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I MULINI IDRAULICI DI FANO ANTERIORI AL 1612, di Luciano Poggiani e Paolo Volpini


Di questo lavoro esiste solo la presente stesura digitale (2012).

Citazione bibliografica: POGGIANI L. e VOLPINI P., 2012 - I mulini idraulici di Fano anteriori al 1612. In: "La Valle del Metauro - Banca dati sugli aspetti naturali e antropici del bacino del Metauro", http//www.lavalledelmetauro.it. Ed. Associazione Naturalistica Argonauta e Comune di Fano, Fano (PU).

1 - MULINI ENTRO LA CITTA' E NEI SUOI DINTORNI

Anteriormente al 1612, anno in cui fu scavato il Canale Breccioli-Rainaldi con presa sul Fiume Metauro e costruito il Mulino di Porta Maggiore, esistevano già alcuni mulini dentro la città di Fano, anche se non vi sono testimonianze storiche certe su quale fosse il corso d'acqua che li alimentava.
Alcuni autori hanno ipotizzato per i mulini di Fano una derivazione dal Metauro sin dall'epoca romana (SELVELLI, 1946 e BONASERA, 1951). L’AMIANI (1751) ricorda che nel 1491 il Fiume Arzilla, il quale servito aveva per commodo de' Molini de' Canonici e dell'altro della Città, aveva cagionato infiniti danni colle corrosioni appresso la Strada Flaminia, per dove scorreva in quel tempo. Lo stesso autore, riferendosi al 1555, e alcuni documenti della metà e della fine del 1500 testimoniano di progetti e tentativi non realizzati per condurre l’acqua del Metauro (1, 24), dell’Arzilla e di altri rivi alla città (2). I progetti continuarono nel 1600 (3), sino a portare allo scavo del Canale Breccioli-Rainaldi nel 1612, dopo che una piena avvenuta l’anno prima (24 luglio 1611) distrusse la chiusa e i mulini esistenti lungo il Metauro (DELI, 1989, AMIANI, 1751).

Entro la città erano presenti nel periodo 1358-1493 il Mulino dal Casaro (= Cassero) (4, 5, 6 e 7), il Mulino in contrada Episcopio, dotato anche di gualchiera, lavatoio per panni e ruota per rotare e forgiare le armi (8) e il Mulino in contrada S. Silvestro vicino la piazza grande (9). E' citato nel 1441 un vallato dei mulini "verso Senigallia" nei pressi della contrada di S. Pietro fuori porta (10).
In una carta del 1569 (Giulio Ballino, Pianta schematica di Fano) (11) è riportato un "Taglio novo" che si dirige verso le mura augustee nel tratto di Porta Giulia, passando accanto ad esse ed alla Rocca Malatestiana sino al mare. Il canale è disegnato in maniera da puntare verso il T. Arzilla (non raffigurata), distante da Porta Giulia circa 1,5 km misurati dal Ponte della Trave.
Nella stessa carta è riportato un "Canale d'acqua" allineato alla Via Flaminia, che porta ad un mulino presso Porta Maggiore. Il canale in questione potrebbe derivare l'acqua o dal T. Arzilla oppure dall'acquedotto romano, che passava proprio qui nel dirigersi verso Fano.
Inoltre è riportato un "Fiumiselo" che si dirige verso Porta S. Leonardo, si immette nel fossato che cinge le mura e sbocca in mare presso la Chiesa di S. Spirito. Questo "fiumiselo" è anche raffigurato in una carta del 1599 (Pietro Bertelli, Pianta prospettica di Fano) (12) e in altre successive. La sua orientazione può far ipotizzare che si tratti o di un canale proveniente dal Metauro anteriore al Canale Breccioli-Rainaldi del 1612, di cui però non si hanno altre testimonianze storiche, oppure del Fosso degli Schiavoni, documentato fin dal 1640 (13), ma che scorreva però a qualche distanza dalle mura (lungo l'attuale viale Vittorio Veneto e sino al mare).

Molino con l’arcovolto

In un documento del 1358 tra i mulini di Fano, oltre al Mulino del Cassero dentro la città, al Molino del Metauro e al Molino da mare, viene citato anche il Molino con l'arcovolto, con canale che prendeva l'acqua dal T. Arzilla (4). Non se ne conosce l’ubicazione.

Mulini presso il mare

Si fa menzione di un "Molino da mare" in un documento del 1358 (4) e di "mulini antichi verso il mare" nel documento del 1441 qui di seguito trascritto.

21 novembre 1441
l'Abate di S. Paterniano concede a Ser Gaspare da Sassoferrato un terreno posto nella contrada di S. Pietro fuori porta, davanti la stazione delle beccarie (macelli) antiche, vicino la via principale che va tra le dette beccarie e il terreno predetto, il vallato dei mulini verso Senigallia, lo stesso ser Gaspare, davanti la casa dei mulini antichi verso il mare, il muro della città e altri confini (10).

In una mappa dell’anno 1600 (Cesare Porta, progetto per il Porto di Fano) (14) è raffigurato un mulino vicino alla Rocca Malatestiana, senza indicazione del canale di alimentazione.

