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Il territorio comunale di Sant'Ippolito

Gli scalpellini di Sant'Ippolito


Le cave d'arenaria, già note in epoca romana, sono la fonte della pietra lavorata dai noti marmisti e scalpellini di S. Ippolito.
Il primo scalpellino di cui si hanno notizie di archivio è tal Antonetto da S. Ippolito, lapicida, che già nel 1300 lavora nel palazzo dei papi di Avignone, ma l'arte degli scalpellini cresce e si nutre di numerose esperienze in tutto il territorio circostante, e di scultori veneti e toscani attratti dalle ricche cave del luogo.

Federico da Montefeltro per abbellire numerosissime chiese, conventi ed edifici in tutto il ducato, chiama maestranze comacine e lombarde affiancate dagli artigiani metaurensi. Francesco Di Giacomo e Barlo Gasparis lavorano alla rocca ubaldinesca di Sassocorvaro nel 1428, Eligio da S. Ippolito scolpisce le colonne del Palazzo del Podestà di Sassoferrato. A questo periodo si deve far risalire l'inizio delle dinastie di scalpellini che continuano a lavorare in zona fino agli inizi del secolo ventesimo: la famiglia Elisi, la famiglia Trappola, quest'ultima vera protagonista dell'attività scultorea nel territorio, eseguono le sculture della cappella ducale di S.Francesco in Urbino, e gli intagli della sontuosa cappella voluta da Francesco Maria II in Loreto. Il lavoro di questi artisti continua ed acquista importanza per tutto il 1600 e 1700, al punto che ancora oggi quasi ogni casa ha una sua Madonna in arenaria.
Questo ha spinto l'amministrazione comunale a creare un "Museo del territorio arte degli scalpellini", visto come museo diffuso, finalizzato al recupero, conoscenza e valorizzazione di un'antica tradizione. Il museo si compone di un centro di documentazione (attualmente ospitato in una sede provvisoria, in quanto l'edificio destinato ad accogliere le raccolte è stato danneggiato dal sisma del 1997) diviso in tre sezioni: raccolta di antichi attrezzi e materiali tipici per la lavorazione della pietra, una documentazione fotografica sulle opere scultoree realizzate in corsi professionali organizzati dalla locale pro-loco.

BIBLIOGRAFIA:
BUCCHI
VERNARECCI, 1984
LOCCHI, 1934
COSTANTINI, 1992
LISOTTI
VOLPE, 1986


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 01.01.1999
    Ultima modifica: 23.01.2005

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