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Carnevale di Fano - Edizione 1992

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Carnevale di Fano - Edizione 1994

Carnevale di Fano - Edizione 1993


C’era una volta
‘el carnevalon
di Aldo Deli
Fano - In lontananza tutto assume sapore di favola, di nostalgia, di eccezionalità. Benché gli attuali Corsi Mascherati si presentino con una grandiosità che certamente le vecchie sfilate per il Corso, il martedì di carnevale, non hanno mai conosciuto più di un anziano le ha guardate come qualcosa di insuperabile, come originale prodotto dello spirito carnevalesco locale e come espressione di una partecipazione cittadina che non si è più rinnovata.

Fabio Tombari scriveva, con la sua tipica abbondanza frusagliana "Immaginate una gara sempre più accesa fra società, circoli, comitive - tutti i caffè agitati da mesi - a escogitar stravaganze, fantasticherie, macchinismi; per cui ognuno si sente impegnato non tanto al prestigio della propria cricca o rione, che se è molto per pochi è poco per molti, quanto al prestigio stesso di Fano che è tutto per tutti". Questo accadeva in preparazione (segreta) della sfilata lungo lo stretto budello del Corso, nel giorno del "Và" che poi si concludeva col rogo del "Pup" in piazza: dalle sue ceneri cominciava la quaresima.

Su quei lontani corsi mascherati si è esercitata la vena poetica di Mario Isotti che anche presidente dell'Ente "Carnevalesca". Ascoltiamolo nel suo e nostro "Amarcord":

M'arcord, quand c'era el carnevàl pr'el cors,
era propri un macell, 'na cunfusion
ch'en te digh gnent: i calc', i pugn, i mors!
e pu per co'? per prenda un mandulon!
Mama, pureta, en me mandàva sola:
me fàva campagnà da mi fratell
ch 'm'aveva da guardà: sì, 'na parola!
dop diec' minut ed ciartruvàmi invèll.


E sempre sul filo della nostalgia in un altro componimento inizia così:

El carnevàl d'na volta in du s'arved?
A voja che me dit, Nina, en c'è più.
Si te l'arconti ma la giuventù
è inutil ch'sprechi el fiàt, tant en ce cred.
La gent pr'el cors! e'I chiass? era un diavléri:
se caminàva a furia de spunson
e, quand pasàvne i car, era un straféri
tra sgumitàt, sampàt e spatascion.


Era questo come diceva Fabio Tombari, l'aspetto rustico, popolare e peculiare del Carnevale fanese, e ricordava il "getto" dei dolciumi, ma una volta si faceva "spreco" di confetti veri e finti (ceci e fagioli coperti di gesso colorato, specchio della diffusa scarsità di quattrini); ma non mancava la "magnificenza" dei Signori... e allora dalla cortesia si passava "alla tempesta, la furia, in una ressa, in un turbine, una grandinata, un ciclone: dal bacio candido alla ferita lacero contusa. Qualcuno venuto dall'estero, dopo aver visto il. Carnevale di Fano, parlava del famosissimo e vetustissimo carnevale di Basilea come di una particolare giornata di raccoglimento e di pace". I ricordi di Tombari e Isotti, come abbiam detto, tendono a creare una leggenda. La realtà attuale deve fare i conti proprio con quella leggenda, ma anche più prosaicamente, con le spese che sono tante, anzi tantissime!

Da: Il nuovo amico del 14/2/1993

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Alle15 la prima sfilata del Carnevale '93
«Avanti coi carri!»
Insieme ai corsi mascherati, prendono il via feste danzanti, veglioni e mostre
Un programma che per quindici giorni prevede iniziative e appuntamenti vari
Oggi Fano si appresta a celebrare il suo 122mo Carnevale dell'era moderna, da quando nel lontano 1872 la società della fortuna, lontana antesignana dell'odierna Società Carnevalesca, bandì il primo programma dei divertimenti carnevaleschi, con una animatissima corsa di fantini e un grande corso di mascherate a piedi e a cavallo, nel quale si sarebbero messi in palio favolosi premi. E' un pò quanto accade oggi: a parte la corsa dei fantini che con il passare del tempo ha dato origine alla più carnevalesca «Somarata» e poi è tramontata del tutto, il corso mascherato invece è più vivo che mai e a Fano è contraddistinto da certi elementi particolari che non si trovano altrove oppure se si trovano, sono stati copiati di sana pianta dalla manifestazione fanese. Parliamo della bravura dei nostri maestri carristi, cultori di una tradizione artistica ultracentenaria e parliamo della luminaria, uno spettacolo altamente suggestivo che costituisce la degna conclusione del corso mascherato.

Ma in realtà gli elementi che danno vita al Carnevale di Fano sono tanti e tutti profondamente radicati nell'animo delle persone: dal coinvolgimento delle scuole, delle Circoscrizioni, delle singole compagnie, dei centri dell'entroterra, delle città estere, dall'aspetto gastronomico a quello folcloristico e musicale, agli spettacoli e alle feste che da oggi caratterizzeranno una quindicina di giorni pieni zeppi di appuntamenti e iniziative.