Mulino (o mulini) lungo la Via Flaminia presso Fano

L'AMIANI (1751) riferisce che nel 1216 la Comunità fanese concesse all'Abbazia di S. Paterniano (o di S. Martino) di fabbricare nei suoi pressi un mulino lungo la via Flaminia nel luogo detto allora la Croce di S. Paterniano, servendosi dell'acqua del T. Arzilla, a condizione di non recare pregiudizio ai non lontani mulini pubblici situati fuori città avanti l'Arco d'Augusto. Di questa concessione si parla anche in un documento della fine del '400 - primi del '500 (15).
Lo stesso AMIANI (1751) cita nel 1490 e nel 1491 il Molino dè Canonici presso la strada Flaminia (i Canonici Regolari di S. Salvatore ressero l'Abbazia di S. Paterniano sino alla metà del 1500, quindi il mulino probabilmente era lo stesso).
Nel 1556 viene menzionato il mulino a grano e olio dell’Abbazia di S. Paterniano (16).
In un disegno del 1757 raffigurante il tratto di Flaminia da Via XXVII Agosto al Ponte Storto, vengono indicate le "vestigia d'un antico Molino distrutto della R. Abbazia" (quella di S. Martino) ed un condotto e un fosso a fianco della strada sino alla "Fontana fuori Porta Maggiore", posta all'incrocio con l'attuale via Fanella (17). L'acquedotto romano passava proprio qui nel dirigersi verso Fano, strutturato nell'ultimo tratto come un piccolo condotto sopraterra, su argine, demolito all'inizio del 1900 (DE SANCTIS 1998 e DE SANCTIS 2006).

Come ipotesi, il mulino in questione lungo la Flaminia (o i più mulini ubicati lungo lo stesso tratto di strada, ma di epoche diverse) potrebbe essere alimentato non dall'Arzilla come afferma l'AMIANI ma dall'acquedotto romano?

2 - MULINI LUNGO IL TORRENTE ARZILLA
AMIANI (1757) ricorda che nel 1227 una controversia col vescovo Riccardo venne sanata, "cedendo il nostro Pubblico ad esso, ed a' Canonici certo Terreno presso i Molini dell'Arzilla acciò potesse fabbricarsi un Molino per comodo degl'Ecclesiastici, dal sito detto la Croce di S. Paterniano, fino alla Chiusa de' Molini della Comunità nell'Arzilla Vecchia, cioè nell'Alveo, che anticamente passando presso il Monte di S. Pietro, oggi appartenente al Monastero suddetto, scorreva vicino alla Strada Flaminia (....). Questo Molino della Canonica rovinò nel 1492".

Lungo il Torrente Arzilla nel territorio di Fano vengono citati dal 1350 al 1864 alcuni mulini, oggi scomparsi. Elencandoli da valle verso monte erano il Mulino Roncoforti o dei Paleotti, il Mulino del Ponte della Trave, il Mulino nel fondo Centonarole o dei Palazzi, il Mulino dei Simonetti, il Mulino del Maltempo, il Mulino del Rivo Petroso e il Mulino di Magliano.
Di altri due mulini, citati nella Bolla di papa Martino V del 1431 (molendinum Rupulesi e molendinum Argille), non si conosce l’esatta ubicazione.

Molino Bonconforte o dei Paleotti

Paleotti era il nome di una famiglia di possidenti fanesi. La Paleotta è attualmente un toponimo riferito a una casa in riva destra dell’Arzilla poco a monte del ponte della SS. Adriatica (carta IGM 110 IV S.O., aggiorn. 1948) e alla zona circostante.
Nella Pianta prospettica di Fano di Jacomo Lauro (1634), esistente presso la Biblioteca Federiciana di Fano (PANICALI e BATTISTELLI, 1977), è raffigurato un edificio in riva destra dell’Arzilla, tra il Ponte della Trave e quello della statale Adriatica, molto probabilmente il Molino dei Paleotti. Non si hanno notizie sull’ubicazione esatta del mulino.
I documenti che riguardano questo mulino vanno dal 1602 al 1757.

1602, 26 agosto:
Vendita di tre mulini a grano dei Simonetti sotto il Monte Armegnolo, dei Paleotti e degli eredi Palazzi alla Comunità di Fano.
(Ufficio Capitani Mulini b.6)

1603:
affitto mulino a grano in fondo Bonconforte.
(Ufficio Capitani Mulini, b.6)

1603, 29 ottobre:
Capitoli sopra la vendita del mulino alla comunità di Fano in fondo Bonconforte. Fra i diversi confini del manufatto viene citata la seguente descrizione...cominciando dalla via pubblica di sopra che viene dalla giustizia (l’attuale cimitero urbano)....
(Ufficio Capitani Mulini b.6).

A tale documento sono allegati due disegni (disegno del molino Bonconforte per D. Jo. Petrum Paleotti).
Vi sono indicati:
- Fiume dell’Arzilla con chiusa murata;
- vallato con ponte di legno;
- vallato et pozza avanti le portelle delle canali delle macine et avanti il sciacquatore
;
- vani dell’edificio: membro del molino dal grano in volta, con solaro et palombara (due vani). Davanti la pozza si vedono tre ingressi attraverso i quali entra l’acqua;
- molino dalla Valinea (due vani, di cui uno scoperto) con un ingresso per l’acqua (34);
- vallato di sotto al molino.

