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Suolo e sottosuolo del Lago Vicini a Fano


Ci troviamo nell'area del Lago Vicini presso l’alveo del Metauro in Comune di Fano, sul terrazzo alluvionale del 4° ordine, il più basso e il più recente, depositatosi nella seconda metà dell’Olocene (Era quaternaria), alcune migliaia di anni fa.

Il terreno vegetale
Il terreno attorno a noi è coperto da erbe, arbusti ed alberi, ma, cosa c’è sotto?
Le piante spargono i loro semi nel terreno, dove nascono crescono e muoiono. Man mano i loro resti si accumulano sullo strato superficiale, rendendolo più soffice e fertile. Anche i funghi e molti piccoli animali vivono in questo terreno ricco di humus ed i più grandi vi scavano le loro tane.

Il terreno ghiaioso
L’acqua, il freddo e il caldo riducono in frammenti le rocce di cui sono fatte le montagne e le colline, frammenti che poi formano la ghiaia, la sabbia e l’argilla. Il Metauro trasporta di continuo questi sedimenti dell’Appennino sino al mare.
La ghiaia è costituita da ciottoli di varia misura, arrotondati per il continuo sfregarsi tra loro. Si possono qui vedere ciottoli di calcare, di silice (i più duri, detti selci) e di arenaria, a seconda delle rocce dalle quali hanno avuto origine.
Questo strato di ghiaia, il più superficiale, è stato depositato per ultimo.
Più si scava, più aumenta l’età in cui si sono depositati gli strati.

Il terreno argilloso-sabbioso
La corrente del fiume, specie durante le piene, trasporta in sospensione le particelle più piccole di sedimento: la sabbia e soprattutto il limo, o fango. Quando rallenta, l’acqua lascia cadere sul fondo e sulle rive allagate il fango, per lo più mescolato alla sabbia. Gli strati di ghiaia, sabbia e fango, uno sopra l’altro, hanno formato la pianura alluvionale del Metauro.

Il terreno sabbioso
La sabbia è formata da piccole particelle di silice assai dure, che si depositano durante le piene un po’ prima di quelle ancor più piccole e leggere del fango.
Sabbia e fango provengono dall’erosione della zona appenninica del bacino del Metauro dove prevale la formazione marnoso-arenacea, costituita da rocce marnose (argilla con una parte di calcare) ed arenaria, di origine marina.

L'argilla marina
Questo strato roccioso ha origine diversa e più antica dei sedimenti che gli stanno sopra.
Nel periodo dal Pliocene medio al Pleistocene inferiore (alcuni milioni di anni fa) in questa zona si estendeva il mare al quale giungevano i sedimenti che anche allora i fiumi trasportavano dalla terraferma. Le particelle più fini, quelle che ora formano l’argilla, cadevano sul fondo lontano dalla spiaggia, formando un deposito via via più spesso e più compatto, sino a diventare roccia. Col tempo il fondo marino si è progressivamente sollevato, formando la nostra attuale zona costiera e collinare. Il Metauro scorre su queste antiche argille marine che talora erode e talora ricopre con il materiale solido trasportato (sabbia, fango e ghiaia).

Ciottolo di calcare
Il calcare è una roccia sedimentaria il cui componente principale è rappresentato dalla calcite, alla quale si aggiungono impurità argillose o quarzitiche. La calcite è un minerale costituito da carbonato di calcio (CaCO3). A volte vene di cristalli di calcite, biancastri, attraversano la roccia. Il colore della roccia calcarea varia dal bianco puro, al bianco sporco, al verdastro, brunastro o rossastro. I ciottoli calcarei, a seconda della forma del frammento originario e del continuo lavorio di sfregamento a cui sono stati sottoposti durante il trasporto fluviale, assumono forme tondeggianti (subsferiche, ovali, irregolari) o a piastrella più o meno sottile.
Le principali fonti di ciottoli calcarei nel bacino del Metauro sono le montagne della Dorsale Umbro-Marchigiana (Catria, Nerone, Petrano, M. di Montiego), della Dorsale Marchigiana (Monti del Furlo) e dei Monti della Cesana.

