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Montemaggiore (Castelli prima del sec. XIII)


ante 1125

Territorio di Fano. Oggi Montemaggiore al Metauro, 197 s.l.m., alla destra del Metauro.

Località già nota dal placito di Beatrice e Matilde di Canossa del 1072, le quali pongono sotto la protezione del publicum i beni di Fonte Avellana: fra questi "terras quas habet in Monte Maiore ... et terciam partem plebis Sancte Marie de Monte Maiore cum decimacione(m) et oblacionibus fidelium" (C.F.A., 1, n. 34). La charta refutationis dei coniugi Pietro detto Episcopo del fu Alberto conte e Belicia in favore dello stesso eremo si riferisce a "res ... infra comitato Fano et infra curte de Monte Maiore et in Casalino" (C.F.A., 1, n. 130, a. 1119). Nel 1125 Federico duca e marchese conferma la protezione pubblica a Fonte Avellana "de suis castellis sive villis sive terris", fra cui Montemaggiore (C.F.A., 1, n. 152): si presume che la località fosse, a questa data, già incastellata. Ma il successivo privilegio di Innocenzo II del 1139 non è ancora esplicito al riguardo, ponendo "In comitatu Fanensium ... his que habetis in curte Montis Maioris" (C.F.A., 1, n. 190). Non tutto il castello apparteneva agli avellaniti: un privilegio di Adriano IV per l'abbazia fanese di S. Paterniano menziona tra i beni di questa "quicquid iuris habetis in plebe Montis Maioris ... capellam Sancti Petri Montis Maioris ... quartam partem castri Montismaioris cum omnibus que habetis in curte eius" (ASVa, Reg. Vat., 300, ff. 168v-169v, a. 1156). Alessandro III conferma gli stessi diritti "cum tribus partibus castri Montismaioris" (ibidem, ff. 169v-170v, a. 1178): ciò lascerebbe intendere che la quota parte del monastero fanese sia salita da 1/4 a 3/4 tra 1156 e 1178. Anche la canonica della cattedrale di Fano acquisì dei beni nella seconda metà del sec. XII, grazie alla donazione di Broccolo del fu Costantino prete, ovvero "meam partem silve canonice et roncorum i(n) plano castri Montis Maioris, a latere cuius a primo est silva comitis ... a quarto desuper iure episcopatus Phanensis" (ACap Fano, Istrumenti in pergamena, t. I, n. 13, a. 1176). Fonti successive dimostrano che Fonte Avellana riuscì a mantenere i suoi beni patrimoniali a Montemaggiore, ma il castello fu conquistato dal comune di Fano: nel 1283, anzi, esso risultava "destructum" (ASVa, A.A. Arm. C, 156).

Chiese: la pieve di S. Maria risulta ancora in funzione alla fine del sec. XIII (R.D., nn. 514, 619, 719, 814, 909, 1025, aa. 1290-92 e 1299).

L'ottimo punto di avvistamento sulla media e bassa valle del Metauro fa di Montemaggiore un sito di importanza strategico-militare; da ciò forse esso trasse il suo nome. La presenza, poi, di una famiglia comitale di ascendenza franco-salica e di beni di probabile origine pubblicistica farebbe supporre che l'altura stessa del castello fosse di pertinenza pubblica in quanto zona militare. Pertanto il castello del sec. XII potrebbe aver avuto un antecedente di epoca altomedievale.


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 01.01.1999
    Ultima modifica: 24.12.2018

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