Viva curiosità sta destando l'uscita dei carri allegorici che già nella prima mattinata saranno tirati fuori dal Capannoni di Viale Gramsci affinchè possano essere dati gli ultimi ritocchi. L'altezza dei capannoni infatti non permette che il carro possa essere costruito all'interno in tutta la sua monumentalità. Quest'anno i maestri carristi si sono lasciati ispirare dalla satira e hanno preso di mira in modo particolare la situazione tipica ed economica del nostro Paese. E' tipico del Carnevale ridere delle cose brutte ed almeno per un momento, il pubblico oggi si prenderà la rivincita nei confronti di chi ha varato tanti discussi provvedimenti che stanno rendendo la vita più difficile agli italiani. Lombardi e Furlani sono gli autori del carro «Il Mangiatutto» una arguta rappresentazione di tangentopoli e della manovra economica del governo: dalla Minimum tax, vera disperazione di artigiani e commercianti, alle nuove tasse per l'assistenza sanitaria e a tutto quel corollario di imposte e balzelli che colpiscono cittadini e attività produttive Iciap, Isi, Irpef, Ilor ecc... Di fronte a questa situazione, in verità poco comica, Riccardo Deli ha visto l'Italia divorata dai lupi e prendendo le mosse da un noto film di Kevin Costner ha realizzato una pungente satira dei temi più attuali.

A tutto questo si associa il Pupo, la maschera tipica del Carnevale di Fano, quest'anno realizzato dai carristi della Seconda Circoscrizione. La maschera, che cambia volto e aspetto ogni anno, rappresenta questa volta, il direttore d'orchestra che ha accordato la manovra economica del Governo, lo stesso Presidente del Consiglio dei Ministri Giuliano Amato; dietro lui una bella mascherata, realizzata con costumi di gomma piuma sempre dalla Seconda Circoscrizione, eseguirà «Una allegra Sonata». Ci saranno anche le due belle costruzioni allegoriche realizzate da Pietro Pacassoni: «La Cornucopia» ovvero «Fanum Fortunae» un carro ispirato ai temi e alle vestigia romane e «pinocchio 2000» la grande allegoria della fiaba di Collodi che ha vinto l'edizione del Carnevale dell'anno scorso. Questa mattina, per evitare il ricorrente fenomeno dei portoghesi, il Circuito sarà chiuso abbastanza presto; ma la Carnevalesca ha assicurato un servizio di hostess per non danneggiare i fioristi nel giorno di San Valentino; anche questo è un buon indice di collaborazione tra varie componenti cittadine.

Da: Corriere Adriatico del 14/2/1993

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"Avanti con i carri", la magia delle maschere si ripete
Tra i lupi di cartapesta
Sfilano tangenti, crisi e corruzione senza dimenticare le origini romane
Il sole e l'allegria non sono mancati quest'anno al Carnevale di Fano che ha coinvolto alla grande una marea di persone evidenziando ancora una volta le grandi potenzialità di immagine e di promozione legate alla manifestazione. Anche se è azzardato quantificare la gente che ha affollato il percorso, a colpo d'occhio si può dire che c'erano diecimila persone: tutto viale Gramsci era un brulicare di spettatori, che non hanno mancato di gremire palchi e tribune, mentre le targhe delle macchine che riempivano i parcheggi circostanti offrivano un campionario di sigle provenienti da diverse province. Al tradizionale grido di "Avanti coi carri!" ha avuto inizio la sfilata dei gruppi folkloristici e delle grandi costruzioni allegoriche che, pur tra le velleità di una accresciuta concorrenza, rimangono sempre uniche nel loro genere. Ormai i carristi del Carnevale di Fano sono conosciuti in tutta la nazione per l'abilità con cui plasmano la cartapesta o la vetroresina e lo spirito satirico con cui concepiscono i loro soggetti. E' stato il mondo della politica che ha ispirato gran parte delle composizioni che quest'anno hanno sfilato nel corso mascherato: a partire dal Pupo a cui è stato attribuito il volto di Amato e le vesti di un "pazzariello napoletano", allegro direttore d'orchestra. Il Pupo è stato realizzato da un'équipe di carristi della seconda Circoscrizione diretta da Ruben Mariotti; agli stessi si deve la bella mascherata di gommapiuma riproducente un'infinità di strumenti musicali e allegre note, che ha fatto da corte a re Carnevale. Un posto d'onore è toccato quest'anno anche alla Musica Arabita, il tradizionale complesso legato al Carnevale di Fano che compie 70 anni di età, essendo stato costituito nel 1923.

