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Fano: Quadreria della Fondazione Cassa di Risparmio di Fano - Carlo Magini: Natura morta


Carlo Magini (Fano 1720 - Fano 1806). Artista oggi ben noto come autore di splendide nature morte, solo intorno al 1954 gli studiosi d'arte sono riusciti a ricomporre il catalogo delle sue opere, a definirne l'attività e a ricostruirne i principali dati biografici.

Nipote del noto pittore fanese Sebastiano Ceccarini, fu allievo e aiuto dello stesso a Perugia prima e a Roma poi.

Successivamente, così come lo zio, rientrò a Fano dove operò a lungo fino alla morte.

Quella del Magini è stata quindi una riscoperta relativamente recente in cui si sono distinti a turno Charles Sterling, Roberto Longhi, Luigi Zauli Naldi, Giuseppe De Logu, Alfredo Servolini e diversi altri ancora, compreso Pietro Zampetti. Resta il fatto che l'artista fanese, autore anche di quadri a soggetto sacro e di diversi bei ritratti, compie un vero e proprio salto di qualità con le nature morte, dove riuscì finalmente a mettere in evidenza le proprie capacità.

"Con le sue nature morte - ha scritto Pietro Zampetti - il Magini si rivela acuto interprete della società nella quale vive, cercando di captare la verità, anche la più sommessa e discreta. Esse propongono generalmente, con l'insistenza di un leitmotiv alcuni oggetti sparsi su di un tavolo e cose da mangiare. Non una tavola imbandita, con arte e ricerca compositiva, ma cose di tutti i giorni poste su di un tavolo, collocate senza una precisa disposizione, messe lì a caso secondo esigenze improvvise".

"Natura morta con tavola imbandita, piatto con lonza, uova al tegamino e zuppiera di rame" (olio su tela, cm 51x78). Il dipinto, insieme con altra natura morta, fu acquistato dalla Cassa di Risparmio nel 1984, dopo un precedente acquisto di altre cinque splendide nature morte nel 1983. In seguito ulteriori analoghi acquisti hanno portato a dieci il numero delle nature morte: una raccolta decisamente eccezionale per numero e qualità e che orna oggi l'ufficio di Presidenza della Fondazione.

Nel dipinto in questione il Magini sembra voler proporre un vero e proprio pasto completo con tanto di tovaglia e tovagliolo appoggiato sul tavolo.

Oggetti e cibi, come consuetudine dell'artista, giacciono disposti su serie parallele con un breve intervallo rispetto al fondo su cui si riflettono le ombre degli oggetti.

Caratteristica di questa e altre composizioni maginiane, quasi una firma, sono il coltello posto di sbieco in primo piano, il cartoccetto che fa da tappo a bottiglie e fiaschi impagliati. Stoviglie domestiche, tutte di umile cucina povera, senza pretesa alcuna di magnificenza o di fastosa teatralità barocca. Solo cibi semplici e genuini, messi lì, pronti per essere consumati.


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 01.01.1999
    Ultima modifica: 09.11.2004

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