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Carnevale di Fano - Edizione 1959

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Carnevale di Fano - Edizione 1961

Carnevale di Fano - Edizione 1960


IN DIFESA DEL PRESTIGIO
del Carnevale dell'Adriatico
La concorrenza folcloristica tra Viareggio e Fano avrà uno strascico anche legale? Pare di sì. Infatti è sorta una vertenza in questi giorni circa l'originalità o meno dei mascheroni del Carnevale dell'Adriatico che, a detta di un giornalista di una agenzia di stampa di Firenze, si varrebbe degli scarti del Carnevale di Viareggio. Il giornalista infatti ha scritto testualmente: " il Carnevale che si svolge nella città marchigiana viene fatto - giova sottolinearlo - grazie ai mascheroni venduti dai carristi viareggini".

L'infondatezza dell'affermazione ha legittimamente rammaricato la Società e i carristi fanesi i quali non si sono mai nemmeno sognati di acquistare maschere da Viareggio, anche perchè il Carnevale di Fano ha oltre un secolo di vita, ed è stato sempre opera esclusiva degli artigiani locali.

Pertanto, da parte della Società Carnevalesca è stata inoltrata al Tribunale di Firenze, formale querela contro il giornalista e il direttore del bollettino incriminato "a tutela della loro onorabilità, dei loro conculcati interessi morali ed economici".

Vedremo quindi discutere la questione davanti a un Giudice? Probabilmente sì, se il cronista fiorentino non ritratterà la sua asserzione che non trova il minimo appiglio di verità.

Da: Il Resto del Carlino del 20/2/1960

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CORRIERE DI FANO
DOMANI LUNGO VIALE GRAMSCI
Il «Pupo» aprirà le manifestazioni indette per il «Carnevale dell'Adriatico»
Un nutrito programma di festeggiamenti preluderà alla grande sfilata dei carri allegorici che si svolgerà domenica prossima
Le manifestazioni del Carnevale dell'Adriatico, inizieranno ufficialmente domani. «giovedì grasso», con l'arrivo dell'ormai celebre «Pupo». Questo buffo personaggio precedeva solitamente di cinque giorni il Corso mascherato conclusivo, ma quest'anno, per la coraggiosa innovazione fatta dal Consiglio della Società, saranno soltanto due i giorni che lo separeranno dalla grande manifestazione, perché domenica 28 si svolgerà il primo grandioso corteo folcloristico che, come è noto, sarà teletrasmesso in tutta Italia a partire dalle ore 16.

Il calendario dei festeggiamenti, dunque, si aprirà domani alle ore 15, sempre naturalmente che il tempo favorisca il suo svolgimento, con il ricevimento da parte dei cittadini e dei maggiorenti del Consiglio Carnevalesco. Inoltre faranno policroma scia al buffo personaggio, mascherate a piedi, la banda della musica arabita e un seguito di automobili come si addice ai personaggi di rango.

Come già abbiamo accennato, il «Pupo» quest'anno opera di Enrico Nicolini, si presenterà in tenuta estiva, su due enormi sci acquatici, e pertanto a tutto il contorno verrà conferito un carattere turistico-balneare. Il «re» del Carnevale farà la spola per un paio d'ore sul viale Gramsci e quindi al calar della sera, sarà nuovamente relegato nel suo appartamento privato, in attesa della clamorosa riuscita domenicale.

I festeggiamenti non avranno quindi tregua fino al martedì successivo, perché venerdì 26 la sala del Politeama ospiterà il tradizionale Festival dei bambini in maschera, e questa festa, carica di una sua suggestiva e deliziosa atmosfera, raccoglierà certamente il successo di sempre, con la larga partecipazione delle piccole maschere immerse nell'allegria delle musiche e nello scintillio dei costumi più disparati e nel clima fiabesco di un mondo di sogno in technicolor.

Il sabato sera successivo, invece, la stessa sala si aprirà per ospitare una grande serata di gala, per la riuscita della quale da giorni una apposita commissione di cittadini sta lavorando. Parteciperà la cantante Betty Curtis.

Si arriverà cosi alla domenica per la prima grande sfilata dei carri allegorici. La carovana delle enormi costruzioni folcloristiche, che si articolerà lungo il viale Gramsci per tutto il pomeriggio, sarà infatti trasmessa in ripresa diretta per televisione.

