Beni storici e artisticiBeni storici e artistici

Indietro

Acqualagna: Mulino di Ca Romano o di Naro

Avanti

Apecchio: Mulino della Cornacchia

Acqualagna: Mulino Galeotti


- Comune di Acqualagna

- Fiume Candigliano

- Ubicato sulla riva sinistra, poco a monte della frazione Bellaria

- Trasformato in abitazione, con preservate alcune delle strutture caratteristiche; il canale è stato interrato. Non è andato a buon fine il progetto di trasformazione in impianto idroelettrico

- Ultimo sopralluogo: 2011

- Riferim. carta: 1:25000 IGM 116 IV NE

- Toponimo e simbolo di mulino nella carta 1:25000 IGM

- In elenco SINISTRARIO 1893 e in elenco concessioni Genio Civile 1982 (PIERUCCI 1983)

- Bibliografia: LUCERNA 2007, PEDROCCO 1983, PIERUCCI 1983, SINISTRARIO 1893

Verso il 1980 era ancora in funzione, ma solo per mangimi animali. Era dotato di un grande buratto costruito dalla Ditta Baldeschi di Cantiano (PEDROCCO 1983).

La farina genuina terrà in vita i vecchi mulini?

URBINO, 6 - La foto che vi mostriamo, potrebbe sembrare rispolverata da un vecchio album dei ricordi per ricordare, magari con nostalgia, un mondo ormai scomparso, che oggi, assetati come siamo di vivere al naturale, ci sforziamo di rievocare con la fantasia.
In realtà la foto è stata scattata poco tempo fa, nel corso di una visita di istruzione compiuta dagli alunni delle medie di Acqualagna ad una serie di strutture artigianali e industriali, antiche e recenti, ubicate intorno alla valle del Candigliano. Le due macine, una per la biada e l'altra per il granoturco, sono tuttora in attività e fanno parte del Mulino Galeotti situato in località Abbadia di Naro. La tradizione, e non ci sono motivi per smentirla, afferma che il mulino in questione è stato costruito addirittura nel Basso Medioevo e il suo funzionamento è ad acqua. Un canale, che prende le mosse due chilometri a monte dal fiume Candigliano, fornisce l'acqua necessaria per fare muovere le vecchie pale di legno che, a loro volta, fanno funzionare le macine. Ma le cose non vanno più bene per gli artigiani in generale e quindi anche per i vecchi mulini ad acqua nonostante la genuinità del prodotto offerto e benché non vi sia spreco di energia elettrica o di altri combustibili inquinanti. Paradossalmente, mentre cerchiamo di liberarci dalle strette di un progresso incontrollato che, sentiamo, rischia di distruggerci, non riusciamo (compresi gli amministratori che nei bilanci ignorano praticamente agricoltori e artigiani) a capire che un diverso modo di vivere presuppone anche un altro modo di lavorare e di produrre. Probabilmente, un giorno speriamo non lontano, grazie alla cocciutaggine di quelle persone che credono ancora nella creatività del lavoro (o che nel frattempo l'hanno riscoperta) potremo rompere quel cerchio di vuoto e di solitudine che, nonostante tanto « starnazzare» in coro, oggi più che mai ci opprime.

g. d. I.
Da: “Il Resto del Carlino” del 7-10-1977


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 01.01.2000
    Ultima modifica: 13.08.2011

Nessun documento correlato.


Indietro

Acqualagna: Mulino di Ca Romano o di Naro

Avanti

Apecchio: Mulino della Cornacchia