ItinerariItinerari

Indietro

Il M. Petrano (itinerari - ESCURS)

Avanti

M. Petrano, dalle Smirre ai Sette colli (sentiero CAI n...

Da Cagli al Petrano (sentiero CAI n. 200)


DA CAGLI AL PETRANO (sentiero CAI n.200) (Comune di Cagli)

Tempo di percorrenza: h 5,00 (percorso in linea a/r)
Lunghezza: 13 km
Difficoltà: E
Ultima verifica dell'itinerario: 2023

La vetta del Monte Petrano è la Rocchetta e raggiunge i 1.163 metri sul livello del mare. Il versante cagliese è caratterizzato da folti boschi intervallati da piccole radure, mentre in alto un altopiano di quasi 200 ettari è quasi completamente un prato/pascolo dal quale si eleva soltanto la cima.

A Cagli, dopo l’uscita di Cagli ovest, si prende a sinistra per entrare nel paese trovando parcheggio nei pressi di Porta Massara. Sulla strada asfaltata per Monte Petrano, al primo tornante inizia il nostro sentiero, sul retro di un gruppo di case, vicino ad una fontanella.

Da subito il sentiero è stretto e sale costeggiando il colle dei Cappuccini. Il primo tratto termina proprio dove c’è la strada che raggiunge il convento, ma noi spetta di andare a sinistra e continuare a salire. Inizialmente abbiamo di fianco delle case, poi dalla strada si ritorna nel sentiero e si intraprende una ripida salita con cui entriamo nel bosco. Appena si apre la vista sul fondovalle ci rendiamo conto del dislivello già compiuto e quando sulla sinistra si vedono delle antiche mura e poi un vecchio fontanile, si capisce che siamo ai piedi della vecchia città, ubicata quassù fino alla fine del 1200. C’è un bivio e ci teniamo sulla sinistra, per continuare l’ascesa. Si alternano diverse pendenze fin quando ci troviamo in mezzo ad un’ampia radura da dove si domina tutto il versante nord-orientale del Petrano: questo posto si chiama Serra Ventosa. Il sentiero ora è meno acclive e giunge così ad una piccola sella dove lo sguardo stavolta può spaziare verso sud, incontrando subito la mole del gruppo del Catria. Ancora pochi passi e il sentiero si immette in una strada forestale dove dobbiamo andare prima a destra e poi a sinistra, per abbandonarla quasi subito e riprendere il sentiero nel bosco. Sta per iniziare la salita più lunga e impegnativa della giornata, per la pendenza e per il fondo a volte ciottoloso. Il bosco si sta trasformando in faggeta perché ormai siamo sopra gli 800 metri di quota. Alcuni tornanti ci aiutano ma per quasi mezz’ora l’ascesa è costante. Quando improvvisamente dal bosco si esce in un prato siamo praticamente arrivati nella parte sommitale della montagna. Il sentiero gira a destra, di fianco ad una casetta, e approda sul viale dove di villette, per lo più abbandonate, ce ne sono tante. Svoltando a sinistra si segue la stradina che porta al cospetto di una struttura bianca bassa che in estate è un ristorante, ma quello che ci interessa è il sentiero che lì vicino sale sulla vetta della Rocchetta. Ancora uno sforzo e possiamo dire di aver toccato la cima, anche se è ingombrata da una orribile torre di antenne e ripetitori. Malgrado questo elemento di disturbo la vecchia croce resiste e il panorama da quassù è comunque notevole: a sud si staglia il gruppo del Catria alle cui pendici si riconosce in primo piano il paese di Cantiano e in lontananza quello di Chiaserna. Ridiscesi dalla Rocchetta vale la pena fare anche il giro dell’altopiano. Si può seguire lo stradello che passa di fianco al campeggio e vi si addentra fino all’altezza di un’area pic-nic. Da lì si entra nel grande prato e attraversandolo tutto in direzione nord si può arrivare ad affacciarsi sulla valle del Bosso, guardando in faccia il versante meridionale del Monte Nerone. Nella sua parte occidentale l’altopiano è costellato di piante dai profili bizzarri causati dal vento e da una decina di doline, cioè buche circolari naturali larghe alcuni metri e prodotte dall’acqua. Molte delle piante sono biancospini, notoriamente adatti a situazioni estreme come queste, ma ci sono anche aceri campestri che possono prendere le forme più strane e poi dei bellissimi agrifogli che assumono in casi del genere la forma chiusa di siepe. A seconda di che lato stiamo percorrendo dell’altopiano possiamo guardare buona parte della provincia di Pesaro e Urbino affacciandoci a est, fino a scorgere il mare, oppure sul lato opposto avere a vista il crinale delle Serre che è lo spartiacque tra Adriatico e Tirreno ma anche il confine politico tra Marche e Umbria. Dopo questa comoda perlustrazione sulla morbida erba del pianoro possiamo tornare a ritroso e ripercorrere in senso inverso l’intero itinerario così da tornare al punto di partenza.


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 10.03.2024
    Ultima modifica: 10.03.2024

Nessun documento correlato.


Indietro

Il M. Petrano (itinerari - ESCURS)

Avanti

M. Petrano, dalle Smirre ai Sette colli (sentiero CAI n...