1634, 1663 e 1757:
nelle piante di Fano di Lauro (1634), di Blaeu detto Blavius Jr. (1663) e di Salmon (1757) viene riportato un edificio (indicato con “Molino” nella carta di Blaeu) che sembra quello del Molino dei Paleotti.

Mulino del Ponte della Trave

Nella Bolla di papa Martino V indirizzata all’abate di S. Paterniano il 12 gennaio 1431, tra i privilegi confermati al Monastero si cita il possesso della sesta parte del “molendino a Ponte Trabis” (OLIVIERI, 2005).
Il Ponte della Trave è ancora presente a 1,5 km dalla foce dell’Arzilla e presso di esso sorge la chiesetta di Madonna della Trave (carta I.G.M. F.110, IV S.O.).

Molino in fondo Centonarole o dei Palazzi

Centinarola è attualmente una frazione situata in riva destra del T. Arzilla a circa 3 km dalla foce; non si hanno notizie sull’ubicazione esatta del mulino.
I documenti che riguardano il Molino in fondo Centonarole vanno dal 1581 al 1602.

1581, 29 aprile:
Costituzione Società per la conduzione triennale di una terza parte di un mulino ubicato sul fiume Arzilla nel fondo Centonarole di proprietà Antonio Palazzi.
(Notaio Giacomo Ciucci, vol. U, cc.121v - 122 v )

1602, 26 agosto:
Vendita di tre mulini a grano dei Simonetti sotto il Monte Armegnolo, dei Paleotti e degli eredi Palazzi alla Comunità di Fano.
(Ufficio Capitani Mulini b.6)

Mulino dei Simonetti

Una Casa Simonetti e una Casa Simoneta sono ubicate in riva destra dell’Arzilla presso la confluenza col Rio della Gazza, sulle pendici di Nord-Ovest del M. Castagneto (carta IGM 110 III N.O., aggiorn. 1948), ma la loro posizione elevata rispetto al corso d’acqua non le rende adatte alle esigenze di un muIino idraulico. Monte Armegnolo, citato in atti di vendita del 1545 e 1602, è riferibile alla collina denominata attualmente M. Castagneto.
I documenti che riguardano il Molino dei Simonetti vanno dal 1545 al 1640, anno in cui si apprende che lo stesso non era più presente.
Nella Mappa di Rosciano del Catasto Pontificio del 1818 risultano una strada comunale della Simonetta e il vocabolo “Molino”, entrambi in riva destra del Torrente Arzilla in corrispondenza di un’ansa poco a valle dell’attuale Ponte Varano, allora non presente (36). Non c’è traccia dell’edificio, ma la disposizione delle particelle catastali indica quello che un tempo doveva essere il canale di alimentazione. Probabilmente era questa l’ubicazione del Mulino dei Simonetti, anche se non è da escludere il Molino “in fondo Centonarole”, data la vicinanza di Centinarola.

1545, 18 marzo:
Girolamo Galassi di Fano vende a Giovanni Ludovico di Fano un mulino a Monte Armegnolo.
(Notaio Matteo Priori, vol. E, c.259r-v)

1602, 26 agosto:
Vendita di tre mulini a grano dei Simonetti sotto il Monte Armegnolo, dei Paleotti e degli eredi Palazzi alla Comunità di Fano.
(Ufficio Capitani Mulini b.6)

24 luglio 1611:
un violento nubifragio sommerse e fece crollare il molino a grano detto dei Simonetti (AMIANI, 1751)

1640:
Ludovico Simonetti possiede nella villa di Rosciano in fondo il Molino un pezzo di terra con casa dove era il molino appresso la strada pubblica e l’Arzilla.
(Catasto Pontificio del 1640 c.235v)

Molino del Maltempo

Il Fosso del Maltempo (in precedenza denominato Rivo Petroso e oggi Rio della Gazza o della Gaggia) è un affluente di destra del T. Arzilla che nasce dal Monte delle Forche e riceve affluenti dalla zona di M. Giove - Prelato. Tale toponimo compare nella Mappa catastale di Magliano, foglio 30, con scala 1:2000 realizzata negli anni immediatamente successivi all’Unità d’Italia (1861). In essa il toponimo Maltempo è riferito sia al Fosso che al fondo e alla strada vicinale. Il toponimo compare anche in una carta del 1866 (DE CUPPIS, 1866), ma non nelle successive carte IGM del 1877 e del 1894 (110 III N.O.). Veniva detto del Maltempo probabilmente perchè aveva acqua sufficiente per far funzionare il mulino omonimo solo nei periodi piovosi. L’edificio del mulino è quasi sicuramente riferibile alla casa colonica che nella Mappa catastale di Magliano viene ubicata tra gli attuali Rio della Gazza e Rio di S. Girolamo. Nella carta di DE CUPPIS (1866) viene disegnato quello che sembra il canale di alimentazione, che partendo dal Rio della Gazza si scarica nel Rio di S. Girolamo. Nella carta IGM 110 III N.O., aggiorn. 1948, permangono in parte le strade vicinali ma non l’edificio. Attualmente sul posto è stata ricostruita la casa ma non ci sono tracce del mulino e dei suoi connessi. Il Monte Armegnolo e Vallis Florite, citati nell’atto del 1581, sono riferibili all’attuale M. Castagneto (il toponimo “Valle Fiorita” ancora permane nella carta IGM 110 III N.O., aggiorn. 1948). Nei primi decenni del 1800 al mulino era annessa una chiesa, detta di S. Maria Vergine o della Madonna Addolorata, oggi scomparsa.
I documenti in cui si nomina il Molino del Maltempo vanno dal 1579 al 1834.

