed industriali ed altre strutture che hanno depauperato, a nostro avviso, il paesaggio.
Fano Alta, la bretella di Urbino, l’ampliamento della Benelli Armi, i pannelli solari sulle colline metaurensi, sono alcuni esempi che dimostrano le ambiguità e le contraddizioni delle politiche ambientali e paesaggistiche sul nostro territorio. Ovviamente il paesaggio anche per noi dell’associazione FVM è una cosa sacra; non a caso fra le nostre attività ci sono gite su linee secondarie per ammirarlo e goderne da esso. Il paesaggio che si può vedere dal finestrino di un treno è come il palcoscenico di un teatro che si sposta con il viaggiatore/spettatore, dice Beppe Severgnini in un suo video sui treni.

La ferrovia segna l’ultima alleanza tra funzionalità ed estetica dice Paolo Rumiz nel libro L’ ITALIA IN SECONDA CLASSE, infatti anche la Ferrovia Fano Urbino è il simbolo della ricerca dell’armonia con l’ambiente. Non infligge ferite al paesaggio e non lo aggredisce con opere ciclopiche. Piuttosto quando deve superare il fiume Metauro o le gole di Urbino prende a prestito le pietre dei monti per farne ponti e viadotti. Avvicina due mondi quello costiero a quello dell’interno; unisce la città di Fano, l’antica Fanum Fortunae, alla bella città di Urbino, patrimonio dell’UNESCO, con un percorso che tocca altre città ricche d'arte e cultura.
La ferrovia Fano Urbino è stata l’unico baluardo contro la speculazione edilizia nella Valle del Metauro in virtù del DPR 753/80 che impediva ai comuni di progettare i propri piani regolatori nelle zone adiacenti il tracciato, lo sosteniamo da sempre.
Cancellare la ferrovia Fano Urbino significa non avere considerazione per il paesaggio e le sue potenzialità arrecando così un danno turistico incalcolabile per Fano, Urbino e tutti i paesi della Valle del Metauro".

Da: www.oltrefano.it del 6/11/2012
 
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La ferrovia Fano-Urbino sotto la Mole
Fano (PU) - L’associazione FVM ha allestito la sua mostra al “Trolley Festival” ai Giardini Reali di Torino il 2 dicembre: unico evento in Italia per tutti gli appassionati dei tram storici, organizzato da Atts, Associazione Torinese Tram Storici, in collaborazione con GTT, l’azienda di trasporti pubblici torinesi e con il patrocinio della Città di Torino. In uno dei maggiori centri universitari, culturali, turistici e scientifici del Paese, convivono quindi modernità (la Linea 1 della metropolitana e la nuova Stazione di Porta Susa) e rispetto per le vestigia del trasporto pubblico, rappresentato dall’associazione Atts. La linea 1 della metropolitana è stata la prima in Italia a utilizzare treni VAL (Veicolo Automatico Leggero), il controllo automatico che consente di operare in assenza di personale fisso a bordo con frequenze di passaggi che permettono di trasportare 30.000 persone l’ora.

La nuova Stazione di Porta Susa, una galleria in acciaio e vetro lunga 385 metri, si propone come rivisitazione moderna del tema della galleria urbana ottocentesca, destinata a diventare la principale stazione torinese. L’associazione Atts, recupera, gestisce e mantiene in servizio i tram storici non solo della città di Torino ma di altre città italiane, collabora con GTT, il gestore del trasporto pubblico torinese, nell’esercizio della linea 7, linea storica in esercizio ordinario. Un importante appuntamento è il Trolley Festival giunto alla 7^ edizione svoltosi Domenica 2 dicembre ai Giardini Reali, con la presenza di migliaia di visitatori, tantissimi veicoli protagonisti della storia del trasporto pubblico in esposizione sia statica che dinamica.

Nel tram 2592 del 1933 era allestita la mostra della Ferrovia della Valle del Metauro. L’associazione FVM ha ricevuto il plauso e l’incoraggiamento di centinaia di visitatori che hanno ammirato la sua esposizione e conosciuto la sua battaglia di civiltà e di progresso. Erano esposte le foto storiche di Carlo Bellagamba e Roberto Renzi con immagini della ALn668 (meglio conosciuta come “Littorina”) nel suo percorso da Pesaro ad Urbino, le locandine delle nostre manifestazioni e alcuni cartelloni sulla nostra attività. Venivano visionati contemporaneamente i nostri video sullo stato attuale della linea e di quando i treni svolgevano regolare servizio. Un apprezzamento particolare lo riceveva il diorama dell’Avv. Edoardo Bondei, appassionato ferromodellista pesarese, rappresentante il fabbricato viaggiatori della stazione di Fermignano e i modelli dei treni in scala H0 che fecero servizio sulla Fano Urbino del socio FVM Giovanni Baldelli: la 740-451 con tender e le carrozze cento porte, le automotrici Aln668 serie 1400 in doppia composizione e il locomotore diesel 343 con tre vagoni merci.

Sono stati distribuiti cd e broshure che illustravano la storia della ferrovia Metaurense e dell’associazione FVM. La battaglia dell'associazione FVM è conosciuta oltre i confini regionali e in tanti hanno espresso la volontà di visitare la ferrovia Fano-Urbino, indispensabile strumento di turismo, di trasporto pubblico sostenibile ed ecologico che gli “amministratori” vogliono distruggere.

Da: www.fanoinforma.it del 10/12/2012
 
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Respinto il ricorso proposto da Associazione Ferrovie Valle Metauro FVM
Numero 02870/2012 e data 14/06/2012 Spedizione
REPUBBLICA ITALIANA
Consiglio di Stato - Sezione Prima
Adunanza di Sezione del 13 giugno 2012
 
NUMERO AFFARE 04728/2012
OGGETTO: Ministero delle infrastrutture e dei trasporti-Dipartimento per le infrastrutture, gli affari generali ed il personale.
Richiesta di parere in ordine alla istanza di sospensiva nell’ambito del ricorso straordinario al Presidente della Repubblica proposto da Associazione Ferrovie Valle Metauro FVM, in persona del presidente dell’associazione e legale rappresentante della stessa, nei confronti di Regione Marche, in persona del presidente pro-tempore, per l’annullamento della deliberazione della Giunta Regionale n. 1372, del 17 ottobre 2011 avente ad oggetto “Parere richiesto dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti sulla dismissione della linea ferroviaria Fano-Urbino”, nonché di ogni altro atto ad esso presupposto, preparatorio, connesso e conseguente.
 
LA SEZIONE

Vista la nota prot. n. 778 in data 26/04/2012 con la quale il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti-Dipartimento per le infrastrutture, gli affari generali ed il personale chiede il parere del Consiglio di Stato in ordine alla richiesta di sospensione dell’atto impugnato con il ricorso straordinario indicato in oggetto;
Visto l’art. 3, comma 4, della legge 21 luglio 2000, n. 205, recante disposizioni in materia di giustizia amministrativa;
Esaminati gli atti e udito il relatore, consigliere Francesco D'Ottavi;
Premesso in fatto quanto esposto nel ricorso straordinario in questione e nella relazione dell’Amministrazione riferente;
 
Considerato:

- che circa il fumus boni juris occorre approfondire, in sede di merito, la preliminare questione della legittimazione attiva dell’Associazione ricorrente, e che prima facie, il contestato esercizio del potere esercitato dall’Amministrazione potrebbe ascriversi allo svolgimento di una pura discrezionalità;
- che, nel caso in esame, non si ritengono pertanto presenti i presupposti di diritto e di fatto ai quali le vigenti norme àncorano la possibilità che venga disposta, da parte dell’Amministrazione competente – previo conforme parere del Consiglio di Stato – la sospensione dell’atto impugnato ai sensi dell’articolo 8 del d.P.R. 24 novembre 1971, n. 1199 e dell’articolo 3, comma 4, della legge 21 luglio 2000, n. 205;
- che, pertanto, l’istanza incidentale di sospensione non è da accogliere, fermo restando l’obbligo dell’Amministrazione di fornire idonea e documentata relazione sul ricorso.
 
P.Q.M.

Esprime il parere che la richiesta incidentale di sospensione dell’atto impugnato venga respinta e dispone l’acquisizione della suddetta relazione.

L'ESTENSORE Francesco D'Ottavi
IL PRESIDENTE Giuseppe Barbagallo
IL SEGRETARIO Gabriella Allegrini
 
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Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti
Dipartimento per le Infrastrutture, gli Affari Generali ed il Personale
Direzione Generale per le Infrastrutture Ferroviarie e per l’Interoperabilità
IL DIRETTORE GENERALE

VISTO il D.P.R. 24 Novembre 1971, n. 1199 recante norme per la semplificazione dei procedimenti in materia di ricorsi amministrativi; VISTO 1'art. 3, comma 4, della L. 21 Luglio 2000, n. 205 sulle disposizioni in materia di giustizia amministrativa;
VISTO il Testo Unico delle leggi sul Consiglio di Stato approvato con R.D. 26 giugno 1924 n. 1054 e successive modificazioni;
VISTO il R.D. 21 Aprile 1942, n. 444 con il quale è stato approvato il Regolamento per l'esecuzione delle leggi sul Consiglio di Stato;
VISTO il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica proposto da Associazione Ferrovie Valle Metauro in data 14 febbraio 2012 contro Regione Marche, per l'annullamento, previa sospensione, del provvedimento Deliberazione della Giunta Regionale n. 1372, adunanza n. 87, legislatura IX, del 17 ottobre 2011, avente ad oggetto: “Parere richiesto dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sulla dismissione della linea ferroviaria Fano – Urbino”, nonché di ogni altro atto presupposto, connesso e conseguente;
VISTO il parere n° 04728/2012 espresso dal Consiglio di Stato I sezione nell'adunanza del 14 giugno 2012;
TENUTO CONTO altresì, che occorre adottare il relativo provvedimento cautelare, in conformità al parere con cui si è espresso l'adito Consiglio di Stato.
 
DECRETA


La domanda di sospensione cautelare è respinta.

Prot. 0001787-24/10/2012- Uscita 02.04.01
 

 

Anno 2013
 
31 gennaio 1987: ultimo treno per Urbino
Fano (PU) - Cade in questi giorni il triste anniversario dell’ultimo treno per Urbino. Era il 31 gennaio 1987 quando il locale 5662 partì da Pesaro alle h 18:55 per raggiungere Urbino, un viaggio di un’ora e cinque minuti. Dopo 72 anni di onorato servizio nessun treno tornò a percorrere la vallata del Metauro, tranne alcuni convogli per esigenze di servizio fino al 1997. “Un pezzo di storia del nostro territorio venne cancellata - afferma l’associazione Ferrovia della Valle del Metauro - da un provvedimento del Ministero dei Trasporti guidato dall’allora Ministro Claudio Signorile. La sua idea era di razionalizzare la rete ferroviaria con il potenziamento delle tratte commerciali e regionali mediante l'eliminazione dei cosiddetti 'rami secchi': oltre 60 linee venivano incluse nel famigerato provvedimento. Quella ‘strage ferroviaria’, che avrebbe tagliato anche linee che non erano assolutamente prive di traffico non fu, però, attuata: le proteste di utenti ed Enti locali indussero il Ministero e l'Azienda FS a sospendere i tagli. Con sorpresa di tutti, nel 1987 a due anni dal decreto del 1985, la scure del Ministero si accanì contro la Fano Urbino, come se per risanare il bilancio delle Ferrovie dello Stato, oltre 16000 km di rete, fosse sufficiente eliminare quei 47 km della Metaurense”. Interpellato in proposito il sindaco di Urbino Londei affermava: “Una decisione ingiusta e punitiva che certamente questo territorio non merita” e sperava che la decisione fosse revocata. Lasciava trapelare anche un “dietro le quinte” chiedendosi a quale ditta di trasporto la Regione Marche avrebbe affidato il servizio sostitutivo poiché risultava che qualcuno da tempo si stava adoperando per trarre vantaggio dalla chiusura del tratto ferroviario. “Attualmente - continua l’associazione Ferrovia della Valle del Metauro - il servizio di trasporto per Urbino è svolto da Adriabus, consorzio pubblico-privato; sono 28 le corse giornaliere da Pesaro per Urbino di cui 13 veloci/dirette cui si aggiungono altre 14 da Fano. Altre 15 corse sono limitate a Calcinelli. Nelle giornate festive il servizio è ridotto a 8 corse da Pesaro e nessuna da Fano.

La Valle del Metauro, un tempo percorsa da numerosi treni, ha nelle giornate festive un servizio di autobus limitato da Fano a Calcinelli solo al pomeriggio. L’elevato numero di corse effettuate soprattutto nelle giornate feriali/scolastiche con drastica riduzione nelle giornate festive, è indice in modo inconfutabile, non solo della scarsa propensione degli abitanti delle zone servite a muoversi con l'autobus nel loro tempo libero , ma soprattutto del fatto che esso non è utilizzato dai turisti in visita al territorio pesarese. A 26 anni dall’ultimo treno, l’Associazione FVM è sempre più convinta dell’inderogabile necessità del ripristino del servizio ferroviario non solamente per motivi turistici, ma anche e soprattutto per questioni ambientali e sociali. La speranza che la ferrovia Metaurense possa divenire il simbolo di un territorio che avanza con fiducia verso il futuro è condivisa da moltissimi cittadini, da organizzazioni sociali, culturali e sindacali. E' ora che la politica dia un segnale positivo alle giuste aspettative ed alle ‘vere’ esigenze delle nostre popolazioni, pena il progressivo scadimento della qualità della vita e delle prospettive di progresso di noi tutti”.

Da: www.fanoinforma.it del 29/1/2013
 
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Si accendono i riflettori sulla ferrovia Fano-Urbino
Dall'associazione FVM (Ferrovia Valle Metauro) riceviamo e pubblichiamo comunicato e locandina relativi alla VI "Giornata Nazionale delle Ferrovie Dimenticate" che si svolgerà a Fossombrone domenica 3 marzo, con un programma di iniziative dedicate a "La ferrovia Metaurense: un profondo legame con storia, tecnologia e paesaggio".

FOSSOMBRONE (Pu) - L'Associazione FVM, domenica 3 marzo a Fossombrone, in occasione della VI^ Giornata Nazionale delle Ferrovie Dimenticate, organizza insieme al circolo Legambiente Urbino e al FAI Pesaro l'evento: "La ferrovia Metaurense: un profondo legame con storia, tecnologia e paesaggio". Al mattino si effettuerà un'escursione sulla ferrovia a San Lazzaro di Fossombrone fino al luogo della frana del 1934; Renzo Savelli, autore del libro "San Lazzaro, storia di un paese e della sua frana" rievocherà l'evento. Ci si recherà alle formazioni geologiche delle Marmitte dei giganti e successivamente seguirà la visita guidata all'impianto idroelettrico della Diga di San Lazzaro.
Nel pomeriggio il Prof. Oscar Mei terrà un'interessante Conferenza presso la Sala di Sant' Agostino a Fossombrone sulla sventata dismissione della tratta Fano-Fermignano, vicenda accaduta nel 1938: saranno prodotti documenti storici ritrovati fortuitamente di recente ; proiezioni video e mostra fotografica della linea.

Appuntamento propedeutico e collaterale alla 6^ Giornata Nazionale è stato il Convegno Nazionale di Co.Mo.Do. (Confederazione Mobilità Dolce) dal titolo "Le ferrovie regionali italiane: un patrimonio da difendere e da valorizzare svoltosi a Milano il 22 febbraio scorso. Con il contributo di studiosi attenti all'economia, alla cultura ed all'impatto ambientale e paesaggistico, il Congresso ha evidenziato come la rete ferroviaria secondaria costituisca il complemento dell'Alta Velocità per raggiungere capillarmente tutti i capoluoghi di provincia.
Oggi invece, mentre il treno ritorna protagonista del mondo dei trasporti in Europa e nelle potenze emergenti dell'Asia, e torna ad essere utilizzato anche dalla nostra classe dirigente, il patrimonio infrastrutturale costituito dalla rete ferroviaria minore rischia nuovamente l'abbandono e l'incuria in Italia. Tutto ciò porta a pesanti ricadute sull'ambiente, sul paesaggio, sugli equilibri territoriali, sul diritto alla mobilità garantito dalla Costituzione Italiana. E' stato ricordato il successo della ferrovia altoatesina Merano Malles che ha dimostrato la possibilità di gestire una linea locale, in precedenza abbandonata, con grande riscontro di utenza pendolare ed anche escursionistica al punto che il treno costituisce uno dei motori principali dell'attività turistica della Val Venosta.

L'Associazione FVM , intervenuta al convegno ha rimarcato come la mancanza di un servizio ferroviario per Urbino abbia generato gravi conseguenze sotto il profilo turistico, paesaggistico ( Bretella di Urbino e nuovo maxi parcheggio Santa Lucia) ed indotto strane scelte trasportistiche ( istituzione di servizio autobus Cosenza- Bari - Pescara - Urbino !). Il recente successo dell'iniziativa del FAI , che ha visto la Ferrovia Metaurense tra i Luoghi del Cuore più amati in Italia, dà nuova vita alla speranza che il ritorno del treno nella valle del Metauro , possa costituire la base futura per la promozione turistica e, conseguentemente, per un nuovo sviluppo delle attività imprenditoriali della provincia di Pesaro e della regione.

Da: www.csv.marche.it del 28 /2/2013
 
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Ferrovie dimenticate: il programma di Fossombrone per la VI Giornata nazionale
Fossombrone (PU) - Domenica 3 marzo, l'associazione Ferrovia della Valle del Metauro organizza, a Fossombrone, l'evento "La ferrovia Metaurense: un profondo legame con storia, tecnologia e paesaggio” in occasione della VI Giornata Nazionale delle Ferrovie dimenticate. L'iniziativa, promossa insieme al circolo Legambiente Urbino e al FAI Pesaro prevede diversi appuntamenti.
Al mattino si effettuerà un’escursione sulla ferrovia a San Lazzaro di Fossombrone fino al luogo della frana del 1934; Renzo Savelli, autore del libro “San Lazzaro, storia di un paese e della sua frana” rievocherà l'evento. Ci si recherà alle formazioni geologiche delle Marmitte dei giganti e successivamente seguirà la visita guidata all’impianto idroelettrico della Diga di San Lazzaro. Nel pomeriggio Oscar Mei terrà una conferenza nella sala di Sant’ Agostino a Fossombrone sulla sventata dismissione della tratta Fano-Fermignano, vicenda accaduta nel 1938: saranno prodotti documenti storici ritrovati fortuitamente di recente; proiezioni video e mostra fotografica della linea.
Appuntamento propedeutico e collaterale alla 6^ Giornata Nazionale è stato il Convegno Nazionale di Co.Mo.Do. (Confederazione Mobilità Dolce) dal titolo ”Le ferrovie regionali italiane: un patrimonio da difendere e da valorizzare svoltosi a Milano il 22 febbraio scorso.
L’Associazione FVM, intervenuta al convegno ha rimarcato come "la mancanza di un servizio ferroviario per Urbino abbia generato gravi conseguenze sotto il profilo turistico, paesaggistico (Bretella di Urbino e nuovo maxi parcheggio Santa Lucia) ed indotto strane scelte trasportistiche (istituzione di servizio autobus Cosenza - Bari - Pescara - Urbino !). Il recente successo dell'iniziativa del FAI, che ha visto la Ferrovia Metaurense tra i Luoghi del Cuore più amati in Italia, dà nuova vita alla speranza che il ritorno del treno nella valle del Metauro, possa costituire la base futura per la promozione turistica e, conseguentemente, per un nuovo sviluppo delle attività imprenditoriali della provincia di Pesaro e della regione".

Da: www.fanoinforma.it del 28/2/2013
 
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Treno e turismo: una strategica alleanza
Si è svolto giovedì scorso, a Pesaro, il convegno “Treno e Turismo una strategica alleanza” organizzato dall'associazione Ferrovia della Valle del Metauro.

Il Presidente della Camera di Commercio Alberto Drudi ha introdotto il convegno ricordando la sua battaglia per avere più fermate dei treni a Pesaro. Azione coronata dalla prossima presenza dei Treni superveloci ITALO di NTV e FrecciaRossa di Trenitalia. Il Presidente condivide il ritorno del treno sulla Fano Urbino come importante fattore per lo sviluppo del territorio, individua nei finanziamenti un ostacolo comunque superabile e si è reso molto disponibile a collaborare ad uno studio di ripristino.

L’ingegnere Marco Stabile, vicedirettore dell'Esercizio della Ferrovia Valle Venosta, ha mostrato come il ripristino della ferrovia ha avuto un notevole effetto economico soprattutto nel comparto del turismo e dell'indotto connesso.
Nel 2009 , con la ferrovia ripristinata, rispetto al 2004, i pernottamenti sono aumentati di quasi il 12% e le presenze di oltre il 24%. Ciclisti e sciatori trovano nella ferrovia un mezzo idoneo ai loro spostamenti e per loro si sono create nuove stazioni e posti di noleggio biciclette. Solo dal turismo svizzero, grazie alla ferrovia, vi è stato un decisivo incremento che ha generato nel 2009 una crescita del fatturato nel territorio di 22milioni di euro. Attualmente i passeggeri si attestano sui 3 milioni annui, in una valle abitata da 40mila persone. Il bacino di utenza della Valle Metaurense è quattro volte superiore quindi , a suo parere, il successo è garantito a patto di lavorare con qualità , competenza ed anche passione.
Quasi tutta la popolazione della valle atesina (80% di essa - dati della Provincia di Bolzano) utilizzava per spostarsi l’auto ed il pullman; oggi il treno, parte del patrimonio del territorio, è il principale mezzo di trasporto utilizzato anche da chi non aveva, prima, possibilità di muoversi: la seconda auto non viene più usata.
Un beneficio tra i tanti: minori emissioni di C02 calcolate in 4000 t./anno. Recentemente sono stati acquistati nuovi treni (60 mila euro) per l'estensione del servizio in Val Pusteria (nel futuro anche in Austria) in concerto con Trenitalia e si progetta l’elettrificazione della linea Merano-Malles (110 mil. euro) assieme a nuove iniziative in favore della viabilità ferro-tramviaria di altri distretti locali. Questi investimenti rientreranno grazie alla maggiore redditività delle linee in circa venti anni; per i finanziamenti si ricorrerà alla Cassa Depositi e Prestiti e soprattutto alle iniziative dell'Amministrazione pubblica con il concorso di soggetti privati. L'Ingegnere Stabile ha ricordato che i costi di un ripristino di linee ferroviarie al giorno d’oggi, a parità di standard di sicurezza, sono molto inferiori di qualche anno fa. Infine ha evidenziato come attorno alla ferrovia si generi un continuo moltiplicarsi di attività, con benefici effetti anche sul piano della salute, delle spese sanitarie e della disoccupazione specie giovanile.

Il dottore Massimo Mensurati , A.D della SeaTrain di Roma (Società costituitasi nel 2005, operante nel comparto turistico con iniziative tutto-compreso, in concerto con le maggiori Compagnie crocieristiche con partenza dai porti di Civitavecchia e Napoli e destinazione Roma e Sorrento) ha riferito sul successo della Sea Train che in otto anni di lavoro ha ottenuto centinaia di migliaia di presenze (30.000 in media all'anno in costante crescita).
Dalle analisi di traffico risulta che i turisti hanno maggiormente gradito il trasporto ferroviario con materiale di grande qualità rispetto alla movimentazione con pullman G.T. Ritiene che anche nel porto di Ancona vi è la concreta possibilità di sviluppare il servizio turistico offerto da un treno coordinato con altri mezzi di trasporto, sia verso Urbino sia verso tutta la valle metaurense, non trascurando la presenza di altri scali quali Ravenna e gli aeroporti di Falconara e Rimini.

Giancarlo Frisoni, rappresentante di INTORGIMPEX Mosca, società che rifornisce oltre 600 esercizi e ristoranti nelle maggiori città della Russia, ha ribadito l’intenzione di creare un "Treno dei Sapori " e collegare la Riviera di Rimini con Urbino. Ha riferito che il turista russo è esigente, disposto a spendere molto ma assolutamente non propenso a scoprire un territorio ed i suoi prodotti seduto sulla bicicletta. La sua Società è pronta, anche subito, ad investire con capitali e persone a patto di certezze ed impegno da parte di chi amministra il territorio.

I Dott. Antonio Russo della Sigismondo Viaggi e Mayra Rosa Capelli, Commercial Manager, operatori specializzati in incoming turistico agenti in tutta Europa, hanno sottolineato che il mercato treno + hotel è in continua, costante crescita. Tale fenomeno tre anni fa era praticamente inesistente ed oggi è soprattutto richiesto da operatori esteri (USA, Canada, Germania, Inghilterra). Nel loro intervento si è rilevato come alcune località (Cartoceto o S.Angelo in Vado per citarne alcune), possiedono notevoli eccellenze di prodotti della terra e della cultura gastronomica assieme a grandi potenzialità turistiche, ma non sono visitate per la difficoltà di raggiungerle e sono attualmente improponibili sul mercato.

Lorenzo Peroni, Responsabile Tecnico di Salcef, impresa di costruzioni ferroviarie con l’Officina Manutenzione Veicoli a Fano che attualmente ha commesse in Croazia, Polonia , Egitto e costruirà la prima ferrovia ad Abu Dhabi, ha relazionato su recenti lavori in Italia.
SALCEF ha ricostruito la Bologna-Vignola, sospesa al servizio passeggeri nel 1967 e ripristinata nel 2003 e la Saronno- Seregno chiusa nel 1958 e riaperta nel 2012. Queste due ferrovie sono tra le più utilizzate nei propri territori. Peroni ha confermato, conti alla mano, la semplicità del ripristino della ferrovia Fano Urbino il cui costo, relativamente a ciò che riguarda l’armamento, si aggirerebbe attorno ai 30 milioni di euro. Tali costi potrebbero ulteriormente scendere se venissero utilizzati materiali usati e recuperati da altre linee principali. La potenzialità operativa del ripristino si aggira su 200-330 mt di binario posto in opera al giorno.

Il Prof. Angelo Serri docente all'Università di Macerata ed Inventore di Tipicità Marche, Festival e Salone del Made nelle Marche giunto alla 21^ edizione, ha messo in risalto come proporre anche il viaggio in un treno, vetrina dei prodotti di qualità di ogni tipologia, potrebbe diventare un’icona del territorio, come sta già avvenendo per l'attività di Tipicità Marche conosciuta in campo nazionale ed internazionale. Un treno ad hoc sarebbe un veicolo ideale per la promozione dei nostri prodotti regionali con lo sguardo rivolto ai mercati esteri.
Le Marche hanno una grandissima differenziazione di usi, dialetti e prodotti: in ciò risiede la lora forza. Assieme alla proverbiale capacità lavorativa marchigiana si deve, con unità di intenti, rispondere all'attuale crisi ed è urgente confrontarsi con le sfide del futuro. Il Prof. Serri si è dichiarato disponibile alla mutua collaborazione per un progetto così importante per tutto il territorio regionale.

Sono intervenuti inoltre: il Dott. Lapo Lombardi di Firenze esperto economista di trasporti nella Regione toscana, il quale ha affermato con forza che la sostenibilità dei costi per togliere dall’isolamento ferroviario l’entroterra pesarese la si raggiunge solo utilizzando quanto è già esistente; con una linea costruita ex novo ciò è improponibile e difficilissimo da realizzare a causa di forti costi di esproprio e con una ulteriore occupazione di territorio deleteria in un distretto idrogeologicamente fragile e già troppo sfruttato.

il Prof. Glauco Maria Martufi di Pesaro, docente di Accessibilità, Sostenibilità ed Etica del turismo a Misano ha ricordato che la sua idea del treno turistico, con tanto di giornale dell’epoca, risale al 1990 è stata volutamente posta in fondo ad un cassetto. Appoggia fortemente il ripristino ed ha riaffermato la bontà dell'iniziativa turistica.

L’Urbanista Alberto Rother-Rutter di Trieste, membro del CIFI (Collegio Ingegneri Ferroviari Italiani) ha ricordato che le ferrovie sono il sistema di trasporto che consumano meno territorio, meno energia ed hanno il maggiore coefficiente di rendimento dopo il trasporto marittimo; ha evidenziato che la perdita di una ferrovia equivale alla chiusura di poli manifatturieri e determina la perdita di competitività del territorio.

Il Sindaco di Piobbico, dott. Giorgio Mochi , ha affermato che, pur non avendo nel suo comune la ferrovia, è suo fermo convincimento che anche l’entroterra non servito direttamente, avrebbe degli enormi benefici dalla riapertura e soprattutto si è chiesto per quale motivo non erano presenti al convegno i sindaci del territorio di pertinenza od i loro delegati.
Mochi ha lanciato la proposta di una visita di studio alla Ferrovia Val Venosta e di un incontro con i Responsabili politici ed amministrativi della Provincia atesina, incontro che coinvolga le amministrazioni locali pesaresi e soprattutto la Camera di Commercio, vero motore di iniziative concrete.

Una nota di merito va fatta al Prof. Bariletti, università Roma 3 e Dirigente Nazionale Assoutenti, moderatore del convegno, che con la sua preparazione professionale in campo ferroviario e la sua cultura di stampo umanistico, unite ad una sottile ironia, ha reso assai piacevole l’incontro ed ha commentato con maestria ogni intervento. Profondo il suo rammarico per la totale mancanza sia fisica che di dialogo con buona parte della politica locale e la povertà di intenti progettuali sul territorio espressa ultimamente dalla classe politica pesarese dominante.

Il convegno ha visto anche il notevole concorso di operatori turistici riminesi. Graditissima e significativa la presenza della Delegazione Provinciale del FAI -Fondo Ambiente Italiano e dei Rappresentanti di Legambiente di Urbino e Pesaro che da anni sostengono il progetto.

Da: www.fanoinforma.it del 15/4/2013
 
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CICLOTURISMO E CICLOVIA ADRIATICA VENEZIA-LECCE, IL CONVEGNO FIAB
18 aprile 2013
PESARO – La settimana scorsa si è tenuto a Pesaro un convegno sui temi del cicloturismo e della Ciclovia Adriatica Venezia-Lecce. Il Convegno è stato organizzato da FIAB (Federazione Italiana Amici della Bicicletta), For-Bici di Fano, BiciPiù di Chiaravalle e dal CCiclAT (Coordinamento delle Ciclabili Abruzzo Teramano), con i patrocini di Provincia di Pesaro e Urbino, Comune di Pesaro, Comitato regionale Marche del CONI e Parco Naturale Monte San Bartolo.
L’incontro ha fatto il punto sullo stato dell’arte della rete BicItalia (www.bicitalia.org), un sistema di percorsi ciclabili nazionali ideato dalla FIAB, e in particolare su quella che viene definita “Ciclovia Adriatica”, itinerario costiero che dovrebbe collegare Venezia con Lecce, attraversando sei regioni, venti province e 113 Comuni (tra cui anche Fano e Pesaro), oltre ad aree protette, siti di interesse comunitario, zone umide e luoghi di interesse storico, artistico e paesaggistico. Il X rapporto Ecotur, scritto a più mani da Istat, Enit, Università dell’Aquila e Osservatorio Ecotur, evidenzia come sia in atto un vero e proprio boom del cicloturismo: tra il 2012 e il 2013 è balzato al primo posto con il 31% delle preferenze contro il 23% della precedente rilevazione, superando per la prima volta l’escursionismo, che passa dal 23% al 21%. In crescita anche il numero delle attività ricettive “amiche della bicicletta” che aderiscono a circuiti come Albergabici di FIAB o Bikehotel, offrendo servizi su misura per i cicloturisti: di questi giorni la legge regionale che finanzia fino a 7500 € le strutture ricettive per interventi a favore dei cicloturisti.

Alla stazione ferroviaria di Pesaro gli ospiti sono stati accolti dall’assessore alla mobilità del Comune di Pesaro Andrea Biancani e dalla mobility manager Paola Stolfa. Relatori ed amministratori sono giunti a Convegno percorrendo le ciclabili della Bicipolitana con le biciclette del bike-sharing. Particolarmente apprezzati gli interventi di M. Vanni (associazione Itaca – Faiete), esperto di finanziamenti europei in tema di mobilità sostenibile e di F. Vallarola (AMP Torre del Cerrano), dai quali è emerso che:
1. solo le regioni Veneto e Puglia sono riuscite a ottenere finanziamenti europei specifici sulla ciclabilità;
2. esempi significativi lungo la costa adriatica sono la rete Adriapan (un ‘network’ dei parchi dell’Adriatico che con il progetto BySEAcle, di cui l’Ente Parco del S.Bartolo è stato capofila, propone collegamenti non impattanti tra i vari parchi) ed il progetto Interbike (collegamento ciclabile tra Ravenna e la Slovenia);
3. tra il 2014 ed il 2020 saranno a disposizione 6 miliardi di euro per progetti a favore della ciclabilità, risorse a cui si potrà accedere solo con un coordinamento territoriale almeno a livello regionale, non solo come è stato finora con la buona volontà di qualche comune virtuoso come Pesaro e Chiaravalle.
Il Convegno è stato introduttivo e propedeutico alla “Biciclettata Adriatica” del 2 giugno che nel 2013 giunge alla terza edizione. Una passeggiata in bicicletta ‘per tutti’ lungo la Ciclovia Adriatica, che quest’anno coinvolgerà le regioni Emilia Romagna, Marche, Abruzzo e Puglia.
Un ringraziamento particolare va a Luca Capoccia ed Enrico Tosi (For-Bici FIAB Fano) e a Raffaele Di Marcello (università di Teramo, CCiclAT, Sistur) per l’impegno profuso.nell’organizzazione ed il coinvolgimento delle parti.
 
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Turismo in bicicletta lungo l’antica via Flaminia
Sinergia tra pubblico e privato e fiducia nelle potenzialità di un territorio ricco di risorse culturali sono stati i concetti principali espressi nel corso di un incontro sul turismo svoltosi lo scorso venerdì 19 aprile a Cagli, nella sede della Comunità Montana. All’incontro, organizzato dalla Provincia di Pesaro e Urbino, rappresentata dall’assessore Massimo Seri, erano invitati sindaci ed operatori economici del territorio attraversato dall’antica via Flaminia. E’ stato infatti presentato, come già fatto qualche mese fa a Fano, il progetto di valorizzazione turistica del territorio “In bici lungo l’antica Flaminia” elaborato dalla sezione turistica dell'istituto tecnico Battisti di Fano in collaborazione con le associazioni Argonauta e For-bici FIAB, col supporto scientifico del Centro Studi Vitruviani che ha curato l’aspetto archeologico di un itinerario ricco di suggestioni; se adeguatamente valorizzato, attrezzato e promosso, il percorso non avrebbe nulla da invidiare a quelli da anni attivi in vari paesi europei, dove è in costante crescita la vacanza in bicicletta. Particolarmente apprezzata è stata la conferma da parte di Adriabus dell’entrata in servizio di un bus con carrello in grado di trasportare 32 biciclette; fino al prossimo ottobre, ogni sabato e domenica ci saranno due corse giornaliere, una di mattina e una nel tardo pomeriggio, grazie alle quali i cicloturisti potranno muoversi agevolmente tra costa (Pesaro e Fano) ed entroterra (Scheggia e Urbino), con prevedibile allargamento del bacino di utenza alla vicina Umbria. La corsa inaugurale è prevista per domenica 12 maggio, in coincidenza con iniziative nazionali che mirano a promuovere la mobilità ciclistica (FIAB Bimbimbici).

Interesse e apprezzamento per l’iniziativa sono stati espressi in particolare dal Sindaco di Acqualagna e dal vice Sindaco di Cagli, accanto a qualche richiesta di migliorare la sede stradale della vecchia Flaminia nel tratto più interno in comune di Cantiano. La sinergia è apparsa necessaria anche alla luce delle varie iniziative già avviate in provincia: nell’entroterra è risultata molto attiva l'associazione Fausto Coppi Corse nel settore dell'ospitalità alberghiera e delle strutture per il cicloturismo; sulla costa, l'agenzia viaggi ESATOUR, in collaborazione con l'associazione "Trek & Bike Experience", sta proponendo sul territorio pacchetti vacanze per cicloturisti in MTB. E’ stata infine avanzata la proposta di studiare percorsi ciclabili favoriti in periodo estivo dalla cestovia del Monte Catria, in attesa che vengano realizzate, come ormai in tutta Europa, piste ciclabili in sede propria. In questo contesto va considerata anche la riconversione dell’ex ferrovia Fano-Urbino che potrebbe attirare tantissimi ciclo turisti che ancora non scelgono l'Italia, a parte il Trentino Alto Adige, proprio per le sue carenze strutturali. Ma ciò che più necessita è la convinzione di potercela fare, nonostante la scarsità di risorse, facendo sistema tra amministratori pubblici ed operatori economici che possono contare anche su un risorsa in più, cioè il supporto delle tante associazioni attive in un territorio che ha le carte in regola per ospitare un turismo di qualità.

Da: forbicifano.blogspot.com del 22/4/2013
 
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Bici-autobus per percorrere e visitare l'Antica strada Flaminia
Adriabus mette a disposizione un carrello sui propri mezzi.
Sarà più bello e più facile visitare l'antica Flaminia, la strada romana che da Roma portava a Fano e poi a Rimini. Nel corso dei secoli la strada ha subìto notevoli trasformazioni ma permangono numerosi tratti e manufatti originali da visitare nei vari centri attraversati. Ora, grazie a un servizio che Adriabus avvia per la stagione estiva, ogni sabato e domenica sarà più facile seguire il percorso archeologico si carica la propria bici su un apposito carrello a Pesaro, Fano e in altri centri della vallata del Metauro, si scende a Cantiano e si può cominciare il tragitto verso la costa visitando splendidi paesi, resti archeologici imponenti e luoghi suggestivi come la Gola del Burano e del Furlo. Il tragitto in bici, una settantina di km, è alla portata di tutti perché si pedala senza sforzi in continua leggera discesa su strade a basso traffico. Il flusso turistico può essere anche in senso inverso, perchè di questa opportunità possono approfittare gli abitanti dell'entroterra per recarsi al mare infatti il servizio è allargato alla vicina Umbria, visto il notevole interesse suscitato in associazioni di cicloamatori di Gubbio. Si parte dal prossimo sabato 25 maggio con i seguenti orari: ore 7,30 da Pesaro, 7,45 da Fano con arrivo a Gubbio alle ore 10,15 per il percorso inverso, partenza 10,30 da Gubbio la corsa serale parte da Pesaro alle ore 18 per giungere a Gubbio alle 19,45. Il costo è di 10 euro per la corsa semplice e 15 euro per l'andata e ritorno (valido anche per la partenza di sabato ed il ritorno di domenica). E' in fase di sviluppo l'app per l'acquisto del biglietto con prenotazione del posto via smartphone l'utilizzo dei QR code distribuiti sul territorio per favorire l'accesso ad informazioni turistiche dei luoghi attraversati lo studio di pacchetti combinati di trasporto bici, visita ai musei ed eventuali prenotazioni alberghiere.

Ad incoraggiare questa proposta di viaggio bus + bici è la continua espansione del cicloturismo, già ampiamente diffuso dove la politica ha saputo rispondere per tempo alle esigenze di un'utenza di livello medio-alto sia in senso culturale che economico. In Germania sono due milioni i turisti che scelgono di fare le loro vacanze in bicicletta e naturalmente vanno dove esistono piste ciclabili e servizi adeguati. In Italia, a parte alcune regioni del nord, c'è ancora molta strada da fare, ma sono enormi le potenzialità di sviluppo, viste le risorse ambientali e culturali diffuse ovunque. Nella nostra provincia si inizia dall'antica via Flaminia. Il viaggio inaugurale è previsto per la mattina di domenica 19 maggio. Parteciperanno rappresentanti delle amministrazioni locali, dell’ITC Battisti di Fano (che ha coordinato l’iniziativa), del Centro studi vitruviani (che al Battisti cura una mostra permanente sull'antica Flaminia), di Argonauta (che dell'antica Flaminia già ospita un'importante banca dati sul portale lavalledelmetauro.org) e dell’associazione For-Bici Fano (aderente alla Federazione italiana amici della Bicicletta, FIAB). Non c’è dubbio che questo percorso ricco di fascino riuscirà ad attrarre nuovi visitatori che si spera possano contare in un futuro non troppo lontano su vere piste ciclabili, sia lungo la costa (Pesaro-Fano docet: urge il completamento della ciclabile Fano-Marotta) che verso l’entroterra, grazie all’utilizzo della dismessa ferrovia Fano-Urbino.

FOR.BICI.

Da: www.fanotv.it del 18/5/2013
 
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Presentata al ministro Lupi la proposta di ripristino della ferrovia Fano-Urbino
di Alessandro Marconi - 06 luglio 2013
FANO – Al convegno con il ministro Lupi c’erano anche i rappresentanti dell’Associazione Ferrovia Valle Metauro, i quali al termine dell’incontro hanno avvicinato il ministro e riproposto alla sua attenzione la prospettiva di un possibile ripristino della tratta ferroviaria che potrebbe portare vantaggi in termini di mobilità dei residenti, abbattimento dell’inquinamento ed interessanti risvolti dal punto di vista turistico. Il consigliere Mirco Carloni, in accordo con lo stesso Lupi, si farà portavoce del progetto stesso al fine di riproporre la problematica direttamente agli organi competenti del ministero. Carlo Bellagamba, presidente dell’Associazione FVM ha aggiunto: “Ringraziamo il consigliere Carloni che si reso disponibile a riproporre questa istanza presso il ministero, contiamo anche su un appoggio politico trasversale a questo progetto perché il bene di una valle non ha colore politico”.

La ferrovia della valle del Metauro fu costruita dalle Ferrovie Padane che avevano ottenuto, per Regio Decreto, la concessione alla costruzione e utilizzo della linea. La tratta fino a Fossombrone fu completata nel 1915 e, nel 1916, si arrivò a Fermignano. Qui la linea si allacciava alla ferrovia Fabriano-Urbino, esistente dal 1898. Nel 1933 le Ferrovie Padane, per motivi economici, cessarono l’attività della linea garantendo il servizio con una corriera. Nel 1941 le Ferrovie dello Stato, scaduta la concessione, ripristinarono il treno ma con la seconda guerra mondiale la linea venne completamente distrutta. La ricostruzione del dopoguerra fu però limitata ai tratti Fabriano-Pergola (1948) e Fano-Urbino (1955). Ma le difficoltà economiche di gestione, fasce orarie di dubbio utilizzo, la mancata adozione di moderni sistemi di dirigenza e i numerosi passaggi a livello non automatizzati, determinarono la soppressione del servizio. La famosa “littorina” non passa più nella valle del Metauro dal 31 gennaio 1987.

Da: www.ilmetauro.it del 6/7/2013
 
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Ferrovia Fano-Urbino: un'opportunità dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale 2014-2020
Il Consigliere regionale Giancarlo D’Anna da tempo si batte per il ripristino della linea ferroviaria Fano-Urbino che potrebbe rappresentare una valida alternativa al traffico su gomma e diventare un elemento di sviluppo e valorizzazione dell’ambiente e del turismo della nostra Provincia. Un’opportunità per fornire il proprio sostegno a questa iniziativa si presenta ora grazie ad una consultazione on line promossa dalla Regione Marche nell’ambito della preparazione del Programma Operativo 2014-2020 del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR). Il FESR, uno dei Fondi strutturali messi a disposizione dall’Unione europea per promuovere la competitività dell’economia regionale e incrementare la coesione sociale, economica e territoriale,nell’ambito della proposta di regolamento del 6.10.2011, ha stabilito che almeno l’80% delle risorse dovrà essere destinato a quattro temi ritenuti prioritari, fra cui i sistemi di trasporto sostenibili. Il Consigliere D’Anna ha invitato tutti i Sindaci della Provincia di Pesaro Urbino a cogliere questa importante occasione, esprimendo richieste e proposte per promuovere la riattivazione della linea ferroviaria da troppo tempo in disuso. Il modulo per la consultazione, che si concluderà il 30 settembre p.v., è reperibile sul sito www.europa.marche.it, e può essere compilato, oltre che da Enti e partenariato, anche da tutti i cittadini che vorranno dare il proprio contributo su un tema di così grande impatto economico e sociale.
da Giancarlo D'Anna Consigliere regionale

Da: www.viverefano.com del 9/8/2013
 
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Hanno chiuso pure la stazione di Einaudi
ULTIME TAPPE DEL GIRO LUNGO LE FERROVIE ABBANDONATE: DA DOGLIANI, DOVE IL PRESIDENTE ASPETTAVA IL CONVOGLIO PER ROMA, ALLE 25 LOCOMOTIVE COMPRATE PER I SARDI E DISTRUTTE A BARI. PASSANDO PER LE DUE STORICHE TRATTE, FANO-URBINO E ORTE-CIVITAVECCHIA, UCCISE DIVIDENDO ANCORA DI PIÙ L’ITALIA

Se Garibaldi è fermo a Marsala, con il ricordo della spedizione seppellito dall’incuria e la sua statua divenuta un arbusto di indegnità dentro il recinto di soldi buttati in un cantiere sequestrato dalla magistratura, il treno che aspettava Luigi Einaudi a Dogliani e lo conduceva a Roma è sparito, la stazione sigillata, i binari prepensionati.

Le Langhe hanno conservato il barolo, ma perso la strada ferrata. L’alluvione nel Piemonte del 1994 spezzò la linea Torino-Savona tra Bra e Mondovì e immediatamente il governo stanziò i milioni di euro necessari per il ripristino della tratta, con le necessarie opere di risanamento idrogeologico. Impegni altissimi e concreti. Infatti i soldi vennero dirottati altrove, servirono (forse) a formare un bel gruzzolo per dare alla cittadina di Asti la sua tangenziale (450 milioni di euro), lasciando alle corriere singhiozzanti tra le curve collinari il diritto unico di trasportare persone e merci. “Andavamo in Liguria, il nostro mare, col treno e in città, a Torino, in treno. Il treno non è solo un vettore ma un connettore di comunità, un serpente che striscia e accompagna lo sviluppo di una intera zona. Mio nonno era ferroviere. Fu il primo comunista, il primo a scioperare e il primo a essere licenziato”. Mangiare a Pollenzo nella serra creativa di giovani cuochi di ogni cultura e latitudine – c’è qui il corso di laurea in Scienze gastronomiche – restituisce a Carlin Petrini il senso di una epica sfida globale (la forza rivoluzionaria della tavola come produttrice di sostenibili stili di vita e di consumo della terra) ma lo consegna, con il ricordo delle rotaie sparite, alla precarietà della provincia, all’asfalto che conquista la sua terra e alla terra che perde se stessa. Il treno ha fieri oppositori, alcuni anche illuminati, come Marco Ponti, esperto di trasporti. Parla con la calcolatrice in mano: “Fare andare un treno locale costa circa tredici euro e cinquanta centesimi a chilometro, contro i 3,3 dell’autobus. Esattamente un quarto, senza tener conto dei costi per l’infrastruttura (stazioni, passaggi a livello, deposito dei treni, ecc.) che incidono tanto di più quanto meno treni percorrono la linea. Un autobus porta senza problemi cinquanta passeggeri, un treno locale 250 o più. Quindi se in una certa ora ci sono in media 200 persone che prendono il treno, costa di meno allo Stato fornire 4 autobus all’ora, anche gratis. E si possono avere anche orari più comodi, e servizi più capillari”.

La resistenza pro-rotaie
Con la lezione di Ponti in testa e i numeri sul taccuino scendiamo nelle Marche, a Fano, dove dal 2000 un gruppo di ostinati cavalieri senza paura si batte per la riapertura dei 50 chilometri di ferrovia che separano la città di mare da Urbino. Il treno attraversava la valle del Metauro, raccoglieva i pendolari e li smistava tra Fossombrone, Urbino, le altre località. “Col treno ci impiegavamo quasi mezz’ora in meno, si viaggiava puliti, comodi. La ferrovia qui avrebbe fatto ricche le sue casse, eppure l’hanno suicidata. C’è così tanta gente da trasportare che il servizio sostitutivo di autobus boccheggia al punto di mettere su strada supertorpedoni lunghi 18 metri. Immagini la fila di auto che si forma, e le nuvolette di smog, e i rallentamenti, e il tempo perso, e il costo totale. Cento euro spesi col bus corrispondono a 66 euro se devoluti al treno”. Carlo Bellagamba, farmacista di Fano, è il presidente di questo gruppo di lottatori, un circolo di fedeli alla causa, gruppo di resistenza organizzata che non smette di sentirsi in battaglia. “Berlusconi ci aveva promesso 110 milioni di euro per restituire al territorio ciò che era stato perduto, quindi anche il nostro treno. Naturalmente era una barzelletta”. Tutti dicono che è una necessità, ma nessuno tramuta l’intenzione in una prova concreta. In queste settimane è giunto nelle Marche Maurizio Lupi, ultimo ministro a comprendere e a promettere qualcosa. Campa cavallo!

Questi militi ignoti delle rotaie, soldati che non provano sconfitta e aspettano il giorno del giudizio, si intercettano in ogni angolo della penisola in formazioni diseguali ma connesse. Si cercano gli uni e gli altri, si scambiano informazioni, pianificano azioni di civile belligeranza. In gruppi di tre o più, associati in club o viandanti solitari, curano con gli occhi le tratte disperse e chiuse, fotografano, documentano, interpellano, denunciano. “Ho due amori: uno per la ferrovia e l’altro per la filosofia. Per undici anni ho fatto il capostazione a Parma, poi ho scelto l’insegnamento al liceo. Ma nulla può restituirmi il fascino del treno, l’odore della stazione, e infatti mi ritrovo a bighellonare tra i binari, osservo, descrivo, penso a come si potrebbe restituire vita a questi rami definiti ingiuriosamente secchi. Lotto ogni giorno, e lotterò per tutta la vita”. Tra i rovi della stazioncina di Ceva, nel Basso Piemonte, il professor Piero Canobbio illustra la sua dimensione spirituale e anche il congegno amoroso che lo tiene legato ai binari, cascasse il mondo. Sono amori impossibili, grandiosi, unici. “Fotografo i treni, mi incuriosisco delle nuove macchine che vengono immesse in servizio, e mi immalinconisco quando trovo le stazioni come foglie morte, abbandonate al loro destino”. Lorenzo Pallotta staziona invece a Monterotondo, alle porte di Roma, e da lì annota il flusso rallentante delle locomotive, i vagoni che spariscono, le tratte che si desertificano. Al suo centro l’Italia è in effetti stata spezzata, e se qualche anno fa il signor Merloni riusciva da Ancona a mandare le sue cucine, gli elettrodomestici, a Civitavecchia, e da quel porto in tutto il mondo, oggi (se pure ci fossero le commesse di ieri) non sarebbe più possibile. Sconnessa, interrotta nella sua metà, nella sua pancia appenninica, l’Italia si ritrova divisa tra l’Adriatico e il Tirreno.

Il muro tra Adriatico e Tirreno
Da una sponda all’altra non si passa, bisogna fare il giro lungo. In autostrada logicamente. Da Orte al porto di Civitavecchia il flusso si blocca, quel che ci sta in mezzo, e siamo nella Tuscia viterbese, è mangiato dal tempo, sepolto dalla polvere. La bellissima stazione di Capranica, set scelto da Benigni per alcune immortali scene de La vita è bella, dà il senso di come un passato glorioso si sia trasformato in un presente assente, in vuoto tecnico, in tempo perso. I binari aspettano per ore un treno che passi e li saluti. Qualcuno si mostra, ma è un traffico di quarta serie. Sembra un’orazione funebre, è una rassegna indistinta di sepolcri al sole, di monumenti alla memoria, di un’Italia che toglie qualcosa per non avere null’altro in cambio. Si è perpetrata una spoliazione indistinta, a volte veramente irragionevole di risorse che avrebbero fatto bene al territorio. Se è comprensibile che non tutte le tratte secondarie possono essere riattivate, è certo che molti itinerari, avendo cura e cuore per il bene comune, potevano e dovevano essere salvati. Una gran massa di quattrini è stata distrutta in una serie incredibile di malversazioni proprio per restituire ciò che oggi non c’è, con punte in cui l’ignavia, la dabbenaggine quando non il puro saccheggio delle risorse pubbliche ha raggiunto livelli di ragguardevole spessore. L’incolpevole Sardegna è stata teatro della più possente devastazione ferroviaria. Siamo alla fine degli anni Settanta quando le Ferrovie dello Stato, le cui linee sono alimentate con energia a 3 kilowatt, decidono di sperimentare l’alimentazione a 25 kilowatt, molto diffusa nel resto dell’Europa. Scelgono la Sardegna come terra di conquista di questo vettore moderno e una tratta lunga 350 chilometri come teatro delle operazioni. Lì non si intralcia la rete nazionale e lì viaggiano solo treni diesel.

Viene costituito il consorzio Team (acronimo che sta per “trazione elettrica alternata monofase”) formato tra gli altri da Condotte d’Acqua, Cmc, Ansaldo, oltre Fiat Ferroviaria e Sirti e il 14 maggio 1983 vengono acquistate 25 nuove locomotive con l’alimentazione a 25 chilowatt. Si iniziano le prove che durano fino al 1989. Nell’attesa dell’inaugurazione le locomotive vengono trasferite al deposito di Cagliari e lì iniziano a dormire. Dopo qualche mese le locomotive, belle e nuove, vengono riportate in continente e trasferite in catene, come boss della mala, tra Foligno e Rimini. Le Ferrovie dello Stato non ne vogliono più sapere della linea ad alimentazione europea, nulla gli frega più della Sardegna, delle centinaia di miliardi spesi (527 per la precisione), delle macchine acquistate e imballate. Chissà perché. Si pensa – ma non è ancora certo – che la causa sia nella più gloriosa delle inettitudini: avevano messo pali nuovi, rete nuova, alimentazione nuova e treni nuovi. Ma il sistema di segnalamento e di blocco era quello di sempre, e l’interferenza tra il nuovo e il vecchio avrebbe comportato il blocco del blocco. Il treno sarebbe partito ma mai più fermato. Il sistema di segnalamento del pericolo sarebbe andato in tilt, e così anche le procedure di fermata obbligatoria e automatica sarebbe andate in default. Un crash notevole. Si arrivò alla decisione definitiva. Le scelte erano due: spendere ancora quattrini e completare l’opera oppure mandare tutto al macero? La seconda opzione, senza neanche immaginare che ci fosse una terza (individuare i responsabili, rinegoziare i contratti, mandare le fatture ai progettisti incompetenti), fu quella vincente. Stracciare le carte anziché studiarle è pratica diffusa e tipicamente italiana. Chi mai, nel monte premi dello spreco, si sarebbe accorto di quei miliarducci mangiati dal vento dell’isola? I cittadini sardi, forse. Ma in Italia l’opinione pubblica conta? La classe politica non ha mai dovuto patìre delle bugie dette o dei misfatti combinati. Siamo il regno della dimenticanza: scurdammoce o’ passato. Infatti così è andata.

Addio Sardegna d’Europa
Sono rimaste le 25 locomotive, pegno alla memoria, a dare fastidio. A chi smistarle? Si bussa alla porta dei francesi. Ma niente. Si tenta con i turchi. Rinviati al mittente. Le locomotive, per essere vendute, andavano comunque lubrificate, tenute in vita. E quindi vengono trasferite, sempre in groppa a un carro merci, a Livorno, terza tappa della via crucis. Qui una squadra di manutentori ogni venti giorni fa visita all’acciaio immobile. Cure e controcure, fior di quattrini destinati a tenere in vita il corpo moribondo nell’attesa del trapasso liberatorio. Nel 2001 si decide per un’asta europea nella speranza che almeno le ferrovie bulgare e altre dell’Est, impietosite, corrano. L’asta va deserta. Tre macchine, sempre in ceppi, sono trasportate in Ungheria per invitare i magiari a verificarne la qualità. Tecnici italiani vanno in missione, e sembra un film di Totò e Peppino, un classico della commedia napoletana, per tradurre nella lingua locale le indicazioni tecniche stampate in italiano. Niente ancora, neanche i magiari ci stanno: quel presepe non piace a nessuno. C’è un’ultima prova d’appello: farle svolgere test di funzionamento sulla neonata linea ad Alta velocità tra Roma e Napoli. Ma sembra che le locomotive, nate stanche, si siano fermate dopo qualche chilometro di messa in esercizio. Sbuffando, hanno rinunziato all’impegno richiesto chiedendo di morire in pace. Dal momento che nessuno le aveva comprate, le macchine nuove di zecca (costate circa 5 miliardi l’una con venti chilometri all’attivo) vengono abbandonate. Che la ruggine sia con voi! Due anni fa le poverette sono state decapitate a Bari, vendute a prezzo di rottame.