Fatto il bilancio della prima giornata del Corso mascherato, si giungerà al lunedì sera per il tradizionale veglione in maschera. Questa festa, che è nel cuore di tutti i fanesi da quando si svolgeva nel bellissimo teatro della Fortuna, certamente rinnoverà i suoi antichi successi. Per l'occasione canterà Gino Latilla. La «sei giorni» carnevalesca si concluderà quindi il giorno dopo, martedì, con il secondo grande Corso mascherato.

a.

Da: Il Resto del Carlino del 24/2/1960

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Il simbolico "Pupo,, di Carnevale accolto con festose manifestazioni
Nonostante l'incertezza del tempo, che ha tenuto sulle spine fino verso le 14 la cittadinanza e gli organizzatori, circa diecimila persone si sono riversate nella nostra città per la tradizionale apertura dei festeggiamenti carnevaleschi con l'arrivo del simbolico «Pupo»: una folla veramente notevole per il giovedì grasso, tanto da gremire tutto il lungo viale Gramsci quanto le tribune erette ai lati di esso e che ha fatto festosa cornice all'arrivo del provetto e giocondo sciatore nautico.

L'ingresso dell'atteso personaggio carnevalesco è avvenuto verso le ore 15,30 ed era preceduto dall'ottima banda musicale di Osimo che intonava allegre marce. Seguivano le due mascherate a piedi «Allegra scampagnata» e «Bulli e pupe», quindi il re del carnevale fanese, il quale dietro ad un rosso fuoribordo, procedeva lesto sulle fittizie onde, poggiando i piedi su due enormi sci acquatici. Il suo abbigliamento balneare ci riportava agli albori del turismo marino e dei primi curiosi bagnanti: costumi a rigoni bianchi e rossi fin sotto le ginocchia, cappello a larga tesa e portamento di sussiego da damerino dell'epoca. Chiudevano la sfilata alcuni vecchi tipi di macchine, con a bordo i «dignitari» del carnevale in alta uniforme, i quali hanno scortato per tutto il tragitto l'alfiere del turismo balneare.

La folla, assiepata tutta lungo il viale, ha accolto con entusiasmo il buffo personaggio e non ha lesinato il suo applauso anche alle maschere veramente rimarchevoli. «Allegra scampagnata» è pienamente centrata nel suo particolare clima agreste, dove, a far corona ai due sposini, sono campagnoli e villici, mentre « Bulli e pupe » esprime ottimamente il suo significato con personaggi dell'ultima moda e cioè i galanti e spacconi alla Marlon Brando e alla Maurizio Arena e con le ragazzette dinoccolate sui tacchi a spillo e piene di movenze nel loro incedere.

L'allegra sfilata è durata per un paio d'ore, sotto il vortice delle stelle filanti e le prime avvisaglie di quella che sarà la battaglia dei dolci di domenica ed in mezzo alla musica diffusa dagli altoparlanti posti lungo il viale per rallegrare il pubblico. Il «Pupo» è stato fatto rientrare nella sua «privata proprietà», in attesa di tornare all'aperto domenica prossima, per la grande prima sfilata dei carri allegorici.

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Oggi il Festival dei bambini in maschera
Oggi al Politeama, il tradizionale Festival dei bambini in maschera ritrova il suo giocondo appuntamento. Questa manifestazione di gaia, innocente spensieratezza, che raccoglie il fior fiore della bellezza infantile non solo di Fano, ma anche di Pesaro e dei paesi vicini, viene curata dalla Carnevalesca, tramite la signora Bianca Sestili, componente il sodalizio medesimo, con uno spirito veramente encomiabile e con squisita competenza.

La più suggestiva, scintillante manifestazione dedicata ai piccini in maschera, sarà anche oggi certamente all'altezza delle precedenti, e tra le allegre musiche dell'orchestra, il lancio dei coriandoli e delle stelle filanti, le piccole maschere vedranno dischiudersi per qualche ora un mondo tutto per loro, fatto di felicità e colorata letizia.

Da: Il Resto del Carlino del 26/2/1960

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Circa cinquantamila spettatori al grandioso Carnevale dell'Adriatico
Si è ripetuta anche la tradizionale «battaglia dei dolciumi»
Cinquantamila persone circa hanno assistito a Fano al primo corso mascherato del carnevale dell'Adriatico, che si è svolto sotto un cielo limpidissimo. Sui viali di circonvallazione, in vista del mare, si è svolta la tradizionale parata dei carri, affollata di maschere, e dei gruppi folcloristici appiedati preceduti dalla «musica arabita» e dai concerti bandistici.