Ciottolo di calcare oolitico
Il calcare oolitico è formato da aggregati sferici (ooliti) a struttura concentrica cementati fra loro; si rinviene nella formazione geologica detta Calcare Massiccio. Quest’ultimo è costituito da banchi con stratificazione discontinua o assente che gli conferiscono quell'aspetto massivo che ne ha originato il nome. Si è depositato in una piattaforma carbonatica di acqua bassa con associazione di tipo clorozoan tropicale, cioè con alghe verdi (clorificee), coralli (zoantari) e con banchi oolitici. L'ambiente deposizionale può essere confrontato con quello attuale dell'arcipelago delle Bahamas; questo presenta ampie lagune carbonatiche di acqua molto bassa ed aree marginali con barre oolitiche e bioclastiche, con sistemi di isolotti e, localmente, con reefs a coralli ed alghe.

Ciottolo di selce
La selce è una roccia sedimentaria composta quasi esclusivamente di silice (SiO2). Si forma per segregazione ed accumulo entro rocce carbonatiche. La selce tende a formare lenti estremamente compatte e pressoché inattaccabili dagli agenti atmosferici, per cui le forme assunte dai relativi ciottoli sono solo grossolanamente tondeggianti. Il colore della selce (grigio, nero, rossastro e verdastro) è in rapporto al colore della roccia calcarea di provenienza.
Le principali fonti di ciottoli di selce nel bacino del Metauro sono le montagne della Dorsale Umbro-Marchigiana (Catria, Nerone, Petrano, M. di Montiego), della Dorsale Marchigiana (Monti del Furlo) e dei Monti della Cesana.

Ciottolo di arenaria L’arenaria è costituita da granelli di sabbia cementati fra loro, sino a raggiungere una notevole compattezza. La sabbia è formata da cristalli di silice (SiO2), contenuti in minerali come il quarzo e i suoi polimorfi. I ciottoli di arenaria, a seconda della forma del frammento originario e del continuo lavorio di sfregamento a cui sono stati sottoposti durante il trasporto fluviale, assumono forme tondeggianti (subsferiche, ovali, irregolari) o a piastrella più o meno sottile. Il colore della roccia arenacea varia dal grigiastro al giallastro. Le principali fonti di ciottoli di arenaria nel bacino del Metauro sono le montagne ricadenti nella cosidetta Formazione Marnoso-Arenacea (Serre, Alpe della Luna, Bocca Serriola, ecc.).

Ciottolo di roccia ignea
La roccia che forma questo ciottolo è di origine ignea, di tipo intrusivo. In esso si notano macchioline chiare e scure, legate ai cristalli di cui è composta la roccia.
Ciottoli come questo vengono definiti ciottoli poligenici, in quanto di origine assai varia. Le rocce che li compongono sono prevalentemente eruttive e metamorfiche, come graniti, dioriti, sieniti, diabasi, gabbri olivinici, porfidi quarziferi, gneiss, micascisti, filladi e quarziti, ma anche in subordine sedimentarie, quali arenarie glauconitiche e calcari nummulitici. Rocce del genere non affiorano né nella nostra regione, né in regioni confinanti per un amplissimo raggio: i più vicini affioramenti di tipi litologici più o meno analoghi si ritrovano solo nelle Alpi, nella regione tosco-tirrenica ed in quella dalmata. Per giustificare la loro presenza sono state invocate varie modalità di trasporto, legate alle complesse vicende geologiche del bacino Adriatico. Prima di far parte del sedimento ghiaioso del Metauro, questo ciottolo si trovava probabilmente all'interno di affioramenti di sabbie plioceniche, come quelli presenti in alcune località del territorio di Fano e di San Costanzo.


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 19.06.2011
    Ultima modifica: 19.06.2011

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