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Fano: Quadreria della Fondazione Cassa di Risparmio di Fano - Giovanni Francesco Guerrieri: Il miracolo dei pani e dei pesci


Giovanni Francesco Guerrieri (Fossombrone 1589 - Pesaro 1657). Pittore quasi sconosciuto fino al 1958 quando Andrea Emiliani se ne occupò per la prima volta, il Guerrieri ha visto gradualmente riscoperta la sua notevole personalità artistica, unicamente alle sue principali vicende biografiche.

Dalla nativa Fossombrone, l'artista si trasferì venticinquenne a Roma, dove fu al servizio di Marcantonio Borghese dal 1614 al 1618. Qui maturò la sua formazione artistica attraverso la conoscenza diretta della pittura caravaggesca e di quella di Orazio Gentileschi in particolare da cui ricavò soprattutto le novità luministiche e il forte realismo, mediandolo con il gusto ornamentale dei fiorentini allora attivi nella capitale pontificia.

Rientrato nelle Marche, operò in diversi centri maggiori e minori (Fabriano, Sassoferrato, Fossombrone, Fano, Mondolfo, Serrungarina, Pergola, ecc.) per chiese e privati committenti. Nella sola Fano ha lasciato più di venti tele fra pale d'altare, quadri devozionali, figure allegoriche e ritratti.

Il ruolo avuto dalla regione Marche, crocevia geografico e culturale fra l'ambiente romano e quello bolognese, portò gradualmente il Guerrieri anche a subire il fascino della pittura del Domenichino e del Guercino con palesi rimandi agli stessi in più di una sua opera dove le forme si fanno più precise e il registro chiaroscurale meno denso.

Gli ultimi due decenni di vita li trascorse a Pesaro dove ebbe come collaboratrice la figlia Camilla.

"Il miracolo dei pani e dei pesci" (olio su tela, cm.295 x 193). La grande tela, acquistata dalla Fondazione nel 1996, costituisce un importante recupero per il patrimonio artistico fanese. La stessa fu infatti dipinta dal Guerrieri per l'altare maggiore della chiesa oggi scomparsa dei Santi Filippo e Giacomo: chiesa annessa al monastero delle clarisse.

Ricordata nelle guide del secolo XVIII, la tela in questione fu rimossa nel corso delle note requisizioni napoleoniche del 1811 e trasferita in Lombardia dove fini collocata nella Parrocchiale di Casorate Primo (Pavia).

Da qui scomparve prima del 1894, riapparendo sul mercato antiquario di Londra solo nel 1992, quando fu venduta ad un'asta con l'errata attribuzione al bergamasco Giovanni Paolo Cavagna. Riconosciuta da Marina Cellini per l'opera perduta del Guerrieri, è finalmente ritornata a Fano dopo diciotto decenni e più di assenza.

Il noto episodio evangelico è presentato sulla tela con una elaborazione piuttosto complessa, sia per numero di figure, sia per la scenografica apertura paesaggistica che ne caratterizza la parte superiore.

E' stata ipotizzata una realizzazione da parte del Guerrieri entro la seconda decade del secolo XVII, probabilmente dopo il suo soggiorno romano, presentando nel dipinto i caratteri espressi dall'artista in questa fase della sua attività: l'intenso naturalismo come la limpidezza della luce che richiama lo stile del Bongianni, del Gramatica e quello di opposto segno del Domenichino.


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 01.01.1999
    Ultima modifica: 09.11.2004

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