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Cresc' taiàt


Su quella che i fanesi chiamano abitualmente la "Curva dla Liscia", al numero 75 della Strada Statale Adriatica che in città prende il nome di viale Bruno Buozzi, era situato "Tutta Frusaglia". Questo ristorante, signorile e classico allo stesso tempo, era nato dalla passione e dalla intraprendenza di Enzo Biagiotti, fanese purosangue ed autentico mago della cucina scomparso da parecchi anni. Poi il locale fu gestito, con lo stesso impegno e con la stessa fantasia, dalle figlie Gigliola e Simonetta che proponevano alla clientela non solo le loro ricette e quelle ereditate dal padre ma anche un buon numero di piatti tipici della provincia.
Il ricco menù del "Tutta Frusaglia" offriva infatti la possibilità di gustare non solo gli antipasti di mare, le penne al salmone, il risotto al pepe verde, i filetti di sogliola ai funghi, le delicate parmigianine, ma anche, il brodetto alla fanese, gli spiedini di calamari e soprattutto alcuni cibi del nostro entroterra riproposti nella loro antica e semplice genuinità.
Le "cresc' taiàt", piatto d'un tempo tra i più diffusi ed umili, si preparano così.

Impastate della polenta avanzata con farina di grano e poi spianate il tutto, come se si dovesse fare una pasta sfoglia un po' spessa. Ottenuta la sfoglia, tagliatela a quadrelloni. A parte, preparate un intingolo, facendo soffriggere in poco olio, aglio e cipolla, ai quale aggiungerete via via del lardo battuto, pasta di salciccia e pomodoro. Intanto avrete provveduto a mettere sul fuoco una pentola con acqua sufficiente per fare con il sugo preparato una minestra brodosa. Al bollore, versate le "cresc' taiàt" ed il sugo nella pentola, aggiungendo farina di granoturco per rendere il tutto più o meno denso a piacere. Spegnere il fuoco e spolverare con del parmigiano o meglio con del pecorino. Far riposare cinque minuti e servire.

Nella "Cena del contadino", che porta la data del 1866, Pasqualón (poeta dialettale pesarese) così le ricorda:
"Malè i trova prepared
o polenta o cresc' taied
do fagioi sa un po' d'pen sotta
fin c'la panza l'a'n borbotta
do scorpegn, do rapaster
pur ch'sarempa giò i budei"


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 01.01.1999
    Ultima modifica: 09.04.2005

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