Da: Il Fatto Quotidiano del 1/9/2013
 
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«Riaprite la ferrovia Fano-Urbino in futuro la potrà gestire Adriabus»
Proposta di Giorgio Londei: «Mossa strategica per cultura e turismo»

STRATEGIE
«Già collegati agli aeroporti ora bisogna stare anche al passo degli Eurostar»
LONDEI vuole che il treno torni a circolare: per questo candida Adriabus, la società del trasporto pubblico locale di cui è presidente, a gestire il tratto Fano-Urbino della ferrovia spingendo Regione e Stato a riaprirlo. Perché adesso questa proposta? «Perché il futuro di Urbino e del territorio sta nell'internazionalizzazione che riguarda la cultura, il turismo — la risposta dello stesso Giorgio Londei —. Se si vuole andare in questa direzione, è una scelta obbligata per la dare benefici alla città. Abbiamo problemi di collegamenti di Urbino con l'Europa, ma noi di Adriabus abbiamo studiato il sistema per collegare Urbino, oltre ad altri centri della provincia, con i principali aeroporti, Bologna, Roma, Falconara con i pullman. Ci stiamo ponendo anche lo stes-so obiettivo con gli Eurostar, la Freccia Bianca e la Freccia Rossa di Trenitalia, Italo il treno di Della Valle. Inoltre dobbiamo provvedere alle persone che arrivano con le crociere da Ancona. Adriabus è in grado di fare tutto ciò, ma serve anche che il tratto di ferrovia chiuso tra Urbino e Fano venga riaperto».

La società Adriabus potrebbe effettivamente prendersi l'onere di gestire un tratto ferroviario? «"Noi dobbiamo cogliere l'occasione. Vorrei che fosse chiaro che Adriabus è d'accordo con la riapertura del tratto chiuso e si candida alla gestione perché può farlo per statuto in quanto è nata per potenziare il collegamento del territorio e può farlo integrando treno e autobus. A giugno, al convegno organizzato sull'incidenza dei trasporti anche sul settore dell'istruzione, con la presenza del sottosegretario del Miur Galletti, lo dicemmo anche ai rappresentanti del Comitato per la ferrovia: il problema non è solo riaprire la Fano-Urbino, ma potenziare il collegamento e cadenzarlo da Pesaro verso Urbino. Noi dobbiamo rispondere anche alla domanda che viene dall'estero: ad esempio, si deve provvedere perché a Urbino vengono almeno mille studenti stranieri, ma se riusciamo a creare le condizioni di collegamento e ne vengono 2 mila, aumenterà la ricchezza per la città».

Avete già stilato un piano economico per entrare in questo nuovo impegno? «Lo Stato e la Regione devono provvedere al ripristino della linea ferroviaria, noi dobbiamo subentrare una volta riaperta e vogliamo prevedere un bilancio a pareggio per l'operazione». Ma lei pensa che ci sia davvero una possibilità di riapertura della tratta, visto che ormai è si pensa anche a progetti di riconversione delle rotaie? «In tutta Europa e nel nord d'Italia rimettono in piedi tratti come quello di Urbino. Se noi dovessimo fare tutto il tragitto quanto costerebbe. Quello sì che sarebbe impossibile. Si potrebbe cominciare un po' alla volta, ad esempio con Urbino-Fermignano, poi fino a Canavaccio e così via». Qualcuno le obietterà che lei è stato quello che l'ha fatta chiudere la ferrovia... «Non è così. Allora, Urbino si batté strenuamente per evitare la chiusura: Volponi minacciò le dimissioni da senatore, fu un atto improvviso e alcuni Comuni sostennero la soppressione. La storia è complessa».

Lara Ottaviani

Da: Il Resto del Carlino del 6/9/2013
 
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Gambioli (PRI), Ferrovia Fano-Urbino: c’è la disponibilità di Adriabus, ora occorre la volontà politica
CAGLI – Giuseppe Gambioli, presidente regionale del Partito Repubblicano Italiano interviene sulle recenti dichiarazioni del Presidente di Adriabus Londei, il quale avrebbe dato la disponibilità di massima da parte dell’ente che rappresenta a gestire, in caso di riapertura, la tratta ferroviaria Fano-Urbino. Gambioli, da sempre sostenitore del ripristino, sollecita tutti gli amministratori che in occasione delle prossime amministrative includano nel loro programma il ripristino del treno nella Valmetauro.

Più volte abbiamo sollecitato un incontro tra i sindaci di Urbino, Fano, Fermignano e Fossombrone per proporre un cartello unico a favore della riapertura della ferrovia Fano-Urbino. Le dichiarazioni di Giorgio Londei, presidente di Adriabus, riaprono una speranza mai tramontata ma ultimamente messa a dura prova dalla proposta del presidente della provincia Ricci che preferisce al treno una pista ciclabile. Una proposta oscena per tanti motivi ma che comunque rallentato tutto quel lavoro a favore del treno. Ora con la proposta di Londei, personaggio pubblico e amministratore di grande rispetto la possibilità di mettere insieme le sinergie di questa provincia a favore del treno sono concrete. Il PRI rinnova un appello ai sindaci di cogliere questa opportunità e si auspica che i futuri amministratori per le prossime elezioni comunali mettano nei loro programmi la riapertura della ferrovia Fano-Urbino. Il gestore ora c’è. Ora basta la volontà politica per riaprire una tratta che porta a una perla del nostro entroterra, città UNESCO, futura città della Cultura: Urbino.

Da: www. ilmetauro.it del 14/9/2013
 
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"Aria pulita! Ora tocca a te"
Si è conclusa ieri la Settimana europea della mobilità sostenibile promossa dalla Commissione europea; lo slogan di questa edizione 2013 era “Aria pulita! Ora tocca a te”, con un chiaro invito ad ogni persona a fare la propria parte con comportamenti più responsabili nell’uso dei mezzi a motore. Per restare in ambito locale, a Pesaro l’iniziativa ha avuto una vasta eco, con l’Amministrazione comunale impegnata ad evidenziare quanto è stato fatto negli ultimi anni per le piste ciclabili che oramai coprono buona parte del territorio con un obiettivo ambizioso, quello di scalare i primi posti in Italia tra le città più amiche della bicicletta.
Ed i cittadini apprezzano questi sforzi, come ha dimostrato il fiume di gente che ieri a Pesaro ha partecipato alle iniziative programmate; in particolare, la passeggiata di oltre 250 ciclisti che sono partiti dalla “Palla di Pomodoro” e sono giunti in buona parte a Fano al ristorante “Pesce azzurro” percorrendo la Ciclovia Adriatica, la pista ciclabile lungo la linea ferroviaria.

E a proposito di ferrovie, si spera che appena possibile venga realizzata la pista ciclabile già progettata sulla ex ferrovia per Urbino che rappresenterebbe un valido collegamento alternativo tra i vari nuclei abitati della valle del Metauro.
A Fano, a rispondere all’invito a organizzare iniziative a sostegno della mobilità sostenibile sono state le associazioni ambientalistiche; sabato mattina l’associazione For-Bici ha distribuito centinaia di cioccolatini e caramelle per dare un premio a quanti hanno attraversato l’Arco di Augusto in bicicletta, cioè senza inquinare o fare rumore e adoperando il mezzo di trasporto più ecologico che l’uomo abbia inventato; domenica pomeriggio, nell’ambito della Fiera della sostenibilità, è stata l’associazione naturalistica Argonauta a coordinare un workshop dal titolo “La città bella” per invitare i cittadini, e in particolare quelli impegnati direttamente nell’attività politica, a pensare ad un altro modello di città in cui a dettare la linea siano gli spazi verdi e le piste ciclabili e non più l’asfalto e il cemento.

Da: www.fanoinforma.it del 23/9/2013
 
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La Festa della Stazione
La XIV Festa della Stazione di Fermignano, nonostante la pioggia, ha ottenuto anche quest’anno un importante risultato: alla conferenza ha preso parte anche il senatore Giorgio Londei, attuale presidente di Adriabus e sindaco di Urbino nel 1987 quando il servizio ferroviario sulla ferrovia Fano Urbino venne sospeso.
Dopo una proiezione del video storico in cui durante un congresso de PCI di Urbino del 1987 su viabilità e trasporti il compianto senatore Paolo Volponi esprimeva tutto il suo dissenso per la chiusura della ferrovia Fano Urbino e auspicava anche la ricostruzione del collegamento con Pergola e Sant’Arcangelo di Romagna, si è ricordato, ad un mese dalla scomparsa, l’Ing. Piero Muscolino storico delle ferrovie e grande sostenitore dell’Associazione FVM.

Il presidente di FVM Carlo Bellagamba ha introdotto la conferenza indicando le azioni intraprese dall’Associazione nel 2012 e nel 2013 poi ha passato la parola alla presidente della Delegazione FAI della Provincia di Pesaro , Anna Siccoli, la quale ha rimarcato il successo del censimento 2012 dei “Luoghi del Cuore” in cui la ferrovia Fano Urbino con quasi 6000 segnalazioni si è classificata al 47° posto su oltre 10000 siti in Italia , 2^ nelle Marche su 323 e ovviamente prima nella provincia di Pesaro.

Giancarlo Frisoni, socio Intorginpex, la società russa di import di generi alimentari che si sarebbe resa disponibile per il treno dei sapori sulla ferrovia Fano Urbino, ha manifestato la sua delusione per il mancato seguito alla proposta della sua società nonché la sorpresa a non vedere nessun politico alla conferenza “Treno e turismo: una strategica alleanza” alla Camera di Commercio di Pesaro nell’aprile scorso; tuttavia ha rimarcato che il progetto originario è ancora percorribile, ma ha sottolineato che il nostro territorio corre il rischio di essere estromesso da questa notevole iniziativa economica a favore di altre realtà molto più decisionali e pronte a cogliere tale occasione irripetibile.

Il socio FVM Mazza Michele partecipante al 1° Congresso Nazionale di CoMoDo, la Confederazione che ha ideato la Giornata Nazionale delle Ferrovie Dimenticate, svoltosi a Rimini lo scorso 3 ottobre, ha indicato le future linee guida della confederazione e la recente proposta di legge sull’ istituzione nella Repubblica delle Ferrovie Turistiche. L’inserimento della ferrovia Fano Urbino inserita tra queste ferrovie potrebbe essere il primo ed economico passo per la ripresa del servizio regolare.

Il socio Giovanni Carboni , presentando il progetto di ripristino della ferrovia Fano Urbino elaborato da lui insieme ad altri due ingegneri AISIF, ha rimarcato le straordinarie possibilità dell’infrastruttura: un corridoio rettilineo e praticamente privo di pendenze nel tratto Fano Fossombrone in grado di sopportare velocità anche oltre 130 km/h; opere d’arte principali in buono stato di conservazione. Una potenzialità di 25 coppie di treni /giorno con percorrenze da 50 minuti da Fano ad Urbino, 27minuti da Fano a Fossombrone, 17 minuti da Fano a Calcinelli. Ha fatto notare che l’attuale numero di passeggeri è attualmente talmente elevato, qualche milione di viaggiatori l’anno, che è irrazionale continuare a servirsi di mezzi a capienza limitata. In ultimo definendo “criminale” l’azione della dismissione, che potrebbe pregiudicare per sempre il ritorno del treno nella Valle del Metauro, ha strappato molti applausi dell’assemblea.

Dopo aver ascoltato tutti, ha preso la parola il senatore Londei. Ha ricordato i giorni della chiusura nel 1987 dove, purtroppo, fu costretto a fare una battaglia solitaria senza l’appoggio degli altri comuni della vallata. Il Sindaco di uno fra questi fece, addirittura, un telegramma di plauso al ministro Signorile.
Londei ha evidenziato che il trasporto pubblico ha bisogno di più vettori, e ha confermato che Adriabus è disponibile ad entrare in una futura gestione della ferrovia della Fano Urbino. Ha manifestato il suo interesse sulle proposte di leggi sull’utilizzo delle vecchie ferrovie. Di fronte alle domande incalzanti sul decreto di dismissione, ha affermato che lui può rispondere solo delle sue azioni non può parlare per altri. Ha elogiato l’associazione FVM per la battaglia condotta da più di dieci anni ed infine ha invitato ad Urbino per il prossimo 8 novembre sia il FAI che FVM per incontrare il Presidente della Commissione Trasporti della Camera on. Meta.

Da: www.tele2000.it del 3/10/2013
 
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Ferrovia Fano-Urbino, Seri favorevole alla mobilità sostenibile: 'Non facciamoci sfuggire questa occasione'
Da sindaco della città, farò di Fano motore trainante della Vallata del Metauro anche sul tema della mobilità sostenibile. In questi anni molto si è discusso sulla valorizzazione dell’ex tratta ferroviaria Fano-Urbino attraverso la realizzazione di una pista ciclabile o ripristino della tratta stessa. Entrambe le posizioni meritano rispetto in quanto esprimono forti elementi positivi per il territorio.
Ricordando che il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, con dm n° 430 del 15/12/2011, ha dismesso definitivamente dall’esercizio ferroviario la linea Fano-Urbino, sospesa dal 1986, ponendo fine alla questione sul suo riutilizzo all’esercizio ferroviario, da allora il tratto e rimasto inutilizzato con un inevitabile difficoltà a mantenere in ordine il sedime e le parti circostanti.

In questa situazione di inutilizzo è immaginabile che RFI, proprietaria del terreno, possa alienare l’intera tratta ai confinanti rendendo impossibile in futuro realizzare sia la pista ciclabile sia la ferrovia. Pertanto diventa fondamentale che il bene venga acquisito da amministrazioni pubbliche per poi fare la pista ciclabile.
La tratta, 50 km, ha un valore commerciale non inferiore a 2.0ml di euro che una singola amministrazione, in momenti difficili come quelli che stiamo attraversando, non è in grado di reperire da sola. Diventa di primaria importanza che i comuni interessati, assieme provincia e regione, riprendano una trattativa, prima che sia troppo tardi, con RFT per l’acquisizione dell’intera tratta. Tornando all’utilizzo della tratta, va chiarito che sugli attuali binari non potrà più passare nessun treno e che per ripristinare la percorribilità ferroviaria è stimato un costo di almeno 100 milioni di Euro.

Personalmente ritengo si debba procedere con la progettazione di una pista ciclabile per diverse ragioni a cominciare dal fatto che i territori attraversati sono molto interessanti dal punto di vista turistico, storico ed ambientale. Infatti importanti emergenze, come l’area archeologica di Fossombrone, la riserva naturale della Gola del Furlo, l’intera tratta della consolare Flaminia del II° sec. D.c., potrebbero essere collegate dalla pista ciclabile che offre al turista ed ai cittadini dei nostri territori, panorami ed una facilità di percorrenza inimitabili.

Tale realizzazione collegata con la ciclabile Fano-Pesaro e la Pesaro Urbino, in parte già realizzata e in parte prevista dal PTC, potrebbe essere un circuito dalle grandi potenzialità attrattive, nonché una infrastruttura di trasporto “dolce” in prossimità dei centri urbani. Significherebbe mettere in sicurezza percorsi ciclabili per i ciclisti offrendo loro un’alternativa a vie trafficate e pericolose come la Flaminia. Consentirebbe di recuperare aree a fianco della ex ferrovia al fine di creare aree collettive (parchi, giardini, infrastrutture) nonché una generale sistemazione del territorio ora piuttosto degradato ed in abbandono, con importanti ricadute occupazionali (ricezione e servizi) sul nostro territorio. Si potrebbero aggiungere altri elementi, comunque andrebbe a migliorare la qualità della vita.
Pensando alla nostra città, all’importanza di avere una rete di vere piste ciclabile che vada da Marotta a Pesaro, dal centro verso la Flaminia e Fenile mi attiverò affinché Fano chieda alla Regione Marche, al suo presidente di tenere conto nella prossima programmazione 2014/2020, delle tematiche relative alla mobilità sostenibile, mettendo in campo quelle idee e rapporti che l’attuale amministrazione non ha saputo valorizzare in questi anni di gestione della città. Non facciamoci sfuggire questa ulteriore occasione.

da Massimo Seri
Candidato sindaco lista civica “Noi Città, Seri per Fano”

Da: www.viverefano.com del 11/11/2013
 
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Ferrovia da trasformare in ciclabile: 'Facciamo qualcosa di...Seri.o!'
Recentemente il candidato a sindaco di Fano Massimo Seri si è espresso sull’utilizzo della Ferrovia Fano Urbino a favore di una pista ciclabile.
Oltre a ricordare la dismissione dell’esercizio ferroviario, avvenuta con il DM 430 del 15/12/2011, il candidato Seri dovrebbe anche dire che il decreto ministeriale è stato la conclusione di un iter, avviato dall’attuale giunta provinciale, in cui il candidato Seri, nella delibera di Giunta Provinciale n° 217 del 11/06/2010, ha posto la sua firma.
Da rilevare che appena nel 2009 una delibera di Consiglio Provinciale, la 15/2009, affermava l’esatto contrario.
Il candidato Seri, oltre a citare i costi di ripristino dell’infrastruttura ferroviaria, dovrebbe anche riportare i costi di una pista ciclabile di 50 km.
Dovrebbe sapere, tra l'altro, che le gallerie presenti sul percorso vanno messe in sicurezza ed illuminate e che lungo tutto il percorso ferroviario esistono opere di scorrimento delle acque meteoriche obbligatoriamente mantenute pervie e pulite, specialmente nei tratti in trincea.
Il candidato Seri dovrebbe anche sapere che la vegetazione infestante è un problema sulla ciclabile come sulle altre strade.
Chi pagherà i costi di manutenzione su tutto il percorso? Con quali proventi?

Il candidato Seri, da buon amministratore, dovrebbe fare ulteriori riflessioni:
- vale la pena buttare alle ortiche un’ opera infrastrutturale dalle caratteristiche tecniche eccezionali (minime acclività, grandi raggi di curvatura, notevole potenzialità di trasporto di persone e merci) che collega la costiera Adriatica con la Vallata del Metauro ed Urbino?
- per non spendere 100 milioni di euro (dove sono i progetti di tale costo?) è giusto distruggere quello che, al valore attuale, vale oltre 1 miliardo senza alcuna speranza e possibilità di ricostruzione nel caso se ne presentasse la necessità in futuro?
Eppure di esempi di ferrovie riaperte (con grande successo) ce ne sono tanti in Lombardia, Emilia Romagna, Trentino Alto Adige, Puglia; anche nella Regione Marche recentemente si è finanziato l’elettrificazione della Ascoli-Porto d’Ascoli (altro ramo secco) con indubbi benefici sul traffico e la frequentazione.
Con Urbino probabile Capitale Europea della Cultura nel 2019, si è chiesto il candidato Seri quanti turisti potrebbero soggiornare nelle strutture alberghiere della sua città se ci fosse il treno in partenza per Urbino?
Noi dubitiamo fortemente che per visitare le tante ricchezze culturali ed ambientali del capoluogo Montefeltresco, principale attrazione culturale e turistica della provincia, qualcuno abbia voglia di farsi pedalate di 50-100Km (con ritorno).

Per concludere: siamo d’accordo con Seri quando dice che la ferrovia Fano Urbino rappresenta per Fano una grande occasione.
Tuttavia se propone (subdolamente) di sostituire i binari con il cemento, tale occasione la perde per sempre procurando, per di più, un danno incalcolabile a tutto il popolo vallivo con la rinuncia - voluta scientemente - allo sviluppo delle attività imprenditoriali ed artigianali già illustrate dall'Associazione nei suoi recenti interventi sui media.
E se Urbino fallisse nella sua corsa a Capitale della Cultura proprio per deficienza ed incompatibilità del sistema trasportistico attuale, chi si accollerà l'onere e la responsabilità di tale fallimento?
da Associazione Ferrovia Val Metauro

Da: www.viverefano.com del 16/11/2013
 
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Ferrovia Fano-Urbino,
For.bici rilancia il recupero e continua la lotta per "conservare l’integrità del sedime"
Torna a dare attenzione al recupero della ferrovia Fano-Urbino, l'associazione For.Bici di Fano che sottolinea: "E’ reale il pericolo di perdere una struttura importante come il sedime della ferrovia Fano-Urbino che, dopo essere rimasta 'sospesa' per oltre 20 anni, dal gennaio 2012 è stata ufficialmente dismessa.
Fino a quando RFI continuerà a sostenerne il peso economico e le responsabilità, in attesa che gli Enti pubblici riescano ad acquisirla?"
"Se decidesse di venderla a pezzi, come potrebbe benissimo fare, sarebbe la fine di tanti progetti; altro che scelta tra pista ciclopedonale o treno!
La Fano Urbino farebbe la fine della Amandola - P.S. Giorgio di cui in alcuni tratti si è addirittura persa la memoria. Per questo è indispensabile, come ha proposto l’assessore provinciale Massimo Seri, che il bene venga presto acquisito dagli Enti pubblici per diventare finalmente una bellissima pista ciclabile".

"Comuni, Provincia e Regione, col sostegno delle associazioni locali, devono far fronte comune rispetto a RFI innanzitutto per evitare possibili vendite ai privati; in secondo luogo perché si approfitti dei fondi europei in fase di programmazione per realizzare le piste ciclabili che, per i tratti brevi, rappresentano la vera mobilità sostenibile".
"E la ciclopedonale tra Fano e Urbino è già tracciata; è lunga decine di chilometri, collega i centri abitati della vallata del Metauro, è già in parte utilizzata come sentiero pedonale, è ufficialmente approvata dalla Regione, dalla Provincia, dai Comuni di Fano, Saltara, Serrungarina e Fossombrone e darebbe una spinta notevole all’economia turistica del territorio".

L’associazione For-Bici Fiab di Fano si sta impegnando da tempo per un obiettivo prioritario e non discutibile sul quale non può mancare il sostegno delle altre associazioni ambientalistiche: quello di conservare l’integrità del sedime.
Si tratta di salvare una struttura preziosa che pochi altri territori possono vantare, in grado di collegare senza sostanziali interruzioni costa ed entroterra per circa 50 km; che può diventare almeno fino a Fermignano non solo una pista ciclopedonale ed un vero e proprio parco lineare ma soprattutto una 'long life routing' (acquedotto, fibre ottiche, cavi elettrici, ecc.), appetibile per operatori economici pubblici e privati".
"Spetta ora agli amministratori locali della nostra Provincia sollecitare la necessaria attenzione da parte della Regione Marche, che in questo campo può seguire l’esempio di altre Regioni, come il vicino Abruzzo, dove si sta lavorando in sinergia con le associazioni per un risultato ambizioso: rendere il territorio 'amico delle biciclette', cioè più rispettoso dell’ambiente, più sicuro e più attraente per un turismo di qualità".

Da: www.fanoinforma.it del 20/11/2013
 
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La buona politica si mobilita per la mobilità dolce
Con il supporto di Co.Mo.Do., la Confederazione Mobilità Dolce di cui FIAB fa parte, inizierà l'iter alla Camera dei Deputati il disegno di legge sulla tutela e la valorizzazione del patrimonio ferroviario italiano in abbandono, nella prospettiva della realizzazione di una rete di mobilità dolce.

Milano - Martedì 26 novembre 2013 a Roma, presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati, è stato presentato il DDL promosso da Co.Mo.Do. finalizzato alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio stradale e ferroviario in abbandono per la realizzazione di una rete di mobilità dolce. Sono già migliaia i chilometri di linee ferroviarie in abbandono che potrebbero avere una forte valenza ambientale e turistica, e con il Disegno di Legge "Norme per la realizzazione di una rete della mobilità dolce nonché per la tutela e la valorizzazione del patrimonio stradale e ferroviario in abbandono" si vuole mettere a frutto il prezioso contributo e l'esperienza in questo senso delle associazioni aderenti alla Confederazione.

Co.Mo.Do. si propone come tavolo permanente di confronto sul paesaggio culturale da fruire con la mobilità dolce, e come spazio di opportuna relazione e di possibile raccordo con le rappresentanze delle Regioni e degli Enti Locali per la valorizzazione della natura e dell'ambiente, in particolare sui temi degli spostamenti a piedi e in bicicletta, dell'uso di mezzi di trasporto a ridotto impatto ambientale, della tutela dei rotabili ferroviari storici per un auspicabile riutilizzo in chiave turistica delle ferrovie chiuse al traffico ordinario. La Confederazione è impegnata nell'istituzione di un osservatorio permanente sulla mobilità dolce, con il supporto di alcune tra le principali associazione ambientalistiche italiane tra le quali Legambiente, FIAB ,TCI, WWF, Italia Nostra, CAI, Ass. Italiana Greenway, Fondazione Turistiche e Museali, Utenti del Trasporto Pubblico/Assoutenti, Iubilantes, Ass Go Slow Social club, In Loco Motivi, Etnafreebike, UmbriaMobilità, nell'intento di realizzare le linee guida della rete nonché di promuovere presso l'opinione pubblica i vantaggi della mobilità dolce a tutela del paeaggio culturale italiano, e di fornire assistenza tecnica a Enti e ad altre Associazioni che condividano le stesse finalità.

Alla conferenza stampa sono intervenuti i deputati Luigi Famiglietti e Giovanna Sanna, primi firmatari della proposta (sottoscritta da altri 35 deputati appartanenti a diversi gruppi) il Presidente della VIII Commissione Ambiente della Camera Ermete Realacci, co-firmatario della proposta di legge, e il Presidente di Co.Mo.Do. Massimo Bottini. Per Co.Mo.Do. erano inoltre presenti il Presidente onorario Anna Donati, il VicepresidenteUmberto Rovaldi, il Consigliere Alessandra Bonfanti, e il Segretario Generale Debora Sanna.
La proposta di legge riprende un atto del Senato della scorsa legislatura, che ebbe come primo firmatario il Senatore Francesco Ferrante e ancora prima quello della allora Presidente della Commissione Lavori Pubblici senatrice Anna Donati (disegno di legge 1770) e raccoglie altresì i contributi provenienti da centinaia di associazioni regionali e comitati locali che aderiscono alla Giornata Nazionale delle Ferrovie Dimenticate. L'obiettivo è dunque la valorizzazione, grazie a progetti di mobilità dolce, delle ferrovie e del patrimonio infrastrutturale in disuso, al fine di riscoprire paesaggi e comprensori di incomparabile bellezza in tutte le regioni italiane, rivelandosi anche come valido intervento di prevenzione del dissesto idrogeologico attraverso un'azione di manutenzione del territorio.

Questi obiettivi saranno raggiunti attraverso l'operato di Co.Mo.Do., che sta implementando la realizzazione di una rete di mobilità dolce che promuova il turismo sostenibile e l'attività outdoor, mettendo in relazione attività turistiche, economiche, agricole e commerciali. Il Presidente di Co.Mo.Do. Massimo Bottini conferma che la Confederazione nei prossimi mesi lavorerà nella direzione del raggiungimento di un obiettivo già partito nel 2006 con il primo testo accolto dalla senatrice Anna Donati e impostato dal past president Albano Marcarini e dai soci fondatori di Co.Mo.Do., senza dimenticare che nel 2006 l'Italia ha recepito la Convenzione Europea del Paesaggio (Firenze 2000), secondo la quale i luoghi di vita della comunità sono tutti meritori di attenzione (non solo le eccellenze quindi). Perché è proprio e soprattutto durante il tempo trascorso per gli spostamenti che si può avere la possibilità di riflettere e di educarsi al paesaggio e alla cultura della mobilità, quella quotidiana, ma anche quella "sepolta" nelle storie dei viaggi sugli ex tracciati ferroviari.

"La strada ferrata non è una strada qualsiasi - dice Massimo Bottini - ma il primo camminamento terrestre a costruirsi in modo del tutto artificiale ed in base ad una logica rigorosamente spaziale e da questo punto obbligato ma dinamico/attivo possiamo ripartire alla rigenerazione/comprensione del paesaggio sociale, ovverosia sostenibile e dolce come solo potrà fare in Italia Co.Mo.Do."
"Condivido in pieno l'obiettivo di dare impulso a una mobilità sostenibile - così Ermente Realacci - e proprio per rispondere a questa finalità, a inzio legislatura ho presentato due disegni di legge, il primo che va a promuovere l'uso della bicicletta come mezzo di trasporto quotidiano, riconoscendo la ciclabilità come soluzione a impatto zero per gli spostamenti in città, e il secondo relativo appunto al recupero del nostro patrimonio ferroviario abbandonato da integrarsi con un sistema di mobilità docle e di percorsi ciclopedonali. Spero che i testi di cui sono firmatario, analogamente al DDL Famiglietti - Giovanna Sanna possano cominciare ora il proprio iter in Parlamento."

E ancora il deputato Giovanna Sanna - "La nostra proposta si muove sul solco di quelle reti nazionali di mobilità dolce che già esistono in Spagna, Gran Bretagna e Stati Uniti. La futura rete nazionale italiana può vantare anche alcune esperienze pilota avviate su realtà locali, penso alla Sardegna con il progetto del Trenino Verde che ha recuperato tratte ferroviarie di grande interesse ambientale e turistico. Sono le esperienze locali che vanno messe in rete, diventando parte integrante di un sistema nazionale di mobilità dolce che comprenda ferrovie locali, strade bianche, antichi tratturi, cammini storici pedonali e ciclabili e vie storiche."
"È una legge - conclude l'onorevole Famiglietti - che ha già impegnato il Parlamento nelle passate legislature e che purtroppo non riesce mai a terminare il suo iter. È una proposta che indica con chiarezza una direzione e una politica: considerare il patrimonio ferroviario abbandonato come risorsa ambientale da valorizzare, e in via prioritaria anche per un ritorno al trasporto passeggeri e merci, e fare promozione territoriale turistica senza investire ingenti risorse ma solo curando e non dimenticando ciò che è stato ereditato dai nostri avi, e soprattutto dare un contributo nel contrastare l'abbandono delle zone appenniniche e montane."

Da: Ufficio Stampa Co.Mo.Do. - Officine Kairos Eventi + Comunicazione del 28/11/ 2013
 
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Caro Carlino,
Controbatto alla lettera del signor Tinti contrario, dal suo punta di vista, alla riapertura della ferrovia metaurense. Innazitutto raffrontare le potenzialità di treno contro bicicletta non è sostenibile: il treno serve per il trasporto di massa, la bici solo per sport, tempo libero e limitati spostamenti. La Fano-Urbino ha una capacità accertata di traffico (solo pendolare) di almeno 4.000 persone al giorno con ulteriori aumenti includendo altre tipologie di utenza. In tutta franchezza trovo quanto mai velleitaria ed improbabile l’immagine di centinaia di cicloturisti (individuali, famiglie, pensionati, appassionati d'arte, buona tavola, prodotti d'eccellenza della nostra terra soprattutto se «stranieri e danarosi») affrontare faticose trasferte per spostarsi in un territorio bello che merita, invece, quei momenti di relax e contemplazione offerti dal viaggio in un treno appositamente dedicato. E' state fatto un calcolo plausibile sul vantaggio economico indotto dalla ciclabile metaurense? Chi ne manterrà l'efficienza e la manutenzione? Il treno, quando ben gestito, si autofinanzia e può essere un mezzo fondamentale per i cicloturisti.

Passo ad un argomento doloroso. Alcune voci, nella babele di giustificazioni, hanno correttamente rilevato che, nella vicenda della bocciatura di Urbino a Capitale europea della cultura 2019, un elemento plausibile è rappresentato dalla mancanza di una valida infrastruttura di trasporto quale quella rappresentata dal treno. In nessuna città europea, di rilevanza mondiale come Urbino, si ardirebbe rinunciare a tale mezzo in favore di una pista ciclabile più o meno lunga.

Carlo Bellagamba, presidente Associazione FVM • Ferrovia valle Metauro

Da: Il Resto del Carlino del 28/11/2013
 
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Nomination of the
European Capital of Culture in Italy 2019
Selection Panel
Pre-Selection Report
Rome 11-15 November 2013

Introduction
In accordance with the Decision 1622/2006/EC of the European Parliament and of the Council of 24 October 2006 establishing a Community action for the European Capital of Culture event for the years 2007 to 2019 (hereinafter called “the Decision”), a competition has been launched to nominate an Italian city to the European Capital of Culture (ECOC) title in 2019.
The managing authority of the ECOC competition in Italy is the Italian Ministry of Cultural Heritage and Activities and Tourism (the Ministry) which appointed the “European Capital of Culture Focus Point” (hereinafter called “Focus Point”) to administer the process. The procedure for implementing the competition in Italy was set out in the document “Rules of procedure for the competition” (“Regoli procedurali per la competizione” signed by the Ministry and published on the Ministry website on 23 April 2013.
The Ministry appointed the 13 members of the Selection Panel and published their names on the Ministry's website on 21 October 2013. As set out in Article 6 of the Decision, seven of these members had been nominated by the European institutions and the remaining six had been nominated by the Ministry in consultation with the Commission According to Article 7 of the Decision the Selection Panel has to assess the applications in accordance with the criteria set out in Article 4 of the Decision and following this assessment, agree on a shortlist of cities to be examined in greater depth in the Final Selection round, and to submit a report containing recommendations for those shortlisted cities. The Selection Panel makes recommendations. The decision on which cities to invite to the Final Selection is made by the Ministry.
The Ministry issued a call for applications for the 2019 ECOC title in Italy on 20 November 2012 with a deadline for submitting applications of 20 September 2013.
Twenty-one candidate cities submitted an application by the deadline in the form of bidbooks to the Focus Point, which forwarded them to the Panel members.
The candidate cities are: Aosta; Bergamo; Cagliari; Caserta; Città-diffusa Vallo di Diano e Cilento con la Regione Campania e il Mezzogiorno d'Italia; Erice; Grosseto-Maremma; L’Aquila; Lecce; Mantova; Matera; Palermo; Perugia; Pisa; Ravenna; Reggio Calabria; Siena; Siracusa ed il Sud Est; Taranto; Urbino; Venezia con il Nordest.
On behalf of the Ministry, the Focus Point organised the pre-selection meeting in Rome, at MIBACT, from 11 to 15 November 2013, and invited to it the Panel as well as all candidate cities. Eleven members of the Selection Panel were present at the pre-selection meeting: two of the members nominated by the European institutions were not at the meeting (one was excused on official business and one was ill). As indicated in Article 3 of the rules of procedure, members of the Panel cannot be replaced by substitutes.
The Panel designated Mr Steve Green as chair and Prof Emma Giammattei as vice-chair in accordance with article 2 of the rules of procedure. Members of the Focus Point and the European Commission attended as observers.
In accordance with Article 5 of the rules of procedure, each candidate city had 30 minutes to present their bid, followed by 30 minutes of questions and answers. The order of appearance was alphabetical.
The Panel carried out a thorough assessment of the written applications as well as the presentations and answers to the questions during the hearings. It appreciated the considerable efforts made by all cities to prepare and to present a convincing bid for the European Capital of Culture in 2019. The Panel recognized the desire expressed by all cities to host the title and the work they had already undertaken – many including a strong involvement of their local communities.
Many cities described their historic cultural activity and heritage which could form as a foundation for the future programme on which the competition is based. The Panel noted that the proposed programmes were all very stimulating and quite different in scope and in the themes addressed.
The Panel also noted that the work undertaken by each city would certainly have positive effects on the role and nature of its cultural life whatever the outcome of their bidding. It hoped that all applicants, regardless of the eventual winning city, would implement as much of their proposed programmes as possible.
The Panel commended the creation of “Italia 2019” as a network of the candidate cities and hoped this innovation would assist all candidate cities develop their plans.
To draw up the shortlist of cities to be put forward to the final selection stage, the Panel
• thoroughly evaluated the extent to which the candidate cities proposed programmes meeting the objectives of the European Capital of Culture initiative, as set out in Article 3 of the Decision, and the criteria defined in Article 4 of the Decision, namely “the European Dimension” and the “City and Citizens” dimension;
• assessed the accuracy and quality of the responses provided by the cities to the questions included in the bidbook;
• carefully assessed the presentation delivered by each city and discussed the applications with the delegations in order to gain a better insight into their respective proposals;
• considered the potential impact of each of the programmes designed by the candidate cities for the title-year of European Capital of Culture at the national and European levels;
• considered that in order to be pre-selected, the candidates would have to satisfy all requirements, show that they were capable of ensuring the delivery of the designed programme of the event in practice and have a real chance of receiving its recommendation at the final selection stage.

2. Presentations by the candidate cities and the Panel’s assessment.
Twenty of the 21 candidate cities presented their respective programmes for the ECOC 2019 title in Italy to the Selection Panel. Many of the delegations were led by the Mayor or a senior elected representative. An important feature to all candidates was the uncertainty of the proposed budget and in many cases the contribution of the national government. The Panel noted this as a common factor.
The Panel noted that many candidates included the Melina Mercouri prize of €1.5m in their proposed budget. This prize is not automatic; it is conditional on a specified set of criteria and if awarded would be decided on the recommendation, in 2018, of the Monitoring Panel to the European Commission. The panel thanks all the participating cities and especially all the people who contributed to the bidbooks and presentations.

(Omissis)
Urbino
The delegation introduced the ECOC programme based on the concept “Open Court” building on the legacy of Urbino in Renaissance times. Its slogan is “New Renaissance; the ideal shape to build up the future”. They noted that Urbino would be one of the smallest cities to hold the ECOC title, but this should be no barrier. The university has more students than residents in the city. The ECOC programme will extend to the neighbouring 238 municipalities in the Marche region. The bid team have developed strong partnership with one of the Bulgarian candidate cities (Sofia).
The ECOC programme is structured around six “icons”: “Raffaello”, to promote a reflection on the sense of art today; “The ideal city”, to rethink urban space; “The flagellation” on sacred mystery and spirituality; “The courtesan”, on the relation between the individual and the society; “the duke”, on intercultural dialogue; “Battista Sforza”, on the role of the woman. There are three themes: “according to the book products”; “mare nostrum” and “smart city smart culture” A key project will be the invitation to over 120 European personalities “Illustrious Men at Court” who will reside in the city for short periods.
The programme intends to endorse the cultural richness of southeastern Europe. A sample of possible projects was included in the bid book. An open call for project ideas is underway.
The proposed operating budget for the ECOC is €25m of which €12.5m is for programme expenditure, the remainder for marketing and administration.
The ECOC, if awarded the title, would be managed by a participatory foundation (subject to Italian public administration decisions). They have already appointed an Artistic Director.

Panel Assessment
The Panel recognized the strong commitment of regional and local authorities The Panel appreciated the historical cultural legacy of the city and how this is intended to drive new cultural arenas in the city. The Panel considered, with the exception of possible small projects with partners in south-eastern Europe (including Bulgaria) the European Dimension is understated. The Panel felt there was a mismatch between the scope of the proposed programme and the edgy, innovative and youthful aspirations of the concept. They didn’t see the impact of citizens engagement with the bidding process reflected in the programme outlines. The panel noted the strong presence in the bidbook, and in the presentation, of a group of distinguished supporters, but not of the involvement of citizens of the city, and of Le Marche. The budget is adequate although the percentage to marketing is significantly higher than normal in an ECOC and leads the panel to wonder if the project leans towards city branding. The timing of expenditure for the operating budget also appears strange with relatively little to be spent in the ECOC year itself.

(Omissis)
3. Recommendation to the Ministry of Culture on behalf of the Italian government.
After a thorough discussion of the bidbooks, the presentations and the subsequent answers, the Panel decided to recommend to the Italian government that it invites these cities to the final selection stage for the European Capital of Culture in Italy in 2019. The decision to invite cities to proceed, under Article 7 of the Decision, rests with the Italian government.

Caglieri, Lecce, Matera, Perugia, Ravenna, Siena

(Omissis)

 

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44 miliardi di motivi per viaggiare in bicicletta

Secondo il Parlamento europeo nel 2012 l’impatto economico del cicloturismo ha raggiunto un giro d’affari di 44 miliardi di euro. Per l’Italia è il momento di attrezzarsi

Scritto da Redazione Web il 17 dicembre 2013 alle 8:30 | 0 commenti

Articolo a firma di Veronica Caciagli

“È guidando una bici che puoi conoscere meglio i contorni di un luogo, poiché sudi sulle salite e le discendi a ruota libera. In tal modo ricorderai come sono veramente, mentre con un’automobile solo un’elevata altura ti impressionerà e non avrai l’accurato ricordo del territorio che hai attraversato come quello ottenuto guidando con la bicicletta” - Ernest Hemingway.

Anche l’avventuriero Hemingway amava i viaggi in bicicletta, magari attraversando i sentieri impervi della sua epoca: il cicloturismo era una prerogativa per pochi amatori, appassionati di bicicletta e di viaggi alla scoperta. Da allora il cicloturismo si è evoluto, diventando una vacanza alla portata di tutti, anche delle famiglie.

Nell’Europa del centro-nord il cicloturismo è un tipo di turismo molto diffuso: non solo fa bene alla salute e all’ambiente, in quanto ad emissioni zero, ma anche all’occupazione, agli investimenti e al reddito. Secondo lo studio “European Cycle Route Network EuroVelo”, condotto dalla Direzione Generale per le Politiche Interne del Parlamento Europeo nel 2012 l’impatto economico del cicloturismo è significativo: la stima è di 2.295 milioni di viaggi, per un giro d’affari di 44 miliardi di euro all’anno. Il numero di pernottamenti ammonta attualmente a 20,4 milioni, con 9 miliardi di euro spesi annualmente.

A testimonianza del recente nuovo interesse, anche i dati sul cicloturismo sono ancora parziali e sono disponibili solo da alcuni anni: il cicloturismo non è registrato nelle statistiche Eurostat o in altre statistiche ufficiali, per cui la stima del Parlamento europeo è stata fatta attraverso un modello con cui le diverse frazioni di flussi turistici sono state usate per stimare il valore e il volume del cicloturismo. La crescita del turismo in bicicletta non è uguale in tutta Europa: il mercato è comunque in aumento ovunque, nonostante la crisi economica, ma il suo impatto è già significativo nei Paesi dell’Europa centro-settentrionale, l’Austria, il Belgio, la Danimarca, la Francia, la Germania, la Svizzera e l’Olanda, mentre alcuni Paesi, tra cui l’Italia, sono indietro nello sviluppo delle infrastrutture che permettono ai viaggiatori un sereno cammino. Il requisito fondamentale per il viaggiatore è, infatti, una strada continua, sicura e piacevole, con una chiara segnaletica stradale, per un percorso di almeno 150-200 Km. La Francia è, attualmente, la più importante destinazione per i tour operator che si occupano di cicloturismo, seguita dall’Austria, mentre la maggior parte dei cicloturisti vengono da Germania e Gran Bretagna.

Tra gli impatti del cicloturismo, al primo posto troviamo le strutture ricettive: alcuni alberghi offrono dei servizi dedicati al cicloturista, come un’officina attrezzata per le riparazioni a disposizione dei clienti, o informazioni. Il reddito connesso al cicloturismo in realtà va ben oltre, iniziando dalla fase di pianificazione della rete turistica: la progettazione richiede il lavoro di architetti, ingegneri, designer e impiantisti; il coordinamento, supervisione e stipula di contratti dovrà essere portata avanti dal settore amministrativo. Poi si avrà la fase di realizzazione, con il coinvolgimento di imprese edili, di impiantistica, di illuminotecnica, di sicurezza, ITC; si dovranno installare nuovi arredi stradali, per permettere un percorso continuativo. Infine, si dovrà curare la comunicazione e promozione, anche attraverso i canali web. Nella fase operativa, oltre alle già citate strutture ricettive, l’impatto maggiore sarà sulla ristorazione, sulle attività di manutenzione e su tutti gli operatori del settore turistico: dall’organizzazione e fruizione del viaggio (tour operator, guide turistiche, treni, traghetti, passaggi autostradali), ai servizi di promozione (punti di informazione, promozione, sito web. Infine, per la sua natura di turismo lento, viaggiare in bicicletta rende il percorso turistico più originale e con spazio all’iniziativa, “off the beaten track”; distribuendo il turismo anche in zone fino a pochi anni prima poco sconosciute e verso beni culturali e ambientali non raggiunti precedentemente.

Mappa europea del cicloturismo

La tratta ciclistica attualmente più frequentata è da Passau a Vienna: sono 320 km di percorso, che vedono circa 300.000 ciclisti all’anno, con picchi di 5.000 al giorno. Nel 2010 l’indotto è stato di quasi 72 milioni di euro all’anno, ovvero ben 225.000 euro per chilometro di ciclabile all’anno. Ancora più incoraggianti sono gli sviluppi per il ciclismo europeo, con il progetto EuroVelo: è la nuova rete di vie ciclabili gestita dalla European Cyclists Federation, che congiungerà i Paesi membri dell’Unione, fornendo ai viaggiatori dei comodi collegamenti ciclabili.

Tra questi nuovi collegamenti, la nuova rotta Iron Curtain Trail (ICT), come la Cortina di Ferro ha diviso l’Europa per quasi cinquant’anni nel secolo scorso, così offrirà una via ciclabile continua dal mare di Barents al Mar Nero, attraversando e unendo 20 Paesi europei. Potrà portare a un ingresso addizionale di turisti proprio laddove la Cortina di Ferro ha reso in passato difficoltosi gli spostamenti di persone. Il potenziale di domanda generato dall’ICT è stimato in 1 milione di viaggi, con un ricavo di circa 521 milioni di euro annui.

Cicloturismo Made in Italy

“Quando pedalerai in Italia, troverai buon cibo, buon vino e un buon caffè o un cappuccino ad accoglierti”, è scritto sulla pagina italiana del sito EuroVelo. Del totale di 70.000 Km europei, sono tre le ciclovie EuroVelo che attraversano l’Italia, per un totale di circa 6600 km. Due sono in direzione nord-sud, ovvero la EV5 Via Romeo Francigena e la EV7 Sun Route; un’altra in direzione ovest-est, la EV8 Mediterranean Route. Sono già state inserite nello studio di fattibilità di rete ciclabile nazionale denominato BICITALIA, elaborato dalla FIAB su incarico del Ministero dell’Ambiente, in attuazione della delibera CIPE n. 1 del 1° febbraio 2001 che impegnava il Ministero dei Trasporti a dotarsi di un piano nazionale di percorribilità ciclistica.

In realtà, attualmente, il cicloturismo in Italia non è ancora organizzato a livelli di altri Stati europei: per alcuni andare in bicicletta sembra un semplice sport, oppure un passatempo adatto alle passeggiate domenicali. Il motivo di questo vuoto italico si può forse trovare nelle politiche industriali sulle auto, oppure nel segno di distinzione sociale che l’auto ha avuto per decenni. Fatto sta che in Italia è ancora difficile considerare l’utilizzo della bicicletta come soluzione di trasporto al pari delle altre. I numeri, in realtà, smentiscono questa attitudine e classificano la bicicletta come mezzo di trasporto capace di attirare investimenti, occupazione e reddito: la stima del reddito aggiuntivo generato dalle tratte italiane di EuroVelo è di 2,05 miliardi (dati del report “European Cycle Route Network EuroVelo” del Parlamento europeo), di cui 1,51 miliardi di pernottamenti. Al momento, però, in Italia ci sono ancora poche infrastrutture ciclistiche di media percorrenza, tra cui quelle del Trentino Alto Adige. Con la presenza di 370 Km di piste ciclabili attrezzate, chi vuole organizzare la sua vacanza in bicicletta in Trentino può contare su una segnaletica verticale e orizzontale che permette di seguire agevolmente i tracciati e sapere la propria posizione, su percorsi dedicati alle biciclette e mantenuti in sicurezza.

Inoltre, sono a disposizione dei cicloturisti i Bicigrill: dei punti di ristoro che mettono a disposizione gratuitamente delle attrezzature per piccole riparazioni della bicicletta e un kit di primo soccorso. Alcuni Bicigrill hanno anche aree gioco per i bambini. C’è anche un servizio di pianificazione del viaggio: basta andare sul sito www.ciclabili.provincia.tn.it. I risultati sono evidenti: secondo lo studio “Cicloturismo e cicloturisti in Trentino”, condotto dall’Osservatorio Provinciale per il Turismo di Trento, l’impatto del settore è “importante e in continua crescita”: la sola pista ciclabile della Valle dell’Adige ha visto 310 mila passaggi nel 2009, generando ricadute economiche di quasi 1 milione di euro.

Politiche per il cicloturismo

Le motivazioni dei cicloturisti risiedono in un mix di elementi, ma le motivazioni principali sono il contatto con la natura e l’opportunità di rilassarsi, rallentando rispetto alla vita di tutti i giorni. Perciò i cicloturisti hanno bisogno di strade apposite: di reti e dorsali ciclistiche, con una chiara segnaletica e la garanzia di sicurezza. Mentre dal punto di vista dell’Unione europea il cicloturismo si introduce perfettamente nelle politiche europee per la sostenibilità, ci sono ancora delle barriere allo sviluppo, come le difficoltà per il turista di interfacciarsi con modalità di trasporto intermodale ancora non sviluppato e pochi tour operator specializzati. Alcuni ciclisti iniziano il loro viaggio direttamente da casa, mentre molti utilizzano altri mezzi di trasporto per raggiungere il luogo di partenza: di solito lo spostamento primario avviene in treno, per cui per i ciclisti è fondamentale avere treni attrezzati. Trasportare la bicicletta sul treno ha un costo relativamente basso, ma non sempre è possibile e in alcuni casi non semplice. Il trasporto in treno è problematico dal punto di vista del cicloturista perché gli operatori ferroviari di diversi Paesi hanno degli approcci differenti al trasporto della bicicletta; inoltre, la maggior parte delle ferrovie non permette il trasporto di biciclette su treni di alta velocità.

In Italia è possibile trasportare gratuitamente biciclette sul Frecciarossa, ma solo se smontate e inserite in una sacca delle dimensioni di 80x110x40: un’operazione che scoraggia i più; sui treni Italo è previsto che le biciclette siano smontate e riposte in una sacca, ma senza specificarne le dimensioni. Invece il numero di ciclisti che viaggia in pullman è molto esiguo, per la scomodità di dover impacchettare la bicicletta come per un viaggio in aereo per riporla nel portabagagli.

Questa situazione sta lentamente cambiando: la francese TGV, la tedesca ICE e l’austriaca Railjet hanno adesso alcune linee con spazi adibiti al trasporto biciclette e si sono impegnate ad aumentare la capacità trasportabile nei prossimi anni. Un altro mezzo di trasporto molto utilizzato è il traghetto, che potrebbe costituire un elemento importante nello sviluppo delle rete europea ciclabile. Dalla ricerca della Commissione è risultato che le compagnie dei traghetti hanno la capacità, e anche la volontà, di trasportare un alto numero di cicloturisti, ma che attualmente non propongono questa possibilità in modo attivo nelle iniziative promozionali, perdendo quindi un’opportunità di mercato.

Percorsi  Le ciclovie EuroVelo in Italia

  • EV5 Via Romea Francigena: Canterbury-Londra-Roma- Brindisi. Il tratto italiano è di circa 2300 km: viene dalla Svizzera, toccando 8 regioni: Lombardia, Emilia-Romagna, Liguria, Toscana, Lazio, Campania, Basilicata, Puglia. Congiunge le città di Como, Milano, Pavia, Piacenza, Lucca, Siena, Roma, Benevento, Matera e Brindisi.
  • EV7 The Sun Route: Capo Nord-Malta. Di circa 3000 km, viene dall’Austria e attraversa 11 regioni: Trentino Alto Adige, Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Lazio, Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia. Passa per le città di Bolzano, Trento, Mantova, Bologna, Firenze, Arezzo, Orvieto, Roma, Napoli, Salerno, Crotone, Catanzaro, Messina, Catania, Siracusa. Dalla Sicilia arriva via traghetto fino a Malta.
  • EV8 The Mediterranean Route: Cadice/Gibilterra-Atene e Cipro. In Italia per circa 1300 km: viene dalla Francia, interessa 6 regioni: Liguria, Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia, proseguendo poi in Slovenia. Passa per le città di Ventimiglia, Cuneo, Torino, Pavia, Piacenza, Cremona, Mantova, Ferrara, Venezia, Grado e Trieste.

“Sfoglia Tekneco #13″

Da: http://www.tekneco.it/ambiente/cicloturismo-44-miliardi-di-motivi-per-viaggiare-in-bicicletta/

Tuttogreen   20/12/2013 

 

Anno 2014
 
La Ferrovia Fano-Urbino nell’inchiesta-denuncia de il Fatto Quotidiano
ROMA – Lo scorso 7 gennaio l’Associazione Ferrovia Valle Metauro ha partecipato all’anteprima del Docu-film “La vita è un treno” presso il Circolo degli Artisti nella capitale, la prima Docu-serie edita da il giornale il Fatto Quotidiano. L’inchiesta, strutturata in 4 puntate da 5-7 minuti l’una, sarà pubblicata su ilfattoquotidiano.it ogni mercoledì a partire da mercoledì 8 gennaio 2014. http://lavitaeuntreno.ilfattoquotidiano.it (*)
I filmati sulle tratte delle ferrovie italiane abbandonate traggono spunto dai reportage pubblicati su Il Fatto Quotidiano da Antonello Caporale, affermato giornalista/scrittore nell’agosto scorso. Tra queste ferrovie è presente anche la Fano Urbino. Caporale ha attraversato l’Italia in un viaggio a tappe, accompagnato da uno dei più apprezzati cineasti italiani, Enzo Monteleone. Il regista, tra le tante pellicole girate, di ‘El Alamein – La linea del fuoco’ e ‘Il Capo dei Capi’ opera espressamente realizzata per la tv. ‘La vita è un treno’ è insieme un viaggio sentimentale e un atto di denuncia civile. Presenti in sala anche il giornalista Marco Travaglio e il Ministro dell’ambiente Andrea Orlando.

Prima della proiezione c’è stata la presentazione del video in cui lo stesso Antonello Caporale con Enzo Monteleone insieme al direttore Antonio Padellaro e il vicedirettore Peter Gomez del “il Fatto Quotidiano” hanno spiegato i motivi per i quali si è svolta questa inchiesta.
Fra le ragioni, molte coincidenze con quanto espresso dall’appassionata interpellanza parlamentare del 21 gennaio 1986 del senatore urbinate Paolo Volponi in occasione della ventilata sospensione del tratto ferroviario Fano Urbino: … “va ripreso un discorso fondamentalmente civile che ridia alle ferrovie una funzione di grande sviluppo nel Paese che devono toccare tutti i centri vitali, e non solo quelli che possono essere i tratti economici”. Con i tagli “ ..si trascurano interi territori, vengono isolate intere zone che, al contrario hanno bisogno di essere collegate per essere produttive e per non essere sacche in via di disgregazione…”. Volponi nella sua interpellanza a proposito di “rami secchi” diceva che “le piante malate producono rami secchi, e nessuna pianta malata è stata guarita solo con il taglio dei rami secchi”. David Pierluigi, il moderatore, ha reso noto che già numerosi comuni hanno richiesto di poter utilizzare il materiale video.

Da: Giornale del Metauro del 7/1/2014

(*) cfr. anche http://bcove.me/8w7gasre
 
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Tosi: 'Ciclabile utilizzando il vecchio tratto della ferrovia'
Se prevalesse finalmente una visione della città ben diversa da quella attuale (tutta al servizio dei mezzi a motore) Fano potrebbe fare un salto di qualità anche nel settore della viabilità: per esempio potrebbe essere allungata verso Marotta la pista ciclabile proveniente da Pesaro. Rispetto a qualche anno fa è aumentata la sensibilità per la mobilità “dolce” e a spingere sono soprattutto gli operatori economici che sanno bene cosa richiede ora il mercato turistico; se venisse confermata la disponibilità di alcuni privati a concedere gli spazi necessari, si potrebbe realizzare, a margine della strada nazionale, lato mare, un percorso ciclopedonale importante soprattutto per la sicurezza di turisti e residenti.

All’interno di Fano esiste inoltre, non utilizzato, un percorso che collega tra di loro S. Lazzaro, S. Orso, Rosciano, Carrara e Cuccurano; in sostanza, si tratta di una vera e propria strada "interquartieri" che andrebbe ovviamente riadattata ma sarebbe molto meno costosa e problematica di quella in corso di realizzazione in zona Trave: è l'ex ferrovia per Urbino, da anni abbandonata e invasa dalla vegetazione incontrollata. Va però scongiurato un pericolo reale: infatti nei giorni scorsi Rete Ferroviaria Italiana ha inviato un sostanziale “aut aut”: o la struttura viene presto acquisita da un Ente pubblico oppure verrà venduta a pezzi ai privati che ne hanno già fatto richiesta; se così fosse, addio a qualsiasi progetto di pubblica utilità. A livello istituzionale sono in corso le necessarie iniziative per conservare il bene in mano pubblica evitando un danno enorme per tutta la vallata del Metauro.

All’idea progettuale di una struttura che può diventare contemporaneamente un lungo parco lineare, una via tecnologica ed un collegamento ciclopedonale interquartieri, hanno già dato il loro sostegno numerose associazioni ambientalistiche e culturali; importanti imprenditori si stanno aggiungendo; a breve saranno contattati gli amministratori dei Comuni attraversati dall’ex ferrovia per ripulire e valorizzare i rispettivi tratti. Mai come ora è indispensabile evitare sterili contrapposizioni e lavorare insieme nell’interesse generale.

Da: www.viverefano.com del 16/1/2014
 
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L'Associazione Ferrovia Valle del Metauro replica a Tosi
Ancora una volta Enrico Tosi pubblica un articolo a suo nome sulla ferrovia Fano-Urbino: la sua ossessione.
Ciò dimostra che non rappresenta ne’ un’associazione, ne’ un partito, ne’ un comitato. Non rappresenta nessun istituzione né tantomeno ha svolto incarichi amministrativi nel comune di Fano. Qualcuno lo ricorda per essere stato segretario dei Verdi di Fano ma al termine della sua gestione il partito era ridotto al lumicino. Lo definiscono ambientalista, ma consigliamo vivamente alle associazioni ed ai partiti che si ritengono tali di prendere le distanze dalle idee di tale personaggio, perché contribuiscono a rendere ridicolo chi si adopera con spirito di sacrificio e abnegazione per la difesa di nostra madre Terra.

