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Tritone alpestre - Mesotriton alpestris apuanus


Mesotriton alpestris (Laurenti, 1768) subsp. apuanus (Bonaparte, 1839) (= Triturus alpestris apuanus)

Nome volgare: Tritone alpestre

Ordine : Caudata

Famiglia : Salamandridae

Caratteri distintivi e note tassonomiche: tritone di taglia media. Colorazione caratteristica: scuro sopra e ventre da giallo o rosso intensi quasi sempre senza punteggiature.
La frammentazione del suo areale ha certamente favorito la differenziazione sottospecifica. In Italia sono accettate tre sottospecie: M. alpestris alpestris (Laurenti, 1768), nelle Alpi centrali e orientali: gola sempre priva di macchiettatura; M. alpestris apuanus (Bonaparte, 1839), nell’Appennino settentrionale e centrale sino alle Marche: gola e parte ventrale con macchiettatura nera o nerastra; M. alpestris inexpectatus (Dubois & Breuil, 1983), nella Catena Costiera Calabra (TRIPEPI, SERRONI e BRUNELLI, 1999): molto simile a M. a. apuanus ma con macchiettatura della gola decisamente meno marcata e più rada che quest’ultimo). Le popolazioni isolate (Toscana centrale, Monti della Laga e Catena Costiera Calabra) testimoniano una distribuzione continua in periodi geologici più freddi dell’attuale (relitti glaciali). In Calabria si riproduce in maggio, gli adulti si allontanano subito dopo l’accoppiamento, assumendo abitudini terricole.

Specie simili (adulti): si può confondere con Lissotriton vulgaris, che però ha macchiette scure nel ventre.

Biologia: tra i Tritoni presenti in Italia Mesotriton alpestris è segnalato come la specie più strettamente acquatica, dal momento che spesso rimane in acqua tutto l’anno. Adulti in acqua: in Trentino dalla metà di febbraio fino a tutto ottobre. L’habitat riproduttivo della specie è rappresentato da vari tipi di raccolte d’acqua. Tra i laghi, vengono disertati quelli di maggiori dimensioni, mentre sono utilizzati soprattutto i laghetti del piano montano. Utilizzano stagni, ambienti paludosi, pozze d’alpeggio (invasi creati ex novo o in conche paludose per l’abbeverata dei bovini). In maniera ridotta utilizzano raccolte d’acqua di origine artificiale, come cisterne e vasche. Le popolazioni calabresi si riproducono in maggio, epoca in cui i tritoni lasciano i loro ripari per recarsi alle raccolte d’acqua. Nelle popolazioni settentrionali di questa specie il fenomeno della neotenia sembra essere molto frequente.

Distribuzione in Italia: il M. alpestris è quello che raggiunge le maggiori altitudini, vive di preferenza in ambiente montano, superando talvolta i 2500 m di quota, ad esempio sulle Alpi. Ciononostante la specie è rinvenibile con una certa facilità anche in aree alto-collinari.
Il Tritone appenninico M. a. apuanus, ha una distribuzione prevalentemente appenninica; è diffuso con areale continuo dalle Basses-Alpes (Francia) e Alpi Marittime (Francia, Piemonte, Liguria) alle Alpi Apuane e all’Appennino tosco-emiliano (LANZA, 1983). Inoltre è presente in stazioni apparentemente discontinue nell’Appennino tosco-romagnolo (per il versante toscano: MAZZOTTI, 1988; per il versante romagnolo: TEDALDI, SCARAVELLI & CRUDELE, 1996), in altri rilievi toscani (Province di Siena, Grosseto) (LANZA, 1972) e nell’Appennino centrale (Monti della Laga, Lazio) (BOLOGNA, CAPULA, CARPANETO, 2000).

Distribuzione in Provincia di Pesaro e Urbino e valutazione di abbondanza: Nel corso del biennio 2002-2003 sono state individuate 2 stazioni di presenza di Mesotriton alpestris apuanus nell’Appennino settentrionale, situate nell’orizzonte montano da 900 a 1000 m s.l.m. L’altitudine è molto simile a quella delle stazioni di rinvenimento della Romagna (tra i 700 e i 1200 m s.l.m., TEDALDI, 1998). Si tratta delle uniche stazioni sinora note per le Marche (DIONISI, POGGIANI e FAGNANI 2005).
La specie è assai localizzata ed è vulnerabile, infatti risulta concentrata in pochi siti tutti di origine antropica, anche se probabilmente è presente anche nelle piccole pozze temporanee che si costituiscono lungo l’alveo dei torrenti presenti nell’area indagata.

Habitat accertati: vasche e abbeveratoi.

Normative di tutela: specie protetta in base alla convenzione di Berna del 19/09/1979 (allegato III).


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 27.08.2004
    Ultima modifica: 05.10.2009

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