1579, 8 aprile:
Elena moglie di Teodoro Rinalducci dà in affitto ad Agostino del fu Andrea Cristofano di Magliano e a Benedetto del fu Apolloni di Carpegna, mugnaio, un mulino a grano chiamato del Maltempo nella corte di Fano in fondo Rivi Petrosi.
(Notaio Giacomo Ciucci, Vol. S c.135v - 137r)

1581, 9 maggio:
Camilla Santini di Magliano dà in affitto ad Agostino del fu Gregorio di Castel Durante abitante a Fano, un mulino a grano di proprietà Teodoro Rinalducci di Fano posto in territorio di Fano in fondo Monte Armegnolo o Vallis Florite con sue pertinenze e masserizie. Esiste la possibilità che questo mulino sia riferibile al Mulino dei Simonetti, data la citazione del M. Armegnolo.
(Notaio Giacomo Ciucci, Vol. U, cc.130r – 131r)

1582, 16 maggio:
Elena moglie di Teodoro Rinalducci dà in affitto a Maestro Cesare un mulino soprannominato del Maltempo per scudi 18 semestrali.
(Notaio Giacomo Ciucci, Vol. V cc.75v - 76v)

1640:
Agnolo Rinalducci possiede nella Villa di Magliano in fundo Scalabrina dove è il molino un pezzo di terra arrativa, pradiva, cannetata appresso Andrea Torelli, Lodovico Simonetti e Gio. Batta del Sero, dall’altri, la strada pubblica.
Catasto Pontificio del 1640, Vol.V, c.12.

1687:
Alovigi Rinalducci, possiede nelle Villa di Magliano, e fondo il Molino del Mal tempo, appresso la strada, confine di Rosciano, e di Carignano, con molino da grano
- prato canne 1457
- canneto canne 32
totale canne 1489

In questa pagina esiste una annotazione: 1782 Signor Antonio Magini (si intende un cambio di proprietà).
(Catasto Pontificio di Fano del 1687, n.VII, c.63)

1755, 27 maggio:
Luigi Rinalducci vende a Don Francesco Maria Giacomini il mulino a grano del Maltempo fabbricato “ab immemorabili”.
(Notaio Domenico Vandini, vol.A c.132)

1756, I° giugno:
Don Francesco Maria Giacomini affitta il mulino del Maltempo a Giulio Cinque di Candelara.
(Notaio Nicola Venturi, vol. R)

1757, 14 aprile:
Muzio Rinalducci affitta a Giovan Battista Fabbri di Cuccurano il mulino del Maltempo posto nella cura di Maiano con tutte le terre annesse per un triennio per romani scudi 100 all’anno.
(Notaio Andrea Bernetti, vol.A c.387v)

1778:
Assegna n.24 del 4 luglio
Io Luc'Antonio Giommi per commissione del Nostro Signore Luigi Rinalducci assegno di possedere con titolo di pieno Dominio nella Cura di Magliano fondo la Valle del Maltempo Una possessione con Casa, e Molino delle infrascritte qualità, che presentemente Confina a Tramontana col Signor Castellano Carrara, Mezzodì Signor Cavalier Uffreducci, Levante Signor Filippo Torelli, Ponente Fosso, che divide la Cura di Carignano
.
(Catasto Piano del 1778)

1788, 4 giugno:
Muzio Rinalducci vende il mulino e singoli corpi di terra a Francesco Magini per la somma di scudi 2810. Il molino è composto da due camere e un magazzino a solaro e sotto stalla, altra camera detta del molino vecchio ed altra dove esiste il molino nuovo con scala interna, forno porcile pollaro e cantina con tutti gli attrezzi e stigli (35) del suddetto molino.
Vengono così descritti i confini del mulino del Maltempo:
- confina da tre lati dagli altri beni e dall’altro il fosso dove interseca la strada del molino fino alla strada pubblica;
- altro corpo di terra diviso dal corpo del molino dal solo fatto confine di Carignano posto in detta al fianco della chiusa del molino, un fossetto ed altro fosso confine di Magliano e strada pubblica;
- altro corpo di terra diviso dal corpo posto nella cura di Rosciano nelle vicinanze del molino anzi diviso dal solo fosso confine di Magliano
.
(Notaio Girolamo Fradelloni, vol.A c.449v)

1818:
il mulino risulta di proprietà Magini Aniceto e F.lli. Particelle catastali: molino n.79, casa n.80, oratorio del Crocifisso n.81.
(Catasto Pontificio del 1818)

1801:
Chiesa di S. Maria Vergine “Ad molendinum dictum del Maltempo nuper aedificata”.
(Libro dei Battesimi di Magliano del 1801)

1828, 23 ottobre:
Nella Chiesa figliale sotto il titolo di Madonna Addolorata, situata nella Parrocchia di Magliano al Molino del Maltempo, si celebrano tre messe all’anno come per obbligo della sua erezione.
(Archivio Storico Diocesano di Fano, Cancelleria Vescovile, Visite pastorali, fald.19, fasc.1826 ottobre 18 – 1929 ottobre 6, c.117)