Del resto fin dal 2005 nella rivista Ambiente, scriveva: “….la metropolitana esiste già: l’autobus di linea, che per tipo di utilizzo, percorso e tempi di percorrenza funziona esattamente come il vecchio treno, in cui i potenziali passeggeri sono in massima parte gli studenti pendolari delle scuole medie e superiori, gli stessi che a 18 anni si trasformano in automobilisti. Piaccia o non piaccia l’auto ha un formidabile vantaggio (comodità, flessibilità, rapidità, ecc.) rispetto a treno e autobus, e non tenerne conto è come mettere la testa sotto la sabbia.
Sembrano dichiarazioni di un venditore di automobili piuttosto che di un ambientalista, infatti non tengono conto di elementi come inquinamento e consumo del territorio per la realizzazione di strade e parcheggi, evitiamo poi di fare riflessioni di ordine sociale come i costi famigliari per il mantenimento delle automobili e le vittime della strada. Nel suo ultimo comunicato Tosi fa sapere che RFI ha inviato un sostanziale “aut aut” o la struttura viene acquisita da un Ente Pubblico oppure verrà ceduta ai privati. Come fa Tosi ad esserne a conoscenza? A nome di chi parla?

Sappiamo che le idee di Tosi hanno trovato un grande estimatore: il presidente della provincia Ricci, che in modo assai poco democratico e partecipativo ha ottenuto la dismissione della ferrovia. Vien da pensare che il comunicato, casomai ci fosse stato, sia stato indirizzato a lui. Allora adesso cosa succede?
Per caso la provincia, un Ente pubblico destinato a scomparire che non ha i soldi nemmeno per chiudere le buche delle sue strade, dovrà acquisire 50 km di ferrovia e fare la manutenzione del percorso e alle sue opere d’arte?
Oppure i costi verranno scaricati tutti sui comuni già con bilanci ai ferri corti? O peggio ancora verrà incrementata la tassazione sui cittadini?
Paradossalmente i bilanci delle ferrovie sono in ottime acque e anche nel 2013 hanno realizzato centinaia di milioni di utili. Attendiamo un sussulto di dignità dai comuni della Vallata del Metauro e soprattutto dal comune di Fano e di Urbino per osteggiare questa nuova ennesima fregatura imposta dall’alto. E concludiamo ricordando che, il Consiglio di Stato a cui FVM insieme ad altre associazioni ha fatto ricorso contro la dismissione non ha ancora espresso alcun verdetto.

da Associazione Ferrovia Val Metauro

Da: www.viverefano.com del 18/1/2014
 
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Le proposte per Fano delle associazioni ambientalistiche
La città di domani non può essere caratterizzata da una crescita abnorme del cemento e da una viabilità pericolosa e inquinante: va impostata invece su uno sviluppo ecocompatibile paragonabile a quello avviato nei paesi più evoluti e a gestire la città dovrebbero essere persone autorevoli soprattutto per la loro storia personale oltre che per i contenuti dei rispettivi programmi elettorali.
Sono questi i concetti di base condivisi da Argonauta, Bartolagi, For.bici FIAB, Lupus in fabula e ANPANA: queste stesse associazioni proporranno ai candidati alla carica di sindaco di Fano alcune idee per migliorare la città e renderla più attraente anche per investimenti e occupazione. In particolare:

- centralità della questione ambientale per la sicurezza e la corretta gestione del territorio: allo scopo è indispensabile il preventivo coinvolgimento dei cittadini attraverso il loro riconoscimento ufficiale quali portatori di interessi collettivi;

- più attenzione per la mobilità ciclo pedonale: una vera rivoluzione urbanistica e un forte contenimento dell’inquinamento da polveri sottili può avvenire grazie ad una rete organica di piste ciclopedonali integrata con i vari nuclei abitati e gli spazi verdi più significativi, in particolare il campo di aviazione (esiste già un’idea progettuale di parco urbano largamente apprezzata) e fiume Metauro; quest’ultimo, oltre ad essere importante per lo studio e la conservazione della natura, può ospitare escursionisti a piedi, in bici e a cavallo anche a livello sovracomunale; va quindi ripreso l’iter interrotto nel 2004 per istituire una Riserva naturale comprendente anche l’area indicata dalla Comunità europea come Sito di Importanza Comunitaria e Zona di Protezione Speciale;

- maggiore considerazione per la cultura scientifica: in una società evoluta servono più esperti in materie scientifiche e tecniche; in tal senso può essere importante il ruolo ed il coordinamento dei quattro centri in cui si pratica l’educazione ambientale, cioè Casa Archilei, Stagno Urbani, Lago Vicini e Laboratorio Città dei bambini, struttura quest’ultima che alcuni anni fa ha avuto il merito di portare Fano alla ribalta internazionale per le sue proposte in campo educativo;

- attenzione a qualità e salubrità urbana e di conseguenza rafforzamento delle strutture comunali preposte: in particolare va attuata una strategia per conservare il paesaggio, evitare il consumo del suolo, tendere a “rifiuti zero” (raccolta porta a porta spinta, cernita e iniziative per la riduzione degli imballaggi) e ridurre l’inquinamento elettromagnetico (revisione del regolamento per l'installazione delle antenne di telefonia mobile e verifica di quelle esistenti);

- corretto approccio nella protezione degli animali: in particolare risistemazione dei rifugi comunali, maggior controllo sul territorio verso i reati commessi nei loro confronti ed educazione nelle scuole;

- gestione pubblica del servizio idrico integrato partendo dalla tutela della falda dall'inquinamento (maggiore controllo dei prelievi e degli scarichi) e verificando la possibilità di sfruttarne la temperatura con la tecnologia della pompa di calore per avere risparmio energetico e minore dipendenza da fonti fossili;

- revisione della pubblica illuminazione per ottimizzarne l’uso ed evitare sprechi di energia;

- conservazione in mano pubblica dell’intero sedime dell’ex ferrovia metaurense, senza pregiudicare un eventuale riuso ferroviario: nel frattempo, in sintonia con tutti gli Enti interessati, prevedere una pista ciclo pedonale e contestualmente vari sottoservizi, soprattutto una dorsale di fibre ottiche per la banda ultra larga: Internet può rilanciare l’economia del nostro territorio.

In pratica le associazioni ambientalistiche e culturali fanesi chiedono alla persona che guiderà la nuova amministrazione comunale un rilancio dell’economia basata sulla qualità del territorio, sulle energie rinnovabili e sulle nuove tecnologie. Per realizzare tutto questo saranno indispensabili sostanziose modifiche al vigente PRG anche per ridurre le aree edificabili (per civile abitazione e settori produttivi) con l'obiettivo di riqualificare la città senza consumare altro territorio agricolo o aree verdi e porre fine al pericoloso fenomeno dello sprawl urbano. Fano non può perdere il momento storico in cui l’ innovazione si sviluppa e si integra con la compatibilità ambientale.

da Enrico Tosi

Da: www.viverefano.com del 30/1/2014
 
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Ferrovia Fano Urbino nell’inchiesta de Il fatto quotidiano
La ex ferrovia Fano Urbino nell'inchiesta - denuncia del quotidiano nazionale Il Fatto Quotidiano sulle ferrovie dismesse.
“L’irragionevolezza al potere, un governo senza luce e senza visione (ed anche senza connessione sentimentale con i luoghi) produce una disperazione e una riscrittura dei territori ed anche una sua afasia”.

Con queste parole Antonello Caporale, giornalista di punta del Il Fatto Quotidiano, percorrendo la via Flaminia nei pressi di Fossombrone commenta la perdita della ferrovia Fano Urbino. Da mercoledì 29 gennaio è visibile la quarta e ultima puntata del docu-film “La vita è un treno”, un atto sentimentale ed una denuncia civile sul sito dedicato.
L'inchiesta ha illustrato con un viaggio attraverso i binari arrugginiti di alcune tratte ferroviarie dismesse, un' Italia in soffitta, una Nazione consegnata all'oblio, ferita, abbandonata. Eppure, scrive il giornalista, il treno è l'unico vettore ad essere connettore di comunità.
Si chiede Caporale "come mai fosse maturata con gli anni l'idea che non fosse più utile, opportuno ed intelligente collegare con il treno le grandi metropoli ai piccoli borghi, la campagna alla città, il piccolo al grande".

"Solo un Paese irresponsabile - si legge in una nota dell'associazione FVM (Ferrovia Valle del Metauro) sceglie l’asfalto, i viadotti, le opere faraoniche infinite, accarezza ogni scempio come fosse figlio, legittima ogni spreco e giudica solo il treno un costo insostenibile. Si perde, così, persino il senso della geografia.
Le stazioni abbandonate sono testimonianze mute di una distanza che aumenta tra campagna e città, monumenti di una maestosa dismissione civile e culturale: il treno è costoso, le strade no, il treno porta deficit, l'asfalto crea valore economico.
Per una parte dell'Italia il treno è divenuto una spesa insostenibile. Meglio allora il bus. L’associazione FVM ha collaborato con Antonello Caporale per le riprese del video ed ha testimoniato che anche in questo territorio esistono persone che non si arrendono a questo falso teorema.

La ferrovia Fano Urbino non solo è stata progettata e costruita con caratteristiche tecniche eccezionali ma realizza, con il suo tracciato, la minor percorrenza chilometrica di tutte le altre infrastrutture viarie, della Valle del Metauro. Tutto ciò con il minimo impatto possibile sul paesaggio , anzi, la ferrovia, attraversando il Metauro e le vallate con armoniosi ponti in pietra e mattoni, lo ha addirittura abbellito.
Ultimamente abbiamo assistito sui media nazionali ad un buon numero di servizi sulle ferrovie abbandonate o sottoutilizzate in tutta Italia .
Non sarebbe una grande sorpresa se si tornasse indietro rispetto a decisioni prese in modo troppo superficiale od interessato diversi anni fa. Se nei Comuni della Valle metaurense il trasporto su rotaia non dovesse tornare ad essere argomento di sviluppo territoriale potrebbe accadere che solo qui da noi , con una ferrovia che possiede i numeri per essere un successo sia commerciale che turistico, non si verifichi nulla. Con ulteriore danno per il rilancio della locale economia e la salute di noi tutti".

Da: www.oltrefano.it del 30/1/2014
 
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Fano-Urbino: acquistare la tratta dalle Fs
Italia Nostra: «Sarebbe un passo decisivo per realizzare la pista ciclabile»
UNA MOSSA decisiva per dare nuova vita alla tratta ferroviaria Fano - Urbino e trasformarla in pista ciclopedonale.

Lo chiede a gran voce la sezione di Pesaro e Fano di Italia Nostra, che si rivolge direttamente agli enti locali affinché approfittino dell'alienazione dei beni immobili delle Ferrovie dello Stato e prendano finalmente una decisione definitiva sul destino della ferrovia, che vent'anni dopo la dismissione continua a far discutere i cittadini e la politica.
Un passo che chiuderebbe la questione e aprirebbe nuove prospettive per il territorio. Così la pensa Italia Nostra e mette nero su bianco:

«Appoggiamo - scrive in una nota - la recentissima, articolata e più che convincente presa di posizione di Argonauta di Fano e di altre associazioni ambientaliste provinciali, che si sono espresse a favore della realizzazione di un pista ciclopedonale. Considerato che le Ferrovie si stanno accingendo formalmente ad alienare i beni immobili costituenti la tratta ferroviaria in questione, invitiamo l'Amministrazione provinciale, la Regione e i Comuni direttamente interessati ad acquistare i relativi terreni. La scelta all'acquisto da parte degli enti locali sarebbe la soluzione più adeguata per evitare che l'ipotesi di alienazione possa "frantumare" l'unità e la continuità della tratta, vanificandone così le potenzialità di riqualificazione.
Il "corridoio" della Fano-Urbino rappresenta una fonte di ricchezza naturale, che potrebbe diventare anche turistica, pertuttala bassa e media Val Metauro, la realizzazione di un asse ciclopedonale non avrebbe uguali a livello nazionale, non solo perlunghezza, ma soprattutto per la bellezza dei luoghi e dei paesaggi attraversati».

Italia Nostra, quindi, mette sul tavolo la proposta di investire in un progetto sul quale si è già ampiamente discusso e lavorato, da sempre appoggiato dal presidente della Provincia Matteo Ricci. L'alienazione potrebbe essere un'opportunità per decidere di ristrutturare in un'ottica diversa l'infrastruttura ormai abbandonata e usarla per dare una svolta all'offerta turistica e di accoglienza del territorio.
v. b.

Da: Il Resto del Carlino del 31/1/2014
 
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Ferrovia Fano-Urbino, FAP: 'Salviamola dalla speculazione di Ricci'
Il movimento trasversale e locale "Fronte di Azione Popolare Pesaro-Urbino" si è sempre battuto al fianco dell'FVM per il ripristino della tratta ferroviaria Fano-Urbino.
Il Fap torna sull'argomento col suo presidente Giacomo Rossi: "Abbiamo saputo che Matteo Ricci, non pago di aver osteggiato e declassato un opera già esistente come la ferrovia Fano-Urbino, ha convocato tutti i sindaci della vallata del Metauro per l'acquisto da parte degli stessi comuni della tratta ferroviaria, che dorrebbe essere trasforma poi in pista ciclabile o in ulteriore cementificazione. Questa operazione ha davvero dell'assurdo! Abbiamo un'infrastruttura già esistente che con finanziamenti privati, nazionali ed europei, come nel avvenuto in altri luoghi, potrebbe essere ripristinata e Ricci, con poca intelligenza, vorrebbe smantellarla! Invece di incentivare un trasposto moderno, pulito ed economico qual'è il treno, si spendono soldi in inutili e poco fruibili piste ciclabili. Non è bastata la lezione di "Urbino 2019" dove la nostra città è stata scartata dalla candidatura a "Capitale della Cultura europea" anche per la mancanza di collegamenti e tra tutti, il collegamento ferroviario. Invece di ragionare, si continuano ad operare scelte scellerate per il nostro Territorio come questa di smantellare la Fano-Urbino. Non capiamo poi l'accanimento che ha avuto Matteo Ricci contro la Fano-Urbino in tutti questi 5 anni....ci saranno forse altri interessi da tutelare?".
Aggiunge Rossi: "Visto che siamo anche in periodo pre-elettorale, teniamo a ribadire che noi del FAP appoggeremo e sosterremo solo quei candidati sindaci che da Fano ad Urbino, sosterranno nei loro programmi il ripristino della tratta ferroviaria FVM entro i primi 5 consigli comunali. Così, tanto per essere chiari, come da nostro stile".

Da: www.viverefano.it del 5/2/2014
 
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«La pista ciclabile sarebbe inutile e costosa»
IL CIRCOLO di Legambiente di Urbino, attraverso il suo presidente Alessandro Bolognini, parla ai futuri sindaci, che poco si stanno occupando della ferrovia: "Che una cosa sia chiara: negare la possibilità di ripristinare una moderna ferrovia nella valle rnetaurense vuol dire rinunciare a un trasporto locale per passeggeri economicamente sostenibile ed ecologicamente corretto. Ma significa anche rinunciare allo sviluppo e al rafforzamento di attività economiche legate al turismo, a un efficiente collegamento delle comunità dell'interno con la grande viabilità costiera, a proteggere e promuovere i valori ambientali del territorio nelle sue tradizionali componenti. Infine - dice ancora Bolognini - significa rinunciare alla possibilità e capacità di spostamento dei soggetti più deboli (poveri, anziani e portatori di handicap), diritto stabilito dalla Costituzione dello Stato Italiano». Per Legambiente, la proposta di chiusura della tratta ferroviaria sopportata purtroppo da Italia Nostra è inverosimile.
"SUCCEDE in un momento estremamente delicato a livello pollitico, in cui ci sono le elezioni amministrative a Fano e Urbino su cui è difficilissimo fare un pronostico sul nuovo assetto amministrativo. Ma è evidente che lo sforzo di tutti i candidati sarà rivolto alla cultura e soprattutto al turismo in tutte le sue forme promozionali e di offerta - spiega il presidente -. Queste righe sono di disapprovazione su quanto è nelle intenzioni della Provincia, ma vogliono essere anche uno stimolo per i futuri candidati sindaco a non buttare nel cestino una grande opportunità. Il ripristino della tratta ferroviaria Fano-Urbino diventa elemento irrinunciabile per lo sviluppo dell'entroterra. Alla sostenibilità ecologica si aggiunge quella sociale ed economica, con clementi determinanti, innovativi, straordinari e in qualche modo inediti sulle politiche legate allo sviluppo, alla conoscenza, alla promozione del nostro territorio in cui la bellezza si sposa con l'arte, la cultura, la storia. La nostra associazione da sempre sostiene tale progetto ed è al fianco di tutti coloro che lo promuovono, siamo convinti delle straordinarie potenzialità economiche e di immagine per i Comuni attraversati dalla ferrovia e in genere per tutto il Montefeltro»

. "E' UN PEZZO di storia che va ripreso. Non si propone una realizzazione ex novo ma su un tracciato già esistente con sedime quasi integro soprattutto da Fossombrone ad Urbino, grazie anche al lavoro incessante di volontari che cercano in tutti i modi di mantenerlo tale. Rigettiamo l'inutile e dispendiosa pista ciclabile di 42 chilometri, non utilizzata neanche da quelle persone che la domenica fanno della bici un momento di sport e svago». Per Bolognini il ripristino della ferrovia serva per ridare credibilità al piano regolatore di De Carlo, che parlava di metropolitana veloce di superficiale, a Urbino sede Universitaria e patrimonio del mondo.

Da: Il Resto del Carlino del 5/2/2014
 
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La Regione compri tutta la tratta
“LA REGIONE compri la ferrovia: l'importante è evitare la dispersione di un bene prezioso", il sindaco di Urbino Franco Corbucci lancia questa proposta e lo farà anche oggi nell'incontro voluto con i sindaci della valle del Metauro sulla ferrovia. "IO NON SO bene di che cosa si parlerà perché ci è stato detto che si tratta di una discussione sulla ferrovia, una cosa generica quindi - continua Corbucci -, ma posso dire una cosa: io sono un sindaco in scadenza, mi mancano 3 mesi per finire il mio mandato e non voglio prendere delle decisioni che possano mettere a repentaglio l'esistenza della ferrovia. Quello che ritengo fondamentale è che si scongiuri l'alienazione della tratta, se è vero quello che si sente e che cioè si vuole vendere ai privati, perché se si fa lo "spezzatino" della ferrovia salta tutto. lo dirò questo appunto, che non intendo fare una scelta che mette in discussione la sopravvivenza della tratta.

A FIANCO del sindaco, allora, in questo senso, ce ne saranno tanti altri che non vogliono rinunciare all'idea che la tratta Fano -Urbino possa essere valorizzata in diverse maniere, per finalità turistiche o anche come vero collegamento del territorio.
La soluzione, allora, qui, sembrerebbe essere una presa di posizione forte da parte delle istituzioni locali:
“Devono intervenire la Regione, o la Provincia, che valutino il da farsi, ma la Regione deve anche prendere in considerazione l'ipotesi di acquisire lei stessa la ferrovia del territorio. Poi vadano a Roma a far sentire le nostre ragioni. lo porto avanti un discorso che ho già reso noto in altre occasioni quello che mira al mantenimento della ferrovia”, chiude Corbucci.
UNA COSA è certa: distruggere è più facile che costruire. Far girare qualche turista in bicicletta spendendo milioni di euro per arrivare a questo risultato non vale la pena: non è così che si risolleva l'economia.
l.o.

Da: Il Resto del Carlino del 5/2/2014
 
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Fano-Urbino, per Serfilippi "un grave errore dismettere la linea ferroviaria"
06/02/14 11:19 Fano (PU) - Si è svolto questa mattina un incontro, in Provincia, per discutere del tratto ferroviario FAno-Urbino. Per l'assessore all'Ambiente di Fano Luca Serfilippi, "la dismissione della Ferrovia Fano - Urbino è un errore gravissimo, che oggi viene pagato con la vendita della tratta da parte di RFI".
Serfilippi ha preso le distanze dalle posizioni di Comune e Provincia. "A differenza di quanto espresso dal Comune di Fano - afferma l'assessore - credo che la Provincia quando chiese alla Regione e al Ministero di dismettere quella linea ferroviaria, fece un errore gravissimo, che oggi paghiamo con la vendita della tratta da parte di RFI; sarebbe inoltre curioso sapere quali siano le sentenze di Tar e Consiglio di Stato che bocciano il ricorso presentato dalle Associazioni".
Da parte di Serfilippi non solo critiche ma anche proposte: "La Provincia, a mio avviso, dovrebbe chiedere il comodato d'uso gratuito della tratta e non prendersi in carico manutenzione ordinaria e straordinaria, che poi passerebbero inevitabilmente ai vari Comuni".
L'assessore, che da sempre si è detto favorevole al ripristino della Ferrovia Fano-Urbino, ricorda anche il suo pensiero sulla ciclabile, che si auspica di vedere realizzata - con fondi e progetti concreti - ma a fianco del Fiume Metauro.
" Strategica ed interessante - , infine, secondo Serfilippi - l'idea progettuale avanzata dalla Provincia, che individua il corridoio della Fano-Urbino come percorso tecnologico per portarci i sotto-servizi quali acqua, gas e fibra ottica, innovazione che potrebbe rientrare perfettamente nel progetto Fano Smart City".

Da: www.fanoinforma.it del 6/2/2014
 
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“Regione compri la ferrovia”
La Provincia rilancia l’idea
La Provincia si attiverà con la Regione per organizzare un incontro per l'acquisizione della tratta ferroviaria Fano-Urbino: ieri mattina l'incontro con il territorio ha visto la partecipazione degli assessori provinciali Seri e Galuzzi, dei tecnici della Provincia, dei sindaci di Urbino e Montefelcino, dei vice di Serrungarina, Saltara, Fossombrone, Fano, con la presenza anche dell'assessore Serfilippi e dell'assessore di Cartoceto. La riunione è servita a ribadire alcuni concetti ormai noti, come il fatto che la ferrovia è dismessa ufficialmente in seguito al Decreto del ministro Passera del 2011 e che il ricorso al Tar delle Ferrovie Valmetauro non è andato a buon fine; che le Ferrovie dello Stato intendono alienare il patrimonio di loro proprietà che comprende il sedime ferroviario, le stazioni e gli elementi connessi.
La Provincia, insieme ai Comuni del territorio, è riuscita finora a impedire che ci fosse la svendita dei beni, anche se alcuni sono stati effettivamente venduti a privati: se si guarda sul sito www.fersevizi.it, del gruppo Ferrovie dello Stato, nel catalogo dei beni in vendita, nella nostra provincia, ci sono due immobili, uno a Urbino in via Cavaticci, e uno a Fano, in via Cappellini, ma oltre a questi le stazioni e il sedime della tratta sono ugualmente sul mercato.

La Provincia mira all'acquisizione unitaria della Fano-Urbino, perché, come sostenuto anche dal sindaco di Urbino Corbucci, lo spezzettamento ai privati renderebbe impossibile realizzare qualunque progetto, o quello cui mira l'amministrazione di Ricci di una conversione in pista ciclabile, o quello che vogliono alcuni Comuni e l'associazione Valmetauro, ovvero il ripristino del treno nel territorio.
In ogni caso, nella mattinata di ieri, si è deciso di intraprendere due strade: da una parte si punta a elaborare progetti europei per la ferrovia, come la Provincia ha già iniziato a costruire, dall'altro si deve stimolare la Regione Marche ad acquistare i beni messi in vendita dalle Ferrovie; la Provincia si è incaricata di ottenere un incontro proprio per discutere questa soluzione. Per alcuni Comuni, come Fano, Saltara, Cartoceto, Serrungarina, Fossombrone, e le amministrazioni sono state concordi, sarebbe impensabile far tornare il treno sul tracciato esistente, visto che nel tempo si è costruito proprio a ridosso della ferrovia, mentre si deve attuare il progetto di un percorso nuovo: come è scritto nel Piano di Sviluppo provinciale, approvato da pochi mesi, la proposta, che sarebbe avallata dalle stesse amministrazioni coinvolte, è di costruire un tracciato nuovo, accanto alla futura Fano Grosseto, nel tratto che va da Fano a Fossombrone, mentre da Fossombrone o Fermignano fino a Urbino si potrebbe ripristinare il tratto esistente.
Questa impostazione dovrebbe anche permettere la connessione con la Pergola Fabriano Roma che darà più validità al progetto di recupero della ferrovia Fano Urbino.

Da: Il Resto del Carlino del 6/2/2014
 
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”Noi vorremmo usarla per andarci in bicicletta”
“Il Comune di Fossombrone è disponibile ad acquistare il suo tratto di ferrovia”, il vicesindaco della cittadina Michele Chiarabilli ha portato alla riunione della provincia con i sindaci della valle del Metauro, l’intento che il Comune ha in mente. “Si tratterebbe di una spesa intorno ai 300.000 euro che le Ferrovie dello Stato potrebbero anche far pagare dilazionate in 10 anni: per noi sarebbe una soluzione, visto che l’area è totalmente da riqualificare e ogni anno dobbiamo ripulirla da soli – continua Chiarabilli -. Pensiamo che si debba continuare il discorso della pista ciclabile sulla ferrovia perché è l’unica soluzione concepibile, poi ben venga il nuovo tratto per far passare il treno. Sono 26 anni che si ragiona su quale destino debba avere il treno”.
Il vice sindaco ricorda che che nel tempo, le lottizzazioni dei Comuni hanno permesso la costruzione degli edifici e case private anche molto vicino ai binari: “Come Comune, in una giunta congiunta con la Provincia, nel 2011 abbiamo ribadito la volontà di convertire la tratta in pista ciclabile e ci siamo anche candidati ad essere una tratta sperimentale, da realizzare in compartecipazione con la Provincia. Ora siamo favorevoli a far acquistare la ferrovia intera alla Regione ma non escludiamo di poter acquistare il pezzo che ricade nel nostro Comune, in modo da poterci occupare direttamente della manutenzione dei luoghi, che sono in pessime condizioni”.
l.o.
Da: il Resto del Carlino del 6/2/2014
 
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Ciclabile su ferrovia Fano-Urbino: interviene la FVM
Ultimamente la ferrovia Fano Urbino è stata presa di mira anche dal Circolo di Italia Nostra di Pesaro e Fano, che si è unito al coro delle associazioni ambientaliste fanesi (Argonauta, Comitato Bartolagi, Lupus in fabula, For.bici). La sua intenzione è quella di trasformare la ferrovia Fano Urbino in pista ciclabile allineandosi alle intenzioni del presidente Ricci.
Ricordiamo che, a suo tempo, il Circolo Italia Nostra di Fermo, al contrario, criticò duramente la decisione di dismissione della tratta da parte della Regione e che Italia Nostra partecipa attivamente alla Giornata Nazionale delle Ferrovie Dimenticate.
Il Circolo di Pesaro, silente fino ad oggi, adesso esprime un parere (incauto). Strana coincidenza temporale per questo intervento, visto che mercoledì 5 p.v. sono stati convocati in Provincia i sindaci della vallata per esprimere il loro parere sulla sorte della Ferrovia Metaurense.
Altra strana coincidenza è che il tutto accade in collaborazione con le associazioni "cosiddette" ambientaliste di Fano, sempre molto tiepide sul ripristino della ferrovia: la concezione di governance della città della Fortuna e del territorio del bacino metaurense viene, così, fortemente condizionata da interessi e forse da esigenze private.
Dietro questo ambientalismo di facciata in realtà si nasconde la totale incompetenza per i problemi della città e della vallata e si intravede solo una difesa di interessi personali, di quartiere e politici.
Cosa importa a costoro se il traffico di Fano continuerà ad essere assorbito in modo sempre più crescente dagli altri quartieri della città? Cosa importa a costoro se gli abitanti della vallata, oltre a non avere altre alternative di spostamento che il proprio automezzo, dovranno pagare anche il pedaggio per la nuova autostrada metaurense?
Cosa importa a costoro se il trasporto pubblico è al collasso e, se non vi sarà un radicale cambiamento, aumenteranno per gli utenti sia il disservizio che i costi?
Cosa importa a costoro se Urbino, perla turistica e culturale del nostro territorio, non avrà il servizio ferroviario come tutte le grandi città culturali europee?
Cosa importa a costoro se la ferrovia Fano Urbino, ricostruita secondo le tecnologie attuali, potrebbe avere prestazioni eccezionali, con velocità fino a 130 km nella tratta Fano Fossombrone; potrebbe alleviare i problemi legati all'inquinamento, alla facilità di comunicazione, alla sicurezza; potrebbe apportare un miglioramento della qualità della vita, un riqualificamento del territorio ed un rilancio delle piccole e medie attività della nostra imprenditoria, oltre ad essere un formidabile volano turistico?
Anche riguardo ai costi di ripristino si assiste ad una scandalosa mistificazione: si vocifera, da parte degli uffici tecnici provinciali, di cifre sull'ordine di 150-200 mil. di euro (?)(!) mentre i costi reali, dedotti e basati dai protocolli industriali, possono variare da 40 mil. fino a 90 mil., treni inclusi, a seconda delle caratteristiche ed esigenze di trasporto.
Quindi coloro che hanno fatto il danno, ottenendo in modo surrettizio la dismissione, adesso si atteggiano a paladini del salvataggio del sedime e faranno in modo da convincere i sindaci sulla validità dell'operazione "Acquista e salva il sedime ferroviario".
La motivazione? Si afferma, in modo opinabile, da parte della Provincia che le Ferrovie dello Stato minacciano di vendere il tracciato o parte di esso. Di conseguenza si avalla l'acquisto da parte delle amministrazioni locali per la cifra di 4,5 milioni di euro, valore del tutto irrealistico. A volte la Storia è testimone di fatti incongrui se non addirittura paradossali: i comuni della Vallata hanno già pagato per la realizzazione della ferrovia nel lontano 1913 ed ora devono ripagare per vederla distrutta per sempre (questo è il vero scopo della macchinosa operazione); dovranno, inoltre, sborsare altri soldi per convertirla in ciclabile (senza averne il benchè minimo ritorno economico), metterla in sicurezza (compresi i ponti e le gallerie) e poi mantenerla fruibile (!) (!) (!)..
L'Associazione FVM consiglia ai sindaci di stimolare il presidente Ricci a recarsi a Roma presso il Ministro dei Trasporti Lupi, presso la Commissione Trasporti, presso l'Ing. Moretti, presso Matteo Renzi e l'On. Letta, per chiedere loro scusa ed ammettere di avere preso un bel "granchio" (tale è giudicata questa determinazione da tanti esperti in trasporti e sviluppo economico) arrecando così danni al territorio ed alla propria gente. Di contro è bene che i cittadini sappiano che da parte della Commissione Trasporti, come evidenziato in una recentissima audizione con FVM, non si aspetta altro che un segnale positivo dagli Enti Locali per agire in favore del ripristino grazie al reperimento di nuovi fondi europei per il trasporto. Esiste, inoltre, una Proposta di Legge dello Stato sulle ferrovie turistiche avanzata dall' On. Di Iacono (PD), (la n° 1178 presentata in data 10/06/2013), che individua la ferrovia Fano Urbino, insieme ad altre sei pregevoli e note tratte italiane, come tratta da utilizzare a scopo turistico; detta Proposta è sottoscritta da altri ventuno deputati (tutti PD). E’ sufficiente che tale Proposta diventi Legge e la ferrovia sarà salvaguardata senza far sborsare un centesimo alle comunità già oppresse dalla crisi. Tremenda, a questo punto, è la responsabilità degli amministratori di prendere decisioni che compromettano lo sviluppo economico dei loro territori.
da Associazione Ferrovia Val Metauro

Da: www.viverefano.com del 6/2/2014
 
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FVM su ferrovia Fano-Urbino: risponde Italia Nostra
Sarà bene ripristinare la correttezza e la veridicità dei fatti dopo le farneticanti affermazioni pubblicate sul quotidiano on line Vivere Fano dell’associazione Ferrovia Val Metauro a commento del comunicato stampa della sezione di Pesaro e Fano sulla tratta ferroviaria Fano-Urbino, in cui si accusa la sezione di Pesaro e Fano “di interessi personali, di quartiere e politici” .
1. L’accusa di una difesa di interessi personali, è passibile di querela. Quali interessi personali avrebbe la sezione nell’esprimere il proprio parere? Si insinua che io, il presidente, potrei avere interessi privati nella vicenda? E’ meglio pesare le parole, perché a questo punto consulterò il mio avvocato per tutelare la mia onorabilità personale e dell’associazione.
2. L’allusione agli “interessi di quartiere e politici” è francamente ridicola: basterà consultare i comunicati della nostra sezione a difesa del patrimonio ambientale, culturale e paesaggistico e si potrà verificare che sono tutti contro i provvedimenti di regione, provincia e comuni vari, tutti amministrati da maggioranze di centro sinistra.
3. Non è strano il nostro intervento adesso sulla tratta, perché coincide con la formalizzazione da parte della società Rete Ferroviaria Italiana della messa in vendita del sedime ferroviario Fano-Urbino. Abbiamo chiesto alle amministrazioni regionale, provinciale e comunali di acquisire quel sedime, indicando come avevano già fatto le altre associazioni provinciali, WWF Marche, Legambiente Pesaro, LIPU Pesaro Urbino, Lupus in Fabula, Argonauta, Centro Studi Vitruviani, ecc., la soluzione della pista ciclopedonale, in quanto allo stato dei fatti è sembrata realisticamente la più praticabile con le attuali risorse pubbliche.
4. A noi importa molto che il traffico fanese sia alleviato, per ora anche solo tramite la pista ciclabile, che comunque non è irreversibile, come sarebbe invece la parcellizzazione dei sedimi, qualora la tratta fosse acquisita dai privati e non dalle amministrazioni a cui ci siamo rivolti per favorire l’intervento pubblico. In caso contrario qualunque confinante potrebbe comprarsi pezzi di sedime ferroviario per farci magari un orticello.
5. Probabilmente il responsabile dell’associazione FVM non legge i giornali con sufficiente attenzione e gli sarà sfuggita la nostra vibrata protesta contro il nuovo tracciato, tanto caro a Ricci e Spacca, dell’autostrada metaurense che noi avversiamo vigorosamente.
Per quanto attiene il calcolo dei costi di entrambe le soluzioni lascio ai tecnici valutare, tenuto conto che le attuali norme di sicurezza non consentono più il passaggio “a raso” dei treni nei centri abitati e che nel frattempo è stata consentita una conurbazione caotica che oramai collega Fano a Fossombrone senza soluzione di continuità.
Da Federica Tesini - Presidente della sezione di Italia Nostra di Pesaro e Fano

Da: www.viverefano.com del 8/2/2014
 
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Ferrovia Fano-Urbino, Bene Comune: 'L’incomprensibile silenzio della giunta'
Il ripristino della Ferrovia Fano-Urbino non è un percorso facile. E indubbiamente anche la Associazione Ferrovia Valle del Metauro che da molti anni si adopera per questa idea, lo sa.
La cosa più assurda è che mentre il sindaco di Urbino comprende le potenzialità che potrebbe avere questo collegamento, Fano che sarebbe la città in assoluto più avvantaggiata, anche in chiave turistica, da un ripristino, rimane tiepida.
La nostra giunta latita e pare preferire questa battaglia senza nemmeno provare a combatterla. La dismissione di una simile risorsa e la sua conversione in pista ciclabile dovrebbe essere l’ultima ratio, una scelta per salvare il salvabile.
Ma convertire una ferrovia in una pista ciclabile e far passare ciò per guadagno, ricorda certi mercanti scaltri che vendono carabattole luccicanti, spacciandole per oro. Una tale scelta significherebbe infatti non avere più la possibilità di un collegamento su rotaia tra la costa e l’entroterra.
La provincia di Pesaro è l’unica nelle Marche ad aver volutamente dismesso tale collegamento, ponendosi così nella classifiche nazionali al fanalino di coda nel rapporto km di binari/popolazione e km di binari/superficie. La definitiva dismissione della ferrovia darebbe a questa situazione una determinazione definitiva, non rispondente alla morfologia del territorio.
Si alzano alte grida contro la regione quando fa comodo, - spesse volte giustamente -, ma poi si buttano a mare le risorse che si hanno senza provare a salvarle.
E’ un’ottima strategia per restare Calimeri nei secoli. Serfilippi è il primo della giunta ad accorgersi della valenza strategica della ferrovia e ad esprimere una posizione lungimirante. Glielo riconosciamo volentieri, ricordandogli però che per attuarla può sperare in due cose: in una collettiva caduta da cavallo di tutta La Tua Fano e compagnia cantante con tanto di mistica apparizione di qualche santo ferroviere. Oppure di perdere le elezioni. Perché come già ampiamente dimostrato, le cose giuste da lui dette sono lettera morta per tutta la coalizione.
Certo è che non si può andare avanti all’infinito nel dilemma Ferrovia sì, Ferrovia no. In realtà servirebbe uscire dalla logica e fare una seria analisi dei progetti che Fvm continua a produrre. La sede c’è: si chiama Consiglio Comunale. Ciò che manca è la volontà di utilizzarlo.

Da: www.viverefano.com del 8/2/2014
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Riattivare la ferrovia di Urbino e chiudere la discarica, Londei si ripropone per guidare la città

di Giovanni Ruggiero    -    Pubblicato il 10/02/2014      

URBINO – Ha fondato il movimento “Urbino capoluogo” e in quella definizione sta tutta l’idea di Giorgio Londei per rilanciare la città ducale come punto di riferimento culturale e turistico in Italia e in Europa. Ritiene Vittorio Sgarbi, candidato alle primarie con i Verdi, “una risorsa e non un problema”. Chiede maggiori chiarimenti sulla tutela della privacy minacciata dalle telecamere nel centro storico. Avrebbe sperato in un progetto più coraggioso che presentasse Urbino in Europa come Capitale della Cultura, per esempio ripristinando la linea ferroviaria. Ma soprattutto va controcorrente a proposito della discarica a Ca’ Lucio: “Va chiusa subito”. In una chiacchierata col Ducato Londei esprime le sue posizioni su alcuni temi caldi della politica e della vita urbinate, spesso in controtendenza con le decisioni prese dalla maggioranza o dall’Amministrazione comunale.

“Montesoffio e Urbino hanno già dato – ribadisce a proposito della discarica che i comuni del territorio, Urbino compresa, hanno intenzione di ampliare per altri 20 anni – quindi la discarica dopo 24 anni deve chiudere, non è accettabile portarla avanti fino al 2034″. Da sindaco sarebbe pronto a frenare quella che ormai sembra la decisione anche del comune di Urbino: “Sarò pronto a mettere in discussione le decisioni di ampliamento prese finora e con la Provincia a scegliere il sito migliore per risolvere il problema”.

Già primo cittadino di Urbino dal 1980 al 1993 e poi senatore per i successivi 14 anni, Londei è il politico più navigato tra i candidati alle primarie del Pd urbinate. Oggi presiede l’Ami, l’azienda di trasporto pubblico, e l’Accademia di Belle Arti di Urbino. Il suo programma punta proprio su cultura e mobilità con un occhio all’ambiente e al riequilibrio dei rapporti tra popolazione studentesca e residenti.

A chi invoca il rinnovamento generazionale, Londei risponde con la promessa di portare facce nuove: “Con me – dice – può crescere una nuova generazione politica che guidi la città mettendo insieme la mia esperienza e la gioventù”. Non parla direttamente all’altro candidato democratico, Federico Scaramucci, che si presenta come novità giovane nella politica cittadina, ma il riferimento è chiaro: “Il rinnovamento – rintuzza Londei – non può essere solamente anagrafico: le primarie saranno vinte sulla sfida delle idee”. Dovesse vincere, non chiuderà la porta agli altri candidati: “Vedremo come andrà questa campagna per le primarie – chiarisce – l’obiettivo deve essere raccogliere le forze migliori per il bene del territorio”.

Secondo Londei sul tema dei giovani e il centro storico la vera sfida dei prossimi cinque anni sarà “trovare il giusto equilibrio con gli studenti universitari, considerando anche quelli dell’Isia e dell’Accademia. Come in tutte le città universitarie – aggiunge – i ragazzi hanno pieno diritto a vivere la città, ma bisogna rispettare anche il diritto alla privacy e al riposo dei residenti”. L’installazione di nuove telecamere per la video sorveglianza nel centro non lo entusiasmano: “Sono l’unico nella corsa alle primarie a non far parte del consiglio comunale e della giunta dove è stata presa la decisione, la questione deve essere approfondita”.

Vittorio Sgarbi fa da convitato di pietra nella competizione del centro-sinistra per la scelta del candidato sindaco di Urbino. La sua candidatura non è piaciuta da subito al mondo politico cittadino. Londei stempera gli animi: “Ho buoni rapporti personali con il professore e credo che sia una di quelle persone che potranno portare buoni contributi”. Non entra nel merito delle polemiche seguite alla scelta di Sgarbi di candidarsi: “Alle primarie si partecipa, così come faccio io, secondo le regole stabilite dalla coalizione”.

Negli ultimi tre anni da sindaco, Giorgio Londei ha seguito in forma embrionale il progetto del parcheggio a Porta Santa Lucia, dove oggi sta nascendo anche un ipermercato. Lo stesso Sgarbi ha provocatoriamente promesso di far bombardare la struttura se riuscisse a vincere le elezioni. “Non è stata una scelta della politica – ricorda l’ex sindaco – l’incarico fu affidato a Renzo Piano e con 4 miliardi di lire a fondo perduto serviva a liberare il centro storico dalle auto. Rispetto all’attuale collocazione però l’architetto genovese aveva pensato al lato opposto della strada che circonda la città: “Dopo il ’93 non ho più fatto parte della giunta – dice Londei – Sarebbe sbagliato però contrapporre i commercianti del centro con l’insediamento di Porta Santa Lucia: dobbiamo essere realisti e valutarlo come un nuovo e utile servizio che Urbino da ai residenti e ai turisti”.

Sulle politiche del turismo Urbino ha recentemente subito il colpo della bocciatura a capitale europea della cultura per il 2019. I buoni rapporti con l’attuale amministrazione comunale lo frenano nel criticare apertamente l’idea presentata, ma su una cosa è sicuro: “C’è stato poco coraggio nel non sostenere il progetto della ferrovia”. Puntando il dito su Ancona, aggiunge: “La Regione ha idee diverse, ma Urbino rimane un’anomalia in Europa con la linea ferroviaria soppressa dal ’87”.

Per i trasporti Londei vuole un potenziamento che valorizzi le attività culturali per le quali la città ha fama: “Urbino nel mondo vuol dire eccellenza nella grafica con gli istituti d’arte che abbiamo sul territorio. Ci vorrebbe – secondo il direttore dell’Accademia – un evento almeno biennale e di respiro internazionale sulle arti grafiche”. Ma sarebbe inutile senza un adeguato sistema di collegamenti con l’esterno: “L’Ami ha avviato la tratta Urbino – Crotone che collega quattro regioni e fa viaggiare migliaia di studenti e turisti, ma gli autobus non possono bastare, ci vuole la ferrovia”. Nel dibattito sulla scelta del tracciato per la superstrada Fano-Grosseto, Londei si schiera con i sostenitori del vecchio percorso: “In quella prima proposta c’era l’accordo delle tre regioni coinvolte: la nuova ipotesi porta con sé troppi problemi”.

http://ifg.uniurb.it/static/sito-2015/2014/02/10/ducato-online/riattivare-la-ferrovia-di-urbino-e-chiudere-subito-ca-lucio-giorgio-londei-si-ripropone-per-guidare-la-citta/56688/index.html

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Matteo Ricci stia alla larga dai nostri monti
… Per Giorgio Londei il sentimento è diverso, molto diverso: «Urbino, come ha stabilito una sentenza, deve tornare ad essere Capoluogo, riappropriarsi di un ruolo trainante nel Montefeltro, farsi interprete delle proprie istanze e di quelle dei vicini».
...
«Si parla e si continuerà a parlare di fusioni. Urbino, la città che se i cittadini vorranno guiderò, si farà capofila in questo dibattito».
Che vuole dire capofila?
«Vuol dire che si metterà a disposizione del territorio per discutere di manovre comuni e strategiche. Volponi già nel 1987 insisteva sull'importanza di riappropriarsi di un'identità storica con radici nel Montefeltro e nell'antico ducato. E' il caso di lavorare in questa direzione. Sono parole pronunciate anni fa ma ancora valide».
Sulla ferrovia, pare che Ricci voglia smantellare i binari, lei è piuttosto netto.
«Sì, la linea va ripristinata. Per farlo bisogna ampliare il consenso tra i Comuni. Naturalmente poi il ruolo decisivo lo avranno Stato e Regione».

Da: Il Resto del Carlino del 11/2/2014
 
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Nasca un consorzio per la nostra ferrovia
«Per il ripristino della ferrovia Fano-Urbino, proponiamo l'immediata costituzione di un Consorzio pubblico-privato tra la Regione Marche, la Provincia di Pesaro e Urbino, i Comuni interessati, le associazioni "Ferrovie del Metauro" e "Assoutenti" e le autolinee, in grado di presentare un progetto che potrà accedere ai fondi della nuova programmazione europea e gestire la tratta».
E' questa la proposta di Gianluca Carrabs (amministratore unico dell'Assam) e dei Verdi, affinché si valorizzi l'esistente e si promuova una mobilità alternativa alla gomma con positive ricadute per la salute pubblica e l'ambiente.
«La linea era stata dismessa per una chiara scelta politica a favore di un servizio sostitutivo mediante autolinee finanziate dalla Regione Marche, portata avanti proprio da chi oggi mette come primo punto del suo programma elettorale la riapertura dalla tratta ferroviaria; ma proprio in questo periodo - sottolinea Carrabs - in cui ci sono tagli sempre più pesanti ai contributi regionali per il trasporto su gomma (e sarà sempre peggio) è utile ripensare al tra …
A muovere le cose in questo senso è stato per primo Franco Corbucci, sindaco di Urbino, il quale ha chiesto alla Provincia di non spezzettare la tratta e puntare alto.
«Sicuramente però – continua l'esponente nazionale dei Verdi - ciò avviene solo se tutti gli attori istituzionali s'impegnano a promuovere questo progetto presso la Regione. Un esempio concreto già c'è nelle Marche ed è quello dell'elettrificazione della tratta San Benedetto del Tronto - Ascoli Piceno, dove c'è stato un intervento totale di circa 15 milioni di euro tra l'elettrificazione e le opere accessorie, coperto per l'80 per cento tramite i fondi europei FAS e il restante con il contributo della RFI e in minima parte della Provincia e dei Comuni interessati.
La sinergia istituzionale - conclude Carrabs - sarebbe l'unico modo attraverso il quale realizzare questo intervento che è in linea con gli obiettivi che la Regione Marche deve realizzare per i traguardi previsti dal protocollo di Kyoto e che finanzia l'Unione Europea, perché limitare il trasporto su gomma a favore del trasporto ferroviario diminuisce il consumo dei carburanti fossili e le emissioni di Co2».

Da: Il Resto del Carlino del 11/2/2014
 
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La via verde del Metauro.
Ex ferrovia Fano – Urbino, nuova pista ciclopedonale
Ad ogni tornata elettorale dal miracoloso “libro dei sogni” di alcuni politici locali ricompare come d’incanto la nostra cara ex ferrovia Fano – Urbino, ormai chiusa dal 1987. Una ferrovia non elettrificata e ad un solo binario che arrivava ai piedi della città ducale. Libro dei sogni che più passano gli anni e più si arricchisce di capitoli fantastici dove si promettono metropolitane ultra leggere, che collegherebbero tutti i paesi della nostra vallata, con linee iper veloci a tutte le ore del giorno e della notte, migliaia di utenti pronti a riprendere il treno leggero e chi più ne ha più ne metta.
Un libro che piacerebbe anche a me diventasse realtà, ma venticinque anni di chiusura ci dicono che almeno in questo secolo ciò non potrà accadere per i motivi che conosciamo da decenni e che ne hanno decretato la chiusura: un’utenza ridotta che non sosterrebbe l’investimento, una tratta a binario unico non è elettrificata, un sedime in gran parte da ripristinare così come gli otto tunnel e undici ponti che s’incontrano lungo il tragitto. Occorrerebbero insomma decine e decine di milioni di euro che nemmeno l’Europa ci darebbe mai. Purtroppo in venticinque anni nessun ente ha mai fatto una proposta che prevedesse l’ipotesi della riapertura perché è evidente come sia palesemente impraticabile: pensate cosa vorrebbe dire solo per la città di Fano riaprire i numerosi passaggi a livello.

Premetto che non ho nulla da obiettare al ritorno del treno, anzi ne sarei entusiasta, ma visto che ciò difficilmente accadrà, prima che la struttura sia compromessa definitivamente oggi l’unica soluzione sostenibile, in sinergia fra Comuni, Provincia, Regione ed Europa, è quella di realizzarvi una bella pista ciclopedonale. Pensate cosa vorrebbe dire collegare la Fano romana, città di mare e del Carnevale, con l’Urbino ducale, tesoro cinquecentesco e patria di Raffaello, passando per una vallata, quella metaurense, dai meravigliosi scorci incontaminati e borghi storici unici al mondo.
Vorrebbe dire rilanciare un’intera valle con turismo, attività di ristorazione, b&b, alberghi, affittacamere, servizi, agenzie per escursioni; un biglietto da visita per i milioni di cicloturisti europei che verrebbero a trascorrere qui le loro vacanze. Vorrebbe dire per i residenti benessere e migliore qualità della vita, più sport, meno traffico, meno incidenti e meno morti, più salute e ricchezza. In sostanza un’economia che potrebbe tornare a girare, creando nuova occupazione e posti di lavoro. Inoltre quest’utilizzo non pregiudicherebbe di sfruttare la struttura per il passaggio delle fibre ottiche per la banda larga, ergo internet veloce e free per tutta la vallata e servizi all’impresa.
Oggi valorosi volontari si apprestano a ripulire il tratto fanese dalla vegetazione incolta che ha invaso il sedime con l’obiettivo di regalare ai concittadini fanesi un’interquartieri pedonale sicura e protetta ed al tempo stesso far capire la potenzialità di questa struttura per incentivare le istituzioni ad operarsi in merito.
Una convinta comunione d’intenti dei comuni della vallata con Fano capofila insieme a Provincia e Regione potrebbero veramente battezzare un progetto di riconversione “a step” con il quale intercettare parte dei fondi Europei e salvare davvero questa struttura restituendola alla nostra comunità.

Enrico Fumante Coordinatore Circolo PD Fano Centro Mare

Da: www.viverefano.com del 15/2/2014
 
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La tratta ferroviaria Fano – Urbino è in vendita.
A Saltara pronta una mozione per acquistarla
SALTARA – Le Ferrovie sembra vogliano “sbarazzarsi” alla svelta della tratta ferroviaria e relativi immobili. Lo afferma Vladimiro Perlini, consigliere comunale di Saltara. “Sono stato invitato dall’Assessore Galuzzi ad un incontro coi Sindaci interessati ed è emerso con chiarezza che la volontà della società statale è quella di alienare i beni appena possibile (si parla di una risposta attesa per il 27 febbraio) anche a costo di spezzettare e dare ai privati. Se acquistassero gli Enti Locali sarebbe possibile anche uno “sconto” e addirittura un pagamento dilazionato in anni. La stima di tutto il sedime da Fano a Urbino è pari ad 1,5 milioni di Euro che tuttavia potrebbero essere anche molto meno. Tutti insieme abbiamo deciso di chiedere alla Regione di acquistare al posto dei Comuni che sarebbero impossibilitati all’operazione per via del patto di Stabilità.”
“La Regione infatti al contrario di Comuni e Province non ha problemi col Patto tanto che negli ultimi anni, anche più volte l’anno, ha “distribuito la sua capacità in eccedenza” agli Enti che ne avevano bisogno, cioè tutti a partire dalle Province. L’operazione si chiama “verticalizzazione del Patto”, in sostanza chi ne ha in abbondanza lo distribuisce a chi non ne ha. Ecco perchè ho proposto che la Regione Marche provveda a proporre a ciascuno dei Comuni interessati di acquistarsi il proprio “pezzetto”, concedendo simultaneamente una capacità finanziaria (Patto di Stabilità appunto) pari alla spesa da affrontare.”
“Ed ho preannunciato – prosegue Perlini – nella stessa sede che avrei proposto al Consiglio Comunale di Saltara di rafforzare con una mozione la richiesta della Provincia, avanzando già in quella sede la richiesta alla Regione di acquistare e poi rivendere. Il Comune di Saltara, come tutti del resto, dispone di importanti risorse destinabili agli investimenti ma impossibili da spendere. Ecco perchè acquistare la nostra tratta di tutto il sedime ferroviario non è un sogno ma una realtà che potrebbe avverarsi in tempi brevi e con una spesa inferiore a 100.00,00 euro. Consentirebbe a tutta la Comunità di riappropriarsi di uno spazio che attraversa il cuore del paese dove si potrebbero pensare col tempo (secondo le future disponibilità finanziarie e a seconda di come andranno le Leggi) tanti utilizzi quali quello di uno spazio per ciclabile, per le passeggiate, il tempo libero….. Io ci credo ed è per questo che la mozione, di alto valore politico, mi auguro venga approvata all’unanimità tra pochi giorni, e sia accompagnata con atti concreti: prevedere una somma vicina ai 100.000,00 euro nel bilancio pluriennale di prossima approvazione.

IL TESTO DELLA MOZIONE
Mozione urgente per l’acquisizione del “compendio di proprietà delle Ferrovie dello Stato S.p.A.” tratta ferroviaria in disuso insistente nel territorio del Comune di Saltara.
PREMESSO
 Che l’esercizio ferroviario nella tratta Fano Urbino è cessato da quasi 27 anni;
 Che dopo anni di confronti e dibattiti la tratta è stata formalmente soppressa;
 Che a seguito delle richieste della Provincia di Pesaro e Urbino, in data 16 dicembre 2013 “Ferservizi gruppo FF SS” ha formalizzato la proposta economica all’Ente di via Gramsci per l’acquisto del compendio relativo al tracciato ferroviario (Fano, Cartoceto, Saltara, Serrungarina, Montefelcino, Fossombrone, Fermignano e Urbino per € 1.570.148,12) e di quello relativo agli immobili su di esso insistenti (€ 2.721.498,76);
 Che è del tutto evidente come sia la Provincia che i Comuni non hanno la capacità finanziaria a causa del Patto di Stabilità per affrontare la spesa;
 Che la conferenza dei Sindaci convocata dall’Assessore Provinciale Galuzzi il 5 febbraio scorso ha deciso di chiedere alla Regione di acquistare l’intero sedime ferroviario per evitare che venga venduto ai privati e spezzettato;

PREMESSO ALTRESI’
• Che è stata riferita dallo stesso Assessore Galuzzi la forte esigenza di FF SS di vendere urgentemente il bene, anche a trattativa diretta con gli Enti Pubblici, nonché con la probabilità di una sensibile diminuzione di prezzo nonché dilazione decennale del pagamento;
• Che è stata richiesta una formale risposta entro il 27 febbraio 2014;
• Che il tratto di pertinenza del Comune di Saltara ammonta a circa 49.000 mq per un “controvalore” di poco superiore ad € 100.000,00;

TUTTO CIO’ PREMESSO IL CONSIGLIO COMUNALE INVITA IL SINDACO E LA GIUNTA MUNICIPALE
 A chiedere al Presidente della Giunta Regionale delle Marche, ad integrazione e rafforzamento di analoga richiesta della Provincia di Pesaro e Urbino, di acquistare al miglior prezzo l’intera tratta ferroviaria dismessa Fano Urbino dalle Ferrovie dello Stato;
 Di chiedere alla Regione di prevedere parimenti la conseguente possibilità di alienazione ai singoli Comuni, eventualmente interessati alle tratte di pertinenza, concedendo a questi ultimi le “risorse” necessarie, ovvero attraverso la prima “verticalizzazione” del Patto di Stabilità utile del 2014, prevedendo uno “stanziamento” di natura straordinaria che non impedisca ai potenziali acquirenti di beneficiare della ordinaria verticalizzazione del Patto che da anni concede la regione a Comuni e Province;
 A prevedere nella predisposizione del bilancio pluriennale di previsione le risorse necessarie da accantonare allo scopo;
 A dare immediata esecutività al presente atto;
 Ad inviare il presente atto al Presidente della Giunta Regionale, al Presidente del Consiglio Regionale, ai Consiglieri Regionali eletti in provincia, al Presidente dell’Amministrazione Provinciale di Pesaro e Urbino, all’Assessore Provinciale Massimo Galuzzi, al Presidente del Consiglio Provinciale, ai Capigruppo in seno al Consiglio Provinciale, alla Ferservizi del Gruppo FF SS di Roma.

