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Arvicola rossastra - Myodes glareolus

Arvicola di Savi - Microtus gruppo savii


Microtus gruppo savii Auctorum (1)

Nomi volgari: Arvicola di Savi, Campagnolo di Savi

Ordine: Rodentia
Famiglia: Cricetidae

Caratteri distintivi: colorazione delle parti superiori grigio scura o marrone, coda corta, 1/4 della lunghezza testa-corpo. Tra i caratteri ossei, rispetto a Myodes glareolus, presenta cranio con palato posteriore curvo e primo molare inferiore con 7 triangoli (quattro sul lato interno e tre su quello esterno). In precedenza era indicato come Microtus savii (De Sélys Longchamps, 1838) e ancor prima come Pytimis savii. Rispetto ai congeneri molto simili M. subterraneus e multiplex si può distinguere mediante misurazioni del primo molare inferiore (2).

Biologia e habitat: di difficile osservazione a causa delle abitudini ipogee e notturne.
Vive in ambienti aperti quali prati, pascoli e colture agrarie, ma anche in boschi di caducifoglie, arbusteti, orti e giardini.

Presenza nella zona di studio: specie presente in tutti i siti del bacino del Metauro in cui sono state raccolte borre di Barbagianni; se poi il territorio di caccia del rapace notturno è costituito prevalentemente da colture agrarie intensive, rappresenta la componente principale della sua dieta sia in termini di frequenza che di percentuale di biomassa.
Località: pianura costiera a Fano, basso corso del F. Metauro da Fano a Sant'Ippolito, zona collinare esterna (colline di Fano, San Costanzo e Saltara), Monti del Furlo, zona collinare interna (Monte Martello di Cagli) e zona appenninica interna (M. Catria, Bosco della Brugnola presso Serravalle di Carda, Serre, zona di Bocca Serriola - dati 1980-2006; in territorio dell'Umbria Alto Candigliano, Bocca Serriola, Alto Bosso - GAGGI e PACI 2014).

NOTE

(1) La dizione "gruppo savii" viene usata in attesa di ulteriori studi per appurare se la sottospecie M. savii brachycercus è elevabile al rango di specie (AMORI et al. 2008).

(2) Da uno studio effettuato su crani provenienti da Umbria, Marche, Abruzzo e Lazio riferibili a M. multiplex e/o a M. subterraneus, si è concluso che i reperti esaminati erano numericamente poco rappresentativi e pertanto è stato considerato che potesse trattarsi di varianti di Microtus gruppo savii. Tra le arvicole esiste, infatti, una grande variabilità nel disegno dei molari per cui nella popolazione di una specie è possibile rinvenire tipologie caratteristiche di specie differenti. Sulla base dei dati finora disponibili, a parte i nuclei di M. multiplex storicamente noti in Toscana, per il restante territorio dell’Italia centrale è da considerarsi presente solo Microtus gruppo savii. (NAPPI A., in GAGGI e PACI 2014).


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 15.07.2003
    Ultima modifica: 27.03.2015

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