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Fano, Montemaggiore e Cartoceto: guadi, passerelle e traghetti sul Metauro


- Comuni di Fano, Colli al Metauro (Frazione di Montemaggiore) e Cartoceto

- Corso d'acqua attraversato: Fiume Metauro

- Riferim. carta: 1.25.000 IGM F. 110 - III N.O. - S. COSTANZO

In corrispondenza della strada che da S. Angelo in riva destra scende al Metauro e poi prosegue dall'altra parte verso Fano, la carta topografica I.G.M. del 1894 segnala la presenza di un guado e quella del 1948 di una "pedanca" (passerella in legno). In entrambe le carte è anche riportato il toponimo "i Guadi" per una casa lungo il Fosso di Caminate nei pressi della confluenza col Metauro.
Oggi l'erosione regressiva, dovuta all'escavazione della ghiaia avvenuta negli anni passati, ha messo allo scoperto le argille di base rendendo il passaggio. Poco più a valle e a monte il Genio Civile, per arrestare l'erosione, ha dovuto costruire due briglie trasversali in cemento.

Al Guado di S. Angelo in Ferriano (Comune di Fano) sino agli anni '60 c'era una barca che traghettava gli abitanti della zona da una sponda all'altra. Verso la fine della guerra, con la distruzione più a valle del ponte dell'Adriatica e più a monte di quello di Calcinelli, s'iniziò a traghettare il fiume con le barche per collegare le due sponde. Dopo che fu fatto saltare il ponte di Calcinelli nel 1944, un certo Pietro Vagnini con altre 3-4 persone formò una società, facendo costruire da un falegname di Villanova una barca utilizzando anche i resti di un'altra che una piena aveva trascinato dalla zona di S. Martino di Fossombrone fino alla Chiusa di Fano. Inizialmente questi traghettatori operarono a Calcinelli, finchè verso il 1948 non fu ricostruito il nuovo ponte, poi a S. Angelo.
Nel contempo per alcuni anni poco a monte della Chiusa fu in attività un'altra barca finchè un inverno, per il sovraccarico di operai che lavoravano in un cantiere di rimboschimento sulle Ripe di Ferriano, si ribaltò ed allora i due contadini che facevano i traghettatori per la paura cessarono l'attività.
Continuò invece a funzionare il traghetto sotto S. Angelo trasportando i contadini e gli operai da una sponda all'altra. Durante l'estate, quando il fiume era in magra, non potendo essere usata la barca, i traghettatori costruivano una passerella sul fiume utilizzando anche le "lamiere americane" residuate della guerra. Il pagamento per il servizio di traghetto avveniva in natura per i contadini (in genere grano) e in denaro per gli operai; il prezzo variava a seconda che salisse la sola persona o anche la bicicletta o il motorino. La barca era lunga circa 6 m e larga 2,20 m, con un pescaggio di circa mezzo metro. Verso la prora aveva un albero sul quale scorreva un cavo d'acciaio che attraversava il fiume. Il traghetto funzionò fino al 1962-63, quando ormai le mutate condizioni economiche e la viabilità lo resero superfluo.
Nel 1990 il traghetto è stato ripristinato, mediante una zattera e un cavo teso tra le due sponde, ma ha funzionato solo per poco tempo.

VOLPE (2005) riporta testimonianze di un traghetto a mezzo barca presso l'attuale Ponte della Cerbara (Montemaggiore al Metauro e Cartoceto), anch'esso dismesso come quello di S. Angelo.


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 01.01.1999
    Ultima modifica: 24.12.2018

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