Calcinelli di Saltara, 12 febbraio 2014. F.to Vladimiro Perlini

DA: REDAZIONE OCCHIO ALLA NOTIZIA DEL 19/2/2014
 
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Lupus in Fabula: "L'urgenza è recuperare il sedime dell'ex ferrovia"
Dall'associazione Lupus in Fabula l'appello agli enti pubblici per l'acquisto del sedime dell'ex ferrovia Fano-Urbino: "C’è una cosa che mette d’accordo tutti: il sedime dell’ex ferrovia metaurense che collega Fano ad Urbino non può essere privatizzato, spezzettato, utilizzato a fini speculativi e per interessi privati".
"Quindi sia i fautori del ripristino del servizio di trasporto su rotaia, sia quelli che pensano sia più realistico trasformare quel tracciato in una lunga pista ciclabile, chiedono un intervento pubblico perché il sedime ferroviario continui a svolgere funzioni legate alla mobilità".
"L’acquisto da parte degli enti pubblici locali è un’occasione irripetibile, da cogliere senza indugio perché può risolvere alcuni problemi ed aprire nuove prospettive di sviluppo. Infatti:l’ex ferrovia è in vendita perché non rientra da decenni nei piani di RFI; il costo dell’acquisto è molto ragionevole; una lunga pista ciclopedonale potrebbe migliorare viabilità e qualità della vita in aree densamente popolate; l’attrattiva turistica sarebbe notevole con vantaggi economici per l’intera vallata; il possesso delle aree consentirebbe finalmente ai vari Comuni di riqualificare zone spesso degradate; la Provincia potrebbe coordinare tutti gli interventi e realizzare in pratica un unico parco urbano lungo tutta la vallata del Metauro".
"Per fare tutto questo è indispensabile però che il bene non sia spezzettato, resti in mano pubblica e venga utilizzato, anche per evitare un ulteriore degrado delle strutture esistenti e non pregiudicare nessuna opzione futura".
"Ma è anche necessario che la Provincia chieda e ottenga dai comuni il mantenimento di un vincolo di inedificabilità assoluta in tutto il sedime ferroviario incluse le aree di rispetto. L’idea di una sorta di 'via verde tecnologica' di cui la pista ciclopedonale può essere solo una parte è stata favorevolmente recepita anche dalla Regione Marche".
"Crediamo quindi che sia giunto il momento di uscire dall’immobilismo creato dalle opposte prospettive di utilizzo dell’ex Ferrovia. La Lupus ritiene che, in mancanza di studi convincenti sulla sostenibilità economica del ritorno del treno o di un servizio di metropolitana di superficie, la 'Via Verde Tecnologica' sia il progetto più realistico e fattibile, prima che il degrado dell’infrastruttura renda inattuabile qualsiasi proposta".

Da: www.fanoinforma.it del 25/2/2014
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FERROVIA METAURENSE  "FANO-URBINO"
Cosa c'è dietro quei due binari?

Il Ministro dell'Ambiente Orlando recentemente ha parlato del 'treno come mezzo che può accompagnare una "terza rivoluzione" perché si tratta di un mezzo di trasporto sostenibile, le politiche europee incentivano il trasporto su rotaia, la Regione Marche ha investito importanti risorse per elettrificare la linea San Benedetto-Ascoli, di fatto realizzando un collegamento metropolitano che collega Ancona con Ascoli Piceno stravolgendo positivamente le abitudini delle popolazioni che in quei territori vivono. Tutto si evolve tranne che nella Provincia di Pesaro e Urbino dove, troppo affrettatamente è stata presa la decisione di chiudere la Fano-Urbino e dove, ancora oggi una visione miope, fa propendere per la sua trasformazione in pista ciclabile, opera che potrebbe essere comunque realizzata in un percorso parallelo, o comunque a poca distanza. Perché tutto questo?

Riunione in Provincia 'lo scorso 5 febbraio di tutti i Sindaci dei comuni della Valle del Metauro per discutere dell'utilizzo della ferrovia Fano-Urbino. Molto probabilmente era atteso un "si" unanime circa la decisione, a suo tempo proposta dalla Provincia, e cioè la trasformazione in pista ciclabile, ma sembra che qualche amministratore abbia invece obiettato a questa decisione. Occorre ricordare che la Provincia con una delibera del 2010 rinunciava definitivamente al ripristino della ferrovia in favore   della ciclabile. A questo atto seguì la . dismissione della tratta firmata del Ministro Passera nel20Il.Da allora, si è aperta la questione dell'acquisto da parte della Provincia ed eventualmente dei singoli comuni della ferrovia secondo un prezzo di acquisto stimato di 4milioni e 300mila euro. 

PERCHE’ LA PROVINCIA VUOLE FARNE UNA PISTA CICLABILE?  Tra i motivi ci sarebbe il fatto che, tra Fano e Fossombrone, il tracciato non sarebbe più transitabile per un treno perché sarebbero state realizzate strade e case troppo a ridosso dei binari. In realtà, fanno notare dall'Associazione Ferrovia Valle del Metauro, le autorizzazioni per costruire qualsiasi cosa vengono concesse dalle ferrovie stesse, come si può quindi affermare che il treno non possa transitare? «Noi siamo assolutamente certi che qualsiasi treno potrebbe transitare lungo tutto il tracciato -dicono in una nota -ci chiediamo che fastidio potrebbero dare una ventina di treni locali nell'arco di 24 ore quando, ad esempio nell'adriatica, passano vicino alle case 200 treni di ogni tipo a velocità anche di 180km/h». Se veramente quindi non avrebbe senso far passare un treno nella Valle del Metauro ci si chiede allora perché la Provincia avrebbe ipotizzato la possibilità di costruire un nuovo tracciato accanto alla Fano Grosseto, lontano dai paesi. 

FOSSOMBRONE DISPOSTA AD ACQUISTARE LA TRATTA DI COMPETENZA PER FARE LA CICLABILE  L’Associazione giudica sorprendenti le dichiarazioni del vicesindaco di Fossombrone Michele Chiarabilli, favorevole alla ciclabile, che avrebbe manifestato l'interesse da parte del comune d! acquistare il tratto di competenza: «Si tratterebbe di una spesa attorno ai 300mila euro ...ogni anno dobbiamo ripulirla da soli». «L'associazione -continua la nota -per due volte nel comune di Fossombrone ha organizzato la Giornata Nazionale delle Ferrovie Dimenticate (2011 e 2013) ed ha dovuto ripulire completamente il tracciato utile alla manifestazione. Caporale giornalista de "Il Fatto quotidiano" durante la sua visita a Fossombrone per la realizzazione del video "La vita è un treno" nell' agosto scorso ha trovato la stazione indecente. Per quale motivo - chiedono - non si è provveduto a fare un esposto alle ferrovie, concessionarie del bene, per rendere decorosa almeno la stazione? Il 25 settembre 2011 alla festa del PD, in un'assemblea pubblica sulla ferrovia Fano-Urbino con la partecipazione del presidente della provincia Ricci e l'assessore Galluzzi, il sindaco Pelagaggia dichiarò che, con la sua promessa di non fare richieste alle ferrovie per il taglio della vegetazione, una pratica edilizia, in cui le ferrovie stesse dovevano esprimere un parere, avrebbe avuto un iter più veloce. È forse questa la ragione?».

UNA LINEA TECNOLOGICA.  Oggi, sembra che gli uffici della Provincia stiano lavorando sul progetto della pista ciclabile. «Per quale motivo tutta questa frenesia quando ci sono strade e scuole in condizioni pessime di competenza provinciale da sistemare?». L'ingegnere della Provincia fa notare che attraverso uno scavo si potrebbero far passare cavi di fibra ottica. Nuovo interrogativo: «Se ci fosse la ferrovia un cavo non potrebbe comunque passare? Tutte le linee ferroviarie abbondano di cavi, Infostrada utilizza per la sua rete telematica le linee ferroviarie. Cosa realmente si vuol far passare sotto la ciclabile? Per caso un nuovo acquedotto per prosciugare ancora di più il Metauro e le falde acquifere della vallata a servizio di Pesaro?» Altro punto non chiaro è il costo per l'acquisto della ferrovia: ora non si parla più di 4milioni e 300mila euro ma di 1 milione e 500mila euro. «Crediamo - continuano dall'Associazione - che qui qualcuno stia dando troppi "numeri" occultando parecchie cose». Tra l'altro, esisterebbe una proposta di legge nazionale sulle ferrovie turistiche presentata a giugno 2013 che, se approvata, tutelerebbe l'unità del tracciato, garantirebbe finanziamenti e gli enti locali non dovrebbero sborsare denaro. Infine non va dimenticata l'importante dichiarazione da parte del Presidente di Adriabus, società che gestisce attualmente il servizio di trasporto pubblico su gomma, circola disponibilità a gestire l'esercizio dei treni, realizzando nelle Marche un modello "virtuoso" di trasporto integrato che oggi, in Italia, esiste unicamente con risultati eccellenti, nella Provincia Autonoma di Bolzano.

Da: Il Giornale del Metauro n. 103, febbraio 2014

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7^ Giornata Nazionale delle Ferrovie Dimenticate, passeggiata sui binari dalla stazione di Urbino
Domenica 2 marzo si terrà la 7^ Giornata Nazionale delle Ferrovie Dimenticate con manifestazioni in tutta Italia. L’Associazione FVM, insieme al circolo Legambiente Urbino , il FAI Pesaro ed il Club Alpino organizza il suo Evento dal titolo: 'Un percorso tra le armonie del passato e le realtà del presente'.
Una passeggiata sui binari dalla stazione di Urbino ( h 09:00) fino al casello al km 76+863 ( 6 km a/r). Lungo il percorso saranno fornite informazioni sulla storia e le caratteristiche della ferrovia (abbigliamento idoneo, scarpe da trekking, munirsi di torcia). Sarà presentato anche un ordine del giorno a disposizione di tutti i consiglieri comunali, provinciali e regionali per riaprire il dibattito sul futuro della ferrovia Fano Urbino.
Nelle precedenti manifestazioni si erano messe in evidenza le potenzialità turistiche, le straordinarie caratteristiche tecniche e lo stretto legame tra storia del territorio e capacità di modificare positivamente la mobilità pubblica in stato di difficoltà crescente.
Quest’ anno si vuole proporre un altro aspetto:
se non si fosse abbandonata la viabilità ferroviaria nel Montefeltro sarebbe stato necessario costruire opere stradali ad alto impatto paesaggistico e dai costi faraonici?
se l’idea di sostituire la ferrovia con la ciclabile o non si sa che cos’altro andasse avanti, quante aree verdi, rimaste tali per la pertinenza con la ferrovia, diventeranno edificabili ??
La mancata ricostruzione del tratto Pergola-Fermignano, l’abbandono del progetto Urbino Sant’Arcangelo di Romagna, il mancato potenziamento della Fano Urbino unito a interessi privati e miopia politica hanno determinato prima la sospensione del servizio ferroviario nell’1987 ed ultimamente, per opera dell’attuale dirigenza politica locale, la dismissione nel 2011.
Noi siamo convinti che da tutti gli errori del passato e soprattutto dagli "orrori" del presente si possa ancora tornare indietro; a tal fine proponiamo a tutti coloro che sono convinti sostenitori delle nostre tesi di partecipare all'evento urbinate che significherà non più una passeggiata domenicale ma una vera forma di lotta e protesta.
Le ferrovie a carattere locale, per ragioni legate alle dinamiche d’impatto ambientali ed agli attuali costi, difficilmente vengono ricostruite se dismesse e distrutte : rinunciare all’ unica ferrovia a carattere locale della provincia di Pesaro e Urbino in cambio di una misera ciclabile è una scelta che si ripercuoterà negativamente sulle generazioni future.
La Fano Urbino può essere un'icona della Valle Metauro, così come lo è diventata in Val Venosta ove ferrovia e valle , indissolubilmente unite nell'immaginario collettivo, formano un formidabile strumento per il progresso della collettività .
Infine comunichiamo anche che l’Associazione FVM parteciperà, su specifico invito, al “VII FESTIVAL EUROPEO DEL GUSTO sulle FERROVIE DIMENTICATE” a Grantorto di Padova il 1 marzo.
Dagli Organizzatori

Da: www.viverefano.com del 28/2/2014
 
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Immobilità insostenibile: domenica 2 passeggiata con ForBici
I rovi che coprono la ex ferrovia Fano-Urbino sono forse l'immagine più significativa dell'attuale situazione cittadina.
L'intreccio inestricabile e insormontabile dei rami rimanda a un dibattito politico fatto di veti incrociati, di sospetti, di cambi di schieramenti incomprensibili alla gente comune. Mi trovo anche a cena con gli amici ad annoiarmi in discussioni politiche tanto animate quanto inconcludenti. E i miei amici sono persone che amo e stimo. Amo il treno, quanto non sopporto l'automobile. Con il treno e con la mia bicicletta vado ovunque e mi godo il viaggio. Amo le ferrovie secondarie come la Pergola-Fabriano e la Sulmona-Maiella che sono a rischio di chiusura: fanno parte della bellezza del nostro paese, bellezza suggestiva e altrettanto fragile.
Ma quello che nella mia vecchiaia odio sempre più è il rimanere sospeso, le decisioni non prese. Il tempo che passa senza che nulla cambi, il degrado che avanza inesorabile su parallele che procedono all'infinito senza mai una soluzione. Per alcuni i rovi diventano un sicuro rifugio o addirittura un senso di vita. Per altri, più semplicemente una protezione per un piccolo orto abusivo. E il treno del tempo continua inesorabile e indifferente alle guerre degli umani.
Il 2 marzo (giornata nazionale delle Ferrovie Dimenticate, indetta da Co.Mo.Do) potrebbe essere un momento di riconciliazione provinciale in cui due eserciti armati di falci e rastrelli puliranno due tratti della Fano-Urbino. Due eserciti ferocemente contrapposti che per un giorno si troveranno sullo stesso percorso a difendere un bene comune da quelli che sono i veri nemici: i poteri forti. Quelli che si avventano su qualunque spazio vuoto ("horror vacui") e lo occupano con scheletri di cemento (vedi ex zuccherificio). Noi realisti, quelli che... "intanto rendiamo il percorso percorribile a piedi e in bicicletta", cercheremo di aprire un varco tra il muro di rovi che divide Sant'Orso da San Lazzaro.
Domenica 2 marzo, alle ore 10, vi aspetteremo all'ingresso dello stadio Mancini di Fano (in via Metauro) per una passeggiata-sopralluogo su quella che potrebbe diventare "l'interquartieri ciclo-pedonale" di Fano.
Da Associazione Forbici Fano

Da: www.viverefano.com del 1/3/2014
 
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Due giorni urbinati per Sgarbi: "Vi hanno governato irresponsabili"
Il critico d'arte ha offerto una cena a cittadini e poi domenica mattina è andato in giro per le piazze, ha raccolto firme a suo sostegno ed ha fatto un giro nella littorina lungo la Fano-Urbino.
Urbino, 2 marzo 2014 - Una full immersion urbinate. Vittorio Sgarbi è arrivato in città ieri sera per una cena elettorale a chilometri zero offerta al Collegio Raffaello e oggi ha girato tra i cinque gazebo allestiti per le primarie dei Verdi nel centro storico e nelle frazioni.
Ha incontrato tante persone, si è fermato a parlare con tutte, si è fatto fotografare, si è confrontato con chi gli ha proposto idee e indicato problemi, ha lavorato per preparare il terreno alla rete di alleanze che saranno fondamentali se vorrà continuare la corsa a sindaco.
«Dopo queste primarie - ha spiegato - vedremo se sarà possibile ufficializzare la mia candidatura. Se ci sarà affluenza e le persone dimostreranno calore e curiosità per il progetto, io ci sarò. Se, invece, la città non risponderà positivamente e non potremo sostenere il confronto con le primarie del Pd, allora farò un passo indietro e valuterò se ci potrà essere spazio per un altro tipo di collaborazione».
Non ha perso occasione per lanciare stoccate al Pd urbinate, il fatto di essere stato escluso dalle primarie non gli è proprio andato giù: «Il Pd locale ha dimostrato un atteggiamento fascista. Non vedo perché tagliar fuori il candidato proposto dal vicesindaco Tempesta, esponente di un partito, i Verdi, che per cinque anni è stato dentro l'alleanza di centrosinistra con il Pd. Sarebbe stato più corretto dire subito che avevano paura. Se mi candiderò, Tempesta dovrà subito dimettersi per dare un segnale forte di dissenso. Urbino è la città ideale per eccellenza, ma è stata violentata da amministratori irresponsabili. Per questo abbiamo scelto di fare le nostre primarie, aperte e davvero democratiche perché chi non vuole sostenere il mio nome, può comunque indicarne uno alternativo».
Curiosa e divertente è stata la visita alla ex stazione di Urbino, dove il professore ha incontrato i sostenitori del ripristino della ferrovia in occasione della 7 ª Giornata nazionale delle ferrovie dimenticate.
Sgarbi in compagnia di un gruppo nutrito di curiosi ha fatto un giro nella littorina gialla, tanto gli è bastato per convincerlo a spostare la causa del ripristino della ferrovia e far crescere l'entusiasmo di poter fare qualcosa di positivo per il territorio.
I cittadini lo hanno incoraggiato un po' a modo loro: «Sgarbi, te devi candide', gambia te qualco' a Urbin». Rimane il nodo delle alleanze, se il critico si lancia nella corsa vuole farlo da vincente e allora servono sostenitori forti, come potrebbe essere Maurizio Gambini della lista civica "Adesso Governiamoci", sostenuta anche dalle forze di centro destra.
Il critico non ha dubbi: «Dobbiamo unire tutte le forze anti-Pd, solo così potremo batterli».
di Valentina Bicchiarelli

Da: www.ilrestodelcarlino.it del 3/3/2014
 
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Passeggiata sui binari dell’ex ferrovia metaurense: iniziativa da ripetere
Chi domenica scorsa ha passeggiato sui binari dell’ex ferrovia metaurense a Fano (una quarantina di persone) è rimasto sorpreso; non immaginava che in così poco tempo si potesse attraversare una parte della città in silenzio e senza correre il rischio di essere investito.
Tra l’altro, passeggiando e chiacchierando, sono stati raccolti ben quattro grossi sacchi di spazzatura accumulatasi negli anni. Visto il positivo accoglimento della ripulitura dei binari avvenuta nei giorni precedenti a cura delle associazioni Argonauta, Bartolagi, For.bici FIAB e Lupus in Fabula, è possibile che l’iniziativa venga continuata in altri tratti del Comune di Fano (in particolare in modo da congiungere S. Orso con S. Lazzaro) e riprodotta anche altrove; infatti, sono in corso contatti tra le associazioni ambientalistiche e alcuni enti pubblici per cominciare a fare “dal basso” qualcosa di utile e concreto senza aspettare le calende greche.
In questo modo sarebbe possibile in tempi ragionevoli realizzare non solo una vera e propria “strada interquartieri pedonale” ma anche un lungo parco lineare tra la costa e l’entroterra. Nel frattempo, almeno a Fano, camminiamo sempre più numerosi tra i binari ripuliti; fa bene alla salute e al traffico; in attesa che il sedime dell'ex ferrovia diventi percorribile anche in bicicletta.
Da Enrico Tosi

Da: www.viverefano.com del 4/3/2014
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Sgarbi e Londei sulla vecchia ferrovia: “I treni torneranno presto”

di Antonella Ferrara    -    Pubblicato il 3/03/2014                  
URBINO –  “La ferrovia s’ha da fare”. Parola di Giorgio Londei e Vittorio Sgarbi che ieri in occasione della Settima giornata nazionale delle ferrovie dimenticate hanno passeggiato sui binari dismessi e assicurato il loro sostegno alle associazioni che da anni si battono per il ripristino della vecchia rete ferroviaria.  Scarpe da trekking, elmetto e torcia alla mano. L’abbigliamento è quello di un’ escursione al Furlo eppure la passeggiata domenicale non è nelle gole della riserva ma tra i binari della vecchia ferrovia.

L’iniziativa nazionale a Urbino si colora di sfumature particolari, intrecciandosi con la campagna elettorale. Giorgio Londei arriva in mattinata, passeggia con i manifestanti e a loro assicura il suo sostegno. Il padròn di Adriabus non ha dubbi: se diventerà di nuovo sindaco di Urbino, sulla ferrovia torneranno i treni. Gli ambientalisti si erano dati appuntamento alla vecchia stazione. Da qui era cominciata una passeggiata fino al casello “della signora Antonia”, sulla strada Rossa, a metà strada tra Urbino e Fermignano. Giusto il tempo di qualche foto e poi via, tutti insieme verso Urbino.
All’una senza preavviso arriva Vittorio Sgarbi accompagnato dall’amico Lorenzo Tempesta. Sgarbi viene subito caricato sul carrellino giallo, usato per la manutenzione della ferrovia dall’associazione Ferrovie Valle del Metauro, e portato in tour sui binari.
“Ci parlava come un insegnante ai suoi allievi- racconta Carlo Bellagamba, presidente di FVM- e noi eravamo ben lieti di ascoltarlo”. Il critico d’arte, dopo aver visitato i ponti e le opere d’arte, si è complimentato con le associazioni e ha assicurato appoggio alla loro battaglia. “Sgarbi ha definito scandaloso l’isolamento di Urbino e ci ha messi in guardia sul rischio di perdere lo status di patrimonio dell’Unesco per l’assenza di collegamenti.”

Durante la giornata il percorso sulla ferrovia si è alternato a momenti di sosta in cui si è parlato del territorio, della cultura e della storia. Tra una galleria e l’altra, ci si è fermati a osservare i verdi panorami della valle mentre qualcuno leggeva Volponi o ricordava i fasti del duca Federico.

 “Ci fu un tempo in cui chi era al governo della città amava la valle del Montefeltro- spiega Bellagamba – ma adesso non è più così.”
L’associazione FVM ieri ha presentato un ordine del giorno al consiglio comunale di Urbino in cui si chiede di riattivare la ferrovia.
“Basterebbero 80 massimo 90 milioni di euro- spiega Bellagamba- la cifra è stata stimata da Gabriele Bariletti, progettista ferroviario e docente universitario. A lui abbiamo chiesto di calcolare un preventivo che tenesse conto non solo dei treni ma anche del recupero della rete ferroviaria”.

L’associazione non condivide le scelte delle amministrazioni comunali che da anni liquidano la questione ferrovia come un impegno economico non sostenibile per le casse comunali.
“ Le Marche riceveranno un miliardo di euro per i trasporti- precisa – si tratta di finanziamenti europei. Perché non utilizzarli? Noi non dobbiamo espropriare le terre, la rete ferroviaria è qui, ce l’abbiamo. I binari che corrono lungo la valle del Metauro potrebbero non solo valorizzare il territorio ma anche dare un nuovo impulso all’imprenditoria.”

Negli ultimi anni per la ferrovia abbandonata sono state avanzate proposte di vario tipo. Quella del “bici-treno” è stata sicuramente la più discussa. Ma gli ambientalisti aggrottano le ciglia e sogghignando all’idea di una “Disnayland” del Montefeltro, incalzano: “ Il treno è un transatlantico, il bici-treno un pedalò. Questa zona ha bisogno di richiamare numerosi turisti non pochi sparuti curiosi”.

La manifestazione di ieri ha portato sulla ferrovia circa 200 persone che dopo la passeggiata sui binari si sono cimentati in un trekking urbano verso la città ducale.
“Oggi -conclude Bellagamba- abbiamo ricevuto il sostegno di alcuni candidati a sindaco: a noi spetta il compito di far conoscere la ferrovia e il territorio, agli amministratori quello di agire concretamente.”

Da: http://ifg.uniurb.it/static/sito-2015/2014/03/03/ducato-online/sgarbi-e-londei-sulla-vecchia-ferrovia-i-treni-torneranno-presto/58261/index.html

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Giornata Ferrovie Dimenticate, l'associazione del Metauro: "Nuove occasioni di recupero"
La 7^ Giornata Nazionale delle Ferrovie Dimenticate, organizzata dall’ Associazione FVM, da Legambiente Urbino e dalla delegazione FAI Pesaro e Urbino, si è svolta anche quest’anno con l'aiuto di una splendida giornata nella zona del Montefeltro.
Il bel tempo ha permesso a tante persone, venute soprattutto da fuori provincia, di ammirare il paesaggio attraversato dalla Ferrovia Fano Urbino e le strutture, quali ponti, gallerie, caselli e stazioni, che si inseriscono perfettamente nell'ambiente.
Il titolo della manifestazione "Un percorso tra le armonie del passato e le realtà del presente" trae origine dallo "stridente contrasto - dicono dall'associazione Ferrovia Valle del Metauro - che scaturisce dall'osservazione visiva quando, nel nostro caso, si constata che la ferrovia, infrastruttura realizzata in un 'contenitore' paesaggistico di alto valore, si inserisce nell'ambiente con sapienza ed equilibrio, divenendo essa stessa opera di valore fortemente attraente mentre alcune opere stradali recenti, pur svolgendo la medesima funzione di trasporto, comunicano un senso di intrusione e di disagio".
"Due gruppi di escursionisti, uno partito dalla stazione di Urbino (condotto da FVM e Legambiente) e l'altro dalla stazione di Fermignano (guidato dal CAI ), si sono incontrati a metà percorso al casello della Strada Rossa. Oltre 250 intervenuti, dopo i saluti ed i discorsi di rito, sono tornati insieme ad Urbino, ammirando il paesaggio e vivendo fisicamente la realtà di una struttura di trasporto di importanza basilare per il territorio e per la salvaguardia dello stesso".

"FVM ha lasciato a disposizione di tutti un ordine del giorno che, specialmente rivolto ai consiglieri comunali, provinciali e regionali, invita le Autorità locali a riaprire il dibattito sul futuro della ferrovia Metaurense alla luce della situazione generale di crisi e delle diverse situazioni createsi negli ultimi tempi. In esso si è posto in evidenza il danno arrecato alla comunità dal definitivo abbandono del servizio su ferro, perseguito dalla provincia, dall'isolamento ferroviario delle zone interne ponendo il territorio peserese tra gli ultimi d'Italia nel rapporto tra sviluppo chilometrico e densità di popolazione e l'esclusione dello stesso territorio dai collegamenti rapidi e sicuri, tramite la Rete AV, con il resto della Nazione".
"Le visite del Senatore Giorgio Londei e del Prof. Vittorio Sgarbi sono state ulteriori gratifiche per gli organizzatori e prove dell'importanza dell'evento. Il giorno precedente, a Grantorto di Padova, FVM ha partecipato alla 7 ^ edizione del Festival Europeo del Gusto incentrato sulle Ferrovie Dimenticate. In tale importante evento, confrontandosi al tavolo dei Relatori (fra i Responsabili nazionali del settore del turismo e dell'accoglienza), ci si è resi conto conto che ferrovie troppo frettolosamente abbandonate sono ritornate prepotentemente al centro dell’attenzione ed hanno assicurato efficienti servizi ed opportunità ai distretti territoriali. Inoltre è emersa la reale possibilità che, attraverso l'intervento mirato della Comunità Europea, si apriranno canali di finanziamento sul trasporto ferroviario turistico supportato da validi progetti avanzati da Amministrazioni capaci, intelligenti e ricettivi alle proposte. E' lecito alimentare una tale speranza anche qui, da noi?".

Da: www.fanoinforma.it del 5/3/2014
 
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Ferrovia Fano-Urbino, il dibattito “ripristino” o “pista ciclabile”: una guerra tra poveri.
di Alessandro Marconi
URBINO – La settima Giornata Nazionale delle Ferrovie dimenticate porta nuovamente alla ribalta il tema della ferrovia Fano-Urbino. C’era anche Vittorio Sgarbi a percorrere a piedi un tratto di quei binari che dal mare portano alla città ducale.
In tutta Italia il dibattito sulle tratte “dimenticate” ha ripreso grande vigore sopratutto perché il treno, oggi più che mai, si identifica come il trasporto sostenibile (che non inquina) per eccellenza.
Non va inoltre dimenticato che il trasporto pubblico, in un’epoca di crisi come questa, assume un valore centrale visto che gli spostamenti in macchina sono diventati esageratamente costosi. Ma il progetto del ripristino della tratta ferroviaria, purtroppo, nel nostro Paese, deve essere accompagnata da un necessario cambio di mentalità. Non siamo mai stati abituati ad utilizzare i mezzi pubblici, pochi di noi lo fano, alcuni solamente negli anni della scuola o dell’università.
Forse perché gli orari stessi dei trasporti pubblici non sono mai stati calcolati in funzione delle necessità dei passeggeri. Per quanto tempo le nostre fermate degli autobus sono state sprovviste di tabelle e orari? Senza parlare poi dello stato di alcune fermate. Solo negli ultimissimi anni, con fondi europei, sono state realizzate alcune pensiline per il riparo dalla pioggia e per rendere più “decorosa” l’attesa.

Manca la cultura dell’uso del mezzo pubblico e, nei politici e amministratori la cultura della mobilità (la situazione della viabilità fanese ne un esempio lampante). E’ questa una carenza culturale che ci ha portati alla situazione odiernia. Se fossimo stati un Paese più saggio, questo dibattito “ferrovia si / ferrovia no” non si sarebbe nemmeno aperto semplicemente perchè la ferrovia avrebbe continuato a funzionare e, oggi, staremmo a discutere su come e dove realizzare un’altra infrastruttura indispensabile: la pista ciclabile!
Invece la diatriba “treno – pista ciclabile” ha ormai assunto toni da “guerra dei poveri” mettendo una contro l’altra le Associazioni del territorio, spaccando il giudizio dei cittadini ed anche delle amministrazioni. Considerando poi anche il fatto (non da poco) che realizzare una pista ciclabile è tecnicamente più semplice che rimettere in piedi il trasporto ferroviario e, per chi deve dare delle risposte e “fare bella figura” è sicuramente la soluzione più rapida ed “elettoralmente” più vantaggiosa.
Eppure la pista ciclabile potrebbe, come molti hanno affermato, essere realizzata utilizzando percorsi alternativi, magari seguendo il fiume Metauro, senza per questo dover pregiudicare il tracciato ferroviario.
E quali mezzi, meglio di treno e bicicletta, possono integrarsi a vicenda per una “mobilità dolce” sul territorio? Allora come si spiegano queste contrapposizioni?
Ancora una volta ciò che manca è una visione politica coraggiosa del futuro di una intera vallata. Non dimentichiamo gli aspetti legati al turismo che questi tipi di infrastrutture (treno e pista ciclabile) potrebbero generare. La ferrovia rappresenta un grande segno di modernità e di civiltà così come la pista ciclabile. Per la nostra valle servono entrambe! E coloro che fomentano la diatriba “pista ciclabile o ferrovia” non hanno capito che i primi a perdere saranno i cittadini ed un intero territorio.

Da: www.ilmetauro.it del 6/3/2014
 
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Cittadini 5 stelle, Canalini: “‘Ferrovia Val Metauro: quello che la gente non sa’
Il 2 marzo si è svolta la VII Giornata delle Ferrovie Dimenticate organizzata dall’Associazione Ferrovia Valle Metauro (www.ferroviafvm.it), associazione nata nei primi anni 2000 con l’intento di recuperare la linea ferroviaria Fano-Urbino (non più attiva dal 1987) come valorizzazione del territorio e non solo.
Fu la Provincia, nel lontano 1898, a finanziare questa linea ferroviaria; si evince quindi che questa tipologia di trasporto esiste da oltre cent’anni e attraversa la Val Metauro. Si deve anche considerare il fatto che possiamo tranquillamente parlare di una lodevole infrastruttura frutto del genio umano (via ferrata) che ad oggi assume un alto valore storico, considerati i periodi storici che questa linea ferroviaria ha attraversato finora dalla sua lontana nascita (fine 800). Molte opere d’arte come ponti, viadotti, gallerie e stazioni sono state costruite e tuttora sono esistenti e potenzialmente ancora sfruttabili, tant’è che l’originario progetto di far proseguire la via ferrata da Fermignano fino a San Sepolcro e da qui ad Arezzo e Livorno, potrebbe essere ancora realizzabile.
Tuttavia, almeno per il momento, come mi ha autorevolmente spiegato uno dei membri dell’associazione, sarebbe opportuno, anzi è opportuno far conoscere e condividere con più persone possibili la realtà degli ultimi fatti: Matteo Ricci attuale Presidente della Provincia, è riuscito con il consenso di pochi (suoi spalleggiatori), pertanto senza chiedere il consenso ai cittadini della valle interessati, ad eliminare il vincolo preesistente. Tale vincolo obbligava tutti i comuni attraversati dalla linea ferroviaria a rispettare la distanza dei 30mt (previsti per legge) su ambo i lati della linea ferroviaria, per poter edificare.
E’ riuscito con i suoi potenti mezzi a compiere quest’azione, che è diventata ancora più grave nel momento in cui il Ministero dei Trasporti gliel’ha tranquillamente appoggiata. L’Associazione Ferrovia Valle Metauro con tutte le sue forze ha cercato di ostacolare tale azione, ma ai componenti dell’Associazione è stato impedito di attivarsi in qualsiasi maniera, sapete perché? Perché sono soltanto un’Associazione e non cittadini che manifestano i loro Diritti… ma come? L’Associazione esiste perché un gruppo di persone, cittadini della valle, ha voluto unire le forze per usare un’unica voce, con la speranza che fosse più forte, per poter manifestare i propri Diritti, che sono stati violati.
I sacrosanti Diritti di chi ha vissuto e continua a vivere in un territorio che, in virtù di questa rete ferroviaria, ha potuto intrecciare rapporti di lavoro, coltivare amicizie, socializzare, comunicare e insomma trasmettere i propri saperi e valori. Vi sembra poco? E’ un’Associazione con un compito ben preciso: salvaguardare la memoria, i mezzi, le infrastrutture e la storia di una via ferrata che ancora oggi, con le giuste precauzioni e manutenzioni del caso può essere tranquillamente riattivata, addirittura per un trasporto turistico alla riscoperta del nostro passato.
Parliamo di un progetto attuabilissimo dal punto di vista tecnico, mi conferma un altro socio dell’Associazione, il quale è un ingegnere laureando che proprio come tesi tratterà questo argomento. Il recupero della linea con il conseguente transito di treni a basso impatto ambientale, continua il futuro ingegnere, è possibile, addirittura spendendo veramente molto meno di quanto si verrebbe a spendere se davvero l’idea di Ricci (e dei suoi soliti pochi) andasse avanti, quella di riconversione dell’intera tratta a pista ciclabile, idea “un bel po’” originale del presidente della Provincia, nonché aspirante sindaco.
Come Cittadino 5 Stelle di Pesaro mi domando e vi chiedo: Vogliamo prendere atto che “un bel po”’ di cose anzi, io direi “un Gran bel po’” di cose, a causa di quasi 70 anni di mal governo di sinistra, non funzionano? E’ arrivato il momento di percepire.
Alessio Canalini Candidato consigliere comunale

Da: www.pesaroprima.it del 6/3/2014
 
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Ferrovia Fano Urbino: l'Associazione FVM in merito all'interrogazione della senatrice Fabbri
Recentemente la Sen. Camilla Fabbri (PD), in un’ interrogazione parlamentare, si è interessata al piano d’investimenti ferroviari per il Centro e il Sud Italia.
"Il trasporto ferroviario, riferisce la Sen. Fabbri nella sua interrogazione, rappresenta, con la rete autostradale , il sistema di circolazione della nostra penisola e sottolinea il fatto che chi, per spostarsi, sceglie il treno contribuisce all’abbattimento delle emissioni dei gas di scarico.
Il trasporto su rotaia è anche uno dei primi biglietti da visita di una Paese civile; una situazione ferroviaria non ottimale (od inesistente) è un forte deterrente anche allo sviluppo del turismo con tutte le conseguenze che ne derivano, in particolar modo con impatto negativo sul lavoro e sui mancati introiti.
I turisti che vengono in Italia non viaggiano solo con i treni ad alta velocità, ma utilizzano anche i collegamenti periferici minori per raggiungere le località costiere ( non escluse le località dell’interno, aggiungiamo noi !).
Il potenziamento della rete ferroviaria, unito all’adeguamento tecnologico dei mezzi, rappresenta l' obiettivo irrinunciabile in vista anche dell’importante appuntamento internazionale Milano Expo 2015".

Tali argomenti rappresentano l'autorevole conferma di quanto affermato e sostenuto da più di quattordici anni dall' Associazione FVM ed è esattamente l’opposto di ciò che pensano e dicono i suoi compagni di partito sulla ferrovia Fano Urbino. La scelta deleteria di privilegiare il traffico su gomma ha avuto, soprattutto nel Centro Italia, le peggiori conseguenze , quindi è doveroso per noi puntualizzare alcuni aspetti della situazione dei collegamenti periferici del nostro territorio.
Bisogna denunciare l'atteggiamento irresponsabile assunto dalle autorità amministrative e politiche locali che, con miope quanto ottusa caparbietà , continuano a propinare un sistema di trasporto costoso ed inadeguato rispetto alle attuali e future esigenze necessarie per lo sviluppo della provincia pesarese. A questa situazione si assommano gli errori del passato come l'abbandono del collegamento tra Urbino e Sant’Arcangelo di Romagna e la mancata ricostruzione del tratto Pergola Fermignano, unica linea dorsale appenninica (Urbino-Fabriano) distrutta dagli eventi bellici e non ricostruita. Con l'attuale sospensione del servizio sulla linea Fabriano Pergola (causa un banale smottamento), unita alla ormai manifesta e chiara volontà dell’attuale dirigenza politica locale di distruggere definitivamente la ferrovia Fano Urbino, si è indubbiamente palesato il diabolico progetto di favorire unicamente il trasporto su gomma , spacciato per azione virtuosa e ricca di soluzioni mirabolanti per l'economia locale.
Il futuro che si annuncia è l' assoluta mancanza di collegamenti alternativi ferroviari tra l'interno e la costa delle Marche Nord con conseguente aggravamento dei costi sociali del trasporto , della sicurezza e della salute, per non parlare dell'inadempienza futura delle direttive comunitarie che obbligano ad una riduzione, per il 2020, delle emissioni di gas serra del 20%.

Questo scenario, per le ragioni citate dalla Sen. Fabbri nella sua interrogazione, è un fatto molto preoccupante che colloca il nostro territorio tra i più arretrati della Nazione quanto a rapporto tra chilometri di via ferrata , densità di popolazione e superficie del suolo. Riprendendo le sue parole del profilo facebook, ci sembra difficile definire il sistema dei trasporti nella nostra provincia degno di un Paese civile: molto più realisticamente la si può giudicare consona ad un paese del Terzo Mondo. Purtroppo, mentre si impiegano nuove tecnologie e moderno materiale rotabile per rendere più efficiente ed appetibile il trasporto su ferro, nella nostra provincia si sta andando nella direzione diametralmente opposta. Nelle Marche Centro-Sud , grazie all’elettrificazione della linea Ascoli-P. Ascoli, si sono ottenuti notevoli risultati in termini di frequentazione dell'utenza sulla direttrice Ancona-Ascoli, come ha sottolineato il direttore del Trasporto Regionale ing. Antolini in occasione del recente passaggio del treno Verde di Legambiente nel capoluogo dorico. Presto giungeranno nelle Marche i nuovissimi e confortevoli treni regionali prodotti da Alstom Ferroviaria nello stabilimento di Savigliano (CN): da noi sarà difficile vederli grazie al diradamento di binari. Per concludere, viene da chiedersi: quando il Partito Democratico di Pesaro ed Urbino riuscirà a parlare con una sola voce razionale ed intelligente come quella della sen. Camilla Fabbri?
Da Associazione Ferrovia Val Metauro

Da: www.viverefano.com del 25/3/2014
 
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Mozione urgente per acquistare un tratto della ex ferrovia Fano – Urbino
I Consiglieri Comunali Giacomo Mattioli (La Tua Fano), Andrea Montalbini (Alleanza per Fano) e Pierino Cecchi (UDC) hanno presentato una mozione urgente per l’acquisizione del “compendio di proprietà delle Ferrovie dello Stato S.p.A.” tratta ferroviaria in disuso insistente nel territorio del Comune di Fano.
Dopo che la Fano-Urbino è stata formalmente soppressa, a seguito delle richieste della Provincia, in data 16/12/13 “Ferservizi gruppo FF SS” ha formalizzato la proposta economica per l’acquisto del compendio relativo all’intero tracciato ferroviario (ricadente nei Comuni di Fano, Cartoceto, Saltara, Serrungarina, Montefelcino, Fossombrone, Fermignano e Urbino per un valore pari a € 1.570.148,12) e di quello relativo agli immobili su di esso insistenti (€ 2.721.498,76).
Tuttavia è del tutto evidente come sia la Provincia che i Comuni, a causa del Patto di Stabilità, non abbiano la capacità finanziaria per affrontare la spesa; la conferenza dei Sindaci convocata dall’Assessore Provinciale Galuzzi il 05/02/14 ha quindi deciso di chiedere alla Regione di acquistare l’intero sedime ferroviario per evitare che venga venduto ai privati e poi spezzettato.
Contestualmente è stata riferita dallo stesso Assessore Provinciale Galuzzi la forte esigenza di FF SS di vendere urgentemente il bene, anche a trattativa diretta con gli Enti Pubblici, anche con la probabilità di una sensibile diminuzione di prezzo e/o dilazione decennale del pagamento; il valore del tratto di pertinenza del Comune di Fano ammonta ad € 307.671,00 relativi a 118.335 mq di area di sedime, più fabbricati di valore pari ad € 295.490,00.
Acquisendo il tratto di propria competenza, il Comune di Fano assumerebbe evidentemente non solo l’obbligo della manutenzione (es. taglio dell’erba) ma anche il titolo di riscossione dei canoni di attraversamento dei sottoservizi che attualmente incassa FF SS.

Con questa mozione, quindi, vogliamo impegnare il Sindaco e la Giunta a richiedere al Presidente della Giunta Regionale delle Marche, ad integrazione e rafforzamento di analoga richiesta della Provincia e di altri Comuni (ringraziamo il collega Vladimiro Perlini del Comune di Saltara che è stato il primo ad impegnarsi in tal senso), di acquistare al miglior prezzo l’intera tratta ferroviaria dismessa Fano-Urbino dalle Ferrovie dello Stato prevedendo la conseguente possibilità di alienazione ai singoli Comuni, eventualmente interessati alle tratte di pertinenza, concedendo a questi ultimi le “risorse” necessarie, ovvero attraverso la prima “verticalizzazione” del Patto di Stabilità utile del 2014, prevedendo uno “stanziamento” di natura straordinaria che non impedisca ai potenziali acquirenti di beneficiare della ordinaria verticalizzazione del Patto che da anni la Regione concede a Comuni e Province.
Infine precisiamo che, pur essendo da sempre favorevoli alla riconversione della Fano-Urbino in pista ciclabile, nella mozione non trattiamo volutamente la destinazione d’uso finale, concentrandoci solo ed esclusivamente sull’acquisizione del bene; una volta ottenuto questo importante risultato potremo riprendere il dibattito in maniera molto più concreta e realistica.

Da: www.viverefano.com del 28/3/2014
 
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Andreani (Uil Trasporti): «Per la Ferrovia Fano-Urbino si punti sull'Europa»
INUTILE puntare a fondi della Regione o dello Stato per far ripartire la tratta ferroviaria Fano-Urbino: occorre puntare all'Europa con un progetto valido. Il segretario generale UIL trasporti Marche Giorgio Andreani ha scritto una lettera aperta, indirizzandola a Regione Marche, Provincia di Pesaro e Urbino, Comuni di Fano, Fossombrone, Urbino, Fermignano, Saltara, Cartoceto, Montefelcino, per affrontare la questione della tratta in modo propositivo: «Senza entrare in sterili polemiche che otterrebbero solamente il risultato di far cadere definitivamente la cosa, credo si debba focalizzare l'attenzione su alcuni aspetti e indicare alcune proposte costruttive, che a parer mio potrebbero fare uscire dallo stallo attuale il dibattito intorno a questa linea ferroviaria.
Da tempo - spiega Andreani - sappiamo che il trasporto ferroviario è un trasporto pulito veloce e tende a togliere dalle strade parte del traffico, sia pubblico che, soprattutto, privato incentivando il turismo.
Sappiamo però che una riapertura così come è nell'immaginario collettivo, ovvero a spese dello Stato, del Gruppo FS o della Regione Marche, è impensabile vista l'attuale mancanza di fondi strutturali proprio nel capitolo Trasporto Pubblico Locale e di investimenti nelle infrastrutture ferroviarie di questo tipo, considerate ormai, e a torto, rami secchi. Inoltre, su questa infrastruttura pesa anche una possibile dismissione e smantellamento. Con un po' di sana immaginazione, realisticamente, in un futuro anche prossimo potremmo tornare a viaggiare su quella strada ferrata. Ultimamente la candidatura di Urbino a città della cultura europea è stata bocciata anche per mancanza di infrastrutture; al tempo stesso la linea ferroviaria in questione è inserita in una legge dello Stato che la considera, come altre ferrovie sparse in tutt'Italia, linea di interesse turistico-culturale.
Perché allora - conclude - non legare la .rinascita della ferrovia ad un progetto europeo, magari sviluppato dalle nostre università, e chiedere i soldi necessari direttamente all'Europa? In Europa ci invidiano la cultura, il paesaggio e la storia di questo bellissimo territorio. Inoltre una volta ottenuti i fondi europei, la possibile riapertura della ferrovia potrebbe essere vincolata alla gestione di chi svolge quotidianamente il servizio di TPL nel territorio, smarcando dalla gestione proprio quei soggetti come Stato e Gruppo FS che non ne vogliono più sapere. L'ipotesi di riapertura così concepita non andrebbe nemmeno a scontrarsi con le scelte fatte dalla politica locale nell'ambito del territorio e dei trasporti».
l.o.

Da: Il Resto del Carlino del 28/3/2014
 
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Bene Comune presenta sede e “Fano progetta Fano”
Fano (PU) – Per l'inaugurazione della loro sede in via Cattaneo 11 gli esponenti di Bene Comune, presidente Carlo De Marchi in testa, hanno reso noti i risultati dell’iniziativa “Fano progetta Fano”.
“Si tratta di un questionario – ha spiegato lo stesso De Marchi - che si era ripromesso due finalità. La prima individuare la percezione dei problemi presenti e più emergenti, secondo i cittadini, nella nostra città; la seconda coerente con il nostro principio di partecipazione, quello di creare una occasione di partecipazione diretta aperta a tutti cittadini”. Sono stati poi Roberta Ansuini e Stefano Seri ha illustrare, nel dettaglio, le risposte dei cittadini e a spiegare qual è la visione di Bene Comune della Fano che verrà.
“Non c'è dubbio – ha detto Ansuini – che per i cittadini una delle principali esigenze è il lavoro e la ricerca dell'occupazione, ma anche la sanità, il rilancio dei servizi socio sanitari, il contenimento delle spese comunali ed il ripensamento della politica dei rifiuti. E' stato importante vedere come su 356 risposte circa la metà (146) avevano anche delle proposte”.
Seri ha poi aggiunto che per rendere più vivibile la città servirebbe, in particolar modo, “una rete di piste ciclabili qualificata ed aree verdi degne di questo nome nei vari quartieri.
Sarà importante anche la riattivazione della ferrovia Fano-Urbino per rendere ancor più funzionali i collegamenti con la vallata del Metauro”. Dettagli sul questionario sul sito di Bene Comune.

Da: www.fanoinforma.it del 5/4/2014
 
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Treni, Ferrovia Valle del Metauro: "Gli ascolani investono, a Pesaro si pensa solo a dismettere"
"Nella provincia di Pesaro si continuerà ad andare in autobus o secondo alcuni in bicicletta" dice l'associazione Ferrovia Valle del Metauro intervenendo sul nuovo elettrotreno "Jazz" operativo dal 14 aprile nel tratto ferroviario Ancona-San Benedetto del Tronto - Ascoli Piceno.
"Saranno proprio i pendolari marchigiani i primi a viaggiare a bordo di Jazz, il nuovo elettrotreno ETR425 di Trenitalia. Altre 70 unità verranno presto distribuite in tutte le regioni italiane. Ammonta a 106 milioni di euro l’investimento nelle Marche, oltre 60 milioni di euro per 4 treni ‘Jazz’ e 8 nuovi convogli diesel, per la ristrutturazione dei vecchi convogli, oltre 30 milioni di euro. Entro aprile entreranno in esercizio anche gli altri 3 ETR425 , che circoleranno tra Ancona e Fabriano e tra Ancona e Pesaro. Gli 8 complessi diesel di costruzione PESA (Polonia), tra la fine del 2014 e giugno 2015, entreranno in esercizio sulla Civitanova Marche – Macerata – Fabriano".
'Garantire la mobilità dei cittadini nella maniera più dignitosa' ha affermato il Presidente della Regione Marche in occasione della presentazione del nuovo treno Jazz ad Ancona. In queste parole rileviamo una notevole contraddizione rappresentata dalla vicenda della ferrovia Metaurense, da ciò deriva il nostro biasimo per quello che è accaduto nel nostro territorio. Non è neanche passato un anno dall’elettrificazione della Ascoli- P. Ascoli, la cui modernizzazione ha prodotto un aumento di viaggiatori del 30%, circa 3 milioni di unità complessive l’anno. La provincia di Ascoli Piceno, molto sensibile al trasporto ferroviario potrà vantarsi di essere la prima in Italia ad utilizzare il modernissimo elettrotreno".
"Avevamo già messo in risalto le differenze tra le politiche di trasporto della provincia di Pesaro e Urbino e quella di Ascoli Piceno: mentre gli ascolani si adoperavano per potenziare la loro linea interna elettrificandola, da noi si faceva di tutto per dismettere la Fano Urbino adducendo motivazioni ridicole e senza alcun significato tecnico".

"Nella stessa regione il risultato finale è sotto gli occhi di tutti: la provincia di Ascoli ha creato un sistema di trasporto simile alla Merano- Malles con una nuova efficiente linea e nuovi modernissimi treni e nella provincia di Pesaro si continuerà ad andare in autobus o secondo alcuni in bicicletta (su un percorso di 50 km con ogni tempo ed in ogni stagione). Quindi l’assioma altoatesini = extraterrestri è falso; è molto più veritiero: provincia di Pesaro e Urbino = incapaci /scarsamente lungimiranti".
"Tanti milioni di soldi pubblici spesi per l’acquisto dei nuovi treni, senza alcun beneficio per la Valle del Metauro, una delle più popolose delle Marche: non sarà speso un solo centesimo per un serio ed efficiente sistema di trasporto a favore della nostra gente. Recentemente in occasione dell’inaugurazione dei 2 km di pista ciclabile a Pesaro dall’Iper al galoppatoio, anche l’assessore alla mobilità di Pesaro Biancani si è espresso sul futuro della ferrovia Fano Urbino, augurandosi una ciclabile. Il suo è una ingiustificata presa di posizione su questioni che non riguardano Pesaro ma la vallata del Metauro".
"Consideriamo le parole dell’assessore pura piaggeria nei confronti del presidente della provincia Ricci, candidato a sindaco di Pesaro. Il Senatore Andreotti in una sua citazione diceva che ci sono pazzi che credono d’essere Napoleone e altri che dicono di risanare i bilanci delle ferrovie. Crediamo che se il Senatore fosse ancora vivo avrebbe potuto trovare un altro genere di persone per il suo arguto aforisma: avrebbe sicuramente citato quelli che vogliono sostituire il treno con le biciclette".

Da: www.fanoinforma.it del 9/4/2014
 
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Nuovo treno Jazz a sud delle Marche, D'Anna: 'Da noi la Fano-Urbino abbandonata'
A sud delle Marche il nuovo treno Jazz, in provincia di PU la Fano-Urbino abbandonata. A sud delle Marche il nuovissimo treno a noi, grazie a Ricci, un palmo di naso.
Avevamo ed abbiamo una linea ferroviaria, la Fano-Urbino, che può essere utilissima per il territorio, per gli studenti, i pendolari, turisti, l'ambiente. E cosa fanno? Grazie al presidente della moribonda provincia di PU con l'avallo del presidente della regione Marche, Spacca, rischiamo di trasformarla in... niente o al massimo in una pista ciclabile. Chi ama la bicicletta ama i mezzi alternativi all'auto e quindi anche il treno, che tra l'altro consente il trasporto anche delle due ruote, ma provincia e regione con la loro scelta vogliono mettere ciclisti contro chi si impegna per il ripristino della linea Fano-Urbino. Così mentre in provincia di PU si discute se è meglio l'una o l'altra cosa i soldi a disposizione finiscono nell'ascolano dove la regione acquista un nuovissimo treno dopo aver investito sull'elettrificazione della linea.
Da Giancarlo D'Anna Consigliere regionale

Da: www.viverefano.com del 15/4/2014
 
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For-Bici: buone prospettive per il cicloturismo in Provincia di Pesaro e Urbino
Sta andando avanti bene l’idea progettuale per la conservazione ed il riutilizzo della ex ferrovia Fano-Urbino.
In linea con quanto prevedono la Regione Marche, la Provincia di Pesaro e Urbino, la maggioranza dei Comuni attraversati dai binari, numerose associazioni ambientalistiche e culturali, in tempi ragionevoli lungo la vallata del Metauro potrebbe nascere una lunga pista ciclopedonale inserita in un piacevole contesto ambientale. Chi oggi usa l’automobile anche per fare poche centinaia di metri, un domani potrebbe spostarsi in bicicletta in un corridoio protetto e attrezzato con alberature, punti sosta, ecc. Sarebbe anche l’occasione per riqualificare spazi abbandonati di proprietà delle ferrovie nei quali i vari Comuni non possono intervenire.
Nell’immagine (sotto) è riportata la stazione di Calcinelli com’è ora e come potrebbe essere. Il territorio avrebbe inoltre un collegamento in più, aggiuntivo a quello ora assicurato dagli autobus, come già avviene tra Fano e Pesaro dopo l'apertura della ciclabile che più di prima unisce le due città.

Se ne potrebbe giovare anche l’offerta turistica, in particolare il settore in forte crescita del cicloturismo, come sta avvenendo all’estero; per fare solo un esempio, in Baviera (Germania) il ministro dei trasporti ha annunciato un piano quinquennale di investimenti di 200 milioni di euro per promuovere la crescita del cicloturismo; a maggior ragione questo sviluppo potrebbe avvenire nella nostra provincia dove tra l’altro esiste una ferrovia dismessa che, con un modesto investimento, sarebbe già pronta allo scopo; e già si ha la riprova dell’attrattività del nostro territorio che, per quanto non ancora adeguatamente attrezzato, comincia a farsi notare a livello nazionale anche grazie al ruolo trainante della città di Pesaro: dopo la trentina di cicloturisti emiliani giunti lo scorso mese di marzo, a maggio ne arriveranno dal Veneto circa 50 che per 4 giorni, lentamente ed ecologicamente, viaggeranno alla ricerca di arte, cultura, enogastronomia ma soprattutto di piste ciclabili.
Ma la pista ciclabile sarebbe solo la “punta dell’iceberg” in quanto contestualmente, e con notevoli risparmi, potrebbero essere predisposti vari sottoservizi, in particolare fibre ottiche per la banda ultralarga, una sorta di “autostrada informatica” oramai indispensabile soprattutto per la competitività delle imprese produttive. L’ottima accoglienza da parte degli organi tecnici nei confronti della proposta di riconversione della ex ferrovia metaurense lascia ben sperare in vista della selezione dei progetti che concorrono ai fondi europei; anche perché in questa circostanza il nostro territorio ha mostrato una sostanziale compattezza sia tra le associazioni sia tra i pubblici amministratori che insieme stanno spingendo per conservare la struttura in mano pubblica, mantenerne l’integrità e riportarla a nuova vita.

Da: www.viverefano.com del 15/4/2014
 
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Potenziamento ferrovie marchigiane: si parla anche della Fano – Urbino
Fano (PU) - La ferrovia Fano-Urbino inserita all’interno dello studio di fattibilità per il potenziamento delle linee delle Marche. È quanto comunicato questa mattina dal consigliere regionale Giancarlo D’Anna. Il progetto regionale si pone come obiettivo il realizzare collegamenti che toccano tutto il territorio. Una delle possibili soluzioni è quella di un anello Civitanova-Fano Via Fabriano-Fossombrone, utilizzando la linea Fano-Urbino di cui andrebbe così salvaguardata la proprietà pubblica. Il consigliere D’Anna, da sempre a favore del ripristino della linea che collega Fano all’entroterra, ha inserito questo punto anche all’interno del suo programma da candidato sindaco della città.

Da: www.fanoinforma.it del 29/4/2014
 
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Ferrovia Fano-Urbino: interviene Carlo Bellagamba, Presidente dell'Associazione FVM
Ultimamente nei giornali locali il capo gruppo regionale del Pd Mirco Ricci torna a parlare della ferrovia Fano-Urbino. Il suo obiettivo è riportare la ferrovia in mano pubblica facendola acquistare dalla Regione Marche perché, secondo lo scrivente, le FS hanno deciso di venderla tramite un’asta pubblica.
Al consigliere regionale ricordiamo che nel 1945, la Consulta Nazionale con un provvedimento legislativo trasferì per difficoltà finanziarie i beni immobili e gli impianti della linea ferroviaria Fano-Fermignano dalla Società Anonima delle Ferrovia Padane al Demanio dello Stato. Piuttosto che provvedere alla loro demolizione e al conseguente realizzo a beneficio dell’Erario si ritenne opportuno accogliere i voti delle autorità e delle popolazioni locali per un ripristino dell’esercizio da parte dell’Amministrazione ferroviaria dello Stato anche perché allacciava due importanti ferrovie statali: l’Adriatica e la Fabriano-Urbino. Quindi la ferrovia Fano-Urbino dal 1945 è totalmente in mano pubblica. 
Per quale motivo si dovrebbero spendere 4 milioni e 300mila euro, derivati dai versamenti erariali dei cittadini, per farla acquistare dalla Regione? 
Considerato che il patrimonio FS appartiene allo Stato basterebbe convincere il Presidente del Consiglio oppure il Ministro delle Infrastrutture e Trasporti a bloccare ogni iniziativa di vendita, impresa assai facile considerati i buoni rapporti del presidente della provincia Matteo Ricci con Matteo Renzi.

