Beni storici e artistici
Fossombrone: Mulino di Sotto o delle Ginestre
- Comune di Fossombrone
- Rio Paghella, affluente del T. Tarugo, a sua volta affluente di destra del Metauro
- Ubicato in riva sinistra del Rio Paghella
- Edificio presente, restaurato ma non abitato, con alcune strutture tipiche di un mulino. Canale di alimentazione non più presente
- Ultimo sopralluogo: agosto 1996
- Riferim. carta: 1:25.000 IGM 116 I N.O.
- Toponimo e simbolo di mulino nella carta 1:25.000 IGM 1952
- Bibliografia: LUCERNA 2007
Si trova in sponda sinistra del Rio Paghella a circa 1200 m dal Mulino di Sopra.
Nel documento notarile del 1575 risulta che esso si trovava "in curte M.tis
Alti in voc. Pagalle, iuxta bona Ant. Oliverij, filiorum et heredum Franc.
Evangeliste, vias publicas, et alia latera", che aveva due macine, la
casa del molinaro, il portico o trasanna (abbattuto alcuni anni fa), il
crivello per setacciare il grano "cum suis iuribus, servitutibus,
pertinentijs, agiamentis" (1).
Ser Nicolò Tenaglia riaffittava a Biagio del fu Gaspare detto il Moretto il mulino
per i successivi 5 anni e si impegnava, decorso tale termine, a vendergli 1/4
del mulino per la somma di 100 fiorini di moneta vecchia. Ciò significa che il
mulino valeva almeno 400 fiorini.
Da un
rogito del 29-10-1601 appuriamo che proprietario di entrambi i mulini (di sopra
e di sotto) è "Costantius Petri aliter Ginestra" di Mont'Alto,
che li riaffitta per un anno a Pompeo di Ubaldo (2).
Non
sappiamo se effettivamente tale passaggio di proprietà sia avvenuto, ma ne
dubitiamo dato che dagli "Stati dell'anime" della parrocchia di
Montalto (anni 1639-1652, c. 12 ) risulta che nel 1642 "Giovanne di
Roso" era "molinaro del Tenaglia" e la zona era chiamata
"Villa di Caccarone".
In un'epoca che non siamo ancora riusciti a determinare la famiglia Ginestra, già
proprietaria di un mulino più a valle, si impossessò anche di questo: dunque da
lei e non dal profumato arbusto deriva l'attuale nome del mulino.
Sulle mappe pontificie compare al rettangolo XVI con la denominazione di Molino
Fabri.
L'impianto molitorio è incorporato in un
complesso abitativo piuttosto massiccio, posto su una scarpata, per cui verso
valle, dove si trova l'ingresso al vano delle macine, lo stabile è formato da
due piani elevati, mentre sul retro, dalla parte del bottaccio, è a un solo
piano. I muri esterni del fabbricato sono in pietra, e su un lato di esso corre
la strada comunale che conduce a San Martino dei Muri, Montalto e Bellaguardia.
Il vallato aveva una lunghezza di 260 metri;
piuttosto insolita è l'apertura, alquanto ampia, del condotto che porta l'acqua
alle pale.
Tutto il complesso è in discreto stato di conservazione.
L'attività molitoria è ormai cessata da alcuni decenni. Il mulino
conserva ancora le due macine, quella riservata esclusivamente al grano e
quella per i biadami (orzo, fave, granoturco, pannocchie di granoturco e
avena).
NOTE
(1) Ser Bernardino Filarista, anni 1554-90, segn. B, cc. 52-54, Notarile di Fossombrone in Archivio di Stato di Pesaro.
(2) Ser Giulio Pelingotti, anni 1601-1602, cc.72-73 e cc. 193-194 r., Notarile di Fossombrone in Archivio di Stato di Pesaro.
N.B. Attualmente (aprile 2008) l'edificio, di cui è stata conservata la struttura originaria, è adibito a bed & breakfast.
Dettaglio scheda
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Data di redazione: 01.01.1999
Ultima modifica: 24.12.2007




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