Funghi, flora e faunaFunghi, flora e fauna

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Glossario sui Molluschi

Come leggere le schede dei Molluschi


Per ogni specie la scheda riporta:

Per i Molluschi marini:
- il nome scientifico e gli eventuali sinonimi;
- il nome volgare e l'eventuale nome dialettale usato a Fano (PU) (1);
- la classe, la sottoclasse e la famiglia;
- le dimensioni riferite all'asse maggiore della conchiglia, riportando un minimo e un massimo entro cui di solito varia l'adulto (tra parentesi le misure eccezionali);
- i caratteri morfologici utili per la determinazione e confronto con specie simili, limitatamente a quelle presenti nella zona di studio o in zone vicine. Per i termini usati consultare il glossario; per la conchiglia dei Bivalvi vengono usati i termini anteriore e posteriore, dorsale e ventrale (2);
- note sulla biologia;
- l'habitat frequentato;
- la frequenza di rilevamento nella zona di studio, anche se approssimata, usando questi termini: comune (a volte anche: abbondante o: frequente), poco frequente, rara (a volte anche: molto rara). Riferita al periodo 2004-2011, è basata sugli individui rinvenuti vivi sino a scarsa profondità oppure spiaggiati (3).
- la distribuzione nei vari tipi di fondale presenti nella zona di studio (Adriatico antistante la Provincia di Pesaro e Urbino, sino a 35 miglia al largo), ricavata o da dati con punto di rinvenimento documentato (posizione e/o profondità), o da dati più generici oppure desunti dagli habitat indicati per la specie in bibliografia.
Per semplicità sono stati definiti come fondali sabbioso e sabbioso-fangoso costiero quelli con sabbie litorali, sabbie pelitiche e peliti molto sabbiose (da 0 a 10-12 m); come fondale fangoso-sabbioso costiero quello con peliti sabbiose (da 10-12 a 18-22 m); come fondali fangoso e fangoso-sabbioso al largo quelli pelitico e pelitico sabbioso (da 18-22 a 48-58 m); come fondali sabbioso-fangoso e fangoso molto sabbioso-fangoso ricchi di epifauna ("fondi sporchi") quelli con sabbie pelitiche e peliti molto sabbiose (da 48-58 a 66 m);
- dati riferiti a zone limitrofe.
Per la presenza delle specie nell'Alto e nel Medio Adriatico, si fa riferimento a COSSIGNANI et al. 1992, alla suddivisione dei mari italiani in 9 aree adottata per compilare la checklist della Società Italiana di Biologia Marina del 2006 (www.sibm.it) e alla Checklist della fauna marina italiana (2006) - MOLLUSCA (POLYPLACOPHORA - B. Dell’Angelo, GASTROPODA PROSOBRANCHIA – B. Sabelli, M. Oliverio, G. Spada, G. Manganelli, F. Giovine, R. Giannuzzi-Savelli, F. Pusateri, GASTROPODA HETEROBRANCHIA ETEROSTROPHA – B. Sabelli, GASTROPODA HETEROBRANCHIA OPISTHOBRANCHIA - R. Cattaneo-Vietti, F. Giovine, GASTROPODA HETEROBRANCHIA PULMONATA – G. Manganelli, BIVALVIA - S. Schiaparelli, SCAPHOPODA- G. Steiner, CEPHALOPODA - G. Bello), consultabile nel sito della S.I.B.M. (www.sibm.it).

Per i Molluschi di acqua dolce e terrestri, con presenza riferita al solo bacino del Metauro, sono anche riportati:
- la distribuzione in Italia;
- il periodo delle osservazioni;
- la fascia altitudinale rilevata.

NOTE
(1) Nel nome dialettale la â si pronuncia come la fusione di un "ae", mentre la č è dolce (come in "cielo").
(2) Per distinguere la parte anteriore e quella posteriore, con l’animale vivo il piede è sempre nella parte anteriore, i sifoni nella parte posteriore. In assenza delle parti molli, l’orientamento si può determinare tenendo la conchiglia in mano con l’umbone verso l’alto: la parte posteriore sarà verso di noi, la valva destra nella mano destra e la valva sinistra nella sinistra al verificarsi di almeno una di queste condizioni:
- legamento esterno situato fra l’umbone e l’osservatore;
- seno palleale, se presente, rivolto verso l’osservatore;
- nelle specie con una sola impronta muscolare questa è più vicina all’osservatore rispetto alla linea mediana delle valve.
Queste regole non sono valide per i Bivalvi con cerniera di tipo tassodonte (Nucula, Arca, ecc.). La valva sinistra in Ostrea edulis è quella inferiore (convessa), mentre la valva destra è quella superiore (piatta). In Pecten jacobaeus la situazione è contraria.
(3) In opere citate nel presente lavoro vengono usate scale differenti, ma equiparabili con la nostra: in COSSIGNANI et al. (1992): abbondante, comune, frequente, poco frequente e rara; in VIO & DE MIN (1996): abbondante, comune, rara e rarissima.


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 09.09.2004
    Ultima modifica: 12.12.2011

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