1834:
il mulino risulta di proprietà Magini Goardo e F.lli.
(Catasto primitivo urbano, c.436)

1862-1864 circa:
risulta censito solamente il fabbricato rurale posto nel fondo Molino Maltempo, senza indicazione dell’uso come mulino.
(Catasto Italiano, Mappa di Magliano, foglio 30)

Mulino del Rivo Petroso

Nel Catasto del 1351 si cita un mulino, distrutto, di Viviano Bartoli Martini nel Rivo Petroso. Tale rivo è quello che in seguito venne chiamato Fosso del Maltempo e successivamente Rio della Gazza. Ciò si desume dal fatto che nel Catasto del Sec. XIII (S.A.S.Fa., A.S.C., Catasti, n.1) è riportato che Franciscus Georgii Baldovini habet (....) in fundo pontis varani sive rivi petrosi (....), e che un ponticello detto Ponte Varano è ancora presente sul Rio della Gazza nei pressi della confluenza col T. Arzilla. Il ponte omonimo situato poco a valle sul T. Arzilla è invece successivo al 1818, dato che non compare nella Mappa di Rosciano del Catasto Pontificio.

Viviano Bartoli Martini possiede nella corte di Fano ... in Rivo Petroso la 4 parte indivisa con domino Galeotto e Ciccolo Bonaccorsi di un mulino con tutte le sue pertinenze distrutto iuxta la via e Bruscolo silicet 4 plovina di canneto e 90 canne di prato stimate senza mulino 37 soldi e 6 den.
(Serie Catasti, reg.40, Carignano, 1351, c.52 r/XL)

Mulino di Magliano

Nel catasto del 1350 è citato più volte un Mulino nella corte di Magliano.

Bartolus Florinbebe de Bertrano (possiede) .... nella detta corte (di Magliano) in fundo Macerate iuxta .... rivum Macerate et molendinum Melli, una vigna con prato e canneto.
(c.II/1v)
Viviano (depennato) per Bartolo Perutii coom frate de Bertrano habenti in curte Maglani iuxta le vie da 2, Mello, Pace Bocatii e Rivo Lucie un terreno con vinea guastugla, canneto, vincareto e olivi con uno molendino indiviso con Mello. (La nota marginale ci rende notizia che il 17 agosto 1353 la metà passa a tarono Madii).
(c.VIIII/19v)
Mellus Predati (depennato: Item habet il detto Manfredo dei beni di Mello) de Villa Bertrani....
(c.XIII/23r)
Item habet unum molinum pro indiviso cum Viviano Perutii posto nella corte di Magliano in fundo Macerate iuxta la via e Viaviano Perutii undique videlicet 1 plo e mezza di terra colta ext. 9 lib.
(c.XIII/23v)
It. habet in dicta curte Bertrani con suo fratello iuxta la via, il vallato del mulino, e beni dell'Ospedale di S. Michele, donna Margarita di Giovanni di Montebaroccio.
(c.XIIII/24r)
(Serie Catasti, reg. 54, Bertrano e Magliano, 1350)

 

Mulini di incerta ubicazione lungo l'Arzilla

Nella Bolla di papa Martino V indirizzata all’abate di S.Paterniano il 12 gennaio 1431, tra i privilegi confermati al Monastero si citano il “molendinum argille” e tutti i possedimenti presso di esso. Inoltre la terza parte del “molendinum Rupulesi”, le sue ” “aquimole” e “totum tornium cum aquimola que est super ipsum” (OLIVIERI, 2005).

3 - MULINI LUNGO IL METAURO

Lungo il Fiume Metauro nel territorio di Fano vengono citati dal 1566 al 1630 alcuni mulini oggi scomparsi, distinguendoli in “mulini di sopra” (Mulino dalla Torre, Mulino di Mezzo e Mulino Mancino) e in “mulini di sotto” (Molino di Sotto o dell’Uscio e Molino dell’Ingualchiera) (18).

Molino del Metauro

Si parla di un "Molino del Metauro" in documenti dal 1357 al 1439, che però non forniscono notizie sulla sua precisa ubicazione.

1357:
Ispesa fatta per Fruosino (depositario) nel mulino del Comune - maggio 1357:
- Ad Andrea de Mustacio et a li compagni li quali lavoranno a la chiusa del molino del Metro per parte de pagamento de loro salaro de lopera data in lo detto lavorio adì XXV de giugno - libre L.
- A Jachemolo di Rivenole et Muciole di Caratino et Patringnano da Levole de la Massara adì VIII de luglio lavoratori mesi per Masciole de Santi a condure la frascha ala chiusa la quale era di la dal Metro per uno dì a ragione di soldi XII el dì per uno - soldi XXXVI.
- A Mastro Giovani da Bologna Maestro a la chiusa del mulino dal metro per parte de paghamento delle sue opere mese ala chiusa - soldi III denari doi - dì XXVI di luglio.

(sono riportati diversi altri pagamenti per lavori eseguiti alla chiusa del mulino, riferiti probabilmente sempre a questo "Mulino del Metauro") (19).

1358:
si fa menzione di un Molino del Metauro, con chiusa (4).

