Beni storici e artistici
Montefelcino: Mulino di Montefelcino
- Comune di Montefelcino
- Rio Puto, affluente di sinistra del Metauro
- Ubicato in riva destra del Rio Puto
- Trasformato in abitazione, con alcune strutture caratteristiche di un mulino. Canale di alimentazione non più presente
- Ultimo sopralluogo: giugno 1996
- Riferim. carta: 1:25.000 IGM 109 II S.E.
- Toponimo e simbolo di mulino nella carta 1:25.000 IGM 1948
- Bibliografia: GIULIETTI 1984, LUCERNA 2007
Il fabbricato attuale è distinguibile in tre parti edificate in epoche diverse.
La parte centrale, più antica, definita alla base da pietre angolari di notevoli dimensioni (probabilmente provenienti dalla zona di S. Martino del Piano, l'antica "Forum Sempronii", oppure dalla zona della Chiesa di S. Severo, dove sembra sorgesse un tempio romano) è quella destinata alla funzione di mulino. Costruita in conci di arenaria levigati, aveva in origine le finestre riquadrate in arenaria con incisa l'iscrizione "F.C.", ancora visibile su una finestra. La forma delle riquadrature fa pensare al tardo '500, quindi si escluderebbe l'interpretazione "Federico Comes" così diffusa nella zona e si avvalorerebbe quella di "Fabio Comes", da Fabio Landriani, feudatario di Montefelcino dal 1571 al 1590 .
La presenza del Conte Fabio Landriani in questo luogo è attestata dai documenti solo in un caso, precisamente dal verbale del 29 giugno 1578, conservato tra le carte più antiche della comunità di Montefelcino:
"Cohadunato il conseglio generale del castello di Montefelcino, per ordine del molto Jllustre Conte Fabio nostro Patrone, in casa del molino, per conto del donativo, "ove comparse personalmente il suddétto Signor Conte et disse, che tutte le città del Signor Duca Jllustrissimo, li facemo il donativo", et sua signoria (=Conte Fabio) disse che "il tutto voleva pagar luj, acioché essi (i suoi sudditi) non fusseno agravati..."
Alcune visite recenti al Mulino di Montefelcino, situato lungo il Rio Puto nel tratto Villa Palombara - Ponte degli Alberi, mi hanno convinto che la "Casa del Mulino" citata nel verbale non è altri che questa: il mulino gestito fino agli anni Sessanta dai fratelli Riccardo e Giovanni Giulietti e attualmente abitato dalla famiglia Giombini.
Altre iscrizioni si trovano all'interno dell'edificio in due camini, uno dei quali, il più grande, era in un ampio salone (8 x 8 m) al primo piano a sinistra della scala (essa stessa fatta in conci di arenaria sagomati alla maniera in voga nel tardo '500), al quale si accedeva attraverso un portale lavorato in arenaria. Il pavimento in mattoni a "spina di pesce" era incorniciato da due file di mattoni parallele ai muri perimetrali.
Ai lati di questo edificio sono stati aggiunti due corpi di fabbrica. Sul retro, il fronte della pozza o bottaccio era di circa 8 m. Il canale di afflusso si allungava per circa 2 Km dal mulino (è ancora identificabile al catasto). L'acqua alimentava tre macine; il dislivello dal filo acqua alla ruota era di circa 6 m.
Dettaglio scheda
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Data di redazione: 01.01.1999
Ultima modifica: 22.12.2007




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