Il primo carro della sfilata è stato costruito da Pietro Pacassoni, un carrista storico presente da una vita alla manifestazione fanese con creazioni di assoluta modernità; il carro dal titolo "La Cornucopia" è stato dedicato alle origini romane dell'antica Fanum Fortunae. Lo stesso carrista è stato l'autore del secondo carro "Pinocchio 2000" a cui ha collaborato l'esperta mano di Pierluigi Piccinetti, ambedue hanno vinto con questa composizione allegorica la scorsa edizione del Carnevale. Una enorme figura di cartapesta, simboleggiante "Il Mangia-tutto" ha caratterizzato l'omonimo carro costruito da Enrico Lombardi e Paolo Furlani che hanno voluto prendersi la loro rivincita, con buon gusto e ironia, nei confronti della manovra economica del Governo, tirando in ballo Tangentopoli e tutte le gabelle e tasse ideate dalla fervida fantasia dei nostri governanti. Povera Italia sommersa dal debito pubblico e da una infinità di altri problemi! Così ha rappresentato la nostra nazione Riccardo Deli che, nel suo carro "Balla coi lupi", ha raffigurato il Paese assaltato dalle fiere fameliche della corruzione, della criminalità e della crisi economica. Almeno a Carnevale su certe cose è meglio riderci sopra. Pieni di vitalità sono apparsi anche i complessi folkloristicì: "A Ciambotta Fresche" di Manfredonia e "Gli Scapati" di San Giovanni Valdarno. Simpatica la partecipazione della scuola media di Marotta che ha elaborato una mascherata sul tema delle tasse o tazze che dir si voglia. Confusione e animazione non sono mancate, anzi qua e là è scoppiata anche qualche baruffa a causa di un getto troppo violento o di qualche cartoccio di farina, ma anche questo fa parte del folklore del Carnevale di Fano.

Massimo Foghetti

Da: Corriere Adriatico del 15/2/93

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Fatti e misfatti durante la prima sfilata di carri
I segni del Carnevale
Un «getto» non soltanto di dolciumi
Dai palchi lancio di farina e nova marce
Una colossale baruffa sedata dall'intervento delle forze dell'ordine
Si è sempre detto che al carnevale di Fano non ai assiste passivamente, non si tratta di uno spettacolo da guardare, ma di una festa in cui non si può fare a meno di essere coinvolti. E' vero: la tradizionale animazione del corso mascherato deriva dall'elemento fondamentale del «getto» che fornisce la molla allo scatenarsi di una follia collettiva. Si gettano dolciumi dai carri sulla folla, si effettua un lancio a distanza tra tribuna e tribuna e naturalmente si bersagliano gli obiettivi più appetibili: la signora che ha avuto la malaugurata idea di venire al carnevale in pelliccia, la ragazza più avvenente, l'omino con la sporta che non tralascia nemmeno una caramella pur di tornare a casa con un pingue bottino. Anche questo fa parte del folclore del carnevale di Fano; ma si tratta di un folclore che qualche volta lascia il segno.

Domenica scorsa un acceso parapiglia si è scatenato all'improvviso sulla tribuna antistante la caserma Paolini, pare per un lancio di uova non molto gradito specie da alcune persone giunte da fuori che poco sapevano delle usanze e dei rischi legati al nostro carnevale. E' presto nata una baruffa che ha richiesto l'intervento della forza pubblica: c'è stato qualche contuso, ma i più esagitati sono stati in breve condotti alla ragione e subito dopo le ire sono sbollite nell'allegria collettiva. Di simili episodi sono piene le cronache del nostro carnevale: dalle reazioni provocate dal lancio di un confetto di gesso a quelle sollevate dagli inconvenienti di una calca troppo pressante. Domenica scorsa si è battagliato a lungo tra opposte tribune ad esempio a colpi di «bombe di farina» e la contesa non ha mancato di coinvolgere chi si trovava nel mezzo, che ha finito per fare le spese della rivalità tra i duellanti.

Il proverbio dice che a carnevale ogni scherzo vale, ma molti non apparivano di questo parere. Alla reazione di chi appariva dotato di scarso senso dell'umorismo, si è associata inoltre quella dei cittadini che male hanno sopportato la chiusura del percorso. Dato che la sopravvivenza del carnevale di Fano è ancora oggi legata all'incasso dei corsi mascherati, l'Ente Carnevalesca non può fare a meno di delimitare il circuito con le barriere che dovrebbero limitare l'afflusso dei cosiddetti «Portoghesi»; ma ai fanesi sembra che queste chiusure non vadano proprio giù e spesso il personale alle porte, si trova in grossa difficoltà ad inibire l'accesso a chi si trova sprovvisto del biglietto. Domenica mattina alle porte si sono viste scene turche e nonostante la presenza di hostess impegnate ad accompagnare le persone in transito, soprattutto per non danneggiare i fioristi che nel giorno di San Valentino si trovavano in piena attività, c'è chi non ha sopportato la limitazione della sua libertà personale.

Un esagitato è stato rincorso dalla porta della stazione, mentre una distinta signora si è lasciata coinvolgere in una lite sotto l'Arco di Augusto. Di «Portoghesi» comunque al carnevale di Fano, domenica scorsa ne sono entrati tanti: mentre nel momento culminante del «getto» viale Gramsci appariva letteralmente gremito di persone, la resa dei conti ha evidenziato un bilancio inferiore alle aspettative. L'incasso del primo corso mascherato è andato vicino ai 90 milioni: ancora troppo poco per una manifestazione che ambisce imporsi a livello nazionale.