1439:
Adi 2 aprile 1439
A Giovanne di Borghixelli Soprastante del Comuno, per spesa che lui ha fatto per più maestri et manegi fachini i quali sono messi ad acapare la preda
(pietra) de la torre che fo gitata in terra al molino vechio del Signore al metaro per comandamento del strenuo Scariotto comissaro come particolarmente appare in la bolletta (20).

Seconda metà del 1400:
un molino del Metauro è citato a più riprese anche nei Codici Malatestiani, dal 1419 al 1453 (5), e in un documento del 19 maggio 1455 (Capitoli e convenzioni che regolano gli affitti dei mulini di Sigismondo Pandolfo Malatesti) (6) (FALCIONI, 1998).

Molino dalla Torre

Vari documenti, dal 1455 al 1634, citano il Mulino dalla Torre, ubicato in riva sinistra del F.Metauro e oggi non più presente. Il mulino, assieme a quello di Sotto e al canale di alimentazione, è raffigurato in alcune mappe della fine del ‘500 (21, 22, 23 e 24).
La carta 1:25.000 IGM F.110 III N.O. (aggiorn. 1948) riporta nella zona due toponimi (Molinaccio primo e Molinaccio secondo) che potrebbero far riferimento ai Mulini dalla Torre e di Sotto. Si tratta di due case coloniche poste a 250 m tra loro, senza tracce dell'uso come mulini.
Il canale di alimentazione, che serviva anche il Mulino di Sotto, prendeva l'acqua dal Metauro in un punto a valle delle attuali Le Portelle, situate in riva sinistra a 8 km dalla foce. In una mappa conservata presso la Biblioteca Federiciana di Fano (23) sono visibili sulla destra del disegno le opere di presa con le quali iniziava il canale, mentre sulla sinistra è disegnata una "traforata" progettata nel punto delle attuali Le Portelle, da cui è fatto partire un nuovo canale. E' visibile anche il meandro abbandonato in località Torno (colorato in marrone), al bordo del quale è ubicato l'edificio che in altre mappe è detto di S.Paterniano. La mappa in oggetto, non datata, è derivata chiaramente da un disegno preparatorio del Maestro Piero da Sasoferato, del 9 febbraio 1591, nel quale sono riportate tra le spiegazioni i termini traforata, chiusa vecchia e vallato vecchio (21). In un'altra mappa, della fine del '500 (24), al posto del termine traforata è riportato quello di saracinesca.

1455:
19 maggio 1455: Patti e convenzione con Baptisto de Francisco molinaro per dargli a cottimo i mulini di Sigismondo Pandolfo Malatesti, cioè quello del Metauro, da la Torre e quello da la Gualchiera e quello dal Casaro (= Cassero) dentro da la terra (6).

1493:
Baldassarre di Ludovico Marcolini vende a Giovannibattista Simonardo pontiniero, Nicolò Bollioni e Battista Onofri i mulini a grano della Torre, della Gualchiera e del Cassero acquistati dalla Comunità di Fano dieci anni prima (7).

1566:
tra i mulini del Metauro viene citato nel 1566 il Mulino dalla Torre, provvisto di due macine (18).
(Inventari dei mulini 1528-1665)

1582:
27 aprile 1582: Federigo caradore et compagni scudi tre e bolognini 36 sono per avere caregiato quatro miaia de pietra della fornace delli frati al molino della torre del Metaro...(25).
27 aprile 1582: Maestro Francesco marangone fiorini quatro sono per haver fatto l'infrascritte cose al molino della Torre et a quello di sotto e prima per haver fatti tre assi grandi fodrati tutti doi al molino della torre e all'altro al molino de sotto...(25).
17 maggio 1582: Maestro Matimo Boione scudi 6 e bolognini 10 sono per mille e ottocento madoni ha dato per la fabbrica del molino del Metaro della torre (26).
(Spese comunali 1582)

1595-1600:
progetto per rendere sicuri i mulini dalla Torre e di Sotto, poi non realizzato (27).

1611:
il 24 luglio 1611 un nubifragio fece numerosi danni a ponti e mulini lungo il T. Arzilla e il F. Metauro, rovinò la vecchia chiusa sul Metauro e fece danni ai mulini dalla Torre e di Sotto, che furono venduti due anni dopo assieme al vallato che li alimentava (DELI, 1989).

1629:
18 gennaio 1629: A Tomasso di Vico zoppo mezzo scudo per haver condotto con il biroccio le masseritie del molino della torre del Comune all'Arsenale (28).
(Spese comunali 1629)

1634:
Adì 25 giugno 1634 ho pagato scudi quattro a Tomasso Bonvino per avere fatto buttare giù et accatastato migliara di pietra rotta e ottocento matoni sani della torre del Molino del Metaro (29).
(Spese comunali 1634)

Molino di Mezzo e Molino Mancino

Nel 1566 tra i Mulini di sopra del Metauro, oltre al Molino dalla Torre, vengono riportati anche il Molino di mezzo e il Molino Mancino (18). Non si conosce la loro ubicazione precisa.

Molino di Sotto o dell’Uscio

Alcuni documenti, dal 1566 al 1611, citano questo mulino, ubicato in riva sinistra del F. Metauro nei pressi del Mulino dalla Torre. Il canale di alimentazione era lo stesso descritto per il Mulino dalla Torre.