Si è anche ripetuta la tradizionale «battaglia dei dolciumi», nel corso della quale si calcola siano stati lanciati oltre 40 quintali da dolci. A sera ha avuto luogo uno spettacolo pirotecnico sulle Mura Romane.

Il corso mascherato verrà ripetuto l'ultimo giorno di carnevale.

Da: Il Resto del Carlino del 29/2/1960

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Oggi la seconda sfilata dei mastodontici carri allegorici
Le fasi salienti dell'uscita di domenica scorsa
Con la moltitudine e il "getto dei dolciumi", sotto un sole radioso, che ha illuminato la prima bella domenica, vero preludio alla imminente primavera, l'edizione 1960 del "Carnevale dell'Adriatico" ha provocato a Fano, come abbiamo riferito ieri, un nuovo delirante tripudio.

La caratteristica principale della manifestazione fanese, quel lancio di caramelle, confetti e cioccolata che dà luogo a una vera e propria allegra battaglia tra la folla che si agita sulla strada, sulla tribuna, dai veicoli e dalle finestre, ha assunto ancora una volta proporzioni e intensità da capogiro.

Quando i mastodontici carri hanno iniziato il loro lento incedere, tra fiumane di spettatori, è stato addirittura un incrociarsi di raffiche a mitraglia: che non tenevano conto dei bersagli, né del calibro dei proiettili; un'euforia generale che ha accomunato, senza distinzione di sorta, spettatori di ogni ceto e di ogni condizione sì che il cioccolato lanciato dal popolano, poteva benissimo raggiungere una delle tante personalità presenti in forma privata, senza per altro provocare l'intervento delle forze dell'ordine; d'altro canto esse non disdegnavano di prendere viva parte all'allegra scaramuccia.

"Semel in anno licet insanire" è un detto che vale poco per chi, deposti a carnevale gli atteggiamenti ufficiali, può finalmente dimenticare l'etichetta e il protocollo. In questa atmosfera, alle ore 16,05 l'occhio delle camere si è puntato sulle inquadrature "strategiche" della città di Fano e sui teleschermi, che fino a quel momento avevano riprodotto le scene di Viareggio, sono apparsi in "carrellata" il porto, la spiaggia, l'arco di Augusto e quindi il viale Gramsci, letteralmente gremiti di folla e la voce del telecronista ha cominciato allora a parlare del "Carnevale dell'Adriatico" contrapposto a quello più celebre della Versilia. "Viareggio e Fano" - ha detto testualmente - costituiscono i due maggiori carnevali italiani.

Cessati i preliminari, il corso mascherato ha preso il via con la festosa irruzione del carro, recante a bordo l'indiavolata banda degli "arabiti", ormai nota in tutta Italia e all'estero, per le sue estrose esibizioni musicali, ricavate dagli aggeggi più strani e originali. E dietro, è giunto il "Pupo" di Enrico Niccolini; il simbolo del Carnevale fanese, si è presentato quest'anno nella veste dl uno sciatore nautico, agli albori del '900, trainato da un motoscafo e vestito di un chiassoso costume a rigoni

Applaudite e festeggiate, subito dopo, sono state le due mascherate a piedi: "Allegra scampagnata" di Luciano Del Monte, rappresentante un picnic di campagnoli, spensieratamente raccolti intorno a due villici sposini, e "Bulli e pupe" di Enzo Ferretti, una satira piuttosto centrata della gioventù moderna, cosiddetta di "avanguardia", colta negli atteggiamenti e negli abbigliamenti che ne costituiscono la principale caratteristica.

E, finalmente, i carri. "Trionfo del torero" di Mario Pedinelli ha aperto la serie, la costruzione, di maestose proporzioni, ha inteso descrivere in chiave semiseria, le festose accoglienze riservate al vincitore della corrida, esaltato da canti e danze. L'ambiente, il clima, e i personaggi della caratteristica manifestazione spagnola sono stati caratteristicamente e umanisticamente realizzati con indovinate sottolineature per gli espada, i picadores, toreri e ballerini.