Da: Corriere Adriatico del 16/2/1993

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Giovedì grasso in piazza. E parte il Treno dell'allegria
E' il giorno del «pupo»
Il Carnevale di Fano entra oggi nel vivo delle sue manifestazioni, dedicando in modo particolare il giovedì grasso ai bambini, senza perdere di vista l'aspetto promozionale che dovrà propagandare le due edizioni dei corsi mascherati in programma il 21 e il 28 febbraio. Oggi parte infatti il Treno dell'Allegria, una simpatica iniziativa che sta destando viva curiosità in molti centri della Romagna e del Veneto e che cementa i legami di amicizia con Venezia. La partenza del treno avverrà da Fano questa mattina alle ore 8 per raggiungere ed effettuare soste intermedie e festaiole a Rimini, Forlì, Bologna, Ferrara, Rovigo, Padova, fino ad arrivare alla stazione di Venezia, meta finale del viaggio alle ore 15.

Nel treno viaggeranno compagnie di maschere che esprimeranno l'allegria del Carnevale fanese e si sa già che nel corso delle varie tappe tutte sono attese da gruppi di scolaresche cui verrà distribuito un assaggio del getto, quale elemento caratterizzante della nostra manifestazione. A rendere più frizzante e spiritosa l'atmosfera contribuirà la musica arabita che quest'anno con valide prospettive di rilancio, si appresta a celebrare il 70mo anniversario della sua fondazione. Istituito nel 1923, da sempre il complesso folcloristico ha espresso la follia e la genialità che fanno parte del carnevale fanese e ora ambisce, sotto l'egida della Carnevalesca, a rievocare i temi d'oro rinsaldando il suo rapporto con la musica o i modi di esprimersi più popolari. Da notare che a suo tempo il genere musicale eseguito dalla musica arabita fu paragonata a un vero e proprio jazz italiano.

Oltre 300 maschere, addobbate da splendidi costumi partiranno questa mattina da Fano e saranno accolte in piazza San Marco a Venezia dai rappresentanti dell'Amministrazione comunale della Serenissima, a cui il presidente della Carnevalesca Astorre Giacomini consegnerà uno splendido lavoro di oreficeria fanese, realizzato dallo studio P.O.I. che raffigura «El Vulon» la maschera tipica del Carnevale di Fano. Saranno presenti anche l'assessore al turismo Marco Maggioli e il presidente dell'APT Bruno Rapa.

Contemporaneamente in città si svolgerà la tradizionale cerimonia del ricevimento del Pupo, a cui sono invitati in modo particolare tutti i bambini di Fano, i quali potranno partecipare a sfilate di maschere, a tutti i giochi e alle iniziative di animazione che sono state programmate in piazza XX Settembre. Nel pomeriggio di ieri, intanto una bella rassegna del Carnevale di Fano è andata in onda su Raidue nell'ambito della trasmissione «Detto tra noi».

Da: Corriere Adriatico del 18/2/1993

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Quasi 90 anni fa aveva l'aspetto di Giove Pluvio
Oggi veste l'abito certo più terreno del Presidente del Consiglio
Come tanti anni fa il Giovedì Grasso riservato al Nume dell'Allegria
Il pupo Amato è «El Vulòn»
La maschera diventa il capro espiatorio
Da una cronaca cittadina del 1905 leggiamo: «Il giovedì grasso è stato festeggiato dall'arrivo del carnevale: un nume di legno e di carta (cura e lavoro del bravo Uguccioni) che si assideva tremante sopra un gran carro; intorno a lui mascherata la nostra banda cittadina e dietro venivano i superbi "landaus" i membri della commissione che era andata a riceverlo alla stazione in tuba e cravatta bianca. L'ostruzionismo dei ferrovieri non ha impedito l'arrivo del Nume dell'allegria; che Giove Pluvio si mostri cortese almeno quanto i ferrovieri ostruzionisti (non è domandar molto!) e non ne impedisca martedì venturo l'abbruciamento nella nostra piazza in mezzo allo scoppio dei mortaretti e alle grida di gioia dei monelli».

Ora come allora: treno dell'allegria (senza ferrovieri ostruzionisti) e ricevimento del Pupo in piazza costituiscono l'occasione per entrare nel vivo delle manifestazioni carnevalesche. Ricevere il Pupo in piazza significa dare il benvenuto a Re Carnevale e non è un caso che a Fano la cerimonia si organizzi con particolare solennità, anche se spesso l'etichetta cede il posto alla confusione e all'allegria e tutto diventi una simpatica occasione per trascorrere un pomeriggio di festa. E' proprio in tale circostanza che il Sindaco consegna le chiavi di Fano al presidente della Carnevalesca. Fino all'ultimo giorno di Carnevale costui diviene il vero padrone della città, fino a quando, con la cremazione del Pupo, tutto ritorna come prima e viene ristabilito l'ordine legale.