Le FS nel 2013 hanno ottenuto utili pari a 460 milioni di euro aumentando il trend positivo dell’ ultimo anno del 20%, quindi non hanno bisogno di denaro; di conseguenza si potrebbero prendere i tempi giusti per le decisioni importanti supportate da dovuti studi e necessarie analisi tecniche. Fa piacere comunque che il capogruppo regionale del PD si stia preoccupando per la conservazione dell’unità di un corridoio importante come la ferrovia Metaurense, anche se, bisogna ricordare, il problema se lo sono creati da soli.
Non riusciamo a spiegarci, invece, le reali motivazioni alla base dei suoi amletici dubbi sul ripristino del servizio ferroviario, visto che non è stato fatto, nè richiesto, alcun rapporto tecnico serio e circostanziato sulla ferrovia da parte di soggetti non legati con il "palazzo" e liberi di esprimere conclusioni quanto più possibile veritiere. Riconosciamo che si stanno facendo grossi passi avanti: non si afferma più che ripristinare la ferrovia ha costi faraonici, che sono state costruite case sui binari od altre piacevolezze del genere; si riconosce, invece, che la stesura di un cavo a fibra ottica è compatibile con la ferrovia (come è stato già realizzato sulla Rete FS senza demolire nulla) e non si dice più che il treno è un mezzo nostalgico.
Ci si preoccupa delle intersezioni stradali che sono una criticità per qualsiasi sistema ferroviario, ma che non rappresentano assolutamente l’impedimento al ripristino della ferrovia Fano Urbino, essendo problemi superabili in sede tecnico-progettuale. La tecnologia dei passaggi a livello si è evoluta tanto che i tempi di chiusura sbarre sono ridotti a meno di 2 minuti; anche l’eliminazione totale del passaggio a livello attraverso la costruzione di sottopassi si è sviluppata per le linee in esercizio con l’inserimento di monoliti a spinta: per una linea fuori esercizio è ancora più facile ed economico.
 Non dimentichiamo che si sta discutendo di una ferrovia locale con un traffico limitato a circa venti corse al giorno e non soggetta a qualche centinaia di passaggi come avviene per il passaggio a livello di Marotta sulla linea Adriatica (già finanziata la sua eliminazione); per tutto basta l'esempio, ormai famoso in tutta Europa, della ferrovia Merano Malles che in occasione dei lavori di ripristino ha ridotto i passaggi a livello da 85 a 35.

Aggiungiamo che il progetto di massima per la ferrovia Fano-Urbino è già pronto ed è a disposizione “gratuita” per gli enti pubblici, ma finchè non si avrà la certezza che la volontà politica locale è favorevole al ripristino rimarrà chiuso nei nostri cassetti; nell’eventualità si abbandoni l’idea del ritorno del treno, tale progetto verrà utilizzato per dimostrare quale errore storico e strategico si sia commesso contro la Valle del Metauro ed Urbino! Le ferrovie fin dalla nascita del Paese rappresentano la parte fondamentale della sua storia e ne rappresentano il desiderio e le possibilità di sviluppo, di modernità e di ricerca di nuove positive realtà.
 Non riuscire a capire le enormi potenzialità della ferrovia Metaurense per tutto il territorio lascia trasparire solo dubbi sulla buona fede di chi rema contro.
da Associazione Ferrovia Val Metauro

Da: www.viverefano.com del 6/5/2014
 
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Cicloturisti in visita nella Provincia
Per quattro giorni (1 - 4 maggio) Fano ha ospitato in albergo un gruppo di 50 cicloturisti venuti da Mestre, Trieste, Milano e Roma per conoscere le tante eccellenze ambientali e culturali del nostro territorio.
Dopo la visita di Gradara, scaricate le biciclette dall'apposito carrello agganciato al pullman, i cicloturisti hanno percorso la panoramica del monte San Bartolo tra Gabicce e Pesaro, la ciclabile fino a Fano, l'antica via Flaminia da Scheggia al Furlo; hanno visitato Fano, Fossombrone, Mondavio, Mondolfo, Cartoceto, Bargni e Calcinelli; hanno assaggiato prodotti tipici delle nostre aziende ed incontrato amministratori locali. In particolare hanno apprezzato la bella accoglienza ricevuta a Cantiano e la visita ai maestosi carri del carnevale di Fano.
Visto che si tratta di soci FIAB, una federazione che conta migliaia di iscritti in tutta Italia, è possibile che l’esperienza venga ripetuta, sia come viaggio organizzato, sia in maniera autonoma, visto che i percorsi, alla definizione dei quali For-Bici ha contribuito attivamente, sono già stati ampiamente divulgati anche su web. Piace riportare quanto scritto dalla capogruppo, secondo la quale, nonostante qualche inconveniente dovuto al maltempo (l'escursione del giorno 3 è avvenuta in pullman): “Il gruppo é tornato contento e soddisfatto per il ricco e dettagliato programma”, per cui questa ciclo vacanza “può essere ora esportata”.

È questa l'ennesima dimostrazione di quale dovrebbe essere per il futuro una proposta turistica credibile, basata sulla qualità dell'ambiente e la mobilità “dolce”; le esperienze già maturate altrove dimostrano che il cicloturismo è praticato da persone anche con notevole disponibilità economica e buon livello culturale; si tratta di un modello di turismo ben diverso da quello “mordi e fuggi” che lascia nel territorio interessato poche risorse e molti problemi, come anche la nostra città ha avuto modo di sperimentare.
Dagli ospiti è venuto anche un auspicio: trovare la prossima volta vere piste ciclabili in grado di collegare tra di loro i luoghi di pregio di un territorio non banale come il nostro. In particolare aspettano: il ripristino della vecchia Flaminia all'interno della Gola del Furlo, altrimenti non fruibile ai ciclisti; la pista ciclabile sulla ex ferrovia Fano-Urbino che in buona parte coincide col tragitto dell’antica Flaminia, da loro percorso in bicicletta tra Scheggia e Furlo. Sarebbe questa una proposta turistica molto accattivante per chi sa apprezzare la storia, l’arte, l’archeologia e l’enogastronomia della valle del Metauro che già comincia a figurare tra le proposte delle agenzie specializzate.
Da Associazione Forbici Fano
forbicifano.blogspot.com

Da: www.viverefano.com del 9/5/2014
 
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La coalizione di Gambini prevede la rivalutazione del progetto della linea ferroviaria Fano-Urbino
di GIACOMO PALMA
URBINO - Quando si racconta la storia della viabilità di Urbino, ancora problematica per la mancanza di adeguati investimenti infrastrutturali, si ricorda (ed è giusto farlo) che la città ha sacrificato la velocità dei collegamenti a favore della conservazione del paesaggio circostante. Il Coordinatore del “Piano di Gestione del Centro Storico di Urbino - Sito UNESCO” arch. Paolo Ceccarelli, alla presentazione di lunedì scorso ha sottolineato come spesso le arterie stradali ingenerino una diffusione di strutture industriali e commerciali che, ai piedi dei centri storici, deturpano le vedute e squalificano il paesaggio. Concordiamo con quanto affermato dall'architetto, poiché è nostro dovere tutelare la città di Urbino, correggendo quanto più possibile gli episodi di mediocrità edilizia e preservando l'equilibrio del contesto urbano.
Quando si parla del futuro di Urbino, invece, le espressioni più frequenti che si odono nei dibattiti politici e anche nei dialoghi fra le persone che, per necessità, guardano all'economia della “valorizzazione del territorio”, sono: Urbino e i suoi monumenti, l'arte e le mostre, l'università e la cultura, la bellezza, i colori del mattone, le colline, il paesaggio unico, l'ospitalità e la qualità della vita, l'enogastronomia, l'agricoltura, il biologico, le tipicità, la natura, il Foglia e il Metauro... E ancora: aumentare le presenze turistiche e potenziare la viabilità, guardare oltre i confini e dialogare con la costa, esprimere più cultura internazionale, conservare i beni.
Ora ci domandiamo: per quale motivo le vocazioni di Urbino e del nostro territorio - il turismo, la conservazione del paesaggio e la valorizzazione dei manufatti storici - non si sono mai espresse nella volontà di riattivare – con modalità moderna - la nostra centenaria ferrovia Fano-Urbino? Non è proprio questa l'infrastruttura che ci unisce tuttora alla dorsale adriatica, e che dialoga con equilibrio con il nostro amato paesaggio storico? Quale realtà trasportistica armonizza meglio tutte le esigenze descritte?
La coalizione di Maurizio Gambini Sindaco prevede nel suo programma la rivalutazione del progetto di riattivazione di questa ferrovia. I nostri bisnonni la costruirono pensando che Urbino e la Valle del Metauro si meritassero il meglio nei trasporti. Pensiamolo ancora, e traduciamolo in opera viva.

Da: www.altrogiornalemarche.it del 15/5/2014
 
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La ferrovia Fano-Urbino verso l’Expo 2015
Si è riunita a Maser (TV) nei giorni 17 e 18 maggio per il secondo appuntamento dal titolo “La passione per i territori” l’Associazione Internazionale Azione Borghi Europei del Gusto – Comitato Internazionale Europa Heritage Cultural Routes.
L’associazione FVM, prosegue l’attività del il primo incontro tenutasi a Grantorto (PD) in occasione della Giornata Nazionale delle Ferrovie Dimenticate e la ferrovia Fano-Urbino diventa sempre più protagonista in un contesto Europeo grazie ai gemellaggi e alle attività condivise in Veneto. A Maser (TV) si sono incontrati il mondo dell'informazione i rappresentanti di piccoli borghi italiani ed europei, per confrontarsi, raccontare le proprie esperienze e 'comunicare per esistere'. Si tratta di una rassegna informativa che fa incontrare giornalisti e comunicatori, rappresentanti delle Istituzioni e delle Associazioni, Aziende, sui temi della valorizzazione e della comunicazione territoriale. La rassegna si sviluppa grazie ad un lavoro autentico di interviste in diretta. Lo staff di comunicazione è stato costituito da responsabili di 'reti', capaci di amplificare le informazioni ben oltre le singole testate giornalistiche. 

Fra i temi scelti: il patrimonio enogastronomico (con particolare riguardo alla produzione delle ciliegie) e le ferrovie dimenticate.
In rappresentanza delle Marche erano presenti Michele Mazza, già membro del consiglio direttivo dell’Associazione Internazionale Azione Borghi Europei del Gusto e Giovanni Carboni entrambi consiglieri FVM per la presentazione e la promozione del territorio Metaurense. Il percorso degli incontri toccherà nel 2014 oltre ventiquattro comunità locali italiane e quindici borghi di altri paesi europei (particolare attenzione verrà riservata ai Piccoli Stati d'Europa). Le 24 settimane “anticiperanno” i temi delle 24 settimane che si terranno nel 2015 a Milano, in occasione dell'Expo.
da Associazione Ferrovia Val Metauro

Da. www.viverefano.com del 22/5/2014
 
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Ex ferrovia Fano-Urbino, ForBici: 'Una lunga via verde, ciclabile e tecnologica'
La volontà espressa dalla Regione Marche di conservare in mano pubblica l’ex ferrovia Fano-Urbino è una buona notizia e corrisponde a quanto chiedono da tempo Provincia, Comuni ed associazioni ambientalistiche del territorio; sembra quindi sventata sia la vendita ai privati che la frammentazione di un bene collettivo che può avere un ruolo decisivo nel futuro sviluppo di tutta la vallata del Metauro.
Pertanto, ora è possibile concentrarsi sull’ipotesi che a breve-medio termine risulta più concreta, oltre che largamente condivisa, cioè la creazione di una lunga pista ciclabile all’interno di un corridoio verde di circa 50 km. E’ dimostrato che nei percorsi brevi (più o meno intorno ai 5 km) la bicicletta, il mezzo più ecologico e salutare che ci sia, è anche il più veloce; per non parlare dell’abbattimento delle polveri sottili ed ultra sottili che i mezzi a motore tradizionali producono, direttamente o indirettamente. Alcuni paesi questo lo hanno capito da tempo (Olanda, Danimarca, Germania, Francia, Spagna, ecc.) e si stanno attrezzando per rendere sempre più conveniente la mobilità “dolce”; una recente proposta della FIAB tende ad introdurre anche la copertura assicurativa per il tragitto casa lavoro, come avviene per altri mezzi.
In questa direzione va anche Confindustria del settore cicli, il cui presidente ha affermato: “Servono politiche concrete per rendere ciclabili le nostre città e adeguare le infrastrutture nelle zone extraurbane… In Germania esistono 7 milioni di cicloturisti che generano un fatturato di 9 miliardi di euro. In Francia sono 2 miliardi. Da noi, la provincia autonoma di Trento, che ha calcolato gli introiti cicloturistici, dichiara che con i suoi 400 km di piste ciclabili dal 2009 genera oltre 100 milioni di euro l’anno di fatturato.” (cfr. Affari & Finanza 5/5/2014).

Nel nostro caso la realizzazione di una pista ciclabile comporta ulteriori grandi vantaggi grazie al possibile inserimento nel sottosuolo di vari sottoservizi, in particolare fibre ottiche per la banda ultralarga. Avere la possibilità di far viaggiare velocemente enormi quantità di dati con applicazioni in contemporanea in entrata e uscita (scaricare materiale multimediale, spedire foto e video, interagire via Skype o in videoconferenza, ecc.) permetterebbe di rilanciare l’economia locale; in pratica, grazie a collegamenti digitali per servizi amministrativi, commerciali, industriali, ecc., tra Fano e Urbino potrebbe nascere a basso costo una efficiente città virtuale di oltre 100.000 abitanti.

Lo stesso si sta tentando di fare altrove: in Puglia il governatore Vendola ha detto che la banda ultralarga può rappresentare oggi ciò che è stata la ferrovia cento anni fa; in Abruzzo si è deciso di attrezzare le aree industriali strategiche; in provincia di Ascoli uno studio della CCIAA ha dimostrato la convenienza della posa in opera della fibra ottica, nonostante i costi notevoli e le difficoltà di attraversamento che non esistono lungo l'ex ferrovia metaurense la cui conversione in pista ciclopedonale ha anche una enorme valenza turistica; non dimentichiamo infatti che buona parte del tragitto coincide con la via Flaminia degli antichi Romani e, come detto, in Europa ci sono milioni di cicloturisti da intercettare con le tante emergenze storiche, artistiche ed enogastronomiche del nostro territorio. Per far camminare questa idea progettuale è auspicabile che nasca appena possibile un gruppo di lavoro tra Comuni, associazioni ambientalistiche e culturali, imprenditori e tutti coloro che sono convinti della validità di una lunga via verde, ciclabile e tecnologica in grado di rendere il nostro territorio non solo più competitivo dal punto di vista economico ma anche più apprezzabile per la qualità della vita.
Da Associazione Forbici Fano

Da. www.viverefano.com del 22/5/2014
 
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Chiarabilli sulla Ferrovia Fano-Urbino: “La tratta deve rimanere in mano pubblica per farne una pista ciclabile”
FOSSOMBRONE – Il Vicesindaco Michele Chiarabilli interviene sulla questione pulizia del tratto ferroviario dismesso della Fano-Urbino e, più in generale, sul futuro di questa struttura.
“Quest’anno – afferma il Vicesindaco – ci troveremo costretti per l’ennesima volta a sollecitare il taglio e pulizia dei rovi e delle erbe infestanti alle Ferrovie dello Stato lungo la tratta ferroviaria dismessa dal 1984 e declassata con una sentenza definitiva del Consiglio di Stato.
Nel rispetto dei residenti e di coloro che hanno delle abitazioni vicine non è giusto e corretto far finta di nulla, come ormai è avvenuto per troppo tempo; non è assolutamente giusto che subiscano una burocrazia ed una politica che in questi anni non ha saputo decidere.
Nell’ultimo incontro che si è avuto in Provincia – continua Chiarabilli – è emersa la volontà di Ferrovie dello Stato di alienare tale tratta ferroviaria e sarebbe un danno gravissimo che gli enti pubblici(Regione e comuni) permettano che questo bene vada a finire nelle mani dei privati.
La tratta ferrata deve nel modo più assoluto rimanere di pubblica utilità e favorire lo sviluppo anche di una pista ciclabile (progetto condiviso dalla maggior parte dei sindaci presenti) attraverso anche il reperimento di finanziamenti a livello europeo abbinandolo con lo sviluppo di reti per i servizi informatici e telematici.
Il Comune di Fossombrone si era già espresso favorevolmente a tale progetto ed aveva già garantito alla Provincia di Pesaro e Urbino la disponibilità per creare il primo tratto sperimentale di pista ciclabile, già nell’incontro delle due amministrazioni avvenuto nel 2010 presso la Quadreria Cesarini. La Regione deve nel modo più assoluto collaborare all’acquisto prevedendo almeno i quattro milioni di euro necessari per far partire la progettualità e per evitare spezzettamenti con i privati. E ora di creare un tavolo di lavoro serio e determinato – conclude Chiarabilli – per affrontare tale problematica, coinvolgendo non solo i comuni interessati ma anche e soprattutto le associazioni ambientaliste nello spirito di uno scambio di idee ed informazioni per la crescita eco-sostenibile dei nostri territori e dell’intera Provincia”.

Da: Il Metauro del 2/6/2014
 
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Governo e ferrovie: interviene l'Associazione Ferrovia Valle del Metauro
Sabato 31 maggio, a Fano, il Vice Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Riccardo Nencini ha tenuto una conferenza stampa in occasione della tornata elettorale.
Oltre ad aver parlato di porto, casello autostradale e Fano-Grosseto ha ricordato il recente passaggio del testimone alla guida del Hoding FS dall’ing. Moretti all’ing. Elia: la continuità della programmazione delle politiche industriali delle FS è stata garantita proprio dalla nomina al vertice del gruppo dell’amministratore delegato di RFI. Gli obiettivi che Moretti si era prefissato compiuta la realizzazione della rete ad Alta Velocità, di cui anche i marchigiani hanno potuto beneficiare con i servizi dei treni Freccia Rossa e Italo alla stazione di Pesaro e Ancona, erano e saranno più attenzione e investimenti alle ferrovie regionali, soprattutto quelle che connettono i territori interni alle linee principali. Le linee locali ha sottolineato il viceministro necessitano di molta attenzione, specialmente negli orari di punta, quando si concentra il maggior traffico, perché i milioni di utenti, lavoratori e studenti che le utilizzano quotidianamente non possono più permettersi di perdere 15 minuti al giorno. Nencini ha concluso affermando che, considerato quasi completato il programma per la realizzazione dell’Alta Velocità, il Governo e RFI-FS si dedicheranno al miglioramento delle linee locali: se gli Enti locali con l’appoggio delle Regioni dovessero richiedere miglioramenti del servizio lungo le proprie linee interne non troveranno opposizione da parte del Ministero bensì collaborazione e finanziamenti dallo Stato.

Dopo queste dichiarazioni, non ci sono più scusanti alle remore riguardo il futuro della ferrovia Fano-Urbino: se gli amministratori dei comuni di Fano, Urbino e della Valle del Metauro (soprattutto i neo eletti) desiderassero per il loro paesi nuove possibilità di sviluppo e modernità di servizio, se volessero veramente trasformare tutta vallata metaurense in una nuova positiva realtà, dovrebbero "soltanto" unirsi e pretendere il ripristino e la restituzione di ciò che è stato loro tolto. Del resto anche il Presidente della Commissione Trasporti della Camera dei deputati On. Meta, in una recente audizione con FVM, aveva detto la stessa cosa: “... dovrebbero essere gli enti locali a spingere, esigere ed essere meno timidi nei nostri confronti”. L’occasione per proiettare la Valle nel Metauro nel futuro rispettando storia ed ambiente, creando nuove opportunità di lavoro e realizzando la vera mobilità sostenibile (la rinuncia all’automobile), è alla portata di mano; diversamente un territorio importante, densamente popolato, con gravi problemi di inquinamento e traffico a Fano (in gran parte proveniente dall’interno) sarà ancora una volta deluso e mortificato nelle sue giuste aspettative.
da Associazione Ferrovia Val Metauro

Da: www.viverefano.com del 3/6/2014
 
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Fano-Urbino, per l'Associazione Ferrovia Valle del Metauro serve prendere esempio dalla Sicilia
Riprendere l'esempio "virtuoso" adottato in Sicilia per farlo proprio sulla Fano-Urbino. E' la proposta dell'associazione Ferrovia Valle del Metauro.
"Nel Tg1 del 9 giugno scorso - dicono dall'associazione - è andato in onda un servizio dedicato alla ferrovia Agrigento - Porto Empedocle, la ferrovia della Valle dei Templi, riaperta ed utilizzata a fini turistici con immediato, enorme successo (Tg1)".
"Bisogna riconoscere alla Sicilia una capacità creativa, unita ad una notevole dose di praticità operativa, purtroppo del tutto sconosciute nel territorio Marche Nord. Siamo testimoni di un fatto eclatante: una ferrovia 'desertificata' dai flussi passeggeri risorge a nuova vita grazie all'iniziativa di una Parlamentare del Pd ( l'On. Maria Iacono ) che, coadiuvata da appassionati locali, ha saputo coinvolgere istituzioni (la Fondazione FS) ed enti locali in un'operazione virtuosa che si pone quale esempio da imitare in tante località del 'Bel Paese'. Quel binario unico che attraversa la Sicilia più antica e si snoda lungo i celebri monumenti di Akragas è diventato una sorta di museo in movimento".

"Si attendono nei prossimi mesi l’arrivo di centinaia di turisti, studenti, appassionati provenienti da tutto il mondo e, perchè no, anche agrigentini e siciliani che vogliono riscoprire il loro territorio. Si viaggia in maniera 'nuova', utilizzando il vettore ferroviario, godendosi tranquillamente il panorama della Valle dei Templi ed il mare Mediterraneo alla 'inebriante' velocità di 30 km/h".
"Un particolare ringraziamento va rivolto a Maria Iacono che ha preso a cuore le sorti delle ferrovie, non solo agrigentine, presentando alla Camera dei deputati una proposta di legge per l’istituzione delle Ferrovie Turistiche in Italia. Inoltre è bene far sapere che è stata l'appassionata attività di Ferrovie Kaos a diffondere e dimostrare che le nostre ferrovie, moderne ed antiche , possono invece rappresentare una fondamentale risorsa per lo sviluppo economico e turistico del territorio... e la ferrovia Fano Urbino?".
"La nostra Ferrovia metaurense , poichè possiede un bacino di utenza elevato, ha tutti i numeri per replicare i successi ottenuti in Valvenosta, nel Foggiano e nella Valle del Tronto; tutto ciò comporterebbe un notevole risparmio economico che unito ed integrato ad un sistema di trasporto pubblico su gomma (per le zone a bassa frequentazione) migliorerà l'esigenza e la qualità dello spostamento dei cittadini. Per di più il valore turistico del territorio Metaurense ed Urbino è immenso .... ma per poterlo sfruttare al meglio bisogna creare una rete od un sistema capace di unirlo tutto: la ferrovia Fano-Urbino esiste ed è pronta a questo".
"Gli amici dell’Associazione Ferrovie Kaos hanno trovato politici intelligenti e preparati disposti ad ascoltarli e di mettere in pratica i loro progetti. L’ Associazione FVM si augura che anche i nostri politici, di fronte a questo rilancio delle ferrovie che siano le grandi reti (AV) oppure le ferrovie locali (Ascoli docet) o le ferrovie turistiche, siano disponibili ad ascoltarci e siano disposti a fare degli studi progettuali seri. Rimaniamo a disposizione di tutti per dare il nostro modesto contributo alla ripresa turistico, culturale e sociale della Valle del Metauro".
"Se invece si vorranno perseguire le scelte 'imposte' da personaggi estranei al territorio e distruggere per sempre la ferrovia Metaurense non ci resta altro che .... sperare in bibliche moltitudini di cicloturisti provenienti da tutto il mondo desiderosi di pedalare per decine e decine di km con il caldo estivo ed il freddo invernale per vedere le nostre meraviglie. Ma un dubbio sussiste".

Da: www.fanoinforma.it del 13/6/2014
 
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Documento unanime del consiglio comunale
"La Regione acquisti la tratta Fano-Urbino"
PATTO VERTICALE
ROBERTO GIUNGI
Serrungarina
Il consiglio comunale si è già espresso sull'acquisto della vecchia tratta ferroviaria chiamando in causa la Regione il cui compito è quello di dare una mano ai bilanci comunali. "Il tratto Fano, Cartoceto, Saltara, Serrungarina, Montefelcino, Fossombrone, Fermignano e Urbino - si legge tra l'altro nella delibera - costa 1.570.148,12 euro. Per gli immobili servono 2.721.498,76 euro. Chiediamo a Spacca ad integrazione e rafforzamento di analoga richiesta della Provincia di Pesaro e Urbino, di acquistare al miglior prezzo l'intera tratta ferroviaria dismessa dalle Ferrovie dello Stato. E di prevedere parimenti la conseguente possibilità di alienazione ai singoli Comuni, eventualmente interessati alle tratte di pertinenza, concedendo a questi ultimi le "risorse" necessarie, ovvero attraverso la prima "verticalizzazione" del Patto di Stabilità utile del 2014, prevedendo uno "stanziamento" di natura straordinaria che non impedisca ai potenziali acquirenti di beneficiare della ordinaria verticalizzazione dei Patto che da anni concede la Regione a Comuni e Province".
Il perché si sia arrivati a questa conclusione viene rimarcato in modo chiaro: "L'esercizio ferroviario nella tratta Fano - Urbino è cessato da quasi 27 anni. Dopo anni di confronti e dibattiti la tratta è stata formalmente soppressa. A seguito delle richieste della Provincia di Pesaro e Urbino, in data 16 dicembre 2013 Fer-servizi gruppo FF SS ha formalizzato la proposta economica per l'acquisto del compendio relativo al tracciato ferroviario". C'è da aggiungere che la conferenza dei sindaci convocata ha confermato la volontà di chiedere alla Regione di acquistare l'intero sedime ferroviario per evitare che venga venduto ai privati e spezzettato". A conferma delle buone intenzioni del Comune di Serrungarina emerge che "il tratto di pertinenza ammonta a circa 2.500mq. di lunghezza, 32.000 mq. di area di, per un controvalore di 77 mila euro". Le idee risultano chiare. Così la volontà dei singoli enti locali.

Da: Corriere Adriatico del 19/6/2014
 
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Associazione Ferrovia Valle del Metauro:
'Dov'è finito il carrello porta bici?'
Dov'è finito il carrello porta-bici tanto acclamato nella stampa locale dall’assessore al turismo provinciale Minardi, dal presidente di Adriabus Londei e dalle associazione For.bi.ci. e Argonauta che avrebbe dovuto caricare i cicloturisti di Pesaro, Fano, Marotta, Fossombrone, Urbino, Cagli, Cantiano con destinazione Gubbio per far scoprire le bellezze paesaggistiche ed architettoniche dell’entroterra nell'estate scorsa?
Sembra che l’idea di attrarre tanti turisti che desiderassero fare lunghe pedalate sotto il sole d’agosto non abbia funzionato. La proposta poteva avere senso per le comitive organizzate che, partite tutte dallo stesso posto, avrebbero raggiunto la stessa meta. 

Invece bastava poco per capire che offrire un servizio capillare a coloro che, in qualsiasi fermata degli autobus desiderassero salire o scendere con la propria bici, era una scommessa perdente: quanto tempo era necessario per caricare e poi sganciare la bicicletta?
Bisognava essere molto ottimisti per sperare un'affluenza nelle giornate di sabato e domenica estive, senza offrire alcuna certezza d’orario, di almeno 30 ciclisti a viaggio per coprire le spese di gestione di almeno 1200 euro al giorno per le quattro corse effettuate. Riteniamo che questa proposta sia una delle tante esternazioni a sostegno del tentativo di far fallire il progetto per il ritorno del treno nella Valle del Metauro fino ad Urbino. 
Così, mentre ci si adoperava per distruggere la ferrovia metaurense anche dal punto di vista giuridico con la dismissione voluta dal ex presidente della provincia Matteo Ricci, paradossalmente, nello stesso momento si stava maturando in tutta Italia la tendenza a rilanciare tanti progetti di recupero delle ferrovie abbandonate attraverso l'istituzione delle Ferrovie Turistiche.

Hanno avuto, infatti, un enorme successo ed una rilevante promozione sul territorio la riapertura della ferrovia Sulmona-Carpinone e della Agrigento- Porto Empedocle. 
Una legge apposita è già stata calendarizzata per la discussione in Parlamento per permettere l'utilizzo di queste tratte, tra le quali la Fano-Urbino, e (guarda caso!) i firmatari di questa proposta di legge sono per la maggior parte del Partito Democratico.
 La proponente e prima firmataria del provvedimento è l'on. Maria Iacono parlamentare agrigentina del PD, la quale con rara sensibilità ha accolto anche le nostre richieste.
Il 10 giugno scorso a Roma i parlamentari del PD a Roma hanno organizzato un convegno per il riutilizzo delle ferrovie storiche. Invece pare che in provincia di Pesaro e Urbino tanti esponenti del PD preferiscano buttare all'aria un patrimonio come una ferrovia per far posto ad una pista ciclabile.
 Tale struttura potrebbe essere benissimo fatta in altri percorsi più idonei e naturalistici, come ad esempio lungo il fiume Metauro; in futuro potrebbe avere a sostegno un moderno treno, invece che un carrello trainato da un autobus. Ma siamo nel periodo della velocità: bisogna fare tutto subito ed allora sembra importante fare presto con scelte anche di bassa qualità ed importanza.
 Se poi un' opera di grande valore infrastrutturale, culturale, monumentale, non più replicabile verrà resa inutilizzabile non importa. Prevale la tesi di Lucignolo e l'Italia diventi pure "Il paese dei balocchi"!
Ricordiamo che quest’anno il tratto Fano-Fossombrone compie 100 anni.
Consoliamoci comunque con il nuovo servizio di Adriabus che ha abbandonato il servizio sportivo e si è dedicata a quello culturale spostando il capolinea della corsa rapida Urbino-Pesaro in viale Trieste dove alloggiano i turisti.
 Una domanda, però, sorge spontanea: i turisti non sono ospitati anche a Fano e Marotta?
 L'entroterra della Valle del Metauro non merita di essere visitato? 
Sicuramente un bel treno farebbe comodo ai turisti, agli abitanti ed ai ciclisti, ma la soluzione toccasana è: meglio trovare soluzioni più banali e rapide.
La ferrovia? E' troppo impegnativa!
da Associazione Ferrovia Val Metauro

Da: www.viverefano.it del 28/6/2014
 
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Fondi europei per la Fano-Urbino
Mirco Ricci: «Emendamento per l'acquisto e la trasformazione della ferrovia»
«DOPO L'APPROVAZIONE del programma regionale operativo per il Fondo europeo di sviluppo regionale, che porterà alle Marche 1 miliardo e 300 milioni di euro circa, la riconversione della tratta ferroviara Fano-Urbino in pista ciclabile è un progetto sempre più possibile». A dirlo è il consigliere regionale Pd Mirco Ricci, che ha presentato un emendamento a riguardo: «All'interno del piano dei fondi europei — spiega Ricci — che è stato approvato in Regione durante la riunione della terza e sesta commissione e che giovedì passerà in aula, ho presentato un emendamento che prevede un passo ulteriore per la trasformazione della ex ferrovia Fano-Urbino in pista ciclabile, visto che nell'ambito del Fesr è presente un punto che riguarda la valorizzazione delle aree delle ex ferrovie, sia dal punto di vista tecnologico (che può riguardare la realizzazione di alte forme di comunicazione come banda larga e fibra ottica) sia da quello della mobilità dolce. Per i prossimi anni quindi, — aggiunge — avremo molto da fare a riguardo grazie alle risorse che arriveranno nelle Marche dall'Europa».
ALTRO PASSO spetta poi alla Regione: «Siamo molto avanti con le trattative tra Regione Marche e Ferrovie dello Stato per l'acquisto da parte della Regione della tratta ferroviaria Fano-Urbino — dice il consigliere regionale Pd —. Si parla di circa un valore di 4 milioni di euro, ma siccome andremmo ad acquistarla completa, l'investimento potrebbe anche essere ridotto. In questo modo potremmo procedere con la realizzazione della pista ciclabile, magari non includendo tutta la tratta ferroviaria, ma almeno in parte e nella nostra provincia potremmo avere davvero una rete di piste ciclabili sempre più completa». E conclude: «Grazie a questo — dice il consigliere Ricci — possiamo dire che un altro passo avanti per il progetto sulla tratta Fano-Urbino è stato fatto».
ali.mu.

Da: Il Resto del Carlino del 13/7/2014
 
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Tratta Fano-Urbino ciclabile? Gambini: «Idea demenziale»
Il sindaco vorrebbe riattivare la ferrovia per fini turistici
LO SCONTRO

Urbino pronta alle "barricate". Contro un'idea ritenuta “demenziale”. Quale? Quella di realizzare lungo la tratta ferroviaria Fano-Urbino una pista ciclabile. Un progetto che sostanzialmente ha il benestare anche della Regione che, la scorsa settimana, nel determinare i criteri di distribuzione dei Fondi europei ha sollecitato la realizzazione di ciclabili lungo le aree degli ex sedimi ferroviari. Il de profundis della Fano-Urbino praticamente. Lo sa bene il sindaco del co-capoluogo ducale che infatti è pronto a lanciarsi in una crociata contro l'orientamento della Regione.
"Smantellare la ferrovia sarebbe un danno enorme per Urbino e per il resto del territorio: non lo permetteremo, siamo pronti a fare le barricate contro questa decisione dell'amministrazione regionale - spiega il sindaco Maurizio Gambini -. La Fano-Urbino è un patrimonio degli urbinati e di tutti gli altri cittadini della provincia di Pesaro Urbino: non possono togliercelo”.
Il capogruppo del Pd in Regione Mirco Ricci però ha fatto appello al "pragmatismo". Secondo il democrat infatti, la riattivazione della tratta é una lontana chimera. –
“Non e cosi, tanto che l'amministrazione comunale di Urbino ha una proposta alternativa -continua Gambini- che coinvolge associazioni di categoria, imprenditori che si sono detti interessati e pronti a investire e Comuni limitrofi. Vorremmo riattivare la tratta per un progetto di mobilità a fini turistici. A gestirla sarebbe una società misto pubblico-privata di cui farebbero parte Comuni, associazioni di categoria e privati investitori”.
Insomma di pista ciclabile il sindaco urbinate non ne vuol proprio sentire parlare.
“E' un'idea sbagliata sostenuta solo dalla Provincia nella passata legislatura - conclude Gambini - Di una ciclabile non ne sentono il bisogno Urbino, i Comuni vicini e soprattutto, i cittadini che vivono in questo territorio”.
E il primo cittadino sembra non voler perdere tempo. Per questa mattina infatti è in programma un incontro con il collega di Fermignano Giorgio Cancellieri. Vari gli argomenti che verranno toccati nel corso del confronto. Ma si parte dalla ferrovia Fano-Urbino, che, è bene ricordare, la Regione sembra pronta ad acquistare da Ferrovie dello Stato. Base d'asta: 4 milioni di euro. Ma i rumors da palazzo Raffaello dicono che si può chiudere a due milioni e mezzo di euro. -
“Sono contento che la Regione si sia detta pronta ad acquistare l'intera tratta ferroviaria evitando dunque una svendila a lotti dei patrimonio - spiega Cancellieri - A mio avviso ci sono i margini per ripristinare la tratta ferroviaria Fano-Urbino e su quello dovremmo insistere perché da un'operazione simile trarrebbe giovamento l'intero territorio. Ma mi rendo conto che non sarà facile, perciò sono pronto ad ascoltare altre proposte. Ciclabile compresa”.
Luca Fabbri

Da: Il Messaggero del 16/7/2014
 
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Ferrovia "Fano - Urbino": Galuzzi risponde a Gambini

http://altroquando.myblog.it/wp-content/uploads/sites/18321/2014/08/Massimo-Galuzzi-ferrovia-Fano-Urbino.pdf

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Ferrovia Fano-Urbino: D'Anna d'accordo con il Sindaco Gambini
Il Consigliere Regionale Giancarlo D'Anna, da sempre favorevole al ripristino della Fano-Urbino, ha apprezzato e condiviso le dichiarazioni del neo Sindaco Maurizio Gambini e gli obiettivi che si pone per il ripristino del tratto ferroviario in questione.
"Non ha senso - spiega D'Anna - privarsi di un'importante infrastruttura che può essere recuperata e che vanta un tracciato dall'importante valore patrimoniale, considerato il fatto che in passato il costo e il tempo necessari agli espropri dei terreni furono lunghi e costosi. Sarebbe folle svilire non solo il trasporto pubblico, verso il quale le società moderne devono puntare, ma anche il valore economico della linea stessa con la costruzione di una pista ciclabile".
D'Anna si rende quindi disponibile a condividere con Gambini qualsiasi iniziativa mirata al raggiungimento dell'importante obiettivo di collegare l'entroterra, partendo da Urbino, alla costa e alla linea adriatica con una linea ferroviaria moderna, efficiente e funzionale.
da Giancarlo D'Anna Consigliere regionale

Da: www.viverefano del 18/7/2014
 
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For.bici FIAB Fano per la ciclabile sulla ex ferrovia
Dopo decenni di incertezza, grazie ad una serie di circostanze favorevoli potrebbe essere questo il momento buono per risolvere finalmente il problema della ex ferrovia metaurense,
C’è innanzitutto la disponibilità di Ferservizi, una s.p.a di RFI, a cedere ad un Ente pubblico la linea ufficialmente dismessa che da molto tempo non rientrava più nei suoi programmi; una disponibilità comunque a tempo (fine 2014?) visto che numerosi privati sono pronti a subentrare se non si passa dalle parole ai fatti.
In secondo luogo c’è la volontà di quasi tutti gli Enti pubblici di acquisire il bene mantenendolo integro, senza pregiudicare quindi nessun tipo di utilizzo futuro; a breve-medio termine la soluzione più opportuna è la trasformazione della ferrovia in pista ciclopedonale, come hanno ufficialmente dichiarato Regione Marche, Provincia di Pesaro e Urbino, i Comuni di Fano, Saltara e Fossombrone e una dozzina di associazioni ambientalistiche e culturali.
Esiste poi una idea progettuale molto apprezzata anche a livello tecnico che prevede la nascita di una struttura moderna in grado di unificare idealmente l’intera vallata del Metauro; in sostanza, tra Fano e Urbino potrebbe nascere una città virtuale di oltre 100.000 abitanti collegati con una pista ciclopedonale e vari sottoservizi, in particolare una connessione Internet ad altissima velocità e capacità; il tutto all’interno di un parco lineare lungo decine di km tra costa ed entroterra, che consentirebbe anche di riqualificare gli spazi urbani, talora fatiscenti e ancora di proprietà delle Ferrovie, sui quali i Comuni non possono intervenire.
La carta vincente potrebbe essere però il rilancio delle attività industriali, commerciali, agricole e turistiche grazie ad Internet. Di recente, il presidente regionale della Coldiretti ha dichiarato che appena il 3,3 % aziende agricole delle Marche può contare su una adeguata copertura telematica, cioè lo strumento oramai essenziale in un mercato globale basato sul web e l’e-commerce; ma sarebbe il turismo ad avvantaggiarsene di più e su questo vale la pena di insistere maggiormente.

Parliamo di Bicitalia, un progetto ideato dalla Federazione italiana amici della bicicletta (FIAB) e sostenuto dal Ministero dell’Ambiente; si tratta di una rete di percorsi che valorizzano il territorio anche attraverso il recupero di ex ferrovie, strade secondarie, sentieri, argini di fiumi, ecc. L’obiettivo è la creazione in Italia di 18.000 km di cui già 3.000 esistono, talora di altissima qualità; oggi per esempio è possibile andare dal Brennero a Firenze in bicicletta, percorrendo la Ciclovia del sole; ma molto frequentate sono altre ciclovie soprattutto in Italia settentrionale.
In questo progetto nazionale ed internazionale il nostro territorio c’è; infatti è in fase di predisposizione l’itinerario “Bicitalia 18” (BI 18) che utilizza, oltre a strade a bassa intensità di traffico, l’antica strada consolare Flaminia e la dismessa ferrovia per Urbino, due strutture che ben si prestano alla conversione in pista ciclabile senza cancellare la storia ed il grande patrimonio strutturale; il tragitto parte da Fano per Fossombrone, la Gola del Furlo, Cagli, Cantiano per poi addentrarsi in Umbria (Gubbio) e Toscana incontrando Arezzo, Siena, Grosseto fino a Castiglione della Pescaia sul mar Tirreno.
Che valga la pena di investire in questo campo lo dicono per esempio le esperienze di chi pedala lungo il Danubio o sperimenta la Parigi Londra; in Italia c’è la continua trasformazione in ciclovie di ferrovie dismesse (per ora una sessantina circa e altrettante in attesa di esserlo); lo confermano i principali operatori economici ma soprattutto la Direzione Generale per le Politiche interne del Parlamento europeo con cifre molto eloquenti: nel 2012 il cicloturismo ha raggiunto un giro d’affari di 44 miliardi di euro. L’Italia è come al solito in ritardo ma può contare su un clima invidiabile, gioielli paesaggistici, storici e artistici ed un patrimonio enogastronomico ineguagliabile. Se le vacanze in bicicletta oggi si attestano intorno all’ 1 %, col progetto Bicitalia potrebbero quadruplicare recuperando terreno rispetto ad Austria, Danimarca e Francia che sono i principali paesi di destinazione.
E’ un’occasione anche per le strutture ricettive che potrebbero rientrare in un nuovo network (Albergabici) pensato sempre dalla FIAB per mettere a disposizione servizi ad hoc per gli amanti delle due ruote; il supporto può venire da tour operator italiani e stranieri che già operano nella nostra provincia; in più ci può essere l’esperienza della città di Pesaro che con la sua “Bicipolitana” è diventata in pochi anni un punto di riferimento nazionale e potrebbe dare un contributo decisivo alla creazione un sistema coordinato di percorsi ciclabili utili sia per i residenti che i turisti nelle vallate del Foglia e del Metauro. Quello in bicicletta non è affatto un turismo povero: una recente ricerca presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia ha dimostrato che a fronte dei 62 euro mediamente spesi in un giorno da un turista stanziale si passa ai 110 di un cicloturista; ma non si tratta solo di maggiore propensione alla spesa; il cicloturista è più attento e sensibile alle caratteristiche dei luoghi, viaggia quasi sempre in coppia o piccoli gruppi, preferisce strutture ricettive in luoghi di pregio, degusta prodotti tipici, visita senza fretta musei e zone naturali; insomma, è un turista di qualità.
Il momento è quindi propizio per dotare la vallata del Metauro di una struttura moderna, efficace ed ecologica; non si possono più perdere le occasioni che si presentano, ultima delle quali fondi residui regionali per lo sviluppo della banda larga ed il superamento del digital divide; le associazioni ambientalistiche sono pronte a fare la loro parte; ma il contributo decisivo deve venire dagli Enti pubblici, in primis dalla Regione Marche ma anche dall’entusiasmo dei sindaci appena eletti.
For.bici FIAB Fano

Da: Il Metauro del 18/7/2014
 
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Anche il Circolo Le Cesane di Legambiente chiede il ripristino della tratta ferroviaria Fano-Urbino
URBINO - Legambiente, Circolo “Le Cesane” di Urbino, come si è già più volte espressa, si dichiara fermamente contrario a smantellare la tratta ferroviaria Fano - Urbino per installarvi una pista ciclabile, come recentemente riproposto dal consigliere Pd, Mirco Ricci. “A parte i costi esorbitanti di una simile impresa per mettere in sicurezza tutta la tratta – sottolinea Danilo Alessandroni - si tratterebbe di far morire definitivamente la speranza di una riattivazione di una forma di mobilità collettiva, moderna e poco inquinante. Privilegiare ancora una volta il trasporto individuale o collettivo su gomma – insiste Alessandroni - è un ripiegamento sul passato, su una mobilità fatta di intasamenti e congestione dei mezzi su gomma, di ricerca di parcheggi, di inquinamento atmosferico, di ricorsi a nuovi allargamenti delle arterie stradali presenti”. La tratta ferroviaria per collegamenti veloci e moderni c’è già “…ed è in gran parte intatta, aspetta solo di entrare in funzione: si pensi alle tante opportunità che ciò potrebbe offrire, non solo dal punto di vista del collegamento entroterra – costa, ma anche per fini turistici, per favorire l’afflusso degli studenti universitari fuori sede, senza poi trascurare il trasporto merci.
Per questo siamo contrari alle proposte, fatte nel recente passato dalla provincia a guida del Pd MatteoRicci, della cui giunta facevano parte, ahimè per noi, anche degli urbinati, e ora riesumate dal Consigliere regionale Mirco Ricci, sempre Pd, per smantellare la tratta con la sostituzione di una ciclabile”. Con ciò, essere per mantenere la tratta, significa essere contrari ad una eventuale ciclabile che colleghi la zona pianeggiante dell’entroterra con la costa? “Assolutamente no. La ciclabile la vediamo benissimo a fianco della ferrovia o meglio delle attuali arterie stradali, per favorire l’uso della bicicletta e la passione degli amatori. Siamo pronti a dare sostegno a tutte le iniziative che il neo sindaco Gambini vorrà prendere per la difesa della tratta, che è patrimonio e un valore dei cittadini urbinati e per la ripresa del funzionamento della ferrovia. Invitiamo tutte le forze associazionistiche del territorio e in primis le forze politiche urbinati a pronunciarsi e a schierarsi contro lo smantellamento della ferrovia”. Sarebbe opportuno, in primo luogo, che il Pd locale, iscritti, consiglieri e dirigenti, memori della votazione unanime in Consiglio Comunale nella precedente legislatura e delle dichiarazioni del sen. Londei durante le recenti primarie del Pd (delibere e proposte in favore del mantenimento della tratta e del ripristino della ferrovia), esprimessero le proprie proteste, nei confronti di ipotesi di smantellamento e dei loro proponenti, che comportano una ulteriore spoliazione e il conseguente impoverimento di questo territorio. (eg)

Da: www.altrogiornalemarche.it del 21/7/2014
 
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La Sinistra per Urbino nettamente contraria alla proposta di smantellare la tratta ferroviaria Fano-Urbino
URBINO - Sinistra per Urbino è nettamente contraria alla proposta del consigliere regionale Mirco Ricci e del sindaco di Pesaro, di smantellare la tratta ferroviaria Urbino – Fano per costruirci sopra una pista ciclabile. “Sono evidenti a tutti i motivi ambientali, funzionali, economici per considerare questo progetto un’idea demenziale – scrive in un comunicato Sinistra per Urbino Agorà - come l’ha definita il sindaco Gambini, con il quale concordiamo sul il ripristino della linea ferroviaria”. Le arterie stradali di collegamento tra costa ed entroterra sono sempre più intasate ed è sempre più difficile, per chi vuole recarsi anche per una semplice commissione nelle due principali città della provincia, trovare dove sistemare l’auto. “Il treno, una linea moderna – in quanto i locomotori della vecchia littorina non li costruiscono nemmeno più – costituisce una esigenza primaria, per consentire un collegamento comodo, economico e puntuale.
L’idea ‘demenziale’ dei due Ricci Matteo, ex presidente della provincia e ora sindaco di Pesaro, e Mirco, consigliere in Regione, entrambi del PD - insiste il comunicato di Sinistra per Urbino Agorà - costituisce un’ulteriore spoliazione di un’ entroterra già deprivato di infrastrutture e di servizi a tutto vantaggio della costa.
Ci chiediamo: ma questo PD che partito è, se invece di difendere e potenziare le risorse dell’entroterra, in maggior difficoltà in questo periodo di crisi, fa di tutto e di più per inventarsi idee bislacche provocandone l’ulteriore impoverimento? E i dirigenti locali e i semplici iscritti del PD, cosa pensano di queste politiche dei loro dirigenti provinciali e regionali? Perché tacciono e non reagiscono per impedire la spoliazione definitiva della città? In realtà il Pd regionale ha sempre concepito il rapporto con l’entroterra in maniera coloniale: buono per farci qualche battuta di caccia o per visitare il Palazzo Ducale e qualche altro monumento o luogo naturalistico, ma per il resto ha solo subìto una progressiva e costante dequalificazione dei servizi.
I cittadini si attendono idee e iniziative concrete. Urbino – conclude SpUA - ha bisogno di recuperare una vera centralità culturale e avviare un processo di riconversione economica emancipandosi dalla monocoltura dell’Università. Non solo turismo e cultura, ma anche terziario avanzato e alta tecnologia in collaborazione con gli istituti universitari di ricerca. Il che darà nuovo vigore e significato alla sua funzione territoriale”.
Al di fuori di questa prospettiva – come ha scritto con lucidità Peter Kammerer – “la nostra città sarà destinata a rimanere in un vuoto, in una specie di buco nero dell'Italia centrale. (…) un vuoto geografico per la mancanza di mezzi di comunicazione che rischia di diventare anche un vuoto sociale e umano”. Per la salvaguardia di Urbino e dell’entroterra occorre rafforzare Sinistra per Urbino – Agorà, il soggetto politico della società civile che, partendo dalla riaffermazione dei valori della sinistra, si propone di difendere gli interessi della città e di tutto l’entroterra.
Scriveteci a: sinistraperurbinoagora@gmail.com . Siamo presenti anche su Facebook. (eg)

Da: www.altrogiornalemarche.it del 22/7/2014
 
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”La soppressione della ferrovia è una condanna a morte”
Caro Carlino,
aleggia, che possa averla avuta di vinta, la longa manus di chi, da fuori Urbino senza più voce in capitolo, nel nostro territorio, continua ad agitarsi, snocciolando placet che appaiono, soggettivamente a chi scrive, illegittimati ed a pretendere di smantellare strutture impiantate in Urbino nel 1897, come la ferrovia, in cambio di fantomatici progetti, che appaiono insensati e dissennati. Cioè si va "a fare la spesa", nel mercato delle stravaganze, con la pretesa delirante di arricchire un territorio, che non è nostro, ma facendone pagare a noi il prezzo.
LA BENEDIZIONE della Regione MARCHE, a progetti di mera politicanza, come può essere una pista ciclabile, al posto della ferrovia Urbino-Fano, parrebbe, allo stato delle cose, non potersi negare. Ed a farlo sarebbe quella stessa Regione che piange miseria, che modifica la mappa ospedaliera, che taglia posti letto negli Ospedali, che continua a foraggiare le concessionarie del trasporto pubblico; consentendo loro di far viaggiare nelle frazioni, bus fantasma senza passeggeri; che faceva viaggiare gratis, quanto meno fino a poco tempo fa, gli immigrati, nei mezzi pubblici (una sorte – sic! n.d.r.- di investimento in voti, a futura memoria) ma anche la stessa che, quando il Tribunale di Urbino era stato in bilico, non risulta che avesse mosso un dito, assieme al personaggio di Pesaro, che vuole trasformare in soppressione la sospensione della ferrovia.
E FOSSOMBRONE? Ha dato di far dedurre stupefacentemente, qualche anno fa, per mezzo di un suo politico-amministratore di spicco, di essere interessata a tutt’altro. E come l'aveva fatto? Partecipando, costui, a Pesaro, come si era letto nei giornali, ad uno strano meeting a due, con l’altro personaggio politico rivierasco, anche lui allora di spicco, come se Urbino e Fermignano, strumentalmente estraniati, non fossero esistiti e per fare cosa? Per cantare anticipatamente il de profundis della nostra ferrovia, a favore del progetto megalitico della pista ciclabile. Come spiegarsi tutto ciò. Qualcuno lo spiega con il fatto che, il ripristino della ferrovia, stravolgerebbe le strutture e le attività e non sono poche, installate, in vigenza della sospensione, nell'area ex ferroviaria. Certamente esiste un rapporto di affitto, tra i fruitori dell’area e delle strutture, con il demanio dello Stato; sarebbe deleterio ipotizzare il contrario.
IN CONCLUSIONE l'idea della soppressione della ferrovia, condannerebbe a morte l'intera vallata del basso Metauro. Né si venga a dire che sospensione, equivarrebbe a soppressione. Se la congiuntura economica attuale, non consente un ripristino a breve, come fece l’allora Ministro Signorile, 30 anni fa, in Puglia, si lascino, al momento, le cose come stanno.
La struttura ferroviaria, riconosciuta qualche anno fa, dai tecnici dello Stato, in discrete condizioni e ripristinabile con poca spesa, di soldi non ne chiede, La megalitica pista ciclabile, a servizio di pochi, di soldi ne richiederebbe per rimuovere le strutture, per adattare il terreno, per costruirla e per mantenerla. Chi paga?
E pensare che, tra fine anni ‘20 ed inizio anni ’30 , con poca chiacchierante politica e nonostante una bieca dittatura, si era riusciti, al completo a portare la ferrovia fino a Sant’Arcangelo di Romagna, cioè verso Nord; mentre verso Roma, esisteva già la bretella Pergola – Fabriano.
Fatti concreti, non sogni megalitici da pattume.
Avvocato Annibale Pretelli, Urbino

Da: Il Resto del Carlino del 23/7/2014
 
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Ferrovia metaurense: da Fossombrone a Fano i sindaci vogliono la pista ciclabile
FOSSOMBRONE – ”Rispettiamo la volontà di tutti e se i Comuni di Urbino e Fermignano o alcuni consiglieri regionali vogliono perseguire il ripristino della tratta ferroviaria da Canavaccio alla città Feltresca sono liberi di farlo. Tale progetto a nostro avviso é impercorribile ed insostenibile economicamente e non rientra nella nostra programmazione o strategia. Entro fine agosto cercheremo di dare una risposta concreta con atti ben precisi”.
Così si esprime il Vicesindaco di Fossombrone Michele Chiarabilli nella nota che fa il punto sull’incontro che si è svolto nella giornata di ieri, Mercoledì 23 luglio, nella Sala consiliare.
Un incontro promosso dal Comune di Fossombrone e dal Comune di Saltara per discutere della riconversione dell’ex tratta ferroviaria da Fano a Fossombrone in pista ciclabile.
Presenti oltre al vicesindaco di Fossombrone Chiarabilli ed il sindaco di Saltara Uguccioni anche gli amministratori dei Comuni di Cartoceto, Serrungarina, Montefelcino, del commissario della Provincia Galuzzi e dell’ing. Paccapelo della Provincia e del presidente di Megas Net Alighiero Omiccioli.
Assente il sindaco di Fano Seri per impegni precedentemente assunti, ma che ha dimostrato da subito sensibilità nei confronti di tale progetto.
Chiarabilli afferma che: “Si tratta di una presa di posizione forte da parte dell’intera Vallata del Metauro con lo scopo di centrare un obiettivo rinviato da 28 anni. Non ha più alcun senso accantonare una risposta politica a tale problema.
Nel breve tempo verrà proposto un accordo di programma per l’acquisto della tratta e la collaborazione dei Comuni è di fondamentale importanza. Per la riqualificazione verranno coinvolti anche altri enti e la Regione Marche.
E’ la prima volta che questo territorio è unito per una battaglia comune ed il Comune di Fossombrone e Saltara hanno dimostrato di creare da subito un’importante sinergia e collaborazione per portare a termine questa soluzione con una pista ciclabile che diventerebbe una tra le più importanti d’Italia.
Il progetto consentirà di realizzare alcuni importanti sottoservizi come la banda larga, acquedotti, utenze varie, etc.”.