Hermes Valentini, invece, si è immerso nel frastornante corridoio, avanzando in seconda posizione (distillata), con la sua parodia del "Jubox": un gigantesco Modugno troneggiante in cima al carro, un Rascel appena un gradino sotto, un Dall'Ara proiettato da un acuto, una spanna sopra, e via via tutti gli esponenti del mondo canzonettistico italiano. Ma tutto il carro è stato un roteare di dischi, su ognuno dei quali coppie di giovani e di fanatici di musica a gettone, stavano ad esprimere la passione dilagante del ritmo e del jazz.

Ed ecco l'imponente: "Marinai, donne e guai" gustoso e satirico; un proverbio dice che tutti i marinai hanno una ragazza in ogni porto, illustrato da Enrico Niccolini ed Enzo Bonetti, i marinai sono colti alle prese con belle ragazze, sorpresi però dal nostromo che li porta in guardina o, peggio, adescati come allocchi da scaltre donnine ai moli. Tutti gli ingredienti, insomma, del paesaggio e dei personaggi della classica vita marinara.

La sfilata si è quindi chiusa con il grandioso "Barbablu" di Tino Pacassoni, quest'ultimo già vincitore dell'edizione 1959. L'allegoria di Pacassoni, che è rimasto fedele ai suoi temi preferiti dell'Oriente misterioso, ha rappresentato ancora un aspetto del classico mondo favolistico, che si esprime nelle figure del Sultano, delle danzatrici con i veli, dei servitori ossequienti e degli animali esotici. L'abile creatore di un indimenticabile "Alì Babà" ha dimostrato anche con questo "Barbablu " di essere padrone dell'argomento prediletto, forzando le caricature e ottenendo innegabili effetti satirici.

Nella scia del quarto ed ultimo carro della sfilata, si è mossa la marea della folla, rovesciatasi a Fano da ogni centro della regione e delle province limitrofe: molti recavano già sul volto i segni delle "raffiche", dolcissime quanto si vuole, ma dirette con foga troppo... missilistica. Tuttavia, ben lontana dall'accusare i colpi ricevuti e felice, era divertita dell'eccitante carosello carnevalesco, e non si era che all'inizio: per altre tre volte, infatti, si è ripetuto il passaggio dei carri e ogni volta si è replicato il turbinoso lancio di dolciumi.

All'imbrunire, lo scenario del carnevale dell'Adriatico si è arricchito di nuovi motivi e di maggiore suggestività: le mille luci dei carri, i bengala e i fuochi di artificio hanno acceso una apoteosi attorno al simbolico "pupo". Un successo pieno, dunque, per il carnevale di Fano. I timori che si nutrivano alla vigilia, per avere tentato nella giornata dl domenica l'anteprima della sfilata, non avevano ragione di essere. Già nel primo pomeriggio di festa, è stato battuto il primato dello scorso anno, con un'affluenza di oltre cinquantamila persone.

E oggi si replica.

Da: Il Resto del Carlino del 1/3/1960

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NOTA
In quest'anno si svolge la seconda edizione del "Carnevale d'Estate e Sagra delle Sagre", lungo il Viale Adriatico in Sassonia. Immagini sul Carnevale estivo vengono riportate da "Prospettive marchigiane" - Rivista bimestrale a cura del Centro per la valorizzazione delle Marche - Roma

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NONOSTANTE IL CATTIVO TEMPO
Rinnovato successo del "Carnevale dell'Adriatico"
La scienza e la tecnica sempre più perfette che hanno permesso all'uomo di raggiungere le altezze vertiginose degli spazi, non hanno scalfito d'un'unghia il sapore del Carnevale, anzi crediamo che l'abbiano rinvigorito, perché, mentre la scienza e la tecnica sempre più progredite finiscono per essere fonte di preoccupazioni, il Carnevale, questo mondo gioioso di cartapesta e di colore, ci fa sentire ancora di essere uomini, creature di questa terra, come lo erano quelli di cento, mille, un milione di anni fa.

Ed appunto per scordare, per obliare seppur per brevi momenti i satelliti artificiali che vorticano nell'universo, i missili a lunga gittata, le sonde spaziali e le prossime conquiste dei pianeti, la gente torna in sempre maggior numero a vedere il Carnevale per ritrovarsi insieme a divertirsi a quell'effimero diversivo dove ogni volta è spirito, satira, parodia. E forse anche i grandi uomini politici e i grandi scienziati, se potessero entrare per un po' in questo labile mondo di colori e cartapesta, probabilmente ripudierebbero macchine elettroniche e calcoli spaziali per ritrovarsi uniti e pacifici a vivere in questo nostro universo nella terrestre euforia delle cose semplici ed umane.