Il Pupo è la maschera tipica del Carnevale di Fano, una maschera assai particolare che non ha nè un volto nè un costume ben definito, ma ogni anno cambia secondo la moda del momento e l'ispirazione dei maestri carristi; si tratta piuttosto di una maschera che esprime un atteggiamento, un modo d'essere e di apparire: quello della ostentazione, dell'esibizione, della vanteria. Il Pupo procede sempre tra due ali di folla e si vanta del suo aspetto: è ambizioso, tanto che i fanesi lo chiamano «El Vulòn». L'etimologia della parola ci riconduce al passaggio delle truppe francesi, i cui ufficiali impettiti, nell'imporre gabelle e tasse dicevano spesso «Nous voulons» Noi vogliamo! Nel 1905 il Pupo aveva assunto le vesti di Giove, nume dell'alterigia; quest'anno la maschera veste l'abito più terreno di Giuliano Amato che diventa così il capro espiatorio di tutti i guai e i problemi che incombono sul nostro Paese.

Da: Corriere Adriatico del 19/2/1993

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I campioni dello sport ospiti d'onore
Carnevale, stasera di scena il Gran Gala
Carnevale: è l'ora delle feste e dei veglioni. Si concentrano in questi giorni le iniziative organizzate dall'Ente Carnevalesca che ha programmato i suoi appuntamenti nella sala dell'Hotel Regina di Carignano. Questa sera è la volta del gran gala della Carifano Gibam e delle atlete della Conad Oykos e della Carignano calcio. L'invito era stato esteso anche ai grandi campioni del motociclismo e dell'automobilismo, ma purtroppo gli interpellati figurano tutti impegnati in allenamenti e gare di campionato.

Animerà la serata l'orchestra Baiardi. E' già esaurita la festa giovani programmata per domenica. Si è rinnovata in questi giorni la tradizionale caccia al biglietto nella sede della Carnevalesca da parte di centinaia di ragazzi che non mancheranno di affollare la festa, indossando i più strani costumi: pare che quest'anno sarà il personaggio di Dracula, proposta in tutte le versioni, a farla da padrone.

Chi per il momento è rimasto escluso, potrà rifarsi martedì prossimo quando è prevista la seconda festa giovani, con il DJ Luciano Pazzaglia e Luigi Pansino e la partecipazione straordinaria del complesso «I Rinoceronti». In questa occasione le migliori maschere saranno premiate con un viaggio in Spagna, meta: la Costa Brava. Per raggiungere Carignano è stato allestito un servizio di autobus che partirà dal parcheggio di via Giustizia alle ore 22; il rientro è previsto alle ore 3. Per domani intanto è preannunciato il secondo grande corso mascherato, con sfilata dei carri e getto di dolciumi.

Da: Corriere Adriatico del 20/2/1993

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Continuano le feste cui prendono parte grandi e piccoli
Domani pomeriggio il secondo corso mascherato
Una festa grandiosa
Coriandoli, stelle filanti e l'atteso «getto»
Il Carnevale di Fano si prepara a vivere la sua seconda giornata per quanto riguarda il corso mascherato. Domani infatti viale Gramsci si colorerà all'inverosimile, per assistere ancora una volta alla sfilata dei carri allegorici e dei gruppi mascherati, chiamati a dare il «la» ad una giornata che si presenta ancora come uno dei momenti di maggior coinvolgimento nella festa fanese. Già domenica scorsa, complice una giornata assolutamente primaverile, sono state oltre diecimila le persone che hanno affollato il viale centrale di Fano, per gustare ed ammirare le creazioni dei maestri carristi, che come ogni anno sono stati i protagonisti del Carnevale, attraverso le costruzioni in cartapesta che vogliono ironizzare su questo o quell'avvenimento. Il Carnevale 1993 sarà ricordato come la manifestazione dove i carri allegorici hanno dato corpo alle «grigie» vicende di Tangentopoli, della crisi economica, del deficit pubblico in continua crescita.

Al di là di questo, le molteplici iniziative che punteggiano il Carnevale non hanno mancato di far crescere la «febbre» della festa. Successo pieno ancora per il Treno dell'Allegria, l'iniziativa che l'Ente Carnevalesca ha organizzato insieme all'Ente Fs per partecipare al Carnevale di Venezia. Giovedì mattina il multicolore convoglio è partito dalla stazione fanese, carico di gruppi mascherati, per quel gemellaggio con la città da sempre ritenuta la capitale delle feste di Carnevale. A questo scopo, il presidente della «Carnevalesca», Astorre Giacomini ha consegnato agli amministratori comunali veneziani, una riproduzione di «El Vulon», la tipica maschera simbolo della manifestazione fanese. Un gemellaggio in piena regola, per fare del Carnevale un 'occasione privilegiata di promozione turistica, con auspicabili riflessi positivi verso la stagione estiva. Il momento di più forte intensità comunque si è avuto sempre nella giornata di giovedì, quando in piazza XX Settembre è giunto l'ormai famoso Pupo, dedicato al Presidente del Consiglio Giuliano Amato. E' il simbolo principe del Carnevale.

