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Feste e tradizioni religiose nella zona di Fano

Fiere e mercati nella zona di Fossombrone


Le feste nei piccoli paesi, in genere, erano quasi sempre di natura religiosa e si tenevano in occasione del santo patrono, di Pasqua e delle festività natalizie. Alla solennità del protettore spesso, a seconda dell'importanza del centro, si accompagnava anche la fiera di merci e bestiame.

Ad esse concorreva la gente dei dintorni. In occasione delle fiere partecipavano i venditori ambulanti delle zone limitrofe: solo per l'acquisto del bestiame da lavoro arrivavano anche i compratori dalla Romagna, in quanto la razza bovina più diffusa nella valle del Metauro era quella romagnola. I contadini portavano a vendere il bestiame che avevano in eccedenza: esso consisteva in prevalenza in vitelli, manzi, e mucche, che per l'occasione venivano infiocchettati con cordoncini e nappe di lana dai colori vivaci. La contrattazione avveniva mediante l'aiuto del sensale: una stretta di mano fra le due parti sanciva il contratto di compravendita. Per i capi adulti erano concessi gli otto giorni della salute, scaduti i quali il compratore doveva provvedere al pagamento del prezzo pattuito. Per gli altri capi il saldo avveniva al momento della consegna.

Il luogo destinato all'esposizione degli animali era il campo boario, dove i bovini venivano condotti, quasi sempre, in coppia e venduti insieme alle corde e alle morse, con le quali erano stati accompagnati; mentre gli ovini ed i suini erano liberi (1).

Inoltre la gente della campagna portava a vendere uova, polli, conigli per poter acquistare della stoffa per abiti, oppure per comprare scarpe, filati e altri generi di prima necessità. La merce in vendita era limitata ed esposta su ripiani di legno, le banche; buona parte di esse era protetta da una copertura fatta da un telo di stoffa di colore chiaro. Si patteggiava a lungo sul prezzo, perché il commerciante richiedeva, di norma, una somma superiore al valore della merce e i compratori, in genere, avevano poca liquidità in tasca.

Alle fiere più importanti, dove l'affluenza della gente era maggiore, intervenivano anche cantastorie con il loro repertorio di vicende struggenti, questuanti, venditori di unguenti, imbonitori di ogni sorta e fra questi c'era pure chi offriva, dietro qualche spicciolo, la fortuna; un foglietto dalle dimensioni di un santino, in cui era disegnata una cornucopia e dove un testo scritto descriveva il raggiante destino del fortunato acquirente, in fondo a questo era riportata un' infallibile cinquina da giocare al lotto, e la fortuna era così assicurata ad ogni acquirente.

NOTE
(1) Cfr. EMILIO PIERUCCI, 1998: Mezzadria e macchina nell'economia agricola delle Marche.


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 01.01.2001
    Ultima modifica: 21.03.2005

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