Queste impressioni ci sono suggerite dalle sfilate del Carnevale mascherato che anche ieri, nonostante il brutto tempo, ha visto ammassarsi sul viale Gramsci una numerosa folla ansiosa di dimenticare per alcune ore guai e preoccupazioni e immergersi nello spensierato folleggiare nella scia delle maschera delle maestose figurazioni carnevalesche.

Protagonista nelle manifestazioni pubbliche è sempre la folla; la marea umana, ma questa, nel Carnevale di Fano, assurge addirittura a ruolo incontrastato ed assoluto, perché vi partecipa direttamente, perché non fa solo tappezzeria per assistere passivamente, ed osservare: vi viene coinvolta suo malgrado e allora, una volta «entrata nel gioco», lascia da parte gli scrupoli e si lascia trascinare dall'ondata di buon-umore e di gioconda allegrezza.

E come ormai vuole la tradizione, anche questa edizione del Carnevale 1960 non ha mancato il suo bersaglio, benché si fosse in molti a dire che ripetere per due volte il Corso mascherato sarebbe stato rischioso.

Ecco che la massiccia barriera di folla si apre e in mezzo ad essa spuntano «le staffette», due antiche macchine sulle quali sono anonimi personaggi mascherati che spandono attorno le prime squisite leccornie; la folla accetta la battaglia di buon grado e così tra tribune, palchi e finestre, strada e carri si ingaggia quella violenta innocua «guerra dolce» che vede al centro i dolci proiettili di cioccolata la quale da anni sottolinea con la sua marca la bontà del getto di Carnevale.

Ma le due macchine non sono che minime, trascurabili rivoli, perché il bello deve venire e questo viene gradualmente. Dietro le due macchine ecco uscire il carro in cui si agitano e si sbizzariscono i suonatori meno ortodossi d'Italia, quelli del complesso caratteristico degli «arabiti», eppoi i mastodontici carri.

Ma la apoteosi di giubilo subentrava allorché scendeva la notte e i carri compivano l'ultimo passaggio al lume di migliaia di lampadine e di bengala multicolori: allora era la meraviglia, la sorpresa, la stupefazione: una scia luminescente e fantastica rompeva le tenebre, un eccezionale spettacolo che sembrava inscenato da tanti prestigiatori, un fiume colorato di luce, che lasciava attoniti e stupiti per la sua mirabile, incandescente bellezza. Poi, mentre lungo tutto il viale tremolava quella lunga barriera di luce, in alto, sul cielo cupo, esplodevano i fuochi d'artificio e cosi il Carnevale affogava in un vortice di luce, mentre ormai la folla, eccitata ma stanca, si sfaldava in mille rivoli neri, perdendosi pian piano in cento direzioni, cosi com'era venuta. E allora il Carnevale fanese si è fermato, ha spento le sue luci e i suoi clamori, lasciando i pupazzi e le maschere nel riposo della loro staticità.

Come si è detto, purtroppo il tempo non promettente fin dal mattino e la pioggia intermittente del pomeriggio hanno limitato un po' l'afflusso di folla prevista per il secondo corso mascherato. Tuttavia la società Carnevalesca ha saggiamente fatto svolgere la manifestazione fino a sera, non trascurando niente di quelli che sono i fattori che portano al successo il «Carnevale dell'Adriatico»: abbondanza di getto di dolciumi, luminarie e fuochi d'artificio. Quindi il secondo grande corso mascherato si è ripresentato identico in tutto a quello di domenica, raccogliendo dalla folla il più vivo favore e una prolungata ovazione, allorché all'ultimo giro i carri apparivano fantasticamente illuminati.

e. a.

Da: Il Resto del Carlino del 2/3/1960

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«JUKE-BOX» DI VALENTINI
conquista il primo premio
Giovedì sera, al Politeama, ha avuto luogo la presentazione dei carri allegorici e delle mascherate che hanno partecipato al Carnevale dell'Adriatico.