Intorno a lui, centinaia di bambini in maschera. Del resto queste giornate sono per gran parte dedicate a loro, alla loro fantasia, al loro desiderio di imitare i personaggi conosciuti attraverso le favole, i cartoni animati, le avventure in Tv. Una festa in piena regola, che ha fatto di piazza XX Settembre un polo d 'attrazione per tutti coloro che hanno voluto trascorrere un pomeriggio in piena allegria, in quella che è la giornata inaugurale del Carnevale: il Giovedì grasso. Poi ci sono le altre feste, quelle che fino a tarda notte stanno punteggiando una settimana che è vissuta da tutti con grande partecipazione e con il costante desiderio di dare spazio all'allegria. Sono comunque i corsi mascherati gli appuntamenti che più di ogni altro danno la misura dell'interesse che alimenta il Carnevale di Fano. Le grandi costruzioni che sono i carri, offrono sempre spunti di curiosità, per sapere cosa può uscire da quegli spazi che si aprono tra la musica e i colori. Intorno i gruppi mascherati, a cominciare da quella Musica Arabita, vanto della manifestazione e di tutta Fano, che proprio in queste settimane si appresta a celebrare i settanta anni della sua nascita. Una banda dove il folklore prevale sopra ogni altra cosa e che, ovunque si presenti, aggiunge quel pizzico di allegria e spensieratezza indispensabili per una festa come quella del Carnevale.

Poi il momento del «getto». Si dice, e a ragione, che quello di Fano è il Carnevale più dolce che ci sia. La dimostrazione sta proprio in quei quintali di dolciumi che, durante il corso mascherato, vengono lanciali a piene mani verso gli spettatori, che a loro volta rispondono con altrettanta generosità. Quest'anno, alcuni gruppi che tradizionalmente seguono le sfilate dai palchi posti lungo le tribune di viale Gramsci, hanno voluto aggiungere ai dolci anche altre cose, proprio per aumentare l'interesse e l'attenzione di chi ha scelto Fano per trascorrere un pomeriggio autenticamente diverso. Domani pomeriggio quindi un altro appuntamento d'eccezione. Tutto è pronto per quando, dalla direzione della sfilata, verrà lanciato il tradizionale e fatidico grido «Avanti coi carri!». In quel momento il Carnevale di Fano si mostrerà in tutta la sua grandezza, travolgendo nella festa grandi e piccini, in una cascata di coriandoli e stelle filanti.

Da: Corriere Adriatico del 20/2/1993

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Nel pomeriggio il secondo corso mascherato
Il carnevale fa il bis
Confidando ancora nel bel tempo, e le premesse ci sono tutte, si svolgerà oggi il secondo corso mascherato del Carnevale di Fano. Essendo entrati nel pieno del periodo canonico, si attende un'affluenza di pubblico come nelle migliori occasioni, pur con la concomitanza di manifestazioni similari come quella che si svolge oggi a Maretta. Infatti, mentre a Fano si svolge il Carnevale dell'Adriatico con grande dispendio di forze e di denaro, a meno di 12 Km. di distanza si organizzano sfilate di carri e di maschere addirittura sotto l'egida della circoscrizione. Certamente Marotta ha tutto il diritto di promuovere l'allegria come vuole coinvolgendo scuole, famiglie e quartieri, ma quanto meno sarebbe opportuno mettere in atto una giusta azione di coordinamento.

Pur trattandosi di una edizione «austera» in fatto di disponibilità finanziarie (l'Ente Carnevalesca deve ancora rientrare dai debiti contratti nel 1991) il Carnevale sta riscuotendo un buon successo in termini di apprezzamenti e di affluenza di pubblico. I carristi hanno fatto davvero miracoli nell'elaborare le loro grandi costruzioni allegoriche. Sfileranno di nuovo oggi sul percorso di viale Gramsci: «Pinocchio 2000» e «Fanum Fortunae» due carri entrambi di Pietro Pacassoni; il primo, realizzato con la collaborazione di Pierluigi Piccinetti, ha vinto il Carnevale dell'anno scorso, il secondo con fantasia e grande perizia tecnica appare come la ristrutturazione di un vecchio carro che alludeva a temi ecologici (l'austerità impone anche questo). Seguiranno inoltre Balla coi lupi di Riccardo Deli e la Grande sagoma del Mangiatutto di Lombardi e Furlani. Una menzione particolare merita la musica arabita, quest'anno più vivace che mai.

Corriere Adriatico del 21/2/1993

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Apprezzamento per le opere dei maestri carristi
Soddisfazione per il Treno dell'Allegria a Venezia
Il secondo corso mascherato ha dovuto fare i conti con il tempo
Sfilata spruzzata di pioggia
Ancora applausi per carri allegorici e gruppi folcloristici
Si pensa che quelle due gocce di pioggia cadute sul percorso, poco prima dell'inizio del corso mascherato, abbiano limitato l'afflusso delle persone, ma non estranee a definire il numero dei paganti sono state le analoghe iniziative carnevalesche organizzate nei centri vicini: Marotta, Pesaro, Fossombrone, Cagli. Eppure lo spettacolo offerto dal carnevale di Fano è stato all'altezza delle migliori edizioni: abbondante il getto, vivacissimo il brio, sempre bellissimi i carri, a partire dalla cornucopia di Pietro Pacassoni, il carrista che vanta più anni di esperienza e che ancora oggi riesce a fare man bassa di premi. Seppure fuori concorso, il maestro quest'anno ha voluto rendere un omaggio alla Fano romana, in occasione anche del duemiladuecentesimo anniversario della battaglia del Metauro.

