Pavoncella - Vanellus vanellus (Linnaeus, 1758)

Nomi dialettali locali: Pavuncèla, Galtèla

Famiglia: Charadriidae

In Italia è specie migratrice e svernante, con locali popolazioni nidificanti (M, W, B).

Migra prevalentemente da metà febbraio a metà marzo (in minor misura da gennaio a metà aprile) e da settembre a metà novembre (in minor misura da metà giugno sino a tutto dicembre).

Dati accertati nella zona di studio (bacino del Metauro e litorale di Fano): stato fenologico: specie migratrice e svernante (M, W). Frequenza di osservazione: poco frequente. Osservazioni: dal 1979 al 2024, da metà ottobre a metà aprile (a Fano sino a metà maggio nel 1981 e 1983). Nella zona di studio frequenta campi aperti, incolti erbosi, acquitrini e rive di acque dolci. Basso bacino: diverse segnalazioni sino a tutt’ora in campi e zone erbose, tra cui i campi adiacenti la foce del Metauro con circa 600 individui l'11-1-2008 durante il censimento annuale degli uccelli acquatici svernanti (Progetto IWC) (GIACCHINI, GAMBELLI, CIAVAGLIA e BRESCA, com. pers.) e il Campo d’Aviazione di Fano con circa 800 individui il 25-1-2012 (GIACCHINI, com. pers.). Medio bacino e zona appenninica interna: piana di Maiano poco ad est di Cagli dal 1983 al 1986, da novembre a marzo, e presso Cantiano nel marzo 1985 (LELI, com. pers.). A causa del prelievo venatorio la sua presenza invernale risulta irregolare, con l'eccezione delle zone a caccia vietata nelle quali può svernare in sicurezza.

Osservazioni anteriori al 1979: basso bacino: Campo d’Aviazione di Fano, gruppetti in sosta in inverno negli anni ’50-‘70 del secolo scorso. Un individuo inanellato in Francia è stato catturato presso Fano il 3-12-1973 (OLIVA, com. pers.).

Osservazioni al di fuori della zona di studio: Foce del Cesano, passaggio di una serie di stormi stimati in circa 1200 individui che seguivano la costa diretti verso nord il 4-3-2018; nelle giornate precedenti c’erano state precipitazioni nevose che li avevano costretti a fermarsi e non appena le condizioni meteo sono migliorate hanno continuato la migrazione verso i siti riproduttivi (FANESI, com. pers.).