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Fano: Quadreria della Fondazione Cassa di Risparmio di Fano - Gaetano Lapis: San Giovanni da Capistrano


Gaetano Lapis (Cagli 1706 - Roma 1773), allievo di Cristoforo Creo e di Sebastiano e Giovanni Conca, operò soprattutto a Roma, entrando a far parte della congregazione dei Virtuosi del Pantheon (1739) e dell'Accademia di S.Luca (1741).

Numerose sono le opere realizzate dal Lapis per le chiese e i palazzi di Roma, ma anche per vari centri dell'Umbria e delle Marche, in particolare per la nativa Cagli.

Le sue opere, un po' rigide negli impianti compositivi, precise nel disegno e caratterizzate da colori freddi e talvolta stridenti, ne fanno un fedele seguace della tradizione classicista del conterraneo Carlo Maratta.

Dolci e manierate sono considerate dalla critica le sue Madonne, non prive di grazia e di eleganza.

"Un artista - come ha scritto Claudio Strinati - tra i maggiori del suo tempo, di mano notevole e di estrema sensibilità e cultura".

Fu anche uno di quegli artisti che per primi concepirono uno stile preludente alla compostezza formale di quello che fu poi il neoclassicismo. Una compostezza, a giudizio di Alberto Mazzacchera, "già dotata di quei criteri di limpidezza, equilibrio e armonia destinati ad essere sviluppati da tutta una generazione di successivi artisti".

Il dipinto "San Giovanni da Capistrano" (olio su tela, cm 136 x 98), acquistato dalla Fondazione nel 1997, fu rinvenuto non molti anni or sono in una casa irlandese da parte di un antiquario di Londra.

Già attribuito al Lapis, fu giudicato opera autografa del pittore cagliese anche dall'esperta Stella Rudolph.

Alberto Mazzacchera lo giudica cronologicamente accostabile al "S.Giuseppe Calasanzio che indica la Madonna ai fanciulli" eseguito dal Lapis nel 1765 e conservato presso il santuario della Madonna di Frascati.

Affinità sono state inoltre notate anche con la tela raffigurante 'L'estasi di S.Giuseppe da Copertino' dipinta nel 1762 per i francescani di Perugia.

Lo stile dell'opera, rispetto ad altri dipinti del Lapis, è decisamente più severo: ciò che accadeva in opere con committenze parrocchiali o di ordini pauperistici che richiedevano il ricorso ad un linguaggio semplice e senza troppi fronzoli.

il Santo riprodotto al centro della composizione, nell'atto di arringare un gruppo di umili devoti (donne, giovani e bambini) distribuiti in varie pose sui due lati, è stato ipotizzato che raffiguri S.Giovanni da Capistrano, mentre è stata scartata la proposta che possa invece raffigurare S.Giacomo della Marca per mancanza di adeguati riscontri iconografici.


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 01.01.1999
    Ultima modifica: 08.11.2004

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