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Gatto selvatico - Felis silvestris


Felis silvestris Schreber, 1777

Nome volgare: Gatto selvatico

Ordine: Carnivora
Famiglia: Felidae

Caratteri distintivi: il Gatto selvatico è assai simile agli esemplari di Gatto domestico (col quale si ibrida) a mantello tigrato: si distingue con difficoltà da questi per la coda grossa, non assottigliata all'apice, e il disegno della pelliccia a strisce scure, senza macchie.

Biologia e habitat: il Gatto selvatico è prevalentemente solitario e notturno. Si nutre di mammiferi, soprattutto roditori.
Vive in zone boschive.

Distribuzione: è presente nell'Italia centro-meridionale, con areale incentrato sulla dorsale appenninica, nelle isole maggiori e parte delle Alpi (Liguria occidentale e Carso). La sua presenza nelle Marche è accertata per i Monti Sibillini (POSSENTI in RAGNI 1995).
Riferendoci alla provincia di Pesaro e Urbino, l'inchiesta di CAGNOLARO e altri (1975) ne stabilisce la presenza solo a Sud di Bocca Trabaria; POSSENTI (in RAGNI 1995) lo considera estinto nella zona appenninica a Nord dell'allineamento Perugia-Fabriano.

Presenza nella zona di studio: diverse segnalazioni indicano la sua presenza nell'alto e medio bacino del Metauro, anche se va evidenziata l'eventualità di confusione con esemplari di Gatto domestico a mantello tigrato, nel caso di avvistamenti a distanza.

Osservazioni: per la zona appenninica interna : un individuo segnalato nel novembre 1999 sul M. Catria, in un bosco misto di Leccio nei dintorni di Valpiana (CELI, com. pers.); un individuo sulla strada del valico di Bocca Serriola, in territorio umbro, il 27 novembre 2003 (CUCCHIARINI F., com. pers.); un altro in località M. Bono-Colle delle Forche (Apecchio) sulla provinciale tra Apecchio e Sant'Angelo in Vado, nel febbraio 2004 (CUCCHIARINI F., com. pers.); un individuo trovato morto il 29 febbraio 2004 sul M. Catria (BARNOFFI T., com. pers.); una giovane femmina nella zona tra Apecchio e Bocca Serriola, rimasta intrappolata in una gabbia per polli e poi rilasciata, il 24-12 2005 ("Il Resto del Carlino" del 31-12-2005); un individuo fotografato nell'ottobre 2008 presso Parchiule di Borgo Pace (RICCI, com. pers.); un individuo fotografato nel febbraio 2008 alle pendici del M. Catria e una cucciolata sul M. Catria nel novembre 2011 (RICCI, com. pers.); un individuo ucciso da un'auto sull'Apecchiese in loc. Capoaguzzo ("Il Resto del Carlino" del 4-3-2008); un individuo fotografato nell'ottobre 2010 sul M. Nerone (RICCI, com. pers.); un individuo fotografato nell'aprile 2011 sul M. Petrano (RICCI, com. pers.); un individuo fotografato il 18 gennaio 2013 di giorno (ore 16) nella Gola del Burano (LELI, com. pers.); un individuo fotografato di giorno su una radura del M. Nerone a 1400 m di quota il 14 dicembre 2015 (LELI, com. pers.). Da quanto ottenuto tramite fototrappolaggio, vi sono segnalazioni anche per i Monti del Furlo nel 2008 e per i Monti della Cesana (adulto con cucciolata) nel luglio 2011 (RICCI, com. pers.).

Prima del 1979, inizio del presente studio, esiste una segnalazione degli anni 1960-1970: LELI (com. pers.) ricorda di averne visto un esemplare ucciso dai cacciatori nei boschi del M. Petrano.

Protezione: specie particolarmente protetta in base alla L. n.157 dell'11-2-1992 "Norme per la protezione della fauna omeoterma e per il prelievo venatorio", specie strettamente protetta in base alla Direttiva di Berna del 19-9-1979 (Allegato II) e specie di interesse comunitario che richiede una protezione rigorosa in base alla Direttiva "Habitat" 92/43/CEE del 21-5-1992 (Allegato IV).
Considerata "Vulnerabile" (VU) nella Lista Rossa dei Vertebrati Italiani (1998).