Da: www.ilmetauro.it del 24/7/2014
 
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Perché mai Pesaro è così interessata allo smantellamento della ferrovia Fano Urbino?”
PESARO – Consideriamo le recenti esternazione dell’assessore del comune di Pesaro Biancani sulla ferrovia Fano Urbino, poco consona al suo ruolo, dato che il percorso non insiste nel suo comune.
Pertanto si ritiene che Biancani non debba intervenire nel dibattito rivestendo il suo ruolo ufficiale. Nessun altro assessore di altri comuni si è mai permesso di interferire nelle scelte del comune di Pesaro, quindi quanto afferma Biancani è da ritenere solo (!) opinione personale.
Ricordiamo ancora una volta che il Consiglio Provinciale nel 2009 si era espresso con la delibera 15/2009 a favore del ripristino, con obbligo al Presidente della Provincia di produrre progetti a tal fine.
Non solo ciò non è stato ottemperato ( caso gravissimo), ma la nuova Giunta provinciale nel 2010, guidata dal pesarese ed attuale sindaco di Pesaro Matteo Ricci, sovvertì, in dispregio delle norme, la Delibera di Consiglio con una delibera di Giunta (Deliberazione Giunta 217/2010).
Viene da chiedersi: perché mai Pesaro è così interessata allo smantellamento della ferrovia Fano Urbino?
Il suo traffico cittadino non verrà assolutamente perturbato dai treni, al contrario sarà alleggerito dalla minor incidenza di traffico automobilistico privato e dalle corse di autobus. Queste ultime si ascrivono a circa una sessantina in direzione Pesaro Urbino (via Morciola) ed un simile numero nella direzione Fano Pesaro provenienti dalla Valle del Metauro, soprattutto nel periodo scolastico.
Potrebbe sembrare lodevole ed altruistico che Biancani si preoccupi del traffico che opprime altri comuni e non il suo , tuttavia un tale atteggiamento sembra francamente poco credibile. Per di più l’opinione espressa sui passaggi a livello non trova alcuna corrispondenza in alcuna altra parte d’Italia, dove i passaggi a livello, pur essendo una criticità per il sistema ferroviario, sono paragonabili dagli esperti di traffico stradale alla stregua dei semafori….. presenti numerosissimi sulle strade!
Su una linea locale, inoltre, ipotizzando una ventina di treni nell’arco giornaliero, riteniamo assai difficile che 20 chiusure possano creare grandi problemi alla circolazione stradale. Inoltre nel nostro progetto si attuerebbe una drastica riduzione degli stessi.
Di contro sono i numerosi semafori che, assieme alle tante fermate extraurbane di autobus e superautobus, rallentano il traffico lungo la congestionata via Roma a Fano e via Flaminia, contribuendo all’aumento dell’inquinamento e alla pericolosità in distretti urbani molto popolosi. La risposta ideale a tale situazione è, guarda caso, proprio il treno che offre un servizio rapido e sicuro per le sua prerogativa di avere un percorso privilegiato, ovviamente, a patto di una gestione professionale adeguata e di una politica di investimenti intelligente e consapevole. Tutto ciò non è rappresentato dalla proposta di istituire un sistema di trasporto di tipo ciclistico che non offre nè una soluzione accettabile ai problemi economici attuali nè una risposta adeguata alle esigenze di sviluppo del comprensorio, data la minima potenzialità e limitazione d’uso offerta dal mezzo.
Ci si chiede, per di più, che cosa proporrà l’assessore alle piste ciclabili per mettere in sicurezza i ciclisti che attraverseranno quelle pericolose intersezioni stradali? Forse vuole mettere un semaforo ad ogni incrocio? In tal caso si creerebbero più code che nei passaggi a livello.
Pertanto, il futuro della ferrovia Fano Urbino rappresenta per il comune di Pesaro ben altro problema ed altre opportunità.
Forse l’intromissione dell’assessore comunale di Pesaro, in vicende riguardanti territori al di fuori della sua giurisdizione è sintomo del desiderio dell’ex capoluogo di provincia di tenere a freno lo sviluppo dei comprensori limitrofi a favore del proprio?
Oppure il percorso della linea ferroviaria Metaurense interessa Marche Multiservizi, di cui il comune di Pesaro è socio di maggioranza, per la costruzione di un nuovo acquedotto? Infatti, già da tempo gli acquiferi sotterranei di Sant’Anna e San Lazzaro di Fossombrone sono allo studio della SpA che fa profitti con acqua e rifiuti.
Ci auguriamo che le nostre supposizioni non corrispondano al vero, ma sembra troppo assidua la volontà dei politici pesaresi (Matteo Ricci, Mirco Ricci, Biancani) di chiudere per sempre la possibilità del ritorno del treno nella Valle del Metauro per non dubitare della loro buona fede.
Associazione Ferrovia Valle del Metauro

Da: www.pu24.it del 25/7/2014
 
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«Non perdiamo il treno per rilanciare la città»
I Verdi raccolgono la proposta della senatrice Cantini di recuperare la tratta Fano – Urbino
Gianluca Carrabs, il ponte di Santa Maria degli Angeli e il vecchio treno a Urbino

Urbino, 27 luglio 2014 - LA FANO-URBINO può ripartire. Ne è convinto Gianluca Carrabs (Verdi). Così, quello che a fine mandato Corbucci sembrava essere un argomento buono da campagna elettorale, aspettativa poi tradita per il sopraggiungere di altre problematiche più "urgenti" torna sul piatto.
Perché lei crede che il de profundis non sia ancora stato pronunciato?
«Il 7 maggio la senatrice Laura Cantini (Pd) ha presentato una proposta di legge per il recupero delle ferrovie dismesse che hanno un valore storico-artistico».
Sì, ma parliamo appunto di una proposta.
«Certamente, ma a questo bisogna aggiungere che per la prima volta c’è l’interesse della Fondazione delle ferrovie dello Stato. E questo è stato confermato dalla partecipazione, a luglio, ad una conferenza proprio sul tema».
Cosa può cambiare per la tratta che fu tagliata fra i "rami secchi"?
«Può succedere che da un problema possa passare ad essere un’opportunità. In altri Paesi a dire il vero è già successo. Mi viene in mente la Francia, dove esistono esperienze di treni turistici che trasportano ogni anno 3,5 milioni di passeggeri. Oppure, rimanendo in Italia, la provincia di Siena, dove ci sono esperienze di treni e tratte dedicate alla viticoltura. Ma anche la Lombardia, dove esiste un<>(a vapore) che costeggia il lago d’Iseo. Parliamo ovviamente di un nuovo tipo di mobilità turistico-culturale che valorizza l’ambiente e il patrimonio».
Quindi non sarebbe una forma di locomozione ordinaria?
«No, non necessariamente. Ma una cosa non esclude l’altra. Il treno potrebbe servire anche da semplice mezzo di trasporto».
Avete già cominciato a lavorare su un’iniziativa del genere?
«Abbiamo già contattato il presidente della Confederazione Mobilità Dolce Massimo Bottini che tra l’altro è l’ispiratore del disegno di legge. Entro breve inoltre incontreremo Luigi Cantamessa, che è direttore della Fondazione Ferrovie dello Stato. Da questi rapporti, oltreché dalla copertura di una legge e dai fondi europei, potrebbe derivare anche un contributo economico».
C’è chi ha in mente una ciclabile sui binari. Le sembra un’idea altrettanto valida?
«No, la ciclabile la lascerei stare, abbiamo bisogno di altro. Con questo intendo che la politica deve dare risposte guardando avanti, trovando soluzioni vere. Guardiamo all’esempio delle Langhe, il cui paesaggio è stato appena riconosciuto patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Hanno saputo valorizzare ciò che avevano. Ecco io credo che noi dobbiamo fare lo stesso. Allora se penso ad una ferrovia del genere penso anche alla valorizzazione di un territorio che non ha da temere rivali. Visto che tutto questo non è delocalizzabile ed è la cosa più preziosa che abbiamo non dobbiamo nemmeno inventarci nulla di nuovo. Si tratta semplicemente di riuscire a trasferire qui da noi le best practice che altrove stanno dando dei risultati».
Come intendete confezionare questa proposta?
«Vogliamo assolutamente partire dal basso, chiedere alla gente che cosa pensa. E lo faremo dai social network con una campagna di raccolta adesioni. Una volta che avremo ottenuto questo sostegno sposteremo l’attenzione sulle istituzioni. A cominciare dalla Regione e dal governatore Spacca, a cui spiegheremo l’entità del progetto. Prima di tutto vogliamo però che i cittadini abbiano la possibilità di esprimersi. Siamo convinti che la loro volontà è quella di riportare il treno sulle rotaie».
Con la Fondazione avete già fissato un appuntamento?
«Posso dire che, assieme all’assessore Vittorio Sgarbi, incontreremo Cantanessa della Fondazione e Bottini della CoMoDo già a settembre».
di Emanuele Maffei

Da: www.ilrestodelcarlino.it del 27/7/2014
 
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La Giunta regionale a Urbino: oltre 4 milioni di euro per la riqualificazione dell'università
Un incontro che è servito a impostare “l’agenda di lavoro per Urbino”. Così il presidente della Regione, Gian Mario Spacca, ha commentato l’esito del confronto odierno della Giunta regionale con quella comunale della città.
“Un’esigenza avvertita e una necessità, quella del confronto, in quanto occorre fare sinergia istituzionale per affrontare i problemi del territorio, in un contesto amministrativo contraddistinto da risorse pubbliche calanti per la situazione in cui versano le finanze pubbliche nazionali”.
Su Urbino, ha rimarcato il presidente nel corso degli incontri con la Giunta comunale e con il Senato accademico dell’Università, “c’è un’attenzione straordinaria, da parte della Regione, per i valori storici e culturali assoluti che la città incarna. Insieme a Firenze, è la capitale del Rinascimento, con un potenziale turistico e culturale che va sostenuto e valorizzato. L’Università rappresenta l’attività economica principale delle città e rappresenta anche un modello di sviluppo per tutto l’entroterra”.
Spacca ha anticipato che lunedì prossimo, 4 agosto, la Giunta regionale delibererà un piano per la manutenzione straordinaria del Collegio Tridente, di proprietà della Regione, con uno stanziamento di oltre 4 milioni di euro. Il tema della riqualificazione dei collegi universitari era stato anche un argomento discusso con gli amministratori comunali. “Siamo molto soddisfatti dell’incontro avuto oggi con la Giunta regionale – ha commentato il sindaco Maurizio Gambini - Abbiamo affrontato diversi temi che interessano Urbino.
Il presidente Spacca ha dato l’ampia disponibilità ad approfondire tutti questi argomenti nelle prossime settimane, con i rispettivi uffici e assessori”.
Tra le questioni sollevate, la possibilità di riattivare la tratta ferroviaria Fano-Urbino. Su questo punto, a fronte di risorse economiche nazionali non disponibili, la Regione ha suggerito di coinvolgere il sottosegretario ai beni Culturali, Ilaria Borletti Buitoni, che ha anche recentemente manifestato interesse per questo progetto, allo scopo di avviare un tavolo di lavoro per valutarne la fattibilità.
Altra questione legata alla viabilità (“Un tema particolarmente avvertito dalla città ”, ha ricordato il sindaco), è quella del nuovo casello autostradale, “per garantire una migliore viabilità al Montefeltro”. …
dalla Regione Marche

Da: wwww.vivereurbino.it del 29/7/2014
 
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Italia Nostra: “Sì al ripristino della ferrovia Urbino-Fano per unire la regione”
Il Consiglio Regionale di Italia Nostra per le Marche condivide la posizione espressa da alcuni esponenti politici regionali e locali, dal sindaco di Urbino nel suo recente incontro con il governatore Spacca, da altri soggetti ed associazioni a favore del ripristino della Ferrovia Urbino-Fano, non solo come tratta di natura turistica ma come ammodernato trasporto pubblico alternativo al trasporto su gomma, inquinante e rumoroso.
Il trasporto su rotaia è necessario ed utile per ridurre i tempi di percorrenza e mettere in “rete” la costa con l’interno e con quella meravigliosa città che è Urbino, favorendo anche l’alleggerimento dalle auto di un centro storico “difficile” e la riduzione del problema dei parcheggi.
L’isolamento dell’interno del Pesarese già è stato pagato a caro prezzo con l’abbandono di sette comuni in favore della Romagna e con altri comuni ancora in attesa di passare il confine. Una scelta che ha posto in evidenza l’incapacità degli amministratori di rispondere alle esigenze di mobilità (e non solo) dei cittadini marchigiani.
Ripristinare la ferrovia vuol dire effettuare una manutenzione straordinaria della linea, procedere alla riduzione /eliminazione dei passaggi a livello e soprattutto mettere in campo una politica che voglia veramente puntare sul trasporto pubblico; quindi necessità di rivedere il servizio con autobus che va asservito alla ferrovia e non messo su strada in concorrenza con essa, formulare un orario cadenzato e disporre di linee automobilistiche che colleghino i paesi lontani dalle ferrovia in coincidenza della fermata del treno.
E’ errato porre in alternativa la pista ciclabile, che è un trasporto individuale, con il treno che è un asse portante del trasporto pubblico; i treni possono trasportare le biciclette ed ampliare il raggio di loro utilizzo, non viceversa. Noi siamo a favore di questa sinergia che non può avvenire sulle spoglie della ferrovia Urbino Fano o di altre ferrovie dell’interno! Si ricordi ad esempio come la soppressione della Porto San Giorgio-Fermo-Amandola nel 1956 abbia creato pessime condizioni di mobilità nella provincia di Fermo che scontiamo tutt’oggi. Se le Ferrovie dello Stato non fossero interessate al progetto si può ricorrere ad altri soggetti pubblici/privati come già avvenuto in altre regioni. A fronte del disinteresse di molti anche, ad esempio, per la tratta Fabriano Pergola abbandonata a se stessa, fà da contraltare il recente voto alla unanimità del Consiglio della Regione Marche a favore di uno studio di fattibilità per il potenziamento delle linee ferroviarie anche al fine di realizzare collegamenti che tocchino l’intero territorio, quale ad esempio l’anello Civitanova Fano via Fabriano e Fossombrone, utilizzando la Fano Urbino, come una moderna metropolitana.
Italia Nostra nelle Marche è coerente con le posizioni espresse dalla Associazione a livello nazionale che ha dedicato il più recente numero della propria rivista alle “Ferrovie delle Meraviglie” e che esprime l’attuale presidente di CO.MO.DO, l’arch. Bottini. Quindi invitiamo tutti a lavorare serenamente sullo studio di fattibilità per “ricucire” la nostra regione attraverso una rete di mobilità pubblica su rotaia che unisca le più diverse parti della regione, una rete ferroviaria non inquinante che concorra a conservare il paesaggio marchigiano a rischio devastazione per i nuovi progetti di infrastrutture stradali.

Da: www.pu24.it del 30/7/2014
 
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A Fossombrone si parla del futuro della Ferrovia Fano-Urbino
FOSSOMBRONE – Venerdì 1 agosto, presso la “Grotta” della chiesa di S.Agostino , avrà luogo alle ore 21,00 un incontro sulla Ferrovia Fano-Urbino.
Dopo gli ultimi avvenimenti e le numerose dichiarazioni di amministratori ed associazioni si sta delineando sempre più chiaramente la situazione su questo problema della Ferrovia ed il dibattito (riaprire oppure trasformare) assume i connotati di una vicenda che valica i confini della valle metaurense.
L’incontro è promosso da Carlo Ruggeri e dall’Associazione Ferrovia Valle Metauro vedrà la presenza di alcuni Sindaci (Urbino, Fermignano, Piobbico), amministratori, politici ed i rappresentanti di tutte le forze favorevoli al ritorno del treno.
Saranno illustrate motivazioni, mostrati i progetti e le valutazioni che impongono la riapertura del servizio su rotaia. “La popolazione è invitata all’evento – dicono dall’Associazione – ideato soprattutto con lo scopo di divulgare il VERO STATO del problema, le potenzialità e le proposte per il futuro del nostro territorio”.

Da: www.ilmetauro.it del 30/7/2014
 
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«La ferrovia è il futuro. Altroché la ciclabile»
Incontro con i cittadini con Carlo Bellagamba «Attenti agli interessi poco chiari»
Costi sostenibili
E’ ormai chiaro che la ferrovia è ripristinabile, costerebbe poco più che distruggerla per le bici Sviluppo
Ormai in nessuna parte del mondo si pensa che il futuro sia il trasporlo su gomma. A parte... qui

FERROVIA o pista ciclabile? Per Carlo Ruggeri, ex consigliere provinciale e comunale, la risposta è una sola: ferrovia. Ovviamente d'accordo con lui è Carlo Bellagamba, che fa parte dell'associazione Ferrovia del Metauro, nata per l'appunto a sostegno dell'idea di ripristinare il vecchio tracciato, di fatto dismesso nel 1987.
Se n’è parlato l'altra sera alla "grotta” della chiesa di sant'Agostino, a Fossombrone alla presenza di Gianluca Carrabs, figura di spicco dei Verdi e presidente dell'Assam. «Devono smetterla di raccontarci stupidaggini — sinterizza Ruggeri —: la ferrovia costerà di più, ma serve, mentre la pista ciclabile non serve. Se c'è la volontà politica, tutto si può fare. Fra sei mesi ci sono le elezioni regionali: i cittadini pensino bene a chi dare il voto. Eleggiamo qualcuno della vallata, che ci rappresenti per le cose importanti, per mantenere i servizi».
Carlo Bellagamba: «Secondo noi la pista ciclabile non è che un "coperchio'' per altre operazioni, forse un acquedotto che porti l'acqua a Pesaro o forse un metanodotto. Sono operazioni dalle quali qualcuno trarrà un guadagno, ovviamente. Qui stiamo parlando di un bene dello Stato, la ferrovia Fano-Urbino, che all'epoca costò bei soldi: vogliamo che sia svenduto per pochi euro ai soliti noti?».
PROSEGUE Bellagamba: «A differenza della ciclabile, il ripristino della ferrovia è un'operazione strategica: ci sono studi fatti a livello europeo secondo i quali solo il trasporto su rotaia potrà fermare il declino economico, demografico, civile, di intere zone svantaggiate, soprattutto quelle interne. Stiamo parlando della sopravvivenza dell'entroterra. Stiamo parlando di ragionare su tempi lunghi, cinquanta o sessant’anni: siamo sicuri che allora avremo ancora tutto il petrolio che serve al trasporto su gomma? E poi la ferrovia è strategica anche dal punto di vista turistico, sempre che, come ho già detto, si voglia ragionare con l'occhio lungo». SUI COSTI di una simile operazione, Bellagamba respinge la vulgata secondo cui sarebbero esorbitanti: «Con la crisi economica che abbiamo — sostiene infatti — le ditte non fanno altro che calare i prezzi, pur di aggiudicarsi le commesse. La spesa può andare da un minimo di 40 a un massimo di 100 milioni. Lo Stato questi soldi ce li ha. Non è vero che non ci sono, è solo che non ci sono per quello che non vogliono lorsignori ...».
L'altra sera in sala c'era anche Renzo Savelli, ex assessore provinciale e consigliere comunale. Lui è uno dì quelli favorevoli al ripristino della ferrovia: «Quando ero assessore nella giunta Ucchielli —ricorda—facemmo un ordine del giorno che poi venne approvato all'unanimità dal consiglio provinciale. Un indirizzo, questo del ripristino, che poi fu fatto proprio anche dalla Regione, che parlò della Fano-Urbino come di asse viario "strategico*'. Dopodiché, non si sa bene né come né perché, il presidente Ricci se ne venne fuori con la ciclabile. Tra l'altro con una presa di posizione che scavalcava quella del consiglio, che per quanto ne so è l'organo che dovrebbe dare l'indirizzo alla giunta, non viceversa. Non è che se il consiglio dice "andiamo a Urbino" la giunta può ribattere "no, andiamo a Fano — ».
Adriano Biagioli

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Carrabs (Verdi): «lo vi dico #orasipuò». Anche Spacca è d'accordo
SU TWITTER gira già l'hashtag . #orasipuò, #sipuòperdawero in riferimento alla possibilità di ripristinare la ferrovia Fano-Urbino. A parlarne nell'incontro a Fossombrone — dove invece tira una certa aria diversa, perché gli amministratori vorrebbero buttare via i binari per fare andare su e giù le biciclette del circondario — c'era anche Gianluca Carrabs, presidente dell'Assam (l’Agenzia regionale per l'agricoltura), da sempre una delle persone più vicine al presidente della Regione, Gian Mario Spacca. In realtà il presidente anche nei giorni scorsi si era espresso, nell'incontro ufficiale tra la giunta regionale e quella urbinate, a favore del ripristino. Non solo, con il sindaco Maurizio Gambini ne ha discusso a lungo e come già scritto da queste righe attraverso l'interessamento dell'assessore alla Rivoluzione di Urbino, Vittorio Sgarbi, la Fano-Urbino è già inserita nel progetto di legge per il ripristino delle ferrovie chiuse ... «per errore».
A questo punto viene da chiedersi che senso abbia la battaglia anti-ferrovia che viene dalla sponda pesarese (di cui parla anche "Sinistra per Urbino/Agorà a pagina 15 di questa edizione). Mandare all'aria il tracciato — violato da numerosi abusi fatti dai comuni che ora ne temono il ripristino — è un po' come mettere una pietra tombale all'ipotesi di un rilancio della intera Valmetauro. E’ sicuro che possiamo permettecerlo?

Da: Il Resto del Carlino del 3/8/2014
 
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Ferrovia Fano-Urbino: For-Bici propone la pista ciclopedonale
Ci son voluti circa 30 anni di "riflessione" ma alla fine la sintesi sembra raggiunta sulla decisione di trasformare l’ex ferrovia metaurense in pista ciclopedonale.
Tranne alcune eccezioni, gli Enti pubblici (Regione, Provincia, Comuni di Fano, Cartoceto, Saltara, Serrungarina, Montefelcino, Fossombrone) ed una decina delle più rappresentative associazioni ambientalistiche e culturali del territorio (Argonauta, Bartolagi, Centro Studi Vitruviani, For.bici FIAB, Italia Nostra Pesaro Urbino, La lupus in fabula, Legambiente Pesaro, LIPU Pesaro, Metauro nostro, WWF Marche) condividono una soluzione alla quale comunque erano giunte già una decina di anni fa tutte le Università e le Camere di Commercio delle Marche coinvolte in uno studio specifico; ora un bene che correva seriamente il rischio di essere smembrato e venduto ai privati può tornare a nuova vita contando anche su finanziamenti adeguati.

La parte più appariscente dell'idea progettuale è la pista ciclabile; dovrebbero bastare la Bicipolitana di Pesaro ed una sessantina di riconversioni di ferrovie in tutta Italia (ultima in questi giorni la Spoleto - Norcia) per capire quanto questa struttura potrebbe migliorare la vita dei cittadini; numerosi centri abitati distanti tra loro poche centinaia di metri (Fano, Rosciano, Cuccurano, Lucrezia, ecc.) potranno avere un collegamento ciclopedonale alternativo alla trafficata strada provinciale ma anche un percorso culturale lungo l’antica via Flaminia; in pratica, una gran quantità di automobili, motorini, pericoli, rumori e polveri sottili in meno e l'occasione per porre rimedio al degrado di tanti spazi ferroviari sui quali finora i Comuni non avevano titolo per intervenire.

Forse ancora più importante è ciò che non si vedrà perché realizzabile in un sottosuolo completamente libero dalle complicazioni che spesso rendono difficile se non impossibile la realizzazione di grandi e piccole opere. La riprova che la cosa può funzionare è la presenza di soggetti pronti a investire capitali propri; per ora è Megasnet, che si occupa tra l'altro di gas e acquedotti, ma altri potrebbero arrivare presto grazie alla fibre ottiche per la banda ultralarga (che ancora non c'è in gran parte del nostro Paese) in grado di trasmettere contemporaneamente in entrata e in uscita enormi quantità di dati tramite Internet; di questo potrebbero beneficiare tutti i settori, da quello primario con le sue eccellenze enogastronomiche fino a quello turistico, per il rilancio di un territorio che potrà meglio competere in un mercato ormai globalizzato.
In sostanza, con un unico intervento, ottimizzando tempi, costi e personale, potranno essere realizzati:

a) un corridoio lungo decine di km attrezzato con aree verdi, parcheggi, spazi sociali, emergenze archeologiche, ecc.;
b) una bella pista ciclopedonale in sede propria collegabile con quella litoranea tra Fano e Pesaro;
c) nuovi sottoservizi moderni ed efficienti in aggiunta o sostituzione di quelli esistenti.

Se tutto andrà bene, come tutto lascia sperare, sarà la soluzione efficace ed a costi assolutamente sostenibili di un problema che per troppo tempo ha condizionato la vita del nostro territorio; e, una volta tanto, in sintonia tra pubblico e privato!
da Associazione Forbici Fano
forbicifano.blogspot.com

Da: www.viverefano.com del 4/8/2014
 
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Benini e la sua proposta per l'ex ferrovia: 'Dobbiaco Lienz come Fano Urbino? Ex ferrovia Fano-Urbino: tante le proposte fatte per poter riportare in vita quel tratto inutilizzato ma sicuramente ricco di potenziale.
Luciano Benini e Valentino Magoga (fanese e proprietario di un bar a Urbino), dopo una vacanza in montagna ci espongono la loro idea di riutilizzo.
“Siamo appena tornati da una vacanza in montagna e abbiamo potuto percorrere la pista ciclabile parallela, per lunghi tratti, alla ferrovia Dobbiaco Lienz. Una cinquantina di chilometri in leggera discesa in un paesaggio alpino bellissimo.
Migliaia di persone noleggiano ogni giorno una bicicletta e percorrono il tragitto sul quale vi sono piccoli punti ristoro, assistenza tecnica alle biciclette, zone picnic. Il pensiero è volato subito alla Fano Urbino: cosa succederebbe al turismo locale se fosse riattivata la ferrovia metaurense e realizzata una pista ciclabile parallela? Si potrebbe andare ad Urbino in treno e da lì noleggiare una bicicletta e scendere verso Fano in un paesaggio non meno bello di quello della Val Pusteria ma certamente molto più ricco di luoghi di enorme interesse storico e culturale.
Un viaggio in treno e bicicletta da Raffaello a Vitruvio passando per Bramante e per tanti borghi medievali bellissimi: in quale altro luogo al mondo si potrebbe trovare una tale ricchezza culturale vissuta ad impatto ambientale zero? E quale indotto occupazionale creerebbe nel settore gastronomico, ricettivo, artigianale? Un progetto così articolato potrebbe attingere a fondi europei integrati da fondi regionali e dei comuni interessati. Il turismo europeo è soprattutto interessato a queste forme di fruizione del tempo libero, e la nostra vallata diventerebbe un centro turistico di prim’ordine.
Cosa ne pensano i partiti, le associazioni, i cittadini di questa proposta?”
da Luciano Benini

Da: www.viverefano.com del 6/8/2014
 
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Nella discussione tra la cilabile e la ferrovia spunta… un acquedotto
L’Associazione FVM Ferrovia Valle del Metauro continua la sua battaglia per il ripristino della linea ferroviaria Fano-Urbino.
Dopo la presa di posizione dei sindaci della bassa valle a favore della pista ciclabile l’associazione FVM ha anche recentemente tenuto un incontro a Fossombrone per spiegare le ragioni della propria battaglia… «Nel 1915, fu un forsempronese a promuovere la nascita della ferrovia. Cento anni dopo, gli Amministratori della stessa città si rendono responsabili del suo smantellamento!»
Ci sono alcune considerazioni da evidenziare in merito alle ultime dichiarazioni del vicesindaco di Fossombrone Chiarabilli ed altri sindaci della Valle del Metauro recentemente espresse sulla ferrovia Fano Urbino.
“… rispettiamo la volontà di tutti e se i comuni Fermignano ed Urbino vogliono perseguire la tratta ferroviaria sono liberi da farlo da Canavaccio alla città Feltresca…”
E’ una dichiarazione che sconcerta profondamente: una linea ferroviaria secondaria non connessa alla rete principale (la linea adriatica) non ha alcun senso pratico né operativo; da una tale affermazione si evince, con amarezza, la totale e caparbia indisponibilità di dialogare con gli altri comuni della fascia pedemontana; con una tale affermazione si nega la volontà di trovare soluzioni razionali e concilianti le diverse proposte. Una volta la politica con la “P” maiuscola era in grado di farlo. Al momento attuale si assiste a questa situazione paradossale: malgrado le legittime ed attuali esigenze di un’ Europa unita, si assiste ad una mancanza di intercomunicazione e totale assenza di dialogo con soggetti che hanno in comune la stessa storia, con rappresentanti di territori che parlano la stessa lingua se, non addirittura, lo stesso dialetto. In tal modo, invece di unire una vallata, la si vuol dividere come se si vivesse ancora nell’età medievale dei Comuni.

A proposito di storia, il vicesindaco di Fossombrone dovrebbe conoscere alcuni personaggi che hanno consentito lo sviluppo ed il progresso della sua importante cittadina. Quando nei primi anni del secolo scorso Fossombrone e la Valle del Metauro rischiavano di rimanere tagliate fuori dalla costruzione di ferrovie che stavano nascendo numerosissime in tutta Italia, fu l’avvocato forsempronese Vittorio Danielli che compose uno studio sulla “Ferrovia Metaurense e la legge del 9 luglio 1905”.
Il Danielli sosteneva che, pur senza l’intervento diretto dello Stato, l’azione volenterosa di Comuni Consorziati avrebbero potuto sostituirlo. Di fatto così avvenne.
A coloro a cui il piano fosse sembrato troppo ottimistico egli rispondeva: “Od esso è errato e sorga chi lo dimostri tale o esso non lo è, ed allora si faccia opera grande, benefica, duratura per queste popolazioni, che la miseria e l’emigrazione hanno ridotto in così grame condizioni”.
Fu così che i cittadini di Fossombrone e gli altri comuni della Valle del Metauro contribuirono per la costruzione della ferrovia per i 4 decimi del costo piuttosto che per i 2 decimi delle altre linee di interesse nazionale.
Il 1° maggio 1915 fu inaugurata la ferrovia Fano-Fermignano di 43,164 km aperta all’esercizio dalla Società Anonima Ferrovie e Tramvie Padane.
Quando nel 1933 le Ferrovie Padane decisero di chiudere l’esercizio, fu sempre un forsempronese, il Podestà Getulio Emanuelli, che si oppose alla volontà ministeriale ed evitò lo smantellamento dei binari scrivendo direttamente al Duce e rischiando in prima persona pesanti sanzioni disciplinari.
“La nostra ferrovia Metaurense, che ha costato lotte di oltre mezzo secolo, e che generazioni vi hanno speso le loro attività e patrimoni per vederla in atto, oggi dovrebbe essere smantellata… per non spendere un milione si vorrebbe demolire quello che ragguagliato al valore attuale ha costato la non trascurata cifra di 80 milioni”.
Lamentava anche l’inadeguatezza del servizio degli autobus e non li riteneva adatti per un moderno servizio che soddisfacesse le esigenze dei cittadini della vallata. Anche i cittadini di Fossombrone contribuirono alla protesta strappando le tessere del partito fascista in municipio e la ferrovia non venne più smantellata passando sotto la gestione delle Ferrovie dello Stato che la riaprirono nel 1955 dopo i distruttivi eventi della Seconda Guerra Mondiale.
Purtroppo nel 1987, quando in seguito al taglio dei cosiddetti rami secchi (ed attualmente tanti di quelli ritenuti tali sono tornati a funzionare con notevole successo) si decise di sospendere di nuovo il servizio ferroviario, i sindaci della Valle del Metauro non solo non parteciparono alle proteste insieme al comune di Urbino e di Fermignano, ma addirittura ci fu chi inviò un telegramma di ringraziamento all’allora ministro dei trasporti Signorile. L’autore, si legge nelle cronache dei giornali d’allora, fu il sindaco di Saltara. Vergogna!
In sintesi la ferrovia Metaurense è parte integrante della storia della Vallata e del Metauro; purtroppo pochi hanno capito l’importanza di tale infrastruttura viaria che, al contrario, rappresenta adesso una grande opportunità per il rilancio imprenditoriale, turistico e sociale del territorio soprattutto in questo periodo di crisi. Ritenere che tale progetto sia insostenibile economicamente, senza addurre nessuno studio economico gestionale, fa sorridere amaramente, visto che in periodi più terribili e poveri dell’attuale è stata costruita con mezzi e risorse ben più limitate.
Oggi, grazie alla Comunità Europea, esistono Fondi per le ferrovie come, anche, per le ciclabili.
Inoltre, non ci risulta che i cittadini di Fossombrone e quelli degli altri comuni della Vallata del Metauro non paghino le tasse. Pertanto finché lo Stato, la Regione, i Comuni esigeranno i pagamenti delle imposte è giusto chiedere in contraccambio dei servizi qui, sul nostro territorio come in tutta Italia.
La spasmodica esigenza di una pista ciclabile ormai, come da tempo avevamo sospettato e scritto, non nasconde altro che l’asservimento ad altri interessi: i cosiddetti sottoservizi. Soprattutto un nuovo acquedotto che servirà a sfruttare gli acquiferi sotterranei di Sant’Anna e Calmazzo, ma non per le popolazioni locali.
È noto che l’attuale acquedotto, partendo dal potabilizzatore di Tavernelle fino alla città di Pesaro, a causa di scarsa manutenzione (o forse di inadeguata progettazione) è un colabrodo e regolarmente va in avaria.
Quale occasione migliore occasione di sfruttare un percorso nuovo senza indennizzare nessun proprietario terriero?
Ma qual è il prezzo di tale operazione? Qual è il vantaggio per gli abitanti della vallata del Metauro?
Una misera ciclabile al posto di un mezzo moderno, efficiente, ecologico e futuristico?
Non si venga a dire che dalla ciclabile è possibile ritornare alla ferrovia perché sono vietate le condutture longitudinali sotto i binari; ben più strano ed illogico è il progetto di consentire che siano installate sotto una ciclabile le tubature di un metadotto che è noto non è un gas inerte.
Finalmente Urbino si è destata e sta portando avanti la battaglia con l’autorevolezza adeguata per una città importante conosciuta in tutto il mondo.
Fano e i comuni della vallata del Metauro hanno soltanto da guadagnare allineandosi a questa battaglia, se invece preferiscono sottostare agli interessi dei politici Pesaresi e dei loro cittadini , si renderanno molto presto consapevoli delle conseguenze di questa scelta scellerata: non appena la Fano-Grosseto diventerà a pagamento.
Infine, quindi, speriamo che i politici di Fano e della Valle del Metauro abbiano la forza di riscattarsi e pretendere ciò che è stato loro tolto in modo surrettizio e che con ogni furbizia si cerca di non restituire.
Associazione FVM – Ferrovia Valle del Metauro

Da: www.ilmetauro.it del 6/8/2014
 
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L'associazione FVM scorta 60 giovani scout lungo la ferrovia Fermignano-Urbino
Fano (PU) - Due importanti eventi scoutistici in questi giorni d’agosto hanno ravvivato l'estate dei giovani: il raduno degli Scout FSE all’EuroJamburee in Normandia (per ragazzi da 11 a 16 anni) e la Route Nazionale degli Scout AGESCI (per giovani dai 16 a 21 anni ). Il mezzo di trasporto privilegiato per gli spostamenti di queste migliaia di partecipanti è il treno.
Giovedì 31 luglio sono partiti dalla stazione di Fano oltre 100 giovanissimi Scout dei gruppi FSE della città con meta finale la Francia settentrionale. Quasi contemporaneamente 60 Scout AGESCI, provenienti da tutta Italia, sono arrivati nella nostra provincia.
Il gruppo ha compiuto escursioni formative in diverse zone del nostro territorio pedemontano per concludere, come meta finale della Route, con un grande raduno nella Tenuta del Presidente della Repubblica, già Riserva Reale, a San Rossore di Pisa, con la partecipazione di diverse decine di migliaia di partecipanti.
Martedì 5 agosto l’associazione Ferrovia Valle del Metauro (FVM) ha contribuito alla visita ad uno dei tanti caratteristici siti della Valle Metaurense, accompagnando il gruppo lungo il percorso della ferrovia da Fermignano ad Urbino.
"Sono state fornite informazioni - dicono dall'associazione - sul valore rappresentato dalla ferrovia per il territorio, sulla storia delle ferrovie Fano-Fermignano (costruita dalle Ferrovie Padane giusto 100 anni fa) e Fabriano Urbino ( giudicata da viaggiatori inglesi una delle perle paesaggistiche del trasporto in Italia Centrale, paragonabile alle famose ferrovie svizzere di Grindelwald e Lauterbrunnen)".
"Apprezzata la lezione di base sulla segnaletica ferroviaria e le caratteristiche geometriche della linea. Durante l'escursione si è dato risalto anche alle differenze d’impatto ambientale tra le opere d'arte ferroviarie (ponti, muraglioni di contenimento in pietra che abbelliscono armoniosamente il paesaggio) e quelle autostradali che, al contrario, lo feriscono e deturpano profondamente consumando ettari ed ettari di prezioso terreno".
"I giovani hanno dimostrato attenzione a quanto illustrato con domande a carattere generale, storico e ferroviario a riprova dell'importanza attribuita, dalle nuove generazioni a questo mezzo di trasporto".
"L’Associazione FVM è orgogliosa di aver contribuito, con questa breve ma significativa lezione, ad accrescere la formazione di tanti giovani sui problemi comuni ai trasporti ed all'ambiente".

Da: www.fanoinforma.it del 8/8/2014
 
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Un itinerario ciclo turistico nello scenario della Terra del Duca, Urbino aderisce al progetto
Fare sempre di più del circuito interregionale della Terra Del Duca un brand capace di veicolare in Italia e nel mondo le eccellenze artistiche ambientali ed enogastronomiche dell’antico Ducato di Urbino.
E’ questo l’obiettivo comune riaffermato dagli Enti promotori durante l’incontro svoltosi nei giorni scorsi ad Urbino per fare il punto sulle prossime iniziative da realizzare in attuazione del progetto La Terra Del Duca, promosso dai Comuni di Senigallia ( Ente capofila) Urbino, Gubbio e Pesaro in collaborazione con le Regioni Marche ed Umbria.
L’incontro, al quale hanno partecipato tra gli altri l’assessore al turismo di Urbino Maria Francesca Crespini, l’assessore allo sport ed all’ambiente di Senigallia Gennaro Campanile e l’assessore al turismo di Gubbio Lorenzo Rughi oltre ai rappresentanti del Comune di Pesaro e delle due Regioni partners del circuito, è stata l’occasione per fare il punto sullo stato d’attuazione del progetto: pedalando nella terra del duca affidato alla realizzazione del Consorzio Unika specializzato nel settore.
Il progetto si prefigge l’obiettivo di sviluppare per finalità turistiche l’attività di cicloturismo sia a livello amatoriale che a livello agonistico nel territorio dell’antico Ducato di Urbino e prevede l’organizzazione e pianificazione di un itinerario ciclistico stradale con relativa mappatura dei percorsi su supporto elettronico. L’itinerario, individuato privilegiando strade a bassa percorrenza e luoghi di pregio artistico ed ambientale, costituirà la base per un coinvolgimento degli operatori del territorio nella predisposizione di specifici pacchetti in grado di intercettare un segmento come quello cicloturistico e del turismo sportivo in costante crescita con particolare riferimento al mercato internazionale. Il percorso cicloturistico della Terra Del Duca sarà riconosciuto ed omologato dall’organismo internazionale ufficiale del settore ed inserito nella rete nazionale dei percorsi permanenti.
I percorsi, che saranno definiti nel prossimo autunno e qualificati attraverso una tabellonistica della Terra Del Duca, verranno pubblicizzati in collaborazione con le regioni Marche ed Umbria nei prossimi appuntamenti fieristici nazionali ed internazionali dedicati alla bicicletta.
Tra le altre iniziative programmate in settembre da segnalare un eductour, vale a dire un tour di cinque giorni per visitare le eccellenze culturali ambientali ed enogastonomiche di Urbino, Gubbio Pesaro e Senigallia al quale parteciperanno qualificati giornalisti tedeschi specializzati nel settore turistico.
Nei mesi scorsi le Regioni Marche ed Umbria partners del progetto hanno pubblicizzato il circuito della Terra Del Duca in numerose iniziative promozionali in Germania, anche per lanciare i nuovi collegamenti arerei per Dusseldorf da Ancona e Perugia, e a seguito di questi eventi numerosi giornalisti tedeschi hanno manifestato l’interesse a poter visitare questo pezzo del nostro paese che contiene tutta la bellezza del Rinascimento italiano.

Da: www.comune.senigallia.an.it del 8/8/2014
 
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“Convinceremo tutti i sindaci a riaprire la Fano – Urbino”
“Per riattivare la ferrovia Fano – Urbino uniremo tutti i sindaci del territorio. A Gambini chiediamo di istituire una delega apposita per seguire il progetto", la capogruppo dei Verdi in consiglio comunale di Urbino, Laura Scalbi ha presentato una mozione per impegnare sindaco e giunta a «perseguire in tutte le sedi opportune ogni possibile azione per il ripristino e la riattivazione della tratta ferroviaria Fano-Urbino. A istituire una delega ad hoc per garantire un interessamento costante e quotidiano dell'amministrazione comunale al raggiungimento dello scopo '"
A sostegno dell’iniziativa che il presidente onorario dci Verdi delle Marche, Gianluca Carrabs.: «Subito dopo l'incontro pubblico di venerdì scorso organizzato dall'Associazione Ferrovia Val Metauro, il gruppo consiliare dei Verdi di Urbino si è mosso con azioni concrete come la richiesta di un confronto con i Comuni interessati alla tratta, lo Stato e: i responsabili nazionali delle aziende ferroviarie e della Fondazione FS per arrivare ad un cronoprogramma condiviso. E' un'opportunità - spiega Carrabs - perché attiva un turismo che attualmente va potenziato e che collegherebbe la costa all'entroterra. Ricordando ad esempio che Rimini è la prima città balneare dell'Adriatico, il treno potrebbe essere il mezzo utile e consono che porti a Urbino l'afflusso delle persone che già sono in vacanza nelle città di mare, facendo oltretutto conoscere un paesaggio straordinario quale quello che collega la ValMetauro a Urbino. Esiste un nuovo tipo di indotto turistico-culturale che valorizza l’ambiente e il patrimonio, come ci confermano le esperienze in Francia dove treni turistici trasportano ogni anno 3,5 milioni di passeggeri, ed in Italia, come in provincia di Siena, dove ci sono treni e tratte dedicate a percorsi tematici come la viticoltura, ma anche in Lombardia, dove esiste un treno a vapore che costeggia il lago d’Iseo. Tra paesaggi e prodotti enogastronomici, le opportunità non ci mancano, dobbiamo solo attuarle e con un serio progetto possiamo in inserirci nella programmazione europea 2014 - 2020 usufruendo così di risorse utili allo scopo.
IL CONSIGLIERE di maggioranza dei Verdi Scalbi piega l'azione da attuare nel territorio: “Contatterò personalmente tutti i sindaci e i presidenti del consiglio dei Comuni interessati alla linea ferroviaria, per proporre l'approvazione di una mozione simile a quella di Urbino, affinchè il presidente della Regione Marche Spacca possa avere la comunicazione ufficiale che tutto il territorio in maniera compatta crede alla riapertura della ferrovia. Questa è un’occasione che il nostro territorio non potrà farsi sfuggire”.
Scalbi, nella mozione, sottolinea anche che la ferrovia “può essere considerata come primaria infrastruttura tra costa ed entroterra" e che “non è incompatibile ripristinare la ferrovia e prevedere a lato, ove possibile, la pista ciclabile favorendo le rotaie e le due ruote allo stesso tempo”, come vorrebbe, finora, la Provincia.
l. o.

Da: Il Resto del Carlino del 8/8/2014
 
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Un itinerario ciclo turistico nello scenario della Terra Del Duca: verrà completato e pubblicizzato
URBINO - Fare sempre di più del circuito interregionale della Terra Del Duca un brand capace di veicolare in Italia e nel mondo le eccellenze artistiche ambientali ed enogastronomiche dell’antico Ducato di Urbino.
E’ questo l’obiettivo comune riaffermato dagli Enti promotori durante l’incontro svoltosi ad Urbino per fare il punto sulle prossime iniziative da realizzare in attuazione del progetto La Terra Del Duca, promosso dai Comuni di Senigallia ( Ente capofila) Urbino, Gubbio e Pesaro in collaborazione con le Regioni Marche ed Umbria.
L’incontro, al quale hanno partecipato tra gli altri l’assessore al turismo di Urbino Maria Francesca Crespini, l’assessore allo sport ed all’ambiente di Senigallia Gennaro Campanile e l’assessore al turismo di Gubbio Lorenzo Rughi oltre ai rappresentanti del Comune di Pesaro e delle due Regioni partners del circuito, è stata l’occasione per fare il punto sullo stato d’attuazione del progetto: pedalando nella terra del duca affidato alla realizzazione del Consorzio Unika specializzato nel settore.
Il progetto si prefigge l’obiettivo di sviluppare per finalità turistiche l’attività di cicloturismo sia a livello amatoriale che a livello agonistico nel territorio dell’antico Ducato di Urbino e prevede l’organizzazione e pianificazione di un itinerario ciclistico stradale con relativa mappatura dei percorsi su supporto elettronico. L’itinerario, individuato privilegiando strade a bassa percorrenza e luoghi di pregio artistico ed ambientale, costituirà la base per un coinvolgimento degli operatori del territorio nella predisposizione di specifici pacchetti in grado di intercettare un segmento come quello cicloturistico e del turismo sportivo in costante crescita con particolare riferimento al mercato internazionale. Il percorso cicloturistico della Terra Del Duca sarà riconosciuto ed omologato dall’organismo internazionale ufficiale del settore ed inserito nella rete nazionale dei percorsi permanenti.
I percorsi, che saranno definiti nel prossimo autunno e qualificati attraverso una tabellonistica della Terra Del Duca, verranno pubblicizzati in collaborazione con le regioni Marche ed Umbria nei prossimi appuntamenti fieristici nazionali ed internazionali dedicati alla bicicletta.
Tra le altre iniziative programmate in settembre da segnalare un eductour, vale a dire un tour di cinque giorni per visitare le eccellenze culturali ambientali ed enogastonomiche di Urbino, Gubbio Pesaro e Senigallia al quale parteciperanno qualificati giornalisti tedeschi specializzati nel settore turistico.
Nei mesi scorsi le Regioni Marche ed Umbria partners del progetto hanno pubblicizzato il circuito della Terra Del Duca in numerose iniziative promozionali in Germania, anche per lanciare i nuovi collegamenti arerei per Dusseldorf da Ancona e Perugia, e a seguito di questi eventi numerosi giornalisti tedeschi hanno manifestato l’interesse a poter visitare questo pezzo del nostro paese che contiene tutta la bellezza del Rinascimento italiano.

Da: www.altrogiornalemarche.it del 8/8/2014
 
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Porto intralcia i binari ferroviari «Spacca fa solo campagna politica»
L'assessore provinciale contrario al ripristino della Fano-Urbino

Quella del binario Metaurense chiuso, l'ultimo viaggio in carrozza risale al 1987, è tema che torna spesso nell'occhio del ciclone. Recentemente a riportarcelo era stato l'intervento del presidente onorario dei Verdi Marche Gianluca Carrabs. Dove, nella sostanza, si avanza la proposta del ripristino della tratta, anche sulla base del disegno di legge della senatrice Pd Laura Cantini (Disposizioni per il recupero, la valorizzazione e la manutenzione delle tratte ferroviarie in disuso o dismesse e delle relative pertinenze).
E proprio su questa legge e sulla lettura data, ieri in conferenza stampa Porto ha spiegato: “Non so cosa abbia letto Carrabs, di sicuro il ddl dice l'esalto contrario.
All'articolo 5 infatti si legge che di soldi a disposizione ce ne sono solo per la trasformazione d i tratti ferroviari in ciclabili”.
Gli altri secondo l'assessore rimarrebbero col cerino in mano. E questo basterebbe a smontare la tesi dei Verdi. Basterebbe, col condizionale, perché al di là della validità/fattibilità delle proposte (che certo non va giudicata a partire da un ddl non ancora passato al voto), per completezza occorre precisare: l'articolo 5 parla sì di un fondo destinato alle ciclabili sulle ferrovie dismesse. Ma, come ripreso anche nelle dichiarazioni della senatrice Cantini, fa anche esplicito riferimento alla riconversione turistica. Voce che ricomprende dentro di sé diversi contenuti, sicuramente più accezioni della semplice riconversione ciclopedonale.
Spacca promette, ma il dado è tratto. Ieri mattina l'assessore provinciale Tarcisio Porto (in carica fino a settembre, quando l'ente verrà riorganizzato cancellando l'attuale assetto politico-amministrativo) ha convocato una conferenza stampa sulla questione della ferrovia Fano-Urbino. “Il presidente della Regione - ha spiegato Porto - nell'incontro con Gambini ha promesso il ripristino della tratta ma quando, tramite delibera, nel 2011 ha ufficializzato la dismissione ha praticamente pregiudicato la possibilità di tornare indietro. Ora, la sua proposta e quella dì Carrabs di riportare il treno, non è che una strumentalizzazione, un modo per rilanciare la terza legislatura Spacca. D'altronde, secondo l'assessore, al netto di questa lettura, resta l'impraticabilità economica di un'ipotesi del genere. “Da una stima fatta dagli ingegneri qui in Provincia, un'operazione del genere costerebbe non meno di 150milioni.
Dove le troviamo cifre del genere?
Inoltre non risulta che sia stata fatta un'analisi costi/efficacia”.
Stando a quanto Porto ha spiegato da nessun parte, per questo il progetto va radicalmente cambiato. “Grazie a Bicitalia e a Fiab (Federazione Italiana Amici della Bicicletta) abbiamo pensato ad una ciclopedonale sul tratto. La spesa sarebbe di otto milioni di euro. E sotto il sedime si potrebbe realizzare la cablatura per la banda ultralarga, Oltreché la condotta per rnetanizzare l'entroterra”.
L’elenco delle opere è ambiziosa, ma per Porto estremamente più realistico delle strategie su cui finora si è discusso. “Gli otto milioni deriverebbero dall'affitto pagato da società come Megas Net (partecipata da Provincia e Comuni). La stessa cosa potrebbe avvenire con le altre società per gli altri servizi. A monte rimarrebbe comunque l'interrogativo su chi paga l'acquisto del binario a Ferrovie dello Stato, un aspetto che tuttavia sembra non preoccupare l’assessore: “Servirebbero quattro milioni di euro, una cifra di cui la Regione potrebbe farsi carico. Con l'assessore Marcolini c'è già stato modo di parlarne”. Il confronto tra le diverse opzioni passa anche attraverso il capitolo turismo. “A fronte di una spesa di 150milioni per il ripristino del treno (o come ho letto di un trenino turistico) vorrei capire quante sarebbero le utenze. Quanta gente si sposterebbe così? Con otto milioni e una ciclopedonale credo invece che potremmo creare un indotto turistico in tutto il territorio, In tante altre realtà questo è avvenuto … “.

L'idea somiglia a quella del bicitreno avanzata tempo addietro, ma solo in apparenza: “lo parlo proprio di ciclabile e non di un ibrido. Bisogna uscire dallo scontro, capire che tra treno e ciclabile non si può fare un aut aut. Piuttosto occorre valutare dove si può realizzare l'una o l'altra cosa e dove queste possono convivere assieme . Qui no. Semmai servirebbe una ferrovia a fianco della Fano-Grosseto”.
Altro nodo da sciogliere: quanti appoggerebbero un'iniziativa del genere? Anche in questo caso Porto rimane rigido nelle proprie convinzioni: “A parte Urbino, dove c'è una certa volontà a mantenere il contrasto, gli altri Comuni (almeno la gran parte) sono d'accordo con me. E a settembre faremo una conferenza sull'argomento”. Rigettato infine il sospetto che l'interesse elettorale del "duo" Spacca Carrabs possa essere indirizzato anche alla propria persona: “Per quanto mi riguarda - dice Porto – non ho alcuna intenzione di candidarmi al Consiglio regionale. Dico queste cose perché voglio riportare la discussione all'obiettività”.
Emanuele Maffei

Da: Il Resto del Carlino del 9/8/2014
 
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Ferrovia Fano-Urbino, dichiarazioni dell'Assessore Porto: interviene l'Associazione FVM
Dopo una serie di articoli a favore della ferrovia Fano-Urbino, e soprattutto dopo la presa di posizione del presidente Spacca, non era difficile prevedere un contrattacco: l’assessore provinciale all’ambiente Porto ha indetto una conferenza stampa per venerdì 8 agosto; da quanto dichiara, con spietata certezza, sono emerse alcune palesi quanto sconcertanti contraddizioni.
Afferma Porto “...servirebbe una ferrovia a fianco della Fano-Grosseto”. 
Con ciò, si convalida l’utilità del treno. Però, altrettanto, si svela una totale mancanza di cultura dei trasporti: che senso ha una ferrovia distante dai centri abitati? Per ragioni legate ai costi e alle dinamiche ambientali costruire la ferrovia su sede diversa dall'attuale è fortemente improbabile, pertanto l’unico modo per riavere il treno nella valle del Metauro e ad Urbino è riutilizzare solo ed esclusivamente il percorso originario.
Asserisce Porto “...a settembre faremo una conferenza nazionale sulle tratte ferroviarie dismesse ed inviteremo sia chi è favorevole al ripristino sia chi è contrario…”. 
L’assessore (o chi per lui) ha già deciso unilateralmente senza consultare altri soggetti interessati: che senso ha proporre, adesso, una conferenza?
Dichiara Porto “...150 milioni di euro la stima fatta dagli ingegneri della provincia per il ripristino. Dove troviamo una cifra del genere?”. Lo studio SVIM richiesto e finanziato qualche anno fa dalla provincia stessa stimava i costi di ripristino in 66 milioni di euro. Per quello che ci riguarda anche i nostri studi si avvicinano a quelli della SVIM che possono essere più o meno uguali a seconda del livello che si vuole raggiungere. Riguardo la copertura, per opere di grande utilità e modesto costo, lo Stato è disponibile. A confermarcelo il presidente della commissione trasporti on. Michele Meta in un audizione recente con FVM.
Sostiene Porto "...inoltre non mi risulta che sia stata fatta un'analisi costi/efficacia" . A parte il fatto che bisogna considerare, invece, il rapporto tra costi/benefici che vede il treno vincente nel confronto con la bicicletta, si ricorda all'assessore che uno studio del genere è stato redatto dal Prof. Bariletti nel 2004. Dal Modello di Esercizio considerato si evince che sono sufficienti 2.500 passeggeri giornalieri per portare in pareggio il bilancio di gestione: dai dati ufficiali il flusso attuale degli utenti assomma a circa 3.500 presenze al giorno (dato della Regione Marche sull'attuale TPL. Queste cifre sono soggette a notevole incremento adottando una seria politica di trasporto simile a quella realizzata sulla Ascoli-Porto d'Ascoli (+30% di utenza in pochi mesi).

Dichiara Porto “... la delibera di dismissione del tratto è firmata dallo stesso Spacca… e non si torna mai indietro”. 
Ricordiamo all’assessore alcuni precedenti: nel 2005, una delegazione composta da FVM, dal Presidente della provincia Palmiro Ucchielli, dal Vicesindaco di Fano Giancarlo D’Anna, dal Sindaco di Urbino Corbucci, dal Delegato della Regione Arch. Pasquini, dall'On. Lusetti si reca al Ministero dei trasporti e scongiura la dismissione della ferrovia Fano Urbino richiesta da RFI.
 A seguito della decisione ministeriale il presidente Ucchielli ringrazia l’associazione FVM (lettera prot. 10029/2005) e si mostra determinato alla riattivazione della tratta: ”E’ intenzione di questa Amministrazione proseguire con lo stesso impegno lungo il percorso intrapreso ormai da tempo per la riapertura della vecchia struttura ferroviaria Fano Urbino. Tengo peraltro a sottolineare che è forte l’interesse alla riapertura e ripristino della ferrovia e da sempre abbiamo creduto nella concreta possibilità di riuso finalizzato ad una mobilità più sostenibile in una logica di sviluppo socio-economica a salvaguardia di un fondamentale diritto dei cittadini: il diritto alla mobilità in termini di maggior qualità, tanto più nell’ottica della valenza strategica di un collegamento ferroviario di rilevanza non soltanto locale ma soprattutto nazionale”.


 Nel 2009 avvengono due atti fondamentali ed importanti: la Regione Marche concretizza la volontà provinciale nell’accordo aggiuntivo infrastrutture fra Stato e Regione nel 9 marzo 2009 inserendo la Fano Urbino tra le opere da finanziare, ed il Consiglio provinciale delibera all’unanimità (avvenimento straordinario per la politica) il 30 marzo 2009 (delibera 15/2009), di dare mandato all’Ill.mo Sig. Presidente ed alla Giunta per l’assunzione di una serie di iniziative di carattere immediato propedeutiche alla riattivazione della tratta.
 Inspiegabilmente il nuovo presidente della provincia Matteo Ricci, in contraddizione con quanto obbligatoriamente stabilito nella citata delibera, l’8 maggio 2010 con una sua iniziativa personale scrive al Ministero dei Trasporti e al presidente della regione Marche per resuscitare l’iter di dismissione perché sua intenzione è realizzare “una spettacolare pista ciclabile” (p.g. 2401/10); conseguentemente anche la Giunta provinciale seguirà le volontà del suo presidente in sfregio a ciò che aveva deliberato il Consiglio (d.g. 217/2010).

 Pertanto torna ad onore del presidente Spacca l'aver riconsiderato la questione e confutato di fatto una decisione presa "illo tempore" in un clima politico ed in una situazione economica del tutto diversa.


Afferma Porto “... La ciclabile Fano Urbino costerebbe 8milioni e 200mila euro”.
 Se la pista ciclabile tra Fano e Pesaro di lunghezza 9 km è costata almeno 6 milioni di euro (ed è ancora incompleta perchè manca l’illuminazione tra Fosso Sejore e Fano e non si trovano neanche le risorse per realizzare i necessari sottopassi al mare come è possibile che un percorso di 50 km costi poco più di 8 milioni?