Alla presenza di numerosi cittadini e delle troupe di ogni carro, il rag. Sandro Capponi, presidente della Società Carnevalesca, dopo aver espresso il suo ringraziamento ai carristi e a tutti i collaboratori, nonché a quanti si prestano per la riuscita della grande manifestazione, ha aperto le buste contenenti il verdetto della Giuria.

La classifica finale è risultata la seguente: l.o premio al carro «Juke-box» con punti 226; 2.o «Barbablù» con punti 204; 3.o e 4.o pari merito «Trionfo del torero» e «Marinai, donne e guai» con punti 195. Il primo premio per le mascherate è stato attribuito a quella di Luciano Del Monte «Allegra scampagnata» con punti 136; «Bulli e Pupe» di Guerrino Ferretti, punti 134.

Da: Il Resto del Carlino del 5/3/1960

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Dovrebbe svolgersi entro un «anello» il prossimo Carnevale dell'Adriatico
Si potrebbero eliminare le aiuole fiancheggianti l'attuale carreggiata, creandone una centrale - Verrebbe così ampliata la sede stradale e sarebbe consentito ai carri di procedere continuamente in senso circolare
Nel 1872, prese ufficialmente il via quello che oggi è diventato il Carnevale dell'Adriatico; in quell'anno si costituì ufflcialmente un Comitato fanese per i festeggiamenti carnevaleschi e stanziò anche un premio complessivo di... quaranta lire.

Ad ogni modo, quello fu l'anno di nascita della Società carnevalesca e da allora bene o male si è pensato a caratterizzare con manifestazioni varie, il periodo di Carnevale. Pian piano, col progredir dei tempi, progredì anche il carnevale e si arrivò prima al «Camevalon», e «el Va» e infine a quella manifestazione di grande respiro che è il «Carnevale dell'Adriatico».

Si sa che una iniziativa una volta presa, si sviluppa e cresce e così fu per il Carnevale il quale, visto con simpatia dalla cittadinanza e di ieri e di oggi, continua a prosperare: terreno singolarmente fertile ha permesso il costante ampliarsi e consolidarsi della manifestazione e, ancora oggi, non è detta che si debba arrestare al punto raggiunto.

Fino al 1950 il Corso mascherato di Fano aveva la sua sede ideale nel Corso cittadino ed era lì, che, il martedì grasso, l'ultimo giorno cioè di carnevale, i carri sfilavano per la gioia dei fanesi e della gente del circondario. Ma in quell'anno di grazia agli albori dell'era atomica, venne un'idea innovatrice che permise al Carnevale di Fano di sviluppare sia sul piano estetico e figurativo: quella della variazione del percorso e cioè di trasportarlo sul più idoneo viale Gramsci, attuale suo itinerario.

Sembrò allora che il traguardo limite fosse raggiunto e che nient'altro di nuovo potesse attuarsi; invece altre Innovazioni sono venute: quella della doppia sfilata e la massima risonanza nazionale con la ripresa televisiva. Che si voleva di più? Ma il Carnevala dell'Adriatico non può fermarsi, non può non adeguarsi al progresso e inserirsi sempre più decisamente nel novero delle manifestazioni; deve pensare ad espandersi, a consolidare la fama ormai acquisita.

E allora? Allora ecco che si profila un'altra idea per un più grandioso Carnevale dell'Adriatico. Un'idea che potrà far strabuzzare gli occhi a molta gente, potrà forse essere considerata assurda e inverosimile, ma che in un'epoca in cui missili e satelliti viaggiano nello spazio con strabiliante facilità, non pare affatto irrealizzabile. Si tratterebbe infatti di creare un anello sullo stesso viale Gramsci sì da permettere ai carri di girare in continuazione e dar modo alla folla di vederli costantemente.

Indubbiamente l'impresa può apparire titanica ma in realtà potrebbe essere fattibile a tutti gli effetti : la carreggiata complessiva nelle sue estremità misura la larghezza di 27 metri: una volta eliminate le aiuole che fiancheggiano l'attuale carreggiata si avrebbe una sede stradale di 17 metri: al centro di questa potrebbe esservi costruita una longitudinale aiuola di due metri in modo che resterebbero due viali di sette metri e mezzo ciascuno; sia da una parte e dall'altra, rimarrebbero inoltre rispettivamente altri cinque metri dove potrebbero essere erette le tribune per il pubblico.

