L'Eremo di S. Nicolò di Bosso sorgeva lungo il Torrente Bosso, nel tratto tra Secchiano e Pianello di Cagli.

All'inizio dell'XI secolo venne fondato, secondo la tradizione, da San Romualdo. Il santo cambiava frequentemente di zona per evitare le folle che accorrevano intorno a lui. Nell'anno 1012 dimorava nel monastero di S. Vincenzo (del Furlo) ma la ricerca di luoghi più impervi ed isolati lo avrebbe spinto a risalire la vallata del Bosso. La chiesa fu edificata vicino alla sponda destra del corso d'acqua mentre il resto dell'eremo si sviluppò con una serie di cellette tutto intorno al "Pajar del diavolo" (pagliaio del diavolo), pinnacolo che dal fianco del M. Nerone domina la vallata. L'eremo ebbe il periodo di massima fioritura nei secoli XI e XII; seguì un lento declino. Scomparso il cenobio, rimase la chiesa che nel XVI secolo cadde in rovina; oggi ne restano solo pochi ruderi.

Nelle carte IGM è riportata la denominazione ”L'Eremita”, anche se quel luogo e quella valle sono conosciuti dalla popolazione locale con il termine “La Romita”. A circa un millennio di distanza, i nomi del luogo, della valle e della sorgente mantengono il ricordo della presenza degli eremiti. Un cancello chiuso con un lucchetto al termine di un ponte preclude la possibilità di raggiungere la sponda destra del Bosso dove si trovano i ruderi di S. Nicolò. 

Poco a valle dell'eremo si trova una sorgente, poi detta Acqua di S. Nicolò.

Per saperne di più: "L'eremo di San Nicolò di Bosso" di G. Presciutti, M. Presciutti e G. Dromedari (http://versacrumricerche.blogspot.it/p/leremo-di-san-nicolo-di-bosso.html)