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Ferrovia Fano - Urbino: Ciclovia del Metauro - Analisi percorso della Regione Marche 2021


 

COMITATO CICLOVIA DEL METAURO

ANALISI DEL PROGETTO  “CICLOVIA TURISTICA DEL METAURO”

Documentazione tratta dal Progetto definitivo della Regione marche inviato ai Comuni di Fano, Cartoceto, Colli al Metauro, Montefelcino e Fossombrone nel Luglio 2021

GENNAIO 2022

 

PRESENTAZIONE

Questo lavoro vuole evidenziare le numerose contraddizioni del “Progetto definitivo della Ciclovia turistica del Metauro” che la Regione Marche ha pubblicato nel luglio 2021 cancellando un precedente progetto già approvato e finanziato da realizzare ai margini della dismessa ferrovia Fano Urbino. Il progetto regionale prevede infatti l’utilizzo di percorsi preesistenti o da creare ex novo che renderebbero la ciclovia pericolosa e disagevole, nonostante nella Relazione tecnica si affermi quanto segue:

“La Ciclovia Turistica del Metauro, per filosofia progettuale, vuole essere una "infrastruttura leggera" ciclopedonale (meglio ancora: una dorsale cicloturistica) e non un itinerario in promiscuo, quanto più possibile lineare, sicura e continua: un asse portante che si sviluppa prevalentemente in contesto extraurbano, incrociando reti secondarie di penetrazione nei centri urbani. Su questo indirizzo generale poggiano i criteri di riferimento generale per la progettazione e la realizzazione dell’opera in progetto:

  1. Sicurezza: eliminazione di tutte le promiscuità e discontinuità esistenti che possono mettere a repentaglio la sicurezza del ciclista. Se con il cicloturismo si vuole raggiungere un numero elevato di frequentatori occorre offrire garanzie di sicurezza a partire proprio dalla eliminazione delle interruzioni ed evitando nella misura massima possibile che il ciclista incontri il traffico motorizzato anche occasionalmente.
  2. Economicità: il progetto adotta soluzioni progettuali fondate su criteri di economicità, massima efficienza nella scelta del tracciato con soluzioni tecniche semplici e replicabili lungo tutto il percorso. Ripetere le medesime soluzioni lungo il percorso consente sensibili abbattimenti di costo e aumenta la percezione di unitarietà, ingrediente fondamentale per la costruzione di un’identità della ciclabile.
  3. Flessibilità modale: il fiume Metauro sfocia a Fano e l’innesto della dorsale cicloturistica in progetto è a meno di 1 km dalla stazione ferroviaria della città, rendendo così concreta l’intermodalità trasportistica e permettendo al viaggiatore di trasportare la propria bicicletta in treno fino a Fano e percorrere poi la ciclovia turistica.
  4. Attrattività: La ciclovia turistica del Metauro attraversa la relativa valle in un contesto naturalistico assolutamente unico per il centro Italia, andando a lambire aree della rete Natura2000 e svariati poli di grande interesse artistico e culturale.”

C’è da aggiungere che il percorso regionale, oltre ad essere più lungo, e quindi più costoso, di quello lungo i binari, non corrisponde neanche alle caratteristiche stabilite dalla legge nazionale 2/2018 la quale, disponendo che le ciclovie siano a doppio senso di marcia, sicure e agevoli per tutti, promuove l'uso della bicicletta come mezzo di trasporto sia per le esigenze quotidiane sia per le attività turistiche e ricreative.

Inoltre, dal momento che dovrebbero essere acquisite numerose particelle catastali soprattutto di proprietà privata, è prevedibile la giustificata opposizione dei soggetti da espropriare, con il conseguente rinvio a tempo indeterminato dell’inizio dei lavori; è quindi forte la probabilità che vengano persi i 4,5 milioni concessi dalla U.E. a fondo perduto e da impegnare entro il 2022 per realizzare una infrastruttura che rispetti i criteri di una “Ciclovia turistica” fatta a regola d’arte.

Nelle pagine seguenti sono evidenziati i due percorsi: con una linea rossa quello regionale e con una linea verde quello lungo i binari; nelle prime 6 pagine la visione d’insieme rende più semplice il confronto; nelle successive 25 vengono riportate le immagini dei singoli tratti con le osservazioni più rilevanti, in particolare il mancato rispetto dei citati “criteri di riferimento generale per la progettazione e la realizzazione dell’opera”, cioè “sicurezza”, “economicità”, “flessibilità modale” e “attrattività”.

Dall’analisi e dal confronto dei dati dovrebbe apparire con la massima evidenza quanto sia stata inopportuna la decisione della Regione Marche di privilegiare un percorso non sicuro, non economico, non flessibile, non attrattivo e di cancellarne un altro sicuro, economico e agevole, oltretutto realizzabile in tempi rapidi.

A questo punto è lecito chiedere:

com’è possibile che un progetto letteralmente stravagante sia stato approvato da responsabili di livello comunale, regionale e nazionale?

E inoltre: ci sarebbe materiale per la Corte dei Conti?


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 02.04.2022
    Ultima modifica: 02.04.2022

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