1566:
tra i mulini del Metauro viene citato il Molino dell'Uscio o di sotto, provvisto di due macine (18).
(Inventari dei mulini 1528-1665)

1582:
27 aprile 1582: Maestro Francesco marangone fiorini quatro per haver fatto l'infrascritte cose al molino della torre et quello di sotto e prima per haver fatti tre assi grandi fodrati tutti doi al molino della torre e all'altro al molino de sotto...(25).
(Spese comunali 1582)

1611:
il 24 luglio 1611 un nubifragio fece numerosi danni a ponti e mulini lungo il T. Arzilla e il F. Metauro, rovinò la vecchia chiusa sul Metauro e fece danni ai mulini dalla Torre e di Sotto, che furono venduti due anni dopo assieme al vallato che li alimentava (DELI, 1989).

1617:
i mulini di sotto il Metauro (Mulino di Sotto o dell’Uscio e Mulino dell’Ingualchiera) vengono trasferiti dentra la città (19).

Ingualchiera

Pur non dando notizie certe sulla sua precisa ubicazione, vari documenti dal 1409 al 1617 parlano di una Gualchiera o Ingualchiera (30) nella zona del Metauro, dal 1617 trasferita dentro la città. Il toponimo Ingualchiera è riportato nella carta 1:25.000 IGM F.110 II N.O. del 1948 e si riferisce ad una casa ubicata nella zona dove passavano il Vallato vecchio derivato dal F. Metauro (scavato nel 1612) e il Fosso degli Uscienti. Si tratta di un edificio senza più tracce dell’uso come ingualchiera e di canale di alimentazione.

1409-1410:
spese fatte al Mulino della Gualchiera del Metauro (31).

1455:
19 maggio 1455: patti e convenzione con Baptisto de Francisco molinaro per dargli a cottimo i molini di Sigismondo Pandolfo Malatesti, cioè quello del Metauro, da la Torre e quello da la Gualchiera e quello del Casaro (= Cassero) dentro da la terra (5).

1493:
30 agosto 1493: Baldassarre di Ludovico Marcolini vende a Giovannibattista Simonardo pontiniero, Nicolò Bollioni e Battista Onofri i mulini a grano della Torre, della Gualchiera e del Cassero acquistati dalla comunità di Fano 10 anni prima (6).

1566:
tra i mulini del Metauro viene citato il Molino dell'Ingualchiera (18).
(Inventari dei mulini 1528-1665)

1611:
22 gennaio 1611: Alla signora Camilla et suoi figlioli et heredi del quondam Bernardino Boglioni per il prezzo di canne 65 et palmi 56 et oncie 30 del loro terreno vicino al Vallato dei Mulini del Metauro del Comune in fondo dell'Ingualchiera preso et occupato sulla strada et argini del mezzo vallato fatto in detto luogo. Misurato e terminato da Maestro Gio: Battista Ciucci (32).
(Spese comunali 1611)

1617:
nel 1617 risulta che il Molino dell'Ingualchiera è dentra la città, ma non se ne specifica la localizzazione (18). Dal 1612 l'acqua del Metauro giungeva a Fano mediante il canale Breccioli-Rainaldi.

1625:
il Molino dell'Ingualchiera è chiamato S. Michele per esservi levata l'ingualchiera e fatto il molino dall'olio (18).

Molino di Caminate

Non se ne conosce l’ubicazione precisa.

1409-1410:
spese fatte per il Mulino di Caminate (fondo il Rio) (31).

1461:
tra le “Possessioni della Marca del ns.Signore (Sigismondo Pandolfo) cedute ai suoi creditori…” (c.5v) si parla di Una possessione in la corte de Caminate comenzando dal Rio Cotanello et seguitando lato el Metaro per fino la via pubblica apresso il Mulino vecchio et la fornace del nostro Magnifico Signore seguitando poi lato la via che va verso Caminata per sino al rio che va a piè la selva de la Tore, seguitando diricto per lo dicto rio et la via pubblica che va verso Caminata per fino al rio Cotanello (33).

ABBREVIAZIONI
A.N. = Archivio Notarile
A.S.C. = Archivio Storico Comunale
S.A.S.Fa. = Sezione Archivio Storico di Fano

