Opere specialistiche
Cap. 3 - Come trasformano il mare e il vento (Il Mare)
Il litorale da Gabicce alla foce del Cesano ha un andamento pressocchè rettilineo con direzione N.O.-S.E., lo stesso che caratterizza gli adiacenti tratti romagnolo e marchigiano sino ad Ancona.
L'unica costa alta nell'uniforme piattezza da Trieste al Monte Conero si trova tra Gabicce e Pesaro per una lunghezza di circa 10 chilometri, a causa del fatto che altrove la fascia collinare è più lontana dal mare.
Da Pesaro sino al porto di Fano la costa è bassa e sabbiosa, con una intercalazione di spiaggia ghiaiosa sino alla foce del Metauro; poco oltre è ancora ghiaiosa, poi da Metaurilia a Torrette ritorna sabbiosa e infine da Marotta alla foce del Cesano di nuovo ghiaiosa.
Prima che l'uomo intervenisse a spianarla, lungo queste spiagge basse si estendeva una duna costiera di sabbia o un cordone rilevato di sassi.
Dalla foce del Metauro a quella del Cesano è ben visibile in alcuni tratti, guardando dalla strada statale Adriatica, la ripa di erosione olocenica.
Il mare trasforma di continuo le spiagge, ora erodendole, ora ampliandole con nuovi sedimenti. Si hanno sia spostamenti stagionali, periodici, della linea di costa, sia spostamenti progressivi nel corso del tempo.
Nel tratto tra Pesaro e Gabicce, una costa alta marnoso-arenacea a falesia, il ciglio del dirupo è in diversi punti in arretramento, a causa dell'azione del mare che scalza alla base gli strati rocciosi poco consistenti. A ciò si aggiungono le acque meteoriche, che producono ruscellamenti e smottamenti specie dove il pendio è più ripido e privo di copertura vegetale. Sempre per la scarsa consistenza delle rocce, l'andamento del litorale è lineare, mancando del tutto i promontori, le baie e le grotte caratteristiche delle coste alte di rocce più dure. La spiaggia è stretta, in certi punti quasi assente, e formata da grossi ciottoli.
La costa bassa da Pesaro alla foce del Cesano è alimentata dai sedimenti ghiaiosi e sabbiosi del Foglia, Metauro, Cesano e Arzilla, mentre il fango, più leggero, viene depositato al largo. Per lunghi tratti è in fase erosiva, tanto che per porvi rimedio sono stati costruiti tempo fa una serie di pennelli e oggi chilometri di scogliere foranee e radenti. La spiaggia non protetta da scogliere è in genere più stretta d'inverno, a causa delle forti mareggiate, mentre torna ad aumentare nel periodo estivo con la sabbia asportata dalle prospicienti secche.
Bibliografia
BULI 1947, SELLI 1954, BASCOM 1965, BRILLI - CATTARINI 1976b, GUZZI 1977,
GORI 1979, POLONARA e PRINCIPI 1981, POGGIANI 1986, SPADONI (a cura di) 1991.
Dettaglio scheda
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Data di redazione: 01.01.2004
Ultima modifica: 28.08.2004




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