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Il Porto di Fano dal Medioevo al XVI secolo

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Il Porto di Fano nel XVIII secolo

Il Porto di Fano nel XVII secolo (Porto o Darsena Borghese)



Molti furono i tentativi di costruire il porto di Fano alla foce del Metauro e dell'Arzilla, ma i risultati furono sempre deludenti.
Finalmente nel Seicento viene individuato il posto dove costruire il porto: si sceglie il sito ai piedi della Rocca Malatestiana in modo da proteggerlo da eventuali incursioni dei Turchi.
Il Papa Paolo V (Camillo Borghese) approva il progetto dell'architetto Girolamo Rainaldi e nel 1613 iniziano i lavori che termineranno nel 1618.
Viene costruita allora una darsena ottagonale di forma ovata (Portus Burghesius) con una loggia per la dogana circondata da due scaloni, tamponata fin dal 1600 e con sopra un belvedere.
Purtroppo però la costruzione, bella e monumentale, risultò assai poco funzionale. Sia la darsena che il canale di accesso divennero ben presto un pantano maleodorante a causa del ristagno delle acque.
Successive modifiche a fine '600, in base allo studio dell'olandese Cornelio Meyer, trasformarono l'impianto originario del Rainaldi al fine di migliorarne la funzionalità (inclusa l'escavazione di un canale che prendeva l'acqua dall'Arzilla in vicinanza della foce), ma senza esito.

Il porto nuovo non diede alla città quell'impulso economico che ci si aspettava e venne utilizzato solo come rifugio per barche da pesca.

Una lapide del 1619 all'interno del locale della loggia ricorda la costruzione del Porto Borghese, "rifugio per le navi ed emporio per le merci".

Successivamente, nella prima metà del 1700, la struttura del Porto Borghese venne modificata con la costruzione del salto della Liscia, eliminando uno dei due scaloni che circondavano la loggia. Lo scopo era di far sì che le acque del F. Metauro (che giungevano attraverso il canale denominato Vallato del Porto) ripulissero dai sedimenti il porto.
Non sono inoltre attualmente più visibili il lavatoio e la fonte che si trovavano davanti al loggiato, tombati dopo il 1944.

ALTRE NOTIZIE STORICHE

INIZIO DEI LAVORI

Esiste una relazione dell'inizio dei lavori di costruzione delle palate:
"a dì 22 de Giugno 1615 in Fano.
Memoria come a dì suddetto retrovandosi il Sig.Paulo Pauli de Saltara Theologo della Cattedrale di Fano et io Don Lodovico Bartholini da Cartoceto al presente Curato della sopradetta Cattedrale al Porto di Fano, et havendo a incominciarsi a riempire le palate essendo il Signor Francesco Palazzi Soprastante alla Fabbrica del detto Porto ci chiamò tutti doi et così insieme benedicemmo la prima pietra quale da essi fo bottata nelli fondamenti di detta palata, et io Don Lodovico sopradetto bottai la seconda pietra, et così poi a man per mano furon riempite dette Palate dalli continui operai, et questo al Nome del Signor Iddio, et della Gloriosa Vergine Maria et di tutti li Santi li quali intercedono che detto Porto venghi bene.

Il medesimo Don Lodovico Bartholini Curato del Duomo"(1)

Note
(1) Battesimi della Cattedrale di Fano, vol.III, c.297

CRITICHE ALL'UBICAZIONE DEL PORTO

Padre Vincenzo Maria Cimarelli nel capitolo ventesimo delle sue "Risoluzioni Filosofiche" parla del viaggio compiuto nel 1655 "da Rimino ad Urbino, passando per Corinaldo, sua patria, e di quanto vide e gli successe in quello".
"A Fano pervenuto... havendo poscia inteso che verso l'Occaso, a' muri della città suddetta si disegnava un Porto... anch'esso curioso... dell'Architetto udendo i discorsi vani, non poté astenersi di non beffarsene. Quelli ch'erano presenti la ragione del suo disprezzo gli dimandarono: a cui egli rispose che in questo luogo per la vicinanza del Fiume Arzilla, che maggior copia d'arene che d'acque al mare sgorga, in ogni tempo il lido si troverà ripieno, e il Porto (che con grossa spesa di fabbricarvi al presente si disegna) sempre delle medesime la bocca sarà turata, per lo che ai pesci, non ch'alle barche di merci cariche negherà l'entrata... benché il consulto dai Fanesi fusse saggio reputato, tutta via per fuggir la spesa non fu accettato...e non essendo ancora finita l'opera, il vaticinio dei Padre videro adempirsi".

Sebastiano Cuva, "Il Messaggero Marche" - 27 aprile 1988


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 01.01.2001
    Ultima modifica: 16.11.2014

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