A prima vista la realizzazione di un cosi vasto piano di rinnovamento potrà sembrare «rivoluzionario» e la spesa iperbolica, ma se anche questa in effetti non sarà lieve, certamente la proposta non è delle più pazze.

E' noto che la nostra manifestazione folcloristica trascina e partecipare direttamente la folla, ma durante il suo svolgimento vengono riscontrate antipatiche lacune e «vuoti», per il fatto che i carri, una volta passati lungo un tratto, non vi ritorneranno che dopo una mezz'ora e forse più, dimodoché la folla non trova sempre altri motivi di divertimento.

La possibilità di un circuito vero e proprio, metterebbe invece la massa del pubblico nella situazione di poter vedere il Carnevale ogni momento sia da vicino che da lontano e i passaggi avverrebbero più di frequente: si otterrebbe cosi il continuo gaudio della folla e la maggior riuscita della festa.

Concludendo, riteniamo che l'idea, ventilata in questi giorni e che ormai fa il giro degli ambienti cittadini, non dovrebbe essere scartata a priori dalle autorità e da quanti insomma sono a capo di istituti, di enti e associazioni, perché potenziando il Carnevale, si incrementerà ogni settore della nostra città creando sempre di più le premesse per un domani migliore.

Enzo Amadei

Da: Il Resto del Carlino del 11/3/1960

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IN EDIZIONE ESTIVA
Il corso mascherato si ripeterà il sei agosto
La decisione è della Società carnevalesca
Nel salone della sede della Società Carnevalesca, s'è tenuta l'altra sera l'assemblea generale dei soci.

Il presidente del sodalizio, rag. Sandro Capponi ha svolto la relazione morale, sottolineando l'importanza che ha assunto il Carnevale dell'Adriatico, mediante la ripresa diretta per televisione, ponendo la manifestazione fanese su un piano di carattere nazionale. Il rag. Capponi ha rilevato altresì l'imponente opera pubblicitaria svolta dalla Società sia in Italia che all'estero, pubblicità che certamente produrrà i suoi frutti, anche se immediatamente non ha conseguito un successo clamoroso. Posto in evidenza come il Corso mascherato abbia bisogno di essere sempre alimentato da idee nuove, l'oratore ha fatto appello ad una maggiore adesione di tutta la cittadinanza.

E' seguita poi la relazione finanziaria esposta dall'amministratore rag. Mario Isotti, dalla quale è emersa una leggera perdita subita dal complesso delle manifestazioni carnevalesche, perdita che è peraltro da ricercare nella seconda sfilata dei carri allegorici, disturbata dal maltempo.

La riunione si è conclusa dopo un lungo ed ampio dibattito sulle iniziative da adottare per i futuri Corsi mascherati invernali e sulle proposte per il Carnevale estivo, fissato per il 6 agosto prossimo. Il consiglio esaminerà e vaglierà tutte le idee e proposte formulate, quindi, in un secondo tempo, a programma predisposto, convocherà una nuova assemblea per l'approvazione del programma medesimo.

Intanto si è felicemente conclusa la vertenza che minacciava di trascinarsi al Tribunale di Firenze, circa la nota questione sorta tra i carristi di Fano e l'agenzia «Orbis» la quale, a firma del giornalista Luigi La Rosa, aveva pubblicato il giorno 8 febbraio, una corrispondenza da Viareggio, in cui si affermava che «Il Carnevale che si svolge nella città marchigiana (Fano) viene fatto grazie ai mascheroni venduti dai carristi viareggini».

Ora, in data 2 aprile, la stessa Agenzia ha pubblicato quanto segue: «In queste parole i signori, Bonetti, Pacassoni, Pedinelli e Valentini, hanno trovato gli estremi di offesa alla loro bravura di costruttori di maschere e complessi che non hanno nulla da invidiare nè a quello di Viareggio, nè a tanti altri carnevali esteri e nazionali, per la sua importanza e magnificenza di organizzazione e di folclore. Questa Agenzia, pertanto, confermando che la frase suddetta non è stata neppure intenzionalmente, rivolta ai costruttori e «carristi» della nobile città di Fano dal La Rosa, al fine di maggiormente dare atto ai signori suddetti ed alla città di Fano della stima e del prestigio in cui sono tenuti sia per quanto riguarda particolarmente l'incidente di cui trattasi, sia per tutte le manifestazioni turistiche che si svolgono nella città delle Marche, dichiara di considerare la pubblicazione dell'articolo di Luigi La Rosa «nullo e come non avvenuto» nei confronti della città di Fano. Prende pure atto e rende di pubblica ragione l'affermazione dei costruttori e «carristi» di Fano che «mai sono stati acquistati da loro mascheroni dai «carristi » di Viareggio, nè di altri paesi».