NOTE
1 S.A.S.Fa., Depositaria, 171 c. 139v
2 S.A.S.Fa., Depositaria, 172 c. 133v
3 S.A.S.Fa., A.S.C., Registri, 9, p.170r.
4 S.A.S.Fa., Depositaria, 17 (1358) cc. 100-103.
5 S.A.S.Fa., Codici Malatestiani vol. 34 (1419), c. 1; vol. 35 (1422) c. 20; vol. 81 (1434-1435) c. 2; vol.89 (1453) c. 73
6 S.A.S.Fa., A.N., not. Gregorio Damiani, vol. A, cc. 20v - 23v, atto del 19-5-1455
7 S.A.S.Fa., A.N., not. Pierdomenico Stati, vol. H (1493), c. 192
8 S.A.S.Fa., A.N., notaio Giacomo d' Antonio, vol. B (1433-1438) c. 72r, atto del 24-5-1435
9 S.A.S.Fa., A.N., not. Antonio di Domenico da S.Giorgio, vol. B (1436-1465) c. 287v, atto dell' 8-2-1441
10 S.A.S.Fa., A.N., not. Antonio di Domenico da S.Giorgio, vol. B (1436-1465) c. 367, atto del 21-11-1441
11 Biblioteca Federiciana di Fano (pubblicata in PANICALI e BATTISTELLI 1977)
12 Biblioteca Federiciana di Fano (pubblicata in PANICALI e BATTISTELLI 1977)
13 S. A.S.Fa., Archivio privato Ferri, busta 153
14 Biblioteca Federiciana di Fano (pubblicata in PANICALI e BATTISTELLI 1977)
15 S.A.S.Fa., A.S.C., Ufficio Capitani Mulini, busta n. 7
16 S.A.S.Fa., A.N., not. Giacomo Ciucci, vol. B (1556-1557) c. 75v
17 Biblioteca Federiciana di Fano, Sala Manoscritti, Disegni, B7 - 64
18 S.A.S.Fa., A.S.C., Ufficio Capitani Mulini, busta n.1, Inventari Mulini (1528-1665)
19 S.A.S.Fa., Depositaria, 11 (1357), cc. 199r-200r
20 S.A.S.Fa., Referendaria, vol. 5, c. 97r
21 Mappa del 9 febbraio 1591: Biblioteca Federiciana di Fano, Sala Manoscritti, Disegni, B3 - 3
22 Mappa catalogata come del XVIII sec., derivata da altra del 1591: Biblioteca Federiciana di Fano, Sala Manoscritti, Disegni, B 3 - 98
23 Mappa catalogata come del XVIII sec., derivata da altra del 1591: Biblioteca Federiciana di Fano, Sala Manoscritti, Disegni, B 3 - 97
24 Mappa della fine del '500 illustrante un progetto per portare l’acqua del Metauro mediante un vallato ai “mulini nuovi” presso Porta S.Leonardo a Fano: Biblioteca Federiciana di Fano, Sala Manoscritti, Disegni, B3 - 4
25 S.A.S.Fa., Depositaria, 200 c. 77
26 S.A.S.Fa., Depositaria, 200 c. 70
27 S.A.S.Fa., A.A.C., Protocollo Cancellieri, vol. 30, c. 93v e c. 187
28 S.A.S.Fa., Depositaria, 245 c. 97v
29 S.A.S.Fa., Depositaria 250 c. 117v
30 La gualchiera, o ingualchiera, o invalchiera o invalca, è un'industria tessile o conciaria o cartaria dove un follone (macchina a martelli) è azionato dalla forza idraulica
31 S.A.S.Fa., Codice Malatestiano, vol. 19 (1409-1410) cc. 216r - 219r
32 S.A.S.Fa., A.S.C., Depositaria, 227 c. 136 v
33 S.A.S.Fa., A.N., not. Pierantonio Damiani, vol. unico, cc. 2r-9v (1461)
34 La “Valinea” è la Vallonea (Quercus ithaburensis Decaisne subsp. macrolepis), quercia a diffusione balcanica, presente in Italia solo nel Salento, dove è considerata spontanea o di dubbio indigenato. Veniva coltivata perché dalla cupula e dalle galle si ottenevano i tannini usati per la concia e la colorazione delle pelli. Con l’avvento dei concianti sintetici, verso la fine del 1800, inizia il declino del suo utilizzo e di conseguenza la sua rarefazione
35 Mobili e arredi
36 Nella carta topografica IGM del 1948 è chiamato Ponte Varano, ma è anche conosciuto come Ponte Nuovo per distinguerlo da quello più antico posto circa 600 m più a monte sul Rio della Gazza, detto anch'esso Ponte Varano.

BIBLIOGRAFIA
BLASI L., FULIGNA T., PASTORE A. e UGOCCIONI G. (a cura di), 2001 - I Sentieri dell’Acqua - i segni dell’uomo lungo il bacino del torrente Arzilla. Pro Loco S.Maria dell’Arzilla e III Circoscrizione Comune di Pesaro (eds.), Pesaro.
AMIANI P.M., 1751 - Memorie istoriche della città di Fano. Stamperia Leonardi, Fano.
BONASERA F., 1951 - Studio di geografia urbana. Studia Picena, vol.XX. Tip. Sonciniana, Fano.
DE CUPPIS P., 1866 - Sulla fisica generale del bacino di Fano. In: Suppl. della Rivista delle Marche ed Umbria: 545-566 e 699-717.
DE SANCTIS L., 1998 - Quando Fano era Romana. Minardi ed., Fano
DELI A. (a cura di), 1989 - Fano nel seicento. Cassa di Risparmio di Fano (ed.), Fano.
FALCIONI A., 1998 - La Signoria di Sigismondo Pandolfo Malatesti. L’economia. B.Ghigi ed., Rimini.
PANICALI R. e BATTISTELLI F., 1977 - Rappresentazioni pittoriche, grafiche e cartografiche della città di Fano dalla seconca metà del XV secolo a tutto il XVIII secolo. Cassa di Risparmio di Fano (ed.), Fano.
SELVELLI C., 1946 - Sul Vallato del Porto di Fano nella sua funzione portuale, industriale e sanitaria. Comune di Fano (ed.), Fano.


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 23.03.2005
    Ultima modifica: 25.02.2023

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