Riguardo alla FIAB, l’assessore Porto sa benissimo che la Direzione nazionale non ha mai espresso alcuna posizione ufficiale sulle ferrovie dismesse di recente. Il presidente nazionale FIAB Antonio Dalla Venezia nella prefazione del libro "Dalle rotaie alle bici ", che l’assessore aveva sottomano nell’intervista al TG3 di venerdì 8 agosto, scrive: 
"... In Italia sono più di 5000 i chilometri ferroviari dismessi, pochissimi per la modifica dei tracciati, la maggior parte per scelte che, col senno di poi, si sono rivelate decisamente sbagliate, frutto di valutazioni superficiali da parte di amministratori poco lungimiranti e che avevano come modello di riferimento una società basata sulla prevalenza del mezzo privato rispetto a tutto il resto”. L’assessore si riconosce in queste affermazioni?
Per concludere è bene fare una considerazione.
 Come ci si può permettere di volatilizzare e dissipare un capitale infrastrutturale economico (rappresentato dalla ferrovia metaurense) del valore di 500 milioni di euro (tanto costerebbe la ferrovia costruita ex novo ai costi attuali di esproprio, progettazione e realizzazione) e mortificare le aspettative di sviluppo e mobilità della nostra popolazione? 

Non sarebbe meglio "dismettere" certi politici invece dei beni della Nazione?
da Associazione Ferrovia Val Metauro

Da: www.viverefano.com del 12/8/2014
 
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«Il treno diventi una metropolitana»
l'urbanista fanese Gianni Lamedica propone anche l'integrazione ferrovia e ciclabile.
GIANNI Lamedica è un urbanista fanese autore di diversi interventi - lungimiranti interventi — di cui ancora oggi Fano ne beneficia, vedi la spiaggia di Sassonia realizzata negli anni '80 del secolo scorso.
Sul ripristino della ferrovia Metaurense, di cui si parla in questi giorni, l'architetto interviene partendo dalla considerazione che «il tema venga affrontato in un contesto ben definito della storia e della cultura del territorio che la linea ferroviaria attraversa, in poche parole con un più ampio orizzonte di riferimento».
IL PRINCIPIO generale su una infrastruttura dismessa è quello di vedere se è possibile restituirla all'uso per la quale era stata costruita.
A questa domanda Gianni Lamedica risponde affermativamente. «Il ripristino è una grande opportunità - dice l'urbanista - per lo sviluppo e la crescita dell'intera valle. L'infrastruttura non può essere smembrata, né ci si può permettere il lusso di adibirla all'uso ludico-sportivo di pista ciclabile.
L'attuale linea ha solo bisogno di essere restaurata, ripensata, riusata. La teoria del restauro indica, come prima ipotesi di riuso di un monumento o di una struttura, quella di restituire il manufatto al suo uso originario. Se questo non "fosse più possibile, solo allora, è lecito cercare, studiare, prevedere nuovi usi, compatibili con la dignità dell'opera. Anche per la Ferrovia Metaurense questo è vero.
L'uso ferroviario è, e resta, la prima ipotesi, sono da respingere anche soluzioni provvisorie, perché la questione va affrontata con estrema professionalità nel rispetto della valorizzazione della valle. Ora, il ripristino va pensato e progettato con l'aiuto delle nuove avanzate tecnologie. E' necessario rifarsi alle esperienze italiane ed estere per evitare errori e realizzare un collegamento veloce ed automatizzato in alternativa al vetusto trasporto su gomma di oggi».

LAMEDICA pensa ad una metropolitana di superficie per collegare la costa a Urbino, secondo una logica in cui la struttura va vista come servizio (riservata cioè a chi si sposta per lavoro o per bisogno) rispetto a una struttura per il tempo libero come la ciclabile. Un asse verticale su cui innestare diramazioni verso paesi e luoghi simbolo della vallata. Che impieghi meno dell'ora e mezza che ci vuole per raggiungere Urbino in autobus. «La metropolitana di superficie è così saldamente legata alla cultura e alla identità del territorio che si realizza nella visione di un orizzonte allargato.
Ad integrazione del progetto di ripristino, si potrebbe poi pensare a un treno speciale con forte vocazione turistico-didattica per mostre itineranti, come sede di conferenze, come non sarebbe da escludere anche un vagone letto per quanti volessero regalarsi la magia di una notte nell'incanto del paesaggio collinare marchigiano tra i meglio conservati o la collaborazione con i ristoranti della vallata per far conoscere le proposte enogastronomiche della zona. Si realizzerebbe una forte attrazione turistica di cui la ferrovia sarebbe protagonista.
Non credo - conclude il professionista fanese - che sia da continuare la discussione fra ferrovia o nuova pista ciclabile, credo sia opportuno individuare la ciclabile in prossimità del sistema ferroviario, trovando percorsi nella viabilità poderale o vicinale o di fianco alla ferrovia, con accostamenti in prossimità delle stazioni per lo scambio intermodale: questo permetterebbe di realizzare un sistema integrato tra l'attività di servizio e l'attività ludica».

Da: Il Resto del Carlino del 13/8/2014
 
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Ferrovia Fano-Urbino, Porto sconcertato risponde al Sindaco di Urbino
PESARO - Questo la nota inviata dall’Assessore provinciale Tarcisio Porto ai commenti del Sindaco di Urbino definiti dallo stesso “scomposti”.

Sulla ferrovia Fano-Urbino l’approccio usato dal neosindaco di Urbino rasenta l’indecenza. L’attacco personale che mi ha rivolto è proprio dei politici che credendo di parlare “in nome del popolo” non permettono la libertà di opinione. Il tema della ferrovia è serio e non si risolve con il solito “le proveremo tutte”, anche perché Gambini non è un politico di primo pelo e nella sua coalizione ci sono esponenti che hanno amministrato per tanti anni. Ora la sfida è quella di confrontarsi seriamente sui progetti e non serve la politichetta populista ad effetto. A settembre faremo un confronto nazionale sul tema. Vengano con una idea di progetto e non solo con il livore che fino a qui li ha condrattistinti.
Stesso errore, ma ancora più grave è quello commesso in modo reiterato da sinistra per Urbino agorà, formazione politica apparentemente di sinistra ma che usa e pratica modalità di aggressione alle persone solite delle peggiori formazioni di destra estrema. Sul merito mi pare che vadano a vista con un mix di nostalgia radical chic e incapacità a calarsi in una realtà territoriale che non è quella dell’Orient express.
L’uso smodato della figura di Paolo Volponi grida vendetta visto che era conosciuto per capacita politica ma anche per pragmatismo, noto per le sue opere letterarie, poesie e descrizioni paesaggistiche …non per l’aria fritta! Non si riesce più a chiudere le buche ma invece qualche decina di milioni li troviamo sicuramente sull’unghia….
Ora la situazione è come dire calda abbastanza per lasciar passare altri 30 anni di ipotesi fantasiose seguite dal nulla, dal vuoto della demagogia alternato alla retorica novecentesca. A fine settembre inviterò tutti coloro che vogliono approcciare in modo progettuale ed oggettivo al tema per un confronto risolutivo. Allo stato attuale mi pare che la gazzarra urbinate non rispetti nessuna opinione concreta. Inoltre sia il sindaco che “Sx per Urbino” mi pare abbiano la vista corta, fuori le mura il resto dei comuni la pensano in gran parte in modo diverso. Le diversità sono una forza, ma la confusione è pura debolezza. Urbino potrebbe avere un gran ruolo nella politica nazionale ma in questo modo si continua ad isolarla per logiche autoreferenziali.

Da: www.ilmetauro.it del 14/8/2014
 
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Ferrovia Fano-Urbino: un’analisi di Legambiente Urbino sulle “strategie politiche”
URBINO – Un’analisi sulle recenti prese di posizione dell’Assessore provinciale Tarcisio Porto da parte del Circolo “Le Cesane” di Legambiente Urbino che si dichiara a favore della ferrovia Fano-Urbino.
Senza sorpresa, sono arrivate le esternazioni di Porto a censurare la volontà di coloro che si battono per il ripristino della ferrovia Urbino – Fano.
Non si tratta di sorpresa, perché si capisce che siamo già in campagna elettorale, e c’è una gran voglia di accreditarsi nell’area Pd in vista delle prossime regionali (a settembre scade il mandato degli assessori provinciali). L’accusa che viene rivolta al Presidente della Regione Spacca, si può facilmente capovolgere.
Nel mezzo, a rimetterci, come accaduto troppo spesso di recente, i cittadini dell’entroterra, che vengono investiti da una parte e dall’altra di teorie su geometrie elettorali, a scapito dei reali contenuti e dei loro interessi. Anzi, se Spacca, per motivi elettorali o meno, mostra interesse per la ferrovia, – ed è ciò che conta per i cittadini e per gli ambientalisti – c’è chi invece, svilendo gli interessi dell’entroterra di cui è espressione, vorrebbe lo smantellamento di questa infrastruttura, che costituisce l’unica prospettiva per un moderno, pulito ed efficace collegamento tra entroterra e costa.
Non solo, ma nelle recenti elezioni amministrative, i vari candidati a sindaco, Gambini, Muci, Dimitri e De Santi, si sono pronunciati per una mobilità sostenibile e per uno sviluppo economico e turistico del territorio, che prevede il recupero della ferrovia, un’ulteriore prova di come sia fortemente sentito da tutto l’entroterra. Ma le possibili future alleanze elettorali richiedono questo alto prezzo? Non è stata sufficiente la vicenda della discarica di Cà Lucio e della cattiva gestione dei rifiuti, tributo importante alla sconfitta del Pd ed una lezione inferta alla Lista di riferimento di Rifondazione, scivolata ai minimi storici – solo 87 voti – , alle ultime amministrative?
Legambiente invece, apprezza l’interessamento del Presidente della Regione per il ripristino della ferrovia, e non sa darsi una spiegazione dell’atteggiamento liquidatorio di Porto e dell’altro urbinate in provincia, Galluzzi: la demolizione della rete ferroviaria per una ciclabile che non sarebbe utilizzata né da parte dei comuni cittadini, né da parte degli stessi amatori essendo una linea priva di posti di ristoro. Entrambi, inoltre, si muovono contro le valutazioni dei loro stessi partiti: il ripristino della ferrovia, è stato votato, infatti, all’unanimità in Consiglio Comunale di Urbino (compreso il PD,maggioranza in Consiglio, e il sindaco Corbucci), e in Consiglio Provinciale (compreso il Consigliere di Rifondazione, Renzo Savelli, che anche pochi giorni fa in un’assemblea a Fossombrone ha confermato il suo giudizio positivo).Ma evidentemente per qualcuno non conta nulla ciò che viene deciso negli organi deliberativi ed elettivi, rappresentativi della volontà popolare del territorio.
Quindi per ricapitolare: il Consiglio Comunale di Urbino a maggioranza Pd, i principali esponenti del Pd cittadino, il Consiglio Provinciale all’unanimità, sono tutti a favore del ripristino della ferrovia, ma Ricci, sindaco di Pesaro ed ex presidente della Provincia, e Galluzzi sono per smantellare la rete per farci una inutile ciclabile. Lo stesso dicasi per Porto, di Rifondazione, che esprime una tesi opposta e contraria a quella del consigliere provinciale di Rifondazione Renzo Savelli. Viene da chiedersi: ma in che mani siamo?
Più che partiti politici che dovrebbero elaborare progetti per il territorio su cui unificare iscritti ed elettori, sembrano un rebus inestricabile, somigliano al bar dello sport, o ad un comune circolo cittadino, dove le tesi in discussione sono superiori agli stessi avventori.
Legambiente Urbino e Legambiente Marche, – che nel suo ultimo congresso tenutosi a Iesi nel 2011, ha votato all’unanimità una mozione per il ripristino della ferrovia, – non hanno mai sostenuto che la ferrovia esclude la pista ciclabile, che potrebbe svilupparsi a fianco di un’arteria stradale, e attraversare paesi e centri urbani; ciò a cui ci opponiamo, è che si utilizzi demagogicamente la ciclabile per mettere una pietra tombale sul possibile recupero della ferrovia.

Da: www.ilmetauro.it del 14/8/2014
 
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FOSSOMBRONE - L'INTERVENTO DI SAVELLI SULLA FERROVIA FANO-URBINO
«Non creiamo false illusioni o miraggi»
L'ex assessore provinciale di Rifondazione analizza i pro e i contro

FERROVIA Fano-Urbino. Nel dibattito interviene Renzo Savelli, già assessore provinciale nella giunta Ucchielli. Scrive l'esponente di Rifondazione: «Sulla stampa locale e sui media sociali sono apparsi vari articoli e commenti sulla ferrovia Fano-Fossombrone-Urbino, con prese di posizione a favore del suo ripristino o della sua trasformazione in pista ciclabile. L'assessore Porto annuncia per settembre un convegno fra le parti in cui i sostenitori dell'una e dell'altra soluzione potranno portare le proprie ragioni.
Una scelta condivisibile. Ma una domanda sorge spontanea: ha senso riproporre una ferrovia metaurense? Per l'assessore Porto, che non ha espresso tanto opinioni personali ma ha riferito il contenuto di alcune scelte operate dalla Provincia, la risposta è chiara: sì. Egli parla di una nuova linea ferroviaria metaurense da costruire di fianco all'attuale superstrada Fano-Fossombrone per poi proseguire nella valle del Tarugo e ricongiungersi a Pergola alla linea che conduce a Fabriano e da lì a Roma».
«Questa posizione della Provincia -prosegue Savelli - si presta ad alcune riflessioni.
A: costruire una nuova ferrovia è più costoso o meno costoso che riattivare quella che c'è già anche se non è utilizzata? E' più facilmente reperibile un finanziamento per la vecchia ferrovia o per costruirne una nuova?
E poi,
B: le stazioni dell'attuale linea ferroviaria sono oggi più baricentriche rispetto ai rispettivi paesi di quanto lo fossero nel 1987 dato che in questi anni i vari paesi sono cresciuti grazie alle nuove lottizzazioni. La nuova linea, che dovrebbe sorgere di fianco alla superstrada, avrebbe invece stazioni lontane dai centri abitati, a parte Calcinelli. Se ciò è comprensibile per i treni ad alta velocità, non ha alcun senso per una linea non inutile, ma in ogni caso di modesto traffico;
C: nel prevedere tale nuova linea ferroviaria non è stato fatto uno specifico e dettagliato studio sulle potenzialità della stessa, ma esso viene richiesto per riattivare la ferrovia esistente. Perché due pesi e due misure?
D: dagli atti della Provincia risulta la volontà di far continuare la ferrovia da Fossombrone a Pergola, ma gli uffici hanno ricevuto disposizione di preparare il nuovo tracciato di una strada, la "intervalliva", e non della linea ferroviaria;
E: il fatto che gli amministratori dell'alta valle del Metauro vogliono realizzare una pista ciclabile da Fermignano a Borgo Pace rappresenta una scelta autonoma che non può condizionare le sorti della ferrovia metaurense. Senza contare poi che gli attuali amministratori hanno problemi ben più gravi da affrontare, come quello della realizzazione del tratto Canavaccio-E 45».
Conclude Savelli: «Mi auguro che il dibattito resti nel terreno di un confronto civile, senza creare false illusioni e senza ventilare miraggi miracolosi,- ma attenendosi alla ragione e non ai pregiudizi».

Da: Il Resto del Carlino del 17/8/2014
 
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Sulla ferrovia anche Sinistra per Urbino replica a Porto
«LA REPLICA di Porto a Sinistra per Urbino sulla ferrovia è molto debole: non prende atto della necessità di inquadrare il problema all'interno del disegno complessivo dello sviluppo ferroviario legato a ragioni economiche, ne dà risposte precise sul team di ingegneri che avrebbero valutato i costi del ripristino della tratta in 150 milioni di euro. Noi abbiamo ribattuto, cifre alla mano, che diversi progetti avevano a suo tempo calcolato i costi non superiori ai 72 miliardi di vecchi lire, pari a circa 35 milioni di euro. Nessuna precisazione poi, da parte sua, sul Disegno di legge Cantini che rivolge l'attenzione non solo alle piste ciclabili, ma anche al ripristinò delle tratte ferroviarie dismesse. Sfidiamo Porto sul tema fondamentale della viabilità provinciale e dell'isolamento di Urbino e dell'entroterra in particolare. Che dia delle risposte su questo e lasci perdere la demagogia fondamentalista e post-moderna alla "Greenway" , questa sì radical chic. In realtà una metropolitana di superficie veloce ed efficiente non è inconciliabile con la presenza di piste ciclabili che a pettine conducano all'interno e oltre la Valle del Metauro».
Ermanno Torrico per Sinistra per Urbino

Da: Il Resto del Carlino del 17/8/2014
 
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La Sinistra per Urbino/Agorà replica punto per punto alle critiche dell’assessore provinciale Porto

URBINO - “Sinistra per Urbino/Agorà” non gli pare vero sentirsi stuzzicare da Tarcisio Porto (udite, udite assessore provinciale all’ambiente – seppur ancora per poco). Ermanno Torrico, uomo di punta e politico dalla vena oltreché realista e concreta alquanto risoluta con punte di sarcasmo da fuochi d’artificio, prende lapis e foglio e scrive lapilli e lava nei confronti del succitato Tarcisio.
“Nonostante la pausa ferragostana l’assessore Porto replica alle critiche che Sinistra per Urbino/Agorà ha riservato al suo progetto di trasformare la tratta ferroviaria Urbino - Fano in pista ciclabile.
Replica molto debole che nel merito non prende atto della necessità di inquadrare il problema all’interno del disegno complessivo dello sviluppo ferroviario legato a ragioni economiche, ma anche politiche di costruzione di un effettivo processo unitario nazionale dopo il 1861, né dà risposte precise sul team di ingegneri che avrebbero valutato i costi del ripristrino della tratta in 150 milioni di euro. Noi abbiamo ribattuto, cifre alla mano, che diversi progetti di ripristino avevano a suo tempo calcolato i costi non superiori ai 72 miliardi di vecchi lire, pari a circa 35 milioni di euro. Nessuna precisazione poi, da parte sua, sul Disegno di legge Cantini che rivolge l’attenzione non solo alle piste ciclabili, ma anche al ripristino delle tratte ferroviarie dismesse.
Ma Porto non abbozza nemmeno una difesa credibile del suo evidente e maturo approdo ‘renzista’, in sostanza ammettendo che le nostre sono critiche non solo legittime, ma anche suffragate dal suo silenzio.
Certo è legittimo anche il suo ‘renzismo’ simile alla parabola ‘migliorista’, nel senso di Gennaro Migliore che da RC e SEL è transitato armi e bagagli nel PD al primo accenno di crisi del partito di Vendola. Con questo intendiamo dire che essendo Porto un professionista della politica, le sue scelte non siano del tutto libere e credibili confinandosi nell’ambiguità e nel personalismo.
Ci accusa, e qui siamo al comico, di essere dei ‘radical chic’ e di praticare ‘modalità di aggressione alle persone’, cioè alla sua. E dato che c’era ci accusa persino di ‘uso smodato’ della figura di Paolo Volponi. E allora vada a leggersi per intero le dichiarazioni di Volponi alla Camera che abbiamo ricordato, e si renderà conto dell’attualità delle sue parole a fronte della decadenza di Urbino e del suo ‘pragmatismo’ (Paolo Volponi, Discorsi parlamentari. 1984-1992, a cura di P.Giannotti e L.Ercolani , Lecce, Manni 2013, pp.95-99).
Una replica, la sua, priva di veri argomenti, piagnucolosa e vittimistica. Se c’è un populista che parla alla pancia della gente e semplifica la complessità, quello è proprio lui. Lo sfidiamo sul tema fondamentale della viabilità provinciale e dell’isolamento di Urbino e dell’entroterra in particolare. Che dia delle risposte su questo e lasci perdere la demagogia fondamentalista e post-moderna alla ‘Greenway’, questa sì radical chic.
In realtà una metropolitana di superficie veloce ed efficiente non è inconciliabile con la presenza di piste ciclabili che a pettine conducano all’interno e oltre la Valle del Metauro. E ben venga un confronto, da noi sempre auspicato, ma Porto la smetta di sentirsi un padreterno e di credere di avere il monopolio progettuale su tutto quanto riguarda le tematiche ambientali visto che deve ancora smaltire la figuraccia sulla discarica di Ca’ Lucio”. (eg)

Da: www.altrogiornalemarche.it del 18/8/2014

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Arriva la Due Mari - Ma per andare in bici da Grosseto a Fano

Il progetto di una ciclovia attraverso le province di Grosseto, Siena e Arezzo è stato inserito nel Piano integrato delle infrastrutture della Regione Toscana

di Romano Salvi

AREZZO - Non sarà un· auto e neanche un Tir, ammesso che si concluda prima che le quattro ruote vadano in disuso, il primo veicolo a percorrere la Due Mari. Sarà una bicicletta. Non correrà  su viadotti. ma su gallerie sì: perché la Due Mari delle bici recupererà le storiche gallerie della Fac. la vecchia ferrovia dell'Appennino  che partiva da Arezzo e inerpicandosi sul Torrino arrivava fino a Fossato di Vico. Un lavoro, quello della ciclovia Grosseto-Fano, che ha già posto basi solide sul tracciato toscano scelto per il progetto realizzato dal coordinamento toscano della Fiab e un mese fa inserito nel Piano regionale integrato per le infrastrutture e la mobilità. Un lavoro paziente di mappatura, prima ancora che di progettazione tecnica, svolto da uno staff di tecnici della Fiab, coordinato da Giovanni Cardinali.

Ne è venuto fuori un tracciato che si snoda per 327 chilometri attraverso le province di Grosseto, Siena ed Arezzo e valorizz, con interconnessioni ad hoc, aree dei sistemi fluviali dell'Ombrone, l'Arbia, la Chiana, l'Ambra, il Cerfone c il Tevere. La  ciclopista attraversa tutta la Toscana meridionale, si connette con il Sentiero della Bonifica, in Valdichiana, fino ad Arezzo. Ma al confine tra Siena ed Arezzo, all'altezza della Colonna del Grillo, si sdoppia in un secondo itinerario attraverso la Valdambra per arrivare ad Arezzo insieme alla ciclopista dell'Arno.  Detto così sembra un surrogato della Due Mari che si aspetta da più di quarant'anni: in realtà è il frutto di un lavoro certosino dello staff della Fiab che ha percorso 900 chilometri in bici per continue ricognizioni finalizzate al recupero di vecchi tracciati, strutture per l'attraversamento di corsi d'acqua e una adeguata segnalazione. Il tratto più lungo è proprio quello che interessa la provincia di Arezzo per un totale di 145 chilometri attraverso i comuni di Bucine, Arezzo. Monterchi, Anghiari e Sansepolcro. Cc n'è per tutti gli specialisti della bici, per fondisti e scalatori: il tratto più agevole è quello di 33 chilometri sul Sentiero della Bonifica, ma prima di arrivarci  c'è da scalare i colli di Ambra,  senza contare che le Crete Senesi, il Chianti e il Valdarno valgono bene un po' più di fatica. E' proprio il paesaggio unico ed inimitabile che fa della Due Mari in bici una opportunità di incalcolabile valore turistico, oltre che di sviluppo di infrastrutture collegate. “Abbiamo inserito nel Prim la ciclovia Grosseto - Arezzo, insieme a quella Tirrenica e la Francigena – dice l'assessore regionale alle infrastrutture e alla mobilità Vincenzo Ccccarelli - proprio per offrire ai cicloturisti  non solo italiani infrastrutture in grado di valorizzare in una luce diversa i patrimoni paesaggistici e culturali del territorio”. Non a caso la mappa di Bicitalia ha già accolto la Due Mari ciclabile come itinerario cicloturistico prioritario "Sulle strade dove il paesaggio è diventato arte". In fondo per 327 chilometri ci sarà da spendere quanto per uno dci viadotti che ancora si sognano per il completamento della Due Mari, quella per le auto e i tir.

Da: Corriere di Arezzo del 22/8/2014

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Ex ferrovia Fano-Urbino, ForBici: 'Una soluzione è possibile'
Le cronache delle ultime settimane hanno riportato in auge il dibattito sulla ex ferrovia Fano-Urbino. Per consentire a tutti di orientarsi meglio, proponiamo alcuni dei motivi per i quali non è stato possibile ripristinare questa linea ferrata; in seguito verranno esposte le motivazioni che hanno convinto molti a convergere sulla scelta di un utilissimo percorso ciclo-pedonale dotata di vari sottoservizi.

Fino a pochi anni fa quasi tutto il territorio era convinto che la ferrovia metaurense potesse essere ripristinata, nonostante i continui e forti i segnali negativi provenienti dalle Ferrovie che da decenni non la consideravano funzionale al proprio compito; già nel 2002, per difficoltà economico-gestionali, RFI aveva chiesto al Ministero dei trasporti la rinuncia della concessione di esercizio e la dismissione della linea; nel 2005 una delegazione di vari soggetti pubblici e privati si era precipitata allo stesso Ministero per scongiurare una chiusura definitiva che comunque è arrivata nel 2011; ricorsi e richieste di sospensiva per annullare questo provvedimento non hanno avuto esito; anzi, qualche mese fa è giunto anche a un aut – aut: se non fosse acquistata dagli Enti pubblici entro il 2014, la tratta potrebbe essere venduta a pezzi anche ai privati.
Sono stati inutili gli sforzi dell’Assessore regionale ai trasporti che nel 2010 è andato a Roma ma ha avuto la conferma che a livello ministeriale e di RFI “…la questione della Fano-Urbino ormai… da decenni non esiste più nella mente di alcuno”.
Sostanzialmente, la stessa risposta che sarà data l’anno dopo al Presidente della Provincia che, preso atto della realtà, ha deciso di optare per un percorso ciclo-pedonale modificando legittimamente una scelta che il precedente Consiglio provinciale aveva preso nel 2009, a un paio di mesi dalla sua decadenza.
E’ rimasto deluso chi aveva sperato nell’intervento dei privati: una società russa dichiaratasi pronta a investire milioni per un “treno dei sapori”, attende “certezze ed impegno da parte di chi amministra il territorio”; in sostanza, prima di eventualmente attivarsi, chiede che siano gli Enti pubblici ad accollarsi i costi enormi di un ripristino della ferrovia.
C’è da aggiungere che per anni si sono susseguite campagne di stampa, petizioni, richieste di personalità varie, ecc.; era stata lanciata anche la proposta di un referendum popolare; evidentemente, le difficoltà del ripristino della linea si sono dimostrate insormontabili, come ha confermato anche uno studio molto approfondito commissionato dalla Regione alla Svim Marche (Società con soci fondatori la Regione, il Consorzio delle Università marchigiane e l'Unione regionale delle Camere di commercio). La risposta dello studio Svim, pagato anche dagli enti direttamente coinvolti nel progetto, cioè Provincia, Camera di Commercio, Comuni di Fano, Pesaro, Urbino, Pergola e Fossombrone, ha dimostrato che sarebbero insostenibili i costi di ristrutturazione e gestione, visti anche i noti problemi delle linee attive; tali costi, già nel 2004, erano quantificati come “ben oltre il raddoppio dei 150 miliardi delle vecchie lire”, oltretutto per un servizio già svolto capillarmente dagli autobus.
Tutto questo ha gradualmente convinto la grande maggioranza degli amministratori pubblici a ritenere preferibile una cicloviaed è facile immaginare che altri se ne aggiungeranno, una volta superato il comprensibile rammarico per la perdita di una struttura che per circa 100 anni ha caratterizzato il territorio ma può tornare a nuova vita con funzioni e risultati molto importanti.
da Associazione Forbici Fano

Da: www.viverefano.com del 26/8/2014
 
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Il Ministro Lupi a Fano ma nessuno parla della Ferrovia Fano-Urbino, i dubbi dell’Associazione FVM
di Alessandro Marconi
FANO – “Se ci fosse qualche dubbio sulla possibilità di reperire fondi (anche) per la ferrovia Fano Urbino, quanto si legge dai giornali di questi giorni dovrebbe averli fugati – ecco quanto scrivono i rappresesentanti dell’Associazione “Ferrovia Valle del Metauro” - E’ stato approvato dal Consiglio dei Ministri il decreto legge “Sblocca Italia” che prevede la partenza dei lavori di grandi opere pubbliche per l’edilizia e l’agroalimentare, per le imprese e i trasporti. “Si sbloccheranno opere per 10 miliardi in 12 mesi” ha annunciato il premier Matteo Renzi.
Le nuove norme sbloccano opere per fare aprire i cantieri ferroviari : l’alta velocità Napoli-Bari, il collegamento ferroviario Palermo-Catania-Messina , oltre a numerose altre importanti infrastrutture quali la linea C di Roma, il passante ferroviario di Torino e la sua metropolitana, la metrotramvia di Firenze, la metropolitana di Napoli , il quadruplicamento della ferrovia Lucca-Pistoia (?!), insieme agli assi ferroviari strategici che hanno bisogno di risorse per portare a compimento i lavori: Brennero, Terzo valico e Alta velocità del Veneto.
Insomma – continua la nota dell’Associazione – sembra che i soldi per le ferrovie ci siano ed appare strano che un’opera infrastrutturale dal costo, tutto sommato, basso come il ripristino della ferrovia Fano Urbino, ipotizzabile nella fascia di 70-90 milioni e di notevolissimo valore sociale, strategico, economico ed ecologico per il territorio metaurense e montefeltresco, non possa essere presa in considerazione.
La cosa risulta ancora più sconcertante se si consideri che il Ministro delle Infrastrutture Lupi, grazie all’amicizia con il consigliere regionale Carloni, è stato a Fano ad interloquire con amministratori ed imprenditori locali per due volte nell’arco di poco più di un anno.
Non si comprende come in quest’ultima occasione (27 agosto) si sia parlato dell’autostrada Fano Grosseto, del casello autostradale del Fenile, dell’ aeroporto di Fano, ma della ferrovia Metaurense , che pure è un’opera strategica e prioritaria per il nostro territorio, non una dichiarazione.
Ad onore del vero, nella precedente visita del ministro Lupi a Fano ( 6 luglio del 2013), una delegazione di FVM era riuscita a parlare con il Ministro, ottenendo una promessa d’incontro a Roma almeno con un suo Sottosegretario.
L’appuntamento sarebbe stato programmato tramite il consigliere regionale Mirco Carloni : per quale motivo siamo ancora in attesa della convocazione ?

In quell’occasione il ministro Lupi aveva posto in evidenza il ruolo fondamentale rappresentato da una rete di trasporto regionale e locale.
Sue testuali parole ” ..non si può realizzare l’Alta Velocità e poi dimenticarsi delle linee locali che devono averne la stessa forza e la stessa valenza e non sono in contraddizione con il sistema primario ma anzi lo alimentano”.
Anche il sindaco di Fano vanta amicizie importanti come il Viceministro alle infrastrutture Riccardo Nencini, anche lui in visita a Fano durante la recente campagna elettorale .
Sabato 31 maggio aveva dichiarato: “ ….compiuta la realizzazione della rete ad Alta Velocità, di cui anche i marchigiani hanno potuto beneficiare con i servizi dei treni Freccia Rossa e Italo , lo Stato e le ferrovie daranno più attenzione ed investimenti alle ferrovie regionali, soprattutto quelle che connettono i territori interni alle linee principali”.
La” riluttanza ” a parlare della ferrovia Fano Urbino da parte di alcuni esponenti politici ed amministratori del nostro territorio, ci è stata confermata anche dal Presidente della Commissione Trasporti Michele Meta il 18 dicembre 2013 a Roma, in un’ audizione con FVM ottenuta tramite l’interessamento del presidente di Adriabus Giorgio Londei.
Nell’incontro l’Onorevole era più che consapevole della giusta validità di ripristinare il servizio ferroviario della Metaurense sia per l’elevato numero di utenti (che attualmente si attestano sui 2, 5 milioni l’anno) sia, soprattutto, per l’efficienza ed il costo più basso rispetto ad altri sistemi di trasporto.
Come ci ha confermato l’Onorevole Meta lo Stato è pronto a fare la sua parte. Apparentemente “la timidezza”di chiedere tale intervento , sembra essere alla base del mancato ritorno del treno.
Se questa supposta “timidezza” – conclude la nota dell’Associazione – fosse dettata dalla difficoltà di conoscere o comprendere nei suoi vari aspetti tale argomento ferroviario, l’associazione FVM mette a disposizione di tutti le proprie conoscenze ( compreso il progetto di ripristino preliminare).
Se invece la “timidezza” fosse dettata dal fatto che lo Stato possa rispondere affermativamente alla richiesta di un comprensorio in grande sofferenza per il progressivo smantellamento delle strutture sociali e collettive, è lecito ed inevitabile per ogni cittadino porsi questa domanda: chi vuole impadronirsi del sedime e delle aree ferroviarie , per farne cosa e perché?”

Da: www.ilmetauro .it del 2/9/2014
 
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Ferrovia metaurense e sua valorizzazione … Il racconto di un’esperienza in Abruzzo
“la Valle del Metauro e Urbino meritano qualcosa di meglio di un servizio di trasporto a “risciò”
La questione ferrovia Fano-Urbino è tornata alla ribalta dopo le ultime dichiarazioni dell'Assessore provinciale Tarcisio Porto, favorevole al progetto di pista ciclabile, che ha lanciato la proposta di un confronto "risolutivo" a fine settembre sulla questione. Qui di seguito pubblichiamo la testimonianza di una lettrice, Brunetta Barcelli e di una recente esperienza su dei binari prima morti e poi rinati.
I treno nella Valle del Metauro è uno di quei piacevoli ricordi che lasciano un segno indelebile nel la memoria di chi l'ha utilizzato; il sentirne parlare così frequentemente in molti articoli di giornale in questi mesi estivi è come rivederlo nella stazione di Ponte degli Alberi. dove abitavo prima di sposarmi. Impossibile dimenticare il viaggio con i miei genitori sull'a " Littorina" per andare ad accogliere Papa Giovanili Paolo Il a Fano nel 191M.Quante emozioni alla stazione di Fano, luogo d’appuntamento con il mio fidanzato. Quanti ricordi di mio padre che dalla stazione di Fossombrone partiva per dare il suo contributo alla patria durante la seconda guerra mondiale.
Vengo a conoscenza che Il 5 agosto sarà effettuato un viaggio con treno storico sulla Sulmona-Roccaraso, una linea abruzzese che invece di 10'1sciarla morire, viene utilizzata intelligentemente per scopi turistici.
Una visita sulla Sulmona-Roccaraso significa regalarsi un viaggio indimenticabile su una bellissima linea che. dopo quella del Brennero, è la più alta d'Italia. Non a caso è della la Transiberiana italiana. Il tracciato sinuoso e tortuoso, dalla forte pendenza, s'incunea fra Il Parco Nazionale d'Abruzzo e il Parco Nazionale della Maiella. Un viaggio irripetibile, unico: è come assistere a un documentario girato dal vivo, viaggiando immersi tra i colorì e i profumi dell'Appennino che scorre dai finestrini del treno. Un'occasione troppo allettante per perderla: così decido di partecipare insieme a mia sorella Lorella. Partenza dalla stazione di Fano alle ore 5:10 con cambio ad Ancona e Pescara, All'arrivo puntuale a Sulmona trovo alla stazione una marea di persone provenienti da tutto il centro Italia e non solo, in trepidante attesa di salire sulle carrozze "cento porte". Gli addetti mi dicono che hanno dovuto aggiungere alcune vetture per soddisfare le numerose prenotazioni che hanno ricevuto. Alle 11:00 si parte dalla città natale del poeta Ovidio per raggiungere Roccaraso, la "Cortina d'Abruzzo".

Durante il tragitto è palese l'entusiasmo del "viaggiatori", antico termine per definire chi usa il treno. Le macchine fotografiche e le telecamere non lasciano sfuggire nemmeno un fotogramma del paesaggio che si scorge dal finestrino. Si effettueranno due soste: Campo di Giove e Palena. In entrambe le stazioni vengono diffuse musiche popolari abruzzesi e qualche artigiano locale cerca di vendere le sue lavorazioni artistiche. Alcuni abitanti del luogo distribuisce i confetti, specialità locali, mentre altri orgogliosamente si mostrano con il tipico costume abruzzese, simbolo di un popolo che non si vuole omologare: fiero delle sue tradizioni, vuole manifestarle alle tante persone che, almeno per oggi, inondano il loro paese. A Roccaraso arriviamo con notevole anticipo, quasi un'ora rispetto a quanto previsto.

Mentre mia sorella ed io ci attardiamo per fare qualche fotografia al treno che fin lì ci aveva condotto, notiamo alcune persone ferme a parlare sotto la pensilina. Dai loro discorsi ci rendiamo conto che nel gruppo vi sono il sindaco di Roccaraso e il direttore della Fondazione FS Ing. Luigi Cantamessa, fautore della riapertura della linea per scopi turistici. La Fondazione FS è stata costituita con lo scopo di valorizzare e consegnare integro un patrimonio di storia e di tecnica, simbolo di progresso e di rafforzamento dell'unità degli Italiani, a vantaggio delle generazioni future. Che occasione d'oro per parlare della nostra Fano-Urbino con il più importante interlocutore nazionale su questa materia! Chiedo un attimo di attenzione all'ingegnere. che si mostra gentilissimo. Gli parlo della ferrovia Fano-Urbino e lui, con mia sorpresa, si dimostra informato di tutto: addirittura mi assicuro che presto verrà a visitarla dato che è molto interessato a questa infrastruttura.
Lo prego di un'ultima cortesia: qualche fotografia con in bella mostra la mia mitica maglietta.
Disponibilissimo e divertito acconsente; anche il fotografo ufficiale della giornata ci scatta una serie di fotografie. Soddisfatte del "fruttuoso" incontro avuto, la nostra unica preoccupazione è quella di visitare la più importante meta sciistica dell'Italia Centro-meridionale, dopo aver pranzato in un ristorante tipico. Alle 17 si riparte per Sulmona con l'opportunità di ammirare i meravigliosi paesaggi da un'altra direzione, con luci e prospettive diverse, in tutta pace e tranquillità. Per tornare a Fano ci aspettano tre cambi a Pescara, San Benedetto del Tronto ed Ancona. A San Benedetto si effettua la coincidenza con il nuovo treno Jazz della flotta di Trenitalia proveniente da Ascoli, linea recentemente elettrificata.
Siamo a Fano puntuali alle 23:15 un po' stanche, ma soddisfatte di aver avuto una giornata fuori dal comune, Come non pensare che a Fano giungevano i treni provenienti dalla Valle del Metauro?
Come non paragonare l'orgoglio abruzzese, fiero del suo territorio, della sua storia e delle sue ricchezze compresa quella storica ferrovia difesa in tutti i modi dai suoi abitanti, alla rassegnazione della popolazione della Valle del Metauro a non avere più un tale utile e fondamentale mezzo di trasporto?
Un mezzo che ha segnato l'avvento della modernità nella Valle del Metauro e che potrebbe rappresentare il suo rilancio futuro, viene osteggiato sorprendentemente anche da alcuni politici dei paesi metaurensi, come se la ferrovia rappresentasse per loro un problema e non un'opportunità certa. Auguro loro di ritrovare un senso di saggezza e dignità cambiando idea, perché la Valle del Metauro ed Urbino meritano qualcosa di meglio di un servizio di trasporto a "risciò". Quello che per me rappresenta ora un bellissimo ricordo potrebbe tornare a essere un'utilissima realtà. Bisogna crederci e lottare e soprattutto non rimanere... indifferenti
BRUNETTA BARCELLI

Da: Il Giornale del Metauro n. 116 - Settembre 2014
 
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Il Ministro Lupi e il suo silenzio sulla Ferrovia Fano-Urbino: il risultato di una catechesi ben fatta!
FANO – L’Associazione Ferrovia Valle del Metauro interviene sul recente “silenzio” del Mininistro dei Trasporti Lupi in seguito ad una recente visita a Fano in cui si è parlato di Fano-Grosseto ma nulla si è detto in merito al progetto di ripristino della tratta ferroviaria. Ora, da recenti dichiarazioni, il Ministro avrebbe annunciato fondi per trasformare tratte ferroviarie dismesse in piste ciclabili. L’Associazione aveva avuto modo di incontrare personalmente il Ministro in una precedente visita a Fano.
A quell’incontro ne sarebbe dovuto seguire un successivo a Roma che non è mai avvenuto. L’opinione dell’Associazione FVM sulle recenti dichiarazioni del Ministro.
Ci eravamo chiesti per quale motivo nessun politico locale si era azzardato a chiedere notizie sulla possibile, quanto auspicata, riattivazione della ferrovia Fano Urbino al ministro delle infrastrutture Lupi in visita a Fano lo scorso 27 agosto. La rassegna stampa locale del mese di agosto era stata ricca di articoli a favore del ripristino della ferrovia Fano-Urbino con diversi interventi espressi con professionalità da esperti e da amministratori molto noti sul territorio. Anche le notizie nazionali e dei dati estremamente positivi a favore delle ferrovie non erano certo mancate.
Il recente decreto “Sblocca Italia ” approvato dal Consiglio dei Ministri concede finanziamenti per far riaprire numerosi cantieri ferroviari: l’alta velocità Napoli-Bari, il collegamento ferroviario Palermo-Catania-Messina, oltre a tante altre importanti infrastrutture quali la linea C di Roma, il Passante Ferroviario e la Metropolitana a Torino, la Metrotramvia a Firenze, la Metropolitana a Napoli, il raddoppio della ferrovia Lucca-Pistoia; il tutto “condito” dagli Assi Ferroviari Strategici che hanno bisogno di risorse per portare a compimento i lavori: Brennero, Terzo valico e Alta velocità del Veneto.
Al tradizionale Meeting di Rimini d’agosto il Direttore Marche di Trenitalia Danilo Antolini aveva dichiarato che l’elettrificazione della Ascoli – Porto d’Ascoli ha prodotto l’aumento del flusso viaggiatori di ben oltre il 35 %; addirittura entro l’anno arriveranno otto nuovi treni diesel per l’unica tratta marchigiana ancora non elettrificata: la Civitanova-Macerata-Albacina-Fabriano.

Per quanto riguarda la mobilità ferroviaria al termine dell’estate 2014, Trenitalia ha calcolato che a fine settembre la quota di passeggeri di Frecce e treni nazionali si attesterà sui 23 milioni, in crescita rispetto all’estate scorsa. Senza contare i tanti milioni di italiani che si sono ritagliati qualche giornata o weekend di vacanza muovendosi con i treni regionali. Questo è emerso, nel corso della conferenza stampa del bilancio sulla mobilità dell’estate 2014, tenutasi ultimamente a Roma presso la sede di Viabilità Italia.
L’idea che il treno sia un mezzo basilare per il trasporto vale in tutta Italia….. tranne che nella nostra bella città di Fano e nella Provincia Felice!
Insomma appariva singolare che a nessuno dei nostri pimpanti politici di governo (di Fano e della provincia), malgrado la familiarità e la confidenza con il ministro Lupi, non si sia acceso in mente il classico minimo barlume per perorare la causa della ferrovia Metaurense e del territorio da essa servito.
Infatti nelle cronache locali gli unici argomenti della visita del ministro delle infrastrutture trattavano: l’ autostrada Fano Grosseto, il casello autostradale del Fenile e l’aeroporto di Fano.
Invece, amaramente, ci siamo dovuti ricredere perché il 6 settembre sul Corriere.it appare un articolo sulla sicurezza dei ciclisti in un intervista al ministro Lupi: Il governo promette nuovi fondi nella Legge di Stabilità, incentivi per trasformare in ciclabili le vecchie linee ferroviarie dismesse …. “Ecco, qualche settimana fa ero a Pesaro e sono andato a correre sulla ciclabile che arriva a Fano. Bellissima. Però quelli con la bici mi venivano tutti addosso.”
Bella coincidenza! Dopo un breve soggiorno a Pesaro il ministro Lupi se ne esce con l’intenzione di concedere finanziamenti per convertire le ferrovie dismesse in ciclabili. MOLTO STRANO! Per noi è più che un indizio.
Sembra che il ministro sia stato catechizzato a dovere senza però aver ascoltato (classico metodo molto democratico) gli eventuali, discordi pareri espressi da fantomatici tavoli tecnici, promessi da qualche politicante nostrano ma mai volutamente convocati.
Così, come al tempo del decreto Signorile del 1987 il taglio dei rami secchi si trasformò nel taglio di un solo ramo secco, grazie all’amicizia di un noto gestore di autolinee con l’allora vice presidente del consiglio (così si racconta) oggi allo stesso modo, si potrebbero ottenere finanziamenti unicamente per trasformare e distruggere definitivamente il solo e medesimo ramo.
Questa volta però i nostri amministratori sappiano che, quando sarà completato il piano per disintegrare e smantellare le strutture indispensabili al futuro del nostro territorio, dei cittadini consegneranno alla storia nomi e cognomi dei pochi che ci avranno guadagnato, anche se gli stessi si faranno la consueta crassa risata alla faccia degli italici elettori.

Da: Il Giornale del Metauro del 9/9/2014
 
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“Acquistare subito la ferrovia”
Tratta Fano Urbino – il capogruppo PD Ricci spinge la Regione
“POI SI DECIDERÀ SULL'USO FUTURO"
POSSIBILE EMENDAMENTO AL BILANCIO PER FORZARE LA MANO ALLA GIUNTA
IL CASO

Ferrovia Fano-Urbino: la giunta regionale tentenna, il capogruppo PD Ricci prova ad accelerare e pensa ad un emendamento al bilancio per prevedere l'acquisto della tratta.
I fatti. Dopo le accese polemiche estive il dibattito sulla Fano Urbino sembrava essere arrivato a un "binario morto". Le elezioni regionali si avvicinano e la sensazione a Pesaro Urbino è che il presidente Spacca non abbia così tanta fretta. Ma l’alienazione dell'asta della tratta ferroviaria è alle porte: entro la fine dell'anno Ferrovie dello Stato venderà la Fano-Urbino ai privati. Ecco perché il capogruppo del Partito Democratico Mirco Ricci chiede "in tempi brevissimi” un incontro con i vertici di Ferrovie dello Stato.
Il valore della Fano Urbino è stato stimato intorno a 5 milioni di euro ma la proprietà è disponibile ad un sostanzioso sconto all'acquirente che comprerà l’intera tratta. E qualcuno suggerisce anche di acquistare solo il sedime ferroviario il cui costo si aggira sugli 800.000 euro.
“Dobbiamo fare in fretta e lasciare perdere eventuali dissapori sul futuro della Fano-Urbino: ripristino ferrovia o pista ciclabile – premette il capogruppo democrat – .
Quello è un dibattito che si svilupperà successivamente. Ora dobbiamo puntare dritto all’obiettivo finale che deve essere centrato, ovvero l’acquisto della ferrovia perché il Demanio ha già avviato le pratiche per l’alienazione”.
L’obiettivo del democrat è quello di prevedere l’acquisto da parte dell’amministrazione regionale già nel bilancio 2015. Ma se le “resistenze” della giunta dovessero continuare il capogruppo sarebbe persino pronto ad andare al braccio di ferro, richiedendo l’acquisto della ferrovia con apposito emendamento al bilancio. E i numeri dentro il consiglio sembrano essere dalla sua.

Associazione. Intanto torna alla carica l’associazione Ferrovia Valle del Metauro. Che dal giorno della chiusura della tratta ne chiede la riattivazione.
“Nello sblocca Italia il Governo prevede ingenti investimenti sull’ammodernamento del nostro sistema ferroviario – premettono i portavoce dell’associazione. Sembra dunque che i soldi ci siano ed appare strano che un’opera come il ripristino della Fano Urbino, dal costo tutto sommato basso (ipotizzabile nella fascia compresa tra 70 e 90 milioni di euro) di notevolissimo valore sociale, strategico, economico ed ecologico per il territorio metaurense e montefeltresco, non possa essere presa in considerazione.
La cosa risulta ancora più sconcertante se si considera che il Ministro delle Infrastrutture Lupi, grazie all’amicizia con il consigliere regionale Carloni, è stato a Fano a interloquire con amministratori ed imprenditori locali per due volte nell’arco di poco più di un anno. Non si comprende come in quest’ultima occasione (27 agosto) non si sia mai parlato della ferrovia Fano Urbino”
Luca Fabbri

Da: Il Messaggero del 9/9/2014
 
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DIBATTITO FERROVIA O PISTA CICLABILE
Sette buoni motivi per realizzare la ciclabile
Per l’Associazione “For.bici” una via verde lungo la valle del Metauro conviene a tutti
Sono il presidente di For.bici, associazione aderente alla FIAB nazionale che promuove la mobilità sostenibile in tutte le sue declinazioni: treno, autobus, piedi e anche biciclette e il meno possibile anche motorizzazione privata.
Due parole “di pancia” su questo tormentone ferrovia o pista ciclabile. Sono per la ferrovia. Sono un accanito amante delle ferrovie; caricando la mia bicicletta sui treni mi sono girato buona parte dell’Italia e mi piange il cuore sentire che sono a rischio di chiusura definitiva la Sulmona-Isernia e, qui da noi, la Pergola-Fabriano. Sono dell’idea che bisogna fare una lotta all’ultimo sangue per difenderle: la Sulmona-Isernia è assieme alla ferrovia del Brennero la più alta d’Italia.
La scelta non è oggi tra ferrovia Fano-Urbino o pista ciclabile Fano-Urbino ma tra una risorsa (un corridoio di oltre 48 Km senza soluzione di continuità) utilizzabile da tutti e un muro impenetrabile di rovi.
Occorre una visione d’insieme per cambiare verso una mobilità sostenibile e questa crisi ci obbliga a un cambiamento radicale. Dovremmo lottare insieme per un trasporto pubblico efficiente e veloce su gomma (sono state abolite la gran parte delle corse festive nella nostra provincia) e su rotaia (la regione Marche è al terzultimo posto in Italia per spesa pro capite per il trasporto ferroviario regionale).
Insieme una battaglia politica e culturale contro il predominio nel nostro paese dell’auto privata: i paesi più avanzati e più ricchi hanno meno auto e più biciclette: Roma 75 auto ogni cento abitanti, Parigi e Amsterdam solo 25 !
Umberto Bernasconi

Da: Il Giornale del Metauro n. 117 - Settembre 2014
 
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Perché una via verde lungo la valle del Metauro conviene a tutti
I percorsi ciclopedonali servono sempre di più e dispiace vedere che, più o meno consapevolmente, se ne sminuisce l’importanza in base ad una opposizione sostanzialmente ideologica; per motivi di spazio, riportiamo solo alcuni esempi di questa opposizione; la loro contestazione è facile e dovrebbe convincere molti dubbiosi che, qui ed ora, una moderna e utilissima via verde conviene a tutti

1) Realizzare un percorso ciclopedonale sulla ex ferrovia Fano Urbino costa troppo.
I calcoli non si fanno prendendo come base realtà non comparabili, in particolare la Fano Pesaro sulla quale ha avuto un peso enorme il costo degli espropri. Qualora fossero in ordine gallerie, ponti e viadotti, calcolando l’acquisto della struttura (tra l’altro in forma dilazionata), la risistemazione del ballast esistente, l’acquisto e la messa in opera di cordoli, parapetti, materiale stabilizzato e bituminoso, terra vegetale, segnaletica e illuminazione, per tutti i 48 km il costo complessivo della ciclopedonale è di circa 10 milioni di euro; se poi volessero restar fuori i Comuni di Fermignano e Urbino, nel cui territorio è compreso circa un terzo del tragitto, i costi diminuirebbero notevolmente; si tratta quindi di una somma sostenibilissima e molto più bassa rispetto ad “una cifra complessiva di costi che vanno ben oltre il raddoppio dei 150 miliardi delle vecchie lire” previsti una decina di anni fa, e quindi da aggiornare, per un eventuale ripristino della ferrovia (Conclusioni studio SVIM).

2) La pista sarebbe poco utilizzata, in particolare da turisti e studenti universitari.
Se è molto frequentata la Fano Pesaro, schiacciata tra una strada nazionale ed una ferrovia, secondo logica dovrebbe esserlo ancora di più la Fano Urbino che collega centri molto popolati inseriti in un gradevole contesto ambientale.
Turisti e studenti universitari provenienti da Nord o da Sud non hanno alcuna convenienza a passare da Fano per arrivare ad Urbino con un treno; infatti, dovrebbero aspettare la coincidenza con un altro treno a Fano e alla stazione di Urbino trasbordare su un bus per arrivare in centro storico; arriverebbero molto prima, più comodamente e spendendo meno passando da Pesaro, con un bus diretto (45 minuti, ogni ora). Inoltre, non è affatto necessario percorrere tutti i 48 km, magari in salita, sotto il sole cocente o al gelo dell’inverno. Si tratta soprattutto di spostamenti tra i vari nuclei abitati posti a poche centinaia di metri tra loro. Una percorrenza parziale potrebbe interessare anche ciclisti in mountain bike soprattutto tra i monti delle Cesane e del Pietralata dove la ciclabile potrebbe fungere da raccordo per raggiungere i punti di salita e discesa dai monti.
La percorrenza completa del tragitto non è comunque da escludere da parte di cicloturisti, che normalmente in una giornata coprono anche distanze più lunghe; inoltre, in determinate occasioni la pista potrebbe accogliere anche gli appassionati di roller e skiroller (una disciplina quest’ultima nata come allenamento per lo sci di fondo, poi diventata sport autonomo) ma soprattutto i podisti, visto che potrebbe essere ritagliata una lunghezza molto suggestiva, cioè i 42,195 km della Maratona olimpica.
A tratte, infine potrebbero svolgersi anche manifestazioni podistiche quali la “podistica di Fossombrone”, la “Corrilucrezia”, la “Saltarace”, la “Fermignano corre” e le podistiche di Rosciano e Montefelcino.

3) Non sarebbe “utilizzata neanche da quelle persone che la domenica fanno della bici un momento di svago e di sport”.
Una pista ciclabile non è fatta per ciclisti sportivi o per il gioco ma anche e soprattutto per la mobilità quotidiana; considerarla solo come struttura ludico sportiva significa non aver colto l’evoluzione in atto nella società moderna. Oggi per esempio, là dove è possibile, ci si reca al lavoro in bici perché è dimostrato che fino a 5 km la bici è il mezzo di trasporto più veloce in assoluto, nonostante i limiti di una viabilità spesso penalizzante; nei centri urbani delle città più evolute si prevedono incentivi non solo per il trasporto pubblico ma anche per gli spostamenti in bici; i cargo bike sostituiscono i grossi e inquinanti furgoni a motore; è in forte espansione la bici elettrica che diminuisce la fatica di pedalare ed aumenta il raggio di azione, ecc.

4) Può essere realizzata su strade già esistenti.
Non è giusto che ciclisti e pedoni debbano continuare a percorrere strade, magari pericolose, insieme ad automobili, motorini, camion e mezzi agricoli, anche se esiste una ferrovia abbandonata e ufficialmente dismessa che, secondo le normative vigenti, non è ripristinabile sullo stesso tracciato. Inoltre, le strade già esistenti presentano notevoli saliscendi, non sempre sono continue e talora, anche per percorrere pochi chilometri, occorre affrontare tragitti alternativi che non sono alla portata di tutti, in particolare i bambini.

5) Sarebbe insignificante il ritorno economico.
Dimostrano il contrario i dati ufficiali sul cicloturismo; per esempio nella Provincia di Trento nel 2009 c’è stata una ricaduta di 86 milioni di euro; nel 2010 nell’Isola D’Elba ben 155.000 ospiti tedeschi hanno portato 92 milioni di euro sul territorio; la ciclopista del Danubio ha fatto fatturare all'Austria 71,8 milioni di euro nel 2010; secondo Legambiente (agosto 2014) “se realizzata, la Ciclopista Tirrenica porterebbe al territorio più di 40 milioni di euro all’anno”.
E sono numerosi gli operatori economici disposti a investire in questo settore. In proposito, è recente l’impegno sottoscritto anche dal Comune di Urbino per sviluppare il cicloturismo a livello amatoriale e agonistico nel territorio dell’antico Ducato. Ma può essere enorme la valenza economica indiretta se si sfrutta il sottosuolo per vari sottoservizi come una connessione Internet ad altissima velocità e capacità, un nuovo acquedotto più efficiente e sicuro e si considerano i risparmi sociali e sanitari garantiti dal minore inquinamento dell’aria e dall’esercizio fisico in bici.

6) Il sedime della Fano Urbino è “quasi integro” ed è sprecato per un percorso ciclopedonale.
Il sedime presenta numerosissimi punti critici, in particolare gallerie da verificare, binari non più adeguati e traversine consumate dal tempo e dalle intemperie; la struttura può ancora reggere persone in bicicletta ma non un treno, magari lanciato “fino a 130 orari” e a poca distanza dalle case. Lo dimostra anche il fatto che da anni per lo sfalcio della vegetazione spontanea non sono più utilizzati locomotori attrezzati allo scopo.
Il suo utilizzo come percorso ciclopedonale ha anche il merito di conservare in mano pubblica e nella sua interezza un bene che in futuro potrebbe vedere anche il ritorno delle rotaie, qualora lo richiedessero nuove esigenze che non si vedono a breve - medio termine.