E' sorprendente come questo carrista, seppur avanti con l'età, rimanga ancora sulla breccia e riesca a realizzare cose mirabili. Suo valido aiuto è l'artista Pierluigi Piccinetti, coautore del carro «Pinocchio 2000», vincitore della passata edizione del Carnevale, il quale non ha escluso di concorrere in prima persona con un suo originale bozzetto per il prossimo anno. Piccinetti ha elaborato il manifesto ufficiale della manifestazione; ciò nonostante è piuttosto realista nelle sue previsioni: i carri vanno bene, ma occorrono indubbiamente più soldi e maggiore professionalità.

Enrico Lombardi, artefice insieme a Furlani de «Il Mangiatutto» è alla sua seconda esperienza come capocarro. Quest'anno ha realizzato una figura veramente enorme di 10 metri di larghezza e 14 metri di altezza. Riccardo Deli, autore di «Balla coi lupi», dedica la sua fatica alla memoria di un collaboratore che è perito in un incidente automobilistico proprio nelle fasi cruciali della lavorazione. Il suo carro è stato apprezzato dal pubblico specie per la carica satirica delle caricature.

«Finalmente - ha detto - stata data la giusta importanza al "Pupo" che in fatto di dimensioni è diventato un nuovo carro e contribuisce a riempire il percorso, con tanto di movimento e mascherata: dovrebbe essere sempre cosi! Purtroppo quest'anno si è fatta sentire la mancanza di un carro. Per fare un bilancio definitivo della manifestazione il presidente dell'Ente Carnevalesca Astorre Giacomini attende l'esito del terzo corso mascherato in programma il 28 febbraio; per il momento si accontenta del grande successo ottenuto dal Treno dell'Allegria a Venezia».

Corriere Adriatico del 22/2/1993

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Braccio di ferro con la banda cittadina
La Musica Arabita costretta allo sfratto?
«Con la presente, a seguito di votazione consigliare avvenuta lunedì 3/2/1993 nell'attuale sede del Gruppo Folcloristico "Musica Arabita", la maggioranza dei consiglieri presenti, con la sola estensione del presidente, sul punto in discussione "Accettazione delle condizioni proposte dal sindaco e dai membri della Giunta comunale, circa la destinazione della sede sociale", si comunica che il consiglio dell'Ente stesso ha deliberato di non accettare la proposta dell'Amministrazione comunale e pertanto chiede di restare nell'attuale sede, sia per motivi logistici che per motivi di principio (soprattutto economico). Seppur rammaricati per quanto deliberato con ponderatezza, il presidente e il consiglio fanno appello al buon senso degli amministratori affinchè le due istituzioni che attualmente occupano Casa Ferri possano convivere, dando modo alla Musica Arabita di continuare a rappresentare la città di Fano in Italia e all'estero».

Questa lettera inviata al sindaco dai rappresentanti del famoso sodalizio cittadino, sta scatenando una ridda di polemiche. Da una parte si trova l'Organizzazione Vallato che, avendo generato nel suo ambito la Banda «Città di Fano», occupa una parte di Casa Ferri e ha assoluto bisogno di spazio per poter coltivare le sue molteplici attività, inclusa la scuola di musica. Dall'altra parte si trova la Musica Arabita, a cui è stata destinata l'altra metà di Casa Ferri e precisamente i locali dell'ex stalla e dell'ex cucina della casa colonica che avrebbero assoluto bisogno di una radicale ristrutturazione.

In mezzo ci sta l'Amministrazione comunale che per non scontentare nessuno, visto che si tratta di due benemerite istituzioni cittadine, ha proposto di assegnare tutta Casa Ferri all'Organizzazione Vallato (che ha anche i mezzi per mettere a posto la parte restante, non dotata di servizi nè di riscaldamento), mentre alla Musica Arabita andrebbe un nuovo locale, molto più grande dell'attuale, corredato di tutti i servizi, nel centro commerciale di Vallato.

Visto che la Musica Arabita è una istituzione cittadina e come tale non figura ancorata a nessuna realtà di quartiere, spetterebbe a quest'ultima emigrare in altra sede. Ma non sta qui il nocciolo della questione. Il problema più importante è rivitalizzare questo gruppo che da diverso tempo versa in un'agonia preoccupante. Come fare? l'Organizzazione Vallato si dimostra disposta ad assumere tale compito a patto che le cariche sociali vengano azzerate. E' il minimo che si può pretendere per ripartire su una nuova strada. Ora sta alla Musica Arabita dar prova di buona volontà.

Da: Corriere Adriatico del 23/2/1993

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Cerimonia più attesa dell'ultimo giorno di Carnevale
E stasera il Pupo al rogo
Ultimo giorno di Carnevale (si fa per dire) a Fano con la cerimonia della cremazione del Pupo in piazza XX Settembre. Si tratta di un altro momento importante del rito che sovraintende i festeggiamenti programmati dall'Ente carnevalesca, perché nasconde l'epilogo di una vicenda emblematica, fortemente teatrale che caratterizza lo svolgersi di un copione scritto nella notte dei tempi.