Da: Il Resto del Carlino del 9/4/1960

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EDIZIONE ESTIVA
LA SECONDA EDIZIONE ESTIVA DEL CARNEVALE DELL' ADRIATICO
Circa 60 mila persone presenti alla manifestazione svoltasi a Fano
L'allegra cavalcata folcloristica ha avuto inizio alle 18 ed è terminata con il rituale spettacolo di cremazione, sul molo di levante - Grande il concorso degli stranieri
Chi ancora poteva pensare che fare il Carnevale d'estate sarebbe stato un rischio perchè d'estate il Carnevale è un frutto fuori stagione e non si «sente», ha avuto domenica a Fano la più lampante smentita, ha ricevuto il più fiero dei colpi alla propria convinzione.

L'edizione estiva del Carnevale dell'Adriatico fanese ha conseguito domenica un successo difficilmente immaginabile per concorso di pubblico, per grandiosità di programma e per l'efficacia del risultato che esso si proponeva: quello cioè di far confluire a Fano il massimo dei turisti italiani e stranieri.

Pensiamo infatti che mai come domenica Fano abbia avuto un pubblico più internazionale; ce n'erano di tutte le nazionalità: europei, americani e persino africani. Lungo il viale in cui si svolgeva la parata carnevalesca si sentiva parlare tedesco, inglese, francese ecc. più ancora che l'italiano, e i fanesi erano quasi sommersi dalla massa eterogenea degli stranieri giunti con corriere e migliaia di auto con targhe di tutta l'Europa: un po', insomma, il «mercato comune» del Carnevale.

L'eccezionale manifestazione, diciamo subito, non è stata al disotto delle aspettative ed è stata seguita ed ammirata dalle circa sessantamila persone, dal suo inizio alla fine e cioè allorquando, verso le ore 23, si spegneva nel cielo l'ultimo mortaretto luminoso.

L'allegra cavalcata folcloristica è incominciata alle ore 18. Aprivano la sfilata le rappresentanze in costume caratteristico dei paesi di Marotta, S. Costanzo, Castelvecchio e Mondolfo; seguivano le due mascherate a piedi «Allegra scampagnata» e gli «Esistenzialisti», quindi procedeva lemme lemme il «Pupo» e poi il carro della «Musica arabita». Dietro erano i quattro grossi carri e cioè «Juke-box », «Trionfo del torero», «Marinai donne e guai» e chiudeva la rassegna «Barbablù».

Il corteo mascherato procedeva in mezzo ad una fitta folla plaudente e di fronte alle migliaia di macchine fotografiche che i biondi nordici portavano a tracolla riprendendo ogni particolare, ogni aspetto della manifestazione. Intanto, compiuto il primo giro, si erano aperti gli stands gastronomici, dove la folla si riversava a consumare pesce, spaghetti, porchetta, granoturco arrostito ecc., mentre nel secondo giro che i carri effettuavano, iniziava il ricco lanciò dei dolciumi che provocavano l'arrembaggio della folla per arrivare a ghermire il «bacio», il sacchetto di caramelle, la scatola di cioccolatini ecc.

Il terzo giro avveniva che già erano scese le ombre della sera, e allora i carri, fantasticamente illuminati, parevano muoversi in uno scenario da «mille e una notte», scenario tanto più suggestivo per il fatto che lungo tutto il viale si erano accesi filari e corone di luci multicolori.

La folla era inebriata e lo spettacolo di mirabile bellezza si concludeva più tardi con la cremazione del Re Carnevale sul molo di levante, davanti alla immensità del mare e con un magnifico spettacolo pirotecnico. Poi, finalmente, ritornava il silenzio e l'enorme massa di gente riprendeva la via del ritorno, portando nel cuore un dolce e lieto ricordo di una giornata serena e spensierata.

Da: Il Resto del Carlino del 9/8/1960


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 01.01.2000
    Ultima modifica: 06.11.2005

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