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Il Porto di Fano dal VI al XIII secolo (Una città adria...

Il Porto di Fano in epoca pre-romana e romana (Una città adriatica fra medioevo e rinascimento)


Il Porto di Fano in epoca pre-romana e romana. Da: Una città adriatica fra medioevo e rinascimento - documenti della marineria di Fano nei secoli XIV-XV-XVI

Epoca pre-romana

Il primo documento in assoluto delle attività marinare che hanno caratterizzato la costa di Fano, è la stele di Novilara (1).
Novilara è oggi un paese molto piccolo e molto suggestivo, situato su una collina che dista dal mare un paio di km in linea d'aria e da Fano poco più del doppio. E' stata una fortezza munita per molti secoli e ancora conserva le mura che la cinsero. Vista dal mare appare a metà strada tra Fano e Pesaro.
La sua collocazione 2800 anni fa era particolarmente felice per un controllo del mare nella zona.
A quei tempi il mare si incuneava qui fra le colline costiere, costituendo un ottimo porto per i traffici dell'epoca.
A metà del secolo scorso, durante gli scavi della necropoli locale (la zona era abitata da popolazioni pre-romane) fu rinvenuta una stele, una spessa lastra in pietra lavorata in graffito, che venne fatta risalire all' VIII - VII secolo a.C. e che ora appartiene ai tesori archeologici del museo di Pesaro.
Il graffito della stele rappresenta un evento navale nel quale sono impiegate tre imbarcazioni.
Ogni imbarcazione ha il suo equipaggio di manovra e i suoi guerrieri armati.
La nave più grande, che alza una grande vela quadra centrale, appare spinta da numerosi rematori raffigurati sotto sforzo; lo scafo ha un grosso rostro a prua e un " dritto " ricurvo che termina con una forma scolpita, simile a quella dei Drakkar vichinghi; il timone, manovrato dal nocchiere posto all'estrema poppa, appare collocato sul piano longitudinale dell' imbarcazione, e la vela, che parte dalle varee del pennone, ha due manovre che fanno via a prora e a poppa.
Un marinaio, in piedi alla base dell'albero, è intento a muovere le manovre delle vele.
Le imbarcazioni più piccole sembrano senza vela e quindi a sola propulsione a remi; simili alla nave precedente hanno il rostro e il dritto di prora molto slanciato.
Tutta la scena, colta in un momento di febbrili manovre, si completa con raffigurazioni di pesci e draghi che circondano le navi: l'insieme è avvincente e suggestivo, soprattutto se il pensiero corre a quell' VIII secolo a.C., quando certamente su queste coste e su questo specchio di mare esistevano uomini e navi che solcavano le acque e se le contendevano con mezzi - le navi - che per secoli rimarranno immutate nella loro struttura essenziale.
L'autenticità della stele non può essere dubbia: la pietra usata è quell' arenaria tipica delle zone attorno a Fano e conferma che da sempre l'attività marittima le ha caratterizzate. Se la terra ha fornito il legname per gli scafi, gli uomini della costa hanno pescato e commerciato per largo raggio vivendo un'esistenza proiettata sul mare. Si può anzi ipotizzare che la civiltà pre-romana sia giunta via mare su queste rive.

Epoca romana

Se la stele di Novilara è lì a ricordarci che le popolazioni più antiche della costa di Fano avevano una sicura confidenza col mare, ci sono poi testimonianze ben più numerose e probanti che ricordano come i Romani fecero il loro gran "salto di qualità", nell'espansione del loro potere, quando decisero di avventurarsi sul mare - da popolo di contadini e pastori che erano - per combattere l'acerrimo nemico d'oltremare: i Cartaginesi.
Dopo le guerre puniche infatti, dopo soprattutto averle vinte, i Romani trasformarono il Mediterraneo in " Mare Nostrum", un lago interno a terre tutte romane, solcato da navi cariche di merci e generi di ogni tipo.
I porti dell'Illiria, della costa veneta e picena, sono costantemente collegati via mare e i trasporti di merci vengono fatti più speditamente per mare che per terra.
E' presumibile che anche Fano, anzi la "Colonia Julia Fanestris", sia diventata con un suo porto (o almeno con un approdo sicuro e attrezzato) un punto di riferimento importante nel commercio marino, soprattutto se si pensa quanto fosse vicino alla capitale Roma, grazie alla via Flaminia.
Negli anni dell'impero romano, Vitruvio (De Architectura), descrivendo le attività di trasporto del legname tra la pianura Padana ed Ancona, annovera Fano come porto per lo sbarco di questi materiali.
Nei cantieri dei porti dell'epoca esistevano i Fabri Navales ed altri esperti costruttori di naviglio, che erano riuniti in corporazioni e collegi.
A Fano, da alcune iscrizioni su marmo di epoca romana, risulta documentato (2) in questo periodo il collegio dei Dendrofori, cioè carpentieri e costruttori di navi, e dei Lintiarii, cioè fabbricanti di tele di lino e di vele.
In questo periodo la prima rappresentazione di Fano, come sito, la troviamo nella Tavola Peutingeriana: Fano vi appare rappresentata dal simbolo del tempio e non come porto, ma neppure Ravenna o Ancona, che certamente in quell'epoca erano sede di un porto importante, hanno il simbolo che caratterizza un porto.

NOTE
(1) La "Stele di Novilara" proviene da S. Nicola in Valmanente, nella zona collinare tra Pesaro e Novilara
(2) GASPAROLI, "Marmi Eruditi di Fano in epoca romana".


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 01.01.1990
    Ultima modifica: 16.07.2010

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