Il Carnevale è un periodo di licenza e trasgressività che non può avere lunga durata: dal giovedi grasso al martedì successivo tutto si svolge con ritmo incalzante, tutto è lecito e permesso in un clima di esaltazione collettiva, ma tutto deve cessare affinchè la vita di ognuno rientri nella normalità con l'avvento della Quaresima; e allora a Fano nell'ultimo giorno di Carnevale si brucia il Pupo, e il personaggio che raffigura il Carnevale stesso e che alcuni giorni prima era stato ricevuto con tutti gli onori in piazza alla presenza di una folla festante.

Quella stessa folla oggi si riunirà ancora nella stessa piazza per «scaricare» sul personaggio che sarà bruciato, le sue colpe e per ritrovare una verginità con cui iniziare una nuova vita. Queste sono le motivazioni recondite della cerimonia della cremazione del Pupo a Fano nell'ultimo giorno di Carnevale; ma in genere per gli stessi fanesi l'appuntamento rappresenta un'occasione in più per fare festa e per godere di un bello spettacolo.

In piazza oggi ci sarà musica, animazione e l'opportunità di esibirsi in un estemporaneo Karaoke.

Da: Corriere Adriatico del 23/2/1993

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Consumato in piazza il tradizionale rito propiziatorio
Al rogo Re Carnevale
Faceva tanto freddo ma ieri i fanesi non hanno rinunciato ad affollare piazza Venti Settembre per assistere agli ultimi bagliori del Carnevale, in una fantasmagoria di luci e di colori che ha coinvolto grandi e piccini. La festa è incominciata nel primo pomeriggio sotto un pallido sole. Ad annunciare l'inizio della cerimonia è stata la Musica Arabita che quest'anno è apparsa come la vera ambasciatrice del nostro carnevale, portando la sua vitalità a Venezia e sfilando durante i corsi mascherati. Chissà quando il noto complesso potrà esibirsi su un carro come avveniva una volta, allorché il brio dell'Arabita faceva da giusta introduzione alla parata dei carri? Speriamo che l'Ente Carnevalesca, che non ha escluso di prendersi a cuore le sorti del gruppo folcloristico non manchi di riprendere la vecchia tradizione e contribuisca a dare nuovo prestigio al simpatico complesso fanese.

Ieri intanto il presidente della Carnevalesca Astorre Giacomini ha potuto contare sull'Arabita che, sfilando per i vicoli del centro storico ed esibendosi nelle piazzette che odoravano di castagnole e dolci tipici, ha indirizzato i fanesi in piazza Venti Settembre dove non uno, ma addirittura tre pupi attendevano di essere sacrificati secondo il rito della cremazione imposto dalla tradizione. Erano tre pupi realizzati da Riccardo Deli per il suo carro sul tema del Lisippo, ovvero la ricerca dei tesori marini. Le fiamme hanno divorato in un attimo le maschere di cartapesta diffondendo un calore e un'allegria che è stata assai apprezzata dal pubblico presente. In precedenza diversi giovani si erano esibiti nel karaoke tentando tra la curiosità generale di seguire i ritmi delle canzoni proposte dal video. Vino e castagnole sono stati distribuiti dall'Ente Carnevalesca a tutti i presenti.

Da: Corriere Adriatico del 24/2/1993

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Giapponesi entusiasti del Carnevale
Si preannuncia per domani il terzo e ultimo corso mascherato del Carnevale di Fano. Sulle tribune di viale Gramsci vi saranno degli ospiti di eccezione. Ha annunciato la sua presenza Frans J.P. De Breet, presidente della Fondazione Città Europee del Carnevale con sede ad Amsterdam in Olanda, Associazione a cui ha aderito anche l'Ente Carnevalesca; sarà presente inoltre una troupe televisiva proveniente dal Giappone che è apparsa molto incuriosita per le particolarità della sfilata fanese, specie per il getto, e una nutrita delegazione del Carnevale di Rastatt che parteciperà al concorso in maschera bandito dall'Azienda di Promozione Turistica per gruppi stranieri e italiani provenienti da fuori città. Alla sfilata, oltre alla Musica Arabita, parteciperà anche il complesso folcloristico «La Montesina» proveniente da S.Maria Monte in provincia di Pisa.

Ci saranno anche i quattro grandi carri che hanno partecipato alle precedenti sfilate e da cui cadrà una vera e propria pioggia di dolciumi sulla folla, e il Pupo di dimensioni veramente eccezionali quest'anno, tanto da essere paragonato a un quinto carro. Intanto è apparsa come una iniziativa simpatica, quella compiuta da una rappresentante dell'Ente Carnevalesca nei confronti di chi al Carnevale purtroppo non potrà più partecipare direttamente: si tratta di una visita che alcuni consiglieri mascherati hanno compiuto agli ospiti delle case di riposo Famiglia Nova, Cante di Montevecchio Sant'Arcangelo. A tutti è stato distribuito un omaggio di dolciumi, un gesto simpatico con il quale si è voluto ricordare il Carnevale di una volta e con esso l'allegria di tempi felici.

Da: Corriere Adriatico del 27/2/1993


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 01.01.2000
    Ultima modifica: 14.10.2007

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