DALLA CRONACA

I nuovi territori di Gatto silvestro
PESARO - Per anni il «non dire gatto» di trapattoniana memoria è stata una condotta obbligata dalla prudenza. Pochi indizi non facevano una prova. Poi è arrivato l'esemplare ucciso da una fucilata nei boschi di Carpegna tre anni fa, quindi la conferma di ulteriori presenze nella stessa zona grazie alle trappole fotografiche, e ancora un esemplare (stavolta un ibrido) ucciso da un auto nei pressi del Furlo. Ora abbiamo l'anello mancante: Felis silvestris, il gatto selvatico, ha ormai conquistato con successo le foreste dell' Appennino pesarese, dove si riteneva assente.
Il rinvenimento decisivo è avvenuto il 24 dicembre in territorio di Apecchio, al confine con l'Umbria. E porta un contributo ancor più rilevante alla conoscenza scientifica, perché per la prima volta un gatto selvatico viene catturato vivo. Il magnifico felide, un giovane esemplare femmina di circa di due anni, si è incautamente spinto nottetempo nei pressi dell'agriturismo Ca' Cirigiolo, tra Apecchio e Bocca Serriola, finendo intrappolato all'interno di una gabbia per pollame. La scoperta dell'insolita presenza è stata fatta intorno alle 10 del 24 dicembre da Giacomo Rossi, studente di 22 anni, figlio del titolare dell'agriturismo Pietro Rossi, presto raggiunto da Antonello Collesi e Angelo Fodaroni. I quali, compresa l'eccezionalità dell'evento, si sono preoccupati intanto di documentarlo con foto e video e di avvertire il Servizio veterinario di Urbino.
Il «gattone», per quanto impaurito e reattivo, si è lasciato ammirare a lungo. Saranno gli esiti dei campioni biologici spediti all'Istituto Nazionale per la fauna selvatica di Ozzano a dire se si tratta di un esemplare geneticamente puro, ma i segni distintivi ci sono tutti: il colore di fondo (grigio) con le classiche striature dietro la nuca (la centrale prolungata lungo il dorso) e lungo i fianchi, la pettorina chiara, i tre anelli neri lungo la folta coda (l'ultimo ben marcato), testa e arti robusti, orecchie sviluppate col ciuffetto di peli sulla sommità.
Il «Gatto Silvestro» di Apecchio, che cominciava a dare eloquenti segnali di insofferenza, è stato liberato il giorno stesso, intorno alle 18, all'interno delle adiacenti foreste demaniali: all'apertura della gabbia, è scattato con un guizzo talmente fulmineo da vanificare l'intento degli amici che volevano filmare anche gli attimi della libertà riguadagnata.
Felis silvestris non è altro che il parente selvatico del nostro gatto domestico (un po' come il lupo appenninico e il cane) ma è una specie talmente rara ed elusiva da risultare del tutto sconosciuta ai più. Anche perché risulta molto problematico documentarne le abitudini. Considerata «specie appenninica meridionale», vive nel folto di foreste mature cacciando piccoli animali. Fino agli ultimi rinvenimenti, il limite nord del suo areale veniva considerata la linea che dal Fabrianese attraversa l'Umbria spingendosi fino alla Toscana meridionale. Ora è evidente che la specie si sta pian piano espandendo verso nord sfruttando i corridoi montani e le accresciute superfici forestali. Territori, quelli, dove avvengono migrazioni fino a poco tempo fa impensabili: lupo e gatto seguono la direttrice sud-nord, ungulati e altri mammiferi fanno il percorso inverso. Chissà quante altre sorprese ci attendono ancora.

Mauro Ciccarelli
Da "Il Resto del Carlino" del 31-12-2005


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 15.07.2003
    Ultima modifica: 03.02.2016

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