7) Perché, per fare una pista ciclabile, Regione, Provincia e Comuni dovrebbero spendere oltre 4 milioni di euro per acquistare da RFI un bene che è già in mano pubblica?
Da notare che chi oggi contesta l’acquisto della struttura da parte degli Enti pubblici, qualche anno fa diceva: ”La ferrovia Fano-Urbino va preservata come capitale per le future generazioni ed il modo migliore per farlo é acquistarla” … “La Provincia quale ente territoriale dove é localizzata la linea, potrebbe essere l’interlocutore.”… “una seconda soluzione potrebbe essere un consorzio di comuni dove passano i binari.”

Vista quindi la fragilità o l’inconsistenza di certe opinioni, è facile prevedere che, una volta superato il comprensibile rammarico per la chiusura definitiva della ferrovia, si allargherà ulteriormente il favore nei confronti della soluzione intelligente e pragmatica di un problema aperto dal lontano 1987.
Tornata a nuova vita, la struttura potrebbe favorire lo sviluppo moderno e migliorare la qualità della vita di tutti gli abitanti della valle del Metauro.
Come è già avvenuto in tanti casi simili in Italia e in Europa.
For.bici FIAB Fano

Da: Il Giornale del Metauro n. 117 - Settembre 2014
 
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Quante linee ferroviarie soppresse!
di pierocarlesi
La trasformazione dei tracciati ferroviari abbandonati in pista ciclabile è una soluzione? O è auspicabile mantenere i tracciati con i binari in attesa di una soluzione comunque ferroviaria sia "turistica" o "storica"?
Il socio Luigi Bianchi di Trieste ci ha scritto per comunicarci che la Provincia di Pesaro Urbino ha deciso la soluzione finale riguardo alla linea ferroviaria Fano-Urbino (50 km), già peraltro chiusa dal 1987. Sul tracciato sarà realizzata una pista ciclabile. L'associazione Ferrovia valle del Metauro che da anni si batteva per la riapertura della linea ha perso la battaglia finale.
Tempi di spending review, si dirà...
Anche Giorgio Pacetti, di Piglio, ci segnala di un'altra chiusura. Si tratta del cosiddetto trenino dei ciocari, eliminato nella tratta Pantano Borghese – Frosinone.
E, ancora, è di questi giorni la notizia della definitiva chiusura della linea Novara-Varallo, una linea storica che permetteva il collegamento tra le risaie della pianura con i monti della Valsesia. In questi giorni si è aperto il dibattito su cosa succederà dopo il 15 settembre, primo giorno senza treni. Il tracciato sarà asfaltato per la trasformazione in pista ciclabile? I pareri sono molto discordi.
Certo è che l'esempio di cosa è successo in val Venosta e in Val Pusteria (Bz) dovrebbe far riflettere. Anche in quelle valli i treni delle Ferrovie dello Stato avendo pochissimi passeggeri furono soppressi. Ma la provincia autonoma di Bolzano ha saggiamente rilevato anni fa il tracciato, l'ha modernizzato e ha messo sui binari treni nuovi con la funzione di metropolitana suburbana tra i paesi. Il traffico su gomma dei pendolari è diminuito, ma soprattutto è aumentato a dismisura la fruizione da parte dei turisti.

Da: http://www.touringmagazine.it/i-vostri-viaggi/2960/quante-linee-ferroviarie-soppresse
 
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Fano Urbino,
E’ nata la commissione per il ripristino ex ferrovia

Nasce la nuova commissione per la ferrovia Fano- Urbino: il consiglio comunale, ieri, era chiamato a votare anche sulla creazione di questa commissione speciale che deve affiancare il sindaco nel portare avanti durante la legislatura un’azione concreta per il ripristino del tratto ferroviario Fano-Urbino.
Della commissione faranno parte per la maggioranza, i consiglieri Massimiliano Sirotti, Laura Scalbi, Nicola Rossi, Elisabetta Foschi; per la minoranza del PD Federico Scaramucci e per i 5 Stelle Emilia Forti, che il PD stesso ha proposto per la presidenza. Nella maggioranza la presidenza dovrebbe essere decisa tra Foschi e Scalbi.
La commissione, di cui faranno parte anche esperti e membri di comitati che si battono per il ripristino, deve valutare e studiare tutte le possibilità di riattivazione della tratta ferroviaria ed essere di ausilio al sindaco nel perseguire questo obiettivo. La città, comunque, si dimostra contraria alla creazione della pista ciclabile al posto della ferrovia, considerata strumento essenziale di valorizzazione del territorio, per la promozione turistica e lo sviluppo economico, oltre che mezzo di trasporto alternativo a quello su gomma.
l.o.

Da: Il Resto del Carlino del 1/10/2014

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Urbino, incontro Giunta Comunale e Giunta Camera di Commercio: “Si alla ferrovia”

URBINO – Incontro lunedì mattina (6 ottobre) nel Municipio di Urbino fra la Giunta Comunale guidata dal Sindaco Maurizio Gambini e quella della Camera di Commercio di Pesaro e Urbino, con a capo il Presidente Alberto Drudi . L’Ente camerale ha messo in calendario una serie di colloqui con i Comuni di maggiori dimensioni del territorio (Pesaro, Fano, Urbino e Valle Foglia) e l’Amministrazione di Urbino ha subito accettato di confrontarsi sui temi che hanno una ricaduta importante per i cittadini e le imprese.

Il primo punto fermo dell’incontro è stata la volontà rimarcata da entrambe di parti di mantenere a Urbino una sede della Camera di Commercio. Come già detto alcuni mesi fa, il Comune sta collaborando per trovare una collocazione adeguata per gli uffici camerali, dopo che entro l’anno in corso questi lasceranno l’attuale sede urbinate della Provincia, in Piazza della Repubblica.
Il Presidente Drudi e il sindaco Gambini hanno convenuto che in un momento come questo, con una crisi economica che non risparmia cittadini e imprese, è fondamentale puntare a un lavoro di squadra fra le Istituzioni e fare progetti qualificati che abbiano una ricaduta territoriale ampia, mettendo da parte logiche campanilistiche. D’altronde, l’attuale Amministrazione comunale di Urbino, fin dal suo insediamento, si è caratterizzata proprio per cercare di stringere un rapporto stretto con gli altri enti locali, cercando nuove prospettive per il turismo, le attività economiche e i servizi. Questa impostazione ha quindi permesso alla Giunta Municipale urbinate di entrare facilmente in sintonia anche con l’Ente camerale.
Tanti i temi toccati durante l’incontro: sviluppo del turismo, internazionalizzazione, sinergie per cogliere le occasioni positive che potranno scaturire dall’Expò 2015, rilancio del commercio nei centri storici, possibili progetti legati al Sito Unesco, legame fra scuole e imprese, necessità di infrastrutture tecnologiche come la banda larga. Comune e Camera di Commercio si sono schierati apertamente per una tutela e valorizzazione della tratta ferroviaria “Fano – Urbino”, considerando la ferrovia un bene che appartiene al territorio e che assolutamente non deve essere smantellata. A questo primo incontro potranno ora seguire azioni comuni e progetti operativi.

Da: www.occhioallanotizia.it del 7/10/2014

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QUALE FUTURO PER LA FANO-URBINO? BINARIO TRISTE E SOLITARIO

DI SANDRO CANDELORA

FANO. Confessiamo di seguire con crescente stupore le iniziative che a frequenza periodica si susseguono in merito al recupero della dismessa Ferrovia Metaurense che collega Fano ad Urbino. Sono manifestazioni di diverso genere (siano esse assemblee pubbliche, celebrazioni storiche, interventi di varia umanità) tutte rispettabili, beninteso. II fatto è che questa mobilitazione popolare bisognava metterla in pratica, tutti insieme e con ben altra forza, nel lontano 1987, impedendo che il famoso 'ramo secco', unico in Italia (!), venisse tagliato dalle menti illuminate dell'epoca con la soppressione dei convogli.

Protestare adesso, a danno compiuto da un pezzo, appare operazione ambigua, nostalgicamente fine a se stessa e comunque irrealistica. Già, perché cifre alla mano ripristinare il servizio verrebbe paradossalmente a costare forse più che costruire la tratta ex novo, alla luce delle opere sostanziali e complementari necessarie allo scopo. II progetto appare obiettivamente del tutto utopico.

Meglio dunque farsene una ragione e guardare le cose come stanno, fissando obiettivi davvero perseguibili. E a proposito di osservare, provate a seguire con gli occhi o immaginate con  la mente lo sviluppo cittadino ed immediatamente extraurbano delle rotaie. Si va dalla zona mare a San Lazzaro, proseguendo quindi per il Vallato, S. Orso e Rosciano, per arrivare volendo a Bellocchi e Cuccurano. Come dire che esiste una potenziale, formidabile, inutilizzata via di unione interquartieri (effettiva e completa, non monca come la sua omologa stradale) a totale disposizione delle esigenze di spostamento della gente. Non certo in macchina, ovviamente, ma a piedi e soprattutto in bicicletta. In effetti. sarebbe la madre di tutte le piste ciclabili sbandierate (e mai realizzate) a destra e a manca. Traducibile in concreto a costi contenuti, con ricadute solo positive in termini di vivibilità complessiva, valorizzazione dell'esistente e rispetto dell'ambiente. Idea semplice, che nasce dall'affrontare pragmaticamente un problema osservandolo da differenti punti di vista, per trovare alfine la soluzione giusta.

Esercizio di una mente raziocinante sgombra da inutili sofismi. Pratica sempre meritoria che fanno ahimè in pochi. In troppi preferendo andare all'assalto dei mulini a vento dei loro sogni, a cavallo di sterili pregiudizi e di idee fuori dal tempo.

Da: Il Giornale del Metauro n. 119 -  ottobre 2014

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Ferrovia Fano-Fermignano: un concorso per festeggiare il centenario

E’ stato indetto dall’associazione Ferrovia Valle Metauro insieme alla sezione FAI di Pesaro Urbino, al circolo Legambiente Urbino e all’associazione Sena Nova di Senigallia, il concorso “Gli studenti e il treno”. L’occasione è offerta dal “Centesimo anniversario della ferrovia Fano-Fermignano” che si celebrerà nella stazione di Fermignano il 1° maggio del 2015.

Il Concorso si apre alla partecipazione delle Scuole Primarie e Secondarie di I grado della provincia di Pesaro e Urbino idealmente collegate dai binari della tratta Pesaro-Fano-Fermignano-Urbino, con sei sezioni: Disegni, Fotografie, Sculture, Videoclip, Racconti e Poesie.

Finalità primaria del Concorso è quella di sensibilizzare gli studenti alla consapevolezza di far parte di un territorio comune, assieme ad una concezione della mobilità rispettosa dell'ambiente.

Scopo del concorso è anche quello di contribuire alla delicata opera degli insegnanti nella formazione, invitando le giovani generazioni alla riscoperta della tradizione, della cultura e della storia del luogo in cui crescono. 

Tema del concorso: Alla riscoperta della storia, della tradizione e della cultura del territorio attraverso un viaggio in treno sulla ferrovia Fano-Urbino immaginandolo attraverso i ricordi dei genitori o dei nonni o fantasticando.

Il regolamento del concorso si trova presso le segreteria della scuola o scaricabile dal sito www.ferroviafvm.it.

La ferrovia Fano Fermignano inaugurata il 1° maggio 1915, è la più giovane ferrovia delle Marche, insiste in un percorso di minor lunghezza delle altre vie di comunicazione (via Flaminia, SS73bis), il suo tracciato ha caratteristiche tecniche di notevole valore ancor oggi. Purtroppo miopia politica, interessi privati e non curanza di molti ne hanno sempre impedito lo sviluppo. Non vi è quindi modo migliore, per ricordare e celebrare questa splendida linea che attraversa il nostro territorio, se non quello di lasciare che sia la fantasia e la creatività dei cittadini di domani a descrivere come vedono un'opera che fu il frutto della determinazione e dell'ingegno dei cittadini di 100 anni fa. Come Harry Potter parte, per raggiungere la scuola di magia di Hogwarts, dal binario 9 e 3⁄4 della stazione Londinese di King’s Cross sul treno della locomotrice scarlatta 5972 Holton Hall della Great Weastern Railway, adesso facciamo partire i bambini ed i ragazzi sul treno della Fano - Urbino, ma attenzione, i “babbani” quel treno non lo possono vedere!

da Associazione Ferrovia Val Metauro

Da: www.viverefano.it del 31/10/2014

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Opinioni/ Ferrovia, perché ha senso ripristinarla 
Il contributo di due ingegneri sulla ferrovia

“Sulla stampa compaiono troppo spesso articoli privi di appoggio tecnico e, oltretutto, poco informati” 

“Ci appare almeno folle, se non motivato da altri interessi, il voler distruggere una infrastruttura già costruita, in favore di una ben più modesta pista ciclabile”

FANO –  ”Quale futuro per l’Italia se si continua a scrivere sui giornali, anche locali, articoli che, inutilmente e fortemente malevoli contro questa infrastruttura, sono scritti privi di appoggio tecnico e, oltretutto poco informati”.
E’ quanto affermano gli ingegneri Vittorio Russo e Giovanni Carboni. “Bastava scomodarsi domenica 12 ottobre per venire a Fermignano alla 15^ festa della stazione per accorgersi che la Fano Urbino non è un binario né triste né solitario.

Con la partecipazione di alcune centinaia di persone è stata proprio una festa cui hanno dato la loro adesione e partecipazione non solo l’organizzatrice “Associazione  Ferrovia Valle Metauro” ma anche il FAI Fondo Ambiente Italiano, Legambiente, e in primis i Comuni di Urbino, di Fermignano  e di Montecopiolo che, tutti insieme con la partecipazione dei rispettivi sindaci hanno preso parte alla manifestazione ed alla successiva tavola rotonda.

Il Sindaco di Urbino ha ricordato che uno dei principali motivi della bocciatura della sua città come capitale europea della cultura per il 2019 è stata la mancanza di collegamenti ferroviari con la principale rete nazionale. Altro che sterili pregiudizi, mulini a vento o idee fuori dal tempo.

Tant’è  - continua la nota dei due ingegneri – che mentre l’Alto Adige investe in novità per attirare nuovi turisti inaugurando la nuova linea ferroviaria Sky Pustertal Express per collegare Plan de Corones con le Dolomiti di Sesto, noi pensiamo di distruggere l’unica ferrovia esistente a servizio di uno dei  panorami più belli del mondo e che collega la Fano Romana e Rinascimentale con Urbino, patrimonio dell’Umanità, a favore di una ciclabile.

Meno male che in quest’ultimo periodo della legislatura regionale anche il presidente Spacca si è convertito al supporto a questa infrastruttura e ne ha chiesto il ripristino.

E questa idea non è né campata in aria né un “inutile sofisma” se solo si fanno alcune semplici considerazioni di buon senso.

Per la costruzione dell’Autostrada del Sole ci sono voluti “solo” 7 anni circa tra il 1956 e il1963 in quanto all’epoca il centralismo statale consentiva di superare gli infiniti ostacoli di carattere burocratico nel frattempo intervenuti, tant’è che dopo neanche 40 anni per iniziare i lavori della tratta ferroviaria AV Milano Bologna (182 km di cui 140 circa di fianco alla esistente autostrada del Sole) ci sono voluti 11 (dico 11) anni per avviare il primo cantiere e altri 6 completarla e iniziare l’esercizio, ovvero da agosto 1991 firma del contratto preliminare a dicembre 2008 inizio dei viaggi commerciali sulla Milano Bologna: in totale  oltre 17 anni.

Questa premessa serve a dire che una ferrovia con le normative tecniche, di sicurezza ed ambientali oggi in vigore è cosa ben più difficile da realizzare di una semplice pista ciclabile da 3 metri di larghezza contro gli oltre 40 metri di fascia di rispetto necessari ad una ferrovia. E appare quindi almeno folle se non  motivato da altri interessi il voler distruggere una infrastruttura ferroviaria già costruita di oltre 42 km in favore di una ben più modesta pista ciclabile. Oltretutto la ciclabile che, non dimentichiamolo avrebbe lunghi tratti in salita, può sempre essere realizzata di fianco alla ferrovia lungo la fascia di rispetto e consentirebbe dal mare di salire in ferrovia ad Urbino la mattina, visitarla, godersela per l’intera giornata e al pomeriggio ridiscendere in bici verso il mare godendosi il panorama al tramonto.

Tacciamo per pietà cristiana di commentare l’affermazione secondo cui una ferrovia nuova costerebbe meno dell’ammodernamento dell’attuale linea la quale, se ristrutturata per fini prevalentemente turistici, si riaprirebbe al pubblico in non più di due anni e con un costo di non oltre i 20  milioni di euro (mentre con 50-70 milioni si otterrebbe una moderna infrastruttura di trasporto pubblico di massa).

Invece una nuova linea, per di più in un territorio a rischio idrogeologico come il nostro e con una proprietà contadina molto più frazionata rispetto ai latifondi  della Valle Padana, necessiterebbe per i soli espropri di almeno 15 milioni di Euro, ai quali aggiungere tra i 5 ed i 10 milioni di euro tra rilievi topografici, geognostici, progetti nei vari livelli, piani particellari, e spese legali. Se a ciò si aggiunge la vera e propria costruzione della nuova opera con il rifacimento della massicciata, dei ponti e delle gallerie si vede che la spesa supererebbe facilmente i  400 – 600 milioni di euro in non meno di dieci anni per avere la nuova linea“.

Da: Il  Giornale del Metauro del 1/11/2014

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Treno, bici o Bicitreno? un convegno a Canavaccio di Urbino
“Ferrovia, l’ultima sfida per un turismo inaspettato”

È il titolo del Convegno che si terrà a Canavaccio di Urbino il 9 novembre alle 9,30 presso l’Area espositiva “Valentini”.

Si parlerà del futuro della tratta ferroviaria dismessa Fano-Urbino.

Ospiti importanti interverranno a sostegno delle varie tesi, oltre ai sindaci del territorio saranno presenti il Governatore delle Marche Gianmario Spacca e Vittoriano Solazzi, presidente dell’Assemblea legislativa. Conduce i lavori Luigi Luminati, caposervizi del Resto del Carlino di Pesaro

Da: www.tele2000.eu/?p=1801 del 1/11/2014

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’Treno, bici o bicitreno’, convegno infuocato sul futuro della ferrovia Fano -Urbino

Sul piatto tre opzioni: il ripristino della ferrovia, la sostituzione dei binari con una pista ciclabile e il progetto del bici-treno sostenute, rispettivamente, dai sindaci di Urbino Gambini, di Fano Seri e di Fermignano Cancellieri

di Valentina Bicchiarelli

Il convegno

Pesaro, 9 novembre 2014 - Si intitolava “Treno, bici o bicitreno. Ferrovia, l’ultima sfida” e sfida è stata. Amministratori, tecnici e cittadini si sono confrontati a suon di idee, progetti e valutazioni in merito al futuro della tratta ferroviaria Fano-Urbino, dismessa dal 31 gennaio 1987.

Oggi a Canavaccio di Urbino il tema è tornato di cocente attualità grazie al convegno organizzato da Roberto Damiani, giornalista del Resto del Carlino, insieme alla Proloco di Canavaccio. Un momento di confronto in cui ci si è parlati in modo chiaro, in faccia, senza troppi giri di parole. Sul piatto tre opzioni: il ripristino della ferrovia, la sostituzione dei binari con una pista ciclabile e il progetto del bici-trenosostenute, rispettivamente, dai sindaci di Urbino Maurizio Gambini, di Fano Massimo Seri e di Fermignano Giorgio Cancellieri.

Dopo gli amministratori, spazio ai tecnici e la platea si è scaldata con l’intervento di Giovanni Carboni, giovane, ma non per questo meno “combattivo”, ingegnere dell’associazione Ferrovia Valle Metauro, che ha studiato per filo e per segno il progetto di ripristino del treno. «Oggi – ha esordito – ascoltiamo tante idee su cosa fare della tratta, noi sosteniamo la cosa più semplice, cioè riportare il treno sui binari che ci sono già. Il tracciato è integro, abbiamo studiato ogni curva e abbiamo dimostrato che possiamo introdurre 19 coppie di treni al giorno per un tempo di percorrenza che varia da 45 a 52 minuti in base alle fermate. Pesaro può permettersi di pensare alle piste ciclabili, noi di Urbino e dell’entroterra no, perché qui mancano i più basilari servizi di trasporto».

Molto si è insistito, infatti, sulla lontananza dello Stato nella provincia di Pesaro e Urbino e nella difficoltà di collegare l’Urbinate con la costa e con le arterie ferroviarie principali. «Il costo del ripristino dei 50 chilometri di ferrovia sarebbe tra i 100 e 150 milioni di euro», ha precisato Alberto Paccapelo, ingegnere della Provincia.

La platea ha sposato la causa e il presidente del consiglio regionale, Vittoriano Solazzi, ha annunciato il suo impegno nello stabilire un tavolo di confronto tra istituzioni locali e Regione per chiedere al Ministero dei Trasporti la revoca della dismissione della tratta. Parole dure in risposta alla posizione di Solazzi sono state lanciate dal sindaco di Pesaro, Matteo Ricci: «Oggi il mondo ferroviario ruota e investe sull’alta velocità, pensare di riportare il treno qui è un’idea anacronistica e irreale, pensiamo piuttosto a utilizzi alternativi, come la pista ciclabile e il bici-treno, che possano incentivare il turismo».

Il progetto del bici-treno tra Canavaccio, Fermignano e la fornace Volponi di Urbino è stato illustrato dagli architetti Giuseppe Sanchioni e Donatella Fini, sarebbe il primo in Italia, mentre in Francia esistono già 38 percorsi di questo tipo: «Potremmo abbinarci un parco culturale che ci aiuterebbe ad attirare i finanziamenti europei». Altro punto cocente l’acquisto della tratta messa in vendita da RTI per 4 milioni e 370mila euro: in molti hanno auspicato che sia la Regione a comprare l’infrastruttura per mantenerne l’unità e il controllo pubblico, evitando che possa essere spezzettata in tante proprietà diverse che comprometterebbero la realizzazione di ogni tipo di progetto unitario.

Da: http://www.ilrestodelcarlino.it/pesaro/convegno-ferrovia-fano-urbino-1.385749 del 10/9/2014

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AAA sindaco di Fano cercasi
HADAR O.  – 13 NOVEMBRE 2014POSTED IN: CULTURA, POLITICA GENERALE, SANITÀ, SVILUPPO, TRASPORTI, TURISMO

Continuano a passare settimane, incontri, eventi, temi e ancora non si ha traccia del sindaco di Fano. O meglio, è sempre più evidente chi è la persona che dispone anche su Fano -o perlomeno che “comunica” le decisioni che altri prendono su Fano-, ma trattandosi di Matteo Ricci, sindaco di Pesaro, la doppia carica è incompatibile.

Alcuni esempi? 

Scuole: la stampa riporta che Matteo Ricci fa un regalo a Fano e propone l’apertura del Bienno dell’Istituto Agrario a Fano.
Sanità: nel continuo siparietto e giochi di ruolo, tutti sappiamo chi ha la posizione forte e chi quella debole, e soprattutto cosa succederà se Massimo Seri continuerà a giocare in questo modo: l’ospedale si farà a Muraglia, nel dubbio interesse di Fano e di tutta la sua vallata, ma nel certo interesse di Pesaro che finalmente avrà il suo ospedale nuovo.
Turismo, Cultura e Infrastrutture: nell’incontro a Canavaccio di domenica mattina “Treno, bici o bici-treno?” si è visto prima il solito Massimo Seri “illusionista” come solo lui sa fare addirittura ipotizzare che la ferrovia occorrerebbe farla “Fabriano-Urbino” -non si sa bene sulla base di cosa- e di triangolazioni con Pesaro, quando gli interventi che lo avevano preceduto avevano fortemente sottolineato il potenziale per Fano di diventare snodo di una infrastruttura di collegamento verso Urbino, e quindi l’importanza comunque di non mettere la parola fine sulla possibilità di ripristino. Tutto però è stato chiarito dall’arrivo del sindaco di Fano “in pectore” Matteo Ricci che come una visione è apparso, ha svelato che nella nostra Regione si lavorerà solo sull’alta velocità per mantenere le fermate a Pesaro e Ancona e che quindi l’asse di interesse è la Falconara-Orte. Tutto chiaro quindi: ecco da dove veniva Fabriano… Poi il sindaco “in pectore” ha anche detto che per la qualità della vita dei fanesi e della vallata fino a Fossombrone propone un bel parco nel sedime della ferrovia, con ciclabile annessa, se proprio vogliamo. L’importante è che quello che si farà sul sedime non contrasti con l’acquedotto che dovrà esserci costruito sotto, perché quello serve alla costa, soprattutto a Pesaro, aggiungiamo noi. Non è che poi lo userà Marche Multiservizi?
Rilancio della città: ad oggi la giunta ha prodotto praticamente solo delibere su patrocini e simili o atti amministrativi dovuti. Nessuna decisione effettiva per la città, nessuna promessa attuata.

Quindi Fano e la sua vallata continuano ad essere privati di ogni potenziale e di ogni ricchezza, a favore di Pesaro. Noi vogliamo un sindaco per Fano, un sindaco che lotti strenuamente per la soluzione migliore del territorio di cui è responsabile, non un commissariamento di Pesaro.

Se Fano avesse un sindaco, prenderebbe iniziative per una giusta distribuzione dell’offerta formativa e di tutti i servizi distribuiti e non aspetterebbe regali dall’ex presidente della provincia.
Se Fano avesse un sindaco, lotterebbe per garantire la disponibilità di servizi sanitari a Fano e la sua vallata.
Se Fano avesse un sindaco, farebbe di tutto per sfruttare appieno il potenziale in termini di mobilità, turismo e cultura che l’esistenza di una infrastruttura ferroviaria le dà, facendosi capofila di una nuova riflessione complessa che possa quantificare il valore in senso esteso di questo potenziale e valutarne la sostenibilità a medio e lungo termine, soprattutto evitando che questa possibilità venga chiusa per sempre per un interesse altro, con benefici principalmente a Pesaro e ai gestori (sempre più privati) del servizio idrico.

Se Fano avesse un sindaco, farebbe delle delibere per attuare una idea per il rilancio della città e la piena valorizzazione del potenziale del territorio di Fano e della vallata del Metauro, agli albori certamente più ricco di quello di Pesaro e rispettiva vallata.

Ci vorrebbe davvero, un sindaco per Fano.

Da: http://www.fano5stelle.it/aaa-sindaco-di-fano-cercasi/ del 13/11/2014

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In Regione con paletta e trenino, Zaffini porta la questione dragaggio ad Ancona

L’interrogazione del consigliere regionale di Fratelli d’Italia-An: “Siamo alle comiche, Fano vive di pesca”. Nel mirino anche il caso della ferrovia per Urbino

Ancona, 18 novembre 2014 - Un paletta per la spazzatura e un trenino giocattolo per attirare l’attenzione sulla necessità di pulire il fondale del porto di Fano e di riattivare la vecchia linea ferroviaria Fano-Urbino. Ad esibirli nell’aula del Consiglio regionale delle Marche è stato il consigliere Roberto Zaffini (ex Lega, ora Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale). Questa mattina, infatti, durante la seduta dell’Assemblea Legislativa delle Marche si è svolta l’interrogazione per chiedere lo stato attuale della società Aerdorica e gli emolumenti dei vari organi interni.

Parlando di trasporti e infrastrutture e avendo constatato la gestione scellerata di soldi pubblici per Aerdorica, sono entrato nel merito delle mancate attenzioni di questa Giunta per la terza città delle Marche, in particolare sulla Ferrovia Fano – Urbino e sul dragaggio del porto di Fano – racconta il consigliere Zaffini -. Sulla Ferrovia Fano-Urbino, dove è evidente a tutti l’importanza della riapertura, impedita e ostacolata da altri interessi, lontani da quelli culturali, turistici e paesaggistici del nostro territorio”.

Per quanto riguarda il dragaggio del porto, “qui siamo veramente alle comiche più paradossali – dice Zaffini -, visto che una città come Fano che da sempre vive di pesca e diportismo non riesce ad ottenere un dragaggio definitivo ma solo promesse”.

Il consigliere Zaffini alla fine del suo intervento si è avvicinato alla presidenza e agli assessori, depositando una piccola motrice di treno e una paletta per pulire i fondali, “non come provocazione, ma bensì come promemoria di queste tristi situazioni – riferisce -. 

Queste scelte, stanno distruggendo l’orgoglio e la dignità di persone volenterose che hanno sempre tenuto alto il nome di questa regione e che oggi sono ridotte dall’immobilismo regionale a finire la pazienza”.

Da: http://www.ilrestodelcarlino.it/fano/zaffini-trenino-paletta-regione-dragaggio-1.414774

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Fano-Urbino, Legambiente:  «II treno è l'unico progetto realizzabile»

«Chiediamo ai sindaci di sviscerare fin nei più piccoli dettagli il progetto prodotto all'associazione Ferrovie Valle Metauro presentato al convegno di Canavaccio sulla Fano-Urbino».

Alessandro Bolognini, presidente di Legambiente Urbino lancia un appello agli amministratori che ripensino alle politiche verso il territorio e facciano di tutto  per il ripristino del treno: «L’ex presidente della Provincia nel suo intervento, benché coerente nella volontà di chiusura definitiva, non è riuscito nell'interno di farci cambiare opinione sulla destinazione della tratta che è assolutamente per il recupero. Noi ci fidiamo solamente  dei numeri dello studio svolto mirabilmente dall'ingegner Carboni che collabora con l'associazione Fvm che con caparbietà, passione,  ha elaborato il progetto di fattibilità, lavoro doveva essere fatto esclusivamente dagli studi  tecnici dei Comuni - dice Lega ambiente -.

I sindaci sono i tutori del benessere, la salute dei cittadini , della qualità della vita dei luoghi amministrati, la sostenibilità deve essere il faro a cui protendere, la modernità un fine utile ai cittadini.

La ferrovia è tutto questo e non è retaggio di nostalgie ma deve essere il futuro.  E’ facilmente intuibile che una  pista ciclabile di 40 chilometri non potrà essere tutto questo perché utilizzata da pochi,  non è vero che non ci sono costi  di manutenzione ed è a costo zero».

Noi riteniamo – dice Bolognini - che investire inutilmente anche un solo euro sia un danno economico per tutta la collettività. Quindi la pista ciclabile la rigettiamo al mittente. Per quanto riguarda il terzo progetto presentato a! convegno di Canavaccio, il Bicitreno, con tutto il rispetto dei progettisti,  non potrà mai essere  una alternativa al tentativo di rilancio economico del  territorio, ma soltanto l'ultima spiaggia, l’ultimo approdo possibile».

Per  LEGAMBlENTE il treno deve sposare  le piste ciclabili e i sindaci devono essere messi  alla prova nelle loro capacità  di saper  progettare soluzioni  che valorizzino il turismo e l'ambiente: «Interessanti sono stati gli interventi degli operatori turistici della vicina Romagna da noi invitati, i quali  hanno riferito che c’è una utenza del nord Europa e dalla nostra ltalia  che cerca  forme alternative di mobilità  quali il treno per raggiungere i luoghi di eccellenza quali  i nostri, si parla del Montefeltro. Facciamo appello ai sindaci e a tutti coloro che dal convegno di Canavaccio si impegneranno a reperire i 5 milioni di euro per comprare la tratta, pensando forse ad una destinazione diversa di quella della ferrovia, di non  farlo».

Da: http://89.97.204.228/fparticolipdf/431435.pdf del 19/11/2014

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FVM: "Il cerchio si chiude: ecco perché c'è forte interesse ad acquistare la ferrovia!"

"Treno ... Bici ... O Bicitreno?" è il titolo del convegno organizzato lo scorso 9 novembre a Canavaccio dalla Proloco. Tra le ipotesi prospettate l'introduzione del Bicitreno nella tratta Canavaccio - Urbino. Durante lo stesso convegno, fanno notare i soci dell'associazione Ferrovia Valle del Metauro presenti all'incontro, l'ingegnere della Provincia Paccapelo avrebbe dichiarato che esiste un comodato d'uso gratuito della linea sul tratto Canavaccio - Urbino. A questo punto la domanda è: "Se le FS sono disposte a fare comodati gratuiti per quale motivo bisogna spendere milioni di soldi pubblici per salvare l'area di sedime?". Il Sindaco di Pesaro Ricci ha dichiarato che sul tracciato ferroviario potranno essere realizzati dei sottoservizi cioè: la banda larga e l'acquedotto. "Ciò che era un forte sospetto adesso è certezza! - affermano dall'Associazione FVM - Il cerchio si chiude. Ecco perché c'è forte interesse ad acquistare la ferrovia: per disporne a piacimento! Attraverso un comodato d'uso non è possibile modificare niente, soprattutto cedere la proprietà ad altri; invece diventando possessori sarà facile trovare una società pubblico/privata (Marche Multiservizi / Era?) che realizzerà una ciclabile barattandola semplicemente con un acquedotto che guarda caso partirà da Fossombrone (dove ci sono gli acquiferi sotterranei di Sant’Anna e Calmazzo) per giungere a Pesaro.
Diversamente, il Sindaco di Pesaro, salva le rotaie da Calmazzo ad Urbino e preferisce il Bicitreno costruendoci accanto una ciclabile (!). Finalmente - continua la nota - è svelata tutta la macchinosa operazione dismissione ferrovia / ciclabile: bisogna aumentare la portata d'acqua a Pesaro!".
L'Associazione arriva quindi ad ipotizzare che questa azione potrebbe essere stata concepita da tempo bloccando di fatto il ritorno del treno della Valle del Metauro.
"Concludiamo invitando i sindaci, gli amministratori, i cittadini della Valle del Metauro a riflettere sull'intera vicenda, magari aiutandosi anche con i video del convegno di Canavaccio che mettiamo a loro disposizione. Decidano, poi, se vogliono farsi portar via l'oro dal loro territorio in cambio di specchietti e cianfrusaglie come imposto agli indios sud-americani dai conquistadores spagnoli. Liberissimi di volerlo e di farlo ma se vogliono, in coscienza rimediare ad errori, sottovalutazioni, dimenticanze e se hanno a cuore il futuro del loro territorio il modo c'è: bisogna fare in fretta. Noi siamo a disposizione". AM

Da: Il Giornale del Metauro n. 122 del novembre 2014

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IL TRENO DEI DESIDERI
Replica agli ingg. Russo e Carboni

Chi conosce solo il proprio punto di vista non conosce gran cosa.  E finisce per negarsi un confronto di idee civile, rispettoso, costruttivo. In una parola, intelligente. Nel mentre ci chiediamo dove fossero i difensori delle cause  perse nel momento in cui c’era davvero da combattere, affermiamo a chiare lettere che saremmo i primi a festeggiare per la riattivazione della Fano – Urbino. E da amanti della città  e del suo territorio (materia in cui, ci si consenta, non accettiamo lezioni da nessuno) quali siamo da sempre,  faremmo addirittura salti di gioia se la riapertura giovasse realmente al suo concreto progresso. L'una e l'altra ipotesi ci appaiono francamente opinabili.  E allora, di  fronte al nulla attuale e all'aleatorietà  futura, ci sembra sensato proporre una soluzione alternativa  facilmente perseguibile e sicuramente utile per la collettività  quale è la pista ciclabile. Questo perché, con  approccio  raziocinante,  siamo abituati a  distinguere la realtà dai sogni, il fattibile dall'illusorio. A Babbo Natale abbiamo smesso di credere da un pezzo.  Altri non solo continuano a crederci ma,  quel che è peggio, pretendono di imporre a tutti proprie favole. Più che da ingegneri, è da ottusi.

SANDRO CANDELORA

Da: Il Giornale del Metauro n. 122 del novembre 2014

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FERROVIA METAURENSE
LETTERA DI RENZO SAVELLI

Ho partecipato al dibattito sulla ferrovia metaurense organizzato dalla Pro-loco di Canavaccio, che ringrazio, e desidero svolgere le riflessioni che avrei voluto esprimere durante il breve dibattito.

L’ex-Presidente Matteo Ricci ha parlato dei tempi cambiati, dell’alta velocità, dell’asse Berlino-Palermo, ecc. ma la linea metaurense, come le altre ancora in essere nella regione Marche (esempio la Ascoli Piceno – S. Benedetto del Tronto recentemente ammodernata) era per il trasporto locale dei pendolari, studenti, turisti, ecc. e non certamente per l’alta velocità.

Egli ha affermato poi che la ferrovia metaurense esistente non ripartirà mai più, eppure durante il convegno abbiamo appreso che sono a buon punto gli studi per adeguarla e farla ripartire nella sede attuale con costi ragionevoli. La nuova ferrovia invece prevista a fianco della superstrada, tra Fano e Fossombrone, in alternativa al tratto attuale, che si vuol smantellare per farne una pista ciclabile, è tutta da costruire, con tutti i ponti e le opere da realizzare: chi la finanzierà? Costerà di più o di meno?

Matteo Ricci ha dichiarato che gli O.d.g. della Provincia per far ripartire la ferrovia metaurense non hanno dato risultati. E’ vero, ma è anche lecita la domanda: la Regione Marche, che nel 2008 su proposta della Provincia l’aveva inserita fra quelle da far ripartire perché d’interesse prioritario, che cosa ha fatto in tale direzione? Si è data da fare davvero o ha solo fatto finta? Abbiamo visto tutti che per la “Quadrilatero”, la quale forse era l’unica opera che interessava davvero a Spacca e soci, i soldi sono stati cercati e trovati.

La decisione di far inserire la ferrovia metaurense fra quelle opere d’interesse regionale era stata presa dal consiglio provinciale nel 2008 su proposta della giunta Ucchielli. L’ex Presidente Ricci invece ha scritto alle F.F.S.S. chiedendo la disattivazione di tale ferrovia, dichiarando che non era più interessato al ripristino del suo funzionamento, senza prima sottoporre tale cambiamento di decisione in consiglio provinciale.

L’Assessore Bianconi di Pesaro in tale incontro ha fatto un gran panegirico sulle piste pedonali, che sicuramente migliorano la vita dei cittadini pesaresi, ma che non possono diventare la soluzione della mobilità della nostra vallata né possono servire per attirare folle di turisti, come egli ha ventilato, e risollevare le sorti dell’economia locale. Se ciò non è accaduto a Pesaro, città pianeggiante, ben collegata e facilmente raggiungibile, ricca anch’essa di beni culturali, come potrebbe esserlo per il territorio interno? E perché un Assessore pesarese insiste tanto sulla trasformazione della ferrovia metaurense in pista ciclabile, sottolineando l’utilità dell’inserimento dei sottoservizi?

Quindi occorre pensare ad un progetto serio e ben organizzato che riutilizzi la ferrovia metaurense per i trasporti ferroviari, potenziandola anche con collegamenti che raggiungano la capitale (tratto Fossombrone – Pergola) in modo che la popolazione possa uscire dal suo isolamento ed essere collegata più agevolmente alla rete dei trasporti ferroviari nazionali, ciò gioverebbe indubbiamente anche l’economia della vallata senza dare da intendere che altre soluzioni rappresentino la “bacchetta magica” per la valle del Metauro.

L'ex-Consigliere provinciale di Rifondazione Comunista
Renzo Savelli

Da: https://www.facebook.com/menestrellofossombrone/posts/891337607567178?fref=nf del 30/11/2014

 

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Ripristiniamo la vecchia tratta

Mi ha colto di sorpresa la gradita richiesta di scrivere qualcosa a favore della ferrovia Fano Urbino perché premetto subito che non sono un esperto in materia, non appartengo ad alcuna associazione, ma sono solo un appassionato di questioni che possono rappresentare un bene per la collettività, e tra queste io colloco a pieno titolo la ferrovia che costeggia il Metauro.

Fin dai tempi della chiusura della linea nel 1987, quando avevo 24 anni , ho ritenuto un danno enorme per l'ambiente, per l'economia e per il "viver bene" di un intero territorio, non avere più a disposizione questo importante mezzo di trasporto, tanto più che l'allora decisione del ministro Signorile di chiudere i cosiddetti "rami secchi" portò di li a poco ad una protesta in molte parti d'Italia e alla riapertura di gran parte di esse. Ci sono molti argomenti, molte inchieste giornalistiche e ricostruzioni storiche che riguardano gli intrecci della politica con gli interessi economici di poche persone, che hanno portato alla chiusura che richiederebbero troppe pagine, e preferisco utilizzare questo spazio soltanto in termini positivi, presentando soltanto i miei "perché" sulla riapertura della linea ferroviaria. Di recente è uscito un interessante articolo su una rivista nazionale in cui si sostiene che la riapertura delle linee dismesse sarebbe un vero "sblocca Italia" dal punto di vista economico, ma ripeto non essendo un esperto mi limiterò a sostenere le mie tesi sulla base del buon senso.

Innanzitutto ci sono valori di carattere generale in favore della mobilità ferroviaria. Primo fra tutti la tutela dell'ambiente per il semplice fatto che si ridurrebbe il trasporto su gomma che è fonte d'inquinamento, stress e pericolo per chi si muove a piedi o in bicicletta.  Ah si, la bicicletta!  Muoversi su due ruote rappresenta una scelta ecologica per eccellenza, e trovo quindi un'assurdità enorme contrapporre continuamente il confronto se sia meglio la bici e o il treno, sulla base del fatto che si vorrebbe convertire la ferrovia in pista ciclabile. È una discussione incredibile con tesi basate da entrambe le parti in nome dell'ambiente, un po' come se a livello energetico si contrapponessero due fonti rinnovabili, come se nella difficoltà a decidere se sia meglio il "solare" o il "geotermico" alla fine si lasciasse spazio solo al nucleare. Questo è grosso modo quello che sta accadendo: nel continuo confronto se sia meglio il treno o la bici, si continua a scegliere la gomma su strada, facendo un favore a chi ha interesse in questo, quando invece l'unica vera scelta ecologica in nome dell'ambiente sarebbe quella di un progetto integrato che consideri una mobilità intelligente fatta di treno+bici di cui abbiamo esempi lungimiranti in diverse parti del nord d'Italia.

In Alto Adige soprattutto, quella che agli occhi di molti scettici parve una scelta antieconomica, si è trasformata nel fiore all'occhiello di un'intera zona. La Val Metauro ha tutte le caratteristiche e le necessità per avere sia una pista ciclabile sia una linea ferroviaria, facendo diventare quest'ultima il traino positivo di turismo, cultura e lavoro.  La bici ha un valore indubbio, ma rimane comunque un mezzo elitario rispetto ad un certo tipo di turismo e soprattutto non risolve il grande problema di chi si muove per lavoro e studio. Difficile pensare a universitari che scendono da Urbino in bici , salire ancora peggio, mentre sarebbe un sicuro successo considerare un treno che trasporti amanti della bici che vogliono conoscere il Montefeltro e gli Appennini.

Alcuni amici che questa estate sono stati a Dobbiaco-Lienz vivendo una esperienza simile mi scrivevano: "si potrebbe andare ad Urbino in treno e da lì noleggiare una bicicletta e scendere verso Fano in un paesaggio non meno bello di quello della Val Pusteria ma certamente molto più ricco di luoghi di enorme interesse storico e culturale. Un viaggio in treno e bicicletta da Raffaello a Vitruvio passando per Bramante e per tanti borghi medievali bellissimi: in quale altro luogo al mondo si potrebbe trovare una tale ricchezza culturale vissuta ad impatto ambientale zero? E quale indotto occupazionale creerebbe nel settore gastronomico, ricettivo, artigianale?"

Ci sono progetti interessantissimi, richieste che vengono dall'estero in questo senso, integrati con la costa romagnola, per valorizzare tutto un territorio che porta ad Urbino. Un progetto così articolato potrebbe attingere a fondi europei integrati da fondi regionali e dei comuni interessati. Il turismo europeo è soprattutto interessato a queste forme di fruizione del tempo libero, e la  nostra vallata diventerebbe un centro turistico di prim'ordine. Ne gioverebbe l'economia, dando lavoro nella fase di ristrutturazione, ma soprattutto creerebbe un indotto a livello industriale, compresa la rivalutazione di aree come quella intorno al mercato ortofrutticolo.  Le ragioni per il ripristino di un bene prezioso che abbiamo ereditato, sul migliore percorso studiato con lungimiranza e sapienza da chi ci ha preceduto un secolo e mezzo fa, sono veramente tante. Non da ultimo l'importanza in caso di calamità naturali come purtroppo siamo abituati troppo spesso negli ultimi tempi. Cancellare definitivamente questo patrimonio sarebbe un errore madornale di cui, son certo, fra dieci anni ci pentiremo.

E a quel punto sì sarebbe troppo tardi. Solitamente chi ha dubbi sul ripristino (è difficile trovare qualcuno che sia contrario per partito preso se non perché è coinvolto da interessi personali)  lo fa senza aver approfondito bene la cosa in chiave prospettica, senza concreti studi di fattibilità e sostenibilità, ponendo questioni e alternative limitate a costi nel breve periodo.  Le obiezioni sono tutte molto deboli, a cominciare da quelle di tipo urbanistico o di tipo economico. Qualcuno parla di case costruite troppo adiacenti .A parte il fatto che si tratterebbe di abuso edilizio, la tratta che percorro da oltre 25 anni tra Cattolica e Rimini testimonia il contrario, dove tra l'altro esiste un contestato progetto di ampliamento per una metropolitana leggera.   Studi approfonditi che si possono leggere sul sito della Ass. FVM, con tanto di progetto dettagliato nei costi, testimoniano tutti i buoni motivi del ripristino. Ormai a me risulta chiaro che gli ostacoli sono prevalentemente di tipo politico. La regione Marche trova giustamente fondi per ridare lustro e vitalità a ferrovie della provincia di Ascoli facendone aumentare in soli sei mesi il numero di utenti del 30%, mentre non fa nulla per la provincia di Pesaro-Urbino, semplicemente perché a livello locale , in maniera "bipartisan", senza colore, anzi spesso dipinti di verde, si guarda al futuro con una visione miope, ci si ferma alle difficoltà di un vecchio passaggio a livello che si pensa dover ripristinare, ma che invece una moderna concezione di ferrovia non richiederebbe neppure.

Walter Toni

Da: Rosciano insieme – Annuario 12  - 2015  pag.  36 - 38

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PERCHÉ UNA PISTA CICLOPEDONALE CONVIENE A TUTTI

Fino a qualche anno fa quasi tutta la valle del Metauro credeva nel ripristino della Fano Urbino, nonostante i continui segnali negativi provenienti dalle Ferrovie che da decenni non la considerano funzionale al proprio compito.

Per rivitalizzare questa linea si è fatto di tutto, trascurando però un dato che dovrebbe troncare all'origine qualsiasi discussione, cioè le norme di sicurezza che "oggi non permettono più l'attraversamento dei centri abitati a raso" dei treni: una raccolta di firme, una proposta di referendum popolare, campagne di stampa, contatti coi Ministeri, ricorsi a TAR, Consiglio di Stato e presidente della Repubblica, sollecitazioni a Genio ferrovieri e imprenditori italiani e stranieri; si sono mossi assessori, sindaci, deputati, senatori, personalità eminenti, ecc.

Tutto inutile; a fine 2011  la linea è stata ufficialmente dismessa, col comprensibile rammarico di chi ancora crede in una sua funzione di metropolitana o linea turistica; inoltre, stanche di aspettare gli Enti pubblici, le Ferrovie hanno inviato un aut-aut: se entro dicembre 2014 non viene acquistata, la linea sarà venduta a pezzi anche ai privati. Evidentemente, le difficoltà di ripristino sono insormontabili: disinteresse di Ministeri, RFI, Regione, Provincia e Comuni; strutture molto degradate; binari che non possono più passare tra le case; numerosissimi attraversamenti stradali e "strozzature" urbanistiche; costi di ricostruzione e gestione insostenibili; un bacino d'utenza insufficiente, ecc.; in più, il treno sarebbe superfluo per  residenti (dispongono già di una capillare rete bus) ma soprattutto per turisti e studenti universitari: passando da Pesaro arrivano a Urbino con un bus diretto (45 minuti, ogni ora); in treno da Fano, tra fermate (almeno 10) e trasbordo in bus alla stazione di Urbino, impiegherebbero più o meno il doppio.

La Fano Urbino non è l'unico "ramo secco" chiuso in Italia: ne sono stati chiusi oltre 200, dei quali una sessantina convertiti in apprezzate cidopedonali; né è possibile, oltretutto sul vecchio sedime non più utilizzabile, seguire l'esempio della Merano Malles perché solo una ricca regione a statuto speciale può permettersi di spendere 125 milioni di € per il ripristino, 10 di gestione annuale e 6/9 per un prossimo ammodernamento!  Una pista ciclopedonale invece si può fare subito e conviene per molti validi motivi.

  • Si conserva la struttura in mano pubblica e la si riutilizza evitandone l'ulteriore degrado, lo spezzettamento e la vendita ai privati che porrebbero fine a qualsiasi ipotesi di utilizzo sociale. E' in fase avanzata la procedura di acquisto da parte della Regione Marche su sollecitazione e con il coinvolgimento dei Comuni.
  • I costi sono bassi. Se fossero in ordine gallerie, ponti e viadotti, per 48 km di pista (acquisto della linea, sistemazione del sedime, acquisto e messa in opera di cordoli, parapetti, materiale stabilizzato e bituminoso, arredo vegetale, segnaletica e illuminazione, si spenderebbero circa 10 milioni di euro, cioè infinitamente meno di una ferrovia il cui costo va "ben oltre il raddoppio dei I 50 miliardi delle vecchie lire" (studio Svim).
  • La pista al posto della ferrovia è proposta da uno studio molto accurato e autorevole. E' stato realizzato una decina d'anni fa da SVIM Marche, una società con la Regione, il Consorzio delle Università marchigiane e l'Unione regionale delle Camere di commercio; a pagarlo (324 milioni di Lire) hanno contribuito Provincia, Camera di Commercio, Comuni di Pesaro, Fano, Pergola, Fossombrone e Urbino.
  • E' una strada in più nella vallata. Una pista ciclabile non è fatta per attività ludico sportive ma soprattutto per la mobilità quotidiana. Poiché fino a 5 km la bici è il mezzo più veloce, sempre più persone se ne servono per andare al lavoro; molte aziende ne incentivano l'uso; si stanno diffondendo i cargo bike per trasportare merci nei centri storici; è in forte espansione la bici elettrica, ecc. Trasformando la Fano Urbino in ciclabile si crea una strada in più, pianeggiante, continua, in sede propria e si evita a pedoni e ciclisti di passare sulle pericolose strade esistenti insieme a automobili, motorini, camion ecc. La sua percorrenza completa non è comunque da escludere da parte di sportivi e cicloturisti che in un giorno coprono anche distanze più lunghe; inoltre, la pista può accogliere gare di roller e skiroller ma soprattutto di podismo su una lunghezza molto suggestiva: i 42,195 km della Maratona olimpica.
  • Si sviluppa il cicloturismo, con grandi vantaggi economici, come già avviene altrove: in Provincia di Trento nel 2009 86 milioni di €; nel 20IO nell'Isola D'Elba 92 milioni spesi da 155.000 tedeschi; secondo Legambiente, "la Ciclopista Tirrenica porterebbe al territorio più di 40 milioni di euro all'anno"; anche il Comune di Urbino vuole sviluppare il cicloturismo amatoriale e agonistico nel territorio dell'antico Ducato. Ma può essere grande la valenza economica indiretta grazie ai risparmi sociali e sanitari per l'esercizio fisico in bici e l'aria meno inquinata da polveri sottili.
  • Una lunga greenway migliora la mobilità sostenibile e l'appetibilità turistica del territorio che già vanta una "bicipolitana"  apprezzata a livello nazionale che, attraverso Fano, può congiungere Pesaro a Urbino, patrimonio UNESCO.
  • Gli amministratori pubblici sono favorevoli. Un serio approfondimento costi/benefici ha convinto molti cittadini, associazioni ambientalistiche ma soprattutto quasi tutti gli Enti pubblici (Regione, Provincia, Comuni di Fano, Cartoceto, Saltara, Serrungarina, Montefelcino e Fossombrone) che la ciclabile è la soluzione migliore; anche il sindaco di Fermignano ha di recente affermato: "sono pronto ad ascoltare altre proposte. Ciclabile compresa".
  • La ciclabile contribuisce alla salvaguardia del territorio. Una ciclabile è molto meno impattante rispetto alle altre strade; nel nostro caso si recupera anche suolo già consumato; la continua presenza di pedoni e ciclisti rende difficili usi impropri del territorio perché i luoghi attraversati lentamente si controllano (e apprezzano) meglio che con mezzi a motore nati per correre.
  • Si conservano le strutture fondamentali della ferrovia, un grande patrimonio storico e architettonico. L’uso costante e la manutenzione di viadotti, gallerie e stazioni pone fine ad un degrado finora inarrestabile e protegge il sedime che un domani potrebbe essere riconvertito ad altri tipi di collegamento; già ora Fermignano e Urbino potrebbero essere unite con bus o treni navetta.
  • Si crea un lungo corridoio ricco di verde. Mentre in una ferrovia non è ammessa la vegetazione che viene eliminata spargendo continuamente grosse quantità di prodotti chimici, lungo una pista ciclabile alberi e arbusti creano un parco lineare; tra Fano e Urbino si recuperano anche spazi ferroviari degradati su cui i Comuni non hanno titolo per intervenire.
  • Insieme alla pista ciclopedonale si possono realizzare vari sottoservizi. Poiché lungo il sedime non esistono complicazioni (espropri, cavi, fognature, ecc.) si possono realizzare rapidamente e con enormi risparmi in particolare un nuovo efficiente acquedotto e collegamenti con fibre ottiche per una connessione Internet molto più veloce di quella ora disponibile, garantendo al territorio maggiore attrattività anche economica.

Una moderna "via verde tecnologica" è quindi la soluzione migliore di un problema che si trascina dal 1987. Evitato lo smantellamento, preservata per il futuro e tornata a nuova vita, l'ex ferrovia favorirà lo sviluppo moderno e migliorerà la qualità della vita di tutta la valle del Metauro. Come è già avvenuto in Italia e nel mondo in tantissimi casi simili.

Enrico Tosi

Da: Rosciano insieme – Annuario 12  - 2015  pag.  39 - 41

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Nuova galleria Pesaro-Cattolica: per l'Associazione Fvm "è tempo di investire sul trasporto su ferro"

09/12/14 10:57 Fano (PU) - Erano le 9:44 di lunedì 8 dicembre quando il treno regionale 11530 partito da Ancona con destinazione Piacenza percorreva per primo la nuova galleria fra Pesaro e Cattolica.
"Dopo oltre 150 anni di onorato servizio al vecchio tunnel - dicono dall'associazione Ferrovia Valle del Metauro - si abbina uno nuovo per consentire prestazioni della linea coerenti con le attuali direttive europee. La nuova galleria, è lunga oltre 1,1 km e si sviluppa in affiancamento a quella esistente".
"E’ formata da un tratto centrale di galleria naturale - lungo 950 metri - e da due tratti di galleria artificiale lunghi 40 metri - lato Cattolica – e 118 metri – lato Pesaro. Il tunnel consentirà il transito dei treni porta-container di grandi dimensioni e della cosiddetta autostrada viaggiante (cioè tir fino a 4 metri di altezza completi di motrice e rimorchio caricati su speciali carri merci), favorendo lo sviluppo del traffico combinato intermodale strada-rotaia".

"Un'opera considerata indispensabile per sbloccare il trasporto ferroviario delle merci e container. Troppo stretto, infatti, lo storico tunnel a doppio binario tra Pesaro e Cattolica, per questo tipo di carichi voluminosi. Il tappo che impediva alle merci di grosse dimensioni di viaggiare sui binari della linea adriatica è stato rimosso. L’investimento complessivo oltre 32 milioni di euro. Il costo della nuova galleria rende l’idea del valore che ha la ferrovia Fano Urbino: nel suo percorso insistono 8 gallerie, di varia lunghezza non superiori ad 1km, e 42 fra ponti e viadotti. In base a perizie e studi di esperti il suo recupero è tecnicamente facile e con costi pari a due chilometri di nuove gallerie".
"Non è difficile comprendere che gli investimenti più utili e determinanti in futuro, sia che riguardino il trasporto merci sia il trasporto dei viaggiatori, saranno quelli che privilegiano il trasporto su ferro per ragioni legate alla sostenibilità ambientale, alla velocità e anche all’economia (solo per piccoli numeri non è conveniente il treno), pertanto un territorio privo di infrastrutture ferroviarie è destinato a non prosperare".
"La posta in gioco sulla ferrovia Fano Urbino, quindi, è altissima - concludono dall'associazione - perché il suo definitivo abbandono comporta per la Provincia di Pesaro e Urbino l’impossibilità di uscire dal suo isolamento ferroviario; il vuoto di connessioni ferroviarie che affligge le alte Marche può essere colmato, per ragioni legate ai costi delle nuove infrastrutture e alle dinamiche ambientali, solo attraverso il suo recupero".

Da: http://www.fanoinforma.it/Associazioni/art41537/9_dicembre_14/Fano_nuova_galleria_pesaro-cattolica_per_l_associazione_fvm_e_tempo_di_investire_sul_trasporto_su_ferro.html

 

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Quei mille chilometri di ferrovie regionali perse dai pendolari

di Sergio Rizzo - Corriere della sera

http://89.97.204.228/fparticolipdf/433933.pdf

 

 

 

 

 


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 08.01.2012
    Ultima modifica: 15.09.2014

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